martedì 22 giugno 2010

Mutande volanti

Eh, in effetti è arrivata l'estate. Almeno sul calendario. Perchè a Trento non è che faccia proprio caldissimo, anzi.
Giusto per la cronaca, stanotte Callista ha dormito con la coperta di pile e i calzini di lana, abbarbicata a Fidanzato che ha commentato l'abbigliamento della sottoscritta con un: "Dopo un anno siamo già ai calzini a letto. Tra dieci anni come ti presenterai?".
Io ovviamente non ho colto la frecciatina velenosa, ma solo il fatto che il mio bellissimo uomo abbia parlato di un futuro remoto insieme. Ah ah ah.
Il che non toglie che abbia bisogno urgente di vacanza: è vero che il mio lavoro mi permette di essere già beatamente nel numero di quelli che la mattina non si alzano più con la sveglia (ok, potete odiarmi), ma andare via da Trento è una necessità impellente. Ormai sono alla frutta.
Tanto per dirne una, l'altra mattina mi sono alzata, ho fatto colazione in stato semi-comatoso e poi sono andata a fare la doccia. Lasciato il pigiamino in camera, ho zompettato in mutande e con l'accappatoio in mano fino alla doccia, dove mi sono spogliata del tutto e...
E...
E ho buttato le mutande nel cesto della roba sporca, no?
Certo, era quello che credevo.
In realtà ho sollevato il coperchio del water e ho buttato un perizoma da 25 euro nella tazza. Convinta.
Ora, il momento orribile del rendersi conto di cosa avevo fatto non è stato niente in confronto alle operazioni di recupero del suddetto straccetto di pizzo blu galleggiante nell'acqua.Operazione che ho effettuato, tra velate maledizioni, con il manico dello scopino del cesso; poi ho gettato il tutto in un ettolitro di acqua bollente e sapone, pregando di non ritrovarmi con le mutande di Barbie (in realtà, hanno retto bene la sterilizzazione, meno male...).

Una volta passata la ridarola, ho immediatamente messo al corrente Mafalda dell'accaduto: "Amica, stamattina ho buttato le mutande nel cesso".
M: "Perchè, non ti piacevano più?"
C: "No, ho confuso il gabinetto col cesto della roba sporca".
M: "Vabbè, era peggio se facevi la pipì in quello."

Quando si dice solidarietà femminile.

giovedì 17 giugno 2010

Aperitivo di ben ritrovati

Ehhhh, cosa sono quelle facce brutte? Credevate che le derelitte vi avessero abbandonato? Che bastasse un uomo per far chiudere il blog? Ma allora non ci conoscete affatto, cari lettori… Dopo un lungo periodo di pigrizia virtuale, siamo di nuovo qui, con rinnovate forze e nuova voglia di scrivere. Vedremo quanto durerà!
Per riabituarvi alle nostre mirabolanti ma (ahinoi) ormai scarse avventure, resoconto dell’aperitivo di ieri sera.
Protagonisti: le derelitte e i rispettivi fidanzati, Coinquilino e morosa, collega di Mafalda, coppia di amici con lei in dolce attesa.
Ore 6.30: il ritrovo. La derelitta Mafalda, organizzatrice dell’evento, sbaglia a comunicare il punto di ritrovo confondendo due negozi. Collega e Donna Gestante rimangono un quarto d’ora a chiedersi se il bar Sport con dentro tre ubriaconi molesti sia il posto giusto per un aperitivo minimal chic, prima di telefonare per chiedere lumi.
Ore 7.00: arrivano Coinquilino e la morosa. Dieci minuti dopo, l’attenzione di lei viene attirata da un avventore del locale che gioca con un pappagallo. Si alza in piedi e urla: “Amò, adesso vado lì e gli chiedo se posso tenere in mano l’uccello”. Ovazione della curva sud.
Ore 7.10: il suddetto pappagallo, riportato al tavolo da MdC (Morosa di Coinquilino), di agita a vedere tutta la gente. Prima urla un versaccio in faccia alle derelitte che si additano l’un l’altra dicendo “ce l’aveva con te”, poi scacazza sui pantaloni di MdC. Lei, offesa, riporta il volatile al suo trespolo e va in bagno, solo dopo aver sentenziato: “Amò, vado a pulirmi che non posso andare in giro cacata”. We love her.
Ore 7.40: Gesticolando in maniera inconsulta, Callista ribalta lo spritz addosso a Donna Gestante (che so che legge e mi perdonerà dell’orrido soprannome nonché del bagno forzato). Speriamo che la creatura sia femmina e che ciò la aiuti a reggere l’alcool meglio della scrivente.
Ore 8.00: Mafalda ordina il secondo giro modello Oktoberfest: “Noch einmal!”. Ciò provocherà orrende conseguenze sulla capacità di intendere e di volere delle convitate-
Ore 8.35: Dialogo tra Callista e Collega (momentaneamente lontana dal fidanzato che lavora nell’altro emisfero) di fronte al buffet dell’aperitivo. “Uh, la pizza!”. “Sì, quella molle, a me piacciono quando sono così molli”. “Sì, anche a me, da morire, che ti si impasta tutto in bocca”. Quando la finezza.

E voi vi chiederete a questo punto: ma non c’erano degli uomini al vostro tavolo? Sì, poveracci, ma erano troppo impegnati a mimetizzarsi con gli schienali delle sedie. Chissà come mai, poi… ;-)