martedì 8 gennaio 2008

Piange il telefono

Tardo pomeriggio. Callista è in macchina con un uomo. E voi state già esultando, cari lettori, e fischiettando sottovoce la marcia nuziale. No, trattenetevi. L’uomo in questione è un amico, che (ammettiamolo) forse a Callista farebbe volentieri la festa. Ma si contiene. E lei finge di non accorgersene. Penoso, ne conveniamo, ma a volte necessario («la regola dell’amico non sbaglia maiiiii…»).
Ma torniamo a noi…
Dicevamo che Callista sta rientrando a casa. L’uomo la riaccompagna. A un certo punto suona il maschio cellulare. «Ah, guarda, è Marco», sentenzia lui. Callista annuisce fintamente entusiasta: in realtà non si ricorda minimamente chi sia questo Marco e non gliene può fregare di meno. Sta pensando se sul divano starebbero meglio i cuscini panna o a righette, sono problemoni.
L’uomo risponde in vivavoce, e Callista assiste alle conversazione.
U: Pronto?
M: Ciao, mona… Endò set? (Ciao, amico mio del cuore… Dove sei?)
U: Sono in macchina. Dimmi tutto.
M: No, niente, volevo solo confermarti che per la cena allora ho prenotato.
U: Bene, spiegami.
E l’amico ragguaglia l’uomo sui dettagli. Callista intanto inizia a pensare in quale ripiano dell’armadio mettere le lenzuola che ha stirato il giorno prima. Forse in alto è meglio, stanno in piano e non si stropicciano.
M: Ok, allora confermo che ci sei anche tu.
U: Sì, Marco, allora di sentiamo domani.
M: Ma dove sei? Ancora a Trento?
U: Sì, sto riaccompagnando la Cally a casa.
M: Ah, ecco. Te piass lustrar, sì? Bravo, bravo, daghe soto… (tradotto «Ti piace lustrare, eh? Bravo, dagli dentro…» E sul significato metaforico del verbo «lustrare», cari lettori, lasciamo fare alla vostra fervida immaginazione).

Attimo di panico: non so se ridere per la figura di merda di Marco o per la goccia di sudore gelido che imperla la fronte del mio accompagnatore. Decido di unire le due cose e scoppio in una risata da mal di pancia.

U: Eh, Marco, eri in vivavoce…
C: Ciao Marco!
M: … … …
U: Marco?
M: Ma va ‘n mona! Ciao Cally, come stai?

Morale della favola: o vi fidate ciecamente dei vostri amici o avvertite sempre del vivavoce. Tranne quando in macchina ci sono le derelitte: che così ci fornite materiale per il blog…

14 commenti:

  1. almeno non si è arrampicato sugli specchi...^__^

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  2. Ciao Derelitte,
    immagino non ne potrete più di memi. In ogni caso ve ne ho appena passato uno:
    http://storiedimare.blogspot.com/2008/01/ho-preso-un-meme.html

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  3. ihihih! beh, almeno stavolta la figurina di merda è capitata a qualcun altro! :D

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  4. Meglio i cuscini panna senti a me.....
    dai se l'è cavata....
    derelitte vi va uno scambio link......
    con mof non potete mancare

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  5. Dovevi metterlo in difficoltà uscendotene con una battuta tipo: "infatti mi sta lustrando, distuuuuuuuuuurbi!"
    Ok, son cattiva, sorry ;-)

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  6. povero ragazzo!!!Cuore spezzato e figura di m.....
    Povero!!

    Baci baci!!!

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  7. è la prima cosa che dico ancor prima di salutare:
    "cia..."
    "SEI IN VIVAVOCE E C'È QUI GERONIMO!!!"
    non si sa mai.

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  8. Povero Marco, sarà sprofondato sotto 14 metri di mona... Ops, di neve... :-P Ciao Scorpio79

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  9. La mia amica, nonchè cugina, penso batta pure Marco per figura di pupù: stasera ha chiamato (con un lapsus imperdonabile) a casa dell'ex ragazzo anzichè dell'attuale e alla sottolineatura della madre di lui che stava sbagliando persona lei non è che si scusa e si arrampica sugli specchi , no, dice che ha sbagliato numero e chiude O_O

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