venerdì 26 agosto 2011

Lo vede il palazzo?

Callista e la sua amica (che chiameremo per comodità Lion King per via di un soprannome datole in gioventù) in questi giorni sono in vacanza in Sicilia insieme ai fidanzati. E qui vedo già le vostre facce stranite: ebbene sì, io e Mafalda quest'anno facciamo vacanze separate. Dicono faccia bene alla coppia.
Comunque... Dicevamo? Ah sì, che io e LK volevamo raggiungere una rinomata pasticceria di un paese siculo per assaggiarne il cioccolato e i cannoli. Benessere e leggerezza. Olè.
Sperse in un dedalo di viuzze, incontriamo per caso un carabiniere e chiediamo informazioni.
C: Scusi, posso chiederle un'indicazione?
CS (Carabiniere Siculo, facendo il saluto militare): Prego, signorine, comandi!
C: Cercavamo la pasticceria "magno il mondo e divento un quintale, ma muoio felice".
CS: Certamente! Lo vede il palazzo?
C: Sì!
CS: Eh? Lo vede il palazzo qui sulla sinistra?
C: Sì!
CS: Lo vede dove finisce?
C: ...
CS: Lo vede?
C: Sì!
CS: Ecco! 200 metri più avanti trova la pasticceria!

Evidentemente la fama delle bionde supera anche lo stretto.

mercoledì 17 agosto 2011

Chiamatemi Adam, Adam Smith.

E poi ogni tanto mi dicono che sono cattiva, quando insisto sul fatto che troppe persone parlano solo per dare aria alla bocca: "non sei mica solo tu quella che ha una risposta per ogni cosa!". Infatti, questo è vero: altrimenti mi trasferivo a Delfi, mi facevo chiamare Sibilla invece che Callista e a quest'ora ero piena di soldi, altro che precariato. Ma ora vi prego, cari lettori e amici, aiutatemi a insultare il soggetto di questo post.

Qualche sera fa. Le derelitte sono con un gruppetto di amici quando si palesa l'amico di un amico di un amico. Trentenne, ben vestito, si siede al tavolo e dopo due minuti riesce a far girare la conversazione sulla tragica situazione economica. E la manovra di qua, la manovra di là... Alla fine, il nostro novello Adam Smith esce con la trovata del secolo.

NAS (Novello Adam Smith): Ah, lo so io come si potrebbe risolvere il problema economico in Italia. Basterebbe legalizzare la prostituzione. Non capisco come questo governo non ci abbia ancora pensato.
C&M: Ah ah ah! (pensando fosse una discretamente arguta battuta sul fatto che il governo sta andando a p...rotoli con tanto di riferimento al bunga bunga e chi più ne ha più ne metta).

Ma Adam non ride e ci guarda come si guarderebbero due bionde sceme (anche se ormai la Mafy è mora).
Cala il silenzio.

C: Ehhh... Ma non era una battuta?
NAS: No, perchè? Sai soldi che entrerebbero allo stato con le tasse?
M: ...
C:...

Ditemi che non è vero: vi prego, ditemi che non ho sentito quello che ho sentito. Lavoro nero, capitali nascosti chissà dove, evasori totali, sprechi che farebbero impallidire Sardanapalo e questo qui vuole risolvere il problema con i bordelli. Ma tu non sei una vittima della legge Merlin, cuore delle Derelitte, sei un risultato di quella Basaglia! Psicopatico!

C: Ah, guarda, in effetti mi sembra un'ottima idea. Il prossimo step del tuo programma economico potrebbe essere reintrodurre il dazio sul sale.
M: O la servitù della gleba.
C: O la decima sul raccolto!
Ovviamente il babbeo non ha colto: "Maaaa... Con tutti quelli che vanno con le prostitute, ci sarebbe un introito notevole!".
C: Ceeeerto! Tralasciando il presupposto da cui parte la tua interessantissima dissertazione, secondo te la prostituzione illegale scomparirebbe come neve al sole, vero?
M: Ohhh sì, mi vedo la fila di politici, uomini d'affari, stimati professionisti e padri di famiglia a parlare di borsa e a mostrarsi le foto dei figli nella sala d'aspetto del bordello. Un delizioso quadretto.

E qui Fidanzato, probabilmente vista la nostra verve polemica, ha pensato bene di toglierci la vittima da sotto i denti con un diversivo: "Uhhh, ragazze, hanno aperto il buffet dell'aperitivo!".

Capirete che a questo punto il potersi accaparrare il pinzimonio prima che finisse (salvando la dieta) era sicuramente più importante che parlare con il minus habens.
Al nostro ritorno con un piatto di carotine/pomodorini/sedanucci, Adam ha avuto anche l'ardire di ribattere.

NAS: Ah ah... Certo che per essere donne avete le idee molto chiare, eh?

Ciccio, hai sbagliato due cose fondamentali: uno, siamo GIOVANI donne, e due, PER ESSERE cosa, immenso imbecillo???
La tentazione di cavargli gli occhi con una forchettina di plastica si è subito fatta avanti, ma a dire il vero siamo per la non violenza (e soprattutto, eravamo vestite di bianco, e il sangue tende a essere una macchia moooolto resistente).

C: Ahhh, giusto, tu sei abituato in altro modo: in effetti trovo molto stimolante ricamare al telaio, quasi quasi da domani mi recludo e mi do al mezzopunto.
M: Giusto. Io smetto di leggere anche le istruzioni dei balsami per i capelli e tento di diventare analfabeta.
NAS: No, cioè, non volevo mica dire... Insomma...
C: Ecco, fai una bella cosa: non dire proprio. Amica, passami una carotina...
M: Con o senza salsa?
C: Cooon, ma che domande fai?

Per la cronaca, abbiamo passato i successivi due giorni a pregare che al troglodita smettesse di funzionare ogni tipo di attrezzatura che gli potesse tornare utile in caso di legalizzazione. Speriamo che qualcuno ci abbia esaudito.

mercoledì 10 agosto 2011

Lo studente innamorato - parte II

Ed eccoci alla seconda puntata della telenovela “lo studente di Callista innamorato” (con il “di” utilizzato come possessivo e non come oggetto relativo del verbo, insomma, quella roba lì).

Finisce la scuola, passa qualche giorno e del novello Romeo nessuna notizia. Ma ecco che una mattina, mentre io mi stavo preparando per gli scrutini, il babbeo appare sulla porta della sala insegnanti, di nuovo in stato di agitazione.

C: Oh, chi si vede! Studente bravo, come va?
S: Bene, cioè male, ma bene.

C: Ussignur: ho già capito, andiamo a prenderci un caffè.

Manco il tempo di arrivare alle macchinette ed ecco che il poverino apre le cataratte della disperazione.

S: Ecco, prof, siccome non riuscivo a dirglielo di persona, ho pensato di farle trovare un biglietto… Così mi sono fatto aprire dalla bidella il suo armadietto e ci ho messo dentro quella poesia che ci aveva fatto leggere in classe, una rosa e una letterina…
C: …

S: Ho fatto male?

C: No, non parlo perché sto cercando di non piangere. Oddio che cosa meravigliosa.

S: Pensavo che non le fosse piaciuto…
C: Guarda, io credo che potrei sposare uno che fa una cosa così.
S: Allora devo dirlo al suo fidanzato! Eh eh…
C: Vabbè, e lei che ha fatto?
S: Mi ha risposto con un sms: dice che mi vuole bene come amico ma che non prova niente di più.

C: Solo per il fatto di aver risposto con un sms meriterebbe di bruciare all’inferno. Ma non preoccuparti, il pianeta porco bastardo arriva per tutti, prima o poi. E tu come stai, povero studente?

S: Benissimo!

C: Se hai bisogno di parlare, basta che mi… Ehi, ma come “benissimo”?

S: Sì prof, sono contento di aver detto quello che provavo… Per il resto, bè, passerà, ho l’estate davanti e l’università l’anno prossimo!


Questo porta a due conclusioni immediate.
1. Ci sono ancora dei bravi ragazzi romantici (ma dove cavolaccio sono quando una povera fanciulla è single???)

2. A volte l’allievo supera il maestro.

Per dovere di cronaca, la serpe spezza-cuori via sms è stata bocciata. Ma giuro che non era una mia studentessa!

lunedì 8 agosto 2011

Lo studente innamorato - parte I

Eh sì, è un bel po' che la Cally non scrive qui. Tante cose successe, tanti impegni, tante scadenze. Vediamola in modo positivo: ho un sacco di cose da raccontarvi! A cominciare da questa...

Penultimo giorno di scuola. La sottoscritta Callista è in sala insegnanti in modalità stand by da fine lezioni (occhio spento, vitalità di un mollusco), con il giornale aperto davanti per fingere di essere impegnata in qualcosa. Nel bel mezzo di una consultazione con me stessa su una questione di altissima importanza (“il caffè lo bevo subito o cerco di arrivare alla prossima ora?”) appare uno dei miei studenti più bravi che mi si avvicina con aria impacciata.

S: Prof, buongiorno.
C: Ciao studente bravo, come stai?
S: Bene.

Io riprendo la finta lettura del giornale. Ma studente non si muove.

C: Avevi bisogno?
S: Sì, posso parlarle un attimo? Ma non qui…

Mi coglie un leggero turbamento. Lui, il ragazzo più sicuro del mondo, più bravo, più preparato, più simpatico e spigliato, in difficoltà? Ussignur: deve essere successo qualcosa di molto grave. Lo seguo in corridoio.

S: Prof, ho bisogno di parlare con lei.
C: Oddio, è successo qualcosa di brutto?
S: No. Ma non so con chi parlarne. Ma penso che lei sia la persona giusta.
C (scuotendo i capelli con aria “sono l’insegnante migliore del mondo e anche la più empatica” e godendo per l’uso esatto del congiuntivo da parte di un mio discepolo): Certo, dimmi tutto.
S: Non so come dirlo, però.
C (con terrore, pensando “oddio, avrà ucciso la compagna di banco, tirato sotto la preside in macchina, scuoiato un collega per un 7 di storia”): Non farmi preoccupare: dimmi!
S (con un sospirone): Prof, sono innamorato.
C: Studente, ma vai a quel paese.
S: Ma nooo, perché mi dice così?
C: Ma ti pare il caso di farmi la faccia da funerale? Mi hai fatto prendere un colpo, è una cosa bella!
S: Eh… Ma io sono disperato!
C: Ma smettila! Hai 19 anni, aspetta di arrivare ai 30 per disperarti!
S: Prof, ma non mi chiede chi è lei?
C (pensando “maccchissenefotte”): Certo, chi è?
S: Indovini.
C: Non ne ho la più pallida idea… Una compagna di classe?
S: No, prof… Eddai, se ne sono accorti tutti: come ha fatto a non accorgersene lei?
C: Mah, oddio…
S: Ma prof! Su!
C (pensando “se sbaglio faccio una figuraccia, se la becco rischio di fare la figura della prof pettegola): Ma non saprei, non ho molta pratica in queste cose… (faaaaalso, faaaaaaaaalsisssssssimo, caro studente, giacché di amori sciagurati ne so più di quello che si possa confessare a un neo maggiorenne).
S: Prof, mi fa imbarazzare solo dirglielo… Non capisce proprio?

E qui un lampo squarciò la mente della sottoscritta Callista: non sarò mica io la destinataria di tali attenzioni? Ussignur. In dieci secondi ho vagliato le diverse possibilità.
Contro: ho circa il doppio dei suoi anni, ho sempre mantenuto un atteggiamento da algida regina delle nevi, sto diventando molle come un budinone mentre le sue compagne sono sode come il marmo (devo ricordarmi di questa cosa quando l’anno prossimo metterò voti troppo alti, maledette diciottenni sportive).
Pro: sono pur sempre una donna, ho le tette, aggiungiamo il fascino della cattedra e tutti i luoghi comuni sui sogni erotici dei giovani ormonati sulle insegnanti maiale (grazie a Edwige Fenech per il suo personalissimo apporto).
Panico: nei successivi cinque secondi ho poi pensato alla eventuale strategia di uscita. Se lo studente avesse malauguratamente terminato la sua dichiarazione, cosa avrei potuto fare? Dirgli una delle seguenti frasi:
1. Ma dai, non può piacerti l’antiquariato! (rischio suicidio del giovane innamorato, subito scartato)
2. Ma dai, non può piacerti la roba molle! (equivoco, scartato)
3. Mi spiace, ma i ventenni non sono il mio tipo (falsissimo, scartato anche questo)
4. Dimenticami, la nostra storia non potrebbe mai funzionare (telenovela brasiliana docet, scartato - visto che poi io pretendo di insegnare la nobile arte della parola)
5. Ho un moroso alto un metro e novanta (minaccioso)
6. Elvis vive (sempreverde)
7. Culo (forse la soluzione migliore)

I quindici secondi di finta riflessione con gelo alla base del collo devono aver fatto capire al povero Romeo che la sua prof non era così furba come voleva far credere. Devo aver però mantenuto un aplomb impeccabile, perché il tapino non ha sospettato niente.

S: Dai, prof, glielo dico: è la XYZ.

Il primo pensiero è stato “Cupido, ti ringrazio”, il secondo “studente che mi hai fatto venire un coccolone, vaffanculo”. Ovviamente una delle due cose mi è scappata di bocca.

C: Studente, vaffanculo.
S: Ma proooof?!?!? Perché?
C: A prescindere. Comunque (scuote i capelli per fingere contegno) è una cosa bella, non capisco il tuo turbamento.
S: Innanzitutto non so se dirglielo, e poi non so come fare.
C: Guarda, ascolta la zia Callista, meglio confidare sempre i propri sentimenti: poi va a finire che ti penti di non averlo fatto. (Ah, meraviglia, antico rimpianto, quante volte mi sono morsicata la lingua per non dirti quelle maledette 5 letterine…) E poi le dici che ti piace, mica che è una str… sciocca!
S: Grazie, prof, adesso mi sento molto meglio. Devo escogitare solo un bel modo per dirglielo. Alle ragazze di solito piacciono le cose romantiche, no? Trovare il momento giusto…
C: Certo, ma il momento giusto sarà quando ti sentirai di dirle quello che provi. Non pensare tanto e non cercare di strafare.

E qui (cosa inaspettata) la creatura mi ha stretto in un abbraccio che mi ha lasciato modello baccalà, con le braccia a penzoloni e l’occhio lucido da cernia commossa.

S: Grazie, prof, lei era proprio la persona giusta con cui parlare. L’ho sempre pensato che fosse speciale.
C: Ehhhh… Mah…
S: Le faccio sapere come va!
C: Ok… Grazie, cioè, in bocca al lupo… Uh, cavolo, sono poche le persone che mi lasciano senza parole. Puoi vantarti di esserci riuscito.

Non ci sono santi che tengano: o sono sempre la solita romanticona o sto drammaticamente invecchiando. Ridatemi i miei 18 anni!