sabato 29 gennaio 2011

Piange il computer...(ovvero il ritorno de Er bistecca parte II

Dicevo, è bastata un’altra mail in FB per sganciare la bomba: “Mi manchi, lo sai. Ci possiamo rivedere?”.
Ma dimmi tu la faccia di culo e la testa di qualcos’altro (che si trova specularmente al culo, ma in posizione anteriore).

Ora, rivediamo i fatti. TU, immenso pirla, sei sparito nel niente dopo che io avevo già deciso di venire a Roma e farti due gemelli bellissimi come Romolo e Remo. TU mi hai rimbalzato quando, dopo averti detto che il week-end successivo sarei venuta a trovarti, hai pensato bene di dirmi che la domenica pomeriggio dovevi vedere la partita della Roma e che quindi sarebbe stato meglio arrivassi verso le sette. TU mi hai portato a inseguire una pantegana sul lungo Tevere sotto un acquazzone mai visto, rovinandomi un paio di stivali di camoscio nuovi, solo perché tu dovevi fotografarla “così vedrai mi padre quanto rosica…”. TU mi hai dato della rincoglionita quando, persa nei tuoi occhi, ho clamorosamente sbagliato un passo della salsa rischiando di farmi uscire tre vertebre. TU mi hai detto che ti avevano fregato il telefono per scusarti del fatto che non ti sentivo da una settimana e avevo già pensato di chiamare “Chi l’ha visto?”. E io ti avevo anche creduto, finché non ti ho rivisto con lo stesso identico telefono: “Eh, l’ho ricomprato uguale perché mi trovavo bene”. Certo, e inclusa nella confezione c’era anche la suoneria da tamarro che avevi precedentemente e soprattutto lo stesso salvaschermo con la tua foto seminudo (slurp) al mare. E adesso, ADESSO, vieni a dirmi che mi vuoi rivedere? Dopo che io mi sono trovata un moroso e ho iniziato una convivenza che Biancaneve mi fa una sega? Allora sei crudele, oltre che stronzo.

Risposta di Callista: “Guarda, davanti a questa tua ricomparsa permettimi di essere cinica e pure un pochino scettica. E comunque certo che ci possiamo rivedere: se vieni a Trento ti offro volentieri un caffè in piazza Duomo”. Per la serie “Uso le metafore come Valentino Rossi una motocicletta, ma tutto ciò significa solo una cosa: impiccati”.

Segue scambio sms con Mafalda.

M: Amica, che gli hai scritto?
C: Che riguardo la sua ricomparsa sono un pochino scettica e pure cinica.
M: Brava. Tanto non sa cosa vuol dire.
C: Esatto: probabilmente penserà che ho un problema di schiena, la scettica.
M: E si chiederà come mai sei cinica e non trentina. “Ma avrò sbagliato regione? Abbbbbiondamia nun era de Trento? Cinica? Ma mica c’ha gli occhi a mandorla….”
C: Che disperazione, amica.
M: Secondo me mica molla. Mi aspetto un attacco in grande stile.
C: Toh, guarda, ha già risposto. Spetta che ti dico. Scrive: “Chicchetta… Certo se vengo a trento ti avviso ma tu non vieni più a roma?”. Bè, almeno il punto di domanda lo sa mettere…
M: Chicchetta? CHICCHETTA? Ahahah… Che gli scrivi?
C:Che Chicchetta sarà sua sorella, anche se non la ha. E che ci sono venuta in gita due anni di seguito, a Roma, ma che quest’anno vado ad Amsterdam.
M: Brava. Risponde?
C: Sì. “Certo che sei proprio stronza sei venuta a Roma e non me l’hai detto?”
M: Ussignurrrr…
C: Ma questo è andato. Io non gliel’ho detto? IO? Dopo due anni che non lo sentivo avrei dovuto chiamarlo e dirgli “ciao, demente, sai che vengo in gita a Roma? Che dici, ci vediamo per un caffè o una seduta di sesso selvaggio?”.
M: Secondo me avresti dovuto. Maleducata cafona.
C: Infatti. Avrei proprio dovuto. Tanto non mi avrebbe risposto al telefono, quindi il problema non si sarebbe posto. Guarda, gli scrivo proprio questo. “Infatti, avrei dovuto chiamarti, ma tanto tu, prima dell’improvvisa riconversione alla sottoscritta, non mi avresti risposto e quindi inutile che tu sollevi la questione”.
M: Vai amica. Che risponde?
C: “Vabbè ma dimmi un po’ ti sei fidanzata o sposata?”.
M: Ecco il punto dolente.
C: Adesso ci penso io. “Sì, ho un fidanzato e convivo”.
M: Brava amica. Decisa. Che dice?
C: “E non mi hai detto neppure questo? Certo che sei proprio stronza me lo potevi pure dire mi dovevi chiedere il permesso ahahah :)”
M: Ahia. Prevedo ira funesta di Callista in fase ascendente.
C: Ahahahah… No, guarda, mi viene solo da ridere. Immaginati la scena della sottoscritta che lo chiama e gli dice “Ciao, er bistecca, ciao. Sono Callista, ti ricordi di me? Sì, sono quella a cui hai masticato i ventricoli e li hai successivamente sputati sulla sabbia del Salento. Ecco, volevo gentilmente chiederti il permesso di fidanzarmi, dopo che mi hai demolito la vita, e di ricostruirmi una parvenza di donna normale. Come dici? Se sono impazzita dopo che non ti sento da milllenni? Sì, ma sai, sono una persona educata io. Cretina ma educata. Confidando in un tuo positivo riscontro, porgo distinti saluti.” Ebete.
M: Amica, questo qui non molla.
C: Sì, ma cosa vuole? COSAAAA? Perché io??? Non trova qualche sciampista romana da trombarsi? E soprattutto: siamo a 600 chilometri di distanza. Cosa ti spinge a fare tutta ‘sta messa in scena senza avere riscontri immediati? Cos’è questa conversione? Che manco l’Innominato ha fatto un voltagabbana simile.
M: Bello il paragone. Se solo sapesse che l’Innominato non è il nome di un lottatore di wrestling ma un personaggio letterario secondo me apprezzerebbe pure lui.
C: Ok, che rispondo?
M: Mah.
C: Aspetta, ha scritto di nuovo. “Quando ci possiamo sentire, tesoro mio?”. TESORO MIO? Madonnaaaaa… Adesso mi chiami così? Che quando “stavamo insieme” (e sottolineo l’uso delle virgolette) manco mi chiamavi per nome…
M: Amica, a questo punto sentitevi al telefono che fai prima… Così eviti di farti venire un embolo al computer e magari si salva da un tragico errore grammaticale che prima o poi metterà nelle mail…
C: Giusto. Gli dico che ci sentiamo domani.
M: Brava, solaccia Chicchetta. Tienimi aggiornata.

E aggiornamenti anche per voi, cari lettori, sulla mirabile telefonata. A presto.

lunedì 24 gennaio 2011

Ma allora???

Manco se ve lo foste sentito. Sì, parlo con voi, cari lettori. Al post sui tentativi di abbordaggio telematici, qualcuno di voi aveva commentato con un “E se per caso arrivasse qualcosa di assolutamente attraente sotto qualunque punto di vista.. poi come la mettiamo..?? Rivalutereste la vostra posizione ? :)". Ovviamente a tutto ciò io avevo ribattuto facendo spallucce e dicendo tra me e me: “Ma quando mai ci potrà capitare?”. Ecco, il pianeta porco bastardo mi ha risposto nel giro di una settimana.
L’altro ieri, mentre di fretta come al solito buttavo un’occhiata a Facebook, ho trovato un singolare messaggio: “Buonasera dottoressa Callista, ma allora non sei sparita? Ti ricordi di me? Io scommetto che se ti sforzi un pochino non farai fatica a ricordare…”. Nome, o meglio, pseudonimo ignoto, e fotografia presa da lontano con tanto di parruccone carnevalesco. Mah. Decido di aprire la pagina del profilo: città di residenza? Roma. Visto che i neuroni funzionano ancora quasi completamente, il collegamento e la successiva verifica guardando da vicino la fotografia sono stati immediati. Dopo 5 anni ecco riemerso dal nulla Er bistecca.
Ora, mi domando e dico: cosa, cosa, COOOSAAAA ti spinge a venire a cercare la sottoscritta, che avrebbe passato la vita a leccarti gli addominali, e a chiederle se si ricorda ancora di te? Sì che mi ricordo, imbecille patentato, considerando che è merito tuo e di quell’altro imbecille pelato di cui si era “invaghita” la mia amica se ci siamo trasformate in Derelitte e abbiamo pure aperto un blog. Deficiente.
Ovviamente non potevo rispondere così: quindi ho recuperato immediatamente il mio proverbiale aplomb nordico. Mentre con una mano scrivevo un messaggino a Mafalda per informarla sui fatti, con l’altra ho risposto al cornutazzo: “Vediamo… Qualcosina mi pare di ricordare… Come stai, caro?”. Per la serie “asettico e pure un po’ acido ma comunque superiore”. Credo di essermi vista scuotere i capelli nella fotografia del profilo.
La risposta non si è fatta attendere: “Sì sì tutto bene certo che te sei na solaccia sei sparita senza dirmi nulla e hai pure cambiato numero di telefono ti ho cercato tanto ma mi dice numero inesistente chiamami se vuoi il mio numero è sempre 347 XXXXXXX”.
Uno: i cazzo di segni di punteggiatura dove li hai lasciatiiiiiiiiiiiiiiii?
Due: solaccia a chi?
Tre: ma sei deficiente? IO SONO SPARITA? Se l’ultima volta che ti sei fatto sentire mi hai detto che ti eri appena fidanzato con una orribile donnaccia locale che come minimo sarà stata la copia magra della sora Lella… Callista sa quando è il caso di battere in ritirata. Soprattutto quando rischia di venir uccisa da una coda alla vaccinara rotante.
Segue ovvio dialogo tra Callista e Mafalda.
C: Amicaaa, mi ha detto che sono una solaccia.
M: Che? Da ora in poi ti chiamerò così. Mi piace.
C: Ma ti rendi conto?
M: Si sarà mollato con la donna.
C: Ma figurati. Evidentemente voleva solo salutarmi.
M: Ah ah, certo. Tra quattro messaggi ti chiederà di vederlo, cara la mia solaccia...
C: Piantala. Comunque ti sbagli.
Infatti si sbagliava: perché non sono serviti quattro messaggi, è bastata un’altra mail in FB. Ma il tutto vi verrà raccontato alla prossima puntata.

martedì 11 gennaio 2011

Caro presidente 2 - il ritorno

Caro presidente Dellai,

siamo sempre noi, le sue Derelitte. Sì, lo sappiamo, al momento ha ben altro a cui pensare rispetto al dare retta a noi. Ad esempio i sexy shop a Trento Nord: i genitori della zona si sono lamentati per l’apertura del quarto nel raggio di un paio di chilometri. Noi di questo quarto guardiamo sempre le vetrine quando andiamo a mangiare il sushi, che magari c’è qualcosa da imparare… Ma in effetti quattro negozi del genere, e poi così vicini! Che scandalo! Dislochiamoli in giro per la città, che diamine, così magari i masculi trentini ci si scaldano uniformemente, e non solo quelli che abitano nella zona!

A parte questo, la nostra letterina di oggi ha un unico movente, e riguarda la viabilità. No, non ci lamenteremo dell’ennesima, inutile rotatoria, né dei parcheggi inesistenti il martedì sera quando andiamo a fare il corso di ballo. Vogliamo parlarle dei semafori.

Siamo infatti reduci da un week-end nella vicina Austria e abbiamo notato una cosa: che nel civilissimo paese nordico i semafori accendono la luce gialla non solo col verde per avvisarci che sta diventando rosso, ma anche col rosso per annunciare l’imminente via libera. Dopo aver passato due giorni a chiederci quale motivo potesse nascondersi dietro tale scelta, se non trasformare gli incroci cittadini in un’imitazione delle partenze di Formula uno, improvvisamente l’illuminazione: per questo volevamo chiederle di introdurre l’usanza anche in Trentino.

Quei tre secondi sono infatti preziosissimi per le donne che usano la pausa al semaforo per ritoccarsi il rossetto: si arriva infatti comodamente a riporre il costosissimo gloss nell’astuccino senza doverlo lanciare sul sedile a fianco, ma soprattutto si evitano make-up alla Joker di Batman per infilare la prima allo scattare del verde.

Certe che lei, attento alla bellezza delle sue concittadine, vorrà ascoltarci, la salutiamo caramente con tanti baci (non si preoccupi, il rossetto non l’abbiamo ancora messo).

Perdutamente sue

Callista & Mafalda

mercoledì 5 gennaio 2011

Come ai vecchi tempi...

Cari amici di blog, prima di tutto BUON ANNO!
E poi, solo per voi, uno dei nostri post crudeli, come ai vecchi tempi! infatti, nonostante le derelitte abbiano messo la testa a posto, non dovete pensare che la lenta agonia degli abbordaggi astrusi sia definitivamente conclusa. Adesso, infatti, poiché solitamente giriamo accoppiate lasciando poco margine di manovra ai numerosissimi (ehi, cosa sono quelle facce scettiche???) ammiratori, riceviamo avances soprattutto su internet. E dobbiamo dire che facciamo veramente fatica a essere indifferenti davanti a tanta grazia di Dio…

Ecco gli ultimi tre tentativi perpetrati ai danni della vostra Callista.

Il sintetico

Il povero Christian con un cognome degno di un calciatore sudamericano si spreca con un laconico “Ciao cm stai?”.
Immediatamente individuato come un possibile tragico clone di Manzotin,viene subito squalificato per l’uso spregiudicato dell’abbreviazione (si sa che le Derelitte sono puriste grammaticali).

Il cartone animato

“Hai callista”.

No, non è un saluto nazista un po' fantasioso a cui è caduta una “l” né un interrogativa senza punto di domanda (“Hai della callista?” “No, ma mi è avanzata della porchetta, facciamo due etti?"). È un tentativo di attaccare discorso. Bé, sull’orrore ortografico potevo anche sorvolare. Ma uno può usare uno pseudonimo come “Kobra King”? A parte l’eccesso di “k” (a cui si sa che noi derelitte siamo allergiche), cosa crede di ottenere uno che si fa chiamare in questo modo orrendo? Vuole fare delle raffinatissime allusioni alla prestanza delle sue parti intime? Si sa che chi si loda si imbroda: il rischio è di trovare un vermetto della frutta, al posto del cobra reale. Che poi, a dirla tutta, a me viene in mente un personaggio di Kung fu Panda, più che un grande amatore. Bocciato.

Il preciso

“Ciao, sono Nome Cognome della provincia di Trento. Ho 33 anni e sono laureato in X. Attualmente sono iscritto a Economia a Trento e lavoro come Assistente Contabile. Sono alto 1,65 m, peso 65 kg, ho i capelli e gli occhi castani. Mi piacciono le lingue, i libri, il cinema. Guadagno ca. € 1.000 al mese e vorrei volentieri conoscerti”.

Giuro di non aver cambiato una virgola al messaggio, tutelando la privacy dell’interessato (per altro con un nome – temo reale – assolutamente improponibile).
Ma stella del nord, come pensi di trovare qualcuno che ti dia retta con una presentazione da visita di leva con allegata la dichiarazione dei redditi? (Per altro poco accattivante, oltre che di pessimo gusto…).
Ma soffermiamoci su alcuni passaggi inquietanti: “Ho i capelli” (meno male) “e gli occhi castani” (l’aggettivo deve essere abbinato a tutti e due, è chiaro, ma resta un minimo di sospensione che fa temere il peggio); “mi piacciono le lingue”: passaggio che suona piuttosto equivoco, un po’ come “sono sposata con due monelli” (parto gemellare o bigamia?). Ma soprattutto: “vorrei volentieri”? Cuoricino di Callista tua, come fai a volere malvolentieri? È un casino! O vuoi o non vuoi, o sei convinto o sei incerto, o gradiresti moltissimo o ti disgusta affatto l’idea…
Rimandato a settembre per confusione avverbiale.

A questo punto, impietosite da questi tre tentativi, abbiamo deciso di riaprire la nostra rubrica “scrivi alle derelitte”: avete un abbordaggio da lanciare alla donna dei vostri sogni? Allora sottoponetecelo all’indirizzo callistamafalda@yahoo.it. Promettiamo di sostenervi in ogni delicato passaggio virtuale. Ma sappiate che se va a buon fine dovrete dare uno dei nostri nomi ad almeno uno dei vostri figli: e se sono maschi, tanto peggio per voi. Ci sono cose che non hanno prezzo: per tutto questo ci sono le Derelitte! ;-)