martedì 29 settembre 2009

Ora tutto torna...

Ieri ho fatto una scoperta epocale.
Rullino i tamburi e squillino le trombe ... Ho capito il perchè il pianeta porco bastardo mi è così affezionato.
La risposta è semplice e sibillina allo stesso tempo: sto pagando il comportamento sentimentale bizzarro di un mio parente.
Spiego.
La vostra Mafy è dotata, oltre che di lunghi capelli biondi, di un sorriso smagliante, di due occhi blu cobalto (... ero altro ora vedo a macchie blu... questa la capiranno soltanto i patiti dei Negramaro), di una simpatia innata e di una modestia assoluta ... ok la smetto, chiedo perdono!
...dicevo ... oltre a tutte queste meravigliose cose è dotata anche di un cugino.
Cugino che da un po' di anni vive, lavora e combina danni in quel di Londra.
Dello stile di vita inglese ha adottato il look, l'aplomb nel colloquiare (quando fa il serio) e la stravaganza nell'alimentarsi ma ha mantenuto la stortaggine tipicamente italiana per quanto riguarda i rapporti amorosi.
Ora... Cugino frequenta da un bel po' una ragazza inglese. Lei molto carina, molto glamour, educata, affermata nel lavoro. La classica brava ragazza indipendente che non rompe le palle. Lei lo ha portato a casa e l'ha presentata ai genitori lui ha fatto altrettanto portandola a Trento a conoscere noi e il Nettuno.
Improvvisamente Cugino si rompe della situazione e decide di chiudere.
Come???
- Parlando tranquillamente a lei spiegandole che non se la sente più di portare avanti la relazione?
NO
- Portandola fuori a cena cercando di attenuare il dolore di lei con delle parole carine?
NO
- Invitandola un week end lontani da tutto e tutti per cercare di risolvere la questione?
OVVIAMENTE NO
Il mostro l'ha lasciata via mail. Scrivendole la seguente frase: "Ci ho pensato. Non è che non ti voglio bene ma non fai parte dei piani della mia vita. Ciao"
93 caratteri (spazi e punteggiatura inclusi) per chiudere una relazione.
Quando Cugino mi ha raccontato la cosa l'ho guardato sbigottita e l'ho riempito di insulti. L'istinto sarebbe stato quello di legarlo e togliergli le sopracciglia una ad una (per farlo soffrire) ma l'animo da derelitta e il fatto che gli voglio un gran bene mi hanno fermata.
Ora, caro pianeta porco bastardo, so che con me hai una certa confidenza e quindi ti è più facile scatenarti sulla mia vita privata anzichè su quella di uno sconosciuto ... MA ... non è carino che io paghi per la balordaggine di quel mostro chiamato Cugino.
Quindi ... se proprio devi sfogarti fallo con lui... fagli incontrare una tizia che lo fa innamorare e poi lo abbandona biecamente, una che lo fa ammattire e poi gli fa culo... insomma vedi tu che fare ma lascia stare me, per carità.
Ahhhh ... per riconoscerlo nessun problema; è quello che in questi giorni gira per Trento con i capelli strani... lui li spaccia come english style... ma in realtà sono solo spettinati!



giovedì 24 settembre 2009

In diretta da Trento

Negli ultimi giorni, in cui le derelitte sono state un po' assenti dal blog, sono successe in quel di Trento tante cose.
1. Callista ha rotto di netto l'unghia dell'indice destro nel cassetto della cattedra; Mafalda, invece, ha sul piede una bolla causata dalla scarpa da ginnastica maledetta. E poi non diteci che i tacchi fanno male.
2. I no global hanno occupato un asilo per farci un centro autogestito: mentre Callista ridacchiava sotto i baffi (che non ha, ma si dice così), Mafalda commentava acida: "Ma perchè io devo pagare l'affitto? Adesso occupo il Castello del Buonconsiglio, e che qualcuno mi venga a dire qualcosa!"
3. Gli sbalzi di temperatura creano dei problemi seri nell'abbigliamento: qualcuno può far tornare l'estate perenne?
4. Tornare in una scuola dove ti conoscono già ha i suoi vantaggi ma anche gli svantaggi: come essere investita dei ruoli che nessuno vuole. Callista, ad esempio, è già referente del gruppo teatro, responsabile dello spettacolo dei professori e organizzatrice della gara di lettura. Il prossimo passo sarà organizzare il torneo di briscola per i bidelli.
5. Allungare per cause di forza maggiore (leggi malattia) le vacanze e prendersi un'altra settimana di ferie è assolutamente pernicioso: Mafalda, infatti, sta lavorando una media di 10 ore al giorno compreso il sabato. Ormai ha fatto amicizia con le signore delle pulizie, di cui, probabilmente, prenderà il posto a breve.
Per il resto, tutto benissimo.
C&M

mercoledì 23 settembre 2009

Facebook ...

Derelitte su FB davanti allo stesso pc (quello di Callista)

M: Amica, che cavolo di applicazione hai tra i preferiti?
C: Quale? "I consigli di Giuliano Sangiorgi" o "la salsiccia della fortuna"?
M: No no, non far finta di niente. Quella. Io leggo "Scopri quanto sei zoccola".
C: Oh madonna, e questa da dove arriva?
M: Seeee, brava, fai la finta tonta.
C: No, giuro che non l'ho messa io.
M: Ma smettila. Spostati ... fammi vedere quanto hai totalizzato.
C: Ma perchè?
M: Perchè voglio farla pure io, ovvio!!!

martedì 22 settembre 2009

Ah, scella...

L’altro ieri la vostra Cally era, come accade un po’ troppo frequentemente negli ultimi tempi, a letto con la sua meraviglia. Mi stupisco pure io di tanta inaspettata e immeritata fortuna: infatti per sicurezza e come precauzione sto sempre con la testa rivolta verso l’alto (giusto per controllare che un meteorite non mi frantumi il cranio) e con una mano sul culo, che non si sa mai (sempre perchè sono raffinata, no?).

Ma torniamo a noi e ricreiamo la scena: Callista bella, magrissima, abbronzata e sexy (e che me frega, tanto voi non c’eravate, dovete credermi sulla parola) e la meraviglia a fianco, girata a pancia in su che guarda il soffitto.

A un certo punto l’uomo rompe il silenzio:

LUI: Cally, posso chiederti di fare una cosa?



Guardando il suo occhietto malizioso e il contesto, come dire, orizzontale, ho iniziato a immaginare le peggiori cose: tipo «ti vesti da Wonder Woman e ti getti dall’armadio?» oppure «Posso infilarti qualsiasi cosa in qualsiasi pertugio?».

Ma una vera derelitta non si scoraggia di fronte a nulla: e meno che mai osa contraddire la meraviglia. Come insegna Mafalda, si inclina la testolina, si sbattono gli occhioni e si risponde:

«Dimmi, meraviglia mia, cosa vuoi?»



LUI: Mi gratti le ascelle?



Inutile dire che non ho resistito a cotanta sensualità: infatti sono rotolata giù dal letto a forza di ridere.



LUI: Ma Cally, cosa ridi?

C: Ti pare? Non puoi chiedere a una donna di grattarti le ascelle!

LUI: Ma io intendevo i grattini qui sul fianco… Fino su al braccio…

C: Appunto! Non si può né sentire né fare!

LUI: Ma mi piaceeee…



Inutile dire come è andata a finire la cosa: LUI con le braccia sollevate a gongolare e io a grattare. Unico neo? Il deodorante della Dove, quello roll-on, non va molto d’accordo con la french manicure appena fatta: praticamente, per non so quale reazione chimica, la corrode (il che apre singolari interrogativi sulla sua composizione, ma tanto io uso quello spray, ah ah ah).

Per il resto, speriamo sia l’unica parte pelosa che mi toccherà grattare: testa esclusa, ovviamente.

lunedì 21 settembre 2009

Dilemma...

Oggi ho un dubbio amletico che mi attanaglia quindi vengo a cercare il vostro aiuto.
E' meglio:
- essere felice percè è finito un week end che definire, brutto, noioso, orribile, terrificante e di merda è assolutamente un eufemismo
- essere disperata perchè è lunedì e mi aspetta una settimana assai assai assai difficile???
Ohhhh ... sono problemi!
Buona settimana a tutti.
Baci
M.

mercoledì 16 settembre 2009

... il sogno di un bambino è andare a Gardaland

Qualche giorno fa la vostra Mafy è andata a Gardaland.
Ho approffittato della voglia incontrollabile di UABPAS (a tal proposito urge trovare un nome a quest'uomo meraviglioso ... UABPAS pare tanto una pillola contro gli spasmi intestinali... e non è elegante) di andare a mettersi in fila assieme a millemila bambini ululanti, di passare ore e ore al caldo, a camminare chilometri e chilometri sotto il sole e sono andata nella casa di Prezzemolo.
Vabbè ... ve lo confesso... per convinvere l'uomo a portarmi ho usato una tattica di un garbo, di una raffinatezza e di una grazia pari soltanto a quella di una principessa: per mesi gli ho frantumato le palle chidendogli "andiamo a Gardaland? andiamo a Gardaland? andiamo a Gardaland?"
Per quanto becera, la tecnica ha funzionato e ci siamo divertiti tantissimo.
La giornata mi ha regalato, oltre a numerosi picchi di adrenalina pura, delle risate fino alle lacrime e un male ai piedi da competizione, delle perle di saggezza che voglio condividere con voi:
1. mettere una bottiglietta di coca cola in freezer e usarla come ghiaccio, risparmiando quindi spazio nello zainetto termico, è un'idea geniale. Finchè non si decide di bere la suddetta bevanda che ha la bizzarra tendenza ad "esplodere". Sciegliendo, ovviamente, di indirizzarsi sulla canotta bianca della derelitta anzichè sulla maglia colorata di UABPAS.
2. i ragazzi dai 12 ai 16 anni puzzano in maniera imbarazzante. Trovarsene tre davanti in fila è un'esperienza che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico.
3. va bene essere donna glamour... ma andare a Gardaland in vestitino di chiffon e sandalo bon ton è una cosa che non s'ha da fare. Ne sa qualche cosa una ragazza che scendendo da un'attrazione si è sentita fare i complimenti, da parte di un gruppo di ragazzi, per le mutande che indossava.
4. Fare un'ora di coda e sentirsi dire che non si può salire sulle montagne russe perchè tuo figlio non arriva al metro e venti è una cosa frustrante. Lo ricorda ancora la ragazza che lavora alle giostra "mammut" che ha fermato una famigliola veneta. Il padre l'ha ricoperta di insulti ...metà dei quali assolutamente incomprensibili ma dal tono si poteva facilmente intuire che non si stava complimentando con lei per come le stava la divisa color cacca di mammut (per stare in tema, ovvio)
5. UABPAS è molto più elegante della vostra derelitta. Mentre scendevamo, ancora shakerati, da "Sequoia adventure" un mostro che ti mette tre volte a testa in giù, UABPAS se ne esce con un candido: "... certo che questa cosa è proprio anomala". Anomala? Anomala??? Beh... a dire la verità non era esattamente il mio pensiero. L'aggettivo che avrei usato per descrivere la sensazione di essere appesa come un fiore pronto per essere essiccato (non sarò elegante ma sono romanticaaaaa) era ben lontano da "anomala". Mi sarei espressa utilizzando degli insulti ancora sconosciuti ai più... certo... avrei potuto farlo se le mie corde vocali fossero state al loro posto e non fossero ancora attaccate al cervelletto...
6. entrare nella Fantasy Kingdom (l'oasi per i più piccoli), guardare tutto con gli occhi estasiati da bambina e pretendere di fare una foto vicino ad un albero parlante crea una reazione strana in UABPAS. Il soggetto si allontana, scuotendo il capo e mormorando tra se e se "ma perchè??? non poteva capitarmene una normale???"
7. distrarsi, anche un nano secondo, mentre si è su blue tornado (la montagna russa senza pavimento, con i piedi liberi) non è una bella cosa. Ecco la scena. E' calata la sera. La derelitta sale per la terza volta di seguito (della serie... facciamoci male) sull'attrazione in questione. Si parte. Si affronta la salita. Proprio un secondo prima di essere catapultata nel vuoto si gira verso UABPAS dicendogli "uhhh guarda che bella la luna"... ma in un secondo il mondo è ribaltato e la derelitta, distratta, non è riuscita a posizionarsi bene sul sedile. Risultato: la binda chioma derelitta sbattacchia come una pallina da ping pong sulle protezioni gommapiumate. Se sono più scema del solito sapete il perchè.
8. Se avrò una figlia, dai sei anni andrà in collegio. Questo per evitare che sia protagonista di una scena vista mentre aspettavamo di entrare al cinema 4D. Lei: 13 -14 anni, minuta, carina, vestita all black. Maglietta tutta traforata e trasparente sulla schiena. Tatuaggio finto di un teschio sul polso, Capelli lunghi con dei fermagli sbrilluccicosi e borsina di Titti. Della serie "vorrei essere trasgressiva ma sto ancora facendo le prove". Lui: qualche anno più grande. Capelli rossi un po' lunghi e pizzetto stile capra. Una scarpa arancio e l'altra verde, pantaloni con attaccate mille catenelle. Numero indefinito di orecchini. Stanco di aspettare e accaldato il ragazzo decide di togliersi la maglietta scoprendo quattro peli sparuti sul petto e l'elastico dei boxer... fucsia. Lei tenta di fargli capire che forse è poco carino mettersi a petto nudo. Lui, per tutta risposta, le tira la maglietta e le fa un rutto in faccia. Si, si, si, si ... se mai avrò una figlia dai sei anni la mando dalla signorina Rottermaier... così la tengo lontano da tizi di questo genere. Sia mai ... non per essere intolleranti... ma io non ce lo voglio un genero che durante la cena di Natale mi rutta in tavola. E poi, con tutto quel ferro addosso, se ci fosse un temporale, saremmo a rischio fulmini.
9. Andare a mangiare da MacDonal dopo una giornata a Gardaland non è un'idea da premio nobel.
10. UABPAS mi piace proprio un sacco. Ma questo lo sapevo anche prima di Gardaland. Ovviamente, ora che l'ho detto lui farà culissimo spinto. Ma sono sempre dettagli ...

lunedì 14 settembre 2009

... Che barba, gianni!

Salento: le derelitte, Giogio e Roxy sono in macchina in direzione Gallipoli.
Sono le undici di sera passate da un po', e se ne stanno andando a ballare, con i Negramaro a manetta nell'autoradio (il cd, non il gruppo vero).
Al volante c'è la Mafy, con al suo fianco Giogio: dietro Callista e la fanciulla coi capelli più luccicanti del web (e non usa neanche il balsamo, la sciagurata).
A un certo punto Mafalda sbaglia uno svincolo, grazie alla meravigliosa segnaletica salentina: e in un nanosecondo ci ritroviamo in mezzo alla campagna, in una stradina che più buia non si può. Cerchiamo una piazzola per girarci, ma ecco che improvvisamente i fari illuminano una cosa bianca in mezzo alla strada.
G: E cosa culo è quella cosa bianca?
M: Una marmotta? (la tipica marmotta bianca del Salento, ma noi siamo gente di montagna...)
C: Nooo, non è una busta della spesa? (Cally, cambia le lenti a contatto)
R: Ma perchè non c'è campo qui, che non prende il cellulare? (giustamente la fanciulla ha una vita sociale, sai cosa gliene frega di cosa c'è in mezzo alla strada...).
Ma ecco che a Giogio viene l'illuminazione: "Ma nooo, è un barbagianni!". Ma certo, come abbiamo fatto a non pensarci? A Trento è pieno così di barbagianni in strada, in effetti.
Mafalda rallenta e fa i fari: il pennuto ci guarda (se avesse avuto le mani ci avrebbe fatto sicuramente un dito medio).
Mafalda rallenta ancora e suona il clacson: lui è impassibile e appare il fumetto "Ma che cazzo volete, donne?".
A quel punto la saggezza tarantina si fa sentire: "Vai, Mafy, che poi si sposta, non preoccuparti".
Ma puntare contro un pennuto è troppo crudele anche per le derelitte: fosse stata una meraviglia che fa culo non avremmo avuto dubbi, dritti alla meta e poi prima-retro-prima-retro fino a compimento dell'impresa. Ma il povero barbagianni che colpa ha? A parte avere un nome balordo e l'aspetto di una marmotta albina in una busta della spesa non ha fatto niente di male... Quindi ecco che Mafalda decide di allargarsi un po' sulla sinistra per evitare l'eventuale impatto: ed ecco che Gianni (Barba per gli amici), smadonnando per l'incomodo procuratogli, si alza in volo mandandoci a quel paese. Ma nell'enfasi dell'insulto, Barba sbaglia clamorosamente traiettoria e... SBAM! Si schianta sul finestrino del passeggero davanti.
Noi tutte, che nell'animo siamo animaliste, abbiamo pensato immediatamente una cosa sola: "Cazzo, per fortuna che il finestrino era chiuso, sennò ci entrava in macchina". Per la serie, muori pure, barbagianni che non sei altro, ma guai a te se ci svolazzi per l'auto, che vanno penne dappertutto e ci rovini la piega.
Dopo il primo momento di sbandamento, comunque, ci siamo subito girate a controllare: ma avevamo svoltato dietro una curva, e del barbagianni nessuna traccia. Ecco però una piazzola per fare inversione: Mafalda fa manovra, e intanto parliamo concitate.
G: Oddio, non sarà mica morto?
C: Madonna, abbiamo seccato un barbagianni. Sarà mica specie protetta? Che ci denunciano?
R: Oh, guarda, adesso il telefono prende.
M: Ma va', dai, non gli abbiamo fatto nulla. Ci ha preso di striscio.
La voce della verità: infatti, rifacendo la curva, abbiamo distintamente visto sul ciglio della strada un fagotto bianco di penne.
G: Oddio, è morto. Siamo delle barbagiannicide.
M: Ma nooo, dai, l'avremo solo tramortito. Eh.
C: Esatto, poi volerà via.
G: Santi culi, che brutta cosa.
M: Povera bestia.
C: Se lo impagliamo e lo mettiamo sul caminetto di casa? Che tanto, più kitch di così...
Ma ecco che Roxy ha dato la soluzione a tutto.
R: Secondo me era una busta della spesa.
Rimozione dell'evento. Ecco la via...
G: Assolutamente. Non è mai successo nulla.
M: Giusto.
C: E poi, se lo dice lei, che è giovane e ha una buona vista... Firuliiiii, firulaaaaa...
(per la cronaca, e per non fare scatenare le ire degli animalisti, ci siamo poi girate ancora e siamo tornate a vedere lo stato di salute del pennuto... Che in tre minuti era scomparso. Non siamo delle assassine... Non ancora, almeno.)

giovedì 10 settembre 2009

Ma dove va a finire il fiumeeee...

Ok, è vero che le derelitte sono donnine pretenziose e pure esigenti. Ma questa volta abbiamo di che lamentarci riguardo a una categoria di uomini: quelli che pensano che per abbordare una donna in discoteca serva chissà quale frase ad effetto o chissà che messa in scena. No, cari uomini, niente affatto: tanto lo sappiamo che se ci rivolgete la parola in un locale non è per chiederci dove abbiamo comprato le scarpe. Volete rimorchiarci.
E allora tanto vale essere semplici: ciao, come ti chiami, da dove vieni, posso offrirti qualcosa da bere, sei fidanzata. Fine. Le fanciulle vi faranno capire subito se c’è trippa per gatti. Lanciarsi i
n pericolosi discorsi che mirano all’originalità è una bomba a orologeria: che il più delle volte vi scoppia in mano… O siete dei geni della dialettica oppure meglio restare sul banale. Come diceva un famoso teorema (?), cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Ma a voi il risultato interessa. Fate operazioni semplici, c’è meno rischio di sbagliare! Dopo la dissertazione astratta, ecco l’esempio concreto.

Gallipoli by night: le derelitte e Giogio sono in un lido a ballare. È serata solo musica italiana: si canta a squarciagola e si danzano sulla sabbia tutte le peggiori canzoni della storia, dal Ballo del qua qua al Giocagiuè. Improvvisamente accanto a noi fanciulle - per altro con top rispettivamente rosso, bianco e verde, manco a farlo apposta - si materializza un gruppo di ragazzi vestiti in maniera bislacca: un misto tra Pinocchio (per via dei pantaloni
a mezzo polpaccio) e il principe di Galles (per le camicie inamidate col collo alto venti centimetri).
Dopo un brindisi all’urlo di «Questa notte è ancora nostra!» (Antonellone Venditti docet), iniziano a puntarci. Uno dei tre, con un tragico aspetto da Nerd, inizia a fissarmi le tette, poi dà di gomito al suo amico e urla, facendo il verso a una nota pubblicità: «Sono finteeeee!». Immenso somaro, tanto per cominciare impara a moderare il tono della voce se sparli di qualcuno, come facciamo sempre noi che vi abbiamo appena rovesciato addosso una quantità di malignità che ne bastava mezza: e poi non osare dubitare della veridicità delle derelitte, che sono tutte naturali: anche i capelli ci crescono naturalmente con le meches, cosa credi?

Faccio finta di niente, aspettando il momento giusto per vendicarmi. Il che si presenta poco dopo: il nerd si avvicina sculettando su non so che canzone e inizia a ballarmi accanto. Tre secondi dopo pesta un bicchiere di plastica di quelli duri: ovviamente scalzo. Credo si sia amputato almeno due dita e una vena, ma ha finto indifferenza e ha de
tto solo «Ops, pensavo di averti calpestato una ciabatta».
Ciabatta? Sia mai, io metto solo tacchi a spillo. Ma ho sorvoltato: «No, era un bicchiere. I miei sandali sono lì».
Lui,
indefesso: «Ah ah ah. Vabbè, potremo pensare di lanciare una nuova moda, no? Un bel sandalo a bicchiere».
E (orroreeeeeeeee) prova a infilare il piedaccio dentro il bicchiere rotto.

Io: «Certo, lo vedo molto comodo».

Lui: «Forse tu che hai il piedino piccolo ci passi. Prova!»

Io: «Ma anche no. Chissà cosa c’era dentro.»
Lui: «Bè, adesso c’è la sabbia».
Io: «Appunto».
E riprendo a ballare.
Ora, una persona con un’intelligenza superiore a un mocio vileda avrebbe colto il mio totale disinteresse all’abbordaggio. Ma invece no, il Nerd ha perseverato riavvicinandosi.

N: «Di dove siete, ragazze?»

C: «Di Trento».

N: «Ah. Ma Trento Trento?».

C: «No, Trento e Trieste».
N: «Eh?».

C: «Niente, ironia storica».

N: «Noi siamo di Parma».

C: «Ah, ma dai? Bella città».
N: «Infatti… Ma mi togli una curiosità? Sai, io passo spesso sopra Trento, perché, non per vantarmi, ma lavoro sugli aerei…»


Certo, pulendo i gabinetti, probabilmente. E poi avevo notato che avevi una somiglianza sputata con Maverick di Top Gun. Potevi pure fare a meno di vantarti…

C: «Dimmi».

N: «Prima
di Trento, dove vedi quella collinetta con su quella cosa bianca…»

Il che mi fa capire immediatamente su che razza di aerei deve lavorare questo per passare a un altezza di 700 metri: gli alianti o gli elicotteri della Playmobil.

C: «Non è una cosa bianca, è il mausoleo di Cesare Battisti».

N: «Sì, insomma, quello. Prima. C’è un fiume».

C: «Che sia l’Adige?»
N: «Nooo, che esce dalla montagna».

Momento di panico: questo vede fiumi che escono dalla montagna a Trento? Sto parlando con un maniaco visionario? Poi rifletto bene. E mi viene in mente questa:
C: «Ma parli della cascata di Sardagna? Dove c’è la funivia?»
N: «Sììì, la funivia!»

C: «Ah, perchè mi sembra tutto fuori che un fiume…»

N: «Vabbè, dai… Quella cosa lì… Mi sono sempre chiesto: ma dove va a finire?»

C: «Cade nel vuoto… E poi finirà nell’Adige, dove vuoi che vada…»

N: «Ah, grazie, mi hai risolto un rebus!»

Un REBUS? Ma sei scemo? A parte il fatto che nessuno mai mi aveva abbordato chiedendomi dove va a finire la "Roza de Sardagna", che è una cosa di una tristezza mortale, ma poi, come parli? Ti posso aver risolto un dubbio, chiarito un interrogativo, svelato una curiosità. Ma il rebus no, immenso pirla, ti chiami Edipo e io ti sembro una sfinge? No! Anche se adesso come adesso vorrei tanto divorarti…
(Se non si fosse notato Callista odia le persone che non usano i sinonimi nel modo giusto. Ok, è acida e antipatica. NdA)
A questo punto chiunque se ne sarebbe andato: ma io no, perché sono cattiva e vendicativa, oltre che acida e antipatica. Quindi è scattata l’ora della rivincita.

C (con aria cospiratrice e parlando sottovoce, avvicinandosi all'orecchio del disgraziato): «Bè, già che ci siamo te ne risolvo un altro, di rebus».
N (con bava alla bocca): «Ah sì? Quale?»
C (indicando le sue tette): «Sono vere! Perché ho sentito che prima ti interessava…»

N: …

C: «Ciaooooo!»


E me ne sono andata, scuotendo i capelli.
Ma dove sono finiti gli uomini seri? Sigh.

martedì 8 settembre 2009

e sono soddisfazioni...

Ritornare dopo un paio di settimane di assenza e trovare che nulla è cambiato ha sempre il suo perchè:
- il cane scemo è sempre, irrimediabilmente, più scemo. Quando sono rientrata mi ha fatto innumerevoli feste. Scodinzolii e gioiosi balzelli mi hanno convinta a fermarmi a fargli due coccole seppur insospettita dall'inconsueto comportamento affettuoso. Infatti... tre minuti dopo, mentre ero intenta a fare il secondo viaggio carica come un mulo di valigia, borsa e borsine varie (perchè io vaggio leggera) mi ha abbaiato contro come un forsennato tentando un attacco alla caviglia (prontamente schivato con un elegantissimo balzello laterale)
- la mensolina del bagno che Coinquilino aveva promesso di mettere a posto è ancora appoggiata all'angolino. Questo week end mi farò prendere dal sacro fuoco del fai da te e affronterò la missione "tenta di rendere il bagno un posto migliore dotandolo di funzionale ripiano perchè gli innumerevoli barattoli presenti nella doccia trovino una loro collocazione nel mondo"
- il divano abbandonato da fine luglio in fondo alla stradina che porta a casa, fa ancora sfoggio di se. In fondo... tra qualche tempo inizia la champion league... forse hanno intenzione di mettere un maxi schermo nella via per creare un soggiorno collettivo dove guardare tutti assieme la partita. mah ...
- la collega stronza non si smentisce mai. Ieri appena mi ha intravista si è fiondata alla mia scrivania esordendo con un "ahhhhh sei tornata. Ma ti vedo un po' sciupata... non ti hanno mica fatto bene queste ferie! Comunque c'è un problema da risolvere al più presto. Ti ho scritto una mail". ... Buongiorno anche a te orrida creatura munita di gonna (che ti fa un culo enorme, ndr). Grazie del bentornata. Ne sono rimasta commossa. Spero di vederti spesso durante la giornata. Si... Non alla mia scrivania... Ma sul corridoio ... In direzione bagno ... Colta da un attacco di colite ... e buon lavoro anche a te!!!
In compenso ci sono delle mirabolanti novità che hanno rallegrato notevolmente il mio ritorno:
- hanno smantellato Mac Donald. Venerdì sera colta da un attacco di "mangiamo delle insane schifezze prima di ricominciare il ramadam settembrino" mi sono recata al "tempio della caloria incontrollata" e ho trovato tutto tristemente chiuso. Ho dovuto rimediare con un salutare passato di verdura (unica cosa presente nel mio frigorifero...)
- il comune ha mandato degli inviti per partecipare a delle serate informative sul nuovo sistema di raccolta differenziata dei rifiuti. Gli inviti suonano più come minaccia che come convocazione. Ovviamente non parteciperò copiando il comportamento dei vicini (che mi paiono delle personcine ligie al dovere)
- in tv passa una nuova ed entusiasmante pubblicità con protagonisti papà e figlio Facchinetti. Con quel pirla di ex Dj che si limona un modem. Visto questo ... visto tutto.
... quando si può cominciare a fare richiesta per le prossime ferie??? Dite che adesso è un po' prestino??? Voglio scappareeeeeeeee ....

mercoledì 2 settembre 2009

We are back!

Ebbene sì, siamo tornate: è stato il rientro più traumatico della storia delle vacanze delle derelitte, ma a quanto pare siamo sopravvissute. Dopo due giorni di mal di testa, eccoci a ragguagliarvi sulle ferie salentine 2009.
Queste le cose che abbiamo imparato.

1. il Salento in agosto è tutto un altro mondo: si fatica a trovare posto in spiaggia, i bambini ti scavano castelli di sabbia sui piedi, i budelloni ti giocano a pallavolo in testa mentre stai spiaggiata sul bagnasciuga per abbronzarti. Ma la sera tutto si trasforma in un’occasione di divertimento e di sbaraccata. Il che crea un tragico circolo di sonno arretrato, visto che di giorno in spiaggia non si può fare la pennica e di sera si fa sempre più tardi.

2. I cornetti con doppia farcitura di crema e marmellata mangiati caldi a mezzanotte sono meglio di un uomo sexy, alto e profumato (o almeno, ci siamo convinte di ciò).

3. La dicitura «white night» scritta su una riduzione per la discoteca non significa che ci si deva vestire tutte di bianco: farlo e poi circolare come quattro gelataie mette a rischio di commenti come il seguente:

RDP (ragazzo di passaggio): Oh, ma cosa c’è, la fiera del bianco?
Giogiò: Ma vedi di farti i cazzi tuoi.

(Perché noi siamo signorine educate)

4. Essere abbordata in discoteca con la frase: «Ah, ma sei di Trento? Allora puoi risolvermi un dubbio: quella cascata che si vede salendo dall’autostrada sulla sinistra dove va a finire?» è una delle cose peggiori che ci siano mai capitate (ma questo verrà approfondito in un altro post).

5. Ubriacarsi drammaticamente con un Sex on the beach (e ridere come una povera demente facendosi sorreggere da una diciottenne -la bellissima Roxy- che ha bevuto la stessa cosa ma sta benissimo) è veramente umiliante anche per le derelitte.

6. Adottare due gattini salentini di tre mesi è meraviglioso: almeno finché non miagolano alle quattro di mattina davanti alla porta per avere del cibo. Inutile dire che non hanno smesso fino a quando non mi sono presentata con il mio pigiama di Hello Kitty e un piattino di Kitekat. Non so cosa li abbia convinti a smettere.

7. Ballare la pizzica anche se non si è capaci di farlo è bellissimo.

8. Prendere lezioni di guida salentina da Gio, suonando il clacson e imprecando in pugliese, è molto utile: ma adesso dobbiamo ricordarci di essere a Trento…

9. Le friselle dovrebbero essere dichiarate patrimonio dell’umanità.

10. Cavalcare un elefantino gonfiabile in acqua se non si hanno massimo dieci anni fa sì che chiunque si giri a guardare scuotendo il capo. Tzè, tutta invidia.

Ecco qua le prime cose rilevanti della vacanza salentina. Per i risvolti peccaminosi, bè… Dovrete aspettare qualche giorno: almeno fino a quando non li avremo inventati.
Baci baci
C&M