lunedì 30 giugno 2008

Trento??? Provincia di Lecce ...

Mafalda in gita sabatale (se si dice domenicale si dirà anche sabatale, no?)

Musica alta, cantando come una pazza percorro la A4 ritornando verso casa.
All'altezza di Desenzano mi si accende una spia in fronte ... "sete, sete, sete".
Mi fermo all'autogrill.
Scendo dalla macchina e mi dirigo verso il bar.
Intenta a scrivere un messaggio (ovviamente alla Cally) vedo solo con la coda dell'occhio una macchina che mi passa vicino e sento "Lecce, lecce, lecce, lecce".
Mi giro e vedo quattro ragazzi che a bordo di una uno verde acqua, finestrini abbassati, si sbracciano urlando...

Uhhh guarda ... dei pugliesi. Che caso!

Entro e comincio la ricerca di qualche cosa di fresco per dissetarmi.
Sto passando in rassegna tutte le acque e i the freddi esposti quando entrano i quattro ragazzi della uno verde acqua.
Mi sorridono. Io sorrido. (ma guarda che carini sti pugliesi ... sempre solari)
Mi ri sorridono. Io risorrido.
Intanto ho scelto. The freddo alla pesca. (senza questa informazione non potevate vivere, lo so)

Uno dei ragazzi si avvicina e mi dice : "eh ... le pugliesi sono sempre le più beddhe!"
Rischio di svenire tra una piastrella e l'altra a sentire beddhe pronunciato con quell'accento lì ... ma nel contempo ho anche un barlume di genio (si, capita anche a me!).
Ho addosso una canotta di "salento 12" la linea di abbigliamento dei tifosi del Lecce. Ora tutto torna!

RP (ragazzo pugliese): "Ciao, io sono Francesco, piacere!"
M: "Mafalda."
veniamo distratti da un "Vai Fraaaa ... attacca!" proveniente dai tre rimasti al bancone...
M: (ridendo) "mmm ... discreti i tuoi amici! Di dove siete?"
F:"tutti e 4 di Lecce"
M: "e che ci fate da queste parti?"
F: "un nostro amico si sposa domani ... in un posto qui sul lago di Garda. Siamo venuti a fare festa!"
M: "bel viaggetto in macchina"
F: "un incubo ... e tu di dove sei?"
M: "di Trento!"
F: "Trento??? provincia di?"
M: "Trento provincia di Trento?"
F: "Ma quella Trento in Trentino?"
M: "si ... perchè ne esistono altre?"
F: "no, beh ... ufff ... è che hai la maglia ... insomma ...beh, pensavo fossi di giù..."
M: "ehhh ... no ... sono salentina soltanto durante le vacanze!"
M: "vabbè ... ma noi te la diamo la residenza ... volentieri!"

M: (rivolgendosi agli amici) "Ohhhhh ... non è mica pugliese ... è dell'estremo nord ... che gliela diamo la residenza salentina?"

Bene, dopo una foto assieme ai 4 pugliesi, una lista infinita di posti che devo assolutamente andare a vedere durante le vacanze con annessi quattro ciceroni che si sono proposti di farmi visitare tutto il visitabile e ospitarmi a Lecce me ne sono tornata alla macchina con direzione "estremo nord".

Uno mi ha pure scritto sulla mano con una biro "salentina d.o.c" ... che voglio di più?

Magari che non l'avesse scritto con un inchiostro indelebilissimo ... e che, dopo almeno 30 lavaggi, sparisse???

giovedì 26 giugno 2008

San Vigilio day

Per i trentini oggi è una giornata speciale: si festeggia il santo patrono Vigilio e quindi si è tutti a casa... Mafalda fa il ponte lungo, Callista è in vacanza fino a settembre. Ci odiate molto?
Pensate che stasera saremo a tifare alla mascherata dei Ciusi e dei Gobj e daremo il peggio di noi. I dettagli li trovate qui. Ora capite anche a cosa è ispirata la nostra vignetta del mese di giugno...
Baci vacanzieri a tutti
Le vostre affettuosissime Derelitte

mercoledì 25 giugno 2008

Ti raserò l'aiuola ...

Sono una donna fortunata, molto fortunata. LUI ogni tanto ha degli sprazzi di lucidità e si ricorda della sua Cally. L’altro giorno, ad esempio, voleva farmi un regalo. Solo che io, ingrata che non sono altro, non ho mica apprezzato. Volevo quindi fustigarmi pubblicamente sulle pagine di questo blog, amici.

L: Callyyyyyy, ciao…
C (Amore mio della mia vita unico e solo, meraviglia delle meraviglie. Ahcomesoffro): Ciao!
L: Ciao, come stai?
C (Di merda, grazie, ti rendi conto che non mi chiami da una settimana, mostro?): Benissimo! Tu?
L: Bene, grazie. Sai per quel lavoro che dovevo fare? Mi hanno regalato uno scatolone di prodotti.
C: Ma dai? Bello? (Ci fosse dentro una fune con cui impiccarti…)
L: Sì… Ti serve un depilatore della Philips?
C: Eh? (Ti prego, dimmi che ho capito male…)
L: Sì, c’e dentro anche quello… Se lo vuoi…
C: Ma no, mi vanno tutti i peli sottopelle con quella roba lì… E poi sai che vado dall’estetista… (Oddio, pensa che sono pelosa)
L: Ah, no, vabbè, magari ti serviva…
C: Ma poi, ti sembra un regalo carino? (Idiota, è come se io ti regalassi quella roba per togliere i peli del naso o delle orecchie…)
L: Perché no? È il regalo più moderno… Poi c’è un frullatore a immersione senza fili…
C: Uh, che bello, per casa nuova quello mi servirebbe… (Così poi cucino per te tutte le cose più buone e non mi lascerai mai più)
L: Eh, ma quello volevo regalarlo a mia madre.
C: Ah, giusto… (Fanculazzo alle potenziali suocere che non sanno di esserlo, perché se mi conoscesse mi regalerebbe non solo il frullatore, ma la cucina intera da quanto sono adorabile)
L: E poi c’è un lettore mp3.
C: Che hai appena comprato nuovo, no? (Messaggio subliminale: regalalo alla tua Cally che così va in giro felice e sbadata con la musica a tutto volume)
L: Sì, così lo regalo a mia sorella… Che le serviva.
C: …
L: Insomma, non lo vuoi il coso lì?
C: Ma non lo uso… E poi perché quello? Pensi che io sia pelosa? (Oddioooo ho detto una cosa da donna menosa. Nettuno, fammi morire)
L: Ma no, è che magari era comodo. Vabbè, senti, se mia madre non vuole il frullatore te lo porto.
C: Non potrei comunque usarlo, sarò troppo occupata a depilarmi… (Che tua madre col tuo schifo di minipimer ti faccia la maionese, che vada a male e ti venga la salmonellosi)
L: Ma che scema che sei… Ah ah ah…

In effetti sono stata cattiva. Avrei dovuto accettare. Così una mano mi depilavo, e con l’altra gli frullavo i testicoli.

martedì 24 giugno 2008

Enter your password

Le derelitte si sono fatte Twitter. Che detto così suona pure male.
Fino a tre giorni fa non sapevano nemmeno cosa fosse (e confesso che prer me è ancora nebbia fitta) ma dicono che averlo fa moooolto blogstar... volete mica che noi bionde derelite ci tiriamo indietro?
Sia mai ...

Questa è la notizia ... ma potrebbe esserci notizia senza un retroscena bizzarro? Ecco lo svolgimento dei fatti.

C: amicaaaaaa ... dai che ci facciamo Twitter.
M: Uh si, dai ... evviva! E' alto, bello e profumato?
C: Ehhhh?
M: questo Twitter ... che poi ... che cazzo di nome ha? ... è un bel soggetto?
C: amica ... non è un uomo! E' un sistema di comunicazione
M: uff ... parole, parole, parole ... qui si parla e basta!!! Che noia che barba, che barba che noia ...
C: dai, lamentosa ... è una cosa carina. Fai la registrazione. Ti giro il link
M: ok
...
...
...
C: allora? Fatto???
M: sto ancora cercando di aprire la pagina ... datti pace!
C: maronna che lenta!
M: ohhh ... ho il pc che funziona con i criceti ... e fa caldo ... girano lenti sulla ruota.
C: dai, veloce ... su
M: uff ...
...
...
...
C: a che punto sei?
M: ma senti ... trovare qualche cosa in italiano pare brutto?
C: dai ... che è facile su!
M: ufff ... come mi chiamo?
C: ma sei scema? Hai perso la memoria?
M: ma noooo! Sto scegliendo l'username e Mafalda è già in uso
C: fai come me ... che mi sono registrata come LaCally
M: ahhh ok, ottima idea ... LaMafy ... fatto
C: LaCally e LaMafy ... bello
M: ... ehhh ... una meraviglia! Semra il titolo di un film porno: “LaCally e LaMafy si fanno Twitter”
C: dai, scema, vai avanti...
M: ok
...
...
...
C: fatto?
M: amica ... sembri Giovanni Mucciaccia di Art attack ... prendete la pagina di Twitter e cospargetela di abbbbbbbondante colla vinilica ... Fatto?
C: Bbbbbravi!
...
...
...
M: sentiii ... ma quanto ti sei registrata tu qual'era la parola da copiare per confermare i dati?
C: non mi ricordo ... era una parola in inglese
M: ahhh ecco
C: perchè?
M: ma porca porca porca porca vacca ...
C: che c'è?
M: ma ti pare possibile che la mia parola di conferma sia CULLEN?
C: coooooooosaaaa ... ma no, daiiiii
M: siiii ... CULLEN. Mi è uscito CULLEN. Mi pare un segno del destino più che evidente. Twitter non funzionerà mai ... anziii ... comincerò ad usarlo, mi piacerà e poi, improvvisamente si autodisinstallerà ... probabilmente facendo esplodere il pc.
C: ellamadonna!
M: CULLEN ... mi è uscito CULLEN
C: daiii ... aggiorna la pagina e cercami.
M: CULLEN
C: smettila!
M: CULLEN
C: andiamo bene ...

Quindi, amici, cercateci e aggiornateci in Twitter.
LaCally e LaMafy ... nome in codice CULLEN!

lunedì 23 giugno 2008

La piccola bottega degli orrori - seconda parte



Ed ecco arrivato il mio momento di fare outing in fatto di regali orribili.




Ombrello di quelli piccolini da borsetta dono di una mia ex compagna di classe. Ora ... a parte l'inquietudine del regalo ... (come si fa a regalare un ombrello, dico io??? Abitiamo a Londra? No. Siamo nel settecendo quando le dame si proteggevano dal sole con l'ombrellino? Nooo ... E allora ... cazzo regali un ombrello??? ) mi soffermerei sulla bruttezza del soggetto stesso. Colore verde evidenziatore corredato da de meravigliose strisce gialline di larghezza diverse. Impossibile abbinarlo con qualche cosa. L'ho usato mezzo pomeriggio dimenticandolo, casualmente, in un bar. Meglio prendere la pioggia che andare in giro con un orrore simile.

Magliettina portata direttamente dalla Cina dalla ex suocera. Materiale indefinito. Grandezza “a riposo” della maglietta 10x10 tutta una pieghetta. Indossata prendeva una misura normale ... peccato che, assieme alla stoffa, si liberasse anche tutta la bruttura dell'oggetto. Forma: un quadrato aperto sotto con tre buchi di grandezza uguale per braccia e collo. Colore: Azzurro puffo con un fiore gigante giallo sul davanti. Mai messa. E' rimasta in fondo ad un cassetto per due anni e poi è stata buttata senza alcun rimorso. Impossibile nemmeno darla ad associazioni tipo Caritas ... mi vergognavo troppo.

Pantaloncini da ciclista regalati dalla mia nonna. Unico regalo assolutamente toppato da parte della mia cara parente. Solitamente lei ha un gusto meraviglioso ma quell'anno si è fatta influenzare dal fatto che andavo a fare qualche giretto in mountain bike con mio padre. Attenzione ... ho detto giretto ... quindi percorso di un massimo di 20-30 chilometri su strade normali o al massimo sterratine. Niente super giri da millemilioni di chilometri e niente sentieri di montagna sconnessi. Mia nonna non ha voluto sentir ragioni e mi ha regalato questi pantaloncini. Colore nero con motivi geometrici color evidenziatore (gialli, rosa, azzurri e arancio).
Ora ... questi pantaloni starebbero male a chiunque ma vi assicuro che io ero inguardabile. Vita altissima e elastico strettino sopra il ginocchio (due elementi che assicurano lo sbuffo di ciccia) il tutto corredato dalla tipica imbottitura sul sedere. Uno spettacolo. Messi due volte. Preverisco morire di dolore causato dal sellino della bici ... ma almeno muoio presentabile.

Braccialetto d'argento con 5 coccinelle pendenti regalatomi dall' ex moroso. Ora ... chiunque mi conosca da più di 8 minuti capisce che io adoro tutte le cose semplici per quanto riguarda gli accessori. Non amo le cose etniche con mille cose pendenti, non amo le collane troppo grandi, e nemmeno gli anelli troppo vistosi. Cose semplici, lineari, fini. Nooo ... quello che da lì a poco sarebbe diventato il mio moroso è tornato dalle vacanze passate assieme agli amici con un dono. Questo braccialetto con una maglia d'argento molto fina e queste 5 “bestie” attaccate. Brutte, brutte brutte ... rosse con dei puntini neri ... se non si guardavano da vicino sembrvano delle angurie. Messo mezza giornata ... andavo in giro tintinnante ... brutto e pure acusticamente molesto. Abbandonato in un cassetto dopo pochissimi giorni. Peccato non aver fatto lo stesso con il moroso.

venerdì 20 giugno 2008

La piccola bottega degli orrori - parte prima

In occasione del compleanno della Mafy abbiamo passato in rassegna anni e anni di regali improponibili ricevuti nelle più diverse ricorrenze. Oltre ad aver rischiato di farci la pipì addosso a forza di ridere (ma tanto eravamo sul letto della Mafy, poteva anche starci), abbiamo scoperto il valore terapeutico della cosa. Quindi, cari lettori, abbiamo deciso di condividere con voi i nostri scheletri nell’armadio, ossia i regali più brutti mai ricevuti, quelli che avresti vergogna perfino di riciclare. Corredati, ovviamente, da accurata iconografia. Unitevi al nostro outing nei commenti: la piccola bottega degli orrori apre virtualmente dalle derelitte.


Callista




  1. Un paio di orecchini di argento formati da tre catenelle pendenti con attaccati sette delfini in miniatura. Regalati dal moroso del liceo per consolarmi dello smarrimento di uno dei miei orecchini preferiti all’epoca. Pensiero pregevole, ma visto che il massimo della «pendenza» concepita dalla sottoscritta per un paio di orecchini è il cerchietto di mezzo centimetro di diametro, i sette delfini (anzi, quattordici, sette per lobo) erano un tantino eccessivi. Senza contare, poi, che i delfini mi fanno veramente cagare (chiedo scusa agli amanti del genere) e che andando in giro facevo rumore di ferraglia. Confesso di averli messi una volta e poi di averne perso inavvertitamente uno. Una morosa distratta è meglio di una ingrata.
  2. Un foulard quadrato di seta modello tovaglia. Regalato dalla mia ex suocera e comprato in una boutique di Milano che rifornisce da sempre casa Savoia. Pagato, immagino, uno sproposito, vista la provenienza e le dimensioni inquietanti. Un po’ come i colori: bordo blu alto dieci centimetri e interno in varie gradazioni dal marrone al giallo, modello vomito. Assolutamente inadeguati per me, che odio il blu e sono biondo cenere. L’ho tenuto in borsetta per un po’, mettendolo al collo arrotolato a mo’ di kefiah poco prima di entrare in casa suocera. Poi ho cercato di smerciarlo a mia nonna, che lo mettesse sotto il collo del cappotto per andare a messa. Risposta: «Madonna se l’è brut. Tralo via». Tengo a precisare che mia nonna ricicla anche i sacchetti dello zucchero per metterci le uova fresche del pollaio. No comment.
  3. Un pigiama di seta modello uomo rosa albicocca. Altro colore che a me dona moltissimo, devo dire, quasi alla pari del giallo vomito. Questa volta il gusto impeccabile nella scelta devo attribuirlo alla mia ex cognata, alla quale voglio per altro un mondo di bene (anche alla ex suocera, a dirla tutta, peccato siano imparentate con la versione trentina del Dottor Jeckill). Il pigiama, oltre a essere di colore e fantasia agghiaccianti, era di otto taglie più grandi. Risultato: ero un incrocio tra Sbirulino e Barbie Fior di pesco. Senza considerare che dormo perennemente in canotta e coulotte. Comunque, se non lo sapeste, la seta funziona benissimo per lucidare i vetri, eh…
  4. I guanti in pelle da assassino. Emissario: ancora la succitata suocera, povera donna. Comunque sia, tra tutti i regali orribili, questi almeno hanno un’utilità. Nel senso che tuttora resistono nei freddi inverni trentini, nonostante io abbia cercato di perderli più e più volte e tutte le volte mi siano sempre stati recapitati indietro. I guanti in questione sono di pelle nera, imbottita in cachemire, con fibbia di Swarowski, marca Coccinelle. Prezzo di listino: 90 euro. Scema io che alla domanda: «Callista, ti serve qualcosa per il compleanno?», avevo risposto «Mah, mi servirebbe un libro…». Con quei novanta euro me ne compravo almeno tre, di quelli cari. Ma non c’è stato verso: lo spirito del guanto da assassino si è impossessato della suocera: «Ma dai, un libro, non sarà mica un regalo… Ci penso io, allora». A dire il vero, io adoro i guanti. Ma questi sono un po’ problematici, perchè sono imbottiti che manco per andare sull’Everest e fanno le dita come salamelle da sugo. E poi mi sono corti: io ho la fortuna (o sfortuna) di avere dita lunghissime e sottili. Questi sono taglia XL e mi fanno le mani palmate. Quindi sono inadatti a qualunque attività che non sia tenere le dita distese. Utilissimi.
A lunedì, con la piccola bottega di Mafalda.

giovedì 19 giugno 2008

Happy birthday, miss Mafalda!

Avrei potuto regalarle una borsa firmata...



Avrei potuto regalarle un paio di scarpe vezzose...






Avrei potuto regalarle un prezioso gioiello...



Ma forse il regalo migliore è augurarle che tutti i suoi sogni si avverino. Mi date una mano?

AUGURI, amichetta mia. Ti voglio bene.

martedì 17 giugno 2008

Scuola guida derelitti

Le derelitte sono in macchina. In marcia verso il centro commerciale.
Si trovano davanti una uno bianca. Pericolo!
Una uno bianca guidata da un anziano. Allerta!
Una uno bianca guidata da un anziano con il cappello. Si salvi chi puooooooo!!!!!
Rallentano e gli stanno a mille milioni di metri ... andando ai 22 all'ora.

C: A proposito di disperazioni al volante ... ma sai che oggi un mio studente aveva l'esame della patente?
M: due giorni prima dello scritto??? Ma star a casa a studiare pare brutto?
C: doveva farlo ... è già stato bocciato due volte alla pratica ... se non lo faceva gli scadeva il foglio rosa.
M: Ussingur ... segato due volte? E cos'ha combinato ... ha tirato sotto una vecchietta?
C: Nooo ... ha solo preso contromano un senso unico
M: ellamadonna!!!
C: dai, povero!
M: povero??? ma è un pirata della strada ... altro che povero. Non lo farà mica in queste zone l'esame???
C: dai, mostra! Ha parlato Schmacher!
M: Ohhh ... guarda che a parte guidare metà partecipanti della cena blogger a Bologna in un parcheggio privato ... sono bravissima!!!
C: Parcheggiamo, va ...

Giriamo tutti i negozi cercando qualche cosa da poter comprare ... ma niente ... allora ci concediamo un caffè freddo con il latte di mandorla (pregustandoci le lontane ferie salentine...)
Torniamo verso casa Callisti e ci fermiamo nel piazzale a goderci l'unico spiraglio di sole uscito negli ultimi due giorni. Stiamo chiacchierando appoggiate alla derecar quando una macchina entra nel piazzale.

Entrare è una parola grossa.

Diciamo che attraversa la strada e si affaccia all'entrata ad una velocità che sfiora gli 8 all'ora.

Il guidatore non sembra particolarmente sciolto e si guarda attorno 100 volte prima di passare accanto alla nostra macchina (notare che ci sarebbe passato un tir con il relativo rimorchio)

Osservo gli occupanti; un capellone al volante, accanto un ragazzino con una maglietta giallo evidenziatore fastidio e dietro un ragazzone immenso.

Come arrivano alla nostra altezza sentiamo un “WROOOOOOOOMMM” ... e con un'accelerata degna di una partenza di formula uno la macchina si dirige verso l'altra uscita del parcheggio.

Mi giro verso Callista dicendo: “ma chi sono questi?”

Non riesco nemmeno a finire la frase che le sento dire: “ma sono i miei studentiiiiii”

Ussingur. La scena è tra il pietoso e il meraviglioso.

Il ragazzo alla guida si fa prendere un po' dall'emozione e, prima di uscire sulla strada principale, fa spegnere la macchina due volte. Il ragazzino vicino fischietta come se niente fosse mentre il gigante (che è da tutto l'anno che ha una cotta incredibile per la stragnocca professoressa Cally e che probabilmente è l'autore di questo becero piano di spionaggio) sparisce dalla vista, probabilmente incorporandosi ai sedili posteriori.

Piccoli derelitti crescono.

Andiamo bene!

lunedì 16 giugno 2008

Un, due, tre ... CULO!

Siorre e siorri, benvenuti alla nuova rubrica delle derelitte, ossia «Gioca con noi».

Il che, di per sé, potrebbe suonare vagamente porno: ma scoprirete subito che non è così.
Infatti, vista la recente chiusura delle scuole e l’approssimarsi delle vacanze, le vostre affezionatissime Cally e Mafy vogliono darvi qualche consiglio per passare al meglio le prime giornate di libertà. Il gioco di oggi è un classico della vita di ogni derelitta: «Un, due, tre… CULO!».

Trattasi dell’evoluzione dell’infantile «Un, due, tre… stella» (http://it.wikipedia.org/wiki/Un,_due,_tre,_stella!) .
Ecco tutte le spiegazioni.
Partecipanti: una derelitta e una meraviglia.
Svolgimento: il gioco si svolge con la derelitta che «sta sotto» (uah uah uah, risatina equivoca) e conta, con gli occhi coperti e girata di spalle, mentre la meraviglia deve muoversi senza farsi vedere dalla fanciulla impegnata nel conteggio.
All’«uno» di solito la derelitta è perdutamente invaghita.
Al «due» le escono i cuoricini da ogni orifizio.
Al «tre» la tranvata ha ormai assunto proporzioni inimmaginabili.

A questo punto, secondo la versione tradizionale, la derelitta dovrebbe girarsi e fare tana alla meraviglia, scoperta a muoversi.

In realtà, il giovane uomo ha preceduto la derelitta urlando «CULOOOO» e dandosi alla macchia. A nulla serve gridargli dietro «Ehi, ti ho visto muovere, non valeeee…».

Si sa, le regole del gioco sono improrogabili…

A presto, con un’altra puntata del «Gioca con noi!».

venerdì 13 giugno 2008

ATTENZIONE ... CONVOCAZIONE!

Cari amici, attenzione
vi proponiamo un'ottima opzione

per un sabato sera divertente
in compagnia di tanta bella gente.

Le derelitte hanno pensato
(e questo è già un evento insperato)

di organizzare un blog raduno
con tutti quanti, compreso il Nettuno.

Siccome Trento è assai lontana
e l'appuntamento è tra una settimana,

per agevolare la partecipazione
abbiamo optato per un'altra destinazione.

Il lago di Garda è la meta designata
per la nostra serata scatenata.

Il programma prevede una lauta cenetta
e poi quattro salti per smaltire più in fretta.

L'appuntamento è al casello di Desenzano
(sempre che il tom tom non vi porti a Bassano)

alle 19.00 pensavamo di trovarci
così anche l'aperitivo riuciamo a scolarci.

Attendiamo al più preso la vostra adesione
per poter confermare la prenotazione.

Ma sì lo sappiamo che c'è la partita
se l'Italia ci arriva, incrociamo le dita.

Mafalda reclama uno schermo imponente
per capeggiare un tifo dirompente

e se qualcuno al calcio non è interessato
ci pensa Callista a tenerlo occupato!

Per la conferma scriveteci qui
o a callistamafalda@yahoo.it




P.S. Se qualcuno volesse fermarsi a dormire
soluzioni in privao vi possiamo offrire ;-)




RIASSUMENDO:
Sabato 21 giugno ore 19.00 al casello di Desenzano.
Fateci sapere se ci siete. Baci.

Parabrezza, parabrezza delle mie brame

Dieci giorni fa, in autostrada, mentre sorpassavo un gioioso camion un sassolino ha deciso bene di abbattersi sul mio parabrezza ... con il tragico risultato di romperlo.

Stella sul vetro e due lunghe crepe che si sviluppano in orrizzontale.

Ora ... con tutta la superficie del vetro ... dove si fa a spantazzare il sassetto? Che domande ... chiaro ... proprio davanti alla postazione di guida ... ad altezza occhi ... ovvio!!!

Il pomeriggio stesso telefono al numero verde che mi passa la sede della car glass più vicina ... quindi a trento.
Spiego il problema alla baldanzosa signorina che comincia a farmi una serie interminabile di domande

SCG: Il vetro ha i sensori per la pioggia?
M: Si
SCG: Ha il posto per far passare il filo dell'antenna?
M: (E come diavolazzo faccio a saperlo?) Penso di si
SCG: Sicura?
M: (posso chiedere l'aiuto del pubblico?) Si ... penso proprio di si
SCG: Mmmm controlliamo ... mi dia il numero del telaio.
M: (mmm non me lo fai, ciccia ... E poi ... ma ti pare che so il numero del telaio a memoria?) ehh non ho il numero sotto mano
SCG: Mi serve per confermare l'ordine
M: (minchia che simpatia!) Mi dia il tempo di andare a prendere il libretto e la richiamo


Richiamo la simpatia fatta donna, comunico i dati e aspetto l'esito
SCG: Allora, signora, il costo del vetro e del lavoro è di 725 euro.
M: (coooooooooooooooosaaaaaaa???? innanzitutto signora lo dici a tua sorella, ma poi ... di cosa è fatto il parabrezza??? di diamante puro?) cosa?
SCG: Ahhh ma no, non si preoccupi ... lei ha il massimale della polizza cristalli alto, paga tutto l'assicurazione.
M: (725 euro ... minchia) Ahhh grazie
SCG: Allora ... le do l'appuntamento per venerdì alle ore 10.00. Va bene?
M: (no, dico ... 725 euroooo!) Si, si va benissimo


Arriva il giovedì e miss simpatia mi richiama dicendomi che il vetro arrivato era quello sbagliato ... ovvero quello senza sensori e senza filetto per l'autoradio. Pace, capita.

Appuntamento spostato al mercoledì dopo

Il martedì la mia nuova amica mi chiama per avvertirmi che il vetro arrivato è, ahimè, graffiato ... Ripace, capita.

Appuntamento spostato a lunedì di questa settimana

Lunedì mattina un numero ormai conosciuto compare sul display del mio cellulare.

M: (ma che vuole ancora sta scassapalle?) Pronto.
SCG: buongiorno volevo solo avvisarla che, purtroppo, il vetro che ci è arrivato è errato.
M: ancora??? è già la seconda volta.
SCG: ehhh mi dispiace ma è colpa della concessionaria
M: quindi a quando slitta l'appuntamento?
SCG: vediamo quando arriva il vetro ... ma mi dica ... ha il sensore della pioggia?
M (ma mi stai pigliando per il culo, vero?) ma si, gliel'ho già detto
SCG: e ha anche il filetto per l'autoradio
M: (ok, è antipatica e scema ... dieci a uno che è anche fidanzata felicemente) si!
SCG: è perchè il nostro tecnico è perplesso
M: senta ... sono dieci giorni che guido sdraiata perchè seduta normale ci vedo poco e se sto più alta i capelli mi toccano sul tetto e mi rovino la piega ... passo a farvi vedere il vetro e così verificate
SCG: ohhh si, sarebbe perfetto
M: (chiederlo prima senza far passare 10 giorni pareva brutto, vero?) ok.


Cavolo ... non sto chiedendo un uomo carino, intelligente, mediamente con le palle e che non faccia culo (esisterà? Devo chiedere a Piero Angela) voglio solo un lunotto anteriore.

Il mio regno per un parabrezza.

giovedì 12 giugno 2008

Il valzer del moscerino

Questa mattina sono uscita di casa tutta pettinata e profumata per andare a scrutinare una classe di disperati studenti. Mi dirigo sotto un rarissimo sole (sono 2 settimane esatte che la pioggia viene a trovare il Nettuno ogni giorno) alla fermata dell’autobus. Mi piazzo accanto alla siepe di gelsomino in attesa del bus e respiro il profumo a pieni polmoni. Tempo tre secondi e arriva l’insettaccio molesto: una specie di ape lunga un paio di centimetri, nera, orribile. Callista odia tutti gli animali con più di quattro zampe: era prevedibile, allora, la sua reazione schifata ma contenuta, per non dare nell’occhio. Fingo, quindi, una passeggiatina laterale per controllare l’orario dell’autobus mentre tengo d’occhio l’orrenda bestiaccia, che svolazza di fiore in fiore e si tiene a debita distanza.

Ma ecco che suona il cellulare: un messaggio. Ovviamente non posso trattenermi dal controllare subito chi mi scrive così di buonora.

Potete votare una delle seguenti ipotesi sul mittente dell’sms:

a) la Mafy;

b) la Mafy;

c) la Mafy;

d) la Mafy;

Indovinato? Ma bravi… Dunque, mentre rispondo alla mia amichetta, tralascio il controllo dell’orrido insettaccio: tanto se ne sta tranquillo a impollinare qua e là, cosa dovrebbe volere da me…

Certo, come no: mentre cerco sul T9 la parola «verrà» (terra? Nooo. Versa? Nooo… Terrà? Nooo. Vespa? Ma allora?), sento un ronzio molesto all’orecchio. Mi giro, faccio un saltello spaventato e «STOK», l’orrendo animale si schianta contro la mia testa. Dio dio dio che impressione. Ma è possibile? Proprio a me? Forse perché profumavo come uno dei gelsomini? Che cazzo.

Primo pensiero: oddio, mi si è impigliato tra i capelli. Le persone ferme dall’altra parte della strada, quindi, avranno visto la tragica immagine di una derelitta bionda che butta a lato la testa e scuote i capelli, passandoli con le mani urlacchiando «No, dai, schifo schifo…» e poi saltella sul marciapiede agitando le manine in preda all’isteria.

Ullallà, ullallà, ullallallà …

Secondo pensiero: ok, se ne è andato perché non sento più il ronzio. Cerco quindi di rallentare i moti convulsi.

Questo è il valzer del moscerinoooo…

Terzo pensiero: chefiguradimmerda. A quel punto, e solo a quel punto, alzo gli occhi e vedo una decina di persone che mi fissano con aria incuriosita e a tratti pietosa. Abbozzo un sorriso e una scossa di capelli: «Eh, c’era un’ape…». Qualcuno crolla la testa, pensando probabilmente «Pora zoventù…» (Povera gioventù).

Ullallà, ullallà, ullallallà …

Possibile che mi rincorrano anche (solo) gli insetti? Che ormoni avrò, in questo periodo?

Questo è il valzer che fa lallallà!

mercoledì 11 giugno 2008

Interventi divini

C: Amicaaaaaaaaaaaaaa, stavo pensando una cosa…
M: Cosa? Che mi vuoi bene?
C: No, quello mai. Pensavo che ne abbiamo trovati di uomini storti, eh…
M: Adesso te ne rendi conto?
C: No, era una constatazione…
M: Perché, pensi di aver finito la collezione? Guarda che qui è come l’album delle figurine, te ne manca sempre una per finire… E per trovare quella buona, intanto, continui a comprarne e a fare doppioni…
C: Mi piace quando fai filosofia spicciola… Forrest Gump e la sua scatola di cioccolatini ci fanno una pippa. E dimmi, somma maestra, cosa si può fare per porre fine alla raccolta?
M: Ah non so… Possiamo fare un sacrificio al «Dio degli uomini dritti» e pregare che ce ne mandi uno?
C: Mi piace…
M: Gli sacrifichiamo un uomo storto…
C: Posso fornirtene un mazzolino, se vuoi.
M: Certo, li facciamo rosolare a fuoco lento. Non vedo altre soluzioni.
C: Potremmo preventivamente aprirgli il ventre e scrutare nelle sue viscere il nostro futuro, come facevano gli aruspici nell’antica Roma…
M: Ella madonna… A dire il vero io pensavo a una soluzione molto meno cruenta: mettere tutti gli esseri di sesso maschile in una stanza e buttare una bomba. Ecco la soluzione ai nostri problemi. E poi regalare a tutte le donne un bel vibratore.
C: Mi fai paura quando sei così. Posso addolcirti con un bel caffè sotto il Nettuno?
M: No. È uomo anche lui. Quasi quasi mi rivolgo alla Madonna della Comparsa di Pinè, che tra donne ci si intende. E poi sempre in Trentino restiamo.
C: Ti fai suora?
M: No, spero in un miracolo… Andiamo, va’…

martedì 10 giugno 2008

Tom tom ... to sorela!

Derelitta in trasferta in zona Milano.
Partenza venerdi sera … praticamente notte. Sotto un diluvio universale.

Noncurante della pioggia preparo le mie cosine, piglio il navigatore gentilmente prestatomi dal Coinquilino, salgo in macchina, accendo i tergicristalli alla velocità massima e parto.
Autostrada pressoché deserta.
Meglio così.

Scrivo a Cally.
M: "Cally … ma secondo te è meglio se faccio tutta autostrada o il pezzetto Affi – Peschiera lo faccio sulla normale?"
C: "Se fai la normale tagli un bel po’ di chilometri … io farei quello … tanto hai il navigatore. Vai tranquilla."

Le ultime parole famose … “tanto hai il navigatore vai tranquilla”

Esco dall’autostrada dove trovo il casellante marpione che mi riempie di complimenti.
Grazie, grazie … peccato solo abbia 80 anni … o se non li ha li dimostra … tutti!

Seguo diligentemente le indicazioni della vocina femminile che esce dal tom tom.
Ho da poco imboccato la tangenziale quando dal display scompare la piantina.
Avrà perso il segnale, penso, oppure sono su un pezzo di strada nuova oppure la signorina sta usando la cartina per farsi una canna … (quest’ultima ipotesi si rivelerà quella corretta)

"Tra 800 metri girare a destra … uscita più avanti … girare a destra e poi, alla rotonda prendere la seconda uscita."

Rallento un po’ … ma di un’ uscita nemmeno l’ombra

"Ora girare a destra"

Ma dove cacchio giro che non c’è nessuna uscita???

Proseguo lentamente per una decina di chilometri cercando di evitare le piscine d’acqua che si sono formate in strada. Un cartello enorme indica l’uscita “A4 – Milano Venezia” sulla destra.

"Proseguire dritto"

Che faccio?
Ok, sono un pochino scema … sono andata dritta … trovandomi persa nella campagna attorno a Peschiera.
Torno indietro smadonnando … (sono un donnino fine quando mi arrabbio) e seguo le indicazioni dei cartelli stradali.
Entro, finalmente in autostrada … percorro nemmeno 200 metri e la mia simpatica compagna di viaggio mi dice.

"Appena possibile tornare indietro … effettuare un’inversione a U"

Ma ceeeeeeeeeeeeeeeeeeerto … scema io che non ci avevo pensato … una bella inversione in autostrada per vivacizzare la serata è proprio quello ch ci vuole

Decido di spegnere l’aggeggio infermale e proseguo, senza inversioni a U, per l’autostrada. Meglio evitare di sentirsi dire che ne so? … di superare a destra, oppure di proseguire su due ruote tipo generale lee o, ancora, di fare un rifornimento volante.

Tom Tom di sto cazzo (perdonate la finezza) … molto meglio tornare al vecchio metodo dell'orientamento tramite le stelle ... fanculo ... piove!

Vabbè …il week end è stato molto bello, peccato solo sia finito di merda (e scusatemi ancora … ma quando ci vuole ci vuole)

Riassumendo:
- i cartelli stradali hanno ragione
- entrare in autogrill, di notte, da sola, con una canotta scollata non è propriamente un’idea geniale.
- Il pianeta porco bastardo è proprio bastardo … ma tanto tanto
- Il proverbio dice che “non può piovere sempre” è falsissimo ... qui c’è il diluvio universale … e non sto parlando solo di meteorologia …
- Grazie a
Giò Giò per la compagnia virtuale di venerdì notte e per l’abbraccio telefonico di domenica sera.

domenica 8 giugno 2008

POST_ICIPO

The Artist ci ha passato la patata bollente e siccome temiamo tantissimissssimisssimo la penitenza alla festa di Mof ci affrettiamo a fare la nostra parte.

Sono appena iniziati gli europei, calcio a manetta ... e noi derelitte, per stare in tema, scriviamo

POSTICIPO





Giriamo la patata bollente a
Ramskilo

venerdì 6 giugno 2008

Questione di consonanti ...

L’altra sera in pizzeria.

Compagni di tavolo un po’ di gente della palestra.
Era partita come cena finale del corso … dovevamo essere una quindicina. Poi uno perché non può, l’altro perché va in ferie, quell’altro ancora perché la morosa gli fa storie se esce senza di lei (uomo triiiiiiiiiisteeeeee), Cally che bidona perché ha mille impegni … ci siamo trovati in 5.
Una ragazza molto simpatica ma fastidiosamente magra (le derelitte la odiano), il suo ragazzo, l’uomo sofferente (quando facciamo stretching produce dei suoni inquietanti … cose da chiamare il telefono grigio che tutela gli uomini con l’agilità di un gatto di marmo), Pinocchio e la sottoscritta.

Decidiamo cosa mangiare.

Io opto per un’insalatona mista (dopo le cene con Giò Giò e la coniglia è già tanto non mi abbiano scritturata per sostituire l’omino Michelin …), gli altri per una pizza normale mentre Pinocchio, munito di fame immensa quanto lui, ordina un calzone grande … praticamente due pizze sovrapposte con in mezzo il mondo ...

Si chiacchiera amabilmente del più e del meno, si spettegola sulle storie e gli intrallazzi nella palestra (io farne parte neanche a pagare, vero??? Ufff …), si sognano le ferie e si maledisce il tempo porco bastardo (cugino del pianeta) che sta ampiamente rompendo le palle.

Arrivano le pizze.

Portano quella alla ragazza davanti a me … tutto un tripudio di mascarpone e prosciutto crudo (ingrasso un etto solo a guardarla ma lo perdo subito producendo un peso uguale di acquolina), la bomba atomica del suo ragazzo con peperoni, salamino piccante, peperoncino (e un piccolo estintore da parte) e la regionale dell’altro commensale, con patate, salsiccia e carne salada (altro che incubi … questo si sarà sognato la Madonna…)

Mancano soltanto la pizza di Pinocchio e la mia insalatona.

Fameeeeeeeeeeeee!

Arriva la cameriera ma non è la stessa di prima … questa è una ragazza orientale … piccina piccina con capelli e occhi nerissimi.

Si avvicina al tavolo, dalla mia parte, e dice: “il cazzone grande è suo, signolina, velo?”

e poggia questo mostro di pasta di pizza davanti a me, mettendo l’insalata davanti a Pinocchio …

Ma dico … ma sei scema??? Va bene che è un periodaccio, passi che gli uomini fanno culo e che l’ormone è assassino, … ma non è carino chiedermi se voglio il “cazzone grande” (e qui già tremo per le chiavi di ricerca di giugno)

Mmmm ... ma si vedrà così tanto che ho bisogno di un uomo???

Sob

giovedì 5 giugno 2008

Soccorso alpino Mafy

Tu, giovane e spigliata derelitta, che saltelli felice per le vie di Trento e senti improvvisamente sul tuo piedino destro allentarsi la pressione di un sandalo…


Tu, che guardi con aria terrorizzata verso il basso e ti rendi conto che il laccetto davanti, che tiene insieme la tua preziosa e tacchettata calzatura, è andato a farsi benedire…

Tu che, in preda al nervoso acuto, cerchi di sistemarlo ponendoti a «pi greco mezzi» e facendo vedere il deretano a tutta la via e nel frattempo semini per terra metà delle cose che hai nella borsetta…

Tu che alla fine ti sfili il sandalo e ti avvii per la strada con una scarpa sola, tra gli sguardi incuriositi di tutta la città…

Non disperare!

Chiama il «soccorso alpino Mafy»! Al modico prezzo di una telefonata e un paio di sfottò, ti verrà a recuperare con la Derecar ovunque ti trovi, per portarti a incollare il tuo sandalo e il tuo amor proprio.

«Soccorso alpino Mafy»: e la vita ha un sapore migliore.


(da un fatto realmente accaduto alla povera Cally)

mercoledì 4 giugno 2008

Sondaggiami tutta!

L’altro ieri stavo correndo per casa dei miei nel vano tentativo di raccattare due o tre cose che mi servivano. A un certo punto, mentre valutavo se portarmi via i sandali coloro oro o color argento, suona il telefono: mammà urla dall’altra parte dell’appartamento «Callyyyyyyyyyyyyyyyy, tira su tuuuuuuuuuuuuuuuu…». E io rispondo.

All’altro capo del filo un operatore con la voce flautata mi dice che il mio numero è stato selezionato automaticamente da un pc per un sondaggio di «Mondo Oggi», e chiede se può rubarmi qualche minuto. Mi sciorina l’informativa per la privacy e mi spiega come saranno utilizzati i miei dati. Siccome chi fa questo lavoro mi fa una pena tremenda, visto che saranno più le cornette riattaccategli in faccia che le risposte affermative, decido di rispondere alle domande.

L’omino mi informa che l’inchiesta di giugno verterà sui tabù.

O: Lei sa cos’è un tabù?
Perdiana, sono un’insegnante, ci mancherebbe…
C: Bè, qualcosa di proibito dal senso comune della gente, qualcosa di scabroso…
O: Molto bene. E secondo lei, quale ambito è più interessato dai tabù?
C: Immagino quello sessuale.
O: Infatti: la nostra inchiesta verte proprio sui tabù sessuali. Ora, posso farle qualche domanda più, come dire, intima? Le ricordo che i suoi dati non verranno resi noti singolarmente, ma inseriti in un sondaggio che…
C: Sì, sì, chieda pure.

Ora, quando io ho detto questa cosa, non pensavo che mi sarei trovata in mezzo al gioco della verità formato sondaggio. Ma non saprei descrivere se ero più imbarazzata io o l’intervistatore.

O: Ehm, dunque… A quanti anni ha avuto il suo primo rapporto sessuale completo?
C: Diciotto…
O: Era una relazione o un evento occasionale.
C: Relazione. (Il mio morosino del liceo, com’era carino…)
O: Ehhh, soddisfacente o traumatico?
C: Soddisfacente.
O: E quando l’ultimo?
C: Uhm, ecco, veramente… Tre giorni fa. (BUGIAAAAAA, ma fatemi fare bella figura…)
O: Occasionale o relazione?
C: Relazione. (Una bella donna come me, single? Sia mai…)

Poi inizia il delirio.

O: Secondo lei la masturbazione è un tabù?
C: Farlo no, parlarne sì.
O: A quanti anni si è masturbata per la prima volta?
C: Ho appunto detto che è un tabù, no?
O: Ehm…

USSIGNUR!

O: E, come dire, in quest’ambito ha praticato metodi alternativi a quello «tradizionale»?
C: Scusi, c’è un modo tradizionale? No, perché veramente…
O: Ehh, no, non so, qui c’è scritto così, io non saprei.
C: Vabbè, vabbè: scriva no.

È evidente che il questionario l’ha pensato un uomo.

O: Ha mai praticato sesso orale?
C: Sì.
O: Completo?
C: Sì.
O: Cosa intende per completo?
C: Senta, io non vedo molte possibilità…
O: Eh, no, infatti, ma sa, insomma, la domanda…

Potevo dargli l’indirizzo del blog, magari si arrangiava con quello.

E così via per una lunga fila di domande, che comprendevano, tra le altre, le seguenti.

Ha mai praticato sesso anale? (Eh, noi precari lo prendiamo nel culo da una vita…)
Ha mai usato, ehhhm, oggettistica? Se si, da sola o col partner? (Il tostapane rientra nel novero degli oggetti del peccato?)
Si è mai fatta fotografare nuda? Riprendere? Se si, il materiale è ancora in suo possesso o è stato eliminato? (Tutto pubblicato su abbbiondamia.org, caro)
Ha mai fatto sesso con una donna? Le piacerebbe? (ARGH!)
Durante il rapporto, le piace che il partner parli? (Certo, se mi legge l’elenco del telefono do via di testa…)
È mai stata vista mentre faceva sesso? (E che ne so?)
Possiede in casa materiale pornografico? (Certo, tutto autoprodotto…)
Praticherebbe sesso con più di una persona contemporaneamente? (Intanto basterebbe praticarlo con una, il resto è troppa grazia, non oserei chiedere…)

Dieci minuti e mille domande dopo, l’operatore si è congedato, ringraziandomi per la cortesia. Ho avuto il dubbio atroce che potesse essere un mio studente che pubblicherà la mia intervista sul giornalino scolastico. Ma non sarebbe stato così bravo nel riportare l’informativa sulla privacy, visto che in diritto fanno tutti schifo.

Me ne vado verso la cucina, dove mamma Callisti sta potando una pianta.
MC: Chi era?
C: Uno di un sondaggio sui tabù.
MC: Ah, potevi passarmelo, facevo io, se tu avevi da fare…
C: Ma no, fa niente…

Ad averlo saputo prima, le avrei ceduto volentieri l’onore: ovviamente godendomi lo spettacolo in prima fila…

lunedì 2 giugno 2008

La Triplice Alleanza (Trento - Taranto - Cagliari)

Oggi pomeriggio.

M: oddioooo ... mi scappa la pipì
C: vai in bagno
M: nooooooooooooo ... non ce la faccio ... sono troppo stanca
C: dai, non vorrai mica farla nel letto ... non hai più l'età ...
M: portami qui il bagnoooo per favore!!!
C: io non credo di farcela ad alzarmi dal letto
M: amicaaaaa ... siamo vecchie per certe cose
C: questo week end ci ha demolite

Per farvi capire come ci siamo ridotte in questo stato vegetativo, vi raccontiamo il week end che ha visto Gio Gio e la Coniglia piacevoli ospiti della terra trentina ...

VENERDI'
Fin dal primo pomeriggio ci siamo adoperate in spesa, messa a lucido di casa e reperimento omaggio per le due amiche in arrivo (abbiamo optato per un presente molto fine e femminile ... mezzo chilo di speck a testa).
Alle quattro le due ospiti sono ancora imbottigliate nel traffico sulla navetta Malpensa-Stazione Centrale.
Alle otto decidiamo di andare a recuperare le due povere viaggiatrici alla stazione di Verona per evitar loro un'altra ora di treno
Ci abbracciamo in mezzo al corridoio che dai binari porta all'entrata della stazione intralciando tutto il traffico dei passanti. Dopodichè accompagniamo la coniglia ai bagni dove farà la pipì alla modica cifra di 70 centesimi ...
Ripartiamo verso il nord sotto un temporale mai visto. (il Trentino dà il benvenuto alla coniglia ... tradotto ... la coniglia quando viene a Trento porta sempre l'acqua ... tanta acqua ... che abbia nostalgia del mare?)
Visto l'orario in cui siamo arrivate a casa, abbiamo optato per una versione ridotta della cena luculliana che si sarebbe dovuta realizzare grazie all'incontro/scontro delle specialità delle 3 regioni. Menù:
Antipasto alla derelitta: lucanica trentina, formaggio Vezena stagionato e pane a volontà
Contorno alla stregacciabuona: taralli di ogni foggia e varietà
Primo alla coniglia: culurgiones alla menta con burro fuso e salvia (trentina)
E se questa è la versione ridotta vi lasciamo immaginare cosa avevano inizialmente progettato le menti malate e gli stomaci senza confini di 4 principessine del blog.
Ore 1.30 ritiro in branda.

SABATO
Callista si deve alzare alle 6.40 per andare a scuola a segare tutta la sua prima
Quando finisce Mafalda la va a prendere e raggiungono le due ospiti.
Dopo una “frugale” colazione sotto il Nettuno, si parte alla volta di San Siro per il concerto dei Negramaro. Facciamo tutto il viaggio con il cd in sottofondo e urlando, ogni tre per due, “Giuliano nudo, Giuliano nudo!”
La giornata vola veloce e il concerto è semplicemente splendido.
Torniamo a casa alle 5.30.

Da ricordare alcuni fatti salienti:
- all'altezza di Agrate nel viaggio di andata la coniglia si affloscia sul sedile posteriore spegnendosi improvvisamente. Si chiede con aria innocente: “Non sarà mica colpa della coca cola che ho bevuto?” Forse di quella no, ma se ne consideriamo il mezzo litro e la temperatura glaciale unita al panino da otto etti con prosciutto crudo e salsina indefinita mangiato poco prima all'autogrill, è già tanto che con un rutto non ci abbia fatto la macchina a reazione.
- Mentre all'autogrill Giò Giò fa l'amica coscienziosa e le fa bere il the caldo, noi guardiamo con aria assatanata l'espositore dei gommosi. Per non assalirlo, ci spostiamo su quello dei libri dove troneggia un'edizione variopinta di Federico Moccia. Lo proponiamo ironicamente alla coniglia come digestivo: lei si volta in uno sbattere di ciglia, capelli e sbrilluccichii vari e sentenzia: “Oh a me Fèdèrico Móccia fa cadère le palle ... “ Giò Giò fa un salto indietro e assieme alle derelitte si chiede “Ma chi cazzo ha preso possesso del corpo di questa fanciulla?” Speriamo sia colpa dell'anidride carbonica.
- Mentre si attende l'inizio del concerto, Callista si lamenta per le scomodità delle seggioline. Per trovare sollievo accavalla le gambe e nell'agile movimento pulisce la sua scarpina sulla schiena e capelli della persona davanti a lei. Poco male, se non fosse che era appena stata in bagno e che lo stadio di San Siro non compete per servizi all'hotel Hilton (tradotto ... ha fatto pipì nella turca e ha pestato qualsiasi cosa).
- Inizia il concerto ... Tutti in piedi tranne quella seduta davanti a Mafalda. Giuliano sculetta e le derelitte ballano. La ragazza davanti riceve, in rapida successione, due manrovesci in testa dalle due derelitte infoiate. Cazzi sua e della sua amica che ormai profumava di latrina ... tanto avevano delle scarpe orribili ... se lo meritavano.
- Il gruppo di giovani alternativi sulla destra delle derelitte si fuma almeno 12 canne. Callista e Mafalda escono dallo stadio cantando “No woman no cry” e abbracciandosi.
- Nel tragitto a piedi per raggiungere la macchina la coniglia inizia un pippone inquietante sulle pubblicità. Dal quale abbiamo scoperto che:
a) Mafalda è una cogliona perchè ha comprato lo shampoo Gloss and diamond e ne è pure soddisfatta ... La coniglia sentenzia: “Non mi possono dire che contiene polvere di diamanti perchè costerebbe tantissimo e ti smeriglierebbe la testa”
b) Il sogno romantico di ogni donna di vedersi regalare un trilogy in un cinema che proietta il filmino della storia d'amore è una gran cazzata. Ecco la teoria rivoluzionaria di Francy: 1) se lui è povero non può affittare un cinema 2) se è ricco non ha tempo per farlo 3) non mi possono prendere per le palle
c) la pubblicità del compeed dove una donna compra un paio di scarpe nuove e le mette per la prima volta a ballare è assurda: “Quale donna farebbe una cosa del genere?” Le derelitte e Giò Giò si guardano le unghie, abbassano la testa e non hanno il coraggio di dire che loro lo fanno sempre.
- Appena partite da Milano, la coniglia sviene accasciandosi e diventando un tutt'uno con il sedile. Arrivate a Trento, Giò con consueta infinita dolcezza le sussurra “Francy ... siamo arrivate”. Con voce fintamente sveglia risponde “lo so, lo so, vi stavo ascoltando ... ho solo chiuso gli occhi un attimo”. Giò a voce bassa aggiunge: “Per 230 chilometri???”

DOMENICA
Prima di essere in grado di connettere sono le due. A quel punto scatta il pranzetto sobrio e poco calorico.
Grazie ad una strizzatina di mucche pugliesi, divoriamo tutte le varietà di formaggi e mozzarelle che Giò ci ha gentilmente regalato insieme alle nostre beneamate friselle.
Mafalda si rovescia una frisella con un quintale di pomodorini sul top e fa le foto pataccata.
La bottiglia di Negramaro finisce nel giro di mezz'ora ... anche le poche capacità cognitive terminano con l'ultima goccia.
Si finisce a ridere smodatamente guardando l'Era glaciale 2.
Alle sette troviamo la forza di trascinarci in centro per un aperitivo e una seguente cena a base di specialità trentine (in effetti, non abbiamo mica mangiato abbastanza...). Callista rischia di ribaltarsi dai sandali e si salva miracolosamente conficcando le unghie nelle braccia di Gio e Mafalda.
Decidiamo di rientrare prestino, perché le “immigrate” devono partire al mattino.
Alle quattro di mattina siamo tutte su un letto senza più lacrime a forza di ridere. La coniglia fa scrocchiare con estrema femminilità le giunture delle mani e va verso la camera dicendo “Bè, dai, abbiamo ben tre ore di sonno...”. Manca solo che si gratti il sedere con aria assonnata. CI troviamo di fronte alla coniglia mannara, altro che... E lei ha pure un uomo che la ama, signori.

LUNEDI'
Alle sette e mezza sediamo di fronte al tavolo con un ettolitro di caffè e non abbiamo manco la forza di parlare. Alle otto le “forestiere” sono in stazione, pronte per la partenza. Ci scambiamo baci lanciati dal vagone del treno al marciapiede, dove le derelitte si sostengono a vicenda visto che anche stare in piedi è un'impresa impossibile.
Alle nove, mentre Gio gio e la coniglia viaggiano verso Milano, Callista e Mafalda si ributtano a letto, da dove vi stanno scrivendo questo post. Sono le 17 e 25. Yawn.

Scherzi a parte, è stato un week end stupendo, in cui abbiamo eletto le nostre amichette di blog a nostre nuove meraviglie platoniche. Ci mancano già.
Un abbraccio alla Coniglia che si è rivelata una piacevolissima e stupenda conferma. (PS: se non ci si chiudono più i jeans, veniamo a cercarti e ti tagliamo i capelli.)
Un bacio doppio a Gio gio che, oltre ad aver foraggiato il nostro colesterolo, ci ha regalato il suo sorriso, pieno del calore della sua terra.
Alla prossima, che vedrà, come promesso, le derelitte in trasferta marinara. Paura.
Vi vogliamo bene, amichine.
Grazie di tutto, baci.
(Elvis vive).