giovedì 29 dicembre 2011

Evacuate, gente, evacuate...

Ecco, è passato anche il Natale con il suo carico di abbuffate. Lo si nota dalle pubblicità in tv. Prima del 25 è tutto un tripudio di pandori, panettoni, zamponi, cotechini, spumanti, cioccolatini... Tutte cose proibitissime alle vostre derelitte che ne hanno centellinato porzioni microscopiche per non mandare in vacca gli sforzi della dieta (meno tre chili, ma ne mancano altrettanti). Adesso che invece si deve smaltire tutto quello che di solito si ingurgita durante le feste, è tutta una giostra di digestivi, depurativi, lassativi: ci riferiamo ad esempio a quel poverino che si sveglia con un cinghiale che gli suona la fisarmonica sullo stomaco, ma soprattutto alla nuova reclame della supposta effervescente dal nome sinistro: Eva Q.
Ora, sappiamo che di questo prodotto avevamo già parlato a proposito dello spot precedente, quello dei due poveracci che danno la faccia agli omini dei cessi pubblici con lui che dice a lei "oggi ti vedo gonfia" (esattamente ciò che ogni donna sogna di sentirsi dire): se volete rinfrescarvi la memoria, cliccate QUI.
Ma non possiamo che ritornare in argomento, perchè in questi giorni i signori creativi di Eva Q si
sono superati: adesso è addirittura la supposta ad essere impersonificata da una strafiga clamorosa con una tutina secondapelle in lattice bianco contornata di bollicine. Praticamente la Eva Kant dell'intestino pigro (forse il nome del suppostone ha aiutato la scelta dei pubblicitari...).
La suddetta strafiga dopo aver lamentato che "i casi difficili sono sempre miei" (brrrr) va a bussare alla porta di una poveraccia che apre vestita di marrone (quando la finezza, eh, come a dire "sono immersa nella cacca") e tenendosi una mano sul ventre con aria corrucciata. Segue una evocativa immagine in cui si vede un deretano stilizzato con la supposta che effervesce (voce del verbo "effervescere", nuova creazione callistiana) e il tutto si chiude con la ex stitica che saluta felice la stragnocca, mentre quest'ultima segna su un palmare "missione compiuta".
Bravi, complimenti proprio: al di là del fatto che se lo spot va in onda mentre uno sta pranzando o cenando, non è che sia proprio un augurio di "buon appetito", ma poi, era necessario? Bisognava essere per forza così espliciti?
E poi: tu pensa alla stragnocca che è stata scelta per impersonificare una supposta. Pensa che prestigio metterlo nel curriculum. Altro che spot lesbo della Saratoga (che piacciono tanto al nostro amico PP) o cartelloni di Intimissimi con mezza culatta di fuori e aria libidinosa: "ha recitato il ruolo della supposta effervescente nell'ultimo spot Eva Q". Per la serie, ho la faccia da culo. Allegria.

E su questo, i nostri migliori auguri per l'inizio del 2012. Se la cacca porta fortuna, allora ci siamo assicurati tutti la buona sorte!

venerdì 23 dicembre 2011

Auguriiii!

Una febbricitante Callista e una irritabile Mafalda vi spediscono i loro più cari auguri per un sereno Natale: passatelo in serenità e arrivederci a prestissimo!

PS: per non smentirci, ecco un'immagine natalizia che riassume al meglio il nostro buon gusto e la nostra sobrietà.



con affetto
le vostre derelitte

giovedì 24 novembre 2011

La triologia della consapevolezza - parte terza

... bene ... anche il mio account fa "culo" ... quindi pubblico sotto mentite spoglie della Mafy ...



L’esperienza del ritorno alla palestra è stata traumatica. Ho convinto la Mafy a venire a farmi compagnia, ma in realtà la meno convinta delle due ero io… Ma tant’è: si fa di necessità virtù e si finge anche di divertirsi. Dopo aver ripassato in rassegna tutte le gym di Trento, la scelta è ricaduta sulla nostra palestra, quella in cui andavamo ai tempi di Pinocchio: “fanno anche i corsi di zumba, su, sarà divertentissimo!”.
Solamente la salita delle scale è stata devastante.


C: Amica, ma ci sono sempre state tutte queste scale?
M: Sì, non ti ricordi che dramma scenderle dopo la lezione ammazza cosce?
C: Aiuto. Troviamoci una palestra a piano terra.
M: Ma sono solo 20 scalini, su!


Entriamo e veniamo accolte da un tripudio di “ Bentornateeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!” che ci lascia alquanto perplesse. Ma capiamo che il vil denaro funziona meglio di qualunque legame affettivo.
Dopo aver dato un’occhiata ai corsi (nomi improponibili che probabilmente nasconderanno torture medievali), agli orari (decisamente buoni), alle strutture rinnovate (quanto sarà bello morire in sauna), passiamo al lato economico.


C: C’erano anche gli abbonamenti plurimensili, vero?
RS (Receptionist sadica): Ceeeeeerto!
M: Infatti, noi l’ultima volta avevamo fatto quello “mi sveno subito anziché in comode rate mensili” che ci garantiva un anno intero.
RS: Ce l’abbiamo ancora. Se fate quello avete in omaggio il borsone, una visita sportiva e l’esame della massa grassa e magra con misurazione plicometrica.
C: Ahahah. No.
M: Ti puoi figurare se mi faccio pinzare la ciccia da uno che sarà magrissimo e tonico.
RS: Ma va’, Mafy, che sei dimagrita un sacco.
C: Infatti, ci ho pensato io a raccattare il suo grasso
RS: Allora te la facciamo fare, Cally: è la presa di coscienza, la consapevolezza per iniziare un nuovo percorso.


Ussignur. La situazione deve essere più grave di quello che sembra. Ma per voi lettori si prevedono tempi di grasse, ehm, morbide risate! Derelitte back to palestra!

mercoledì 2 novembre 2011

La trilogia della consapevolezza - parte seconda

La terza in ordine cronologico dei miei nipoti acquisiti ha appena compiuto due anni. È un amorino di bambina bionda bionda e con due fanali color cielo, sorride perennemente e mi chiama “gia Cally”. Roba da battere la testa sui muri da quanto è carina. E mi vuole bene: mi saluta al telefono urlando “pooooontooooo giaaaaaa” e mi dice “ciao a presto”. Amoruccio della zia.
Per il suo compleanno le ho regalato la culla del Cicciobello. Sarà per quello che mi nomina a ogni ora del giorno… E mi vede anche sui giornali: l’altro giorno la sua mamma mi ha raccontato che, sfogliando un catalogo di un negozio, davanti a una modella bionda ha esclamato “Ohhhh, gia Callyyyyy!”.

C: Ah, tua figlia sì che ha capito tutto. Mi paragona anche alle modelle.
MdN (Mamma della Nipo): Eh, ultimamente ha una passione per il catalogo della Prenatal.
C (con terrore): Prenatal?
MdN: Sì, perché?
C: Ma amicaaaa, ci sono le donne incinte sul catalogo del Prenatal!
MdN: E allora?
C: E allora tua figlia mi vede grassaaaaaaaaaaaa! Ha solo due anni, l’età dell’innocenza!
MdN: Ma smettila, era una bellissima modella, anche se era incinta. Quando ho chiesto alla Nipo “Ma com’è la zia Cally?” mi ha anche risposto “bellina”!
C: BELLINA?
MdN: Perché?
C: Perché di solito i bambini esagerano! Quindi vuol dire che sono un cesso, oltre che grassa.
MdN: Hai finito?

Giusto per stare tranquilla, oggi sono andata (con la Mafy) a riscrivermi in palestra: cerchiamo di salvare il salvabile.

giovedì 27 ottobre 2011

La trilogia della consapevolezza - parte prima

NDR: Inizia qui una serie di tre post dedicata alla presa di coscienza che ha spinto le vostre derelitte del cuore (Callista in testa) a tornare in palestra. Pregate per noi.

L’altro ieri la Mafy e io siamo andate a fare incetta di calze e affini: il previsto (e ormai giunto) calo delle temperature ci faceva temere per il nostro guardaroba.
Entriamo con aria baldanzosa da Calzedonia alla ricerca di: a) calzettoni al ginocchio da mettere con lo stivale basso; b) parigine semi sexy; c) leggings non banali.

Ci accoglie una commessa giovane e magrissima: due aggettivi che insieme iniziano a darci fastidio. Invece la creatura si rivela essere carina e pure simpatica. Inizia a tirarci fuori mezzo negozio: calze color cacchina di piccione, pizzi, fiorellini. Non ci siamo: non ha capito il derelitt style, composto per lo più di minimalismo (per Callista, escluse le scollature e le magliette con le bestie per cui ha una passione non controllabile) e di dettagli sexy (per Mafalda, che adotta in ogni occasione un look da panterona mora). Riaggiustiamo il tiro. La creatura a questo punto ci mostra un leggings con balza di pizzo finale.

C: Mafy, ma secondo te ha capito che non siamo due battone?
M: Te l’avevo detto di non metterti quella scollatura.
C: Ma hai guardato i tuoi tacchi?
M (rivolta alla commessa): Ehm, magari ci servirebbe qualcosa di meno… vistoso…

La commessa a questo punto ci mette in mano il catalogo. Io e la Mafy individuiamo subito quello che ci serve e la creatura va a cercare le taglie: “Ragazze, vi do la terza perché siete alte, ok?”.
M: Ah, grazie, come sei carina. Non ci hai detto “perché siete tonde”, ma “perché siete alte”. Torneremo sempre in questo negozio!
La commessa sorride e ci fa il conto. Poi ci mette in borsa i cataloghi e un altro depliant: “Ragazze, questa è la nostra nuova linea modellante. Così potete mettere anche i tubini senza dover tirare dentro la pancia”.

Conclusione: torneremo sempre in questo negozio? Ma manco per il cavolo! Tzè!

mercoledì 19 ottobre 2011

ma anche no!!!

Sono reduce da un week end lungo con UMAS a Milano.



Considerando che è mercoledì, il tempo di ripresa è stato notevole.




Ma sapete... Su quattro giorni ne abbiamo passati tre a letto.
E qui via di pensieri maliziosi, sconci e torbidi.
Purtroppo non è come pensate. La frase completa è: "su quattro giorni ne abbiamo passati tre a letto a passarci aspirine, fazzoletti e termometro"




Trasgressivo, eh?




Vabbè... cercando di essere positiva (perchè son viva, perchè son viva) il resto del week end è andato alla grande.



Essendo il compleanno di UMAS ho progammato tutto per benino.
Ho preparato la sua torta preferita, comprato lo spumante per brindare e le candeline da spegnere e scelto con cura il regalo. Non contenta ho pensato che sarebbe stato carino passare una serata un po' particolare andando ad una cena con spettacolo burlesque. (sono da sposare, lo so).




Arriviamo in questo bel locale zona Navigli e subito veniamo catapultati al Mulin Rouge.
Drappeggi rossi alle pareti, specchi, ventagli, piume, candele... tutto molto bello, elegante e raffinato.
Veniamo accompagnati al nostro tavolo chiamato "Satine" ... e scusate il momento VIP!
La sala non è molto grande.
Oltre al nostro, ci sono tre tavoli da quattro e due tavolate.
Una ospita una cena aziendale. Uomini vestiti in completo scuro e donne agghindate con gioielli vistosi e borse da invidia.
L'altra, invece, è occupata da 12 ragazze che festeggiano un addio al nubilato.




La cena inizia. E con questa anche lo spettacolo.
Riassumendo viene rappresentata la storia di un ragazzo e una ragazza che si incontrano e si piacciono. Lui un po' imbranatello lei molto acqqua e sapone e vestita un po' "da nonna". Le amiche di lei, due ballerine, le insegneranno l'arte del burlesque mentre l'amico di lui, sveglio e sciupafemmine, cercherà di renderlo un po' più spigliato.
Il tutto tra una portata e l'altra.




Ma ecco che tra il primo e il secondo il tavolo della futura sposina si scatena.
Una delle amiche ha predisposto delle carte da gioco che, una volta distributite, assegnano ad ogni ragazza un compito.
Pare che questo gioco sia iniziato già da un po' visto che una si muove camminando all'indietro e un'altra indossa uno stivale dal tacco ad un piede e un infradito nell'altro.
Si alza una biondina e con fare timido annuncia alla sala che il suo compito è quello di trovare un uomo disposto ad offrirle una bottiglia di vino e accumulare 8 baci sulla guancia da 8 uomini diversi.
Gaudio, giubilo e malcelato entusiasmo dei maschi del tavolo di sessantenni. Tutti in piedi, pancia in dentro e petto in fuori pronti a dispensare baci e battute "stanche" e poco eleganti.




La serata prosegue e dopo un balletto sexy ed ironico delle tre ragazze protagoniste dello spettacolo, arriva il dolce.
Mi sto tuffando, festosa, sul tortino al cioccolato quando una panterona mulatta alta un metro e ottanta coperta da una minigonna (molto mini e poco gonna) e un top di paiette si alza dal tavolo della futura sposa e si avvicina al nostro tavolo.




Istantaneamente mi compare sul viso un'esperessione di benvenuto: "che cazzo vuoi'".
Lei si ferma vicino a UMAS e gli appoggia la mano sulla spalla.




Ora.
Tu, donna con la pelle d'ebano e senza un filo, che sia un filo, di cellulite te ne vuoi andare?
Tu, ragazza dagli occhi colore della notte, hai cinque secondi per decidere se morire subito o continuare a vivere senza la manina con la quale stai toccando UMAS.




Lei si abbassa verso lui e dice: "sai ... il mio biglietto dice che devo togliere un paio di boxer ad un uomo".




Senti, orrida donna che cerca le mutande degli uomini altrui. Vedi di sloggiare che da giovane guardavo tutte le puntate del Wrestling e la mossa 619 di Rey Misterio non ha segreti. Ti ritrovi stesa tra il tortino di cioccolata e la cravatta gialla del signore del tavolo dall'altra parte della sala senza nemmeno accorgertene.




UMAS preso in contropiede risponde: "ma anche no! ... e poi non credi che andare a chiedere questa cosa all'unico tavolo a due della sala non sia una grande idea?"




Lei: "è l'unico tavolo che mi interessava!"




Eh no, ciccia. Ora hai superato pure il livello della pazienza della Mafy.
Scuoto i capelli, mi piazzo sulla faccia un sorriso falsissssssssimo e le rispondo: "Cara, capisco e condivido il tuo interesse, ma come avresti dovuto intuire ha già chi gli toglie i boxer. Se vuoi sul viale c'è un bellissimo negozio di Intimissimi... puoi andare lì e toglierli a un manichino!"




UMAS: "si, credo proprio sia meglio che torni al tavolo delle tue amiche!"




Lei con una faccia da tolla imperiale si abbassa ancora verso di lui e dice: "peccato, ci ho provato!" e se ne va sculettando nella sua micro gonna.




UMAS ride tra l'imbarazzato e il tronfio (mi sembra di aver visto distintamente gonfiasse il petto come un tacchino) e io riduco in poltiglia il tortino torturandolo con il cucchiaino.




Ma io dico ... passi l'alcool, passi la serata goliardica tra amiche, passi il gioco ... ma ciccia... sei proprio una gran troia!!!




ed evviva l'eleganza!!!

venerdì 14 ottobre 2011

Congratulazioniiiiiiiiiiiiiiiii....

Amici... siamo felici ed anche un po' emozionate nell'annunciarvi che da oggi le vostre derelitte sono genitrici ufficiali del lemma DERELITTO.


No, non siamo diventate matte.

Stamattina in radio abbiamo sentito che il sito www.ladante.it in collaborazione con le case editrici dei 4 dizionari più diffusi in Italia ha lanciato l'iniziativa: "Adotta una parola".

In pratica si tratta di scegliere una parola desueta (a tal proposito "desueto" è abbastanza desueto???) e adottarla cercando di utilizzarla il più possibile quando si parla o si scrive.

Inoltre se qualcuno utilizza il/la vostro/a figlio/a in maniera scorretta o inappropriata bisogna cercare di correggerlo.

Tutto questo per un anno.


E potevamo farci scappare quest'occasione??? Sia mai.


Ora scusateci ma per la nostra creatura è ora di nanna.

Andiamo a mettergli la tutina (ovviamente fucsia e azzurra) e la copertina ricamata a punto croce.

Se venite a trovarci non fate tropo casino che si sveglia per un nonnulla!!!



ninna nanna ninna ohhh

questo "derelitto" a chi lo do....

lunedì 10 ottobre 2011

Che zia del cactus!

Il mio nipo masculo ha iniziato la scuola materna. Pochi giorni prima del fatidico “primo giorno”, mi sono trovata con la mammina del nipo (la Ubi, la mia sorella acquisita non in derelittaggine) per un confronto di vitale importanza: la scelta del contrassegno. Pare infatti che ora siano i genitori a scegliere il simbolino che accompagnerà il pargolo per i tre anni di asilo: il che salva i fanciulli da traumi infantili tremendi, tipo l’assegnazione di contrassegni che nessuno vorrebbe, tipo il “catino” o la “brocca”. Ma torniamo a noi.

U: Pensavo di far scegliere al nipo il dado, come avevo io da piccola.
C: Bella idea. Lui cosa ha detto?
U: “Sìììììì, mamma, che bello il dado! Lo metti nella pentola,lo cuoci e poi lo mangi! Gnam gnam!”
C: Bello. Pensa che figurone: avrai un figlio targato “Maggi”, o “Knorr”.
U: Smettila: intanto devo ricordarmi di comprare dei dadi da gioco. Ma resta il problema di scegliere qualcosa di carino e originale. Aiutami, amica!

Ora: considerando che uno dei giochi preferiti del nipo è mettersi nella casetta di plastica e fingere di essere “Anna che vende i cactus, ma non pungono, zia!”, immediatamente ho avuto l’idea brillante.

C: Amica, tuo figlio va pazzo per i cactus, scegli quello come simbolo!
U: Grandeeeee amicaaaaa! Amore, la zia ha pensato che potresti prendere il cactus come simbolino!
Nipo: Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! Il cactusssssssss! Zia, il cactusssss!

Cuore di zia soddisfatto, nipo felice, tutto sembrava andare per il meglio. Fino a venerdì scorso. Vedo l’amica e il meraviglioso nipo: l’asilo è iniziato e il cactus è stato riconosciuto come simbolino molto originale. Tutti contenti, maestre comprese.

U: Ecco, visto che hai avuto una bella idea, amica?
C: Ovvio, la zia Cally ha sempre idee stupende.
U: Infatti. Ma adesso dobbiamo chiedere una cosa alla zia, vero, cucciolino? La tua zia Cally, che ha le mani d’oro…
Nipo: La zia ha le mani d’oro!

E qui già dovevo subodorare l’orrenda inculata che si nascondeva dietro l’adulazione. Ma pensavo a una cosa limitata.

C: Vuoi che ti ricami il simbolino sugli asciugamani e sui bavaglini?
U: Esatto… Sempre se hai tempo… Perché in merceria non si trova niente con i cactus di già pronto!
C: Per il mio nipo ho sempre tempo!
U: Hai sentito, more? La zia ti ricama i cactus!
Nipo: Sì, zia, ma che non pungono…
C: No, toporagnolo della zia. Sono finti, non pungono!
U: Ecco, però c’è un problema… Non me ne servono solo due…

E qui avrei dovuto di nuovo rendermi conto della tragica prospettiva che mi si apriva davanti. Ma gli occhioni blu del nipo mi hanno fregato.

C: Ma quanto vuoi che ci metta a ricamare un cactus? Dai dai… Quanti te ne servono?
U: In tutto undici.
C: …
U: Sono troppi?
C: Ahah! Troppi? Macché! Nulla è troppo per il mio ometto…

Da una settimana, quindi sto ricamando cactus su ogni tipo di biancheria. Ricordatemi che per il prossimo cucciolo in odore di asilo proporrò una ics.

lunedì 3 ottobre 2011

evviva le mutande...

Due settimane fa.

Arriva un sms.
UMAS (uomo meraviglioso a singhiozzo) "tesoro, ti ho fatto un regalino. Ti arriverà a casa tra un paio di giorni"

Trenta secondi di pensiero in libertà?
Cosa sarà mai? Un anello di fidanzamento? Un buono per il viaggio a N.Y. che tanto vorrei fare? Un paio di sandali Manolo Blanik?
Ok, Mafy ... torna sulla terra.

Scrivo a UMAS "curiosa, curiosa, curiosa. Cos'è?"
UMAS: " E' una sorpresa! Non te lo dico!"

eh no, ciccio! Se volevi farmi una sorpresa non mi dicevi nulla e mi lasciavi basita difronte al fiorista che mi porta cento rose rosse (ovviamente di contorno al regalo vero). Se invece mi mandi un sms di avviso vuol dire che mi voi far morire di curiosità. E questo si chiama essere bastardi.

Cerco di ribadire il concetto in maniera carina.
"Daiiiiiiiiiiiiiii ... dimmi! Per piacere, per piacere, per piacereeeeeeeeeee"
Lui è implacabile.
UMAS: "no, Mafy! non ti dico nulla"

Ovviamente non demordo e lo attacco.
M: "baratto il tuo segreto per una torta di rose cucinata con tanto tanto amore solo per te. Fragrante, dolce, appena scaldata nel forno ... gnammmm! Pensa alla prossima volta che ci vediamo ... colazione portata a letto ... assieme al caffè fumante!"
UMAS: "perfida!"
M: "anch'io ti amo. Ma decidi in fretta ... la mia proposta è a termine. 5-4-3..."
UMAS: "accetto!"

Uomo goloso facile da raggirare. Tiè!

UMAS: "ecco ... ti giro il link. Vai a vedere e dimmi se ti piacciono!"

Trascrivo diligentemente l'indirizzo e mi si carica, a tutta pagina, la pagina di una sventola infinita!
Scrivo subito a UMAS.
M: "ma grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!! Bellooooo ... mi hai regalato un paio di tette come quelle della modella! Uhhh che emozione!!!"
UMAS: "ma perchè sei scema??? Guarda quello che indossa la modella."

Uff, peccato!

Osservo meglio e la modella indossa un meraviglioso completino intimo nero. Sexy e pizzoso al punto giusto! Verameeeeeeeeente carino. Apro anche l'altro link e sempre la stessa gnoccolona indossa un body con un sacco di laccetti. A dir poco strepitoso. Certo... sulla modella.

Scrivo a UMAS.
M: "sono bellisssssssssssssssssssssssssssssssssimi!!! Grazie! Ma non credo che su di me abbiano lo stesso impatto visivo che hanno sulla modella!"
UMAS: "smettila! Ti staranno benissimo!"

Aspetto con ansia il mio pacchetto.
Passano due giorni. Niente
Passano tre-quattro-cinque giorni. Niente

Provo a chiedere informazioni alla TNT e scopro che il mio prezioso pacchetto è stato consegnato già da un pò. Ma non a me. Dopo due giorni di ricerche mi comunicano che il gioioso corriere ha portato i miei sexy completini in una farmacia.
In farmacia??? e perchè mai???
La cosa non è data a sapersi visto che nonostante numerose telefonate il corriere non mi ha risposto.
Facendola breve.
Dopo due settimane, mille telefonate, numerosi insulti ricevuti dal corriere e altrettanti restituiti (quando l'eleganza), un appostamento alla sede della TNT e la ricerca in 4 farmacie della zona, sabato sono riuscita a recuperare il mio pacchetto.

Tutta tronfia e orgogliosa sono andata a casa e in preda alla curiosità mi sono provata subito i completini.
Bellissimi. Uno più dell'altro... ma come ipotizzato l'immagine di me allo specchio non è esattamente come quella della modella che sorride "miciona" sulla scatola della lingerie. E il problema non sta nel sorriso.
Come promesso mando un mms a UMAS con la mia foto.

Risponde subito entusiasta dicendo che sono bellissima.

Ecco. Ci deve essere un inghippo:
- o gli piaccio proprio tanto
- o il suo cellulare è morto
- oppure è cieco.

Siamo realisti.
Secondo voi meglio regalargli un cellulare nuovo o un cane guida???
Nel frattempo, mentre ci penso, ho raddoppiato gli esercizi per i glutei.


sabato 1 ottobre 2011

Toh!


Grazie ai miei personalissimi fan (Mafy, fattene una ragione!) che mi hanno mandato questa fotografia dicendo "sei sempre nei nostri pensieri". In effetti, la mia predilezione per i pelati si deve essere diffusa, anche se di solito ai pomodori preferisco gli uomini (magari salentini e con una bella voce).
Buon week end a tutti dalle vostre derelitte. Baciiiiii!

lunedì 26 settembre 2011

Il genio della spesa

Quando io e la Mafy ci maceravamo nella singletudine e cercavamo di incontrare degli uomini dal cervello minimamente stabile (leggi “no meraviglie, no stitici sentimentali, no storti”), avevamo seguito il consiglio di un’amica che ci aveva suggerito il supermercato come luogo ideale di rimorchio, magari in orario da fine lavoro. Ovviamente risultato nullo, manco a dirlo: alla faccia delle statistiche.
Ma ecco che qualche giorno fa il destino ha voluto farci vedere che ci sbagliavamo.
Ore 11.00 (quindi orario sbagliatissimo per fare incontri interessanti, sempre secondo l’amica di cui sopra): la vostra Callista si aggira con aria assonnatissima per il suo supermercato di fiducia consultando la lista scritta da Fidanzato su un post it a forma di cuoricino (teneeeero).
Accanto al bancone dei biscotti mi imbatto in un giovinotto rasato, occhio scurissimo, abbronzatura che mi fa sospettare origini non propriamente trentine, fisico atletico e abbigliamento easy chic. Mi lancia un’occhiata del tipo “ciao bella biondona”, ma io fingo (complici gli occhiali da sole) di non aver visto e mi butto sulla scelta del caffè.
Lo ritrovo nella corsia delle patatine dopo tre minuti. Si ferma a parlare con un commesso e il suo accento mi conferma le origini meridionali, probabilmente sicule. Mi sorride mentre io prendo il pacco maxi di San Carlo rustiche (maledetto metabolismo veloce di Fidanzato…), e io rispondo con un sorrisino del tipo “sì, sei carino, ma io sono impegnata, CULOOOO”. Mi dirigo con passo svelto verso il banco del pane.
A questo punto il babbeo fa il giro inverso e me lo trovo davanti tra il banco dei grissini/snack salati/peccati mortali (carboidratiiii, vade retro) e quello dei sughi pronti. Io mi fermo per farlo passare, ma lui mi cede il passo; io ringrazio e lui coglie la palla al balzo: “Eh, sono cinque minuti che cerco il mio cestino, qualcuno deve avermelo portato via!”.
E certo, chi non resiste alla tentazione di portar via un cestino altrui che deve ancora essere pagato? Magari un regista sadico di Candid Camera…
Io rispondo stando sul vago: “Eh, sono cose che capitano… Ma se dovevi ancora pagare non è una gran perdita!”.
Lui, imperterrito: “Sì, ma non mi ricordo cosa ci avevo messo dentro!”.
Bravo, complimenti: già avevo il dubbio che fossi un tantino pirla, ora ne ho la certezza.
Io: “La prossima volta fatti la lista. Buona ricerca!”.
E me ne vado sculettando (perché da vera star so che l’uscita di scena è fondamentale) verso i surgelati, per poi mettermi diligentemente in cassa.
Ed ecco che il ciccino si ripresenta: “Ciao!”.
Vedo che in mano ha un cestino: “Ah, hai ritrovato la refurtiva?”.
Lui: “Come?”
Io: “La refurtiva… Il cestino rubato, era una battuta!”.
Lui: “Ah, sì, boh, è che qui è tutto grande e non si trova mai nulla…”.
Certo, tutto grande (almeno spero per te) tranne la tua capacità dialettica, tesorino.
Io: “Eh già, sono cose che capitano…”
Lui: “Vabbè, comunque grazie, eh, ciao…”.
Grazie? E di che? Mah…
Io: “Figurati… buona spesa!”.

Ora: passi che il manzo non fosse particolarmente sveglio né arguto nel dialogo, ma era un bel fanciullone. Perché quando eravamo single non ci è mai capitato nulla di più della vecchina che voleva passarci davanti al bancone degli affettati?

venerdì 23 settembre 2011

Che belle braccine!

In questi giorni di caldo quasi innaturale, a scuola ho adottato un sobrissimo abbigliamento a cipolla. Parto dalla maglietta senza maniche, sovrappongo quella a manica lunga, inserisco un foulard e concludo il tutto con lo spolverino. Al mattino sembro l'omino Michelin, a mezzogiorno una che è appena uscita dalla spiaggia. Ieri pomeriggio, ad esempio, ero felice e smanicata al collegio docenti. Si avvicina una collega subdola, che mi pizzica un braccio nella parte dietro, nella famigerata zona "della saliera", quella che penzola drammaticamente con l'avanzare dei chili (e degli anni).

CS (collega subdola): Che belle braccine cicciotte!

BRACCINE CICCIOTTE?
Io rispondo con una risatina di circostanza (e la morte nel cuore).

CS (rincarando la dose): Ma sono morbidissime! Che bello! Ma eri così anche da piccolina?

Così come, immensa rimbambita cosmica, morbida o obesa? Proviamo a chiedere a tuo marito, che passa i consigli di classe a guardarmi le tette, se ha notato che le mie braccia siano cicciotte! Ffffffffff...

Comunque è ufficiale. Devo rimettermi a dieta. Che qualcuno mi aiuti.

giovedì 15 settembre 2011

Il galateo spiegato a un 18enne

Callista al ritorno a scuola incontra immediatamente un suo alunno sul corridoio

S: Prooooof, salveeee! Com'è abbronzata!
C: Ciao, caro, grazie. Eh, sai, sono appena tornata dalle vacanze.
S: Ma sta davvero benissimo! Sembra più magra.

SEMBRO???

C: Ciccino, vuoi arrivare indenne alla maturità?
S: Ehhh, sì... Perché?
C: Perché io non sembro più magra, SONO sempre e comunque magrissima.
S: Ahhhh, ehm... ok.
C: E sono pure bionda naturale. Ok?
S: Certo!

L'insegnamento dà sempre enormi soddisfazioni, in effetti.

martedì 6 settembre 2011

Bentornati alla realtà!

Lunedì 5 settembre: con la pioggia, il blue del rientro dalle vacanze e la mia naturale antipatia per le pratiche burocratiche, mi reco a fare la solita routine settembrina per i precari scolastici, ossia la domanda di disoccupazione che mi copra le due settimane nelle quali abitualmente rimango senza contratto. Alle 9 mi presento nel primo ufficio: e scopro di avere "solo" 23 persone davanti... Mi accomodo a un tavolo e attendo.
Quando finalmente è il mio turno, entro e la signora (per altro gentilissima) mi fornisce tutte le scartoffie da presentare al secondo ufficio. Ed ecco che giunge inaspettata una rivelazione che ha del miracoloso:
SG (signora gentilissima): Signorina Callisti, sa che da quest'anno può presentare la seconda parte della domanda direttamente on line?
C: Ussignur, tutto ciò è meraviglioso! (Soprattutto perché l'anno scorso ho fatto un'ora e mezza di coda a stretta vicinanza con un buon'uomo che la sera prima si era ingoiato una piantagione di aglio... NdR)
SG: Basta che lei vada sul sito dell'INPS: inserendo il PIN che le daranno e questi semplici dati, in quattro click è tutto fatto!
C: Allora vado subito a casa e mi collego! Grazie!

E, fischiettando allegra come uno dei sette nani, me ne vado a casa per collegarmi e svolgere tutto da una comoda sedia davanti al PC.
Cerco sul sito quanto detto dalla SG: esiste! Inserisco i dati richiesti (nome, cognome, codice fiscale...) e attendo il PIN... E appare sullo schermo l'inquietante messaggio che il PIN mi verrà inviato metà via sms e metà tramite lettera a casa. Affrancatura ordinaria. Se mi va bene la mia domanda la potrò inoltrare quando avrò ricominciato a lavorare, quindi... Che cavolo... Alla faccia della semplificazione tecnologica.
Dopo aver maledetto il pianeta porco bastardo, mi consolo pensando che (poco male) la mattina dopo (oggi) sarei dovuta comunque andare in centro per portare la Cally car a fare il tagliando, e che quindi sarei potuta andare all'INPS e poi a scroccare un caffè alla Mafy o a zia Callisti (effetti della povertà improvvisa seguita al tagliando). Evviva, una mattinata in centro organizzata, yuhu!

Stamattina di buon'ora mi lavo, mi vesto, mi scollo a puntino (meccanico, impietosisciti), porto la Cally car e mi viene detto "passa oggi nel pomeriggio". Ok, sono senza macchina, ma pazienza: non ho cose urgenti da fare. Mi dirigo a passo ben disteso verso piazza Duomo per un saluto al Nettuno e per andare poi all'INPS. Mentre mi rendo conto di aver cannato completamente l'abbigliamento (deve essere improvvisamente arrivato l'autunno mentre io ero al caldo), vedo in lontananza dei bandieroni rossi. Ah già, lo sciopero: l'avevo rimosso. Sorrido con aria di comprensione e ammirazione insieme a coloro che se ne vanno in giro con cartelli appesi al collo (vorrei essere vestita alla garibaldina per urlare "compagno, anch'io sono una precaria") e vado con il mio malloppo di carte all'ufficio. Che trovo blindato. Chiedo lumi all'usciere: "Ah, oggi è sciopero, signorina! Non c'è nessuno nel palazzo!".
Gli scioperanti mi stanno già meno simpatici.
C: Ah... Vabbé. Magari almeno lei può darmi le carte da compilare?
U: Certo! Quali le servono? Disoccupazione ordinaria, agricola o edile?
Mentre mi immagino a raccogliere pomodori o imbragata su un tetto a mettere tegole, rispondo "ordinaria" e vado al bar per un caffè (vista l'ora antelucana non avevo nessuno a cui scroccare niente... Uff!).
A quel punto non mi rimaneva altro da fare che tornarmene a casa: senza la macchina le alternative erano passeggiata di circa un'ora (con il sandali e il rischio di perdere i mellini -alias mignoli dei piedi- per la temperatura) o autobus. Mi sono detta: "Ma sì, torniamo a quando ero all'università, prendiamoci un autobus!".
Dopo venti minuti di attesa alla fermata (durante i quali ho scritto questo post e non ho visto passare manco mezzo mezzo, ahah, notare il fine gioco di parole!) sono stata colta dall'illuminazione "Vuoi vedere che c'è anche sciopero dei mezzi pubblici?".
A quel punto avrei strozzato gli scioperanti con la loro stessa bandiera (sì sì, lo so che l'Italia sta andando a scatafascio e che non c'è altro modo per farsi sentire -ammesso che a qualcuno importi - ma proprio oggi? Tutto?).

Al momento sono ancora alla fermata del bus: dite che è meglio che mi avvii a piedi? Sob!

venerdì 26 agosto 2011

Lo vede il palazzo?

Callista e la sua amica (che chiameremo per comodità Lion King per via di un soprannome datole in gioventù) in questi giorni sono in vacanza in Sicilia insieme ai fidanzati. E qui vedo già le vostre facce stranite: ebbene sì, io e Mafalda quest'anno facciamo vacanze separate. Dicono faccia bene alla coppia.
Comunque... Dicevamo? Ah sì, che io e LK volevamo raggiungere una rinomata pasticceria di un paese siculo per assaggiarne il cioccolato e i cannoli. Benessere e leggerezza. Olè.
Sperse in un dedalo di viuzze, incontriamo per caso un carabiniere e chiediamo informazioni.
C: Scusi, posso chiederle un'indicazione?
CS (Carabiniere Siculo, facendo il saluto militare): Prego, signorine, comandi!
C: Cercavamo la pasticceria "magno il mondo e divento un quintale, ma muoio felice".
CS: Certamente! Lo vede il palazzo?
C: Sì!
CS: Eh? Lo vede il palazzo qui sulla sinistra?
C: Sì!
CS: Lo vede dove finisce?
C: ...
CS: Lo vede?
C: Sì!
CS: Ecco! 200 metri più avanti trova la pasticceria!

Evidentemente la fama delle bionde supera anche lo stretto.

mercoledì 17 agosto 2011

Chiamatemi Adam, Adam Smith.

E poi ogni tanto mi dicono che sono cattiva, quando insisto sul fatto che troppe persone parlano solo per dare aria alla bocca: "non sei mica solo tu quella che ha una risposta per ogni cosa!". Infatti, questo è vero: altrimenti mi trasferivo a Delfi, mi facevo chiamare Sibilla invece che Callista e a quest'ora ero piena di soldi, altro che precariato. Ma ora vi prego, cari lettori e amici, aiutatemi a insultare il soggetto di questo post.

Qualche sera fa. Le derelitte sono con un gruppetto di amici quando si palesa l'amico di un amico di un amico. Trentenne, ben vestito, si siede al tavolo e dopo due minuti riesce a far girare la conversazione sulla tragica situazione economica. E la manovra di qua, la manovra di là... Alla fine, il nostro novello Adam Smith esce con la trovata del secolo.

NAS (Novello Adam Smith): Ah, lo so io come si potrebbe risolvere il problema economico in Italia. Basterebbe legalizzare la prostituzione. Non capisco come questo governo non ci abbia ancora pensato.
C&M: Ah ah ah! (pensando fosse una discretamente arguta battuta sul fatto che il governo sta andando a p...rotoli con tanto di riferimento al bunga bunga e chi più ne ha più ne metta).

Ma Adam non ride e ci guarda come si guarderebbero due bionde sceme (anche se ormai la Mafy è mora).
Cala il silenzio.

C: Ehhh... Ma non era una battuta?
NAS: No, perchè? Sai soldi che entrerebbero allo stato con le tasse?
M: ...
C:...

Ditemi che non è vero: vi prego, ditemi che non ho sentito quello che ho sentito. Lavoro nero, capitali nascosti chissà dove, evasori totali, sprechi che farebbero impallidire Sardanapalo e questo qui vuole risolvere il problema con i bordelli. Ma tu non sei una vittima della legge Merlin, cuore delle Derelitte, sei un risultato di quella Basaglia! Psicopatico!

C: Ah, guarda, in effetti mi sembra un'ottima idea. Il prossimo step del tuo programma economico potrebbe essere reintrodurre il dazio sul sale.
M: O la servitù della gleba.
C: O la decima sul raccolto!
Ovviamente il babbeo non ha colto: "Maaaa... Con tutti quelli che vanno con le prostitute, ci sarebbe un introito notevole!".
C: Ceeeerto! Tralasciando il presupposto da cui parte la tua interessantissima dissertazione, secondo te la prostituzione illegale scomparirebbe come neve al sole, vero?
M: Ohhh sì, mi vedo la fila di politici, uomini d'affari, stimati professionisti e padri di famiglia a parlare di borsa e a mostrarsi le foto dei figli nella sala d'aspetto del bordello. Un delizioso quadretto.

E qui Fidanzato, probabilmente vista la nostra verve polemica, ha pensato bene di toglierci la vittima da sotto i denti con un diversivo: "Uhhh, ragazze, hanno aperto il buffet dell'aperitivo!".

Capirete che a questo punto il potersi accaparrare il pinzimonio prima che finisse (salvando la dieta) era sicuramente più importante che parlare con il minus habens.
Al nostro ritorno con un piatto di carotine/pomodorini/sedanucci, Adam ha avuto anche l'ardire di ribattere.

NAS: Ah ah... Certo che per essere donne avete le idee molto chiare, eh?

Ciccio, hai sbagliato due cose fondamentali: uno, siamo GIOVANI donne, e due, PER ESSERE cosa, immenso imbecillo???
La tentazione di cavargli gli occhi con una forchettina di plastica si è subito fatta avanti, ma a dire il vero siamo per la non violenza (e soprattutto, eravamo vestite di bianco, e il sangue tende a essere una macchia moooolto resistente).

C: Ahhh, giusto, tu sei abituato in altro modo: in effetti trovo molto stimolante ricamare al telaio, quasi quasi da domani mi recludo e mi do al mezzopunto.
M: Giusto. Io smetto di leggere anche le istruzioni dei balsami per i capelli e tento di diventare analfabeta.
NAS: No, cioè, non volevo mica dire... Insomma...
C: Ecco, fai una bella cosa: non dire proprio. Amica, passami una carotina...
M: Con o senza salsa?
C: Cooon, ma che domande fai?

Per la cronaca, abbiamo passato i successivi due giorni a pregare che al troglodita smettesse di funzionare ogni tipo di attrezzatura che gli potesse tornare utile in caso di legalizzazione. Speriamo che qualcuno ci abbia esaudito.

mercoledì 10 agosto 2011

Lo studente innamorato - parte II

Ed eccoci alla seconda puntata della telenovela “lo studente di Callista innamorato” (con il “di” utilizzato come possessivo e non come oggetto relativo del verbo, insomma, quella roba lì).

Finisce la scuola, passa qualche giorno e del novello Romeo nessuna notizia. Ma ecco che una mattina, mentre io mi stavo preparando per gli scrutini, il babbeo appare sulla porta della sala insegnanti, di nuovo in stato di agitazione.

C: Oh, chi si vede! Studente bravo, come va?
S: Bene, cioè male, ma bene.

C: Ussignur: ho già capito, andiamo a prenderci un caffè.

Manco il tempo di arrivare alle macchinette ed ecco che il poverino apre le cataratte della disperazione.

S: Ecco, prof, siccome non riuscivo a dirglielo di persona, ho pensato di farle trovare un biglietto… Così mi sono fatto aprire dalla bidella il suo armadietto e ci ho messo dentro quella poesia che ci aveva fatto leggere in classe, una rosa e una letterina…
C: …

S: Ho fatto male?

C: No, non parlo perché sto cercando di non piangere. Oddio che cosa meravigliosa.

S: Pensavo che non le fosse piaciuto…
C: Guarda, io credo che potrei sposare uno che fa una cosa così.
S: Allora devo dirlo al suo fidanzato! Eh eh…
C: Vabbè, e lei che ha fatto?
S: Mi ha risposto con un sms: dice che mi vuole bene come amico ma che non prova niente di più.

C: Solo per il fatto di aver risposto con un sms meriterebbe di bruciare all’inferno. Ma non preoccuparti, il pianeta porco bastardo arriva per tutti, prima o poi. E tu come stai, povero studente?

S: Benissimo!

C: Se hai bisogno di parlare, basta che mi… Ehi, ma come “benissimo”?

S: Sì prof, sono contento di aver detto quello che provavo… Per il resto, bè, passerà, ho l’estate davanti e l’università l’anno prossimo!


Questo porta a due conclusioni immediate.
1. Ci sono ancora dei bravi ragazzi romantici (ma dove cavolaccio sono quando una povera fanciulla è single???)

2. A volte l’allievo supera il maestro.

Per dovere di cronaca, la serpe spezza-cuori via sms è stata bocciata. Ma giuro che non era una mia studentessa!

lunedì 8 agosto 2011

Lo studente innamorato - parte I

Eh sì, è un bel po' che la Cally non scrive qui. Tante cose successe, tanti impegni, tante scadenze. Vediamola in modo positivo: ho un sacco di cose da raccontarvi! A cominciare da questa...

Penultimo giorno di scuola. La sottoscritta Callista è in sala insegnanti in modalità stand by da fine lezioni (occhio spento, vitalità di un mollusco), con il giornale aperto davanti per fingere di essere impegnata in qualcosa. Nel bel mezzo di una consultazione con me stessa su una questione di altissima importanza (“il caffè lo bevo subito o cerco di arrivare alla prossima ora?”) appare uno dei miei studenti più bravi che mi si avvicina con aria impacciata.

S: Prof, buongiorno.
C: Ciao studente bravo, come stai?
S: Bene.

Io riprendo la finta lettura del giornale. Ma studente non si muove.

C: Avevi bisogno?
S: Sì, posso parlarle un attimo? Ma non qui…

Mi coglie un leggero turbamento. Lui, il ragazzo più sicuro del mondo, più bravo, più preparato, più simpatico e spigliato, in difficoltà? Ussignur: deve essere successo qualcosa di molto grave. Lo seguo in corridoio.

S: Prof, ho bisogno di parlare con lei.
C: Oddio, è successo qualcosa di brutto?
S: No. Ma non so con chi parlarne. Ma penso che lei sia la persona giusta.
C (scuotendo i capelli con aria “sono l’insegnante migliore del mondo e anche la più empatica” e godendo per l’uso esatto del congiuntivo da parte di un mio discepolo): Certo, dimmi tutto.
S: Non so come dirlo, però.
C (con terrore, pensando “oddio, avrà ucciso la compagna di banco, tirato sotto la preside in macchina, scuoiato un collega per un 7 di storia”): Non farmi preoccupare: dimmi!
S (con un sospirone): Prof, sono innamorato.
C: Studente, ma vai a quel paese.
S: Ma nooo, perché mi dice così?
C: Ma ti pare il caso di farmi la faccia da funerale? Mi hai fatto prendere un colpo, è una cosa bella!
S: Eh… Ma io sono disperato!
C: Ma smettila! Hai 19 anni, aspetta di arrivare ai 30 per disperarti!
S: Prof, ma non mi chiede chi è lei?
C (pensando “maccchissenefotte”): Certo, chi è?
S: Indovini.
C: Non ne ho la più pallida idea… Una compagna di classe?
S: No, prof… Eddai, se ne sono accorti tutti: come ha fatto a non accorgersene lei?
C: Mah, oddio…
S: Ma prof! Su!
C (pensando “se sbaglio faccio una figuraccia, se la becco rischio di fare la figura della prof pettegola): Ma non saprei, non ho molta pratica in queste cose… (faaaaalso, faaaaaaaaalsisssssssimo, caro studente, giacché di amori sciagurati ne so più di quello che si possa confessare a un neo maggiorenne).
S: Prof, mi fa imbarazzare solo dirglielo… Non capisce proprio?

E qui un lampo squarciò la mente della sottoscritta Callista: non sarò mica io la destinataria di tali attenzioni? Ussignur. In dieci secondi ho vagliato le diverse possibilità.
Contro: ho circa il doppio dei suoi anni, ho sempre mantenuto un atteggiamento da algida regina delle nevi, sto diventando molle come un budinone mentre le sue compagne sono sode come il marmo (devo ricordarmi di questa cosa quando l’anno prossimo metterò voti troppo alti, maledette diciottenni sportive).
Pro: sono pur sempre una donna, ho le tette, aggiungiamo il fascino della cattedra e tutti i luoghi comuni sui sogni erotici dei giovani ormonati sulle insegnanti maiale (grazie a Edwige Fenech per il suo personalissimo apporto).
Panico: nei successivi cinque secondi ho poi pensato alla eventuale strategia di uscita. Se lo studente avesse malauguratamente terminato la sua dichiarazione, cosa avrei potuto fare? Dirgli una delle seguenti frasi:
1. Ma dai, non può piacerti l’antiquariato! (rischio suicidio del giovane innamorato, subito scartato)
2. Ma dai, non può piacerti la roba molle! (equivoco, scartato)
3. Mi spiace, ma i ventenni non sono il mio tipo (falsissimo, scartato anche questo)
4. Dimenticami, la nostra storia non potrebbe mai funzionare (telenovela brasiliana docet, scartato - visto che poi io pretendo di insegnare la nobile arte della parola)
5. Ho un moroso alto un metro e novanta (minaccioso)
6. Elvis vive (sempreverde)
7. Culo (forse la soluzione migliore)

I quindici secondi di finta riflessione con gelo alla base del collo devono aver fatto capire al povero Romeo che la sua prof non era così furba come voleva far credere. Devo aver però mantenuto un aplomb impeccabile, perché il tapino non ha sospettato niente.

S: Dai, prof, glielo dico: è la XYZ.

Il primo pensiero è stato “Cupido, ti ringrazio”, il secondo “studente che mi hai fatto venire un coccolone, vaffanculo”. Ovviamente una delle due cose mi è scappata di bocca.

C: Studente, vaffanculo.
S: Ma proooof?!?!? Perché?
C: A prescindere. Comunque (scuote i capelli per fingere contegno) è una cosa bella, non capisco il tuo turbamento.
S: Innanzitutto non so se dirglielo, e poi non so come fare.
C: Guarda, ascolta la zia Callista, meglio confidare sempre i propri sentimenti: poi va a finire che ti penti di non averlo fatto. (Ah, meraviglia, antico rimpianto, quante volte mi sono morsicata la lingua per non dirti quelle maledette 5 letterine…) E poi le dici che ti piace, mica che è una str… sciocca!
S: Grazie, prof, adesso mi sento molto meglio. Devo escogitare solo un bel modo per dirglielo. Alle ragazze di solito piacciono le cose romantiche, no? Trovare il momento giusto…
C: Certo, ma il momento giusto sarà quando ti sentirai di dirle quello che provi. Non pensare tanto e non cercare di strafare.

E qui (cosa inaspettata) la creatura mi ha stretto in un abbraccio che mi ha lasciato modello baccalà, con le braccia a penzoloni e l’occhio lucido da cernia commossa.

S: Grazie, prof, lei era proprio la persona giusta con cui parlare. L’ho sempre pensato che fosse speciale.
C: Ehhhh… Mah…
S: Le faccio sapere come va!
C: Ok… Grazie, cioè, in bocca al lupo… Uh, cavolo, sono poche le persone che mi lasciano senza parole. Puoi vantarti di esserci riuscito.

Non ci sono santi che tengano: o sono sempre la solita romanticona o sto drammaticamente invecchiando. Ridatemi i miei 18 anni!

venerdì 22 luglio 2011

Incontri bizzarri in aeroporto - parte seconda

Domenica.

Arrivo in aereporto alle 06.00 del mattino maledicendo in sascrito antico l'omino che ha programmato un volo ad un orario improponibile della domenica mattina. Sono talmente stanca che salto anche il rituale dell'aeroporto "non voglio partire no no no no no ... io resto qui" ed esco dalla macchina salutando con un ibrido tra un bacio e un grugnito.

Visto che "sono-una-ragazza-giovane-o-meglio-mi-accompagno-ad-un-meraviglioso-uomo-più-giovane-di-me-di-conseguenza-devo-mostrarmi-splendida-in-ogni-occasione" ieri sera siamo andati a ballare e abbiamo fatto tutto un dritto. Sono passata un secondino da casa solo per cambiarmi (viaggiare con un vestitino aderente e con la schiena tutta nuda era un pochino eccessivo anche per la Mafy, in effetti) ma il trucco è lo stesso di quando sono entrata in discoteca. (evviva il makeup che regge!!)
Ho l'ombretto alla "bambi flap flap" (rumore dello sbattito di ciglia) e il rossetto tonalià "te lo ciuccio".
Perchè, si sà, l'uomo lo devi un po' confondere!

Cerco di mascherare tutto con gli occhiali e mi avvio assonnata verso il ritorno al nord.
I controlli di sicurezza passano lisci. Sono le 6 di mattina pure per i poliziotti; probabilmente entrano in modalità "ti apro la borsa solo per darti noia anche se non suona" solo dalle 9 in poi.
Arrivo al gate e già c'è l'imbarco.
Fantastico. Forse posso evitare di addormentarmi su una sedia sella saletta d'aspetto.
Seguoi i miei compagni di viaggio e inn una fila ordinata e insolitamente silenziosa arriviamo all'autobus che ci porterà all'aereo.
Salgo e mi metto accanto a due ragazze. Una è agghindata inmaniera un po' strana. Ci saranno 25 gradi e ha giacchina trapuntata, cappello e foulard. (vabbè che vai al nord ... ma l'estate la portano anche da noi! mah!) Appoggio il bagaglio. E mi aggrappo tipo bradipo al sostegno dell'autobus.

"non sai quante medicine mi ha dato il ginecologo. non ne hai idea! Le ho portate tutte con me. Guarda!"
(... o stellina che sfiga!)
Con la coda dell'occhio vedo che la donna freddolosa, lamentandosi del suo medico, apre la borsa ed estrae una bustina trasparente piena di blister.
La signora accanto non ha nessuna reazione. Non risponde.
"ma che bello quell'uccello!!! E' quello che ci farà volare?"
(beh se sei solita urlare queste cose in pubblico poi non lamentarti che devi andare dal ginecologo!)
"ma io ho paura di volare! Mica è sicuro! E se cade?"
(evvabbè ... ma anche no, cavolo!!!)
La signora accanto le sorride per tranquillizzarla.
"sono stata al mare ma il sole mica l'ho preso. Faceva troppo caldo!"
(bastaaaaaaaaa ... è l'alba. Ho dormito 5 ore in 3 giorni ... ssssssssssssssilenzio!"

"ma continua a parlarmi, parlami, parlami, parlami ... altrimenti mi agito"
E nel pronunciare la frase appoggia la sua mano sul mio polso e comincia a scuoterlo.
(dice a me???)
La guardo e sorrido. (unica funzione non in stand by)
Mi giro verso la sua accompagnatrice in cerca di aiuto. Ma lei si gira, mi guarda con aria interrogativa e mi rivolge uno sguardo cortese ma della serie "cazzo vuoi?"
Solo ora mi accorgo che ha gli auricolari alle orecchie.
Quindi non ha sentito nulla.
Quindi, probailmente non è l'accompagnatrice della donna che parla agli uccelli.

Approfitto del contatto visivo ancora presente e le domando "Ma voi viaggiate assieme?"
La donna freddolosa ma logorroica anticipa la risposta di tutti e dice "no che non viaggio con lei ... io viaggio con lui"
E dicendo questo mi scansa e si avvicina ad un ignaro signore a qualche metro da me.
Lo prende a braccetto e lo fissa.
L'uomo dopo un iniziale balzello sorpreso si guarda attorno in attesa della comparsa della scritta "scherzi a parte".

Ho come l'impressione che sarà un viaggio moooooooolto movimentato.

O forse è solo un sogno e sono addormentata sulla poltroncina della sala d'aspetto con la testa ribaltata all'indietro e la bolla al naso stile cartone animato ...

mah ...

venerdì 8 luglio 2011

Incontri bizzarri in aeroporto - parte prima

Ufff e via con i controlli di sicurezza.
E togli la cintura ... e togli la giacca ... e togli le scarpe... e saltella felice con quegli orrrrrrrrrribili sacchettini di plastica blu ai piedi ... e togli dalla borse i liquidi ...
Controlli passati.

Appoggio tutta la mercanzia su un tavolino e cerco di ricompormi.
Dietro di me una voce stridula si lamenta: "...ma non ho nulla di proibito ... non so perchè la valigia continui a suonare ... se la apre attenzione ai biscotti"
Mi giro ed eccolo ... tra un gesticolamento infinito spuntano infradito, pantaloni pinocchietto bianchi e semitrasparenti, boxer taaaaaanto fucsia (correggo ... i pantaloni sono molto trasparenti), maglietta giallo evidenziatore, abbronzatura da "sono andato in piscina e mi sono ustionato" e occhiale viola in testa in mezzo a una massa di riccioli castani.

Lo so che questo ragazzo mi darà un sacco di soddisfazioni!

Controllo il monitor ... sono in antipo: l'imbarco è tra una mezz'ora.

Mi siedo nella saletta e comincio a messaggiare.
L'uomo cromaticamente fastidioso fa capolino poco dopo. Il suo trolley è incelofanato. Gli hanno lasciato soltanto uno zainettino giusto giusto per portare i documenti.
Si siede accanto a me.

E' al telefono e spiega la sua disavventura ad un'amica.
"Antoooo ... ma ti rendi conto??? devo viaggiare con questo zainetto ... avrà vent'anni ... è tutto moscio e con le spalline sottili ... e tu lo sai che io non amo nulla che sia moscio e sottile ..."
Evidentemente l'amica Antonella deve essere un tantinellido dura d'orecchio visto che le parole vengono pronunciate ad un volume decisamente alto.

La signora seduta difronte a me solleva lo sguardo dal libro come se una scossa elettrica le avesse incenerito le chiappe. Istintivamente guarda me.
In un primo momento vorrei dirle che sottoscrivo in pieno le parole del mio vicino di seduta. Ma mi limito ad un'alzata di spalle.
Lei lo guarda incenerendolo. Lui la guarda, le sorride e le manda un bacio.
In piena sorpresa la signora si gira verso il marito, ne attira l'attenzione con una gomitata e gli racconta l'accaduto.

La telefonata continua con lui che racconta tutta la vacanza passata nel nord Italia.
Riassumendo. E' un ballerino, ha un sacco di amici sparsi per la penisola e quando si sposta per lavoro poi ne approfitta per andarli a trovare e scroccare loro vitto e alloggio.
(nota 1: parole sue)
(nota 2: noooooooooooo ... io non mi faccio i fatti altrui... che pensate! è che il numero di cosmopolitan dava pochi spunti interessanti!)

Si salutano dopo buoni cinque minuti di chiacchiere.
La signora difronte a me tira un sospiro di sollievo.
Ma lui compone subito un nuovo numero.

"ciao amore mio" ...
poche parole e capisco che ha chiamato il fidanzato.
Cinque minuti passano in:
"oh si, Verona è bella ma vederla senza il mio Romeo non ne vale la pena" (cariiiiiiiiiiino)
"guarda non sai cosa mi è successo ai controlli di sicurezza ... mi hanno svuotato la valigia ... e per fortuna che non mi ero portato il vibratore" (ecco ...)
"ma quando mi vieni a prendere non fare caso ai miei capelli ... sono 5 giorni che non faccio la maschera idratante e sono crespissssimi " (e sono problemi ...)

Poi, improvvisamente, qualcosa incrina la conversazione.
"no, no ... non parlarmi con quel tono"
"guarda che adesso ti chiudo il telefono"
"gioia ... gioia ... abbassa quella voce"
"madoooo quando urli così ottieni lo stesso effetto di quando mi fai un pompino con i denti ... me lo fai cadere a terra!"

... vorrei far partire una ola ma sono per terra dal ridere ...
L'annuncio al citofono della signorina che informa dell'inizio imbarco riempre il silenzio creatosi nella saletta.
Mi alzo e diligentemente raggiungo la fila.

Poco dopo sono in aereo.
Toh! Non vedo la signora che era seduta difonte a me.
Sarà morta quando ha sentito la cosa dei denti.
Vabbè ... pazienza... si viaggerà più leggeri!

domenica 26 giugno 2011

Liscia, liscia, liscissima ...

Ieri mi sono dedicata ad una serata relax.
Dopo una giornata affaccendata in mille commissioni sono arrivata a casa e via con "l'operazione spa".
Maschera al viso, idromassaggio, impacco idratante ai capelli ... ecc

Mentre ero nella vasca a rilassarmi con musica e bollicine profumate ho deciso di mettere alla prova il regalo di Giò Gio e della Coniglia. Dovete sapere che qualche giorno fa è stato il mio compleanno e le mie fantastiche amichette mi hanno donato una cosa fantasmagorica.
A onor di cronaca bisogna dare i meriti dell'idea a super Francy e il merito della pazienza nella ricerca alla meravigliosa stregaccia tarantina.
Facendola in breve mi hanno donato il talassoscrub della Pupa.
Un barattolone con dei glamourissimi sali rosa.
Il primo pensiero è stato "ommmiodiooooo ... entrambe l'anno scorso mi hanno vista in costume ... le mie cosce devono proprio aver bisogno di una sistemata!" ... poi il pensiero da panico da cellulite è passato e mi sono goduta il regalo!

Beh ... li ho provati e dire che sono fantastici è un eufemismo. Fanno la pelle liscia che più liscia non si può.

Ovviamente, appena uscita dalla vasca ho mandato un sms alle mie amichette per ringraziarle nuovamente del regalo.

Metto la crema, asciugo i capelli, metto lo smalto e mi sdraio a letto ... e ancora nessuna risposta. Mah ... strano!
Poi mi ricordo che è sabato. E le persone non derelitte il sabato hanno una vita sociale.

... mi veniva quasi da piangere ... ma non l'ho fatto.

Perchè ho una dignita? Assolutamente no!
Perchè magari le lacrime vanificavano il lavoro dello srub!



p.s. ... per vostra informazione ho compiuto 22 anni ... per la ennesima volta! :-)

martedì 14 giugno 2011

Un elefante si dondolava...

Ma sì, ma sì, Fidanzato è bello, bravo, virtuoso, attento e pure uomo di casa. Pulisce, mette in ordine e va anche a fare la spesa. Sabato scorso, ad esempio, mentre io ero al lavoro, è andato al supermercato. Quando sono rientrata a casa, ho trovato tutte le cosine messe in bell’ordine negli armadietti: il latte, il lievito da dolci, la farina, la verdura, le arance, le capsule di caffè e pure la carta da cucina.

C: Uhhh, amore, che bravo hai preso pure la carta Scottex!
F: Hai visto? Sono bravissimo.
C: Ma che carinaaaaaaaaaaaa… L’hai presa con disegnati sopra gli elefanti?
F: Sì, l’ho presa pensando a te.
C: …
F: Cally?
C: Nel senso che sono un elefante?
F: Eh? No, è che ci sono gli elefanti rosa, quindi fa molto Callista…

Ah ecco: ora mi sento decisamente più sollevata!

giovedì 26 maggio 2011

... e sono soddisfazioni ...

Nei giorni scorsi nonna mafaldi ha avuto un piccolo incidente domestico. E' caduta in bagno battendo il fianco sulla vasca da bagno ... quindi grande spavento, grande ematoma e grandi dolori.
Ovviamente tutta la famiglia si è mobilitata e a turno, mia madre, mia zia ed io andiamo a casa dei nonni a preparare da mangiare, fare le pulizie e coccolarli un po'.

Stamattina era il mio turno.

Dopo essere andata a dare il buongiorno e prendere la lista della spesa comincio il giro delle commissioni: posta, breve visita alla zia (mamma di kugino) spesa e ritorno verso casa dei nonni per preparare il pranzo.
Sono a pochi metri da casa quando mi arriva la telefonata della nonna che mi chiede di andare in farmacia a comprare uno sciroppo che la può aiutare nel regolare l'intestino.
Giro la macchina e mi dirigo in farmacia.
Entro, faccio diligentemente la fila e quando è il mio turno e mi avvicino al farmacista.
F: prego!
M: avrei bisogno di "vadoinbagnoben" (il nome vero non lo ricordo) è uno sciroppo per aumentare la funzionalità dell'intestino
F: è uno sciroppo, lo sa?
M: si, certo ... (gliel'ho appena detto gioioso ometto vestino in verde mela)
F: per chi è il farmaco?
M: è per mia nonna ... è caduta ed è rimasta in ospedale per un paio di giorni ... il suo intestino fa un po' i capricci.
F: ehhh ... capita negli anziani!
M: certo. (ma se la nonna sa che la chiami anziana ti rincorre fino al Brennero)
F: lo deve prendere due volte al giorno subito dopo i pasti.
M: perfetto. Glielo dico.
F: sono 8 euro e 50

Pago. Metto lo scontrino nella graziosa borsina di carta della farmacia e mi giro per andarmene.
M: grazie, buongiorno!
F: ah....
M: scusi?
F: volevo dirle ... puoi usarlo anche tu.
M: eh?
F: lo sciroppo ... puoi usarlo anche tu!
M: ah, grazie, ma non mi serve, per fortuna.
F: beh ... è noto che le donne soffrano di stitichezza.

Lascio cadere l'orrido discorso e me ne vado.

Una domanda mi continua a frullare nella mente: "mi ha vista particolarmente gonfia o mi ha mandata letteralmente a cagare?"


... mah!
voi che ne pensate?

giovedì 19 maggio 2011

Like a virgin

Venerdì scorso le Derelitte sono state invitate a una festa anni ’80: come immaginate, hanno accettato con gioia la proposta, salvo poi scoprire (un’ora prima di uscire di casa) che era gradito l’abbigliamento a tema.
A questo punto Mafalda ha dato forfait: l’idea di raccattare una cosa improvvisata non è nell’indole della ormai mora derelitta: “Amica, c’era una moda orrenda in quegli anni: piuttosto metto il pigiama di Clarabella e mi spalmo sul divano”. Anche Callista avrebbe fatto volentieri a meno dell’uscita, provata da tre ore di organizzazione del musical scolastico che le avevano ridotto i polpacci a due blocchi di ghisa: ma una telefonata dell’organizzatrice della festa, nonché collega, l’ha subito convinta alla partecipazione: “ Se non vieni pubblico su FB la foto dove sembra che tu abbia i capelli arancioni e hai il doppio mento: quindi raccatta un vestito e muoviti”. Oh, toh, improvvisamente mi è tornata la voglia di fare vita sociale…
Partendo da un paio di leggings neri di pizzo, comprati due anni fa e messi una volta (commento di mamma Callisti “te me pari ‘na batona”, ossia passeggiatrice in dialetto trentino), ho costruito il mio improvvisato look in perfetto stile Ottanta. Due canotte sovrapposte, una cascata di collane, perline, nastrini al collo, una specie di guantino nero alla mano sinistra e una gonna tipo tutù comprata in un momento di obnubilamento del buon gusto e finita in un angolo remoto dell’armadio. Trucco pesantissimo, capelli tirati tutti di lato e fiocco in testa modello Madonna nel suo momento più trash. Risultato davvero notevole, se inserito nel contesto, agghiacciante se si pensa che mi sono fatta due isolati a piedi per arrivare al locale. Per fortuna che insegno a 40 km da Trento.
Al ritorno dalla festicciola, ho dato un passaggio a una mia amica, detta da qui in poi Sora Sara, anche lei conciata in pieno stile “Like a Virgin”. In preda all’eccitazione musicale e caricate di zucchero (in quanto uno degli angoli ristoro della festa prevedeva i gommosi di cui siamo ghiotte, i chupa chups e altre dolcezze anni ’80), abbiamo imboccato la via di casa dicendo “ Ah ah ah, sai che ridere se ci fermano i carabinieri vestite in questo modo?”.
Vabbè, dai, era effettivamente un pochino eccessiva e pure sfortunata come ipotesi. Infatti non ci hanno fermato i carabinieri, ma la polizia. Sono solo arrivata a togliermi il fiocco dalla testa prima di fermare la Cally car.

Poliziotto (facendo il saluto militare): Buonasera signorine… Patente e libretto, per favore.
C (cinguettando): Certo! Un attimo solo che recupero tutto.

Prima mossa: maledire mentalmente il pianeta porco bastardo e aprire il cassetto del cruscotto per recuperare il libretto. Niente di più facile. Basta solo estrarre la busta dei documenti e voilà, libretto trovato. La patente, invece, è in borsetta. E la borsetta è incastrata dietro il sedile del guidatore: un paio di tentativi di tirarla fuori senza scomporsi troppo dalla seduta, ma niente. La maledetta è incastrata.
P: Signorina, se vuole scendere a prenderla faccia pure, magari è più comoda.
Proprio quello che volevo evitare: se seduta potevo sembrare al limite una dalla mano lievemente pesante nel trucco, in piedi tutto il mio ambaradan trash diventava perfettamente visibile. Faccio un sospiro, apro la portiera e metto fuori una zampa inguainata nel pizzo e in una scarpa rosso lacca altra 12 cm. Il poliziotto è perplesso.
C (mentre rovista nella borsa): Ehh, sa, abitualmente non mi vesto così. È che siamo andate a una festa anni Ottanta…
P: Anni Ottanta? Voi? Ma se negli anni Ottanta non eravate neanche nate…
C: Eh, no, c’eravamo…
P: Ma eravate due bambine, allora!
C e S (lusingate): Ih ih ih…
P: Un attimo solo che controllo i dati.

Mentre il poliziotto si allontana, io e la Sora Sara ci diamo ai commenti.
C: Ma che sfiga nera porca bastarda.
S: Eh vabbè, almeno si sarà fatto due risate.
C: Io becco sempre controlli nei momenti meno opportuni: di ritorno da uno spettacolo di flamenco, con due rose e un pettine in testa, dopo una limonata in riva al lago, con i bottoni allacciati a casaccio, con Mafalda che dice cose senza senso (tutte vicende narrate nei post, se volete ulteriormente deriderci, NDR)… Uff.
S: Sttt, che torna.
P: Eccomi qua!
C&S: Salveeeee!
P: Tutto a posto. Ma ditemi un po’, signorine, a questa festa anni ‘80 avete bevuto?
C: No, io quando guido non bevo. Comunque se vuole fare il test, io non ho nulla in contrario.
P: No no, si figuri… E poi che lei è perfettamente lucida si capisce da come parla!
C (chiedendosi se era un complimento): Ahhhh, ecco…
P: Ma come mai state rientrando così presto? È solo mezzanotte…
C: Eh… Ci piace la favola di Cenerentola, ah ah!
S (la serpe): Perché lei domani lavora!
C: Zitta, che pure tu fai lo stesso lavoro mio!
P: E cosa fate?
C&S: Le in...mpf…anti
P: Come?
C&M: LE INSEGNANTI!
P: Ahhh… alle elementari?
C (chiedendosi se il simpatico poliziotto forse potesse essere interessato all’influenza del trucco anni ’80 sull’educazione dei fanciulli): No, alle superiori. Insegniamo italiano.
S: Lei anche latino! Auch! (gomitata di Callista)
P: Ah! Avrei dato chissà cosa per avere due insegnanti come voi… Chissà come studiano volentieri i vostri ragazzi.
C: Eh, ma mica ci vestiamo così di solito…
P: Ma l’importante è il contenuto! Buonanotte, signorine, guidate con prudenza.

L’importante è il contenuto, già… Come negli insaccati. Sob.

Like a virgin, uh!

mercoledì 4 maggio 2011

Meches patriottiche

Callista e Mafalda dal parrucchiere in occasione della messa in opera della tinta mora di Mafalda e delle consuete meches di Callista.


P: Tesooooroooo, la tua amica la faccio mora, e a te cosa faccio?
C: Le solite meches, grazie.
P: Ma dai, banale! Facciamo le meches tricolori?
C: Va bene che è appena passato il 150esimo dell’Unità, ma non mi pare il caso…
P: …
C (Ok, quest’uomo non gradisce il mio fine umorismo): Dai, dimmi cosa sarebbero ‘sti tre colori.
P: Facciamo un ramato, un biondo caldo e un platino. Molto chic.
C: No, il ramato no, lo temo. Se mi viene rosso menopausa, come Orietta Berti?
P: Ma daiii, non quel rosso lì, un bel ramato, lo portano tutte in tv: la Marcuzzi, la Blasi, la Panicucci…
C: Senti, già ho un colore di pelle tendente al verdognolo: possiamo evitare l’effetto vichingona? Quel rossiccio fiammingo che vedi nei quadri, con quei donnoni tutti pieni di rotoli di ciccia...
P: Dai che starai benissimo: faccio io.
C: Mi pare di non vedere alternative possibili…

Dopo due ore di macchinose applicazioni, un taglio fatto legando i capelli con gli elastici e cinquecento complimenti per il colore (che sui capelli bagnati non si vedeva manco a pagare, ma vabbè), è scattato il momento “piega”.

P: Facciamo la sei settori, ho deciso!
C: Chi?
P: La sei settori: è una piega mossa che ha inventato Jean Pierre Qualchecoss.
C: Ah, certamente. Ma a me le pieghe mosse fanno orrore, sto malissimo, e poi non mi durano più di dieci minuti.
P: Ma daiii, si è vista su tutte le passerelle milanesi! Non fare la provinciale.

Di fronte al “provinciale” ho dovuto cedere: non sia mai, la regina del glamour trentino tacciata di provincialismo??? Piega, gonfia, arrotola, piastra, gira di qua e di là, dopo venti minuti mi sono trovata con una testa effettivamente strepitosa, che è stata innocentemente commentata dal mio nipote di 2 anni con un “Zia Cally, che figa!” (suscitando l’ilarità e poi il terrore di sua madre perché adesso la creatura aggiunge “che figa” ogni volta che sente pronunciato il mio nome. Vabbè.)
Dopo due giorni di idillio, adesso però è scattata la tragedia: il taglio fatto con gli elastici spara ciuffetti in giro dappertutto che non stanno a posto manco con il gel, la mattina mi sveglio con la testa piena di corna appuntite e con le lunghezze arruffate come il culo di una gallina (capelli troppo sfilati, maledizione) e il color ramato che fa tanto moda a me pare tendente all’arancione un giorno e al giallo un altro. Un dramma. Il biondo naturale aiutato che ho sempre sfoggiato si è trasformato in una colata di polenta: e non posso manco abbinarci lucanica e crauti perchè sono a dieta (primavera di sofferenza, per la povera Callista).


Devo trovare un altro parrucchiere, meno anarchico ed esperto di biondi: si accettano candidature e suggerimenti!

lunedì 11 aprile 2011

Confessioni di una derelitta ...

Amici ... è arrivato il momento del mio outing.
Ve lo devo confessare.
No, non pensate ad una cosa tipo: "amo Callista" ... sarebbe troppo banale ... e non è nulla in confronto a quello che vi devo dire.

Dite che è questione di vizi capitali? Mah ... proviamo ad analizzarli ...

Superbia: ma nooo ... troppa fatica! Sono fondamentalmente molto pigra ... essere superbi costa troppe energie
Avarizia: ahahahahaha ... basta guardare il mio conto in banca per capire che non è una cosa che mi appartiene
Lussuria: beh, ecco ... magari questo lo saltiamo
Invidia: forse da giovane ... ora con la "maggiore età" sono diventata più saggia e non mi rodo più il fegato
Gola: macchè ... mannaggia sono sempre a dieta eppure quei tre chili non se ne vanno mai
Ira: nemmeno questo vizio è mio. Progetto sempre delle gran vendette ... ma poi mi perdo troppo nello studiare nei dettagli il piano d'azione ... e nel frattempo mi passa l'arrabbiatura. In fondo l'indifferenza funziona anche meglio.
Accidia ... oh lo ammetto ... ogni tanto ho dei giorni di menosaggine acuta ... ma poi passa.

Insomma ... niente di tutto questo.
Allora ... siete pronti???

...
...
...
mi sono fatta MORA!!!!

No, no, no ... non è che sono andata a letto con Lele Mora, barea...
mi sono tinta i capelli di un meraviglioso color cioccolato.

Ehhhhhh siiiiii! Dopo dieci anni di onorata carriera da bionda ho deciso di cambiare.
Ora, finalmente, riuscirete a distinguere le derelitte anche cromaticamente e non solo dalla taglia del reggiseno.
E non provate a dire che sapevate che io avevo gli occhi azzurri e Cally verdi ... che nessuno ha mai guardato gli occhi di Cally ma gli sguardi si sono sempre fermati a una ventina di centimetri più in basso ...

Ho fatto la prova dello scuotimento del crine e funziona anche in tonalità black.
Il problema che ora si pone, oltre a quello di riuscire a riconoscermi allo specchio è: " quando non capisco qualche cosa che scusa posso usare"?
Il "perdonami ... ma sono bionda" ora non vale più.

E dire "scusami ma sono rimbambita" mi pare poco elegante.

Aiutatemiiiiiiiiiiiiii!!!