martedì 3 aprile 2007

l'ABC delle derelitte - parte prima A-D

Ecco spiegata la breve latitanza di Callista e Mafalda.
Durante questo week end (e da quì potete notare la tristezza e la desolazione della nostra vita sociale) abbiamo lavorato al nostro vocabolario (Treccani trema) creando un elenco dei termini che utilizziamo abitualmente, con tanto di spiegazione ed esempi, in modo che anche voi possiate entrare nel magico mondo delle derelitte.
Ok, la smettiamo subito e via con la prima parte del nostro abc.

A

Alora
[a-ló-ra] avv. 1. In funzione di cong. testuale, talora preceduta da «e», col significato di «dunque, ebbene». Frequente in frasi esortative di tipo imperativo o interrogativo che rinviano genericamente a precedenti noti, accompagnato da movimento gestuale dell’avambraccio destro con dito indice teso in rotazione oraria: e alora?; alora, te par de farghela? (per i non trentini: ordunque, ti sembra di riuscire a giungere al termine dell’azione da te iniziata?).
2. L’uso di alora seguito da pausa e dal s.m. «cazzo» o «eccheccazzo», di tono più risentito, costituisce un tipico segnale discorsivo di particolare effetto perché rinvia a delle premesse note e date per scontate: alora, cazzo, non telefona proprio; alora?eccheccazzo…

Ah come soffro
[ah-có-me-sòf-fro] inter. 1. Esprime, specie se ripetuta e a seconda del contesto e delle modulazioni, significati diversi: dolore, dispiacere, sdegno, rimpianto, disperazione. Frequente in scambi dialogici: «Amica?». «Cosa c’è?». «Ahcomesoffro...».

Aspirapolvere
[a-spi-ra-pól-ve-re] s.m. inv. 1. elettrodomestico che risucchia polvere, sporcizia, ecc.
2. Se dotato di capiente serbatoio e declinato in delicati colori pastello, strumento indispensabile a recuperare i pezzetti in cui si sgretola una derelitta sofferente: Se si comporta ancora così, mi devi tirar su con l’aspirapolvere.

B

Bilancia bastarda
[bi-làn-cia-ba-stàr-da] s.f. 1. strumento infernale che serve per misurare il peso di un corpo. Nascosta solitamente nei pertugi del bagno, viene usata dalle derelitte una volta al giorno e solo in assenza di testimoni: ho un appuntamento con BB, e non è Brigitte Bardot e manco Braccobaldo. 2. fig. compagna di dialoghi mattutini con le derelitte in mutande (rigorosamente dopo aver fatto pipì e prima della colazione, quest’ultima variabile a seconda del risultato della pesata): D: bilancia bastarda, perché pesi un chilo più di ieri e non ho mangiato niente? BB: *culo* (vedi).

Bocce
[bòc-ce] s. f. pl. 1. palle di legno o altro materiale duro che si usano in vari giochi. 2. fig. in senso scherzoso, oggetti di forma rotondeggiante; sin. zinne, tette, poppe. 3. uso fras. Esclamazione rivolta a derelitta pettoruta che prende il sole sdraiata sul bagnasciuga: Certo che c’hai du bocce…

C

Culo
[cù-lo] s.m. 1. Parte del corpo costituita da natiche; sin. sedere, deretano, didietro, chiappe: ahhhhperò, che bel culo quello…
2. fras. fare c., non prendere una posizione, non esporsi, ritirarsi piano piano: Ecco, ecco, guarda, io gli dico che lo amo e lui cosa fa? Fa culo, fa... Per l'etimo preciso del termine, cliccare qui.
3. escl. Culo!, polivalente, esprime significati diversi a seconda del contesto: saluto («Ciao!». «CULO!»), astensione («Dai che mi faccio mille chilometri e vengo a trovarti!». «Culo!»), paraculaggine («Ma tu devi aiutarmi a capire… Ad esempio, dimmi, cosa provi tu per me?». Silenzio. «Vabbè, mi rispondo da sola, “culo”»).
4. Con valore accrescitivo, accompagnato da gesto coordinato di braccia a L (con mano a pugno posizionata ad altezza viso) che si abbassano vigorosamente verso i fianchi mentre i gomiti tendono all’unione; variante, solo per esperti e rigorosamente uomini, con braccia strettamente conserte e testa incassata tra le spalle (spec. quando la derelitta affronta discorsi su un eventuale evoluzione del rapporto).

Capelli
[ca-pél-li] s. m. pl. 1. peli della cute del capo; nelle derelitte, rigorosamente lunghi e biondi (assssssolutamente naturali). 2. fras. scuotere i capelli, infischiarsene, fingere indifferenza e superiorità: Meraviglia: «Sai, ho trovato la morosa, così vengo a trovarti più spesso». Derelitta (scuotendo i capelli): «Ah, ma pensa, che bravo!»; «Ma ti rendo conto di cosa mi ha detto?» «E tu?» «Io? Io scuoto i capelli…».

Convivere
[con-vi-vé-re] v.tr. 1. Vivere in rapporto con qualcuno, avere familiarità, vivere assieme. Nelle derelitte, ha uso esclusivamente transitivo: «Ma hai visto quanto è carino? Lo sposo?». «Convivilo, che è meglio…»

D

Demone
[dè-mo-ne] s.m. 1. Nelle religioni primitive, entità benefica o malefica posta tra l’uomo e la divinità. 2. Nello specifico, entità malefica posta tra la derelitta e l’oggetto del desiderio. 3. part. demone menoso: spiritello triste, lagnoso e pippone che possiede le derelitte a periodi alterni: «Ecco, non chiama, ma adesso lo chiamo io e glielo dico che se non mi vuole sentire deve almeno scaricarmi da uomo, oh.». «Demone menoso, abbandona il corpo della mia amichetta!».