venerdì 18 dicembre 2009

Punto della situazione

Come detto dalla Mafy, le derelitte non sono morte. Ma una credeva comunque di spirare.
Infatti, mentre la mia collega si godeva un meraviglioso week-end londinese, la sottoscritta Callista faceva nuove amicizie: ad esempio, con la tazza del gabinetto, alla quale sono rimasta abbracciata per un odioso virus che mi ha steso tra atroci dolori. Dopo due giorni di forzata immobilità, poi, sono stata rallegrata pure da una sinusite che mi ha fatto navigare tra le nuvole rosa dell'antidolorifico per una settimana circa. Quando si dice la fortuna. Capirete, ahimè, che la voglia di accendere un pc e comunicare col mondo era pari allo zero assoluto (dudurudurududdu).
Ma si sa, le derelitte hanno la pellaccia dura: e sono sopravvissuta. In questi giorni di malattia, però, ho scoperto nuove fantastiche cose sulla programmazione televisiva post passaggio al digitale terrestre, che ci fa vedere malissimo le cose che prima vedevamo benone ma ci rallegra con delle amenità incredibili.
1. Su uno dei mille canali dedicati ai cartoni animati, la sera verso le sette e mezza rimandano "Georgie". Esatto, il cartone della ragazzina finta santa che concupisce i fratellastri e chiunque incontri. 'Sta maiala.
2. I Teletubbies uniti all'effetto della Tachipirina creano un trip mentale che manco il migliore degli acidi. Taaaaante coccole...
3. Onore a Rai qualche cosa che trasmette i film italiani degli anni Ottanta. Passare il venerdì pomeriggio tra Pozzetto e Villaggio è una delle cose migliori che possano esistere.
4. Voglio uccidere uno dei tizi delle telepromozioni di Mediashopping. Quello che dice "pròdòtti" con le "o" più aperte dell'universo. Ha una faccia da secchione nerd e la parlata del Supertelegattone. Odioso.
5. Il mio programma preferito di tutto il mondo, "La prova del cuoco", visto con gli occhi di una che vomita anche l'acqua, non è affatto la stessa cosa.

Per il resto, siamo di nuovo qui, e in versione natalizia.
Tremate, tremate, le derelitte sono tornate...

lunedì 14 dicembre 2009

London ...

Toc toc... c'è nessuno???
Ok, ok ... avete ragione! Chiediamo pietà ... due settimane senza scrivere nulla è una cosa imperdonabile.
Cammineremo anche in ginocchio sui ceci ma abbiamo le gonne e ci si smaglierebbero le calze. Va bene essere pentite... ma siamo pur sempre donnini glamour!
Perchè questa nostra lunga assenza???
Mah ... siamo persone impegnate... facciamo cose, vediamo gente ...
Non regge, eh? Ok... svuotiamo il sacco. Callista è presissima dal lavoro. Oltre a tenere quelle "bestiacce" di studenti ha pure fatto una svalangata di udienze e sta preparando lo spettacolo di fine anno (sì sì ... fine anno scolastico, a giugno... siamo trentini e ci prendiamo per tempo!).
Io, invece, tento di dimenticarmi del lavoro e di tutte le scadenze che mi aspettano da qui alla fine dell'anno e me ne sono andata in quel di Londra per il ponte dell'Immacolata.
Ehhhhhgià ... sono andata a trovare Cugino!
E con chi potevo potevo andare in trasferta Oltremanica??? Bravi!!! Con quella meraviglia di UABPAS.
Nota per la prosecuzione della lettura del blog. Ho deciso che d'ora in pois UABPAS lo chiamerò "Incanto". Mi spiace continuare a chiamarlo con un acronimo che ricorda il verso di un cane rauco e chiamarlo "Meraviglia" non mi pare proprio il caso visti i precedenti. Fine nota.
Antefatto.
Cugino da quando è a Londra è un tantinellino fissato con la linea. In effetti con le schifezze che si mangiano da quelle parti mettere dieci chili in mezza giornata non è così difficile. Così, ogni volta che ci vediamo, parte la domanda di rito: "che dici, Mafy, mi vedi ingrassato?"
E anche stavolta il copione non ha subito alcuna variazione.
Dopo essere atterrati a Stansted e aver preso il gioiosissimo trenino, due glamourissimi ragazzi italiani arrivano alla stazione di Tottenham. Sulla banchina li sta aspettando un uomo con una terribile sciarpa a pois (Cugino lo so che mi leggi e odi quando insulto la tua sciarpa!) che li raggiunge, li abbraccia, chiede loro come è andato il viaggio e poi ...
"che dici, Mafy, mi vedi ingrassato?" ... mettendosi in posa.
Frontale.
Profilo destro.
Profilo sinistro.
Lato B.
M: "no, cugino mio adorato, non sei ingrassato! Sei in gran forma, fidati!"
E così per almeno 5 volte.
No... non è che siamo andati da Stansted a Tottenham 5 volte... anche voi, cosa andate a pensare?
Le 5 volte erano riferite alle domande sulla forma fisica poste da Cugino e altrettante risposte date dalla sottoscritta con sguardo e sorriso d'intesa con Incanto.
Domenica pomeriggio a poche ore dal ritorno in Italia. Fermata della metropolitana.
Chiacchieriamo amabilmente dei progetti per Capodanno quando Cugino, dal nulla, se ne esce con un:
"che dici, Mafy, mi vedi ingrassato?"
Guardo Incanto e ci mettiamo a ridere.
Con tutta la serietà del mondo mi rivolgo a Cugino dicendogli: "tesorino ... ascolta la Mafy. La linea va benissimo, credimi! Il problema sta nella memoria. Mi ti stai rimbambendo un pochino. Sarà la decima volta che mi fai questa domanda. BASTAAAAAAAAA!"
C: "Veramente? Te l'ho già chiesto?"
M: "Stai scherzando, vero? ... "
C: "no, no ... non me ne sono mica accorto!"
M: "oh madoooo... giuro... me l'hai chiesto mille volte. Vero, Incanto?"
Cugino e io ci giriamo con occhio e faccina interrogativa verso l'uomo meraviglioso che si sta gustando il battibecco.
Momento di silenzio ...
Con occhio angelico e sorriso sornione: "ahhh ... io non ho sentito!"
Risata complice tra i due uomini.
Mmmm ... forse al posto di Incanto dovrei chiamarlo Paraculo... che dite???

venerdì 27 novembre 2009

sms per caso...

Come anticipato dalla Mafy in un post di qualche settimana fa, le derelitte hanno cambiato telefono e, grazie alla promozione del momento, sono orgoglioNe proprietarie di un gingillo rosa confetto touch screen che ha mille funzioni diverse: ma, soprattutto, ha una volontà sua propria.
Ebbene sì, cari lettori, il telefono delle derelitte è vivo e in grado di intendere e di volere. Perché noi gli diamo dei comandi, e lui fa quello che vuole: in particolare, quello che gli riesce meglio è fare culo.
Ora, non veniteci a dire che siamo noi che non siamo capaci di usarlo… Non potrete mica pensare davvero che noi derelitte siamo così bionde dentro da non poter dominare un telefono? Tzè… Siamo perfettamente in grado: è lui che è ribelle e caratteriale.
Arriviamo al fattaccio.
Domenica sera Callista è a casa sul suo divano e sta preparando una prova di letteratura. Arriva un messaggio di Mafalda e misteriosamente anche uno della meraviglia. Il primo è molto semplice: la Mafy mi ragguaglia del week end insieme all’UABPAS. “è stato un fine settimana meraviglioso. Mi dispiace solo che sia finito troppo in fretta”. Bene, evviva, hip hip urrà per la mia amichetta e per il pianeta porco bastardo che ultimamente è stranamente conciliante. Mentre sollevo la tazza con Winnie the Pooh e brindo alla salute della sorella derelitta con la tisana relax, arriva il messaggio della meraviglia: “Cally, hai mica trovato il cd che ti avevo chiesto?”.
CULO! Non ti ho visto per tutto il fine settimana perché te ne sei andato a gozzovigliare in giro mentre la sottoscritta lavorava e mi chiedi se ho fatto qualcosa per te? Prima prova a fare tu qualcosa per me: tipo sposarmi. Poi ne riparliamo. Mentre penso a qualcosa di acido e cinico come risposta all’uomo, rispondo alla mia amichetta: pigio diligentemente il tastino “rispondi” sullo schermo, digito le letterine e invio. Poi faccio lo stesso con l’uomo: scrivo “anch’io ti amo, tesoro” e invio, sperando capisca la sottile ironia derelitta. Il mio telefono riposseduto e perfido fa apparire sullo schermo una rotellina rossa che gira con scritto “attendere”: poi manda il messaggio. Strano, però, non aveva mai fatto così, di solito manda senza fare tanta pubblicità alla cosa. Mah.
Tempo tre secondi e mi arriva la risposta della Mafy: “Amica, sei scema? Mi hai scritto anch’io ti amo tesoro”. Ops… Vabbè, può capitare, no? Ho sbagliato destinatario… Ma il meglio arriva con il messaggio acido della meraviglia: “Credo tu mi abbia mandato un messaggio che non era per me. A chi volevi scrivere che è stato un week end meraviglioso ma troppo breve?”. Resto un secondo a guardare lo schermo del telefono senza capire: poi mi viene un dubbio e vado a vedere la lista dei messaggi inviati.
Ed ecco il mistero: sono riuscita ad inoltrare a LUI il messaggio mandatomi dalla Mafy. O meglio, l’ha fatto l’orrendo aggeggio rosa in mio possesso. Probabilmente mentre a me mostrava la rotellina rossa stava meditando un piano sinistro per incasinare il mio già desolante status sentimentale: ergo? La rotellina rossa è l’equivalente (in cellularese) del dito medio.

Come questo sia stato possibile, resta tutt’ora un mistero. Comunque sia, passato l’attimo di stupore, resta il fatto: la meraviglia è gelosa! Ah ah ah! Callista uno, meraviglia zero. Tiè.

Ovviamente avrei potuto tirarmela alla grande, ma da brava derelitta ho invece provveduto a chiarire ogni dubbio: alla meraviglia ho risposto “Guarda, non so come, ma sono riuscita a girarti un messaggio della Mafy. Non solo non era per te, ma manco l’ho scritto io, l’sms… Maledetto telefono nuovo”.

La sua risposta? “Cally, mi fai morire dal ridere. Comunque, hai trovato il cd?”.
Secondo me, anagrammando le varie parole, significa “voglio passare con te tutta la mia vita”. Vero?

mercoledì 25 novembre 2009

La crocchetta assassina.

La vostra Mafy il week end scorso è stata in trasferta nella bella città di UABPAS.

Sabato sera andiamo a ballare in una rinomata discoteca del posto. Serata molto divertente. Andiamo a nanna quando il sole già compare sull’orizzonte del mare.
Dormiamo stretti stretti (lo so che non ve ne frega una mazza ma io gongolo al sol pensiero) e ci svegliamo nel bel mezzo del pomeriggio.

Una sola parola vaga prepotente nella nostra mente.
Coccole??? Noooo … troppo romantico
Sesso selvaggio??? Nooo … troppa fatica … dobbiamo prima renderci conto di essere nel mondo dei vivi
Doccia??? Noooo… ho il profumo di UASP addosso … conto di non lavarmi per i prossimi 3 mesi
Caffè??? Nooo … perché la Mafy è una derelitta a tutti gli effetti e si è portata la caffettiera elettrica in modo da svegliare lei e il suo uomo meraviglioso con la “carezza” del caffè a letto.

… l’unica parola che balenava nelle nostre addormentate menti era PAPPAAAAAAA!
Così spinti dalla fame ci siamo vestiti al volo e siamo usciti.
Ora … alle tre di una domenica pomeriggio cosa si trova aperto? Risposta ovvia… McDonald’s.
Mi avvicino sicura alla cassa e ordina due menù grandi e, in preda ad un raptus di fame golosa, le crocchette agli spinaci e i bocconcini di brie.
Alla faccia della dieta.
Orgogliosi come un leone davanti alla preda, prendiamo il nostro vassoio e andiamo a sederci.
Seduta ad un tavolo davanti a mille peccati calorici in compagnia di un uomo meraviglioso? Cosa desiderare di più dalla vita????
Vabbè … qualche idea ce l’avrei … ma non stiamo a fare i puntigliosi.
Azzanno due patatine e mi rendo conto che ho gli occhi più grandi dello stomaco. Infatti sono praticamente già sazia.
Mannaggia a me!
Mangio metà panino e poi mi arrendo alla pienezza. UABPAS se la ride divertito ricordandomi che meno di mezz’ora prima ero uscita dichiarando che mi sarei mangiata anche il tavolo.
Un ragazzetti ci porta le crocchette agli spinaci che prima non erano pronte. Aiutoooo … morire di McDonald’s non è per nulla elegante ma non si possono non assaggiare quelle cose peccaminose.
Cerco di darmi un tono. Scuoto i capelli, accavallo le gambe e sorrido.
Prendo il contenitore delle crocchette e lo apro. O meglio … tento di aprirlo visto che il cartone mi è un tantinellino ostile e si è incastrato. UABPAS si offre di aprire la scatolina.
Sia mai!!!
“Sono una donna indipendente, io, vuoi che non sia capace di aprire una scato…”
TRACK
Il cartone si apre all’improvviso e una delle crocchette cade sul tavolo e inizia a rotolare pericolosamente verso la mia gonna bianca. Nella mente si palesa una scena orribile. Una macchia verde sulla mia gonna candida. Non si può mica ...
Con una mossa degna di un karateka fermo la polpettina di spinacio … solo che la bastardissima si disintegra sotto la mia mano … e gli spinaci roventi si attaccano al palmo.
Una lacrima di dolore spunta dal mio occhietto ceruleo ma maschero la sofferenza sfoggiando un sorriso a 198 denti. UABPAS è piegato in due dal ridere e io non posso far altro che scuotere la testa e ridere assieme a lui.
Prende la mia mano e come si fa con i bambini quando si fanno male comincia a darmi bacini sulla bua dicendo “ma povera la mia bimba bionda che fa i disastri a tavola“.

Che dite … anche stavolta la nomination alla “femme fatale 2009” me la posso scordare, vero?

lunedì 23 novembre 2009

Uatsiorneim?

Mamma Callisti ha iniziato un corso di inglese. Bello, direte voi. Senza dubbio. Ma tutti coloro che hanno nella vita avuto a che fare con un genitore che non studia da anni e che inizia un corso base su qualsiasi argomento (dall’informatica alle lingue, quello che vi pare) sanno quali drammatici risvolti si nascondano dietro queste iniziative: domande a tutte le ore del giorno e della notte.
E così accade dal giorno in cui ho preparato a mammà la cartelletta con dentro un quadernino per gli appunti e l’astuccio con le penne e l’ho guardata allontanarsi da sola per andare a scuola. Ah, è proprio diventata grande…
Due ore dopo il mio telefono è squillato imperioso:
C: Mami? Ciao! Come è andata?
MC: Non ho capito niente, aiuto. Mi ha chiesto di fare un dialogo e io non so neanche leggere l’alfabeto.
C: Ma non preoccuparti, è normale all’inizio. Poi ti abitui.
MC: No! Domani vieni a farmi ripetizione.

E così la sera dopo mi sono seduta al tavolo con mammà in preda al terrore.

MC: Cally, non ho capito niente.
C: Tranquilla, iniziamo a leggere qualche parola così impari almeno la pronuncia.

Ora: la madre a scuola ha fatto francese e tedesco. Con risultato che adesso legge qualsiasi vocale con la bocca a culo di gallina e tutti i “ch” come k. Una meraviglia.

C: Dai mamma, leggi: “Paula comes from England”.
MC: Fröm…
C: Apri quelle vocali, dai.
MC: Fröööm.
C: Apri, no allunga!
MC: Fròm?
C: Ok, daccapo.
MC: Pola chems fröm inland…
C: Eh, vabbè. Ripetiamo il verbo essere, dai.
MC: ai em, iu ar, i i…
C: no, “He is”. Aspira l’acca un pochino.
MC: HI HI.
C: Ah ah.
MC (che quando si agita parla dialetto): No sta torme per le bale, sat? (ossia “non pigliarmi per I fondelli, eh!”)
C: In english, please.
MC: Va ‘n mona (“vai a farti friggere”)
C: Dai, vai avanti…

E così per una buona mezzora. Fino alla tragica frase “Who are they?”. Ora, signori compilatori dei libri di inglese, spiegatemi perchè. Che bisogno c’era di mettere questa frase orripilante foneticamente? Siete dei sadici travestiti da compassati londinesi, è fuori discussione.
C: Dai, mamma, si legge una cosa tipo “hu ar dei”. Puoi farcela.
MC: U…
C: No, aspira l’acca.
MC: Hhhhh…
C: Con la vocale dopo, però.
MC: Hu…
C: Brava! Dai, avanti.
MC: Hu ha…
C: No, la seconda non ha l’acca.
MC: Huuuu… Haaaaa…

E io qui non ce l’ho più fatta. Mi sono spalmata sul tavolo a forza di ridere. Vedere mia madre trasformata nell’imitazione di Bruce Lee è stato troppo.
C: Mamma, sembri la nonna dell’ultimo samurai, daiiii…
MC: ‘Scolta, vara che vago da to cosina a farme aiutar, at capì, professoressa dele me bale? ( “Ascolta, guarda che vado da tua cugina a farmi aiutare, capito professoressa dei miei stivali”? E come si nota, il mio savoir -faire e la mia eleganza sono tutto frutto dei geni materni, no?)
C: Huuu haaaaa… Tu mangia sushi o fa harakiri… Uah uah uah uahhhhhh…
MC: Bruta sema… E mi t’ho anca fata studiar! (“Sciocchina… E io ti ho anche fatto studiare…”).

Alla fine, dopo due ore, la madre è uscita tronfia dallo studio e si è diretta in cucina, dove il padre stava rubando due biscotti di nascosto.
MC: Hai, mai neim is Mamma end mai surneim is Callisti. Uatsiorneim?
Vedere la sua espressione tronfia e sentire mio padre rispondere “to mama l’è tuta sema” (“tua mamma è piuttosto originale”) non ha prezzo.
Per tutto il resto c’è la Nutella.

mercoledì 18 novembre 2009

Giustizia divina

L’altra sera mi arriva un messaggio di UABPAS.
UABPAS: che fa di bello il mio tesoro? Qui si è deciso di andare a ballare.
Da donna derelitta trattengo il travaso di bile che mi invade le budella al solo pensiero che altre ragazze si dimenino accanto a lui … sorrido, scuoto i capelli e rispondo.
M: uhhhhh che bello.
Ok … avete ragione … fingere entusiasmo mi riesce malissimo.
UABPAS: metto la camicia che mi hai regalato tu …
M: (ehhh che meraviglia … sono proprio contenta, guarda! Evitiamo, cortesemente, che qualche sciacquetta te la tolga!) Ahhh … sarai sicuramente bellissimo.

La serata passa, stranamente, senza messaggi. Io mi addormento svenuta davanti all’ennesima storia triste della DeFilippi.
Arriva quasi l’alba e un sms mi sveglia.

UABPAS: sto tornando a casa. Serata da dimenticare. Scusami se sono sparito ma abbiamo fatto da infermieri ad un’amica che ha bevuto ed è stata male.

Buahahahahahahahahahahahahahahaaahahahahahahahahh … la giustizia divina esiste, allora.

Mi giro dall’altra parte e fatico ad addormentarmi.
Sapete, ridere e dormire sono attività difficili da conciliare…

Arriva mezzogiorno e la creatura si sveglia.
Mi chiama e cominciamo a chiacchierare amabilmente.
Io resisto un pochino … poi, ovviamente, vinta dalla curiosità chiedo il racconto della serata.
M: ma raccontami … che è successo? La tua amica sta meglio? (come se me ne fregasse qualche cosa…)
UABPAS: si si … ora sta meglio, pare. E’ andata bene. Ci siamo spaventati.
M: ma è stata male in discoteca?
UABPAS: macchè … in discoteca manco ci siamo arrivati. Ci siamo trovati a casa del mio amico. Lei è arrivata che aveva già bevuto.
M: Ahhh capisco …
UABPAS: si … poi ha bevuto qualche cosa anche li ed è stata male.
M: male in che senso?
UABPAS: ha vomitato per tutta casa. Tre volte.
M: (oddio che schifoooooooooooooo … … … deve essere stata sexy da morire mentre faceva l’esorcista … ahahahahahahaa)
UABPAS: poi si è agitata e le sono venute le crisi di panico.
M: (cazzi sua … bevesse meno la prossima volta) … ahhh dai …
UABPAS: si, si … ci siamo spaventati. Volevamo portarla all’ospedale ma lei voleva andare in discoteca.
M: (uhhh … un genio, proprio)
UABPAS: poi le abbiamo preparato una camomilla… si è tranquillizzata un po’ … ha dormito un paio d’ore e stamattina l’abbiamo portata a casa di una sua amica.
M: (beh ... bella seratina … e loro che volevano fare i vips in discoteca …. Ahahahahaha)
UABPAS: Mafy???
M: dimmi …
UABPAS: … eri silenziosa … ti ha fatto impressione il racconto.
M: no no … mi stavo chiedendo una cosa.
UABPAS: dimmi…
M: non ti ha mica vomitato sulla camicia che ti ho regalato, vero?


Perché io sono altruista … mi preoccupo degli altri. Eh!

lunedì 16 novembre 2009

La mantide

Ok, devo avere qualcosa che non va. O sono diventata improvvisamente sexy o la mia necessità di avere un uomo inizia a trasparire. Questi i fatti.
Una settimana fa: la vostra Cally è al bar con un amico (maschio) con cui ha particolare confidenza e commenta con somma goduria il caffè alla Nutella che sta bevendo.

C: Eh, certo che il buon cibo e il buon bere sono davvero i più grandi piaceri della vita.
A: Vabbè, mica solo questi.
C: No, giusto. Anche dormire. E ridere.
A: E fare l’amore.
C: Oh, di quello puoi anche fare a meno. Certo che se c’è non è che ci sputo sopra… Anzi…
A: Ma dai, Cally, non fare la finta tonta. Si vede lontano un miglio che ti piace.
C: La Nutella ?
A: No, il sesso.
C: Ma a chi è che non piace, scusa?
A: Appunto. Si vede, hai proprio la faccia da porca.
C: …
A: Lo dicono anche i miei amici.
C: Scusa, ma tu hai degli amici che ti vengono a dire che ho la faccia da porca???
A: Ma no, così… Tanto per parlare…

Ho preferito lasciar cadere il discorso, con un sentimento a metà tra il pudore e l’orripilazione.

Ma non è finita qui. Ieri avevo un consiglio di classe. Mentre spiegavo alle mamme rappresentanti dei genitori che i loro gioiosi cuccioli in classe si trasformano in bradipi svenuti, la consueta collega di religione e il collega di matematica hanno dato il meglio di loro stessi. Con la scusa di sussurrarmi all’orecchio delle notizie di vitale importanza, mi hanno detto nell’ordine.

Callista, quanto sei bona.
Callista, quanto sei tanta.
Callista, secondo noi hai proprio la faccia da porca.

E noi abbiamo in mano le giovani generazioni. Evviva.
All’uscita del consiglio, sono stata fermata per ulteriori spiegazioni. I due, candidi, sono giunti alla conclusione che “con quelle mani, quei capelli, quegli occhi c’hai proprio l’aria di una che sotto le lenzuola non sai che ti fa”.

Grazie per la fiducia, ve lo dico io che cosa faccio.
Dormo, purtroppo.

mercoledì 11 novembre 2009

... una telefonata ti allunga la vita...

Le derelitte sono donnini tecnologici.
Eccertochesì!


L'altro pomeriggio, conscie e "orgoglione" di questo loro status si sono recate in un negozio di telefonia e, approfittando di una promozione interessante, hanno cambiato telefono.

Ora sono dotate, entrambe, di un fashionisssssimisssssimo cellulare.

Cellulare interamente touch screen.
Cellulare rosa. Molto rosa. Convintamente rosa.
Rosa Callista, per intenderci. (no... l'idea di prenderlo nero non ci è nemmeno mai passata per l'anticamera del cervello!)

Ieri sera, dopo un giorno di conoscenza con il nuovo apparecchio, si confrontano, via sms.


M: amica ... come ti trovi con il telefono?
C: ehhh ... una figata, proprio. Ci metto un anno per spedire un messaggio. Però fa molto fico.
M: infatti ... il touch screen non è tutta questa comodità. Per noi che siamo abituate a scrivere ottomila messaggi al giorno in qualsiasi condizione ... uff ... non mi convinve molto.
C: ma noooo, amica... è bello. Ci facciamo un figurone.
M: ecccerto ... abbiamo un telefono che è come noi... di rappresentanza. Bello ma stupido.
C: è un telefono derelittò Ma come non poteva esserlo? l'abbiamo preso rosa.
M: eccerto... ce la siamo cercata.


M: anziiiii ... tu hai idea di come si possa rimpicciolire il carattere degli sms?
C: ... ascolta... è tutto il giorno che quando suona lo guardo come se avessi in mano una bomba... secondo te so come impostare la visualizzazione degli sms?
M: ah... ok, scusa... c'hai ragione. Ma possibile che abbiano fatto dei caratteri da talpa???
C: sarà per dirci che stiamo diventando vecchie e orbe???
M: o madonna... per fotuna nella confezione, oltre all'auricolare, non abbiamo trovato anche la dentiera...


C: amicaaaaa... ma se stai scrivendo un messaggio e giri il telefono sul display ruota tutta la tastiera ... hai visto?
M: che cav...
C: eh? compra una vocale e gira la ruota...
M: fai poco la spiritosa... questo coso è anarchico ... mi partono i messaggi da soli. E sta cosa della tastiera è inquietante... aiutooooo!!!


M: sentiiii ... io lo riporto indietro. Voglio il mio vecchio telefono.
C: ma che stai a dì?
M: quando arrivano gli sms lui ti chiede: "mostra" o "chiudi". Ti pare??? Possiamo avere un telefono che ci insulta chiamandoci "mostra"?
C: ... sia mai ...


Noi torniamo ai piccioni viaggiatori. Se desiderate comunicare con noi andate in piazza nella vostra città e attaccate un messaggio alla zampa di un piccione. Poi convincetelo ad arrivare fino a Trento.
A breve ci organizzeremo anche con i segnali di fumo, non preoccupatevi.

lunedì 9 novembre 2009

La professoressa.

E stavolta, per professoressa, non intendo dire la nostra Cally.

Sabato mattina ho accompagnato mamma Mafaldi a fare un po' di sano shopping. Entriamo in un negozio del centro. Sono concentratissima nella difficile attività di prova di un cappello (e vista la mia poca simpatica per berretti e simili è già un notevole passo avanti verso degli inverni con le orecchie calde) quando passa accanto a me una figura vagamente familiare.

Infatti ... eccola... avvolta nel suo cappottino tutto peloso, con i suoi capelli raccolti e lo sguardo un po' perso... la mia ex professoressa di italiano.

Il dubbio mi assale. La saluto? O non la saluto?

Non arrivo nemmeno a finire di pormi la seconda domanda che lei si gira verso di me e mi guarda perplessa. Io presa in castagna come quando mi beccava a chiacchierare con la mia fida compagna di banco reagisco d'istinto e mi avvicino con entusiamo.

M: "professoressa... buongiorno si ricorda di me? Sono Mafalda Mafaldi"

P: "ohhhhh Mafalda" (baciandomi) "quanto tempo. Sei cambiata tantissimo"

M: "Eh si ... sono passati un po' di anni..."

P: "ma sei veramente diversissima. Sei più slanciata, sei bionda ... sei proprio una bella ragazza"

M: "è un modo carino per dirmi che alle superiori è un orrore??? Putroppo lo so..."

P: "nooo non volevo dire quello ... hai mantenuto il tuo umorismo, eh!"

M: "ho tenuto quello e tagliato un po' di doppie punte... mi pareva la scelta più sensata!"

Si avvicina anche Mamma Mafaldi e la professoressa inizia un lungo, lunghissimo (ora mi ricordo perchè le sue lezioni mi parevano durare due ore e mezza anzichè i canonici 50 minuti) monologo sulle nuove generazioni e la difficoltà di insegnare.

P: "ahhhhhhh voi si eravate una classe interessante"

M: (noi?????) "mah ... da quel che mi ricordo..."

P: (interrompendomi) "eravate sveglie, attive, brillanti ..."

M: (oddio la professoressa deve fare abuso di alcool negli ultimi anni ... che brutta fine) "... a dire la verità..."

P: "è proprio da tanto tempo che non mi capita una classe come la vostra... ma ormai è diventato veramente difficile il mio lavoro"

M: "eh lo so ... la mia migliore amica insegna e ho una vaga idea dei problemi riscontrati dagli insegnanti"

P: "ahhh si, Mafalda, è proprio diventato un lavoro ingrato. Ma dimmi... hai notizie delle tue compagne?"

M: "si, si ... A luglio ci siamo trovate per una pizza e ..."

E le faccio un rapido riassunto della situazione delle ragazze che componevano la mia classe. Quasi tutte sposate con 2 o tre figli a testa.

P: "ahhh ... siete proprio tutte cresciute!"

M: "ehhh già!" (e la ringrazio per non avermi fatto notare che sono una zitella in confronto alle altre che sono tutte accasate con tanto di prole)

P: "beh, Mafalda... è stato proprio un piacere rivederti. Non sai quanta nostalgia ho della vostra classe. Ora vado a lezione e parledrò di voi a quegli asini della quarta"

M: "è stato un piacere anche per me. Arrivederci"


Secondo voi ho fatto bene a sorvolare sul fatto che lei, speso e volentieri, ci chiamava "le capre ignoranti"? Secondo me ha sbagliato clamorosamente classe... Oggettimente eravamo "sveglie, attive e brillanti" come un bradipo caduto in letargia.
Sarebbe stato brutto far cadere tutte le sue certezze.
... e poi, pensandoci... sempre meglio capre di asini, no?

mercoledì 4 novembre 2009

Caro Signor Facebook ...

In questi giorni sono un tantinellino polemica ... mica l'avevate notato, no?
Comunque ... dopo essermela presa con la pantegana che ci insegna a starnutire nella spalla per non contagiare il mondo con i nostri sputazzi voglio dire due paroline all'inventore di FB.
Uno si iscrive, carica la sua bella scegliendola tra le 2500 scattate durante le vacanze, e poi si trova davanti ad una scelta epocale; lo stato sentimentale.
Ora... le opzioni di facebook sono un tantinellino inquietanti e limitate.
Analizziamole:


SINGLE: e vabbè ... qui non ci sono dubbi. Uno lo mette per annunciare al mondo la sua disperazione oppure, al contrario, per far sapere che ha aperto le selezioni per trovare l'eletto o gli eletti (perchè porre limiti alla provvidenza) con i quali unirsi.


IMPEGNATO/A: ok. Non c'è nulla da spiegare.


FIDANZATO/A: UFFICIALMENTE: mahhh... e qual'è la differenza tra impegnato e fidanzato ufficialmente??? Dovrebbero dare delle tabelle che ti assegnano dei punti e a seconda del risultato ti segni in uno, o nell'altro stato.
Tipo:
- lui si è sorbito almeno due discussioni, post pranzo natalizio o pasquale, tra nonno e mamma che litigano su quale grado di parentela legasse il vecchio Zio Antonio (morto da almeno 10 anni) e il povero Signor Mario che abita nell'appartamento sotto la Zia Adelina (che si chiama zia per puro affetto ma zia non è): 15 PUNTI
- lui si è presentato a casa (se in tuta acrilica + 100 punti per questo test e meno 8.000 nel test "quanto è sexy il mio moroso) per il pranzo domenicale portando in dono i dolcini mignon della pasticceria più rinomata della città: 5 PUNTI
... e via dicendo...


SPOSATO/A. Ormai la cazzata la si è fatta... tanto vale confessarla.


RELAZIONE COMPLICATA: e quale relazione non lo è, scusate??? Voi avete mai vissuto una relazione che non fosse complicata? Oppure per poter esibire questo status bisogna aver partecipato a "C'è posta per te" e aver spiattellato a milioni di italiani il fatto che lui ti ha messo le corna con la maestra d'asilo del tuo fratellino ... che in realtà è tuo figlio, avuto a 13 anni da una relazione clandestina con il padre del tuo attuale ragazzo???


RELAZIONE APERTA: a cosa??? Aperta a che? Vuol dire "stiamo insieme ma non abbiamo nessun problema a trombare con chi ci pare"? E' un velato messaggio tra scambisti??? Mah ...


VEDOVO/A: e facciamo le corna! Eccheccavolo!



Ora... a parte la poca chiarezza delle categorie, non vi sembra manchi qualche cosa? Io proporrei di aggiungere qualche opzione, tipo:
- passo i miei sabati sera a guardare la DeFilippi (dove ho visto la storiaccia di cui sopra) e nella pubblicità giro su Criminal Mind... secondo te come sto messa a situazione sentimentale?;
- mah ... trombiamo allegramente da 8 mesi ma ho ancora delle difficoltà a memorizzare il suo nome;
- chiedetelo a lui/lei;
- se solo la smettesse di rubare i miei trucchi andrebbe benissimo;
- sono solo, non voglio una storia perchè amo la mia libertà ma non lasciatemi messaggi equivoci sul profilo altrimenti lui/lei si incazza da morire e mi fa il cazziatone.


e poi, scusate, ma manca la categoria regina. Ovvero:
- DERELITTA/O
o no?



P.S. ne approfitto per fare gli auguri di compleanno a Cugino che da Londra ci legge sempre. Non se lo meriterebbe perchè tratta male le donne... ma essendo derelitta d'animo gli voglio bene ugualmente.
Tanti, tanti, tanti, tanti auguriiiiiiiiiiii!

venerdì 30 ottobre 2009

Il caro estinto

Per festeggiare degnamente il compleanno, ieri la vostra Callista è andata in camera mortuaria.
Fermi là, non pensate a lutti in famiglia né a un attacco improvviso di necrofilia: è scomparso il papà di un collega di lavoro, e mi sono quindi unita a un gruppo di colleghe che volevano andare a fare le condoglianze direttamente sul posto. Pare che nei paesi si usi così: potevo mica fare la figura della “cittadina” insensibile? No, quindi forza e coraggio.
Si è offerta di prendere la macchina la collega stragnocca di religione, quella che in altro post ha consigliato la libera e selvaggia fornicazione fino al raggiungimento dell’uomo dei sogni. A noi si è unita la collega di matematica amante degli uomini alti e dei piselli lunghi. Ok, abbiamo un corpo docente piuttosto singolare.
La collega di religione ha una macchina inquietante: una Mercedes sportiva alta dieci centimetri da terra, nera con interni chiari. Assolutamente poco visibile. Siamo state abbordate da qualunque uomo per strada (compreso il vigile che ci ha fatto l’occhiolino), attratto prima dal mezzo e poi dal contenuto. Quando si dice la fortuna.
Arrivate in camera mortuaria, abbiamo cercato di mantenere un comportamento adeguato. Ovviamente il proposito è andato in malora in un secondo: perché le varie stanzette che ospitavano i morti, erano prive di nome. Onde evitare di benedire uno sconosciuto, abbiamo mandato in avanscoperta la collega di matematica, che ha sbirciato in tutte le stanzette fino a trovare il nostro caro estinto.
Due secondi di raccoglimento, poi la collega di religione (romana di origine) ha dato il meglio di sé: “Ahò, scusa papà der collega nostro, a te che sei morto ‘un te ne po’ fregà de meno, ma a me er pensiero de morì e de sta dentro ‘na bara co’ tutti che me guardano me fa rabbrividì. A Signò, te prego, famme morì a pancia piena e possibilmente co’ le gambe larghe, che almeno chi me viene a vedè se fa du risate”.
Alla faccia del raccoglimento. Siamo scappate dalla sala in preda alla ridarella. E per fortuna che avevamo l’intercessione divina (?), sennò a quest’ora eravamo tutte incenerite.
E giusto per rimanere in tema, buon Halloween a tutti!

giovedì 29 ottobre 2009

AUGURIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII ....

Visto che la torta non la posso preparare perchè siamo a dieta... posso almeno farti gli auri sul blog???
Buon compleanno Cally! TAAAAAAAAAAAAAAAAAANTI AUGURIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
E al primo che dice che stiamo diventando vecchie prepariamo la torta... si, si, si ... con il goutalax!

mercoledì 28 ottobre 2009

Ma basta...

... Ma solo l'unica a non poterne più di questa benedetta influenza suina?
Se ne parla ovunque; in tv, alla radio, sulla carta stampata, su qualsiasi sito internet... una persecuzione.
Ho capito che si tratta di un problema non indifferente e bisogna stare attenti... Ma non ci sembra di esagerare?

A tal proposito vorrei aprire una parentesi sulla campagna pubblicitaria promossa dal Ministero della Salute.
Topo Gigio.
Topo Gigio che ci dice come comportarci per evitare il diffondersi del virus.
Sono l'unica ad aver notato che Topo Gigio è una pantegana con la voce di un bambino cresciuto? Tra i milioni di personaggi dei cartoni animati hanno scelto un topo. Ma si può? Un anime che trasmette più malattie credo non esista. E' come chiedere a Rosy Bindi di dare consigli di bellezza. Su!
E poi ... Un semplice ragionamento.
Il 90% dei bambini di oggi Topo Gigio non se lo filano di pezza. Avrebbero fatto meglio a mettere una Winx nuda o un Gormito sputa fuoco.
Per tutto il resto della popolazione che ha un età tale da ricordarsi chi è quella bestiolina che squittisce "ma cosa mi dici maiiiiii!" ... Beh ... spero vivamente abbia la capacità di soffiarsi il naso senza che nessuno gli dia dei consigli.

Ma veniamo alla questione drammatica.
Oggi in ufficio sono comparsi due cartelli che definire inquietanti è poco.
Il primo troneggia tronfio e colorato sulla porta del bagno. Elenca le regole base per evitar il contagio. C'è anche un simpatico disegnino che ti ricorda di non starnutire in faccia ai tuoi vicini. Ma dai??? E io che l'ho sempre trovato uno sport elettrizzante...
Ma il meglio lo si trova entrando nella toilette avvicinandosi ai lavandini. Attaccato alle piastrelle c'è il manuale che insegna come lavarsi le mani correttamente.
No, dico, ci rendiamo conto, vero???
Un foglio che indica, passo dopo passo, come detergersi.
Io lo trovo inquietante.
1. Sollevare il miscelatore (eh, grazie... solitamente tento di convincere il lavandino a erogare acqua facendogli pena... non avevo mai pensato ad utilizzare il rubinetto)
2. Inumidirsi le mani (ahhh ... l'acqua non serve per far aumentare lo stimolo della pipì???)
3. Insaponarsi (ma toh ... credevo che l'erogatore sul lavandino servisse solo per bellezza)
4. Strofinare energicamente le mani (devo prendere anche una di quelle spugnette abrasive o basta la brusca per il cavallo)
5. Risciacquare con abbondante acqua (fatto??? BBBBBBBBBravi...)
6. Asciugarsi accuratamente con carta a perdere (cazzz... il mio gioco preferito era uscire dal bagno con le mani bagnare e spruzzare tutti i colleghi ... ma ora che senso c'è nell'andare a lavorare?)

Ora... Potremmo stare delle ore a discutere sul fatto che molte persone si dimenticano di fare questo gesto basilare di igiene... ma non vi sembra esagerato?
Io domani attacco il cartello per la corretta pulizia dei denti... perchè è pur vero che l'influenza suina ammazza... ma anche la fiatella di un collega non lascia molto scampo...

giovedì 22 ottobre 2009

Il ritorno della posta del cuore

M: Amica, abbiamo una mail per la posta del cuore…
C: Uhhh, che bello… Vai, leggi leggi leggi…


Care Callista e Mafalda,

C: Ciao caro
M: Sei pure un uomo, quindi tanti baci, pure…

di che natura potrebbe essere il quesito che vi pongo?
Sentimentale ovviamente.

C: Ah, allora, in una botte di ferro, proprio…
M: Zitta, leggi..

Allora, partendo dall'inizio.

Un paio di mesi fa è accaduto che la bella di turno che doveva accompagnarmi ad un evento del quale avevo già i biglietti mi ha dato buca in modo clamoroso esattamente 24h prima del suddetto evento. Tralasciando le esternazioni colorite che sono sorte, mi sono trovato nella spiacevole situazione di trovare un rimpiazzo oppure di rimetterci i soldi.
Dopo un rapido ed infruttuoso giro di telefonate, sms, segnali di fumo e piccioni viaggiatori, un mio amico (di quelli che conosci dall'asilo) mi dice: "Prova a chiedere a mia sorella, so che non ha niente da fare". Immediata telefonata e salvataggio in extremis.

C: Tzè, i soliti uomini, io la tappabuchi non la farei mai.
M: Certo, certo, ci credono tutti.

Ora c'è da dire che pur conoscendoci praticamente da sempre penso che in vent'anni avremmo scambiato si e no 50 parole, escludendo i saluti, ed è sempre stata solo "la sorella di...." e basta.
Lei penso che possa ricadere in pieno nella definizione di derelitta in quanto, pur essendo bella ed intelligente (è avvocato), ha collezionato una serie di storie con i tipi più squinternati che riusciva a trovare, uno per tutti l'ultimo, detto anche "testa quadra", palestrato, lampadato, motodotato, pieno di soldi ma ignorante come un mattone ed incapace di articolare frasi in italiano compiuto che non comprendessero le parole moto, palestra, pheega. Inutile dire che la poveretta è stata brutalmente cornificata dopo pochi mesi.


M: Amica, ci ha detto che siamo belle e intelligenti.
C: Io lo lovvo un kasino, questo lettore qui.
M: Cos’è che fai? A te stare a contatto coi giovani fa male..
C: Dai, matusa… Comunque interessante il “testa quadra”, qui.
M: Speriamo almeno scopasse come un porno attore, perché sul resto non piacerebbe manco a noi che siamo disperate.
C: Sempre che non somigliasse a Giulianone nostro.
M: Ahhhh…

Io invece non ho avuto solo un paio di storie e sono sempre stato brutalmente scaricato, tanto per farvi capire l'ultima mi ha piantato per andare a vivere a Berlino ed ora è sposata con un canadese e vive in Arizona (i miei amici ancora mi prendono per il culo con questa storia).

C: Non possiamo ridere, non possiamo ridere, non possiam…
M: Uahuahuahuhauahuahhhh…


Beh, insomma usciamo per questo appuntamento-salvataggio, andiamo all'evento ovviamente si chiacchiera, si scherza, si cazzeggia in completo relax, poi arrivata sera le propongo una pizza tanto per ringraziarla della compagnia e lei mi dice: "Ok, tanto non ho impegni". Durante la cena cominciamo a raccontarci e a canzonarci delle nostre reciproche sventure. Per farla breve dalle 15:00 l'ho riaccompagnata a casa alle 03:00 e non ce ne siamo nemmeno accorti, abbiamo passato 12 ore a parlare.

M: Oddio che cosa carina.
C: Ma una limonata almeno? Niente?
C: Amicaaaaa…
M: No, era giusto per sapere…

Tornando a casa mi capita di pensare che raramente mi ero trovato così a mio agio con una ragazza e che in effetti pur conoscendola da una vita non la conoscevo per niente e subito parte il messaggino: "Grazie per la compagnia, se capita l'occasione ci sei?"
Trenta secondi dopo "Io ci sono, grazie anche a te. 'notte."


C: Classico messaggino post evento. Ci sta tutto. E bravo il nostro lettore.
M: Infatti. E anche il messaggio della tipa mi pare perfettamente adeguato. Né troppo né troppo poco.
C: Non è un po’ modello amuchina? Asettico e impersonale?
M: Naaaa, quello sarebbe stato “Io ci sono, ma all’occasion fa la donna CULO”
C: Non era “L’occasion fa l’uomo ladro?”
M: Vabbè, stai qui a sottilizzare?


E qui comincia il quesito/pippa mentale.
Devo continuare a frequentarla pur sapendo che:
non sono una meraviglia (purtroppo)
è la sorella di...
io vengo regolarmente scaricato
lei ha il radar per gli squinternati
quindi la probabilità che, se le cose diventano mi scarichi per uno squinternato è alta
è la sorella di....
è la sorella di...
è la sorella di...

Attanagliato dal dubbio mi affido alla vostra infinita saggezza.

Saluti.
O.


M: Oddio che situazione.
C: Ma soprattutto, che pippa mentale inutile!
M: Vuoi buttare via un’occasione così? Senza manco provarci?
C: Esatto! Tanto un culo in più o uno in meno, che differenza fa?
M: Ok, dai, vediamo di rispondere in maniera educata…


Caro O,
tanto per cominciare, grazie per aver pensato a noi per il tuo problema. Considerando i risultati delle nostre avventure sentimentali, ci verrebbe da chiederti se sei sicuro di intendere e volere, ma facciamo finta di sì.
Risponderemo alle tue domande una a una.
Devi continuare a frequentarla? Sì.
Non sei una meraviglia? E chissenefrega, l’essere meraviglie non è un vantaggio.
Vieni regolarmente scaricato? Pure noi, ma prima o poi cambieranno le cose.
Lei ha il radar per gli squinternati? Bè, tu ti rivolgi a noi per i problemi sentimentali, quindi tanto giusto non sei.
C’è la possibilità che ti scarichi per uno squinternato? Basta fare in modo che non accada, le donne non mollano facilmente quello che piace molto.
È la sorella di…? E allora? Tutte le donne sono sorelle, figlie, parenti di qualcuno. Se le cose vanno male avrai comunque il tuo amico. Se vanno bene, un cognato con cui guardare le partite (con birra e rutto libero) divertendoti davvero. L’unica avvertenza è non raccontargli le eventuali acrobazie della sorella tra le lenzuola: potrebbe non apprezzare.

Quindi, detto fuor di metafora, buttati. Con calma e pazienza, senza precipitare le cose, ma con fiducia.
E tienici aggiornate.
Baci
C&M

C: Ecco, amica, siamo state brave e simpatiche.
M: Giusto. Posso aggiungere come PS “e se ti va male passa per Trento che non si sa mai” o fa troppo disperata?
C: Mah…
M: Uff…

martedì 20 ottobre 2009

Raccolta differenziata

Quando ... arrivi a casa e trovi, davanti al portoncino, tre bidoncini nuovi nuovi e dai colori differenti e millemila sacchetti. Praticamente il kit completo per la raccolta differenziata


... bene... il comune si sta preoccupando del nostro futuro. Evvia la salvaguardia dell'ambiente.



Quando ... per leggere tutto l'opuscolo che illustra come effettuare la raccolta e in che giorni portare fuori il sacchetto ci metti un'intera serata e prendi pure appunti per cercare di non dimenticare nulla


... bene... il comune si sta preoccupando del nostro futuro. Evviva la salvaguardia dell'ambiente.



Quando... sei in cucina con in mano il cartone del latte vuoto e ti assalgono i dubbi. Andrà nella carta o nel residuo? In un impeto di rabbia ti verrebbe voglia di mangiartelo piuttosto che doverlo gettare ... ma poi pensi


... bene ... il comune si sta preoccupando del nostro futuro. Evviva la salvaguardia dell'ambiente.



Quando... alle ore 06.12 il camioncino che raccoglie l'umido si incastra nella stradina sotto camera tua emettendo quel BEEEEEP BEEEEEP assordante e acusticamente inquinante tipico della retromarcia. Il tutto mentre ti stai godendo la mezz'ora di nanna prima della sveglia dopo una notte praticamente in bianco


... ma vaffanculo al comune... che si faccia i cazzi suoi e non vada a pensare al futuro ... e si fotta anche la salvaguardia dell'ambiete... oh!!!

venerdì 16 ottobre 2009

Ipse dixit

La vostra Cally è tornata in piena attività scolastica: ecco una raccolta di perle del primo mese di scuola. Considerando che ne mancano ancora otto l’annata promette benino…


Traduzione di latino
Versione corretta: «Cesare mandò quattro coorti di soldati cetrati sul monte, che era a detta di tutti altissimo»
Versione della studentessa disperata: «Cesare mandò quattro suonatori di cetra sul monte che era sotto la protezione dell’Altissimo».


(servirebbe a me, quella protezione lì…)


Geografia che passione!
C: Manfredi muore nella battaglia di Benevento. Chi sa dov’è Benevento?
Studentessa: In Francia!
C: Certo, vicino a Parigi, no?
Altro studente: Ma no, fa provincia! Prof, è in Umbria, vero?


(Inizio a rimpiangere l’Altissimo…)


Storia no problem
C: Chi si ricorda di cosa era imperatore Federico II?
Studente: Di Prussia?
C: Certo, nel Medioevo la Prussia era la potenza egemone. Peccato non esistesse.
S: Ma io parlavo di Federico II di Prussia!
C: Rimbambito, stiamo facendo Dante, secondo te poteva parlare di uno che vive nel Settecento?
S: Ah no, non ci avevo pensato.


(Dante o Nostradamus? Mah…)


Maestro di retorica
Studente: Bè, praticamente, Virgilio ha il compito di tirare su Dante dall’Inferno e portarlo su per il Purgatorio.
C: Scusa, potresti usare dei termini meno orrendi ed esprimerti da aula scolastica e non da bar?
Studente (serissimo): Non va bene «Inferno»? (


No comment)


Situazione equivoca S
tudente parafrasa Dante: «l’uccello del paradiso, ossia l’angelo… Eh, Dante lo chiama uccello, ma perché ha le penne e le ali, no? Insomma, l’uccello gli arriva vicino e lui lo vede sempre più grande ed è talmente bello che non lo riesce a descrivere…»


(Signore, fammi rimanere seria, fammi rimanere seria, fammi rimanere seria… ahahahahahahahahahah!)



To be continued…

giovedì 15 ottobre 2009

Come ti abbordo alle poste...

L'altro giorno la vostra Mafy si è recata alle poste in compagnia di Cugino. Vi chiederete ... "e a noi che ce ne frega?"
In effetti l'essere andata alle poste non è un evento di grande interesse pubblico ma il fatto che con me ci fosse l'essere di cui vi ho parlato un paio di giorni fa ha reso l'esperienza degna di essere raccontata.
Baldanzosa e felice con il mio numeretto recante il numero 32 mi metto diligentemente in fila. Cugino ha il numero 33.
E' il mio turno, mi avvicino al bancone e chiedo al gioioso e scarsicrinito impiegato di poter attivare una postepay. L'uomo prende mille modulini e comincia a compilarli con nome, cognome, data di nascita (maledetto!), indirizzo, numero di telefono ... ecc...
Nel frattempo allo sportello accanto al mio arriva Cugino che comincia a fare le sue commissioni.
Dopo un tempo infinito l'impiegato alza gli occhi dalle sue scartoffie e mi dice: "Signorina, le spese per l'attivazione della carta sono pari a € 5,00. Le vuole scalare dall'importo che ha caricato o le paga a parte?"
M: "Le pago a parte, grazie!"
In quel momento, cugino mette la mano in tasca, estrai cinque monetine da un euro e appoggiandole davanti a me esclama: "Ecco, cucciolo. Mi avanzavano e mi stavano in mezzo ... te le pago io"
Occhi sbarrati dell'uomo senza capelli difronte a me.
Io scuoto i capelli e sorrido.
L'uomo continua a guardarmi con occhio da pesce lesso ...
Avendo pietà di lui confesso l'arcano.
M: "no, guardi ... lui è mio cugino ... è stato carino soltanto per legame parentale."
Raggio di luce negli occhi del mio interlocutore... che improvvisamente tenta di fare il simpatico.
I: "ahhhh ... e io che pensavo conquistasse gli uomini così!"
M: "no, guardi ... magari ... fosse così passerei tutto il giorno alle poste!"
I: "ahahahahahahaha"
Cazzo c'è da ridere gioioso impiegato postale? Ridi della mia derelittaggine? Non ti azzardare, sai!
I: "mah... sicura che questa non è già la sua decima postepay?"
M: "eh???"
I: "solo quelle di oggi, ovviamente!"
M: "??????"
I: "beh, signorina, questa è la sua carta..."
M: "grazie"
I: "allora ci rivediamo tra poco... alla sua prosssima postepay!!! ahahahahahahaha"
... ho crato un mostro. Lo preferivo quando mi guardava con l'occhio pallato.
E poi... ma farsi i cazzi suoi, no?

martedì 13 ottobre 2009

Quando la filosofia...

M: Amica, io lo ammazzo.
C: Chi?
M: Come chi? La meraviglia deficiente. Se fa un’altra cosa come quella di ieri giuro che lo strozzo a mani nude.
C: Amica, rilassati: tanto prima o poi tutto gli tornerà indietro.
M: Ma come fai a farti scivolare addosso tutto? Insegnami, perché io ci sto lasciando il fegato.
C: Atarassia, cara.
M: Oh, mi dispiace. È contagiosa?
C: Dai, somara, lo dice Epicuro: ciò che non mi tocca non mi fa male. «Se il male è lieve, il dolore è sopportabile, e non è mai tale da offuscare la gioia dell'animo; se è acuto, passa presto; se è acutissimo, conduce presto alla morte, la quale non è che assoluta insensibilità. E i mali dell'anima? Essi sono prodotti dalle opinioni fallaci e dagli errori della mente, contro i quali c'è la filosofia e la saggezza».
M: Tu sei completamente andata. Non è che domani ti trovo a meditare nella posizione del loto?
C: Ho detto Epicuro, non Buddha.
M: Mi sta simpatico l’amico Epicuro. Anche se per noi dovrebbe chiamarsi EpiCULO. E come faccio per imparare? Lo devo scomodare con una seduta spiritica?
C: Ti presto il libro di filosofia, se vuoi.
M: Meglio «Il Diario di Bridget Jones», che almeno faccio due risate…
C: Guarda che lo dice anche Enrico Ruggeri in una canzone, comunque, che il principio funziona.
M: Ossia?
C: «Se il gioco si fa duro, tu chiama Epicuro…»
M: …
C: Non ti piace la mia versione?
M: Ti dico solo che preferisco quando mi canti i Pooh.
C: «La prima volta l’amoreeee, proprio quiiiii… In casa miaaaa…»

venerdì 9 ottobre 2009

Biglietti d'auguri

Dopo la penosissima scelta dei regali di compleanno per la brigata degli ottobrini, le vostre derelitte se ne sono andate a scegliere i bigliettini. In mezzo alla solita bolgia di orsetti, coniglietti, panteganine augurali, i loro occhi sono stati attirati da una serie di biglietti in plastica semitrasparente con sopra scritte delle poesie. Da donne glamour e sempre attente alle ultime novità, non potevano farsi scappare i dettagli.

C: Amica, guarda come sono belli.
M: Cariniiii… Costeranno otto euro l’uno, come minimo?
C: 4 e cinquanta. Vediamo cosa c’è scritto…

E leggono il primo, accompagnato da elegantissima banda laterale viola.

“Gorilla tra i giganti
proteggimi la vita
di muscoli ne hai tanti
li stringo con le dita.
Con te mi sento OK
Perché nessuna lei
Può prendere il mio posto:
per questo tu sei tosto”.

C: Amica, è uno scherzo, vero?
M: Saremo su Candid Camera. Ma come cazzazzo si fa a scrivere una cosa così?
C: Che poi, volendo proprio, “proteggimi la vita” è sbagliato, ci sono due complementi oggetto. Ignoranti. Risolvevano tutto con “proteggi la mia vita”.
M: Cally, solo tu puoi pensare ai complementi oggetto con una frase sotto che dice “Di muscoli ne hai tanti, li stringo tra le dita”. È oscena. Posso suggerire cosa stringere tra le dita?
C: Le palle che mi sono appena cadute. Prova a pensare di mandare una cosa così alle meraviglie. Ce lo tirano dietro.
M: E farebbero bene… Dai, leggiamone un altro.

«Pantera sinuosa
dai sfodera gli artigli.
Stanotte sono in vena
Quello che vuoi ti pigli.
Sei la più sexy al mondo
E in più ti voglio bene.
Niente paura, in fondo
Quello che cerchi avviene».

C: Ahh, bè, questo sì che è raffinato. Non vedo l’ora di riceverne uno.
M: Posso glossarlo? Aggiungendo “l’unica cosa che pigli è un bel vaffanculo”?
C: Mi piace. Io anche sul finale metterei “avviene che ti fa culo, vai serena”. Un altro, amica, ti prego.
M: Questo che è rosa Callista, vai…

«Esplode nel mio cuore
la voglia dell’amore.
Io sono qui per te
E tutto avrai da me.
Esplode all’improvviso.
Che grande il tuo sorriso!
Mi sembri già d’accordo:
andiamo su da me?»

M: Tutto sto casino per dire “vorrei darti due colpi”? Ma benedetto, risparmia fiato e agisci. Come se non bastasse, ci sono ottanta ripetizioni.
C: E poi, mica saranno rime? Ma mia nipote di dieci anni le fa meglio: cuore/amore, te/me… Dante in persona, eh? Ma complimentoni.
M: E poi l’ultima non è neanche una rima: era meglio “mi sembri già d’accordo, ma urla che son sordo”.
C: Esattamente. E poi, non poteva trovare un modo più carino di definire il sorriso della donna? «Grande»?
M: Vabbè, meglio il sorriso del culo, va’…

«Gattino che fa ciao
forse altrettanto miao
Gioca con me e vedrai
Cosa so fare mai
Sotto la copertina
Noi ci facciam le fusa
La notte ed al mattino
C’è ancora chi le usa».

C: No, dai, mi rifiuto, è come sparare sulla croce rossa.
M: “Cosa so fare mai»? Una figura di merda, fai, a mandare un biglietto come questo.
C: Ma scusa, poi cosa vuol dire il finale? C’è ancora chi usa le fusa? Ossia?
M: A me lo chiedi?
C: Se lo facevo scrivere da un mio studente ubriaco forse veniva fuori qualcosa di meglio.

«A te non ti conosco…
Così sorrido e chiamo
Lo sguardo non più losco
E gli occhi avviciniamo.
C’è allora la scintilla
Che solo noi vediamo
Perché negli occhi brilla:
ci provo e poi ti amo».

M: Non ho parole.
C: A TE NON TI CONOSCO??? Ma questo ha fatto almeno le elementari?
M: Amica, non soffermarti sulla grammatica: vai oltre. Interpreta. Questo non conosce lei, la chiama, scatta la scintilla, ci prova e si amano.
C: E quindi?
M: E quindi è fantascienza! Anche in questo caso era meglio «per non sbagliarmi ti trombo, poi ci penso, non voglio legarmi, però ti voglio bene».
C: Non ci sono le rime.
M: Scusa.
C: Facciamone uno per tutte le donne derelitte.
M: Da mandare alle meraviglie?
C: Ovvio…

«Meraviglie rintronate
siamo stufe di cazzate.
O ci amate per davvero
O con l’odio più sincero
Vi diciamo a muso duro
Tanti auguri e VAFFANCULO!»

M: Abbiamo un futuro, eh…
C: Creatrici di biglietti di auguri. E noi che volevamo fare le scrittrici…

giovedì 8 ottobre 2009

Gioco di società

Le derelitte sono al centro commerciale insieme all’amico masculo Denì. Obiettivo del giorno: toccare tutto e trovare otto regali per otto compleanni tutti nel mese di ottobre. Alla faccia di chi non fa girare l'economia.
Dopo aver girellato per tutti i negozi e aver fatto finta di avere le idee chiare, i tre eroi risalgono le scale mobili. Callista apre la fila, con dietro Mafalda e in fondo Denì.

C: Io apro la fila, così vi mostro il culo. Che è proprio un gran bel culo: vuoi toccare, amica?
M: Certo!

E paff, una pacchetta sul sedere a Callista da parte di Mafalda.

D: E chi sono io, il figlio della serva? Voglio toccare pure io.

E piff, una palpatina all’altra chiappa.

C: Ehhh, ma che bello, eh, il nuovo gioco dell’autunno: “Tocca il culo alla Cally sulla scala mobile”, ah ah ah.

E fin qui niente di male: se non che non eravamo gli unici avventori nel centro commerciale. E neanche sulla scala. Alle spalle di Denì, infatti, c’era un baldo giovine tutto preso ad ascoltare e guardare il nostro momento di demenza.

La Cally incrocia il suo sguardo interrogativo, poi il giovine allunga la manina e dice: “Posso giocare pure io?”.

C: No, bisogna iscriversi.
G: E dove?
C: C’è una lista d’attesa molto lunga. Lei è la mia manager (e indica Mafalda)
G: Ah, ma io tocco pure lei, nessun problema.
M: Buongustaio… Ma no.
G: Ah, peccato…

E anche per questa settimana, la nostra brava figura di merda l’abbiamo fatta. Evviva.

lunedì 5 ottobre 2009

... questione di lettera...

Dialogo via sms.

C: Amica... andiamo a bere un caffè?
M: Ovvio... dammi solo il tempo di andare in porta e poi sono libera.
C: Dove devi andare?
M: In posta ... devo fare una commissione con Cugino.
C: ahhhh ... mi era arrivato il messaggio con scritto porta.
M: Aiutooooooo!!! ho il T9 anarchico. Ora mi occupa il telefono e mi dipinge il display con delle scritte ...
C: smettila!
M: ahhhhh ... e poi adottera un cane tamagotchi e mi diventerà un punkabbestia...
C: amica... tu sei scema.
M: lo so ... ma è per quello che mi vuoi bene!

venerdì 2 ottobre 2009

La salsiccia della felicità ...

L'altro giorno la vostra Callista è andata a fare un giretto alla manifestazione "Autunno trentino".
Per coloro che non sono della zona, trattasi di due fine settimana in cui per le vie di Trento si trovano stand, punti ristoro e angoli di cucina tipica: ovviamente appuntamento irrinunciabile per me che sono golosa come non mai.
Dopo aver assaggiato l'impossibile, la mia scelta di acquisto si è fermata su una crema di radicchio per accompagnare i formaggi, una bottiglia di sciroppo di sambuco e una ottima lucanica della val di Fiemme.
O meglio, la mia scelta si sarebbe fermata sulla lucanica.
C: Salve, gioioso ristoratore nonchè produttore di speck e affini, mi darebbe per favore una lucanica di questa che ho assaggiato?
GRNPDSEA: Orca boia, l'ho finida (tradotto dal trentino "Acciderbolina, l'ho terminata").
C: Ohibò. E quindi?
GRNPDSEA: G'ho quella de caora ("Ho quella di capra")
C: Eh, no, la capra non la digerisco.
GRNPDSEA: Allora g'ho el salamin ("Allora ho il salamino").
E mi mostra un salsicciotto stagionato piegato a U, dimensione circa 25 centimetri. Mi fa assaggiare la delizia, mi convince e la prendo. L'omino si gira e toglie dalla parete un salsicciotto, ma non piegato a U: tutto bello dritto e quindi lungo circa 50 centimetri.
Io non penso all'osceno paragone, presa come sono dall'euforia dell'acquisto. L'uomo mi incarta l'attrezzo e io lo infilo in borsetta: poi me ne vado felice e garrula in giro per Trento a finire il mio shopping.
Ora, non può una ragazza andare in giro con una cosa di forma vagamente fallica in borsa? Pare assolutamente di no: nel giro di 20 minuti ho collezionato una serie infinita di sguardi interrogativi nella direzione della borsa, tre gomitatine tra amici condite da risate e battute che per fortuna non sono riuscita a cogliere e un "Bionda, complimenti!".
Alla faccia della discrezione dei trentini.Ho risolto il problema piegando il salsicciotto a metà e occultandolo nelle profondità della borsa: mangiarlo tutto sul posto mi pareva eccessivo per il mio povero fegato.
Per fortuna non ho comprato una baguette, sennò mi si riempiva tutto di briciole.