mercoledì 21 agosto 2013

Callista sogno di mezza estate

Ieri ero davvero di ottimo umore: mi sentivo un incrocio tra Vlad l’Impalatore, Attila, Gengis Khan e Dart Fener. Meraviglioso. Ma le faccende domestiche non guardano in faccia nessuno, meno che meno le lune o le paturnie… Quindi me ne sono andata con la mia sportina e la lista della spesa a fare incetta di cibi possibilmente poco calorici. 
Dopo aver spuntato tutte le voci del promemoria e aver ceduto alle Ecodosi Dash in offerta e alla nuova crema Dove Mandorle e Fiori di Ibisco (tutte cose profumose che piacciono a noi donne), mi dirigo alla cassa. E finisco dietro a una nonna con nipotina piagnucolosa di due anni infilata nel carrello.
Abbigliamento Callista: gonna bianca lunga fino ai piedi (moooolto gitana), canotta doratina, borsetta in paglia, sandalino etnico, capello biondo trattenuto da fiorellino di stoffa. Mi sento come Gwen Stefani nella foto vista stamattina, ma sembro probabilmente la copia sobria della zingara Cloris.
La bambina frigna, mentre la nonna cerca di placarla. A un certo punto, la gioiosa anziana esce con la genialata: “Amore, non piangere, guarda che questa bella signorina qui dietro ti sgrida”.
Io sfodero il sorriso di circostanza, più che altro per le due magiche paroline “bella” e “signorina”. La bambina mi guarda perplessa e tira su con il naso. Le faccio “ciao” con la manina.
La nonna è implacabile: “Hai visto che bella che è? È come la tua bambola! È una Barbie, solo che è vera! Hai visto?”
Tra me le la bambina, non so chi potesse avere lo sguardo più perplesso. Abbozzo un “Ma no, eh, signora, ne vengono fuori almeno due di Barbie in carne e ossa da me… Ah ah…”, ma in realtà gongolo. Barbie “Callista Sogno di Mezza Estate”, altro che Gwen Stefani…
Mi resta solo da trovare Ken. E che sia possibilmente dotato di pistolino.

sabato 20 luglio 2013

Coniglio spaziale ... azione!!!

Come tutte le brave massaie, anche noi siamo iscritte a Groupon. Ogni giorno spulciamo attente le millemila offerte, compriamo buoni per lezioni di yoga, massaggi, cene luculliane o soggiorni romantici, pennelli da trucco e quant’altro.
Ma oggi la nostra attenzione è stata attirata da altro. In mezzo alla maschera per i piedi al cetriolo e rosmarino (ussignur), i cuscini in memory foam o la coppetta mestruale (su cui prima o poi scriveremo, statene certi), ecco l’offertona imperdibile.  Il VIBRATORE RABBIT.

coniglio
Vediamone insieme i dettagli.


“A differenza dei topi che ballano solo quando il gatto non c'è, i conigli si divertono a ruotare e vibrare soprattutto se sono in compagnia.”
Questo dobbiamo ricordarci di dirlo alla nostra amica che ha in casa due conigli domestici… Potrebbe essere stupita da tanta vitalità!

“Lasciati andare al piacere con il vibratore Rabbit. Farlo è semplicissimo: sarà sufficiente chiudere la porta della camera da letto e dedicarsi qualche momento per volersi bene."
Notare l’eufemismo “volersi bene”: raffinato ed elegante, adatto a un pubblico femminile. Da vomitare. Queste vaccate o le ha scritte un uomo o qualcuno che è ancora convinto che l’autoerotismo renda ciechi.

Vibratore Rabbit “Love Bunny”

“Love Bunny è sinonimo di piacere appagante. Un sex toy per farti perdere la testa e... non solo. Dispone di doppi comandi digitali per la vibrazione del coniglio frontale, per la rotazione delle perle e del fusto."

La prima cosa che ci viene in mente è chiedere COSA si può perdere oltre alla testa??? Meglio non approfondire, ma avvisare il pubblicitario che quei puntini di sospensione allusivi non invogliano affatto. Semmai terrorizzano. Come i doppi comandi digitali, peggio di un Minipimer.  Ma andiamo oltre.

“3 velocità di vibrazione e rotazione e infiniti modi di usarlo e di volersi bene."
“Infiniti modi di usarlo e di volerti bene”
ma chi è l’imbecille che scrive ‘ste cacate? A cosa potrà mai servire il vibratore? A farsi i ricci? A tritare il basilico? E poi, la piantiamo con questo “volersi bene”?

“Inverti la rotazione tramite il tasto centrale e prova un nuovo modo di sentirti speciale.”
Come se uno potesse sentirsi speciale grazie a un missile rotante in silicone.

“Love Bunny è realizzato in morbidissimo jelly trasparente e assolutamente privo di ftalati.”
Ah, scusate, grazie a un missile rotante di morbidissimo jelly trasparente privo di ftalati.

Vibratore Rabbit “Evolution of the Rabbit”

“Un vibratore in grado di soddisfare anche le donne più esigenti. “Evolution of the Rabbit” unisce la normale vibrazione e rotazione alle funzionalità wireless. Grazie al telecomando puoi azionare la vibrazione con una distanza fino a 10 metri... così potrai divertirti da sola o con una persona speciale.”

Tralasciamo la sintassi che inizia a farsi confusa (forse chi ha scritto si stava volendo bene con il coniglio, chissà). Resta il fatto che se una si diverte da sola, il telecomando serve a ben poco, se non parliamo di una Watussa (nel qual caso forse anche il coniglio potrebbe risultare insufficiente, magari potrebbe servire un puma, un cane alsaziano, una giraffa). Sulla persona speciale a cui affidare il telecomando… Bé, non so voi, ma noi non troviamo affatto erotica la possibilità che uno per farci coglionella ci spenga l’attrezzo sul più bello. E se questa persona è così speciale, non si può sostituire direttamente al Rabbit? No???

“La vibrazione sul corpo centrale e sulla protuberanza frontale solleticano il piacere sia insieme che separatamente."
Sintassi sempre più oscura. Comunque va bene,  il concetto ci pare chiaro e stavolta senza eufemismi.

“Inverti la rotazione sul glande e il vorticare delle sfere metalliche... lasciati andare a momenti di puro piacere."
Questo sinceramente più che farci pensare a momenti di puro piacere  ci fa venire il mente una puntata di Goldrake...   Ma forse è perché siamo cresciute negli anni ’80… ci terrorizza anche un po’ il vorticare delle sfere metalliche: siamo sicuri che questo benedetto attrezzo non decolla?

“Per aumentare le sensazioni di benessere utilizzalo con un lubrificante.”
L’agghiacciante annotazione medica finale se la potevano anche risparmiare.

Ovviamente potete capire che non si può resistere a tutto ciò: infatti, nel dubbio, abbiamo fatto 4 ordini. Di crema per i piedi al cetriolo e rosmarino. Si sa, per attirare i conigli in carne ed ossa le verdure vanno sempre bene… e i piedini morbidi aiutano! ;-)

martedì 18 giugno 2013

Piccole meraviglie crescono

E anche quest’anno scolastico volge al suo termine, con solo i poveri maturandi a faticare ancora sulle “sudate carte” di leopardiana memoria: soliti saluti, soliti adempimenti di fine anno, solite speranze di rivedere colleghi e (in qualche caso) anche studenti a settembre (ah, infausto destino dei precari!). Questo finale di anno però è stato rallegrato da una nuova usanza importata dall’America: il ballo scolastico, ossia orde di adolescenti infighettati che pervengono in luogo deputato e attrezzato come sala da ballo e mangiano e bevono rigorosamente analcolico (con professori addetti al controllo del beveraggio, come gli schiavi assaggiatori romani) fino alla mezzanotte, quando vengono sbattuti fuori dal bidello infastidito per gli straordinari serali.
Ovviamente l’idea non può che essere sostenuta dagli insegnanti più giovani, tra i quali mi trovo ancora – fortunatamente - pure io:  mi sono trovata quindi a dover organizzare tutto l’ambaradan e a partecipare come sorvegliante alla serata (ma più che altro ho cercato di mantenere l’aplomb dell’algida professoressa regina delle nevi, che mi viene tanto bene in classe ma molto meno bene nelle occasioni conviviali, perché in un paio di occasioni mi sono dovuta trattenere dal gettarmi in pista urlando).
Tutto si è svolto per il meglio: ragazzi bravissimi che si divertono davvero con nulla (alla faccia delle tragiche prospettive che i tg danno del mondo giovanile), nessun incidente di percorso, niente da segnalare. Niente, tranne lo Studente Invaghito.
Ora, da insegnante giovane e non racchia, mi sono trovata a volte in passato a fronteggiare studenti invaghiti: ma il tutto si risolveva in sguardi languidi, sospiri sul corridoio, interrogazioni che evolvevano in balbettamenti e coloriti scarlatti se si parlava d’amore o simili. Ma lo studente invaghito di quest’anno ha la faccia come il didietro e un coraggio che non ho manco io a trent… ehm, ventinove anni periodici.
Inutile dire che è corteggiato da orde di ragazzine dai 16 ai 18 anni per il suo fare simpatico e spavaldo; inutile dire che è pure un bel ragazzo, alto, moro e ben vestito; inutile dire che è pure bravino a scuola senza fare grande fatica ed è pure sportivo. Insomma, le ha tutte. Ma invece che gettarsi sulle compagne di scuola, ha deciso di perseguitare me: battute, complimenti, carinerie di ogni tipo sempre rimbeccate con cinismo e acidità sono servite a poco. Il minchione aspettava il ballo scolastico per mettermi in seria difficoltà.

Arriva sorridente e profumato circondato dai suoi amici, raggiunge l’angolo dove sono rintanata con i colleghi e mi saluta: “Prof, è un CASIN bella stasera!”
Io: “Grazie, ma magari i complimenti impara a farli in italiano, cucciolo!”
Lui: “Prof, ma non si formalizzi: il concetto c’è, ed è che lei è bellissima!”
Risatine dei compagni e mio rapido sollevamento delle sopracciglia, mentre cerco di non diventare paonazza. Questo mi mette seriamente in crisi.
La serata passa tranquilla, con gli occhi del cucciolotto sempre piantati addosso e sporadiche comparsate dietro angoli e colonne che mi facevano venire un coccolone ogni volta. Ma come in ogni festa che si rispetti, arriva il momento dei lenti. Il fesso avanza verso di me con passo deciso: io guardo il mio collega ignaro che beve una cocacola.

C: Oddio, viene a invitarmi
CICBUC (Collega ignaro che beve una cocacola): Chi?
C: Coso, lì. Viene a invitarmi a ballare.
CUCBUC: Ma valàààà, con tutte le compagne gnocche che ci sono stasera? Da te?
C: Grazie per la considerazione. E comunque ti dico di sì.
CUCBUC: Ma figur…
Ed ecco lo studente invaghito arrivato a noi:
SI (porgendomi la mano): Prof, posso invitarla a ballare?
C: Ecco, veramente…
CICBUC: Ma dai, vai!
C (mai che si facesse i fatti suoi questo): Ma no, non mi pare il caso…
SI: Prof, è solo un ballo, giuro che non le faccio nulla!
C: Non ho paura, eh, ti ricordo che quanto io facevo la maturità tu eri alle prese con i rigurgitini da latte!
SI: E allora, dai, mi faccia questo regalo!


In mezzo a un coro di “dai proooof, forzaaaa, vai Callistiiiii” con uno studente dal sorriso impeccabile e la mia faccia color pomodoro, ho ceduto e ho seguito SI a centro pista.
Ho immediatamente adottato la posizione “festa delle medie” quando ti toccava ballare con uno che non ti piaceva: braccio rigido per mantenere le distanze, bacino arretrato di quei 25 cm che impediscono ogni sfioramento, testa girata di 45 gradi per non respirargli sul collo. Io ero tesa come una corda di violino, lo studente rilassato come un angioletto.

SI: Grazie, prof, mi ha fatto un regalo stupendo. Sa, è tutto l’anno che ho un debole per lei.
C: Smettila! Sei fortunato che non sei un mio studente, altrimenti ti facevo bocciare. Balla e taci!
SI: Veramente, prof…  E poi lei ha un profumo buonissimo.
C: Ma benedetto, piantala! Prima di tutto hai veramente una faccia tosta che mezza basta… E poi su, in mezzo a tutta questo numero di gnocche della tua età, devi venire da me?
SI: Ma prof, lei è stupenda, intelligente, spiritosa: le mie compagne non sono abbastanza mature per me.
C (ussignur… Vabbè, vediamo di buttarla in vacca...): Ho capito, eh… Ti piace l’antiquariato!
SI: No, prof, non mi piacciono le cose vecchie. Mi piacciono le cose belle.

Non ho avuto il coraggio di replicare: ho sperato che la canzone finisse in fretta ma (come in ogni situazione drammatica) ho beccato il lento da 5 minuti e 04 (timing controllato a fine serata per vedere quanto avevo patito).
Ovviamente ho condiviso la vicenda con l’amica Mafalda.

C: Amica, hai capito cosa mi è successo?
M: E non gli hai dato due colpi?
C: Ma Mafy! Sono una donna impegnata e lui ha 19 anni!
M: Appunto, è maggiorenne!
C: Ma smettila! Ma dico, amica, te lo immagini questo a 25 anni come diventa? Altro che meraviglia…
M: Piccole meraviglie crescono, amica…
C: Ah!
M: Sigh!
C: Sob!

M: Nel dubbio… Non è che hai il suo numero? ;-) 

venerdì 31 maggio 2013

La bacchettona

Come ormai ben sapete, le vostre derelitte (con Olivia di CiVediamoAlleSette) sono tornate in palestra: due giorni a settimana facciamo un corso faticosissimo in cui un istruttore psicopatico ma bravissimo ci urla in faccia come in un campo marines, mentre un terzo giorno a scelta ce ne andiamo in sala pesi a fare un po’ di tonificazione generale. I risultati non si sono fatti attendere, ovviamente… Ma come capirete, non parliamo tanto di perdita di peso o rimodellamento corporeo, quanto di tragiche avventure in perfetto derelitt style.
Tanto per cominciare… Sapete benissimo del debole che noi nutriamo per i pelati: ecco, la palestra è popolata da calvi. Tre quarti degli istruttori lo sono! Praticamente non si distinguono per la maglietta “staff”, ma per la pelata. Tra questi calvi, uno è quello che ci ha convinto a iscriverci, ovviamente per la sua competenza in ambito sportivo e non per il fatto che indossa magliette piccole, pantaloni sconvenientemente aderenti sulle chiappe (di marmo) e ha gli occhi verdi come il mare. Ovviamente il suddetto pelato è pure fidanzato con una toporagna impedita che si allena con noi e distingue a fatica la destra dalla sinistra: il mondo è davvero ingiusto.



In compenso, alla seconda comparsata in sala macchine siamo state abbordate dall’altro istruttore: una via di mezzo tra zio Fester e la copia giovane di Galliani. Ci ha beccato mentre eravamo sulla cyclette a riscaldare le chiappe.
GG (giovane Galliani): Ciao ragazze, siete nuove?
C: Ciao! Sì, ci siamo iscritte da 15 giorni!
GG: Oh, bene,allora poi vi seguo io mentre fate la scheda, così controllo se fate gli esercizi.
M: A dire il vero, facciamo palestra da 10 anni…
GG: Tanto non ho niente da fare! Comunque piacere, io mi chiamo Fausto.
C&M: Piacere, Callista e Mafalda! (ma sapete che le derelitte in realtà hanno lo stesso nome…)
GG: Uh, vi chiamate uguali? Ma dai? Mi prendete in giro?
C: No, se dobbiamo prendere in giro qualcuno ci inventiamo qualcosa di meglio…
GG: Ahahah! Dai, allora a dopo!

Già qui dovevamo capire che il babbeo brillerà in effetti per muscoli, prestanza fisica o crapa pelata, ma non per astuzia.  È bastato che ci seguisse in 3 postazioni per sentire prepotente dentro di noi la voglia di fargli inavvertitamente cadere un peso da 10 chili sul mignolino del piede: Fausto, infatti, ha un umorismo che farebbe ammosciare i capelli anche a Rodotà e, soprattutto, parla per luoghi comuni. Una tragedia, che è deflagrata in tutta la sua potenza alla pectoral machine. Mafalda è seduta e sta facendo l’esercizio, Fausto è in piedi accanto a Callista in attesa.
F: Ma voi che lavoro fate?
C:  Io insegno.
F: Ma dai? Dove? All’asilo?
C (perché tutti mi chiedono se insegno all’asilo?): No, al liceo.
F: Ah. E cosa insegni?
C: Italiano e Latino
F: Dai? Ma sei severa? Secondo me hai la faccia da BACCHETTONA!
C: Lo prendo come un complimento.

Mentre il povero Fausto si scavava la fossa da solo avventurandosi in un terreno fatto di “ah, ma i giovani d’oggi sono tutti disperati” e “chissà che fatica farai a farti rispettare”, io ho attivato la modalità risposta automatica modello vecchietta in coda alla posta che si lamenta di tutto: sguardo fintamente presente, testa che oscilla su e giù, annuendo, vocalizzi di assenso (ehhh già, ahhhh sì, come no, eeeehhh…).
Finalmente, dopo una conferenza di pedagogia degna di un novello Don Milani, Fausto si cava dai piedi. Mafalda ha le lacrime agli occhi dal ridere.
M: Amica, hai fatto colpo.
C: Zitta!
M: Quando ti ha dato della bacchettona pensavo di morire.
C: Questo immenso minchione… Vabbè, andiamo a ritirarci la tabella e doccia!



Alla postazione, Fausto ci attende implacabile.
F: Ragazze, ecco qui la tabella nuova. L’ho fatta pensando ai vostri bisogni…
M: Ma noi non ti abbiamo detto niente  al riguardo!
F: Sì, ma io vi ho controllato mentre facevate gli esercizi! Vi ho fatto lo scanner, ahahah!
C: Eh, un lavoraccio il tuo, eh?

F: Ah ah ah.
C: Vabbè, grazie e ciao!
F: Ma dove andate di bello? Aperitivo stasera?

M: Di giovedì? No, noi pecchiamo solo nel fine settimana.
F: Ah, ma non andrete mica a casa?

C: Sì, siamo noiose e bacchettone. Ciaooooooo!

Se chi ben comincia è a metà dell'opera, nutriamo un senso di inquietante timore per i prossimi mesi.

lunedì 13 maggio 2013

Il capogiro

Dialogo tra Callista e classe numero 1.

Classe: Proooooof, ma come mai ieri non è venuta a scuola? Era malata?
C: No, mi sono dimenticata la strada.
Classe: Prof, non ci prenda in giro... 
C: Non è successo niente, ragazzi, ieri mattina mi sono alzata, stavo poco bene e mi girava la testa. Probabilmente un calo di pressione.
Classe: Non è che è incinta?

Dialogo tra Callista e classe numero 2.

Classe: Prof, ha marinato ieri?
C: Sì, sono andata in Bondone a prendere il sole.
Classe: Non ci crediamo!
C: Astuti! Ma no, ieri stavo poco bene e...
Classe: Prof, è incinta?

Dialogo tra Callista e classe numero 3.

Classe: Prof, come sta, è guarita?
C: Sì, grazie, ragazzi, sto meglio.
Classe: Aveva la nausea?
C: No, chi vi ha detto questa cosa?
Classe: Il prof XY ci ha detto che le girava la testa, pensava di dircelo che è incinta o no?!? Lo sapevamo noi!

Mio Dio: mi vedono evidentemente grassa. Aiuto.

martedì 30 aprile 2013

Pan di Stelle


Callista e Mafalda sono tornate in palestra. Un po’ per evitare di perdere i pezzi all’affacciarsi dei fatidici… ehm… 24 anni, un po’per eliminare qualche chiletto accumulato durante l’inverno, insieme a Olivia di “Ci Vediamo alle Sette” abbiamo infilato tuta e scarpe da ginnastica e via, verso nuovi incredibili dolori muscolari.
Ovviamente, insieme alla palestra, è partito anche il programmone “Dieta sana, varia e povera di ogni cosa sia golosa”: praticamente una quaresima ritardata, per vincere la lotta contro l’odiata BB (che come ben sapete, non è Brigitte Bardot, ma la Bilancia Bastarda).
Inutile dire che, ogni qualvolta una donna decida di limitare l’apporto calorico, partono inviti su inviti a cena, offerte di cibo a tutte le ore, merende, carichi di viveri che manco un programma umanitario: chiunque decide di invitare la povera Derelitta a un peccato di gola. Come stamattina…

Mi reco come ogni giorno a scuola, in stato semicomatoso per la carenza di sonno e con l’acido lattico che regna dentro me come un sovrano del male: livello agilità 1, ossia “gatto di marmo”.
Rantolo alla macchinetta del caffè: ed ecco il collega giovanissimo, sportivissimo e magrissimo che si presenta con un pacchetto da 750 grammi di Pan di Stelle. Ora, io per i Pan di Stelle potrei anche vendere un parente: sono in assoluto i miei biscotti preferiti, soprattutto se inzuppati nel caffellatte: remoti ricordi di un metabolismo adolescenziale.


CGSM (collega giovanissimo, sportivissimo e magrissimo): Ciao Cally, vuoi?
C: Pan di Stelle? Sia mai, vade retro! Che Tra un mese devo mettere il costume da bagno
CGSM (sgranocchiando): E allora?
C: E allora tu sei un uomo, non puoi capire.
CGSM: Mah. Comunque se cambi idea e li vuoi a ricreazione, sono nel mio armadietto.
C: Smettila!
CGSM: Se li mangi, poi puoi smaltire con me: stasera andiamo a fare una ciaspolata in notturna con alcuni amici, prima che diventi troppo caldo.
C: Ciaspole? Notturna?  A me???  Guarda, l’unica cosa che mi potrebbe convincere a fare una cosa del genere sarebbe una lauta cena al rifugio. Ma sono a dieta.
CGSM: Se cambi idea, noi partiamo verso le otto… (Offrendo il pacchetto di biscotti) Comunque, sei sicura che non ne vuoi?
C (ritirando il caffè dalla macchinetta): NOOOOOOOO! Ma poi, scusa, mangi i biscotti a secco, senza neanche un caffè? Ne vuoi uno?
CGSM: No grazie, va bene così.
C (offrendo  il bicchierino al collega): Sicuro? NON VUOI PUCCIARE IL BISCOTTO?

Giuro che lui è rimasto totalmente impassibile: ha anche garbatamente rifiutato l’offerta. Credo non abbia colto l’orribile doppio senso che invece hanno colto tutti gli altri colleghi che erano alla macchinetta con me. Adesso ogni volta che mi vedono con un caffè, urlano “Se volete, la prof Callisti fa pucciare il biscotto”. Maledetti.  Si accettano suggerimenti per una lenta e dolorosissima vendetta.

lunedì 22 aprile 2013

Ci vediamo alle sette?


Ebbene sì,  noi Derelitte siamo precursore in ogni campo, non solo per quanto riguarda la “disgraziataggine”. In attesa che in Italia liberalizzino i matrimoni gay, abbiamo pensato di anticipare i tempi: insieme a due amiche di lunga data, abbiamo dato la vita a una nuova creatura.

È con sommo piacere e onore che Callista e Mafalda vi presentano, insieme a Mirta e Olivia, il nuovo blog a 8 mani “Ci vediamo alle 7”: chiacchiere tra donne all’ora dell’aperitivo.  

Mirta e Olivia sono, in realtà, vecchie conoscenze dei nostri lettori più affezionati e “antichi”: i nomi suggestivi tradiscono le loro origini poco trentine… In effetti, io e la Mafy abbiamo cercato di trovare due nomi alternativi ai nostri per omogeneizzare questa scelta poetica… Ma chiamarci “Canederla” e “Teroldega" piuttosto che “Melinda” e “Marlene” ci pareva poco elegante… Quindi abbiamo deciso per la fidelizzazione: voi, che leggete e commentate da sempre le Derelitte, potevate altrimenti  averne a male, no? (Questa è la scusa che abbiamo usato con le nostre amiche, siete pregati di supportarci e coprirci, grazieeeeee…)

Come vedrete, siamo tecnologicichissime (uots?): infatti io e Mafalda ci limitiamo a scrivere i post con la penna d’oca e poi le nostre amiche gggggiovani e ferrate sul web pensano al resto. Ci trovate su Facebook, Twitter, Instagram, tra un po’ verremo direttamente a casa vostra a farvi compagnia mentre bevete il caffè.

Gli argomenti… Bè, saranno i più disparati. Troverete i post delle Derelitte ma anche tanto materiale inedito, consigli di bellezza, salute, tv, libri, viaggi, bricolage, cucina… Insomma: tutto quello che non può mancare nella cultura di ogni lettore del nostro Diario, donna o uomo che sia (per rimorchiare, cari uomini, bisogna conoscere l’universo femminile… E allora seguiteci!!!).

Venite a trovarci, vi aspettiamo con tanto affetto: e se non lo fate, iniziate a guardarvi alle spalle. Noi vi vediamo! ;-)

Le vostre Derelitte da oggi anche su CiVediamoAlle7


!

giovedì 18 aprile 2013

La dolcevita

Ed eccoci alla terza e (per ora) ultima tragica figuraccia con la famiglia Clooney: considerando che ci sono ancora due mesi di scuola, conto di deliziarvi ancora con numerose altre simpatiche avventure. Ma intanto accontentatevi di questa… 
Tema di italiano: Georgy Junior esce almeno 5 volte a chiedere delle babbionate pazzesche sulla traccia da svolgere: “Prof, va bene se faccio così, ma se io scrivo questo è sbagliato, ma cosa ne dice se metto questo e quello, ecc ecc ecc”. Dicesi bisogno di conferme. Io rispondo affabile e scuoto la chioma, che non guasta mai, mentre troneggio dalla mia cattedra sulla sofferenza dei miei poveri studenti. 
Alla sesta uscita, ecco la protesta di un sottoposto: “Georgy, hai finito di importunare la prof?” 
Io: “Ma cosa stai dicendo? Georgy non mi importuna mai, anzi. Se ha dei dubbi, è giusto che chieda!” 
Altro sottoposto: “Ma prof, allora le chiedo anch’io le cose!” 
Io: “Ragazzi, scusate, ma non è che voi non potete fare domande, eh! Io rispondo a tutti! Se Georgy è una persona intelligente e si pone degli interrogativi, è un bene. Anzi, prendete esempio!” 
Mamma mia, che crudeltà… Probabilmente Erode, Nerone, il conte Vlad e Barbablù si sono reincarnati in altrettanti diciassettenni trentini: e sono finiti tutti nella mia classe. 
Altro sottoposto: “Bè, ma magari lei pensa che le facciamo domande solo per fare i lecchini.” 
Io: “Lecchino non è un termine dell’italiano corretto. Non rispondo a chi parla come se fossimo al bar.” Sottoposto: “Ma sì, insomma, magari uno continua a uscire e a fare domande solo per farsi vedere!” 
Voce dal fondo: “ O PER VEDERE!” 
Il cervello frulla un attimo a vuoto e poi capisco il senso misterioso dell’affermazione dal fondo: evidentemente la maglia scollata a V che avevo addosso era un po’ troppo a V. Ma ci avevo messo pure un foulard! Porca zozza! 
Fingo per l’ennesima volta di non aver sentito, mentre controllo con la coda dell’occhio lo scollo cercando di immaginare cosa si possa vedere stando in piedi accanto a me seduta: prometto tremende punizioni a chi oserà ancora commentare a sproposito e prendo il tema di Georgy, che nel frattempo è rimasto inebetito accanto alla cattedra; noto che ha ripreso un simpatico color carminio. Rispondo alla domanda che mi aveva fatto e lo rimando a sedere. 
 Inutile dire che: 1. Georgy non è più uscito durante tutto il resto del tema. 2. Il giorno dopo, nel dubbio, ho messo la dolcevita.

mercoledì 27 marzo 2013

Come porti i capelli bella bionda!

Ok ... ci ho provato ... ho tenuto i capelli scuri per quasi due anni ... ma ormai il mio essere bionda dentro sta prendendo il sopravvento ... voglio la mia lunga chioma chiara!

E poi è primavera (si, vabbè... fa meno dieci e nevica ... ma anche voi come siete pignoli!) serve una novità!

Sabato scorso sono andata dal mio parrucchiere di fiducia.
Forse ve lo ricorderete ... Cally ed io lo abbiamo simpaticamente denominato CMDF  "checca-mani-di-forbici" per la sua immensa abilità nei tagli e nei colori e per il suo folcloristico modo di manifestare al mondo il suo essere gay.

Arrivo in salone alle 9 con gli occhietti ancora pieni di sonno e mi siedo sulla poltroncina attendendo il mio turno. Accanto a me una signora sta ritoccando il suo color arancio fosforescente. (Ussignur).
CMDF si avvicina a me e comincia a chiedermi cosa voglio fare.
M: " ho bisogno di biondo! Help me"
CMDF: "guarda ... sono appena tornato da Londra dove abbiamo fatto dei colori S-T-U-P-E-N-D-I ... devo assolutamente farti le meches nuove che si sposano perfettamente con il tuo shatush!"
M: "sai che mi fido ... fai tu"

In quel momento la signora accanto mette una mano sul braccio di CMDF dicendo "Non la farai mica bionda?"
Io mi giro fulminando la donna color carota geneticamente modificata ... sulla mia fronte compare chiaramente la scritta "Cazzo vuoi?" ma cerco di celare tutto con un sorrisetto falsamente amichevole.
Lei va avanti "ahhhh no ... questa qui è mora. Non puoi farla bionda!"
CMDF: "ma no! E' ora di cambiare! E' stata scura per un bel po' ... e poi con questi occhioni blu il biondo le sta benissimo"
Ma niente, la signora non cede e continua nella sua arringa : "No, no  ... bionda sta malissimo ... ha i lineamenti da mora. Anzi, adesso è pure troppo chiara! Scuriscila!"
Nel frattempo io avevo finito di contare fino a mille (come prevede il manuale delle buone maniere) ma con scarsissimi risultati sulla mia ira funesta così mi sono girata e, cercando di mascherare un insulto con una battuta, ho detto ridacchiando: "scusi, ma sentire criticare la mia scelta da chi ha un colore importabile anche per Lady Gaga mi pare bizzarro!"

Si, la mattina sono sempre di buonumore! Tiè.

Abbandono la mia seggiola vicino alla criticona e vado verso il mio destino da  derelitta bionda!

Dopo delle meches a due colori, una tonalizzazione, due shampoo, un trattamento di ricostruzione e tre ore e mezzo abbondanti ritorno davanti allo specchio per taglio e piega.
Sulla mia sinistra una signora di una certa età  si sta facendo la permanente, sui capelli  corti e grigi. Legge Famiglia Cristiana e borbotta tra se e se.
Alla mia destra, CMDF sta facendo un taglio alla El Shaarawy (cresta alta e rasato ai lati)  ad un ragazzo. Avrà una ventina d'anni e sta raccontando che lavora nelle discoteche nei gruppi di animazione.
Poco dopo entra in salone il suo manager. Un ultra cinquantenne superggggiovane.
Camminata spavalda,  parlantina travolgente e dentatura di un bianco cangiante mostrata nel tutto il suo splendore mentre mastica una gomma.
Comincia a gironzolare per tutto il locale attaccando bottone a chiunque.
Invita tutti alla serata che ha organizzato per la sera lanciandosi in dettagliate descrizioni del programma.
"Ci sarà uno spogliarellista ... lo abbiamo chiamato direttamente dalla California. E' un ragazzone!"
Dall'entusiasmo con cui descrive  i muscoli del manzo americano comincio a sospettare che la sua ammirazione non sia pretamente professionale.
"Poi ci sarà lo spettacolo delle drag e  gran finale con  la sosia di Madonna ..."
Alla parola Madonna noto due distinte reazioni.
La signora accanto a me alza la testa da Famiglia Cristiana (probabilmente le pagine erano diventate improvvisamente calde) e squadra "supergggggiovane", dopo una rapida occhiata di disappunto, continua a leggere il corposo articolo sul nuovo Papa.
CMDF, che nel frattempo ha terminato con la cresta e si sta dedicando ai miei capelli,  esclama "ma io AMO Madonna!" rischiando di mozzarmi mezza recchia dall'entusiasmo!
Comincia a raccontare di quanto sia forte la sua passione per miss Ciccone, delle pazzie fatte per andare ai suoi concerti, di quanto ascolti i suoi cd ... ecc.
Superggggiovane si avvicina e con aria complice gli dice: "posso raccontari un segreto?"
Senza attendere risposta e senza modulare la voce per portarla ad un tono consono al racconto di  una confidenza: "hai presete il suo primo concerto a Roma? Io c'ero ed ero in prima fila. Era così, figa, ma così figa che mi ha eccitato! E' l'unica donna che in tutta la mia vita me l'ha fatto diventare duro"

Momento di silenzio in tutto il salone.
Poi un tonfo sordo.
E' la pia signora alla mia sinistra che si è accasciata al suolo.
Credo sia morta.

Ma che me ne frega ... ormai sono bionda!
Scuoto i capelli e sorrido!










giovedì 21 marzo 2013

"Vai in bagno!"

Iniziamo subito con le rassicurazioni: con il padre è andato tutto bene. In un minuto avevo finito di dire ciò che dovevo dire (“suo figlio è bravissimo, intelligente, brillante, educato, è pure sveglio e ha un sacco di interessi, oltre ad avere un ruolo estremamente positivo in classe; insomma, è il figlio che tutti sognano di avere e l’alunno che tutte le colleghe mi invidiano”), e lui si è soffermato per 20 minuti a raccontarmi cosa fa con il figlio, di che rapporto meraviglioso abbiano, di quanto voglia bene alla sorella minore ecc ecc ecc. insomma, un quadretto da Mulino Bianco. I casi sono due: o è una bufala e a casa si scannano ma le apparenze vanno salvate, oppure sta cercando moglie. In tutta questa dissertazione, in effetti, la signora Clooney non è stata mai nominata.

Il pianeta porco bastardo, comunque, non poteva lasciarmi uscire incolume dalla giornata. Dopo il ricevimento, infatti, ho ben due ore nella classe di Georgy junior. Entro, saluto, inizio la compilazione del registro e la creatura mi chiede di poter andare in bagno, cosa che ultimamente capita un po’ troppo di frequente.

GJ: Prof, scusi, posso andare in bagno?

C: Ma non potevi andare a ricreazione? E poi, soprattutto, possibile che quando entro io tu debba sempre andare in bagno? Cosa succede, TI STIMOLO DELLE FUNZIONI FISIOLOGICHE STRANE CHE TI SPINGONO A DOVERTI RIFUGIARE NELLA TOILETTE?

In classe cala un silenzio imbarazzato: Georgy Junior diventa paonazzo, io in un secondo capisco di aver detto una cosa maliziosamente interpretabile. Cerco di salvarmi in corner.

C: Bè, spero almeno di essere diuretica e non lassativa. Vai in bagno!

In classe partono risatine inequivocabili, che io stronco con un “SILENZIOOOOO” e poi mi giro verso il pc per continuare a compilare il mio registro, mentre fra me e me continuo a maledirmi per la mia totale incapacità di controllare i doppi sensi.

Georgy Junior rientra in un minuto netto. Dalla classe arrivano domande malevole: “Ehi, junior, hai già fatto? Hai già finito?”. Io fingo di non sentire, anche perché potrebbero essere legittime domande di interesse per il benessere delle vie urinarie di Georgy: meglio evitare di fomentare le interpretazioni. Ma a un certo punto sento distintamente la domanda “Sei già tornato? Anzi, sei già venuto?”, seguita da una grassa risata collettiva. Santiddio, gli adolescenti a volte sono proprio tremendi.

Devo essere sincera: per una volta non sono stata in grado di replicare, anzi, ho finto ancora di non sentire. Ma domani interrogo. La vendetta deve essere gustata fredda!

venerdì 8 marzo 2013

C'è qualcosa di grande tra di noi?

Che io, Callista, abbia la fortuna di fare l’insegnante ormai lo sapete. Che sia particolarmente portata alle tragiche figure di guano è altrettanto universalmente noto. Ora, per dimostrarvi che sono passati degli anni ma che non ho perso l’abituale smalto in questo campo, diamo inizio oggi alla trilogia dell’equivoco: ossia come mi sputtano la credibilità lavorativa in due minuti e per tre volte di seguito con membri della stessa famiglia. Una campionessa, proprio.
Iniziamo dal principio, come sarebbe buona abitudine. Quest’anno, per la prima volta nella mia carriera, in una classe ho uno dei due rappresentanti dei genitori maschio: e già questo è un evento di per sé straordinario. Ma la cosa che rasenta l’assurdo è che trattasi di genitore attento, amorevole, giovane e pure discretamente figo. Ok, decisamente figo. Va bene, lo ammetto: proprio bonazzo. Una specie di George Clooney trentino. Inutile dire che tutte le colleghe aspettano con gioia il momento del ricevimento genitori quando c’è la sua prenotazione… E invidiano il mio ruolo di coordinatrice di classe, visto che ho l’oneroso compito di tenere i rapporti con i rappresentanti.
Durante le elezioni e il primo incontro mi sono zelantemente prodigata nel mio compito: ho lasciato la mia mail, le ore di ricevimento, ho spiegato programmazioni e affini, ho anche accompagnato i genitori alla porta, stringendo la mano prima alla mamma rappresentante e poi a Georgy. Lui, cordialissimo e sorridente, mi stringe la mano con vigore e mi dice “Allora professoressa Callisti, rimaniamo d’accordo che se ci sono problemi lei ci avvisa e se abbiamo qualcosa da dirle ci facciamo sentire noi, ok?”. Ed ecco la mia geniale risposta, con un sorriso a 32 denti e voce flautata: “Ceeeeeeerto! Quindi se io non la sento, sto tranquilla (e già qui…). Se invece HA QUALCOSA DI GROSSO PER ME, SA DOVE TROVARMI!”.
Considerando che io non uso mai il termine “grosso” per i tragici doppi sensi a cui si presta (soprattutto perché lavoro con adolescenti), direi che Freud avrebbe molto da dire su questo mio sinistro lapsus.
George è rimasto del tutto impassibile di fronte alla mia triste uscita: ma per la settimana prossima ha prenotato ben quattro spazi degli otto disponibili nella mia ora di ricevimento. Considerando che suo figlio ha la media del 9, inizio a temere.

mercoledì 6 marzo 2013

se anche P.A. fa culo ...

Amiche donne ... la vita è sempre più dura.
Non bastava l'ombretto a lunga tenuta che a lunga tenuta non è, non bastavano le calze che si smagliano, le scarpe con il tacco che ci demoliscono i piedi e le creme anticellulite che non anticelluliticano ... no!
Noi povere donzelle dobbiamo subire un altro nuovo e terribile affronto.
Il principe azzurro ci fa culo. Si, si ... quello con tanto di calzamaglia, occhio ceruleo e capello biondo d'ordinanza!

Ehhh gia!

Lui, che dovrebbe venire a salvarci da una vita solitaria e di stenti nel nostro monolocale (ai tempi dell'IMU chi se lo può permettere un castello?)

Lui, che con un casto bacio dovrebbe essere addirittura in grado di liberarci da un terribile incantesimo.

Lui, che dovrebbe essere il nostro compagno per scrivere il "... e vissero felici e contenti" della nostra vita.

Possiamo stare a raccontarcela fin che vogliamo nel dire che P.A. (principe azzurro) è noioso, monotono e che preferiamo il fascinoso pirata.
Stressiamo pure le amiche con mille whats app quando lui ci invita a uscire.

"Amica... ha chiamato "il palla al piede". Mi passa a prendere con il cavallo"
"madoooo ... ma che strazio!"
"devo pure pensare ad un nuovo outfit ... volevo mettere la minigonna nuova ma mica posso metterla che fa troppo "donna facile" e sai che lui è tutto bon ton"
"giusto ... ma che noia! e dove ti porta?"
"mah ... non so. Credo a vedere il tramonto. Dice che ha un regalino per me. Qualche cosa che brilla"
"... uh ... il solito anello. Ma non si sa proprio comportare sto ragazzo!"

Ecco ... possiamo stare a denigrare il povero P.A.  ma alla fine speriamo di incontrarlo, un giorno. Sappiamo che la nostra metà della mela è da qualche parte, ad aspettarci. 

E invece no!

Avete presente la pubblicità della scottex?

Lei, meravigliosa principessa, magra, bionda e con gli occhioni azzurri (stereotipo? naaaaa) passa le sue interminabili giornate in un castello sperso nel nulla.
Una mattina come tante altre, mentre pensa sconsolata al suo futuro disperato, le viene l'illuminazione.
Nell'angolino della stanza vede della carta igienica. Scrive un messaggio e lo mette nel cartoncino tondo. 
Lancia il rotolo affidandogli tutte le speranze. Il gioioso rotolone attraversa colline, monti e pianure ... monti, pianure e colline ... e ancora pianure, colline e monti e balzellon balzelloni arriva dritto dritto tra le mani di quello che dovrebbe fare la parte dell'eroe.
Ma lui che fa? Prende il messaggio di s.o.s, lo brucia e si trastulla con la carta igienica.
Insomma ... anche lui fa culo. E mai metafora fu più consona.

Passa in un secondo da Principe Azzurro a Pirla Abominevole.

Insomma ... se siamo destinate a soffrire meglio farlo per Jonnhy Deep piuttosto che per Justin Bieber.

"amica ... mi passa a prendere il pirata. Viene in moto"
"Uhhh ficooo!"
"si, si ... ora vado a cambiarmi. Metto la minigonna nuova"
"ma non hai detto che ti fa "donna di facili costumi" se vai a cavalcioni?"
"si ... appunto!"

lunedì 4 marzo 2013

Orgoglio trentino ...

Ok, i mondiali di sci nordico 2013 sono finiti. Ora che l’immagine sfavillante del Trentino è arrivata in tutto il mondo con positivi effetti sull’economia, possiamo permetterci di essere –al nostro solito- crudeli e dissacranti.

Non bastavano le pubblicità su mele, polenta e quant’altro a dare di noi l’immagine stereotipata di persone bislacche che passano la loro vita in montagna a ubriacarsi e a girare in loden o abito tirolese. Adesso ci si mette pure Goran Bregovic.




Le polemiche sull’inno dei mondiali sono partite ancora prima che i Trentini lo sentissero: “ma con tutti i musicisti bravi in Trentino non si poteva sceglierne uno di qua?”, “ma quei 100.000 euro che Bregovic ha preso non si poteva spenderli in altro modo’?” ecc ecc ecc. Quando poi l’inno è arrivato, ecco scattata la polemica “plagio”: sembra infatti che il nostro Goran, forse sottovalutando l’impegno o forse in crisi creativa, abbia preso ispirazione da una sua vecchia canzone. Insomma, non siamo mai contenti, come al solito.

In realtà l’inno, musicalmente, entra in testa come uno dei migliori tormentoni estivi. E non si discute la bravura di Bregovic come musicista, per carità. Ma il testo??? E il video??? Chi è stato quel delinquente a permettere un tale scempio e una tale diffusione di stereotipi per colpa della quale ancora una volta facciamo la figura dei montanari alcolisti?

Vediamone i dettagli


C’è un fiore sulle Dolomiti
Su su sulle Dolomiti
Se tu sei quel fiore che amo
Andiamo andiamo

Tralasciamo la questione spostamento accenti che rende quasi incomprensibile quello che viene detto: evidentemente Max Pezzali ha fatto scuola. Complimenti per l’originale similitudine donna-fiore, comunque: davvero mai sentita.

C’è una baita sulle Dolomiti
Su su sulle Dolomiti
Un fuochino accendiamo
Andiamo andiamo

Imprevedibile variazione della strofa precedente con lo spericolato diminutivo “fuochino” che manco nostro nipote di 3 anni lo direbbe. Dire qualcosa sugli accenti, qui, sarebbe come sparare sulla croce rossa. Proseguiamo.

O mia bella
Per i monti tu sei fatta
O mia bella

Se una donna è fatta per i monti vuol dire solo due cose: uno, che è grassa e in costume da bagno fa schifo. Due, che ha le cosce e i polpacci di Roumenigge. Da evitare in ogni caso.

Nella baita polenta e vino
Far l’amore fino al mattino

Certo, la polenta come afrodisiaco funziona meglio del Viagra. Comunque sia, qui i Trentini ci fanno bella figura, tutto sommato: grandi amatori dalle prestazioni invidiabili, evidentemente nerboruti per via della robusta alimentazione. Tralasciamo quali sarebbero in realtà gli effetti di una cena a base di polenta e vino, ma solo perché siamo signorine.

Oila la oila ahah
Oila la oila ahah
Com’è bella, com’è bella, com’è bella la montagna
com’è bella la mia compagna su sulla montagna

Lo jodel iniziale è evidente effetto della colite dovuta all’alimentazione sbilanciata. Il resto una farneticazione seguita all’abuso di Teroldego. Qualcuno poi ci spieghi dove finiscono gli articoli nel cantato: qualcuno ha sopravvalutato le sillabe e noi lo odiamo.

C’è la neve sulle Dolomiti
su, su, sulle Dolomiti
c’è la neve neve, scivoliamo
andiamo andiamo
a sciare sulle Dolomiti
su, su, sulle Dolomiti
nella neve ci tuffiamo
andiamo andiamo

Strofe di indubbia profondità, poesia e ricerca lessicale: soprattutto la “neve neve” ci lascia piacevolmente stupite, quasi come se la neve delle Dolomiti fosse più neve delle altre. Come dite? È solo perché altrimenti non tornava il conto del verso? Noooo, come siete crudeli a pensare certe cose…

Bella la notte su in Trentino
chi lo vuole più il mattino?

Dopo una ripetizione di ritornello, ecco qui un’altra frase da far impallidire Eugenio Montale: comunque rispondiamo noi al signor Goran. Il mattino lo vogliono quelle povere disgraziate che sono rimaste chiuse nella baita con gli avvinazzati polentoni. Ma il meglio deve ancora venire…

meglio meglio meglio è sciare
meglio meglio meglio è volare

“Meglio”, da che mondo e mondo, prevede un termine di paragone. Meglio di che? Del “volere il mattino”? Della notte in Trentino? Sciare e volare sono forse la stessa cosa? Maledizione! E poi, perché inserire un Giocagiuè nell’inno dei Mondiali? Non ne abbiamo avuto abbastanza di Cecchetto, Shakira o del Gangnam Style??? Domande che rimarranno senza risposta. Ma veniamo all’ultimo verso.

C’è un miracolo in Trentino
un bacio dura fino al mattino…

Più che miracolo lo definirei un incubo: una specie di vampirismo si impossessa dei protagonisti. Immaginiamo l’alito profumato dopo una cena a base di polenta e vino (presumibilmente accompagnata da crauti, lucanica, pancetta e stinco, come ci suggerisce nel video l’esile biondina alle prese con un pasto che nessuna donna mangerebbe in pubblico) e uniamolo al bacio infinito. A uno viene davvero voglia di andare a passare le vacanze a Ibiza.



Signori dei Mondiali, ascoltateci: il prossimo inno lasciatelo fare alle Derelitte.



C’è una donna sulle Dolomiti
Su su sulle Dolomiti
Non è la mummia del ghiacciaio
Questo è un guaio questo è un guaio

C’è una donna là sulla montagna
Non è una cuccagna
Lei si è inchiodata sulla vetta
Poveretta poveretta

Oh Callista
Perché sei andata in pista
E Mafalda
Nella baita bella calda
Dorme e mangia pastiglie Valda

Oila la oila ah ah
Oila la oila ah ah
Per fortuna qui in Trentino
C’è un gran bel soccorso alpino

C’è la neve sulle Dolomiti
E noi abbiamo tacchi arditi
Giù in città noi rimaniamo
E lo sport solo guardiamo

Quanti atleti
Noi viviamo giorni lieti
Rimorchiamo
Nella baita fino al mattino
Non ci servon polenta e vino

Oila la oila ahah
Oila la oila ahah
Un pensiero assai immorale
Questo è il bello del Mondiale

Meglio di sciare c’è limonare
Meglio di sciare c’è… ehm… passeggiare
Com’è bello lo sport montano
Mano nella mano!

mercoledì 27 febbraio 2013

Il golpe

Mentre le vostre derelitte scrivono questo post, in tv si susseguono i risultati elettorali.
Vi informiamo, quindi, che abbiamo deciso di fare un colpo di stato. Siamo stufe di questi quattro politici tromboni che si vantano dei loro risultati come se fossero l’unica cosa di loro interesse, quando è evidente che l’Italia avrà la governabilità di una canoa su una pista da pattinaggio. Non ne possiamo più. Instaureremo un’oligarchia tutta al femminile. Basta testosterone, basta bunga bunga, basta inciuci, basta leggi elettorali balorde, che ci si mette due anni a capire come funzionano e si torna sempre al punto di partenza. Proponiamo una bella dittatura rosa, possibilmente con molti lustrini e paillettes, che risollevi questo nostro sventurato paese.

Prima di tutto, via i benefici alle politiche: alle nostre ministre offriremo una borsa di marca e un paio di scarpe costosissime come bonus di presenza. Per il resto, un dignitoso stipendio e degli asili dove lasciare i nani al seguito: così possiamo esercitarci nel nostro ruolo di zie zitelle.

Come uscieri nei vari palazzi metteremo una ventina di cassaintegrati FIAT con tartaruga certificata e muscoli guizzanti: li vestiamo come il David di Michelangelo (come dite? È nudo? Ma tu pensa che peccato…) e ne facciamo gli ambasciatori della bellezza italica nel mondo. Pensate quanto sarebbe contenta la Merkel: dagli incontri con Berlu o con Monti al tripudio di addominali. E l’euro si impenna.

Alla Cultura mettiamo Clio di “Clio Make Up”: con la sua bravura a nascondere miserie, vedi che fa sparire con un po’ di correttore anche i disastri dell’arte italiana. Una spolveratina al Colosseo, un po’ di smalto a Pompei, una passatina di Rimmel ai Bronzi di Riace. E siamo a cavallo, come il Marco Aurelio sul Campidoglio.

Per il ministero dell’Istruzione vogliamo rischiare. Entriamo nella prima scuola pubblica che troviamo sulla strada e preleviamo una qualsiasi precaria storica, con almeno 10 anni di esperienza nella peregrinazione tra un istituto e l’altro. Vedi come te le risolve le magagne della scuola, altro che quei quattro babbei che in una classe manco mai ci hanno messo piede.

Agli Esteri ci mettiamo Laura Pausini: quella vende milioni di dischi in tutto il mondo, canta in 5 lingue e ha sicuramente più buon senso di uno che va a fare le corna a un ministro nella foto ufficiale di un G8. E poi può sempre fondere i Grammy per risanare il debito pubblico estero.

Agli Interni, invece, ci mettiamo Paola Cortellesi: con la situazione che si ritroverà davanti, serve qualcuno di spiritoso. E poi sa fare le imitazioni: non dimentichiamoci che il trasformismo è un requisito fondamentale per fare politica in Italia.

Alla Semplificazione ci mettiamo la Littizzetto: una che riesce a dire “culo” sul palco di Sanremo non può che eliminare gli orpelli superflui. E poi non dimentichiamoci che ha baciato Baudo: ci vuole tanto pelo sullo stomaco, quello che serve per mettere le mani nelle porcherie italiane.

Alle Pari Opportunità ci mettiamo la Giannona Nannini: gay e madre single, ha la grinta giusta per prendere a sberloni qualche uomo. Se non gli viene, può fargli un acuto e stenderlo senza spargimento di sangue.

Metteremo fuori legge lo smalto sbeccato, i capelli secchi, la pelle spenta e grigiastra: tutte le donne che verranno trovate in questo stato saranno costrette a pagare una multa salatissima. Si sa, le signore sono astute e non si faranno cogliere impreparate: non risaneremo le casse statali, ma il “Bel Paese” avrà motivo di essere chiamato così.

Contiamo invece di colmare il deficit con una patrimoniale su tutti gli uomini che fanno culo: quello è un comportamento che manco con le tasse si riuscirebbe a estirpare. E se invece ci riuscissimo, tanto meglio: vivremmo sempre con le pezze al culo, ma felici in amore. E si sa, per stare bene bastano due cuori e una capanna. Basta non doverci pagare l’IMU.

Politicamente vostre

C&M

lunedì 25 febbraio 2013

Giù le mani dal Nettuno!

Apro la pagina del quotidiano locale on line e subito l’occhio cade sulle notizie di cronaca.

Scalata sul Nettuno in piazza Duomo: recuperato con l’autoscala
E’ successo questa mattina in piazza Duomo a Trento. L’arrampicatore è salito fin sulla cima, appendendo le sue scarpe al tridente del Nettuno, prima di essere recuperato dai pompieri intervenuti insieme alle forze dell’ordine.


Parte il Whatsapp disperato a Callista.
M: Amiiiiiiiiiica guarda … e le giro il link.
C: stai scherzando, vero?
M: no! A meno che quelli di Trentino today siano diventati improvvisamente dei burloni.
C: ma chi ha osato arrampicarsi sul Nettuno?
M: non lo so … ma poi … ti arrampichi su Nettu per attaccarci le scarpe? Magari pure brutte?
C: inconcepibile!
M: e poi … per un pirla che scala la fontana sono intervenuti pompieri e forze dell’ordine … e i caschi blu quando li chiamavano?
C: ma, soprattutto, quando noi soffrivamo dov’erano tutti questi ragazzi in divisa e muscolosi?
M: esatto ... dov'erano i bei ragazzi con le fronti imperlate di sudore e il sorriso rassicurante?
C: e le magliette strette … dov'erano? ussignur che caldo!
M: ahhh che bella roba! Ora basta, riprendiamoci … questa è una cosa grave!
C: E’ uno scandalo!
M: Un oltraggio!
C: un affonto!
M: ribelliamoci….
C: Riprendiamoci il nostro dio del mare con forcone e pareo!!!

Eh si, amici … il pirla immenso che si è arrampicato sul nostro Nettuno ci ha dato l’input definitivo per riaprire il blog. Ci stavamo pensando da un po’ … ma tra mille impegni, il tempo che scorre veloce, le mezze stagioni che non ci sono più, le rondini che svolazzano tutto l’anno, il rosso di sera che non sempre spera … ci eravamo un po’ impigrite.

Ora è il momento di dare qualche certezza a questa vita in bilico (tra santi e falsi dei … Giuliano nudooo!) e riappropriarci di quello che è nostro.

Ora vi lascio … devo andare ad appendere al Nettuno il nostro slogan:

“Il Nettuno è solo nostro,
se lo tocchi sei un mostro!”

... credo sia abbastanza minaccioso, no? Dite che con l'età siamo diventate troppo buone?

venerdì 22 febbraio 2013

Lievitate, gente, lievitate ...

Ieri la vostra Callista ha ricevuto in dono, dalla morosa del suo bassista, un vasetto di pasta madre. Non vi dico la felicità quando ho avuto la creatura tra le mani: ovviamente non ho voluto pensare al tragico risvolto di quanti chili potrei prendere cucinando tutte le meravigliose cose lievitate che mi passano per la testa (pasta, pane, pizza, dolciiiiiii…), ma solo alla gioia di allevare una creatura nel mio frigo. Una specie di Tamagotchi, ma più utile, insomma.

Primo problema, già affrontato con Mafalda ai tempi del suo tentativo di mantenere del lievito madre: il nome. Vorremo mica adottate una creatura senza darle un nome? E così, per rimanere sul letterario, le opzioni si sono ridotte a Èdipo il lievito (con accento greco, eh, per mantenere l’assonanza) o Giocasta la madre pasta: due personaggi allegri e felici, proprio, ma che soprattutto hanno un esito positivissimo di vita, e già questo avrebbe dovuto dirla lunga sul destino della pora bestia che mi era stata affidata… Alla fine, visto che è un po’ derelitta pure lei, vince la femmina, e battezzo il lievito “Giocasta”.

Comunque sia, ricevo il barattolo e leggo con attenzione le istruzioni che la scrupolosa morosa unisce al pacco. Facile, può farcela anche una derelitta.

Stamattina consueta alzataccia per andare al lavoro: la sveglia suona alle 5 e 55. Rantolo fino in cucina, faccio colazione con un ettolitro di caffè, mi lavo, mi trucco, mi vesto, litigo coi capelli, mi rendo conto di essere in ritardo e mi precipito fuori casa. Ore 6 e 48 apro il garage (con 8 minuti di ritardo sulla tabella di marcia), getto la borsetta sul sedile del passeggero, esco in retro e nel frattempo faccio per infilare nella suddetta borsa le chiavi di casa: ma la mia mano incontra qualcosa di molliccio.

GIOCASTA! CAZZO!

Cos’è quella faccia? Ho detto che ho letto le istruzioni, non che le ho applicate… In sostanza, mi sono dimenticata tutta la notte il vasetto della pasta madre in borsa, chiuso e vicino a un termosifone. La creatura si è ribellata, è uscita da sotto il tappo e ha invaso, come un malefico blob, la mia borsetta. Fortunatamente il portafoglio e il beauty in pelle viola (tres chic!) hanno fatto da parasbobba, evitando che Giocasta prendesse possesso di ogni pertugio della mia preziosa bag…

Cosa potevo fare? Ho raccolto in una palletta la pasta sbordata (che poi mi è caduta sul tappetino della macchina e ho dovuto recuperarla sotto il sedile, mostrando il culo a tutto il paese che fortunatamente alle 6 di mattina è poco popolato), l’ho scaraventata nel giardino di fronte (tanto c’è la neve, e poi quella casa è abitata solo d’estate), ho preso il barattolo di Giocasta, l’ho aperto a fatica perché ormai era tutto incollato e l’ho messo in garage, visto che ormai il mio ritardo era diventato di 15 minuti e non sarei arrivata a salire per infilarlo in frigo.

Ora ho paura che quando aprirò il garage per mettere via l’auto, troverò tutti gli spazi invasi da una permalosa Giocasta, abbandonata due volte. Pregate per me.

martedì 19 febbraio 2013

2.0 una cippa

M: Amica, dobbiamo togliere il codice di sicurezza dei commenti sul blog… Il chapta… Chakra… Chiappa… Come si chiama?
C: Ciucca… Sfrucca… Boh, vabbè, toglilo. Sei capace?
M: Sì, nelle impostazioni. Domani smanetto.
C: Si chiama capcha, comunque, ho appena controllato.
M: Figo, sembra uno dei Pokemon. E poi, amica, ho creato il nostro account Twitter: @leDerelitte
C: Evviva! Ma come si usa?
M: Non lo so. Ma si può collegare al profilo FB. Ma solo se è un profilo e non la nostra fan page.
C: Ma abbiamo un profilo?
M: E che che so io…
C: Amica, non è che domani scrivo una porcata su Twitter come Callista e la leggono tutti i miei studenti in FB? Che a quel punto posso definitivamente smettere di farmi un culo quadrato per provare prima o poi a diventare di ruolo e andare a mettere su scatolette alla Conad…
M: Bello. Mi faccio assumere in cassa, così stiamo insieme! Senti, chiediamo alla nostra amica Olivia, che è esperta… Anzi, apro pure una chat con lei e Mirta, così le salutiamo.
C: Ecco, brava: che già ci ha risolto in 3 secondi netti il problema della testata del blog che era enorme e non riuscivo a farla stare a misura… Sentiamoci ignoranti del tutto, su! Te la vai proprio a cercar…

M: Amicheeeeeee!
O: Ma ciaoooooo!
Mi: Eiaaaaaaaaa!
C: Amiche, abbiamo un problema: abbiamo mille cose tecnologiche collegate al blog e non riusciamo più a gestirle. Stiamo invecchiando. Ma vorremmo evitare di mostrarlo a tutto il web.
O: Nessun problema: se mi fate diventare administrator della fan page, ve la gestisco io. Poi dovete usare Twitter, ma da solo, se volete che abbia senso, collegato a FB serve a ben poco. Comunque si può anche collegare. E se il vostro obiettivo è tornare e smuovere le acque, potremmo fare anche Instagram… Ma bisogna fare le cose a dovere…
C&M: …
O: Amiche?
C&M: Risponde la segreteria telefonica delle Derelitte…
Mi: Ma che Derelitte 2.0 siete??? Ahahahahahah!
M: Amica, cambiamo il titolo del blog da “Diario delle Derelitte 2.0” a “Derelitte con la macchina da scrivere”. Mi sembra più onesto.
C: Forse ancora meglio “con la penna d’oca”.
O: Ma vaaaa, è facilissimo! A breve vi faccio ripetizioni…
M: Grazie, che già ti dobbiamo una leggerissima cena trentina per ringraziarti della testata… Dobbiamo fare un mutuo con tutto il tempo che ti faremo perdere!
C: Gesù come mi sento ignorante… Consolatemi, amiche supertecnologiche: ditemi almeno che non vi ricordate la prima declinazione latina…
Mi: Rosa, rosae, rosae, rosam…
C: Oh, credo che inavvertitamente mi si sia chiusa la connessione…
M: Callista, smettila: amiche, fatela contenta, fate finta di non saperla tutta.
O: Rosae, rosarum, rosamunda…
C: Oh, mi sento meglio. Ok, iniziamo con le ripetizioni…
M: Ma prima, nel dubbio, ritocchiamo lo smalto, che le unghie sbeccate sulla tastiera del pc stanno così male…



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