mercoledì 27 febbraio 2013

Il golpe

Mentre le vostre derelitte scrivono questo post, in tv si susseguono i risultati elettorali.
Vi informiamo, quindi, che abbiamo deciso di fare un colpo di stato. Siamo stufe di questi quattro politici tromboni che si vantano dei loro risultati come se fossero l’unica cosa di loro interesse, quando è evidente che l’Italia avrà la governabilità di una canoa su una pista da pattinaggio. Non ne possiamo più. Instaureremo un’oligarchia tutta al femminile. Basta testosterone, basta bunga bunga, basta inciuci, basta leggi elettorali balorde, che ci si mette due anni a capire come funzionano e si torna sempre al punto di partenza. Proponiamo una bella dittatura rosa, possibilmente con molti lustrini e paillettes, che risollevi questo nostro sventurato paese.

Prima di tutto, via i benefici alle politiche: alle nostre ministre offriremo una borsa di marca e un paio di scarpe costosissime come bonus di presenza. Per il resto, un dignitoso stipendio e degli asili dove lasciare i nani al seguito: così possiamo esercitarci nel nostro ruolo di zie zitelle.

Come uscieri nei vari palazzi metteremo una ventina di cassaintegrati FIAT con tartaruga certificata e muscoli guizzanti: li vestiamo come il David di Michelangelo (come dite? È nudo? Ma tu pensa che peccato…) e ne facciamo gli ambasciatori della bellezza italica nel mondo. Pensate quanto sarebbe contenta la Merkel: dagli incontri con Berlu o con Monti al tripudio di addominali. E l’euro si impenna.

Alla Cultura mettiamo Clio di “Clio Make Up”: con la sua bravura a nascondere miserie, vedi che fa sparire con un po’ di correttore anche i disastri dell’arte italiana. Una spolveratina al Colosseo, un po’ di smalto a Pompei, una passatina di Rimmel ai Bronzi di Riace. E siamo a cavallo, come il Marco Aurelio sul Campidoglio.

Per il ministero dell’Istruzione vogliamo rischiare. Entriamo nella prima scuola pubblica che troviamo sulla strada e preleviamo una qualsiasi precaria storica, con almeno 10 anni di esperienza nella peregrinazione tra un istituto e l’altro. Vedi come te le risolve le magagne della scuola, altro che quei quattro babbei che in una classe manco mai ci hanno messo piede.

Agli Esteri ci mettiamo Laura Pausini: quella vende milioni di dischi in tutto il mondo, canta in 5 lingue e ha sicuramente più buon senso di uno che va a fare le corna a un ministro nella foto ufficiale di un G8. E poi può sempre fondere i Grammy per risanare il debito pubblico estero.

Agli Interni, invece, ci mettiamo Paola Cortellesi: con la situazione che si ritroverà davanti, serve qualcuno di spiritoso. E poi sa fare le imitazioni: non dimentichiamoci che il trasformismo è un requisito fondamentale per fare politica in Italia.

Alla Semplificazione ci mettiamo la Littizzetto: una che riesce a dire “culo” sul palco di Sanremo non può che eliminare gli orpelli superflui. E poi non dimentichiamoci che ha baciato Baudo: ci vuole tanto pelo sullo stomaco, quello che serve per mettere le mani nelle porcherie italiane.

Alle Pari Opportunità ci mettiamo la Giannona Nannini: gay e madre single, ha la grinta giusta per prendere a sberloni qualche uomo. Se non gli viene, può fargli un acuto e stenderlo senza spargimento di sangue.

Metteremo fuori legge lo smalto sbeccato, i capelli secchi, la pelle spenta e grigiastra: tutte le donne che verranno trovate in questo stato saranno costrette a pagare una multa salatissima. Si sa, le signore sono astute e non si faranno cogliere impreparate: non risaneremo le casse statali, ma il “Bel Paese” avrà motivo di essere chiamato così.

Contiamo invece di colmare il deficit con una patrimoniale su tutti gli uomini che fanno culo: quello è un comportamento che manco con le tasse si riuscirebbe a estirpare. E se invece ci riuscissimo, tanto meglio: vivremmo sempre con le pezze al culo, ma felici in amore. E si sa, per stare bene bastano due cuori e una capanna. Basta non doverci pagare l’IMU.

Politicamente vostre

C&M

lunedì 25 febbraio 2013

Giù le mani dal Nettuno!

Apro la pagina del quotidiano locale on line e subito l’occhio cade sulle notizie di cronaca.

Scalata sul Nettuno in piazza Duomo: recuperato con l’autoscala
E’ successo questa mattina in piazza Duomo a Trento. L’arrampicatore è salito fin sulla cima, appendendo le sue scarpe al tridente del Nettuno, prima di essere recuperato dai pompieri intervenuti insieme alle forze dell’ordine.


Parte il Whatsapp disperato a Callista.
M: Amiiiiiiiiiica guarda … e le giro il link.
C: stai scherzando, vero?
M: no! A meno che quelli di Trentino today siano diventati improvvisamente dei burloni.
C: ma chi ha osato arrampicarsi sul Nettuno?
M: non lo so … ma poi … ti arrampichi su Nettu per attaccarci le scarpe? Magari pure brutte?
C: inconcepibile!
M: e poi … per un pirla che scala la fontana sono intervenuti pompieri e forze dell’ordine … e i caschi blu quando li chiamavano?
C: ma, soprattutto, quando noi soffrivamo dov’erano tutti questi ragazzi in divisa e muscolosi?
M: esatto ... dov'erano i bei ragazzi con le fronti imperlate di sudore e il sorriso rassicurante?
C: e le magliette strette … dov'erano? ussignur che caldo!
M: ahhh che bella roba! Ora basta, riprendiamoci … questa è una cosa grave!
C: E’ uno scandalo!
M: Un oltraggio!
C: un affonto!
M: ribelliamoci….
C: Riprendiamoci il nostro dio del mare con forcone e pareo!!!

Eh si, amici … il pirla immenso che si è arrampicato sul nostro Nettuno ci ha dato l’input definitivo per riaprire il blog. Ci stavamo pensando da un po’ … ma tra mille impegni, il tempo che scorre veloce, le mezze stagioni che non ci sono più, le rondini che svolazzano tutto l’anno, il rosso di sera che non sempre spera … ci eravamo un po’ impigrite.

Ora è il momento di dare qualche certezza a questa vita in bilico (tra santi e falsi dei … Giuliano nudooo!) e riappropriarci di quello che è nostro.

Ora vi lascio … devo andare ad appendere al Nettuno il nostro slogan:

“Il Nettuno è solo nostro,
se lo tocchi sei un mostro!”

... credo sia abbastanza minaccioso, no? Dite che con l'età siamo diventate troppo buone?

venerdì 22 febbraio 2013

Lievitate, gente, lievitate ...

Ieri la vostra Callista ha ricevuto in dono, dalla morosa del suo bassista, un vasetto di pasta madre. Non vi dico la felicità quando ho avuto la creatura tra le mani: ovviamente non ho voluto pensare al tragico risvolto di quanti chili potrei prendere cucinando tutte le meravigliose cose lievitate che mi passano per la testa (pasta, pane, pizza, dolciiiiiii…), ma solo alla gioia di allevare una creatura nel mio frigo. Una specie di Tamagotchi, ma più utile, insomma.

Primo problema, già affrontato con Mafalda ai tempi del suo tentativo di mantenere del lievito madre: il nome. Vorremo mica adottate una creatura senza darle un nome? E così, per rimanere sul letterario, le opzioni si sono ridotte a Èdipo il lievito (con accento greco, eh, per mantenere l’assonanza) o Giocasta la madre pasta: due personaggi allegri e felici, proprio, ma che soprattutto hanno un esito positivissimo di vita, e già questo avrebbe dovuto dirla lunga sul destino della pora bestia che mi era stata affidata… Alla fine, visto che è un po’ derelitta pure lei, vince la femmina, e battezzo il lievito “Giocasta”.

Comunque sia, ricevo il barattolo e leggo con attenzione le istruzioni che la scrupolosa morosa unisce al pacco. Facile, può farcela anche una derelitta.

Stamattina consueta alzataccia per andare al lavoro: la sveglia suona alle 5 e 55. Rantolo fino in cucina, faccio colazione con un ettolitro di caffè, mi lavo, mi trucco, mi vesto, litigo coi capelli, mi rendo conto di essere in ritardo e mi precipito fuori casa. Ore 6 e 48 apro il garage (con 8 minuti di ritardo sulla tabella di marcia), getto la borsetta sul sedile del passeggero, esco in retro e nel frattempo faccio per infilare nella suddetta borsa le chiavi di casa: ma la mia mano incontra qualcosa di molliccio.

GIOCASTA! CAZZO!

Cos’è quella faccia? Ho detto che ho letto le istruzioni, non che le ho applicate… In sostanza, mi sono dimenticata tutta la notte il vasetto della pasta madre in borsa, chiuso e vicino a un termosifone. La creatura si è ribellata, è uscita da sotto il tappo e ha invaso, come un malefico blob, la mia borsetta. Fortunatamente il portafoglio e il beauty in pelle viola (tres chic!) hanno fatto da parasbobba, evitando che Giocasta prendesse possesso di ogni pertugio della mia preziosa bag…

Cosa potevo fare? Ho raccolto in una palletta la pasta sbordata (che poi mi è caduta sul tappetino della macchina e ho dovuto recuperarla sotto il sedile, mostrando il culo a tutto il paese che fortunatamente alle 6 di mattina è poco popolato), l’ho scaraventata nel giardino di fronte (tanto c’è la neve, e poi quella casa è abitata solo d’estate), ho preso il barattolo di Giocasta, l’ho aperto a fatica perché ormai era tutto incollato e l’ho messo in garage, visto che ormai il mio ritardo era diventato di 15 minuti e non sarei arrivata a salire per infilarlo in frigo.

Ora ho paura che quando aprirò il garage per mettere via l’auto, troverò tutti gli spazi invasi da una permalosa Giocasta, abbandonata due volte. Pregate per me.

martedì 19 febbraio 2013

2.0 una cippa

M: Amica, dobbiamo togliere il codice di sicurezza dei commenti sul blog… Il chapta… Chakra… Chiappa… Come si chiama?
C: Ciucca… Sfrucca… Boh, vabbè, toglilo. Sei capace?
M: Sì, nelle impostazioni. Domani smanetto.
C: Si chiama capcha, comunque, ho appena controllato.
M: Figo, sembra uno dei Pokemon. E poi, amica, ho creato il nostro account Twitter: @leDerelitte
C: Evviva! Ma come si usa?
M: Non lo so. Ma si può collegare al profilo FB. Ma solo se è un profilo e non la nostra fan page.
C: Ma abbiamo un profilo?
M: E che che so io…
C: Amica, non è che domani scrivo una porcata su Twitter come Callista e la leggono tutti i miei studenti in FB? Che a quel punto posso definitivamente smettere di farmi un culo quadrato per provare prima o poi a diventare di ruolo e andare a mettere su scatolette alla Conad…
M: Bello. Mi faccio assumere in cassa, così stiamo insieme! Senti, chiediamo alla nostra amica Olivia, che è esperta… Anzi, apro pure una chat con lei e Mirta, così le salutiamo.
C: Ecco, brava: che già ci ha risolto in 3 secondi netti il problema della testata del blog che era enorme e non riuscivo a farla stare a misura… Sentiamoci ignoranti del tutto, su! Te la vai proprio a cercar…

M: Amicheeeeeee!
O: Ma ciaoooooo!
Mi: Eiaaaaaaaaa!
C: Amiche, abbiamo un problema: abbiamo mille cose tecnologiche collegate al blog e non riusciamo più a gestirle. Stiamo invecchiando. Ma vorremmo evitare di mostrarlo a tutto il web.
O: Nessun problema: se mi fate diventare administrator della fan page, ve la gestisco io. Poi dovete usare Twitter, ma da solo, se volete che abbia senso, collegato a FB serve a ben poco. Comunque si può anche collegare. E se il vostro obiettivo è tornare e smuovere le acque, potremmo fare anche Instagram… Ma bisogna fare le cose a dovere…
C&M: …
O: Amiche?
C&M: Risponde la segreteria telefonica delle Derelitte…
Mi: Ma che Derelitte 2.0 siete??? Ahahahahahah!
M: Amica, cambiamo il titolo del blog da “Diario delle Derelitte 2.0” a “Derelitte con la macchina da scrivere”. Mi sembra più onesto.
C: Forse ancora meglio “con la penna d’oca”.
O: Ma vaaaa, è facilissimo! A breve vi faccio ripetizioni…
M: Grazie, che già ti dobbiamo una leggerissima cena trentina per ringraziarti della testata… Dobbiamo fare un mutuo con tutto il tempo che ti faremo perdere!
C: Gesù come mi sento ignorante… Consolatemi, amiche supertecnologiche: ditemi almeno che non vi ricordate la prima declinazione latina…
Mi: Rosa, rosae, rosae, rosam…
C: Oh, credo che inavvertitamente mi si sia chiusa la connessione…
M: Callista, smettila: amiche, fatela contenta, fate finta di non saperla tutta.
O: Rosae, rosarum, rosamunda…
C: Oh, mi sento meglio. Ok, iniziamo con le ripetizioni…
M: Ma prima, nel dubbio, ritocchiamo lo smalto, che le unghie sbeccate sulla tastiera del pc stanno così male…



Ce la faranno le nostre eroine? Per saperlo, diventate subito nostri follower! E aspettate con fiducia i nostri cinguettii!

venerdì 15 febbraio 2013

Carnevale fiabesco

Siiiiii … ricominciamo a scrivere! Evviva.
Dai che pubblico il mio primo post.


Oh, cazzo … mi sono dimenticata la password per entrare nel blog!
Beh, ottimo inizio! Siamo a cavallo, proprio!

Amici, come avete capito le derelitte sono sempre derelitte!
Passano i giorni, le stagioni e gli anni ma il derelitto inside rimane, persiste … attaccato a noi come una cozza allo scoglio!
Non ci credete? Beh … leggete.



Settimana scorsa UMAS – Uomo Meraviglioso A Singhiozzo – (apro piccola parentesi; si, c’è ancora- sì, sono ancora follemente innamorata – no, non è meno “storto” del solito – no, non è scattata nessuna proposta di matrimonio/convivenza/relazione seria – si, siamo geograficamente più vicini) ed io abbiamo deciso di andare a Venezia a respirare un po’ di aria del carnevale.
Dopo una breve gitarella in treno arriviamo in laguna verso mezzogiorno. Ci accolgono un sole strepitoso, un freddo porco bastardo e una città tutta lustrini, coriandoli, colori e festa … praticamente il paese dei balocchi.
Ci armiamo di macchina fotografica e cominciamo a scattare.
Passando tra mille viottoli stretti arriviamo finalmente a piazza S. Marco e lì il delirio!


Sedute al tavolino del bar due dame catapultate direttamente dalla Londra di fine ‘800 con tanto di completo color pastello, ombrellino coordinato e stola pellicciosa per scaldare le spalle, sorseggiano un cappuccino chiacchierando amabilmente con una geisha che indossa un kimono a dir poco stupendo.
Vicino alla Basilica passeggiano le 4 stagioni. La primavera in un tripudio di colori e fiori, l’estate leggera azzurrissima, l’autunno con una cascata di foglie rosse e l’inverno infreddolito e raffreddato.
Poco più avanti una regina di Cuori è a braccetto di un morbidissimo Bianconiglio.
Insomma … veramente uno spettacolo!


La giornata passa veloce e ci divertiamo come due bambini.
A metà pomeriggio dopo mille foto e due caffè a 3 euri cadauno (alla faccia!) decidiamo di tornarcene verso il treno.
Sulla via ci imbattiamo in un negozio di noleggio vestiti.
Ora … potevo esimermi dall’entrare e toccare tutto? Domanda superflua … ovvio che no!


Entriamo in questa bottega stretta stretta e lunga … in un angolo c’è un signorotto che legge il giornale.
Come ci vede si alza e viene ad accoglierci.


“posso aiutarvi?”
“oh, no, grazie … volevamo solo dare un’occhiata. Siamo un po’ curiosi di vedere da vicino questi vestiti meravigliosi!”


Lui ci sorride e dice “mi spiace … mi è rimasto poco! Dovevate passare a gennaio! Però avrei qualche cosa per una bella coppia come voi!”
UMAS, che in queste cose ci sguazza, gli da corda e chiede incuriosito “ah si? E cosa?”
L’omino porta la mano al mento come se ci dovesse pensare e dice: “per lui alto, fiero e con un bel portamento avrei un vestito da nobile … di un bel tessuto color …


Ma io non sento già più nulla. La mia mente già vaga … è la mia favola … sento la colonna sonora… la musica soave di violini e arpe accompagnano la nostra entrata in un salone ornato a festa! Io con una parrucca altissima e lucente, al collo preziosissimi gioielli. Un vestito che esalta il decoltè (ovviamente imbottito) con una gonna con strascico appena accennato ma molto ricco. Sguardi ammirati e invidiosi dei presenti alla festa. La mia manina, discretamente coperta da un guanto di seta della stessa nuance del vestito, si adagia teneramente su quella sicura del mio meraviglioso accompagnatore. Il banditore batte a terra 3 volte il bastone e poi ci annuncia mentre gli invitati si spostano aprendo un corridoio per farci passare “il duca e la duchessa…”


… per lei, invece, un vestito da cortigiana”




Fermate i violini e le arpe.
Come la cortigiana???
E per voi siori e siore ecco la nuova favola Walt Disney “il nobile e il troione di corte!”.

Dite che ci trasmettono prima o dopo il Re Leone durante le feste di Natale?

… sob …

mercoledì 13 febbraio 2013

The evolution


C: Mafyyyy, mi sa che stavolta l’abbiamo fatta grossa.
M: Già. Decidiamo di riaprire il blog e si dimette il Papa. Dovrebbe essere un segno più che evidente che ai piani alti qualcuno ci sta boicottando.
C: E della nevicata che ha paralizzato mezza Italia cosa mi dici?
M: Oh, quello è solo un complotto di chi vuole ridurmi a mettere gli stivali senza tacco. Ma tanto io me li porto e li metto appena arrivo in ufficio. Tiè.
C: O forse non è stato particolarmente educato scegliere il primo giorno di Quaresima per tornare a intasare la rete con le nostre sconcezze?
M: Naaaaa…. Dissacranti e frivole: siamo sempre noi, le Derelitte!

Ok, ok, lo sappiamo: ormai abbiamo la credibilità di uno dei migliori (?) politici italiani. In effetti ci era venuta una mezza idea di candidarci, tanto siamo bravissime a fare promesse e a non mantenerle: ma Silvio ha detto che la politica non è fatta per le donne belle e intelligenti, quindi ci siamo subito dissuase. Stavolta vedrete, però, che manterremo fede al patto: le derelitte sono tornate e hanno mirabolanti progetti in serbo per voi. Il primo lo abbiamo già messo in atto: come vedete abbiamo rinnovato la grafica del blog. Meno cuoricini, meno rosa, meno romanticherie: ormai siamo signorine adulte. Proprio per questo, abbiamo anche deciso di limitare le nudità nella testata e nelle vignette. Dicono tutti che una volta passati i fatidici  “enta” bisognerebbe allungare gli orli delle gonne, mettere le maniche fino al gomito e tirare su le scollature: visto e considerato che nella vita quotidiana non lo facciamo e continuiamo a vestirci come due maialone, almeno proviamo a far finta di essere “per bene” nel blog.
Abbiamo anche cambiato il sottotitolo del nostro sito: da “come soffrire per amore e sembrare felici” a “perché nella vita l’amore non è tutto”. È vero che se una diventa derelitta, poi derelitta rimane, nel bene e nel male, ma è anche vero che a un certo punto si adatta all’ambiente, non va più in giro a rimorchiare a destra e a manca, prova a mettere la testa a posto. Insomma, Darwin sarebbe orgoglioso di noi: da donne che buttano all’aria la loro vita per due disgraziati senza né arte né parte ci siamo trasformate in (tuttora) zitelle ma con buone probabilità di avere una vita normale. Insomma, ancora niente anello di brillanti, niente passeggino con due gemelli, niente fisico spaziale dopo aver partorito: almeno non ancora. Siamo due povere babbee alle prese con gli alti e i bassi della vita di coppia, ma con una consapevolezza rinnovata: siamo sempre convinte che l’amore è importante, ma ogni giorno ci accorgiamo che senza gli amici non si vive.  Callista non sarebbe niente senza Mafalda, e Mafalda sarebbe persa senza Callista.
Eccoci qua, dunque, le vostre simpatiche derelitte, tornate nel web per rimanerci ancora a lungo. Si salvi chi può.