venerdì 31 agosto 2007

Blogday 2007

(Sul palco)

G: Signòri e signòre, buonasera… Io sono il vostro Giulianone Sangiorgi, per voi qui sul palco del Blogday 2007.


(Dietro le quinte)

M: Minchia, che presentatore hanno scelto… Alla faccia...

C: Mmm... Amica, dobbiamo controllare se quello che dice lo Stupido è vero…

M: Ossia se Giulianone è gay? Mi offro volontaria!

C: Senti, invece, dimmi se il vestito è a posto.

M: Con tutte ‘ste tette di mezzo… A me? Segna il sedere?

C: Non ne hai sedere, somara…


(Sul palco)

G: E per la premiazione, chiamiamo sul palco due bloggers d’eccezione. A voi, le Derelitte!


M (sottovoce): Tocca a noi: vai amica, scuoti i capelli e tieni dentro la pancia.

C (idem): Andiamo. Sorridi!


G: Ciao, ragazze, benvenute sul palco del Blogday 2007. Perché mi guardate così? Ho paura.

M: No, è che sei bono da far paura, Giulianone.

C: Come dice la canzone? «Toccami le mani»?

M: Noi ti tocchiamo anche tutto il resto, stai attento…

G: Ehm, ragazze, c’è gente...

C: Allora è vero, sei culattone, santo cielo!

M: Che spreco di carne…

G: Sentite, siamo qui per premiare o per testare le mie tendenze sessuali?

M: Tutte e due!

C: Ma mi sa che le tendenze le abbiamo intuite, quindi vattene e lasciaci premiare.

G: Ma come?

C: Lo canti anche tu «Amore dai, muovimi il sole».

M: Qui non si muove manco la luna, pussa via.


C: E per la categoria «miglior donna blogger», the winner is…

M: PAPPINA!

C: Perché il suo blog è vero, dolce e amaro, disarmante e assolutamente irresistibile. Pappina for president.

(applausi…)


M: Ma non finisce qui, perché per la categoria «sembra talco ma non è, serve a darti l’allegria», the winner is…

C: LO STUPIDO!

M: Perchè la domanda che ci attanaglia è «Ci è o ci fa?».

C: Intanto siamo sicure che ci fa morire dalle risate.

(applausi)


C: E per la categoria «Il cinismo è il profumo della vita», the winner is…

M: LA VIPERA!

C: Perché anche noi vorremmo mordere come lei, ogni tanto.

(applausi)


M: E per la categoria «Piccole bloggers crescono», the winner is…

C: MATI!

M: Perché avremmo dato un rene per scrivere come lei a 17 anni…

(applausi)


C: E per la categoria «Vorremmo essere te», the winner is…

M: ACCA 75

C: Perché se fossimo la sua versione al femminile, non avremmo più problemi…

M: E le premiazioni per questo 2007 sono terminate: gli altri vincitori li trovate tra i nostri link, perché tutti i nostri amici di blog meritano il premio. Buona lettura.


C: Facciamo rientrare Giulianone il culattone, adesso… Che vi canta una delle sue canzoni…

G: Grazie, ragazze… In onore della vostra simpatia, per voi «Parlami d’amore».


(Dietro le quinte)

M: Certo che con quella magliettina inesistente, con quei braccialetti, e quegli occhi…

C: Dici che è tutto fuorchè gay?

M: Per sicurezza, lo seguiamo in camerino, va… Uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare!


Blog Day 2007


giovedì 30 agosto 2007

mercoledì 29 agosto 2007

... questione di MEME

Conversazione via messenger.

C: driiiiiinnnnnn
M: ser fuori??? cazzazzo trilli che mi hai fatto perdere dieci anni di vita???
C: uff … era per attirare la tua attenzione.
M: obiettivo raggiunto … hai attirato l’attenzione pure del mio ventricolo destro che ti sta maledicendo in azteco antico.
C: per così poco, come sei suscettibile.
M: daiiiii … che c’è??? Che vuoi???
C: ehi, miss simpatia, chi ti ha morso? La zanzara astiosa?
M: può essere … sarà per quello che ho prurito? O è quella o sono le pulci … mah…
C: ussignur … andiamo bene. Dicevo: abbiamo un meme nuovo …
M: uhhhh che bello … e come lo chiamiamo?
C: ehhhh?
M: come lo chiamiamo? Attila, Sansone, Dankan??? … ahhh, sia chiaro; a portarlo a fare pipì ci vai tu!
C: … ritiro tutto … la zanzara non era quella astiosa, era quella imbecille! Senti… un meme mica è un cane!
M: ufff … però sarebbe stato carino avere un cane. Lo compriamo?
C: ma ALORA!!!!! Mi ascolti??? S.B. ci ha nominate per un meme … la catena di S. Antonio virtuale
M: capito …
C: dove poi nominiamo altre persone che a loro volta faranno altrettanto
M: si, capito
C: e queste, a loro volta, lo passeranno ad altre …
M: … Cally … fermati! Ho capito, giuro!
C: ah, scusa, mi ero fatta prendere dall’entusiasmo.
M: dimmi di questo meme.
C: il titolo è “il post che avrei voluto scrivere io
M: mah … a me è già tanto vengano delle schifezzuole, visto l’estro creativo di questi giorni … se vogliono scrivere anche i miei, di post, sono giusto contenta …
C: tu hai l’estro cretino, non creativo … bisogna spiegarti tutto …
M: ma no, dai … ho capito … era una battuta! Sono simpatica, no? No?
C: ehhh un casino, proprio.
M: vabbè … pensiamo … il post che avrei voluto scrivere … mumble mumble
C: mumble mumble …
M-C: Pappina
M: si, lei scrive in maniera fantastica
C: si, si … i suoi post sono meravigliosi.
M: direi che quello sugli ormoni è il top dei top
C: si, assolutamente …
M: adesso me lo rileggo così rido …
C: aspetta … dobbiamo nominare altre tre persone in modo che il meme passi a loro
M: giusto … beh, direi che potremmo passarli a nuovi amici così li conosciamo un po’ di più … che dici?
C: giusto! Postremmo nominare “la vipera”
M: “la signora snoopy”
C: e" steven"
M: perfetto!
C: meme completato!
M: bbbbene! Cavolo, amica … è tardi … dobbiamo andare in palestra!
C: non ho voglia di andare in palestra!
M: daiiiiiii, lavativa, preparati che tra venti minuti passo a prenderti.
C: no! Non ci voglio venire!
M: niente capricci o ti metto in castigo.
C: Mostra, ti odio.
M: si, anch’io … ma preparati. Io parto. A tra poco.

martedì 28 agosto 2007

Born to be derelitt...

Amici, ma soprattutto amiche di questo blog, ormai le vacanze sono giunte pressochè al termine. Tranne che per pochi fortunati (noi comprese, uahuahuah) ai quali sarà concessa la vacanza settembrina, ormai sarete quasi tutti dall’altra parte del pc a tirare le somme di questa estate 2007. Vi siete divertiti? Avete coltivato una tintarella da invidia? Vi siete strafogati di impepata di cozze? Avete rimorchiato? Solo voi lo potete sapere. Le derelitte, però, possono darvi una mano a capire se, nelle vostre fornicazioni estive, avete avuto la (s)fortuna di incontrare una meraviglia. Al vostro ritorno in città, dovreste presentare alcuni di questi sintomi (tutti nei casi gravi).


1. Venite apostrofati da chiunque con il ritornello «Ah, ma come ti trovo beneeee, la vacanza ha fatto miracoliiiii…». Merito di quel luccicore negli occhi, oltre che dell’abbronzatura. Tenetevelo stretto, prima che la nostalgia porca bastarda ve lo tolga, insieme alla serenità. A quel punto la frase ricorrente sarà: «Ma sei già stata in vacanza? Sì? E come mai sei così tirata?»


2. Vi riducete al tubo del gas andando in profumeria a spruzzarvi addosso il SUO profumo. Sono attestati casi (per ora solo due, entrambi in Trentino) in cui il profumo viene addirittura comprato. Questo è chiaro sintomo di stadio terminale nella fregatura da meraviglia. Auguri.


3. Tutto quello che non riguardi lui/lei vi fa schifissimo: entrate in tutti i negozi, quelli che prima svaligiavate, e non comprate nulla. Però pensate a come sarebbe bello avere la meraviglia nel camerino, che prova un paio di jeans. Andate in piscina e non mettete manco mezzo piede in acqua: ma immaginate di spalmare il vostro amato bene di olio solare profumato al cioccolato. Perfino il cibo, solitamente fonte inesauribile di gioia, non vi interessa. Mangiate solo per sostentarvi (è il famoso «effetto cornutazzo»). Avete l’occhio vitreo del pesce pescato: e gli amici cercano invano di scuotervi dal torpore.


4. Controllate il cellulare ogni due minuti. Magari non l’avete sentito suonare e il vostro semplice e per niente impegnativo intrallazzo estivo (solo divertimento-niente sentimenti-siamo adulti) vi ha cercato. Se il telefono è silente da troppo, vi fate mandare un sms da un amico, per verificare che la ricezione funzioni. Vi rendete perfettamente conto di essere patetici, ma non vi interessa.


5. Qualsiasi cosa vediate, vi ricorderà lui/lei. La camicia del barista, l’accento del postino, il colore della macchina del vicino di casa. Tutto. Considerate anche l’influenza del pianeta porco bastardo, che metterà in continuazione sulla vostra strada manifesti della SUA città, persone con lo stesso nome, pubblicità dei biscotti che avete mangiato insieme l’ultima sera. Se non crepate di nostalgia, potete passare al sintomo successivo.


6. Iniziate a scrutare le vetrine delle agenzie viaggi con occhio cùpido. Guardate mille volte il sito dei voli low cost o l’orario dei treni, per vedere se è possibile tornare dal vostro «era-solo-sesso» nel più breve tempo possibile. Raccontate di improbabili trasferte di lavoro nella zona in cui lui/lei risiede per tastare la sua reazione e capire se ha voglia di rivedervi. Si vocifera di chi abbia fatto 2400 km in 24 ore per restare una notte sola con la meraviglia. Ma forse sono solo leggende metropolitane…


Vi ci siete ritrovati? O avete sintomi da aggiungere? Palesatevi: per tutti quelli che provano o hanno provato i sintomi dell’intossicazione da meraviglia, l’iscrizione al Club delle Derelitte è gratuita. Forniteci la vostra e-mail scrivendo a callistamafalda@yahoo.it, e noi provvederemo a inviarvi la tessera… E poi diteci che non vi vogliamo bene! Derelitti di tutto il mondo, uniamoci!

lunedì 27 agosto 2007

Ma da dove nascono le code?

Ieri sera le derelitte, possedute dallo spitito della partenza intelligente ("Ceniamo qui e partiamo con calma verso le undici"), ci hanno messo un'ora e mezza per fare i 12 km di strada che collegano Jesolo Cavallino alla maledetta rotatoria per Treviso.
Ora: visto che poi le macchine attorno a noi si sono completamente smaterializzate e abbiamo fatto tutto il resto del tragitto senza incontrare NESSUNO, gentilmente, qualcuno ci spiega come questa cosa sia possibile? Eravamo le uniche trentine in trasferta sull'Adriatico? O una voragine ha inghiottito gli altri? Aiutateci, prima che Mafalda scriva a Focus o a Piero Angela...
Per il resto, ci siamo proprio divertite!
A domani!

venerdì 24 agosto 2007

Roma caput mundi

Callista in libertà: abbandonata la fedele Mafalda alle sue attività serali (nella fattispecie, scrivere un post…), la vostra eroina si è concessa una serata rigorosamente al femminile con tre amichette che non vedeva da tempo. Dopo la cena, il gineceo si sposta in un locale poco fuori città per bere qualcosa e ascoltare un po’ di musica.

Il locale è stracolmo: entriamo a fatica, ci accaparriamo un angolo e restiamo a fare del sano e gioioso pettegolezzo. Tempo venti secondi, ed ecco che mi sento battere su una spalla: mi giro e mi trovo davanti un ragazzo sorridentissimo che mi dice: «Scusa, te posso dì una cosa?»

Oddio, accento romano: il pianeta porco bastardo ha colpito ancora. Vengo abbordata dall’unico romano del locale, suppongo. Mi viene da ridere, ma faccio finta di niente e rispondo: «Certo, dimmi pure…»

R: No, è che stavo a guardà i tuoi piedi…

C: E allora? ( per la serie «non guardarmi i piedi, porco maniaco»)

R: Niente, è che dai piedi de ‘na persona se capiscono tante cose… Te, per esempio, te sei una che se butta nelle cose a capofitto senza sta’ a pensà alle conseguenze… Ma sei pure una coccolona…»

C: Ehm, bè, in effetti…

Lancio uno sguardo incuriosito al mio piede: e uno in tralice al romano, che continua imperterrito.

R: No, e poi se capisce pure er nome… Te, ad esempio, te chiami Callista…

C: …

R: Visto?

C: Ma piantala… Chi te l’ha detto?

Mi giro con aria inquieta e controllo da chi è accompagnato il romano: tra i suoi amici, individuo un ragazzo che fa palestra con noi, che ridacchia. Per altro, è quello che io e Mafalda incontriamo ovunque: al supermercato, al bar, in centro, nei locali. Fantaman. O ci segue o siamo sincronizzati. Lo saluto con la mano, dico «Tana, tana..», ma il romano torna all’attacco.

R: Eh, dai, è stato divertente, no?

C: Sì, in effetti è stato simpatico: ma sei di Roma, tu, vero?

R: Seee, la conosci?
C: Vagamente… Di che zona?

R: Ah, abito a x…

C: Ma pensa, ho degli amici che abitano a y…

R: SEEEE, amici…Dimme la verità, c’avevi ‘na storiaccia… Te piace er burino, eh, er coattone…

C: Ehm…

R: E come lo chiamavi? Er patata? Er banana?

C: No, Er bistecca…

R: Ah. Oddio, nun volevo… Cioè, io stavo a scherzà…

C: Eh, io no… Comunque è una storia vecchia.

Nel frattempo si avvicina l’omino della palestra: dice al romano che stanno andando, e si rivolge a me: «Scusa, sai, lui è come il lassativo: va preso a piccole dosi…»

C: Che bella immagine…

R: Vabbè, io vado, allora…

C: Ciao, è stato un piacere.

R: Pure per me… Ma tanto io l’anno prossimo torno, eh, te vengo a cercà… Mica se scordano du’ occhi come i tuoi…

C: Ehm… Grazie.

R: Ciao, bella…

C: Ciao.

E questo conferma il fatto che ultimamente le derelitte vanno via come il pane. Peccato siano dei disastri nelle storie che interessano davvero… Che sia la legge del contrappasso?


Ci prendiamo il week end per pensarci, rosolandoci (si spera) al sole della riviera veneta e pocciandoci nell'Adriatico: ci si risente lunedì! Baci baci

giovedì 23 agosto 2007

Pinocchio sei tutti noi!

Il dramma del ritorno in palestra si è consumato in questi giorni: dopo tre settimane di inattività totale, dovute in parte alla nostra fuga marittima e in parte alla chiusura di ferragosto, le nostre tremolanti carni sono state accolte da un Pinocchio in splendida forma, abbronzato e rilassato, con una inesistente canotta rossa. Baci, abbracci, «Mafy, mi sei mancata»: ci mancava solo un «E tu chi cazzo sei?» rivolto alla sottoscritta Callista e il quadro era completo. Ma tant’è, al cuor non si comanda.

Siamo fintamente baldanzose e pronte a faticare: ci cambiamo e ci posizioniamo in sala. La lezione è meno terribile di come ci aspettiamo, evidentemente anche Pinocchio risente del rientro (o dello sguardo implorante della Mafy). Vai di qua, tira di là, metti ginocchia in posti dove solitamente arriva al massimo il dito indice della mano, spalmati al suolo con dignitosa noncuranza.

Arriviamo alla parte finale della lezione: siamo in piedi a gambe divaricate leggermente flesse, fronte allo specchio, braccia aperte. Praticamente crocifisse. Pinocchio ci fa girare il busto a sinistra, sollevare il tallone della gamba destra, allungarci di traverso in modo indescrivibile. Io mormoro una sommessa maledizione, Mafalda barcolla pericolosamente e prova a rimettersi in posizione. Ma c’è qualcosa che non torna, perché la nostra Fata turchina non è stabile. Nessun problema: che ci pensa il nostro eroe Pinocchio a risollevare le sorti, con la frase migliore mai pronunciata: «Mafy, non così, apri di più le gambe…».

Potevo farmi scappare un’occasione simile? Certo che nooo… E infatti mormoro alla mia amichetta in fase divaricazione: «Ah, vedi, almeno in palestra ha realizzato il sogno di dirti una cosa del genere…». Vengo gelata da un’occhiataccia, ma è la pura verità. Ormai è ufficiale: Pinocchio guarda la Mafy con l’occhio di triglia lessa. Aiutatemi a convincerla: firmate in massa la petizione «Adotta un Pinocchio». Farete un favore al mondo.

mercoledì 22 agosto 2007

Il gioco delle coppie

Uno dei giochi preferiti delle derelitte, durante le vancanze, è stato quello di individuare le coppie bizzarre presenti in villaggio … e, amici, ne abbiamo viste proprio delle “belle”. Per voi, e solo per voi (ok, l’abbiamo raccontato già a tutti ma fa figo dirlo) la classifica delle cinque migliori coppie incontrate sulle spiagge tunisine.

Al quinto posto gli “sportivi ma tristi”. Lui e lei, giovani, molto carini entrambi, in gran forma e abbronzati già prima della partenza (invidia, invidia, invidia). Vestiti sempre molto minimal chic, a parte il costume-mutanda bianco di lui … troppo minimal e troppo poco chic. Partecipavano pochissimo alla vita da villaggio e stavano spessissimo per conto loro. In spiaggia prendevano il sole, giocavano a pallavolo o passeggiavano, in silenzio. In una settimana non li abbiamo mai visti sorridere, mai! Peccato, sarebbero stati ancora più carini (le derelitte gongolano a vedere le coppie innamorate … anche se le invidiano da morire!). Mesti!

Al quarto posto, fuori dal podio per poco “gli sgrausi” ossia una coppia che peggio assortita non si può. Lui età apparente quarant’anni, capelli lunghi fin sotto le spalle ma, dettaglio di un’eleganza unica, rasati dall’altezza tempie in giù. Tatuaggio su un fianco: un pesciolino. (si può farsi tatuare un pesciolino su un fianco??? Parliamone!) Lei. Età apparente … boh … sembrava sua nonna. Capelli ricci perennemente spettinati, occhiali perennemente sulla punta del naso. Inguardabile. Ma il meglio di loro lo davano in spiaggia. Lui con il suo costume triste a quadretti, i capelli raccolti a crocchia sulla testa e il corpo di un color fucsia acceso. Lei in un costume argento (che la faceva molto trota al cartoccio), capelli sparati in aria, occhiali da sole sulla punta del naso, pelle color E.T. dal primo all’ultimo giorno di vacanza e grugno al posto del sorriso. Inguardabili!.

Sul gradino più basso del podio miss “come mastico la gomma io, nessuno” (per chi guarda le partite di calcio … avete presente Cafù??? Uguale) e la sua amica “il mio ombelico è nascosto dalla panza ma io lo mostro orgogliosa, sempre!”. Sospettiamo fossero una coppia lesbica ma non ne abbiamo avuto conferma. Fatto sta che durante le operazioni di chech-in a Verona la donna dalla pancia scoperta ha passato tutto il tempo a mettere in ordine l’amica. E le toglieva i capelli dalla maglietta … e le rimetteva in ordine gli orecchini (i più grandi e di cattivo gusto che io abbia mai visto),… e le compilava le targhette da mettere sulle valigie … il tutto mentre l’altra si guardava in giro con aria assente masticando rumorosamente e vistosamente la sua gomma. All'arrivo a Djerba si sono perse e hanno fatto aspettare un'ora tutto il pullman diretto al villaggio. Strano che "miss chewingum" non sia morta soffocata ... trenta persone le hanno augurato, mentalmente, di ingoiarsi la gomma. Fastidiose!

Al secondo posto i “trasgressivi”. Lui tutto un tripudio di tatuaggi (che a vederlo da lontano sembrava ricoperto di muschio) su un fisico da cassamalati. Lei un metro e settantacinque di donna strizzata in shorts e corpetti improponibili ovviamente associati a sandali altrettanto importabili. La cosa che faceva sorridere è che avevano tutta l’aria dei ribelli, dei trasgressivi, di quelli che le regole le decidono loro … invece andavano in giro mano nella mano, sempre (anche mentre al ristorante sceglievano cosa mangiare), si guardavano negli occhi con aria sognante, e trovavano buono qualsiasi posto per fermarsi e limonare di brutto. In spiaggia si presentavano con cappellino identico, costumi borchiati e si piazzavano sotto l’ombrellone spalmandosi la protezione ottantadue tanto che poi sembravano cosparsi di vinavil. Duri ma con il cuore tenero. Folcloristici!

Rullino i tamburi e squillino le trombe…..
Al primo posto, vincitrice assolutissima … “l’antitesi fatta coppia”. Lui, un metro e ottanta per quaranta chili (quando il costume era bagnato) pallido pallido pallido. Lei un metro e cinquanta per un metro e cinquanta scurissima. Lui si vestiva sempre di nero o di beige, molto mimetico. Lei era tutta un fucsia, giallo acceso, arancio, tutta un fiore e un lustrino. Lui timido e riservato. Lei un ciclone. Si buttava in tutte le attività del villaggio; dalla pallavolo alla danza del ventre, dalla gara in canoa al torneo di bocce … il tutto trascinando il timidissimo fidanzato. Meravigliosi!

Voci di corridoio parlavano di un'altra coppia strana; due ragazze, bionde, trentine, che si assomigliavano molto e che per una settimana hanno combinato disastri ovunque si muovessero ... mahhhh ... noi non le abbiamo viste. Sarà stata la solita leggenda metropolitana!

martedì 21 agosto 2007

Supermarket, lunedì...*

Anche le derelitte mangiano… E si sottopongono di buon grado al rito del supermercato, rigorosamente in coppia. Così è stato anche ieri…

M: Cally, devo prendere le cose per la colazione.

C: Uh, sì, brava, io devo prendere lo zucchero a velo per fare la torta. Andiamo.

Entriamo, ci impossessiamo del cestino e, per darci un tono dietetico, intavoliamo un rapido calcolo calorico per vedere se ai cereali di Mafalda, al mattino, convenga aggiungere latte scremato o yogurt magro (dopo due settimane senza palestra si tenta di arginare i danni): constatiamo che è la stessa cosa e ci dirigiamo al reparto colazione.

Spesa delle derelitte: una confezione di muesli Vitalis con riccioli di cioccolato, una di Grancereale con fave (?) di cacao, le Digestive al cioccolato che Callista infila fischiettando nel cestino dicendo «Uh, buone, le compravo sempre a Londra, le mangio domani a colazione» (scusa becera, sapendo che non avrebbero manco visto la credenza di casa, perché Callista è golosa e se ne fotte della palestra chiusa, traviando anche l’amica), zucchero a velo.

Chiudiamo gli occhi davanti al reparto «cioccolata, caramelle e gommosi», saltiamo a piè pari quello «patatine, salatini, noccioline, pizzettine e peccati mortali», meditiamo di fermarci in quello «vino e liquori» per ubriacarci perdutamente, ma ci dirigiamo invece alla cassa. Il commesso «Carlo» (così dice la targhetta) ci aspetta al varco. Mettiamo la spesa sul nastro, lui ci saluta, ci passa una borsa, batte le quattro cose e dice l’importo. Mafalda paga, io metto gli acquisti nella busta, Carlo incassa e poi commenta, guardando con occhio ammiccante la spesa:«Voglia di dolce, eh?».

Derelitte (in coro): EH?

Carlo: No, dicevo, avete voglia di dolce, eh?

Callista: Eh, ma è che a colazione…

Mafalda: …

Carlo: Ah, vi capisco, io oggi a pranzo mi sono fatto il tiramisù…

Callista: …

Mafalda: Ah, buono. Amica, andiamo a comprarci il mascarpone?

Callista (prendendo la borsa e avviandosi): Solo quello ci manca… Ciao, grazie.

Carlo: Ciao, ragazze, ciao…

Derelitte: Ciao…

Ci avviamo fuori dal supermercato.

C: Lo dici tu o lo dico io?

M: Io. Anche per oggi la nostra bella figura di merda l’abbiamo fatta.

C: Ce l’avremo scritto in faccia. Vabbè. Biscottino?


*chi indovina la citazione del titolo?

lunedì 20 agosto 2007

Piccole derelitte crescono - le "simil meraviglie" colpiscono ancora ...

Al mondo c’è una nuova derelitta. Scaricata, ovviamente e inevitabilmente, da una "simil meraviglia" (perchè di meraviglie vere e proprie ne esistono solo 2)
Il villaggio dove siamo state in vacanza è un italian style e di conseguenza la maggior parte degli ospiti sono nostri connazionali ma una piccola parte di turisti è francese. E per loro c’è uno staff di animazione dedicata, composto da 4 ragazzi (2 ragazze e 2 ragazzi) tunisini ma che parlano perfettamente il francese.
Nella settimana in cui le vostre amate derelitte erano a Djerba i clienti d’oltralpe erano veramente pochi, una trentina in tutto, quindi erano super coccolati e seguiti dagli animatori.
In particolare, il più attivo era Ralph, il ragazzo che si occupava dell’organizzazione delle attività per gli ospiti adolescenti (più o meno dai 15 ai 20 anni); era tutto il giorno in spiaggia a correre, ballare, giocare e divertirsi assieme ai 3 giovani “galletti”.
Dopo un paio di giorni dal nostro arrivo due di questi tre francesini se ne sono tornati a casa quindi Ralph si è trovato tutta la settimana a fare compagnia ad una ragazza.
Ora, immaginate la scena.
Lei, giovane e carina, parte in vacanza con i genitori, magari controvoglia convinta che sarà una vacanza tristissima e pallosissima e si ritrova a Djerba, in un villaggio molto bello, giornate splendide, mare, spiaggia e tramonti da cartolina … in più … vicino a lei, tutto il giorno, Ralph. Un ragazzo meraviglioso. 25 anni, 1 metro e 75 di muscoli, simpatia, solarità e dolcezza.
Lui la prende per mano e corrono assieme incontro alle onde per poi tuffarsi in mare, poi escono e giocano a rincorrersi sul bagnasciuga, si fanno una doccia fresca, lui sparisce un attimo solo quando va a prenderle una bibita fresca, poi ballano sulla terrazza del bar sulle note di una canzone romantica.
… chi non si sarebbe preso una tranvata???
Ed infatti era proprio così … lo si leggeva negli occhi, ormai a forma di cuore, della bella francesina … lei e la sua pelle di porcellana (ma che fattori di protezione usano i francesi che non si abbronzano nemmeno a pagarli???) erano follemente invaghite del bel Ralph.
Cally ed io la guardavamo e sorridevamo ogni volta che la vedevamo passare. Era così carina che sbrilluccicava tutta e anche il suo tristissimo costume marrone (ma non esiste Calzedonia in Francia??? Qualche cosa di colorato pare brutto???) era innamorato. E già che c’eravamo sorridevamo anche a Ralph che ogni tanto si fermava sulle nostre sdraio a fare quattro chiacchiere, e ci salutava, chiedendoci come stavamo e facendoci mille complimenti, ogni volta che ci incontrava (circa milleduecentovolte al giorno …)
E qui aprirei una parentesi proponendovi un quesito … ma che diavolazzo si mangiano i tunisini??? Perché Cally ed io abbiamo notato una cosa piuttosto singolare. O sono dei ragazzi meravigliosi (vedi Ralph o quel gran figaccione del capo sport) oppure sono delle cose inguardabili … non esiste una via di mezzo. Assolutamente assente! Che i secondi si mangino il kebab avariato??? Mah … ci rimarrà questo dubbio.
Ma veniamo al fattaccio . Ehhh si, perché ci deve sempre essere un fattaccio! Il finale “vissero felici e contenti” esiste solo nelle fiabe e nella pubblicità del Mulino Bianco.
Ralph ed Emily si dirigono verso la doccia in spiaggia dopo aver giocato in acqua. La doccia è vicino ai lettini dove le derelitte si rosolano. (punto strategicissimo!) Un signore italiano ferma Ralph e simpaticamente gli dice “ma bravo il nostro dongiovanni … carina la ragazza francese” dandogli di gomito in segno d’intesa.
La reazione di Ralph è stata eloquente quanto inaspettata. Si è avvicinato alla ragazza e ha detto “ma noooo, lei come mia sorella! Lei ha sedici anni, per me è come mia sorellina. Siamo amici”. Gli occhi delle derelitte si sono posati su Ralph come se avesse bestemmiato … poi si sono spostati rapidi sulla povera Emily che probabilmente non ha compreso il significato di “come una sorella” e “siamo solo amici” … ma dal tono cameratesco del bel tunisino (ci mancava soltanto le cingesse il collo con un braccio e le passasse le nocche della mano sulla testa) ha capito benissimo che non significavano “è l’amore della mia vita, voglio sposarla e vivere con lei e i nostri tre figli, in una grande casa con giardino nella campagna francese”.
Un piccolo cuore con il naso all’insù giaceva nella sabbia e spirava gli ultimi battiti in silenziosa agonia … tum tum, tum tum, tum. Morto … !
Povera Emily! Ha tutta la nostra comprensione. Tornerà a casa disperata, odiando/amando il suo bellissimo principe tunisino e maledicendo il pianeta porco bastardo (versione francese planetè porc bastardè).
Ma non finisce qui ... No. Perché l’ultimo giorno della nostra vacanza, Ralph è venuto a cercarci in spiaggia, ci ha chiesto se poteva farci un po’ di compagnia e si è seduto sui nostri lettini. Da lì è cominciata una comunicazione surreale. Lui conosce mille lingue ma l’unica della quale sa 4 parole in croce è l’italiano. Io e Cally l’arabo lo ignoriamo e il francese … beh… sappiamo … baghett, tur ifell, lady Oscar, cardinale Riscegliè, com sì com sà, volè vu cuscè avec muà, e David Treseghè ... (rigorosamente scritti con la nostra meravigliosa pronuncia)
Ralph mi guardava negli occhi e mi diceva un sacco di cose dolci e io lo guardavo annuendo (regola fondamentale di una derelitta. Se un ragazzo carino dice cose che non si capiscono si sorride e si scuotono i capelli. Funzionava con Lex quando parlava salentino stretto … voi che non funzioni con un tunisino?) e dicendo a Cally “ma che dolce questo ragazzo!”
Lui ha preso il libro che mi stavo leggendo e mi ha fatto una dedica in arabo … per poi tradurla in italiano. Vi trascrivo fedelmente le sue parole.
“Bellissima Mafalda, io devo dire adesso la verità. Ti amo tanto tanto e io penso a tu tutto il tempo. Grazi per tutti. Un baccio”
Ah, ecco. Il bel Ralph ama la derelitta dagli occhi azzurri. Ussignur.
Carino, lui! Io imbarazzatissima l’ho abbracciato ringraziandolo mille volete delle frasi carine gli ho promesso di mandargli le foto fatte assieme e gli ho lasciato il mio numero di cellulare al quale arrivano, con cadenza regolare, messaggi tenerissimi.
Che dire??? Piena solidarietà femminile alla piccola dolce e bella Emily. Ma lei è giovane,bella e senza nemmeno un po’ di cellulite … la vita le sorride.
Le derelitte hanno vintooooooo! Esultiamooooo!
Italia 1 - Francia 0.
Ma siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii …. Campioni del Mondo … peppeppeppeppeppepe
!

venerdì 17 agosto 2007

T.v.u.c.d.b.

Vi abbiamo raccontato della strana coppia formata da Manzo e Manzotin, chiamati così per la prestanza fisica di uno e per la drammatica carenza di spalle dell’altro. Carini, nonostante tutto, e simpatici, per carità… Peccato che avessero una conversazione inesistente. Che pena.

Ovviamente sono stati sciacquati dalle derelitte nel giro di una settimana, ma ogni tanto escono dalla cripta e mandano uno sporadico messaggio. Accolto da urla di giubilo e risate… Quasi sempre.

Ieri: il cellulare di Callista avvisa che c’è un nuovo sms.

Manzo: «Ehi bella ke fai di bello? È un sakko che non ci si sente. Io sono a casa, ho avuto qualke probl.in famiglia, ma ora tutto ok. Speriamo vada meglio, baci»

Ovviamente Callista è carina, sorvola sulle «k», le abbreviazioni selvagge e le ripetizioni. Reprime il brivido e risponde: «Ma ciao, siamo appena tornate dalle vacanze, quindi stiamo benissimo. Spero tutto ok a casa, vedrai che andrà sicuramente meglio, non avremo mica sfiga per sempre? Ciao» (niente baci, niente a presto, niente. Messaggio cordiale e asettico come il Lysoform. Chiamatemi Amuchina).

Trenta secondi dopo ecco la risposta: «Grazie bella, ke dolce ke sei… T.v.t.b.»

Momento di panico: t.v.t.b. a chi? ALORA?

Scatta la telefonata a Mafalda.

C: Amica, mi ha scritto Manzo.

M: Oddio, ancora? Che palle…Cosa vuole?

C: Mi ha scritto t.v.t.b. Ma è pazzo? Mi ha parlato dieci minuti una volta…

M: Oh madonna….

C: Ma dai, cazzo, ha 27 anni, su, sembra uno dell’asilo: adesso gli rispondo e gli scrivo M.S.S., ossia MA SEI SCEMO?»

M: Io propendo per P.A.S.T.S., ossia, Prendo Atto, Saludeme To Sorela...

C: Eh, a posto... Madonna, t.v.t.b., ma ti rendi conto?

M: Ma no, dai, magari voleva dire altro… T.V.T.B., tipo «Ti Vedo Tanto Bionda», no?

C: Certo, merito dell’effetto schiarente del mare…

M: Esatto!

C: Peccato che non mi veda da tre mesi… Ussignur! Ma la gente normale che fine ha fatto?

M: In vacanza, è Ferragosto…

C: Ke kulo… Ripartiamo, amica?

M: M.C.D.M.F.?

C: Eh?

M: Ma Che Domande Mi Fai… Agenzia viaggi?

C: Andiamo!


Pausa week end, le derelitte tornano lunedì… Forse! Buon fine settimana a tutti.

giovedì 16 agosto 2007

Nettuno ci ama (?)


Dopo quasi due settimane di assenza, siamo ripassate per piazza Duomo a salutare il nostro Nettuno… Che era vagamente risentito della nostra latitanza; anzi, ha fatto proprio finta di non riconoscerci…

(PS: per motivi facilmente immaginabili, il Nettuno parla dialetto trentino... Chiediamo scusa ai non autoctoni per eventuali difficoltà di comprensione. Se dovesse risultare troppo oscuro, forniremo la traduzione.)

C e M: Ciao, Nettuno, siamo tornate…

N: Chi elo ‘ste doi? Le derelitte? Ciapè su e né, valà, che no me avè mandà gnanca ‘na cartolina…

C: Eh dai, Nettu, non fare così… Siamo state via solo una settimana!

M: Delfino curioso…

C: Cavallo goloso...

N: Sì, a to' sorela... Via, no ve riconosso pù… Abbronzade e tranquille, ‘sa saralo success?

C: Siamo state in vacanza…

N: Sì, ma ‘na volta torneve pianzendo, e me diseve: «Ahcomesoffro, perché non mi ama, ma gli piacerò veramente o verrà con me solo per sesso, ma se gli piaccio perché mi fa culo, ecc ecc…». Adesso no me disè gnente? Com’ela?

M: Nettu, siamo andate in ferie a Djerba, mica in Salento… Niente pensieri, niente meraviglie, niente complicazioni: solo divertimento…

N: E doveve ‘spetar do anni prima de farlo? ENSEMENIDE. Me avè secà le bale tut ‘sto temp (che per uno che vive su ‘na fontana l’è n’impresa, secar con tuta 'sta acqua) e bastava nar en Tunisia enveze che en Salento? Vara, la prossima volta ve dago mi i soldi e ve prenoto.

C: Eh, in effetti, ripartire sarebbe mica male…

M: Già… Tu che dici, Nettunone?

N: Vardè, putele, l’aeroporto de Verona l’è da quela… Ma stavolta la cartolina la voi…

C e M: Ci pensiamo, va bene… Ciao Nettu, a domani.

N: Ciao, derelitte... E comunque, mi ve voi ben lo stess, eh…

C e M: Almeno tu non ci tradisci mai. Ciao!


martedì 14 agosto 2007

In vacanza da una vita - parte 2


Seconda raccolta di perle vacanziere, con tanto di foto che testimonia il nostro status di puttanoni etnici...
  • Il nostro cantante di pianobar, dopo una richiesta di cantarci i Negramaro durante una serata, intonava Giulianone nostro ogni volta che ci vedeva passare. Che uomo. E che voce…
  • Il costume coi cocomeri di Callista è passato stranamente inosservato: ma ci ha pensato la proprietaria a farlo notare. Dopo essersi esibita col cantante di cui sopra, tutta garrula ha detto a un ignaro animatore «Ora posso andare in spiaggia felice, ho anche i cocomeri», occhieggiando verso il basso. L’animatore non aveva colto che si trattasse delle angurie disegnate, e ha sgranato due occhi a palla. Le successive spiegazioni si sono sciolte in un mare di risate.
  • Mafalda impara la bachata e caccia un dito nell’occhio a Callista, che le fa da partner. Quando si dice la grazia…
  • In sala da pranzo avevamo tavoli riservati ovunque: i camerieri si facevano in quattro per servire le due derelitte. Un sogno realizzato. Una sera abbiamo trovato apparecchiato su una tovaglia di fiori: commento del capovillaggio: «Ma a noi i fiori per gli spettacoli mica li fanno prendere…». Sì, ma voi non siete biondi! Firuliiii firulaaaa…
  • Ci siamo date allo sport estremo: un giorno con il gioco in spiaggia, in cui dovevamo prendere a secchiate un povero disgraziato in un bidone per far entrare quanta più acqua possibile nel bidone stesso. Il fotografo in spiaggia ha immortalato le nostre gesta: lo abbiamo implorato di eliminarle dal pc. Due giorni dopo abbiamo osato anche la regata di canoa: Callista fa la prima batteria impeccabile ma rischia di morire di fatica. In compenso nella seconda ribalta la canoa ancora prima di salirci e viene colta da stupidera, rimanendo ferma un minuto buono a ridere. Mafalda invece sale, dà un colpo di pagaia e si schianta di prua contro la sua vicina di corsia, che aveva sbagliato direzione. Dalla spiaggia giungono urla tipo «Ohhh, la stagione finisce il 28 ottobre, muovetevi!». Le sorelle Abbagnale.
  • Ultima sera, si sfoderano le armi segrete: Mafalda ha tutta la schiena nuda, Callista una scollatura che arriva all’ombelico. Un animatore le guarda scrivere le cartoline e l’occhio vola dalla schiena di una alle tette dell’altra: a quel punto all creatura infoiata sfugge l’esclamazione «Certo che c’hai un bocciame…». Seguono mani sulla bocca, sguardo imbarazzato e «Oddio, scusa mi è scappato». La risata collettiva stempera la discreta figura di merda.

Ecco la nostra vacanza per punti salienti: come dite? Che siete arrivati fino a qui in cerca di notizie piccanti, no? Abbordaggi, notti insonni, baci romantici in spiaggia, balli stretti stretti… Bè, ecco, insomma… Questo è il diario delle derelitte: non vorrete mica farci sfatare il mito…

lunedì 13 agosto 2007

In vacanza da una vita - parte 1

Dopo una settimana di tragica riambientazione al clima trentino (ci hanno accolto la pioggia e una media di 18 gradi, oltre a una vita sociale inesistente, parliamone), le derelitte sembrano aver ripreso una parvenza di capacità intellettiva. Adesso non piangono più ogni ora implorando di poter ripartire, ma lo fanno solo una volta al giorno. E non gironzolano per casa canticchiando la sigla del villaggio o i balli di gruppo: concentrano il dolore in un’unica seduta in cui mettono il cd e ballano, felici e disperate insieme. Comunque sia, per voi, ecco una raccolta delle perle della vacanza che ha visto le nostre chiome splendere sulle spiagge dell’isola di Djerba.


  • Per sette giorni interi siamo fuggite a gambe levate dal dj, soprannominato Fiatella per l’alito improponibile, che non perdeva occasione per abbracciarci come un polpo. Ma la domanda è una sola: dove cazzo lo trovava l’aglio in tutte le pietanze tunisine, visto che puzzava sempre, anche a colazione? Sospettiamo avesse una piantagione sul davanzale e ne facesse uso continuo. Chi la marijuana, chi l’aglio: de gustibus.
  • La danza del ventre è il nostro nuovo obiettivo: entro giugno prossimo saremo bravissime. Abbiamo scoperto che il movimento del sole, della luna, del cavallo, del gatto, del cammello e del fiocchetto ci vengono alla perfezione (circa, ma tanto voi non ci vedete). L’otto ci riesce solo da una parte… Avremo un anca difettosa? Mah. La rotazione alla turca, invece, resta un’incognita. O, come disse Mafalda al grido dell’insegnante che chiamava “turca turca”, «Questa qui mi viene una merda, che visto il nome ci sta tutta…».
  • Callista ha chiamato per tutta la settimana un animatore con un nome non suo: lo abbiamo scoperto poco prima della partenza; ma il fesso rispondeva pure, quindi la colpa è a metà.
  • I padri usano i figli come arma di rimorchio: in sette giorni, ben tre genitori degeneri hanno mandato le loro creature ad attaccare bottone con le derelitte con la scusa «Vai a fare una foto con le ragazze, guarda che belle che sono…». Patetici.
  • In occasione della serata tunisina, ci siamo vestite da odalische e stavamo un gran bene: peccato per le chiome bionde. Sembravamo due puttanoni etnici: ma a quanto pare il contrasto è apprezzato dagli autoctoni («tu belizzima principezza, tu belli occhi, capelli biondi, tu sposa tunisino, tu felice». «CULO»).
  • In una settimana ci hanno soprannominato nei modi più astrusi: se a Djerba sentite parlare delle gemelle Kessler, si tratta delle derelitte.
  • Gli occhi azzurri di Mafalda hanno largo ascendente sui tunisini: in una settimana ha collezionato tre proposte di matrimonio, di cui una sarebbe da valutare (ciao, Ralph, quanto eri bono). Il giro in catamarano con il bellissimo insegnante di vela (la copia bella di Zorro, ma tunisino) è rimasto in stato di abbozzo: meglio così, con gli uomini di mare la Mafy ha un conto in sospeso… Meglio non aprirne un altro! O no?
  • Gli occhi verdi di Callista, invece, fanno presa sugli uomini di potere: il direttore dell’hotel ha passato una sera a parlare in inglese maccheronico delle canzoni di Adriano Celentano (che culo) e il capovillaggio ha concluso che «non è il vestito che fa brillare i tuoi occhi, penso risalterebbero anche da nuda». Ahhperò.


Per oggi ci fermiamo qui: a domani, con le derelitte in vacanza parte seconda.

giovedì 9 agosto 2007

Stitichezza che passione

Sì, siamo latitanti, in questi giorni: ma stiamo cercando di riordinare le idee, che sono rimaste impigliate nella fusoliera dell'aereo... Da domani torneremo più fresche che mai.

Per non farvi soffrire di nostalgia, quindi, vi regaliamo una interessante segnalazione, arrivata alla nostra mail callistamafalda@yahoo.it a proposito di stitichezza sentimentale. E certi punti potremmo averli scritti noi (si veda a tal proposito la breve teorizzazione nella quarta parte del nostro ABC alla lettera S).
Aspettiamo commenti da entrambi i sessi. Come si fa? Prugne per tutti?


martedì 7 agosto 2007

Tremate, tremate, le derelitte son tornate!

Callista e Mafalda sbarcano dall’aereo in quel dell’aeroporto Catullo di Verona.


M: Cally, devo fare un prelievino al bancomat.

C: Pure io… Guarda, c’è uno sportello lì.

M: Ok, andiamo.


INSERIRE LA TESSERA, PRELIEVO DISPONIBILE


(Callista e Mafalda guardano lo schermo con occhio vitreo)

C: Amica, inserisci, sennò stiamo qui fino a domani.

M: Ah, avevo letto che non era disponibile...


INSERIRE CODICE


M: Bip bip bip bip bip

C: Oddio, io non credo di ricordarmi più il mio...


SELEZIONARE L’IMPORTO DESIDERATO


(Mafalda tocca lo schermo con un dito e lo fissa attonita)

C: Cosa stai facendo, Mafy?

M: Seleziono.

C: Ma hai toccato lo schermo.

M: Ah, non è touch screen, secondo te?

C: Evidentemente no, non succede niente…

M: Ma poi io volevo 70 euro, non 50.

C: Guarda che c’è anche 70, eh.

M: Ah, ecco.


RITIRARE LA TESSERA E LE BANCONOTE


M: Come mai non escono?

C: Sarà appena tornato dalle ferie anche il bancomat.

M: Uff…


Turno di Callista


INSERIRE LA TESSERA


C: Click


TESSERA INSERITA IN MODO ERRATO


C: Oh, cazzo…

M: Cally, l’hai messa dentro storta… C’è anche il disegnino, eh, non è difficile.

C: Eh, non l’ho visto! Ho sonno…


SCONTRINO NON DISPONIBILE; SI DESIDERA PROCEDERE UGUALMENTE?


C: Chissene dello scontrino, tanto non lo guardo mai… Desidero procedere, quindi schiaccio NO!


OPERAZIONE ANNULLATA


M: Ma sei scema? Hai annullato…

C: Ma come? Mi ha detto se era lo stesso se non c’era lo scontrino…

M: No, ti ha detto se volevi continuare…

C: Uff…

M: Dai, valà, ti do io 20 euro… Caffè prima?

C: Doppio…


Siamo tornate: e come avrete intuito dallo stato di azzeramento cerebrale che ci ha accompagnato all’atterraggio, è stata una vacanza stupenda! I dettagli a breve. Bacissimi a tutti.