giovedì 26 febbraio 2009

All'inferno!

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.


C: Te l’avevo detto, amica, che il navigatore di Coinquilino non funzionava bene…
M: Ma taci, dovevi girare a destra alle seconda, e sei andata dritta. È colpa tua.
C: Senti, «girate a destra più avanti» mi pare un po’ vaga come indicazione…
M: Vabbè, intanto ci siamo perse in questo cavolo di bosco…
C: Madonna che buio. Io ho paura del buio.
M: Non iniziare a lamentarti: vediamo se andando avanti troviamo un’indicazione, qualcuno a cui chiedere…
C: Occhio, ci sono delle bestie!
M: Cosa, ragni? Oddio che schifo, che schifo, che schifo.
C: No, sono una lonza, una lupa e un leone.
M: La lonza? Buona quella, con un panino…
C: No la lonza da mangiare, la lonza bestia…
M: Ma chissenefrega… Pussa via brutta bestiaccia, via. Oh, guarda là, c’è un uomo. Scusi, signoreeeeeeeeeee…

Mentre ch'i' rovinava in basso loco,
dinanzi a li occhi mi si fu offerto
chi per lungo silenzio parea fioco.


C: Te l’avevo detto di guardare dove mettevi i piedi, mi hai trascinato in una caduta rovinosa e mi sono sporcata i jeans nuovi. Maledizione a te.
M: Oh, sai che non tolgo i tacchi manco morta… Chiama il signore, lì.
C: Oddio che pallido… Nol varda miga for tant ben… Sembra un morto…
M: Ma piantala… Scusiiiii, signoreeeee… Quell’uomoooo…

Rispuosemi: «Non omo, omo già fui,
e li parenti miei furon lombardi,
mantoani per patrïa ambedui.


C: Amica, te l’avevo detto che era pallido… Ha detto «omo già fui». Come direbbe Lex, «sta muerto».
M: Ussignur benedetto… Prima le bestie scappate dal circo Orfei, adesso gli zombie. Dai, siamo su «Scherzi a parte». O nel video di «Thriller».

Poeta fui, e cantai di quel giusto
figliuol d'Anchise che venne di Troia,
poi che 'l superbo Ilïón fu combusto.


C: Ohmammamia: Virgilio! Sei proprio tu!
M: A posto… Senti, visto che racconta la storia dell’esule di Troia, chiedigli che ci faccia la parafrasi della morte di Patroclo, visto che tutti i mesi nelle chiavi di ricerca è in pole position… Sai com’è, tra colleghi…
C: Zitta, irriverente… Salve, signor Virgilio… Ave, poeta… Nos Callista et Mafalda sumus…
V: Parlo italiano, derelitte.
M: Appunto.
C: Oh, ma quale onore, noi, ecco, abbiamo letto tutta l’Eneide, sa…
M: Parla per te, Cally…
V: Brave, a volte è talmente noiosa che non riesco a rileggerla nemmeno io… Ma tant’è… De gustibus non disputandum est…
C: Oh, senti, Mafy, parla in latino… Che dolce!
M: Piantala! Senta, signor Virgilio, la mia amichetta qui ha cannato clamorosamente l’uscita della tangenziale. Non è che lei ci sa dire da che parte si torna verso Trento?
V: Per Ercole, era quasi meglio quell’altro canappione che mi hanno rifilato settecento anni fa. Almeno capiva le cose al volo, queste due qui non si rendono conto di niente. Devo ricordarmi di fare una telefonatina ai piani alti, che tutte le volte che mi tocca di fare la guida turistica faccio lavoro triplo… E spiega di qua, e spiega di là, e tira su uno che sviene, e sgrida Caronte… Son problemi…
C: Cosa sta dicendo?
M: Non lo so.

Ond' io per lo tuo me' penso e discerno
che tu mi segui, e io sarò tua guida,
e trarrotti di qui per loco etterno


M: Amica, fai tu la parafrasi, che sei la parte letterata del duo: io mi giustifico.
C: Non ho capito una mazza, se ti può consolare.
V: Derelitte, ascoltate lo zio Virgilio. Siete state prescelte per fare un giro nell’inferno dei blogger.
M: Ma io non ci voglio venire, fa caldo e mi si rovina la piega.
C: E abbiamo i tacchi, non si può…
V: Zitte! Fosse per me sarei ancora nel Limbo a giocare a Trivial Pursuit con Omero e Orazio, ma qua mi hanno mandato. Quindi muovete i vostri graziosi culetti e cercate di non perdervi. Che non mi piace molto l’idea di venirvi a cercare su e giù per i gironi…
C: Su e giù? Ma c’è molto da camminare?
M: Ma non si può noleggiare un taxi? Signor Virgilio, ehi…
V: Santa pazienza…

Allor si mosse, e io li tenni dietro.

PS: Accettiamo candidature per i vari gironi infernali… Chi si offre spontaneamente?

lunedì 23 febbraio 2009

La fachiressa

Qualche giorno fa avevo appuntamento al bar accanto alla scuola per parlare di un progetto con alcuni colleghi. Essendo Callista assai artistica, anche se non lo si direbbe, è stata immediatamente infinocchiata per la produzione del musical scolastico. Ecco quindi che mi dovevo trovare con due colleghi di matematica e uno di italiano per decidere le date degli incontri.
Arrivo e trovo il locale invaso dagli studenti: medito di gettare una bomba carta, ma mi trattengo e raggiungo i colleghi già diligentemente seduti. Una delle tre, un meraviglioso esemplare di docente di matematica pugliese, fuori come un balcone, esordisce invitandomi a cena: «Sai, Cally, devi assolutamente venire a cena, perché mio marito è stufo delle colleghe che gli porto, che sono tutte brutte e vecchie. Quando gli ho detto che la prossima che invito sei tu, che sei giovane, bionda e bellissima, era tutto contento. E poi ti cucino la pasta con le cozze.».
C: Ah, che bello, grazie.
Ma ecco che interviene l’altro collega di matematica, uomo d’aspetto ma gaio d’indole: «Brava, Callista, brava. Ma tu l’hai mai visto suo marito?»
C: No, perché?
CdM: Perché è un uomo bellissimo… Alto quasi due metri e con cinquanta centimetri di pisello.
Bevo un sorso d’acqua annuendo con un sorrisino tirato, fingendo di non accorgermi di una marea di orecchie studentesche puntate su di noi e non chiedendomi perché il collega sia a conoscenza delle misure del marito dell’altra.
La prima collega si schernisce, ma il matematico è implacabile: «Ma dai, guarda che lo sanno tutti che quando vi siete messi insieme hai dovuto fare un corso di mangiatrice di spade…».

E poi non dite che i professori non si sanno divertire.

venerdì 20 febbraio 2009

Ho visto...

Ho visto degli sceriffi che al posto della pistola portavano, legato in vita, un mitra.
Ho visto principesse truccate talmente pesante che in confronto Moira Orfei è un donnino acqua e sapone.
Ho visto dei Gormiti (per chi sa ... ho imparato, sono brava, vero?) alti un metro gironzolare felici, orribili ma felici.
Ho visto un uomo ragno che in preda alla "confusione da supereroe" se ne andava in giro lanciando ragnatele di schiuma colorata, distruggendole poi con una spada con la quale disegnava delle grandi Z.
Ho visto cinque bratz (30 anni cumulativi). E pur non essendo una persona moralista mi sono quasi scandalizzata.
Ho visto due cani dalmata che venivano portati a spasso da Cenerentola. Arrivata a casa ho chiesto spiegazioni a mamma Mafaldi perchè credo che mi abbia sempre raccontato delle favole farlocche.
Ho visto un minaccioso punk di dieci anni scaricare mezza bomboletta di schiuma da barba sulla mia macchina.
Ho visto... null'altro... perchè la schiuma da barba ha crato un alone unto sul parabrezza.
Ahhh... Non esistono più i carnevali di una volta!

martedì 17 febbraio 2009

Romagna mia, romagna in fiore...

Il mio padrone di casa è sensibilmente sordo.
Il mio padrone di casa suona la fisarmonica.
Il mio padrone di casa suona la fisarmonica ad un volume assurdo perchè è sordo.
Il mio padrone di casa suona la fisarmonica preferibilmente il sabato sera.
Il mio padrone di casa suona la fisarmonica assieme ad alcuni amici.
Il mio padrone di casa il sabato sera fa un concerto di fisarmonica assieme agli amici.
Sabato scorso era San Valentino ed io ero a casa con le palle in gola. Maliziosi che non siete altro. Le palle erano le mie... vedi tonsille ingrossate e la febbre.
Sabato scorso era San Valentino ed ero a casa da sola a guardare "la Corrida".
Sabato scorso nell'appartamento sotto il mio tre uomini sopra gli ottant'anni suonavano la fisarmonica mentre le mogli, ebbre di gioia, cantavano a squarciagola.
Si è verificato un miracolo.
La moltiplicazione delle palle della Mafy.
Servono indizi per capire dove si sono posizionate le due nuove sfere... o ci arrivate da soli?

venerdì 13 febbraio 2009

San Velentino!

Sì, sì, sì, sì... Lo sappiamo; domani è San Valentino.
E come fare a dimenticarlo? In giro è tutto un cuore, un fiore, un peluches, un cioccolatino. Anche uno volesse, ed essendo single uno lo vuole proprio, non riesce a dimenticarsi di questa zuccherosa festa. Quindi, visto che quando il gioco si fa duro le derelitte iniziano a giocare, abbiamo stilato il nostro piccolo manuale di sopravvivenza a San Valentino.
Cinque modi per superare il 14 febbraio.
1. CHIUDERSI IN CASA. Evitare in tutti i modi di mettere il naso fuori. Girare per città o fare due passi per il centro commerciale è assolutamente deleterio. Compaiono angioletti alati da tutte le parti. Tutto si trasforma nel regno incantato dove Valeria Rossi (quella di sole, cuore, amore) regna sovrana. Si vedono delle cose orribili che, grazie al Cielo, scompaiono magicamente appena scocca la mezzanotte che porta al 15 febbraio. Per dovere di cronaca vi elenco delle cose viste, e che sinceramente avrei preferito non vedere MAI, in questi giorni.
- copripiumone bianco con scritte rosse. Federe rosse tempestate da cuoricini bianchi. La frase stampata, senza soluzione di continuità, era "pensarti è dolcissimo ma averti vicino è meraviglioso". Un velato incitamento al passare dalle parole ai fatti? mah!
- un pigiamino leggero. Magliettina bianca con disegnate due scimmie unite da un cuore e pantaloni grigi con riprodotti, molto più piccolo ma in numero inquietante, il disegno presente sulla parte superiore. Una cosa così brutta l'ho vista poche volte
- un paio di boxer con una significativa scritta piazzata sul pacco: "Lavori in corso". Evito ogni commento.
2. ANDARE IN UN NEGOZIO DI DOLCIUMI E SVALIGIARLO. Piazzarsi davanti alla tv cominciando a mangiare cioccolatini a profusione. Nel giro di un'ora dovrebbe sopraggiungere un attacco di iperglicemia. Se si è fortunate si muore. Se si è sfortunate bisogna smaltire, con ore e ore e ore e ore di palestra, tute le calorie ingerite.
3. USCIRE E UBRIACARSI. Della serie "Bevo per dimenticare". Dicono funzioni sempre. A noi derelitte va anche bene visto che con uno spriz cantiamo leggere, gioiose e dimentichiamo anche i nomi dei nostri genitori. Abbiamo la balla felice ed economica... Che vogliamo di più dalla vita? Un lucano... No che poi mescoliamo gli alcolici e stiamo male!
4. USCIRE, RIMORCHIARE IL PRIMO RAGAZZO CARINO E PORTARLO A CASA. Questa parte del piano può essere attuata da sola o in rapida successione al punto precedente.
5. APPENDERSI AL NETTUNO. Quella rimane sempre l'opzione regina. L'unica cosa che ci frena è che in questi giorni a Trento fa un freddo becco. Se non ci trovano in fretta congeliamo... E si sa... già le foto in bianco e nero dei quotidiani ti sbattono un pochino se le fanno quando uno è assiderato ne usciamo che sembriamo due stoccafissi. E addio alla nostra reputazione di donne glamour. Ma San Valentino non poteva cadere ad agosto??? Così avevamo risolto tutti i problemi... Uff.
Buon sanvalentino a tutti!!!
Che tutti i cioccolatini che vi regalano vi vadano su sedere e fianchi.
Con affetto,
C&M

martedì 10 febbraio 2009

Pavimento pelvico

Ieri io e la Mafy siamo andate come sempre in palestra. Il povero Pinocchio era mezzo malato e ha quindi dirottato la nostra lezione di yoga/pilates/artimarziali/faticaboia in una seduta di ginnastica posturale: «Così vi raddrizzate ed equilibrate bene i muscoli». E sia.
Dopo cinque minuti di tira qua e gira là, l’uomo ci ha fatto una domanda a bruciapelo: «Voi sapete cos’è il pavimento pelvico?». Callista: «No, perché non lo usiamo mai.». Mafalda: «Io ci ho messo il parquet l’altro giorno: peccato che nessuno lo lucidi mai». Pinocchio ha sorvolato e ha aggiunto: «Adesso vi insegno a tonificarlo».
La nostra obiezione è partita immediatamente e suonava un po’ come un «ma insegnaci a tonificare le chiappe che almeno quelle si vedono…», solo più sottile. Ma Pinocchio era implacabile e per convincerci ha iniziato un’agghiacciante narrazione: «Ieri è venuta da me a lezione una ragazza di trent’anni con un problema: ogni volta che tossisce si fa un po’ di pipì addosso. È un problema molto diffuso dopo una certa età, ma spesso anche prima dei quaranta».
Inutile dire che le derelitte, terrorizzate dall’eventualità, hanno iniziato a tonificare immediatamente: con tutta la tisana che bevono e considerando che ultimamente in quanto a tosse stanno peggio della signora delle Camelie, meglio prevenire che allagarsi gli stivali, che costano pure.
Gli unici due uomini del corso, invece, hanno continuato a schernire: finché Pinocchio non ha trovato il modo per convincerli: «Per noi maschietti, invece, un pavimento pelvico tonico serve per non far cadere la prostata». Meglio delle palle, diremmo noi. Ma evidentemente lo spauracchio di un esame per controllare lo stato della ghiandola (e se non sapete come si fa, chiedete a Stefano d’Orazio dei Pooh che lo ha raccontato in TV davanti a un paio di milioni di spettatori) ha convinto anche loro. Tempo dieci secondi ed eravamo tutti a far finta di trattenere la pipì nelle posizioni più assurde.
E ora i più esperti tra i nostri lettori ci diranno che i suddetti esercizi aiutino anche la donna nel raggiungimento del piacere sessuale, e che siano quindi doppiamente utili. Il fatto che noi abbiamo come scopo solo quello di non farci la pipì nelle mutande tra qualche anno la dice lunga su tante cose.
E ora scusate, dobbiamo versare due lacrimucce di disperazione.

lunedì 9 febbraio 2009

Domanda da un milione di dollari

Cari lettori,
oggi le vostre derelitte vogliono interrogarvi su una questione di vitale importanza.
Sarà che siamo giù di allenamento, sarà che siamo indipendenti, sarà che siamo trentine e quindi orse, ma non riusciamo a capire come si faccia a dormire abbracciate a un uomo. Sembra una cosa semplice, ma in realtà le soluzioni possibili non ci hanno dato alcuna soddisfazione.
E qui vediamo già le prime manine polemicamente alzate per fare la fatidica obiezione: «Ma con le meraviglie mica vi siete poste il problema! Ci avete raccontato di aver passato notti intere abbarbicate a loro». E certo! Tutto verissimo: abbiamo detto di aver passato notti intere avvinte come l’edera alle meraviglie. Ma chi ha mai parlato di dormire? Eravamo sveglie e lucidissime, intente a contemplare la bellezza innaturale degli esseri che ci respiravano accanto. Quindi certi problemi di scomodità non si sono mai posti. Anche perché avremmo sofferto in religioso silenzio, e lo abbiamo dimostrato più di una volta e in occasioni ben peggiori.
Ma torniamo al punto: come si dorme abbracciati a un uomo? Iniziamo l’analisi.

1. Posizione del cucchiaio con lui alle spalle





Pro: hai la schiena calda e puoi permetterti di mantenere tutti gli arti in una posizione umana e che concilia il sonno.
Contro: l’uomo, in quanto tale e vivente, respira in una zona compresa tra la sommità della tua calotta cranica e la base del collo, a seconda dell’altezza dell’uomo stesso. Questo comporta sbalzi di temperatura che compromettono la cervicale e un aumento dell’umidità che smoscia la piega. Va bene il romanticismo, ma alzarsi la mattina con la capigliatura di Shirley Temple è assolutamente improponibile.


2. Posizione del cucchiaio con lei alle spalle

Pro: se l’uomo è dotato di ampia e muscolosa schiena, nonché di profumo gradevole, si può infilare il nasino nella zona tra la spalla e il collo e bearsi dell’ambiente piacevole.
Contro: si rischia la perdita dell’arto che abbraccia l’uomo per progressiva riduzione della circolazione sanguigna. L’uomo, infatti, tende ad arpionare il braccio della fanciulla in modo tale che non si riesce più a sfilarlo se non con una tattica diversiva degna dei migliori reparti militari (tipo aspettare che lui si muova di qualche centimetro sollecitato da delicati calcetti nei polpacci). Va bene l’amore, ma le braccia ci servono tutte e due per fare il gesto dell’ombrello, sempre utilissimo e fine.

3. Posizione del sandwich
Pro: ti senti protetta e coccolata.
Contro: lui rischia di non ricevere sufficiente sangue al cervello per via del peso della testa femminile sulle vasi cardiaci: già la testa maschile funziona a corrente alternata in condizioni normali, andare a spegnere l’interruttore definitivamente ci sembra eccessivo. E poi lui è costretto a respirare esattamente sulla fronte di lei, con questo tragico risultato: lui inspira = freddo sulla capoccia; lui espira = caldo sulla capoccia. Dopo due minuti si attua l’effetto condensa, come sul parabrezza della macchina. Va bene la protezione, ma doversi munire di fascetta di spugna elastica sulla fronte per evitare il gocciolamento negli occhi è poco elegante.

4. Posizione del nodo

Pro: si ha ogni centimetro di corpo a contatto con l’altro.
Contro: si rischia la morte per asfissia o, nei casi meno gravi, di respirare l’alito notturno del partner. De gustibus non disputandum est… Ma anche no.
In più, se lui è particolarmente espansivo e fisicamente imponente, esiste il pericolo di una rotazione della donna verso il materasso per via dell’espandersi di lui nel letto, con successiva sovrapposizione dell’uomo al femmineo corpo. La donna si trova quindi sommersa da un enorme manzo addormentato profondamente (e quindi più pesante ancora) e rischia di acciaccarsi come le auto dallo sfasciacarrozze. Va bene la passionalità, ma svegliarsi più larghe di due taglie causa schiacciamento ci crea problemi con il guardaroba: non ci si chiudono più i jeans,

Ora, sappiamo di passare per ciniche, acide e pure un po’ stronze, ma il problema è reale. Metti che ci troviamo un uomo, vorrete mica farci fare brutta figura? Aiutateci, ne va del nostro futuro.
Grazie
Con affetto
C&M

giovedì 5 febbraio 2009

Raperonzolo

Ieri sono andata, come periodicamente avviene, dalla nostra estirpatrice di peli preferiti: Saraminchia.
Causa influenza e impegni scolastici vari, ho ritardato il consueto appuntamento di circa due settimane: e sono problemi gravi, visto che le uniche persone che mi vedono in mutande sono la Mafy quando ci cambiamo in palestra e il mio Winnie Pooh ad altezza naturale quando la mattina cerco di infilarmi i vestiti dritti nonostante la carenza di ore di sonno. Ma una derelitta, si sa, deve sempre essere in ordine, quindi mi sono avviata come un martire al patibolo a farmi sgridare da Saraminchia per lo stato disastroso dei miei peli.
Il pericoloso donnino mi accoglie urlando una delle sue frasi: «Tatinaaaaaaa, vai in fondo a destra e preparati che ti torturooooooooooooo…». Il fatto che non parli dialetto mi inquieta non poco: ma soprassiedo, mi spoglio e mi posiziono sul lettino. Ed eccomi girata a pancia in giù, mentre Saraminchia mi spalma della cera rovente sui polpacci. Decido di giustificarmi preventivamente:

C: Non guardarmi, oggi, sai? Tra l’influenza e la scuola non sono arrivata a venire prima e sono in condizioni pietose. Togli e non commentare, ti prego.
S: MADONAAAAAAAAAA, ma valà, cossa vot g’aver peli ti… (Madonna, cosa vuoi avere peli tu…)
C: Sì, guarda, lasciamo perdere. Faccio paura.
S: Ben, vorrà dir che te ciamerò Raperonzolo (bè, vorrà dire che ti chiamerò Raperonzolo).
C: Raperonzolo?
S: Sì! Se i peli i è sì longhi come che te disi, te i fago molar zo dal pogiolo e te vardi se se rampega su qualchedun… (Sì, se i peli sono così lunghi come dici, te li faccio srotolare dal balcone e guardi se si arrampica qualcuno).

Quando si dice la poesia delle fiabe.


(e con questo rispondiamo anche al nostro lettore Stefano che in un commento ci chiedeva se siamo trentine veramente, visto che sembriamo eludere la tradizionale "orsaggine" locale... Il dialetto lo prova! Trentine DOC dal medioevo, almeno... Restiamo in attesa del maschio da procreazione, adesso!)

mercoledì 4 febbraio 2009

Ma che cos'è questa robina qua?

In loving memory of Jury lo stupido


Oggi noi derelitte, che siamo donnini raffinati, parleremo di cacca: o meglio, della sua latitanza. Ci stanno a cuore, infatti, le ultime pubblicità dei prodotti contro la stitichezza. Chissà, sarà che ci manca un pochino lo stupido e i suoi post su questo tema, ma gira così…
Iniziamo con lo spot che ci ha tormentato durante tutte le vacanze natalizie: quello della supposta effervescente. Ora, al di là del fatto che mettersi nel didietro una cosa che frizza non ci esalta come idea (a questo punto tanto vale provare con un Alka seltzer, o la Frizzy pazzy), soffermiamoci sulla scelta dei geni pubblicitari: due omini, lui e lei, di quelli appesi alle porte dei gabinetti, che dialogano tra loro. Lei ha la forma di una beuta, con imponente rigonfiamento al ventre, e all’osservazione di lui «Come sei gonfia», risponde «Eh, sono stitica». Dialogo con un tasso di realtà pari allo zero assoluto (dudurudurududu): io e la Mafy abbiamo vagliato tutte le alternative possibili, ma questa non c’è proprio. Ecco le ipotesi:

Lui: Come sei gonfia!
Lei: Fatti i cazzi tuoi!

Oppure:

Lui: Come sei gonfia!
Lei: Dovevi stare attento nove mesi fa, coglione.

Oppure:

Lui: Come sei gonfia!
Lei: E tu ce l’hai piccolo.

Come vedete, il fatto che una risponda «Eh, sono stitica» non è previsto. Ma sorvoliamo e proseguiamo. Il genio maschile suggerisce a questo punto l’uso della suddetta supposta effervescente dal nome sinistramente evocativo: Eva-Q. Raffinato: deve essere lo stesso creativo che ha chiamato l’antidiarroico «Dissenten».
Passano dieci minuti e la signorina canticchia felice con una ritrovata linea snella e asciutta: nessuno si è chiesto quanta diavolo di cacca debba aver fatto per perdere almeno dieci chili? Se questo è l’effetto siamo disposte a provarci anche noi, che diavolo. Ma il peggio è ancora da venire: lui dice la poetica frase «Gallina che canta ha fatto l’uovo, eh?», e lei sorride. Ma cosa cazzo sorridi? Rovesciaglielo sulla testa l’uovo, cretina: poi vedi se fa ancora domande idiote.

E poi, scusate, sarà anche vero che noi donne abbiamo un intestino incasinato e gli uomini invece godono del cosiddetto effetto bimbo (mangio qualsiasi cosa e devo correre a fare la cacca): ma possibile che siano sempre fanciulle a soffrire di stitichezza o del suo contrario? Che ingiustizia. Fateci fare una volta le pubblicità degli sciroppi contro la tosse grassa, che invece pare tipicamente maschile, o di un bel digestivo: e metteteci un maschio a correre dietro i cespugli al parco perché colto dalle coliche.

Ma proseguiamo: altri geni del marketing hanno messo due figurine animate (stavolta una coppia) sotto una bella campanona di vetro. Uno dei due bussa con aria preoccupata quasi a saggiare la consistenza della lastra e a quel punto una voce fuori campo dice «Prigioniero della stitichezza? Prova le Dodici Erbe». Certo: quelle che si sono fumati prima di inventare una minchiata simile. A questo punto la campana di solleva e i due ex reclusi saltellano felici: roba che manco l’uscita dal Grande Fratello.

Complimenti! Glielo diciamo noi che con campagne di marketing del genere le case produttrici perdono notevolmente in vendite? Perché basta vedere lo spot in Tv per ottenere l’effetto desiderato…

lunedì 2 febbraio 2009

... Manco Mary Poppins!

Callista e Mafalda in macchina.

M: Cally, per favore, potresti prendere il burro cacao nella mia borsetta? Questo freddo mi sta distruggendo le labbra.
C: Certo… Lo hai nella trousse di Winnie.
M: Ovvio!
C: Ma quanto diavolo pesa la tua borsa? Cosa ti porti dietro?
M: Dai, non lamentarti… Cerca il Labello.
C: un libro…
M: oh, sono una persona acculturata.
C: Si intitola “Uomini – Come trovarli single e interessanti”
M: beh, acculturata e zitella. Che vuoi???
C: E cosa diavolo fai con tre bustine di Aulin?
M: Ho male a tutte le ossa e la febbre. Se non mi drogo soccombo. E non me lo posso permettere.
C: Ma dove l’hai messa la trousse? Non la trovo… Però ho trovato un accendigas. Amica, devi confessarmi qualche cosa che non so? Hai qualche cosa a che fare con gli incendi delle ultime notti?
M: Ma smettilaaaa! Da quando ho dovuto scavalcare il cancello di casa perché si era ghiacciata la serratura ho deciso di munirmi di fiamma. Ho chiesto alla mamma di procurami un accendino e mi ha portato quello dicendo che con l’accendino mi sarei sicuramente bruciacchiata tutte le dita.
C: Uh… siamo a posto.
M: Eh … c’ha una fiducia illimitata.
C: Una cipolla. No. Adesso mi devi spiegare cosa ci fa una cipolla nella tua borsetta.
M: Mi sono dimenticata di comprarle al supermercato e ne ho rubata una a casa dei miei. Come faccio a fare il soffritto senza cipolla?
C: Ussignur… ma anche tu!!! Toh, ecco il tuo burro cacao.
M: Grazie. Certo che mi critichi tu che sono due mesi che stai girando con un barattolo per l'esame delle urine.
C: Me l’hanno regalato l’ultima volta che sono andata a fare le analisi del sangue.
M: Ho capito… Ma lo puoi anche lasciare a casa.
C: ci sono affezionata. Non è tanto per il suo valore economico ma il suo valore affettivo.
M: Ma smettilaaaaa! E dimmi… Poi cosa ti porti dietro, visto che hai tanto da ridire sulla mia borsa.
C: Niente!
M: seee… Come no. Confessa.
C: due paia di guanti
M: ehhh già… Quelli da serial Killer e quelli di lana. Giusto per non lasciare impronte digitali in giro
C: due mandarini e un pacchetto di crackers
M: spuntino leggero
C: un paio di calzini antiscivolo a righe multicolori
M: o mio dio! E che ci fai???
C: devo riportarli ad una persona.
M: ne sarà felice. Chissà quanto ha lavorato per cercare di perderli. E tu li riporti.
C: Mostra.
M: Beh… Siamo due gran bei donnini. C’è da vergognarsi se ci fermano e ci perquisiscono.
C: In effetti. Ci arresterebbero subito
M: a meno che non ci spacciamo come due ragazze estremamente prudenti.
C: oh, certo. Metti che ci sia un incidente. Metti che siamo costrette a passare delle ore in fila. Noi non abbiamo problemi.
M; Se abbiamo fame usciamo e cuciniamo, sul motore, i mandarini grigliati con le cipolle. Il tutto con contorno di crackers.
C: Se ci scappa la pipì sappiano dove farla.
M: se ci stufiamo possiamo metterci a leggere il libro.
C: e se abbiamo freddo possiamo metterci i calzini e siamo salve.
M: …
C: amica?
M: no, no… piuttosto che mettere quei calzini lì muoio di freddo, credimi!