venerdì 27 novembre 2009

sms per caso...

Come anticipato dalla Mafy in un post di qualche settimana fa, le derelitte hanno cambiato telefono e, grazie alla promozione del momento, sono orgoglioNe proprietarie di un gingillo rosa confetto touch screen che ha mille funzioni diverse: ma, soprattutto, ha una volontà sua propria.
Ebbene sì, cari lettori, il telefono delle derelitte è vivo e in grado di intendere e di volere. Perché noi gli diamo dei comandi, e lui fa quello che vuole: in particolare, quello che gli riesce meglio è fare culo.
Ora, non veniteci a dire che siamo noi che non siamo capaci di usarlo… Non potrete mica pensare davvero che noi derelitte siamo così bionde dentro da non poter dominare un telefono? Tzè… Siamo perfettamente in grado: è lui che è ribelle e caratteriale.
Arriviamo al fattaccio.
Domenica sera Callista è a casa sul suo divano e sta preparando una prova di letteratura. Arriva un messaggio di Mafalda e misteriosamente anche uno della meraviglia. Il primo è molto semplice: la Mafy mi ragguaglia del week end insieme all’UABPAS. “è stato un fine settimana meraviglioso. Mi dispiace solo che sia finito troppo in fretta”. Bene, evviva, hip hip urrà per la mia amichetta e per il pianeta porco bastardo che ultimamente è stranamente conciliante. Mentre sollevo la tazza con Winnie the Pooh e brindo alla salute della sorella derelitta con la tisana relax, arriva il messaggio della meraviglia: “Cally, hai mica trovato il cd che ti avevo chiesto?”.
CULO! Non ti ho visto per tutto il fine settimana perché te ne sei andato a gozzovigliare in giro mentre la sottoscritta lavorava e mi chiedi se ho fatto qualcosa per te? Prima prova a fare tu qualcosa per me: tipo sposarmi. Poi ne riparliamo. Mentre penso a qualcosa di acido e cinico come risposta all’uomo, rispondo alla mia amichetta: pigio diligentemente il tastino “rispondi” sullo schermo, digito le letterine e invio. Poi faccio lo stesso con l’uomo: scrivo “anch’io ti amo, tesoro” e invio, sperando capisca la sottile ironia derelitta. Il mio telefono riposseduto e perfido fa apparire sullo schermo una rotellina rossa che gira con scritto “attendere”: poi manda il messaggio. Strano, però, non aveva mai fatto così, di solito manda senza fare tanta pubblicità alla cosa. Mah.
Tempo tre secondi e mi arriva la risposta della Mafy: “Amica, sei scema? Mi hai scritto anch’io ti amo tesoro”. Ops… Vabbè, può capitare, no? Ho sbagliato destinatario… Ma il meglio arriva con il messaggio acido della meraviglia: “Credo tu mi abbia mandato un messaggio che non era per me. A chi volevi scrivere che è stato un week end meraviglioso ma troppo breve?”. Resto un secondo a guardare lo schermo del telefono senza capire: poi mi viene un dubbio e vado a vedere la lista dei messaggi inviati.
Ed ecco il mistero: sono riuscita ad inoltrare a LUI il messaggio mandatomi dalla Mafy. O meglio, l’ha fatto l’orrendo aggeggio rosa in mio possesso. Probabilmente mentre a me mostrava la rotellina rossa stava meditando un piano sinistro per incasinare il mio già desolante status sentimentale: ergo? La rotellina rossa è l’equivalente (in cellularese) del dito medio.

Come questo sia stato possibile, resta tutt’ora un mistero. Comunque sia, passato l’attimo di stupore, resta il fatto: la meraviglia è gelosa! Ah ah ah! Callista uno, meraviglia zero. Tiè.

Ovviamente avrei potuto tirarmela alla grande, ma da brava derelitta ho invece provveduto a chiarire ogni dubbio: alla meraviglia ho risposto “Guarda, non so come, ma sono riuscita a girarti un messaggio della Mafy. Non solo non era per te, ma manco l’ho scritto io, l’sms… Maledetto telefono nuovo”.

La sua risposta? “Cally, mi fai morire dal ridere. Comunque, hai trovato il cd?”.
Secondo me, anagrammando le varie parole, significa “voglio passare con te tutta la mia vita”. Vero?

mercoledì 25 novembre 2009

La crocchetta assassina.

La vostra Mafy il week end scorso è stata in trasferta nella bella città di UABPAS.

Sabato sera andiamo a ballare in una rinomata discoteca del posto. Serata molto divertente. Andiamo a nanna quando il sole già compare sull’orizzonte del mare.
Dormiamo stretti stretti (lo so che non ve ne frega una mazza ma io gongolo al sol pensiero) e ci svegliamo nel bel mezzo del pomeriggio.

Una sola parola vaga prepotente nella nostra mente.
Coccole??? Noooo … troppo romantico
Sesso selvaggio??? Nooo … troppa fatica … dobbiamo prima renderci conto di essere nel mondo dei vivi
Doccia??? Noooo… ho il profumo di UASP addosso … conto di non lavarmi per i prossimi 3 mesi
Caffè??? Nooo … perché la Mafy è una derelitta a tutti gli effetti e si è portata la caffettiera elettrica in modo da svegliare lei e il suo uomo meraviglioso con la “carezza” del caffè a letto.

… l’unica parola che balenava nelle nostre addormentate menti era PAPPAAAAAAA!
Così spinti dalla fame ci siamo vestiti al volo e siamo usciti.
Ora … alle tre di una domenica pomeriggio cosa si trova aperto? Risposta ovvia… McDonald’s.
Mi avvicino sicura alla cassa e ordina due menù grandi e, in preda ad un raptus di fame golosa, le crocchette agli spinaci e i bocconcini di brie.
Alla faccia della dieta.
Orgogliosi come un leone davanti alla preda, prendiamo il nostro vassoio e andiamo a sederci.
Seduta ad un tavolo davanti a mille peccati calorici in compagnia di un uomo meraviglioso? Cosa desiderare di più dalla vita????
Vabbè … qualche idea ce l’avrei … ma non stiamo a fare i puntigliosi.
Azzanno due patatine e mi rendo conto che ho gli occhi più grandi dello stomaco. Infatti sono praticamente già sazia.
Mannaggia a me!
Mangio metà panino e poi mi arrendo alla pienezza. UABPAS se la ride divertito ricordandomi che meno di mezz’ora prima ero uscita dichiarando che mi sarei mangiata anche il tavolo.
Un ragazzetti ci porta le crocchette agli spinaci che prima non erano pronte. Aiutoooo … morire di McDonald’s non è per nulla elegante ma non si possono non assaggiare quelle cose peccaminose.
Cerco di darmi un tono. Scuoto i capelli, accavallo le gambe e sorrido.
Prendo il contenitore delle crocchette e lo apro. O meglio … tento di aprirlo visto che il cartone mi è un tantinellino ostile e si è incastrato. UABPAS si offre di aprire la scatolina.
Sia mai!!!
“Sono una donna indipendente, io, vuoi che non sia capace di aprire una scato…”
TRACK
Il cartone si apre all’improvviso e una delle crocchette cade sul tavolo e inizia a rotolare pericolosamente verso la mia gonna bianca. Nella mente si palesa una scena orribile. Una macchia verde sulla mia gonna candida. Non si può mica ...
Con una mossa degna di un karateka fermo la polpettina di spinacio … solo che la bastardissima si disintegra sotto la mia mano … e gli spinaci roventi si attaccano al palmo.
Una lacrima di dolore spunta dal mio occhietto ceruleo ma maschero la sofferenza sfoggiando un sorriso a 198 denti. UABPAS è piegato in due dal ridere e io non posso far altro che scuotere la testa e ridere assieme a lui.
Prende la mia mano e come si fa con i bambini quando si fanno male comincia a darmi bacini sulla bua dicendo “ma povera la mia bimba bionda che fa i disastri a tavola“.

Che dite … anche stavolta la nomination alla “femme fatale 2009” me la posso scordare, vero?

lunedì 23 novembre 2009

Uatsiorneim?

Mamma Callisti ha iniziato un corso di inglese. Bello, direte voi. Senza dubbio. Ma tutti coloro che hanno nella vita avuto a che fare con un genitore che non studia da anni e che inizia un corso base su qualsiasi argomento (dall’informatica alle lingue, quello che vi pare) sanno quali drammatici risvolti si nascondano dietro queste iniziative: domande a tutte le ore del giorno e della notte.
E così accade dal giorno in cui ho preparato a mammà la cartelletta con dentro un quadernino per gli appunti e l’astuccio con le penne e l’ho guardata allontanarsi da sola per andare a scuola. Ah, è proprio diventata grande…
Due ore dopo il mio telefono è squillato imperioso:
C: Mami? Ciao! Come è andata?
MC: Non ho capito niente, aiuto. Mi ha chiesto di fare un dialogo e io non so neanche leggere l’alfabeto.
C: Ma non preoccuparti, è normale all’inizio. Poi ti abitui.
MC: No! Domani vieni a farmi ripetizione.

E così la sera dopo mi sono seduta al tavolo con mammà in preda al terrore.

MC: Cally, non ho capito niente.
C: Tranquilla, iniziamo a leggere qualche parola così impari almeno la pronuncia.

Ora: la madre a scuola ha fatto francese e tedesco. Con risultato che adesso legge qualsiasi vocale con la bocca a culo di gallina e tutti i “ch” come k. Una meraviglia.

C: Dai mamma, leggi: “Paula comes from England”.
MC: Fröm…
C: Apri quelle vocali, dai.
MC: Fröööm.
C: Apri, no allunga!
MC: Fròm?
C: Ok, daccapo.
MC: Pola chems fröm inland…
C: Eh, vabbè. Ripetiamo il verbo essere, dai.
MC: ai em, iu ar, i i…
C: no, “He is”. Aspira l’acca un pochino.
MC: HI HI.
C: Ah ah.
MC (che quando si agita parla dialetto): No sta torme per le bale, sat? (ossia “non pigliarmi per I fondelli, eh!”)
C: In english, please.
MC: Va ‘n mona (“vai a farti friggere”)
C: Dai, vai avanti…

E così per una buona mezzora. Fino alla tragica frase “Who are they?”. Ora, signori compilatori dei libri di inglese, spiegatemi perchè. Che bisogno c’era di mettere questa frase orripilante foneticamente? Siete dei sadici travestiti da compassati londinesi, è fuori discussione.
C: Dai, mamma, si legge una cosa tipo “hu ar dei”. Puoi farcela.
MC: U…
C: No, aspira l’acca.
MC: Hhhhh…
C: Con la vocale dopo, però.
MC: Hu…
C: Brava! Dai, avanti.
MC: Hu ha…
C: No, la seconda non ha l’acca.
MC: Huuuu… Haaaaa…

E io qui non ce l’ho più fatta. Mi sono spalmata sul tavolo a forza di ridere. Vedere mia madre trasformata nell’imitazione di Bruce Lee è stato troppo.
C: Mamma, sembri la nonna dell’ultimo samurai, daiiii…
MC: ‘Scolta, vara che vago da to cosina a farme aiutar, at capì, professoressa dele me bale? ( “Ascolta, guarda che vado da tua cugina a farmi aiutare, capito professoressa dei miei stivali”? E come si nota, il mio savoir -faire e la mia eleganza sono tutto frutto dei geni materni, no?)
C: Huuu haaaaa… Tu mangia sushi o fa harakiri… Uah uah uah uahhhhhh…
MC: Bruta sema… E mi t’ho anca fata studiar! (“Sciocchina… E io ti ho anche fatto studiare…”).

Alla fine, dopo due ore, la madre è uscita tronfia dallo studio e si è diretta in cucina, dove il padre stava rubando due biscotti di nascosto.
MC: Hai, mai neim is Mamma end mai surneim is Callisti. Uatsiorneim?
Vedere la sua espressione tronfia e sentire mio padre rispondere “to mama l’è tuta sema” (“tua mamma è piuttosto originale”) non ha prezzo.
Per tutto il resto c’è la Nutella.

mercoledì 18 novembre 2009

Giustizia divina

L’altra sera mi arriva un messaggio di UABPAS.
UABPAS: che fa di bello il mio tesoro? Qui si è deciso di andare a ballare.
Da donna derelitta trattengo il travaso di bile che mi invade le budella al solo pensiero che altre ragazze si dimenino accanto a lui … sorrido, scuoto i capelli e rispondo.
M: uhhhhh che bello.
Ok … avete ragione … fingere entusiasmo mi riesce malissimo.
UABPAS: metto la camicia che mi hai regalato tu …
M: (ehhh che meraviglia … sono proprio contenta, guarda! Evitiamo, cortesemente, che qualche sciacquetta te la tolga!) Ahhh … sarai sicuramente bellissimo.

La serata passa, stranamente, senza messaggi. Io mi addormento svenuta davanti all’ennesima storia triste della DeFilippi.
Arriva quasi l’alba e un sms mi sveglia.

UABPAS: sto tornando a casa. Serata da dimenticare. Scusami se sono sparito ma abbiamo fatto da infermieri ad un’amica che ha bevuto ed è stata male.

Buahahahahahahahahahahahahahahaaahahahahahahahahh … la giustizia divina esiste, allora.

Mi giro dall’altra parte e fatico ad addormentarmi.
Sapete, ridere e dormire sono attività difficili da conciliare…

Arriva mezzogiorno e la creatura si sveglia.
Mi chiama e cominciamo a chiacchierare amabilmente.
Io resisto un pochino … poi, ovviamente, vinta dalla curiosità chiedo il racconto della serata.
M: ma raccontami … che è successo? La tua amica sta meglio? (come se me ne fregasse qualche cosa…)
UABPAS: si si … ora sta meglio, pare. E’ andata bene. Ci siamo spaventati.
M: ma è stata male in discoteca?
UABPAS: macchè … in discoteca manco ci siamo arrivati. Ci siamo trovati a casa del mio amico. Lei è arrivata che aveva già bevuto.
M: Ahhh capisco …
UABPAS: si … poi ha bevuto qualche cosa anche li ed è stata male.
M: male in che senso?
UABPAS: ha vomitato per tutta casa. Tre volte.
M: (oddio che schifoooooooooooooo … … … deve essere stata sexy da morire mentre faceva l’esorcista … ahahahahahahaa)
UABPAS: poi si è agitata e le sono venute le crisi di panico.
M: (cazzi sua … bevesse meno la prossima volta) … ahhh dai …
UABPAS: si, si … ci siamo spaventati. Volevamo portarla all’ospedale ma lei voleva andare in discoteca.
M: (uhhh … un genio, proprio)
UABPAS: poi le abbiamo preparato una camomilla… si è tranquillizzata un po’ … ha dormito un paio d’ore e stamattina l’abbiamo portata a casa di una sua amica.
M: (beh ... bella seratina … e loro che volevano fare i vips in discoteca …. Ahahahahaha)
UABPAS: Mafy???
M: dimmi …
UABPAS: … eri silenziosa … ti ha fatto impressione il racconto.
M: no no … mi stavo chiedendo una cosa.
UABPAS: dimmi…
M: non ti ha mica vomitato sulla camicia che ti ho regalato, vero?


Perché io sono altruista … mi preoccupo degli altri. Eh!

lunedì 16 novembre 2009

La mantide

Ok, devo avere qualcosa che non va. O sono diventata improvvisamente sexy o la mia necessità di avere un uomo inizia a trasparire. Questi i fatti.
Una settimana fa: la vostra Cally è al bar con un amico (maschio) con cui ha particolare confidenza e commenta con somma goduria il caffè alla Nutella che sta bevendo.

C: Eh, certo che il buon cibo e il buon bere sono davvero i più grandi piaceri della vita.
A: Vabbè, mica solo questi.
C: No, giusto. Anche dormire. E ridere.
A: E fare l’amore.
C: Oh, di quello puoi anche fare a meno. Certo che se c’è non è che ci sputo sopra… Anzi…
A: Ma dai, Cally, non fare la finta tonta. Si vede lontano un miglio che ti piace.
C: La Nutella ?
A: No, il sesso.
C: Ma a chi è che non piace, scusa?
A: Appunto. Si vede, hai proprio la faccia da porca.
C: …
A: Lo dicono anche i miei amici.
C: Scusa, ma tu hai degli amici che ti vengono a dire che ho la faccia da porca???
A: Ma no, così… Tanto per parlare…

Ho preferito lasciar cadere il discorso, con un sentimento a metà tra il pudore e l’orripilazione.

Ma non è finita qui. Ieri avevo un consiglio di classe. Mentre spiegavo alle mamme rappresentanti dei genitori che i loro gioiosi cuccioli in classe si trasformano in bradipi svenuti, la consueta collega di religione e il collega di matematica hanno dato il meglio di loro stessi. Con la scusa di sussurrarmi all’orecchio delle notizie di vitale importanza, mi hanno detto nell’ordine.

Callista, quanto sei bona.
Callista, quanto sei tanta.
Callista, secondo noi hai proprio la faccia da porca.

E noi abbiamo in mano le giovani generazioni. Evviva.
All’uscita del consiglio, sono stata fermata per ulteriori spiegazioni. I due, candidi, sono giunti alla conclusione che “con quelle mani, quei capelli, quegli occhi c’hai proprio l’aria di una che sotto le lenzuola non sai che ti fa”.

Grazie per la fiducia, ve lo dico io che cosa faccio.
Dormo, purtroppo.

mercoledì 11 novembre 2009

... una telefonata ti allunga la vita...

Le derelitte sono donnini tecnologici.
Eccertochesì!


L'altro pomeriggio, conscie e "orgoglione" di questo loro status si sono recate in un negozio di telefonia e, approfittando di una promozione interessante, hanno cambiato telefono.

Ora sono dotate, entrambe, di un fashionisssssimisssssimo cellulare.

Cellulare interamente touch screen.
Cellulare rosa. Molto rosa. Convintamente rosa.
Rosa Callista, per intenderci. (no... l'idea di prenderlo nero non ci è nemmeno mai passata per l'anticamera del cervello!)

Ieri sera, dopo un giorno di conoscenza con il nuovo apparecchio, si confrontano, via sms.


M: amica ... come ti trovi con il telefono?
C: ehhh ... una figata, proprio. Ci metto un anno per spedire un messaggio. Però fa molto fico.
M: infatti ... il touch screen non è tutta questa comodità. Per noi che siamo abituate a scrivere ottomila messaggi al giorno in qualsiasi condizione ... uff ... non mi convinve molto.
C: ma noooo, amica... è bello. Ci facciamo un figurone.
M: ecccerto ... abbiamo un telefono che è come noi... di rappresentanza. Bello ma stupido.
C: è un telefono derelittò Ma come non poteva esserlo? l'abbiamo preso rosa.
M: eccerto... ce la siamo cercata.


M: anziiiii ... tu hai idea di come si possa rimpicciolire il carattere degli sms?
C: ... ascolta... è tutto il giorno che quando suona lo guardo come se avessi in mano una bomba... secondo te so come impostare la visualizzazione degli sms?
M: ah... ok, scusa... c'hai ragione. Ma possibile che abbiano fatto dei caratteri da talpa???
C: sarà per dirci che stiamo diventando vecchie e orbe???
M: o madonna... per fotuna nella confezione, oltre all'auricolare, non abbiamo trovato anche la dentiera...


C: amicaaaaa... ma se stai scrivendo un messaggio e giri il telefono sul display ruota tutta la tastiera ... hai visto?
M: che cav...
C: eh? compra una vocale e gira la ruota...
M: fai poco la spiritosa... questo coso è anarchico ... mi partono i messaggi da soli. E sta cosa della tastiera è inquietante... aiutooooo!!!


M: sentiiii ... io lo riporto indietro. Voglio il mio vecchio telefono.
C: ma che stai a dì?
M: quando arrivano gli sms lui ti chiede: "mostra" o "chiudi". Ti pare??? Possiamo avere un telefono che ci insulta chiamandoci "mostra"?
C: ... sia mai ...


Noi torniamo ai piccioni viaggiatori. Se desiderate comunicare con noi andate in piazza nella vostra città e attaccate un messaggio alla zampa di un piccione. Poi convincetelo ad arrivare fino a Trento.
A breve ci organizzeremo anche con i segnali di fumo, non preoccupatevi.

lunedì 9 novembre 2009

La professoressa.

E stavolta, per professoressa, non intendo dire la nostra Cally.

Sabato mattina ho accompagnato mamma Mafaldi a fare un po' di sano shopping. Entriamo in un negozio del centro. Sono concentratissima nella difficile attività di prova di un cappello (e vista la mia poca simpatica per berretti e simili è già un notevole passo avanti verso degli inverni con le orecchie calde) quando passa accanto a me una figura vagamente familiare.

Infatti ... eccola... avvolta nel suo cappottino tutto peloso, con i suoi capelli raccolti e lo sguardo un po' perso... la mia ex professoressa di italiano.

Il dubbio mi assale. La saluto? O non la saluto?

Non arrivo nemmeno a finire di pormi la seconda domanda che lei si gira verso di me e mi guarda perplessa. Io presa in castagna come quando mi beccava a chiacchierare con la mia fida compagna di banco reagisco d'istinto e mi avvicino con entusiamo.

M: "professoressa... buongiorno si ricorda di me? Sono Mafalda Mafaldi"

P: "ohhhhh Mafalda" (baciandomi) "quanto tempo. Sei cambiata tantissimo"

M: "Eh si ... sono passati un po' di anni..."

P: "ma sei veramente diversissima. Sei più slanciata, sei bionda ... sei proprio una bella ragazza"

M: "è un modo carino per dirmi che alle superiori è un orrore??? Putroppo lo so..."

P: "nooo non volevo dire quello ... hai mantenuto il tuo umorismo, eh!"

M: "ho tenuto quello e tagliato un po' di doppie punte... mi pareva la scelta più sensata!"

Si avvicina anche Mamma Mafaldi e la professoressa inizia un lungo, lunghissimo (ora mi ricordo perchè le sue lezioni mi parevano durare due ore e mezza anzichè i canonici 50 minuti) monologo sulle nuove generazioni e la difficoltà di insegnare.

P: "ahhhhhhh voi si eravate una classe interessante"

M: (noi?????) "mah ... da quel che mi ricordo..."

P: (interrompendomi) "eravate sveglie, attive, brillanti ..."

M: (oddio la professoressa deve fare abuso di alcool negli ultimi anni ... che brutta fine) "... a dire la verità..."

P: "è proprio da tanto tempo che non mi capita una classe come la vostra... ma ormai è diventato veramente difficile il mio lavoro"

M: "eh lo so ... la mia migliore amica insegna e ho una vaga idea dei problemi riscontrati dagli insegnanti"

P: "ahhh si, Mafalda, è proprio diventato un lavoro ingrato. Ma dimmi... hai notizie delle tue compagne?"

M: "si, si ... A luglio ci siamo trovate per una pizza e ..."

E le faccio un rapido riassunto della situazione delle ragazze che componevano la mia classe. Quasi tutte sposate con 2 o tre figli a testa.

P: "ahhh ... siete proprio tutte cresciute!"

M: "ehhh già!" (e la ringrazio per non avermi fatto notare che sono una zitella in confronto alle altre che sono tutte accasate con tanto di prole)

P: "beh, Mafalda... è stato proprio un piacere rivederti. Non sai quanta nostalgia ho della vostra classe. Ora vado a lezione e parledrò di voi a quegli asini della quarta"

M: "è stato un piacere anche per me. Arrivederci"


Secondo voi ho fatto bene a sorvolare sul fatto che lei, speso e volentieri, ci chiamava "le capre ignoranti"? Secondo me ha sbagliato clamorosamente classe... Oggettimente eravamo "sveglie, attive e brillanti" come un bradipo caduto in letargia.
Sarebbe stato brutto far cadere tutte le sue certezze.
... e poi, pensandoci... sempre meglio capre di asini, no?

mercoledì 4 novembre 2009

Caro Signor Facebook ...

In questi giorni sono un tantinellino polemica ... mica l'avevate notato, no?
Comunque ... dopo essermela presa con la pantegana che ci insegna a starnutire nella spalla per non contagiare il mondo con i nostri sputazzi voglio dire due paroline all'inventore di FB.
Uno si iscrive, carica la sua bella scegliendola tra le 2500 scattate durante le vacanze, e poi si trova davanti ad una scelta epocale; lo stato sentimentale.
Ora... le opzioni di facebook sono un tantinellino inquietanti e limitate.
Analizziamole:


SINGLE: e vabbè ... qui non ci sono dubbi. Uno lo mette per annunciare al mondo la sua disperazione oppure, al contrario, per far sapere che ha aperto le selezioni per trovare l'eletto o gli eletti (perchè porre limiti alla provvidenza) con i quali unirsi.


IMPEGNATO/A: ok. Non c'è nulla da spiegare.


FIDANZATO/A: UFFICIALMENTE: mahhh... e qual'è la differenza tra impegnato e fidanzato ufficialmente??? Dovrebbero dare delle tabelle che ti assegnano dei punti e a seconda del risultato ti segni in uno, o nell'altro stato.
Tipo:
- lui si è sorbito almeno due discussioni, post pranzo natalizio o pasquale, tra nonno e mamma che litigano su quale grado di parentela legasse il vecchio Zio Antonio (morto da almeno 10 anni) e il povero Signor Mario che abita nell'appartamento sotto la Zia Adelina (che si chiama zia per puro affetto ma zia non è): 15 PUNTI
- lui si è presentato a casa (se in tuta acrilica + 100 punti per questo test e meno 8.000 nel test "quanto è sexy il mio moroso) per il pranzo domenicale portando in dono i dolcini mignon della pasticceria più rinomata della città: 5 PUNTI
... e via dicendo...


SPOSATO/A. Ormai la cazzata la si è fatta... tanto vale confessarla.


RELAZIONE COMPLICATA: e quale relazione non lo è, scusate??? Voi avete mai vissuto una relazione che non fosse complicata? Oppure per poter esibire questo status bisogna aver partecipato a "C'è posta per te" e aver spiattellato a milioni di italiani il fatto che lui ti ha messo le corna con la maestra d'asilo del tuo fratellino ... che in realtà è tuo figlio, avuto a 13 anni da una relazione clandestina con il padre del tuo attuale ragazzo???


RELAZIONE APERTA: a cosa??? Aperta a che? Vuol dire "stiamo insieme ma non abbiamo nessun problema a trombare con chi ci pare"? E' un velato messaggio tra scambisti??? Mah ...


VEDOVO/A: e facciamo le corna! Eccheccavolo!



Ora... a parte la poca chiarezza delle categorie, non vi sembra manchi qualche cosa? Io proporrei di aggiungere qualche opzione, tipo:
- passo i miei sabati sera a guardare la DeFilippi (dove ho visto la storiaccia di cui sopra) e nella pubblicità giro su Criminal Mind... secondo te come sto messa a situazione sentimentale?;
- mah ... trombiamo allegramente da 8 mesi ma ho ancora delle difficoltà a memorizzare il suo nome;
- chiedetelo a lui/lei;
- se solo la smettesse di rubare i miei trucchi andrebbe benissimo;
- sono solo, non voglio una storia perchè amo la mia libertà ma non lasciatemi messaggi equivoci sul profilo altrimenti lui/lei si incazza da morire e mi fa il cazziatone.


e poi, scusate, ma manca la categoria regina. Ovvero:
- DERELITTA/O
o no?



P.S. ne approfitto per fare gli auguri di compleanno a Cugino che da Londra ci legge sempre. Non se lo meriterebbe perchè tratta male le donne... ma essendo derelitta d'animo gli voglio bene ugualmente.
Tanti, tanti, tanti, tanti auguriiiiiiiiiiii!