giovedì 29 maggio 2008

Chi cerca (ci) trova - maggio 2008

E anche maggio è passato ... potevamo non rallegrarvi con le chiavi di ricera? Sia maiiiii ...
Siorre e Siorri ben venuti al CENTRO COMMERCIALE “LE DERELITTE” dove troverete di tutto un po’ … dallo “spillo da balia” (notare il maschile) al libretto d’istruzione motore Opel … quindi gironzolate tranquilli per i nostri negozi … ne troverete delle belle.

STUDIO PSICOLOGICO “racconta tutto alle due bionde”

- me lo sono scopato (e noi gioiamo per te)
- Sei una pigna (dipende sempre da dove hai intenzione di ubicare la pigna)
- C’hai un culo stupendo (grazie, merito della palestra)
- Hai il pisellino piccolo (frase da eliminare dal vocabolario … è da bastarde)
- Ho perso le mutande (ussignur … basta che non vuoi le mie!)
- Mi sono lampadato il sedere (e ora dormiamo tutti molto più sereni con questa notizia)
- Che ridere con parcheggio (ehhh … grasse risate, soprattutto se non trovi più la macchina)
- Mi sono tagliata i capelli da sola (e la domanda nasce spontanea …. Perché???)
- Compra il portaposate mi raccomando (va bene … pane, ammorbidente, formaggio, carote e portaposate … lista spesa fatta!)

AGENZIA VIAGGI “viaggi da sogno”

- parcheggi scambisti Bologna (no problem ti facciamo subito la piantina)
- villaggio all inclusive troie (guarda … noi garantiamo sull’animazione … ma al supplemento troie devi pensarci da solo)
- cerco tunisina da sposare (intanto noi ti facciamo il biglietto per la tunisia … poi lì ti arrangi)
- villaggio dove ci si diverte tanto tanto tanto tanto tanto tanto (quanto?)

FARMACIA “una mela al giorno toglie il medico di torno”

- tracheite ostinata (provato con il rimedio della nonna latte, miele e un po’ di grappa? Metti che non ti vada via la tracheite … al massimo sei sbronzo e non te ne accorgi)
- tosse gocciolamento nasale ridere (uhhhh … una figata, proprio … pensa se facessi anche un po’ di bavetta quanto ci sarebbe da sganasciarsi)
- psoriasi e godimento (la prima non esclude il secondo … è un gran problema se il secondo avviene soltanto in presenza del primo)
- come fare dopo cura antibiotica (come fare cosa, stella?)
- supposta come funziona (devo farti un disegnino???)

LIBRERIA “libri amici"

- D’Annunzio e l’operazione all’inguine (biografia non autorizzata … all’inguine??? Ma quando mai. E se la Cally dice che non è vero … ci fidiamo ciecamente)
- Ma poi povera e derelitta (dramma russo che racconta la vita di due povere ragazze di Mosca che passano le loro giornate a parlare con Nettunosky)
- La mia vita da cornuto per scelta (contento te … contenti tutti, caro!)


SERVIZIO “non sai cosa scrivere? Te lo diciamo noi”

- frasi porche di buon compleanno (ti tiro la torta addosso e poi lecco tutta la panna … )
- brevi nomignoli tra fidanzati (NOOOOOOOOOOOOO … ti prego no)
- Frasi carine per francesi (Campioni del mooooondooooo … pepepepepeeppeeeeee)
- Frasi della Fata Turchina (Pinocchio, cazzo, te l’ho detto mille volte di non raccontare balle … questa è la versione integrale)
- Frasi per dire alla donna per gonfiare il palloncino (soooofffia … sooooofffiaaa)
- Frasi simpatiche per il parcheggio (ohhh … hai toccato!)
- Frasi Simpatiche non si fa credito (mi spiace ma non c’è trippa per gatti)
- Frasi porche mentre lo fai (dai, cavolo … mica vi possiamo dire tutto)

STUDIO VETERINARIO “L’arca di Noè”

- Allergie respiratorie cane carlino (non è allergico … respira facendo il rumore del compressore anche in condizioni normali)
- Effetti collaterali guinzaglio cane carlino (ma è un topo … che guinzaglio vuoi mettergli???)
- Diarrea cane carlino (Comprarti un alano??? Pare brutto???)

A.A.A: “chi cerca trova”

- calzedonia costume cocomeri (chiedi a Cally che è l’esperta … in costumi … e pure in cocomeri)
- cannavaro in mutande (figooooooooooooooooooo)
- ciabatte 5 dita (che impressione)
- 8 maggio trentino cerca porcone (accipicchia … peccato sia già passato da un po' )
- foto tramonti ragazze bionde (specifica … il sole tramonta e le ragazze guardano? O sono le due bionde che tramontano … in tal caso … CULOOOOO)

SEXY SHOP “ti ciuccio come una cozza”

- bacio la mela (ehhh … bello, proprio)
- baciare con la lingua non provo niente (per forza, ti stai limonando una mela!)
- come baciare sul collo (trovi il collo … e il grosso è fatto)
- nel bacio la lingua in che direzione va? (tu vai sereno … nel caso c’è sempre la constatazione amichevole)
- dimmi le parolacce (se non vuoi altro … )
- convincermi a farmi un pompino (a chi???)
- come convincere una donna a farsi fare un pompino (ma senti … prima impara a scrivere … )


UFFICIO INFORMAZIONI “le derelitte rispondono”

- numero per mandare messaggi alla corrida dilettanti allo sbaraglio (si capisce subito che il sabato sera siamo sempre a casa, si?)
- come coltivare angurie (acquaaaaa … tanta tanta tanta acqua)
- cosa scrivere se il tuo lui non risponde ai messaggi (imbecilleeeeee … hai perso l’uso del pollice opponibile???)
- come il pisello (nel suo bacello???)
- come perdere i peli (comincia con i vizi e poi cadono anche i peli)
- Ma si può assoldare un killer (ceeeerto … con la tessera derelitta hai anche lo sconto)
- È pericoloso leccare i piedi? (solo se puzzano tanto)
- Ma sono tutte porche? (no, dear, solo le migliori!)

TOP 5

5) due amiche ordinano due the freddi arrivano due the caldi una di loro protesta al cameriere i the non sono freddi l’altra amica commenta si vede che s (cavolo … mi ero entusiasmata … come andrà a finire?)
4) video rompe angurie tette (ellamadonnaaaa!)
3) torta a forma di culo (non oso immaginare di che forma saranno le candeline)
2) Santi Licheni (tutti in piedi entra il sottobosco … ma daiiiiiiiiiiiiiiiiiiii)
1) si può morire con 100 moment act (vai sereno, amico, vai sereno …)

POST _ EGGIATORE

Lo stupido ci ha passato la patata bollente ...
Se volete capirci qualche cosa andate a guardare a casa di Ju-Ju e leggete il regolamento ...



Passiamo la palla alle Bolognocche

mercoledì 28 maggio 2008

Biglietto di sola andata

Prendete una derelitta ansiosa di fare una cosa carina per il suo LUI. Fatele concordare una cena e una notte insieme.
Aggiungete il fatto che LUI abita in una città che non è proprio Trento e metteteci un viaggetto in treno: la derelitta sale baldanzosa e bellissima, pronta per la sua trasferta e convinta di arrivare alle ore 20.30 a destinazione, giusta giusta per la cena.

Fate comparire in scena un simpatico suicida che decide di gettarsi proprio sotto il treno della suddetta derelitta: la quale sarà costretta a rimanere tre ore in mezzo alla brughiera, in attesa dell’arrivo delle autorità, della polizia scientifica, dell’ambulanza che deve soccorrere uno dei passeggeri che si è sentito male.

Compagni di vagone: un brasiliano, che non capisce cosa è successo e al quale si cerca di spiegare in inglese, in spagnolo e in portoghese maccheronico che il treno ha investito un uomo, e una ragazza che si è innamorata di un pugliese e sta telefonando a tutte le sue amiche per dare la lieta novella.

Completate l’opera con la derelitta che arriva a destinazione a mezzanotte, giusto in tempo per farsi venire a prendere da LUI e per crollare a letto insieme all’oggetto del desiderio: ma colta da sonno profondissimo.

E poi non dite che non siamo sfigate.

martedì 27 maggio 2008

L'uragano Cally

Dopo la cura a base di punzonature nelle chiappe, la mia magagna sembra essersi finalmente risolta. Mi sono presentata dal mio simpaticissimo urologo con gli ultimi esami fatti per il controllo di routine.

Il medico controlla i valori, annuisce con aria compiaciuta, poi passa alla visita. Mi dà i soliti pugni nei reni, mi infila dita aguzze nei fianchi, mi palpa la pancia, mentre io rischio di vomitare le tre foglie di insalata che ho mangiato a pranzo (il chilo e mezzo porco bastardo non se ne va manco a morire: qualcuno ha un metodo valido e convincente?).

Accertato che non ho più dolori, passa ai consigli per evitare ricadute.
D: Mi raccomando, non resti col costume bagnato se va al lago o al mare…
C: Nooo, non lo faccio mai… (Certo, come no…)
D: Brava: e si lavi bene, prima e dopo i rapporti.
C: Ok… (Il pianeta mi sarà grato per l’acqua che non sprecherò…)
D: E poi, mi raccomando, se le scappa da urinare, urini, eh?
C: Vabbè, di solito lo faccio… (Ma tu pensa, e io che volevo cercare di traspirare…)
D: No, nel senso, se le scappa, non trattenga neanche un attimo. Vada di corsa.
C: Ah, ok.
D: E beva molto.
C: Lo faccio già.
D: Bene. E poi, quando urina, lo faccia a gambe larghe, tutto in un getto e senza interrompere, perché sennò crea dei vortici che risucchiano i germi patogeni all’interno.
C: …

Ebbene sì, ho pagato 80 euro per sentirmi dire che sono imparentata con Scilla e Cariddi. Cosa voglio di più dalla vita?

venerdì 23 maggio 2008

Pompieriiiiiiiiiiiiiii

Ed ecco un altro dei racconti pseudo scolastici della vostra Callista…

Ieri mattina mi trascino verso la porta di ingresso dell’istituto alle ore 7.40, pronta (?) per la prima ora. Facendo forza alla semi apertura degli occhi, sui tre scalini del portone vedo un buon numero di studenti, cosa del tutto inconsueta a quest’ora. Immagino si stiano godendo la brezza di maggio. Ma poi vedo anche alcuni colleghi e pure due bidelle. Immagino già scene apocalittiche di scioperi e picchetti in pieno stile sessantottino, ma la realtà è molto più banale. Non si apre più la porta.

Le mie studentesse piccine mi corrono incontro ululanti: «Proooooof, non facciamo lezione oggi, vero? Andiamo a bere un caffè, non si apre la porta…». Sì, magari, cuccioline ammutinate… Anche se per svegliarmi ce ne vorrebbe una dose diretta in vena.

Arriva la segretaria: tenta di girare la serratura con la classe di uno della banda bassotti. Niente. Arriva il professore di diritto che gode di uno strepitoso successo tra il pubblico femminile. Prova a dare sfoggio della sua maschia forza, tra i sospiri delle studentesse («Che figoooo…») e delle colleghe donne. Niente da fare. Arriva pure la vicepreside: si attacca alla maniglia e tira. Noi preghiamo perché la porta si apra improvvisamente e seppellisca lei e i suoi baffi. Niente. A quel punto resta solo una cosa da fare: chiamare i pompieri.

Le mie studentesse (solo loro, eh, io sono una persona seria…) iniziano a sognare un branco di muscolosi e prestanti vigili del fuoco che sfondino la porta a spallate, possibilmente seminudi e sudati. Ovviamente, poco dopo, arriva la camionetta con un accenno di sirena, tra gli applausi delle scolaresche: e scendono Stanlio e Ollio.
Mai una volta che ci vada bene.

Il primo, alto e secco secco, si avvicina alla porta con una valigetta alla CSI, di metallo cromato. Tira fuori un sofisticato marchingegno, ma dà forfait dopo tre minuti. Arriva allora quello basso e tarchiato con la cassetta degli attrezzi identica a quella di mio padre: una sicurezza. Tira fuori un piede di porco, alla faccia della finezza. In due secondi la porta è aperta, tra i «nooooo» di disappunto degli studenti, che sfilano mesti in classe.

Io mi avvicino a due colleghe e facciamo per avviarci in aula insegnanti. Il pompiere che sta sistemando gli attrezzi ci fa un accenno di saluto; noi ricambiamo.

P: Eh, con professoresse così quasi quasi vale la pena di restare chiusi dentro la scuola, invece che fuori…

Certo: per fortuna che esiste l’uscita di emergenza.

giovedì 22 maggio 2008

Tacco svelto

L’altro pomeriggio sono andata baldanzosa e saltellante dall’amico calzolaio. Anche se in questi giorni praticamente nevica, il calendario segna che ci stiamo avvicinando all’estate ed è ora di tirare fuori i sandali. Quindi urge una veloce messa a posto di quelli un po’ rovinati.
Mi sono presentata dall’amico Amilcare/Annibale/Armando/Arnoldo (non mi ricordo come si chiama ma sicuramente inizia con la A) con due paia di calzature. A una dovevo rifare i tacchi mentre alle altre dovevo far riattaccare un gancettino che si era staccato quando, durante una passeggiata sotto il nettuno con un interessante accompagnatore, mi sono incastrata nei sampietrini della piazza.

Una di queste notti mi presento in piazza Duomo con una bitumiera e chiudo tutte le fughe … ohhhhhh

Arrivo, aspetto diligentemente il mio turno starnutendo ogni tre per due a causa del forte odore di colla.
Amilcare/Annibale/Armando/Arnoldo mi avvisa che per quanto riguarda il lavoro del laccetto devo aspettare la moglie perché è lei che si occupa di quelle cose. Nessun problema, aspetto.

Mentre sfoglio con avidità le riviste di Gossip entra uno dei “matti” di Trento.
Ora vi spiego. A Trento girano alcuni personaggi bizzarri; c’è quello che tutto il giorno è sull’autobus e a ogni curva fa il verso “shhhh …shhhh” (imitando il rumore delle porte che si aprono) e ride di gusto, c’è quello che ti avvicina e comincia a parlarti di Gesù … e per lui Gesù è suo fratello … ma suo fratello vero, c’è quello che va in giro tenendosi strettissimo uno zainetto e quando, per caso, gli passi vicino lui ti urla contro “vai viaaaa ... è mioooooooo!!!”.

Beh … il mio pazzo è quello con gli stivali e il cappello. Lui gira sempre, estate e inverno, indossando un paio di stivali verdi (tipo quelli dei pescatori) e un berrettino colorato, tanto colorato, troppo colorato.

Deve aggiustare lo zaino quindi anche lui aspetta la signora. Nell’attesa si mette a 5 centimetri da me. Negozio completamente vuoto … altri 4 sgabelli vuoti e lui si piazza attaccato … vabbè … avrà bisogno d’affetto.

Arriva la moglie del simpatico calzolaio, quindi la calzolaia.
Le spiego il problema e lei parte con la mia scarpa nella piccola stanzetta che si apre dietro il bancone. Nel frattempo Amilcare/Annibale/Armando/Arnoldo mi porta i sandaletti tutti belli taccati di nuovo e li mette sul bancone davanti a me.

L’uomo dagli stivali rimane per un attimo ipnotizzato a guardare le mie scarpe poi, con fare timido, allunga una manina e ne tocca con l’indice ritirandosi immediatamente come se scottassero.
Io lo guardo un po’ perplessa ma continuo la lettura (ma lo sapete che Gigi D’Alessio prepara tutte le mattine la colazione alla Tatangelo?)

Dopo poco vedo che l’omino accanto a me prende in mano una mia scarpa.
Oddio … cosa ci fa con la mia scarpa in mano? Mi guardo in giro. Nel negozio non c’è nessuno, marito e moglie calzolai sono impegnati nei loro lavori … aiutoooo … e io che faccio?
In fondo non fa nulla di male … Non dico nulla e a sto punto faccio finta di leggere osservando la situazione.

Ora che ha preso confidenza con le scarpe la cosa diventa più difficoltosa. Lancia la scarpa in aria (10-15 cm) e la riprende.
Oddiooooooooooooo … e adesso che faccio? Se gli dico qualche cosa passo da quella poco sensibile che se la prende perché uno gioca con le scarpe. Ok … non dico nulla e spero che la signora finisca in fretta …

Signore e Signori benvenuti al circo Orfei. Mancano solo la musichetta e qualche elefante e ci siamo.

Il mio, ormai amico, con gli stivali si fa sempre più ardito nelle evoluzioni con i miei sandali. Con la mano destra lo lancia, mentre è in aria fa passare il secondo sandalo dalla mano sinistra a quella destra e riprende quello volante con la sinistra.

Grandi numeri Siorriiii e Siorrreeeee

Amilcare/Annibale/Armando/Arnoldo non mi fila di pezza … sta limando un tacco e mi volta la schiena e della moglie manco l’ombra.

Intanto il giocoliere provetto continua con le sue evoluzioni. Io lo guardo cercando di attirare la sua attenzione e fargli capire che non è il caso continui ma lui non mi vede … è come se io non ci fossi … anzi, mi da pure una gomitata mentre recupera la mia scarpa volante.

Fortunatamente ecco comparire la mia salvatrice.
La moglie dell’uomo con il nome che inizia con A avanza con la mia scarpa tutta bella aggiustata e lucida, vede cosa sta facendo l’uomo dagli stivali e dice “Paolo, … mah … cosa fai? Metti giù le scarpe della signorina!”

Il problema è che Paolo deve avere un concetto tutto personale delle parole “metti giù” perché con tutta la scioltezza e naturalezza del mondo lancia la mia scarpa alle sue spalle … lontano … direttamente in strada!

Oddio … un mio sandalo giace solo e triste in mezzo a una strada … ma perché???

Se passate da Trento e vedete una bionda che esce di corsa da una bottega, saltella in strada, recupera un sandalo e rientra imprecando silenziosamente sono io!

Va bene che il negozio si chiama "Tacco Svelto" … ma qui si sembra più "Tacco Volante" …

mercoledì 21 maggio 2008

Cip cip

Ho adottato un uccello. Che detto così potrebbe anche suonare una cosa porno. Macchè, anzi magari! La frase sopra riportata non ha proprio niente di metaforico. È reale. A casa dei miei un pettirosso ha fatto il nido nella gratina dell’aria della cucina: è caduta la protezione che ripara il foro dall’esterno, e il gioioso volatile ci si è insediato.

È proprio simpatico, devo dire. Canta nei momenti meno opportuni: tipo alle sei di mattina, o alle due di pomeriggio, mentre io solitamente ronfo nel letto o pennico sul divano. E se all’inizio si zittiva e scappava appena qualcuno entrava in cucina, adesso se ne sbatte altamente. Fischietta in tutte le tonalità. Sospetto che tra un po’ sfonderà la grata interna e verrà a rifornirsi di cibo direttamente a tavola con noi.

Ma alla fin fine ho il cuore tenero, io: soprattutto perché ho un’altra casa, sennò lo avrei già fatto in padella. Ieri pomeriggio, comunque, ho lasciato sul davanzale della cucina, dove solitamente zompetta, un pizzichino di cereali, per nutrirlo. E poi me ne sono andata in palestra.

Oggi sono arrivata a casa e ho trovato i genitori in allarme: il padre inginocchiato sotto il lavandino che spruzzava una cosa bianca, la madre che lavava davanzali e finestre. Ho sospettato fossero stati colti dal sacro fuoco delle pulizie primaverili, ma mi sembrava tardiva, come idea. Ho chiesto lumi: «Siamo invasi dalle formiche». Ussignur.

Pare che le gioiose bestiole siano salite dall’esterno e abbiano colonizzato il davanzale prima di avventurarsi all’interno della cucina: «Saranno rimaste su le briciole di quella schifosa del piano di sopra che sbatte sempre la tovaglia nel giardino. Se la becco, stavolta la cazzio», dice mammà.

Uhm… Dite che i cereali c’entrano qualcosa??? Firulìììì, firulàààà…

Vabbè, ho adottato un uccello e un intero formicaio. Voglio la menzione d’onore del Wwf.

martedì 20 maggio 2008

Mezz'ora di ordinaria follia

Evento scatenante. Lui ti chiama dicendoti che ha voglia di vederti. Tu sei garulla e felice. Tidice che ti passa a prendere tra mezz’ora. Tu accetti (vorrai mica rifiutare?)
Ovvero; breve manuale per poterti rendere presentabile in un tempo ridicolo.

Ora, sorvoliamo sul fatto che l’uomo, a volte, è capace di cattiverie inimmaginabili … ma come diavolazzo si fa a dire a una ragazza che deve essere pronta in mezz’ora? COMEEEEEEE?

Respiri e cerchi di prendere il controllo della situazione.
Hai 30 “lunghissimi” minuti per renderti splendida ma con un look fintamente casuale. Della serie “io sono sempre splendida, caro, mi sono preparata in un attimo e guarda come sono sbrilluccicante!”

Tre respiri di concentrazione e via … si parte

Prima di tutto mandi un messaggio di allerta all’amica derelitta. Deve sapere che sei in un momento di panico e magari ti può aiutare.
“Amica, tra mezz’ora passa a prendermi lui … HELP ME!”

Ti fiondi sotto la doccia.
Ti lavi i capelli – li risciacqui
Li lavi una seconda volta – li risciacqui
Metti il balsamo.
Mentre il balsamo agisce controlli la depilazione (non si sa maiiiii) e ti lavi (che fa sempre bene)
Risciacqui tutto ed esci

Il timer segna 25:15

Esci dalla doccia, evitando di scivolare e andare a sbattere il mignolo su qualche angolo (non hai tempo per inventare qualche nuova imprecazione e nemmeno per ululare)
Ti asciughi in maniera sommaria, avvolgi i capelli in un turbante che Bin Laden ti fa una pippa e cominci a spalmarti la crema idratante e/o l’olio (per gli uomini che non capiscono di queste cose. Noi donnine utilizziamo creme diverse per parti del corpo diverse … esempio … per le braccia che devono sempre essere lissssssie come seta va benissimo l’olio. Olio che è da evitare sui piedi se non vuoi rischiare la morte mettendo le scarpe)

Leggi la risposta della tua amichetta e rispondi cercando aiuto per l’abbigliamento.
In questo momento la difficoltà nel mandare il messaggio raggiunge livello 9. Hai le mani unte di olio e crema … il telefono sbrissia.
Ma tu sei furba come una faina e risolvi tutto appoggiando il telefono su una superficie piana e digitando tutto con l’indice (se il messaggio è particolarmente complesso ti è permesso l’utilizzo della linguetta un po’ fuori e di traverso per facilitare la concentrazione)

Il timer segna 21:00

Togli il turbante e metti la schiuma districante/lisciante/effetto seta/intensificante riflessi in modo che possa agire prima di procedere alla piega.

Ti dirigi in camera saltellando (in questo modo la crema asciuga prima) e scegli la biancheria da mettere.
Cerchi di optare per qualche cosa di carino e che vada bene con il tipo di abbigliamento che hai in mente.

Torni in bagno, altro messaggio con la derelitta e via con l’asciugatura capelli.
Accendi anche la piastra delle grandi occasioni così il capello tiene perfettamente e puoi scuotere la bionda chioma con orgoglio.
Batti ogni record. Piega fatta in 9 minuti.

Il timer bastardo segna 11:00

Bene, ti devi truccare e vestire.

Ma prima metti il deodorante in modo che si asciughi prima di infilarti i vestiti … evitando così quelle odiosissime strisce bianche sulla maglie …

Ti trucchi evitando nell’ordine
a) l’effetto mascherone (della serie “non c’ho tempo di scegliere e mi butto in faccia tutto quello che trovo”)
b) effetto vampirona (tradotto troppo ombretto, troppo lucidalabbra, troppo blush )
c) effetto morto appena scongelato (optando per un trucco trooooooooppo chiaro. Stella, è primavera ed è troppo presto perché i vampiri girino indisturbati per le strade)
d) effetto panda ( dieci a uno che ti verrà da starnutire appena avrai messo il mascara e ti ritroverai con i segni delle ciglia su tutta la palpebra … )
Trucco fatto

Il timer segna 6:00

Ti precipiti all’armadio sperando che quello che hai deciso di mettere (frutto di una sofferta meditazione e di una serie infinita di messaggi) sia lindo, stirato e profumato.
Cosa che, ovviamente, non capiterà mai!
Mentre ti infili i pantaloni e/o la gonna (terribile se devi mettere anche le calze) corri ad accendere il ferro da stiro e risolvere il problema.

Nel frattempo mandi un messaggio per rendere partecipe la tua amica derelitta che se resterai zitella sarà colpa della maglietta che non era stirata.
Lei ti risponderà con una parolaccia e tu continuerai a correre per casa.

Stiri la mogliettina. Una volta indossata non ti starà nemmeno così bene come avevi immaginato ma ormai non hai più tempo né per cambiarti né per ammetterlo a te stessa.

Il timer segna 00:40

Hai il tempo per infilare le scarpe, metterti un po’ di profumo e il gloss.

Sei pronta. Bella, profumata e splendendte.
Ora le soluzioni sono due.

Al 99% lui ti farà culo, tirandoti bidone all’ultimo minuto. In quel caso ti ritroverai a girovagare per casa, splendida e infelice, maledendo nell’ordine il pianeta porco bastardo, lui che ti ha tirato bidone e te stessa che hai accettato.
A Quel punto chiamerai la tua amichetta e uscirete a prendere un aperitivo assieme ... oppure opterete per vedere un bel film di Johnny … in ogni caso non ti sarai fatta bella per niente

Se l’uomo non è bastardo e non tira bidone uscirai e sarai felice. Il problema è che sarai talmente poco abituata ad uscire con un ragazzo che sicuramente combinerai qualche cosa di terribile.
Ma anche in questo caso riuscirai a trovare un aspetto positivo della situazione; potrai sempre avere degli splendidi racconti da scrivere sul blog.

E poi ricorda … il Nettuno è sempre in piazza duomo che ti aspetta!

lunedì 19 maggio 2008

La palla d'oro

Bè, fare l’insegnante (soprattutto a meno di un mese dalla fine della scuola) è davvero un bel lavoro. Ti permette di stare in mezzo ai ragazzi, di conoscere un sacco di gente, di farti voler bene. E vuoi mettere la soddisfazione di vedere una ventina di testoline incantate dai tuoi racconti, dalle tue spiegazioni? Di rispondere a domande apparentemente difficilissime? Di sentire l’ammirazione per la tua sterminata e inarrivabile cultura? Assolutamente impagabile.

Poi, però, ci sono i momenti di dubbio: quelli in cui ti verrebbe voglia di fare o dire una cosa, ma che non sai se sia possibile, o giusto, o permesso. E allora non ti resta altro da fare che chiedere un consiglio ai colleghi, o ai lettori del blog, come nel mio caso.

No, non si tratta di una bocciatura, né di un debito formativo. Molto peggio. Adesso vi spiego.

Traduzione di latino: ecco la versione corretta.
«E così Giove donò al giovane eroe una palla d’oro, luccicante di pietre preziose».

Ed ecco la versione della mia alunna, evidentemente figlia illegittima di Cicerone:
«E così Giove donò all’eroe un giovane con le palle d’oro luccicanti di pietre preziose».

Il dubbio è questo: secondo voi, a lato del compito, posso scrivere che piacerebbe anche a me?

venerdì 16 maggio 2008

Moda mare Callisti

Passati gli effetti nefasti della pollinosi, la primavera per le derelitte è un totale luccichio di gioia e felicità. Il caldo permette di mettere i sandaletti, le magliette colorate, le canotte scollate, i vestitini… E quindi il triste rito dell’abbigliamento mattutino acquista tutto un altro sapore.

Ieri, ad esempio, io mi sono alzata con un irresistibile desiderio di rosa. Quindi mi sono felicemente infilata un paio di pantaloni bianchi, i sandalini tacchettati, un meraviglioso top bianco e fucsia e un coprispalle bianco. Capelli tagliati di fresco luccicanti di piega, occhiali da sole, rossetto sbrilluccicoso: mi sono caricata una pila di temi corretti sotto braccio, una quintalata di libri nella borsa e mi sono diretta con passo rapido (per quando permesso dal sandalo) alla porta.

Ma avevo fatto i conti senza l’oste, ossia papà Callisti.

Ora, mio padre si fa i sacrosanti cavoli suoi su tutto, specialmente sull’abbigliamento. Quindi, se fa un’osservazione, solitamente è motivata: o perché quello che vede è di suo totale gusto o perché gli fa tremendamente cagare. Inutile dire che la percentuale degli interventi per il secondo motivo sfiora il 100%. Come quella volta che mi ha detto che col mio meraviglioso abito tutto nero sembravo una suora. Ma questa è un’altra storia. Torniamo a ieri mattina.

Io barcollo verso la porta: «Ciao, vado».
PC: Ma ‘ndò vat così? En spiaggia? (Ma dove vai così? In spiaggia?)
C: …
PC: Che professoressa set? (Che razza di insegnante sei?)
C: Ma è primavera… Sono troppo colorata?
PC: No no… (risatina maligna che chiaramente dice il contrario)
C: Papiii, sono in ritardo: sto male?
PC: No, te fai rider! (No, fai solo ridere)

Panico: se mio padre dice che faccio ridere in rosa e bianco, evidentemente faccio veramente orrore, ma tanto tanto. Non posso giocarmi il titolo di miss professoressa glamour 2008 a un mese dalla fine della scuola per colpa di un top fucsia. Ci lavoro da tutto l’anno. Deposito quindi con aria sconsolata la borsa e i temi: vado in camera e mi faccio cogliere dal panico da armadio. Cambio, nell’ordine, tre magliette e due camicie: una è corta, l’altra è porno, la terza è troppo scollata, la camicia ha uno spacco che mi si vede anche l’ombelico. Poi trovo la soluzione con una seconda camicia nera, semplice semplice, con un fiocchino sul fianco. Alla faccia della mia voglia di rosa.
Mi avvio verso la porta tenendo gli occhiali da sole in bocca e allacciandomi i bottoni.

C: Mmmmpf, tu e le tue osservazioni…
PC: Dai dai, no te volerai miga nar a scola come l’Arlechin batocio? (Suvvia, non vorrai mica andare a scuola conciata come una maschera della commedia dell’arte, in particolare l’Arlecchino con tanto di battacio o batacchio, ossia uno strumento simile a una mazza?)

E sono soddisfazioni.

giovedì 15 maggio 2008

Rose rosse per teeeeeeeeee ...

Martedì

Ore 04.05 la sveglia suona. Noooo non è un errore.
Devo accompagnare mio padre in città. Parte per Dublino e alle 5.00 in punto deve essere al pullman che lo porterà all’aeroporto.

Con mezzo occhio aperto lo assisto negli ultimi preparativi prima della partenza.

M: “Carta d’identità” PM:“Celo”

M: “Chiavi della valigia” PM: “Celo”

M: “Carica batteria del telefono” PM: “manca … Cazzo!”

Finita la lista e aperto anche l’altro occhio grazie a due caffè lo accompagno in città.

Alle 5.22 sono nuovamente sotto le coperte, chiudo gli occhietti e impreco contro una coppia di passerotti che ha deciso di litigare proprio vicino alla veloux della mia stanza. Uff.

Ore 7.30.
Sveglia. Aridaie
caffè ariaridaie
e ufficio.

Faccio fintissima di lavorare aspettando la pausa pranzo.

Esco dall’ufficio. Vado in banca, poi in posta dove mi intrattengo buoni venti minuti con una simpaticissima signora bionda, sessantenne e un po’ sorda, che per la prima volta si trova a fare un moneygram.

“Si, signora, sono sicura. No, non serve il numero di telefono del destinatario.”
“Si, si … l’ho fatto altre volte ...”
“Ma certo che sono io quella sulla carta d’identità … pensa che ci ho messo una foto falsa?”

Finito il delirio postale vado a casa dove mi aspetta la madre in preda al sacro fuoco del “pulisco tutto e sterilizzo anche il gatto (se solo lo avessimo)”.

La mia dolce mamma sta approfittando della trasferta Irlandese del consorte e si è data alle pazze pulizie urlando ai quattro venti “el fago finchè no ghe to papà che così nol rote le bale” (lo faccio finchè non c’è il tuo dolce genitore così non rompe i gioiosi maroni).

Mangio un quintale di insalta mista e la prima pesca di stagione (che sa un po’ di cetriolo … ma pace).
Mi siedo giusto un attimo sul divano, e trac.
Mi addormento come un bradipo.
Il rintocco del campanile mi fa capire che è ora di tornare al lavoro.
La mamma mi da un mazzolino di fiori, colti dal nostro orticello, da portare in ufficio.
Prendo le roselline, i garofanini e un fiore sconosciuto ma molto bello e corro verso la macchina.

Salgo. Fa caldo.
Apro il tetto della macchina e parto.
Cantando Giulianone nostro vado felice per via Brennero.

A metà pattuglia dei carabinieri.

Vuoi che tra tutti fermino proprio me?
Ovvio.
Paletta.
Mi fermo.

M: “Buongiorno”
C: “Giorno. Mi da i documenti per cortesia?”
M: “certo” (facendo gli occhietti da cerbiatto … e con un fumetto sopra la testa “sono innocente, sono innocente, sono innocente”)
C: guardando con occhio severo il libretto “tutto a posto, grazie”
M: “grazie a lei”
C: “signorina … ha litigato con il fidanzato?”
M: “no (non ce l’ho il fidanzato … e poi … che te frega?) … “
C: sorridendo e guardando il collega poco lontano pure lui con il sorriso "beh ... sembra ovvio ..."
M: (pensando … sono su candid camera e adesso questi si mettono a fare lo spogliarello sul cofano) “perché mi fa questa domanda”
C: "perché sta spargendo per tutta via Brennero i fiori che le ha regalato!”

M: ????????????????
Mi volto e vedo i fiori, che avevo momentaneamente appoggiato sul paravento, ma colpevolmente dimenticati lì, drasticamente ridotti di numero …

M: “i fioriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii”
C: “eh già, signorina … lo sa che è vietato gettare fiori sulla strada? Dovrei multarla sa?”
M: (con occhi ancora più da cerbiatto “noooooooooooooooo … ti prego nooooooooooooo!) “no … beh … ma io .. ufff”
C: “no, sto scherzano … vada tranquilla!”
M: “grazie grazie”
C sorridendo “mi raccomando … i fiori”
M: (con una colorazione rosso paonazzo) “si, si … non si preoccupi … grazie”

Metto la cintura, metto in moto e parto
Passo davanti al collega che mi canta “Rose rosse per te…”

Ma vaffanculo, va …. Ufff

Il resto della giornata non ve lo racconto nemmeno.
Sappiate solo che era il primo giorno che mettevo i sandali.
E hanno vinto loro.
Ovviamente ho scosso i capelli e sorriso nonostante il dolore ai piedini ... eccheccacchio!

E sono problemi ….

martedì 13 maggio 2008

Cambio stagione

Dopo il disboscamento di capelli, ieri ho fatto un salto anche da Saraminchia per terminare l’opera di alleggerimento primaverile. Il raffinato donnino mi ha fatto accomodare sul lettino della tortura e ha iniziato a spalmare cera sui polpacci: «Vara varaaaa, madonaaa, che bianca che te seiiiiiiiiiiiiiii». Grazie, cara, come se non avessi abbastanza di sentirmelo dire a tutte le ore del giorno e della notte. Sciaff, sberla sulla chiappa: «Coss’elo ste bugne (botte) nere?». «Eh, ho fatto una cura di punture, mi sono rimasti un po’ di segni…». «Madonaaaaaaaaa, pensavo te avessi combinà robe turche…». «Ehm…».

Ma poi arriva il momento tragico.

S: ‘Scolta, fente la ceretta estiva? (Ascolta, facciamo la ceretta estiva?)

C: Estiva? Cos'è, al gusto di cocco?

S: Dai, ensemenida... Sì sì, dai, che ven calt. (Suvvia, scioccherella... Sì, dai, che viene caldo)

Strap, strap, straaaap.

Ahi.

Ora, cosa vuol dire ceretta «estiva»? A forma di ombrellone? Di sdraio, di anguria? Di tramonto salentino? A strisce, come i teli da mare? O a ondine, come la battigia bagnata dalla spuma marina? O molto peggio? Non è dato saperlo, se non dopo la realizzazione.

Io, per non sbagliare, ieri non ho osato controllare. Ma la doccia di stamattina è vicina... Nel frattempo si accettano scommesse.

lunedì 12 maggio 2008

Novità in casa Cally

Visto che l’ha fatto la Mafy, allora lo faccio anch’io: non voglio affatto essere da meno. Voglio fare tutto quello che fa la mia amichetta, tutto, tutto, tuttoooooooooo…
Ok, basta.


Quindi eccomi pronta per un brillantissimo resoconto delle novità dell’altra parte della coppia derelitta.

1. Non ho un coinquilino e non ho perciò il problema di dover trovare soprannomi per nessuno. In compenso, però, appena metto la testa sul cuscino di casa mia, mi parte una crisi d’asma allergica. Probabilmente sono stata colonizzata da un polline porco bastardo, quindi ho un coinquilino silenzioso e molesto. Ora, il problema non è poi tanto grave, visto che in attesa di sterilizzare tutto con il vapore, resto dai miei e mi faccio servire e riverire. E in casi estremi, posso pur sempre alzarmi dal letto infestato, inalare il broncodilatatore di routine e tornare a dormire. Ma se dovesse mai capitarmi un’avventura orizzontale, come la mettiamo? Se mi manca il respiro, do la colpa alle virtù amatorie dell’uomo di turno e svengo dignitosamente gridando «Ommmiodddio, che effetto mi fai»? Devo ancora trovare una soluzione.


2. Dopo il mandrillo gay della Mafy, vi sottopongo un altro problema botanico: il mio bambù, che dovrebbe essere la pianta con la crescita più veloce al mondo. L’ho comprato quando mi sono trasferita, a dicembre. Da allora forse si è alzato di un centimetro e ha messo mezza foglia. In compenso, ha acquistato un bellissimo color verde pallido malsano, pur ricevendo luce sufficiente a far crescere una piantagione di pomodori. Praticamente è come la padrona, colore da morto e nessuna capacità di prendere una forma affusolata. Per le foglie, mi sto attrezzando. Inutile dire che con bambù di mamma Callisti ci si può costruire un arredamento completo per un condominio.


3. Mi sono tagliata i capelli. Presa da un attacco di follia, ho eliminato una quindicina abbondante di centimetri di chioma. Adesso le bionde ciocche arrivano appena alle spalle e ho un ciuffetto sbarazzino che mi fa sembrare ancora più giovane. Mi sento la testa piccola piccola, ma sono contenta, soprattutto perché lo scuotimento di capelli mi riesce alla grande. E poi tagliare i capelli ha un significato non solo materiale: si dà un taglio anche al passato. Quindi speriamo di aver tagliato via anche un po’ di sfiga, insieme alle doppie punte; ma senza esagerare. Che se trovo un marito adesso, non ho abbastanza materiale per fare l’acconciatura dei miei sogni. Cercherò di convincerlo a convivere, nel frattempo: ovviamente lo faccio solo per risolvere il problema del bambù, hai visto mai che sia gay pure quello…

venerdì 9 maggio 2008

Notizie da casa Mafy

Novità 1.

Non abito più da sola. Ebbene sì. Dopo un’esperienza assai difficile e provante con una mia ex collega, una successiva miniconvivenza con Cally e sei mesi di solitudine … da un mesetto ho un nuovo coinquilino … che dopo un intenso sforzo di fantasia ho deciso che chiamerò … “il coinquilino”. Mi è stato presentato da un amico fidato e, devo dire (sperando di non dovermi pentire prima ancora di finire di scrivere questo post) che è un bravo ragazzo. E’ un militare (pure parecchio graduato ma io non ci capisco nulla), e dopo aver vagato per mezza Italia adesso rimarrà a Trento per almeno 4 anni. Così ha deciso di uscire dalla caserma, almeno per quanto riguarda il tempo libero, ed è capitato a casa Mafalda. E’ molto simpatico, carino, educato, ordinato (anche più di me), cucina senza incendiare casa, non fa delle lavatrici sconclusionate e, elemento di super super super nota, si fa ampiamente i cazzi suoi.

Ha anche una nonna che lo chiama tutte le sere e che può dare degli ottimi spunti per dei post fenomenali. Vi terrò aggiornati.


Novità 2

Il cane Billy da quando lo sto foraggiando con i
biscotti che Cally ha fatto per LUI è moooooolto più simpatico. Mi abbaia contro moooolto meno rispetto a prima e anche quando, il sabato e la domenica mattina, decide di mettersi ad ululare al nulla proprio sotto la mia finestra, mi basta lanciargli un biscotto e se ne sta buono.

Devo ancora capire se è causa della glicemia alle stelle oppure del fatto che gli sto diventando simpatica.

In ogni caso a me importa soltanto il risultato. Poter rientrare a casa senza che tutta la via sia aggiornata dei miei spostamenti e poter dormire il week end.

Mafy 1 – Billy e il suo fegato 0


Novità 3

Il mio mandrillo è dichiaratamente gay.

Il giorno dopo aver scritto il
post il coinquilino si è trasferito ufficalmente a casa. Nel giro di due giorni il mandrillo è rinato. Si è sollevato dalla polvere (in questo caso dalla terra ma la polvere fa più “poetico”), è cresciuto e, addirittura ha fatto 4 meravigliosi fiori rosa intenso.
Mi sono dimenticata di fotografarlo ma Cally è testimone della rinascita.

Bene, direte … è un caso.

No, no … niente caso.

Il Coinquilino è tornato a casa sua per una settimana per mettere a posto alcune pratiche e trovare i genitori (e la nonna, ovviamente). Beh … a due giorni dalla partenza dell’uomo … il mandrillo è collassato.
Non sto scherzando. E’ proprio morto tutto d’un colpo.
Sono uscita la mattina in sala e l’ho trovato disteso per terra. Tutto lungo e disteso sul paviment. Esanime.
Presa dal sacro spirito di E.R. ho provato con la respirazione bocca a bocca, a rianimarlo urlando "libera" e somministrandogli in vena 10 cc di un liquido a caso ... ma ho dovuto decretarne il decesso.

Ora, non fate illazioni maligne.
Noooo ... non è colpa mia. E' morto prima di avere la mia visione in pigiama con le bestie e i capelli spettinati dal sonno … quindi … sono innocente.
L'unica spiegazione è che il mio mandrillo fosse gay.
Forse è per quello che anzichè fare i fiori rossi, come avrebbe dovuto, li ha fatti fucsia.

Vabbèèèè ....

Per il momento è tutto.
Diario delle derelitte.
Mafy.
Trento.

giovedì 8 maggio 2008

In onore alla serata anni '80 di Bologna

Dedicato a tutti noi ... "figli" degli anni '80

NOI che la penitenza era "dire, fare, baciare, lettera, testamento"
NOI che se a scuola la maestra ti dava un ceffone ... la mamma te ne dava due
NOI che le ricerche le facevamo in biblioteca, mica su Google
NOI che quando a scuola c'era l'ora di ginnastica partivamo da casa in tuta
NOI che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva
NOI che ci sentivamo ricchi se avevamo "Parco della Vittoria e Viale Dei Giardini"

NOI che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più figo
NOI della bici Atala cross o la Bmx con le pedaline
NOI che nelle foto delle gite facevamo le corna ed eravamo sempre sorridenti!
NOI che suonavamo al campanello per chiedere se c'era l'amico in casa
NOI che se ci sbucciavamo il ginocchio ci mettevamo il mercuro cromo, e più era rosso più eri figo!
NOI che il Ciao si accendeva pedalando
NOI che ci mancavano sempre quattro figurine per finire l'ambum Panini
NOI che dopo la prima partita c'era la rivincita e poi la bella e poi la bella della bella ...
NOI che se guardavamo tutto il film delle 20.30 eravamo andati a dormire tardissimo
NOI che giocavamo a "Indovina chi?" e conoscevamo tutti i personaggi a memoria
NOI che giocavamo a nomi, cose, animali, città ... (e la città con la D era sempre Domodossola)
NOI che giocavamo a "Forza 4"
NOI che avevamo il "nascondiglio segreto" con il "passaggio segreto"
NOI che non era Natale se alla TV non vedevamo la pubblicità della Coca Cola e del panettone Bauli
NOI che ci divertivamo anche facendo "Strega comanda color"
NOI che c'era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto
NOI che le cassette se le mangiava il mangianastri e ci toccava riavvolgere il nastro con la bic
NOI che litigavamo su chi fosse più forte tra Goldrake, Mazinga, Daitan3, Astro-Robot e Daltanious
NOI che "Si ... ma Julian Ross se solo non fosse malato di cuore sarebbe più forte di Holly e Mark Lenders ..."
NOI che si andava in cabina a telefonare
NOI che le barzellette erano: Pierono, il fantasmaformaggino o un francese un tedesco e un italiano
NOI che guardavamo "La casa nella prateria" anche se metteva tristezza
NOI che abbiamo avuto le tute lucide che facevano troppo figo
NOI che se a scuola la maestra ti metteva una nota sul diario, a casa era il terrore
NOI che si poteva star fuori in bici il pomeriggio
NOI che sapevamo che erano le 4 perchè stava per iniziare BIM BUM BAM
NOI che a scuola andavamo da soli e tornavamo da soli
NOI che se prendevamo schiaffi e pugni ... non lo denunciavamo come bullismo
NOI che sapevamo che ormai era pronta la cena perchè c'era "Happy Days"
NOI che andavamo a scuola con lo zaino Invicta e la Smemoranda
NOI che il primo novembre era "Tutti i Santi", mica Halloween!
NOI che se la notte ti svegliavi e accendevi la tv vedevi il segnale di interruzione di trasmissini con quel rumore fastidioso
NOI che la merenda era la girella
NOI che si suonava la pianola Bontempi
NOI che abbiamo avuto tutti il bomber blu/verde con l'interno arancione
NOI che le macchine avevano la targa nera, i numeri bianchi e la sigla della provincia in arancione!
NOI che il Twix si chiamava Raider e faceva competizione al Mars
NOI che guardavamo allucinati il futuro nel Drive In con i paninari
NOI che le All Star le compravi al mercato a 10.000 lire e c'erano le Nike Legend e le Clarck azzurre
NOI che la Ferrari era Alboreto, la Mc Laren Prost, la Williams Mansell, la Lotus Senna e Piquet e la Benetton Nannini!
NOI che tiravamo le manini appiccicose delle patatine sui muri
NOI che abbiamo assistito inermi all'attentato al Papa
NOI che in un'indimenticabile notte abbiamo visto Dino Zoff alzare al cielo la coppa del mondo!



NOI che certe cose le avevamo dimenticate e sorridiamo quando ce le ricordiamo
NOI che siamo stati tutte queste ...

mercoledì 7 maggio 2008

La la la la lala ... fammi vedere

Dopo le esperienze di vita di Mafalda con la visione notturna di linee erotiche, anche la vostra Callista non voleva essere da meno. Così si è messa alla ricerca di miss pisellino, giusto per saggiare coi suoi occhi un siffatto sfoggio di erotismo: c’è sempre da imparare qualcosa, no?
Alla fine, dopo tanto zapping, miss pisellino non si è presentata. Ma in compenso si è fatta vedere l’evoluzione della specie, ossia Miss «mi spoglio in base alle richieste che arrivano via telefono».
Accento orrendamente veneto,abbigliamento appariscente, scarpa con tacco quindici, la signorina in questione rispondeva alle telefonate languidamente adagiata su un divano, cincischiava un po’ per far salire il prezzo della telefonata e poi iniziava lo spogliarello. Ma la parte tragica era quella maschile: un branco di infoiati disperati che immancabilmente facevano cadere la linea appena la pornodiva mostrava un centimetro di pelle o accennava un minimo movimento sexy.

PD: Pronto?
U: mmmpphhfff…
PD: Pronto? Chi sei?
U: Eh, sono, ahhh, Antonio, mmmm…
PD: Ciao, Antonio, da dove chiami?
U: Cittahhhhdellahhhhhhhhhhhh…
PD: E dimmi, Antonio, ti piaccio?
U: Anf anf ahf… Shhhhhiiiiii…
PD: E come sei fatto, Antonio?
U: Ahhh, togliti il reggiseno… Mmmmhhh…
PD: Ma no, dai dimmi prima come sei… ( e si sfiora con aria languida i palloni da calcio sotto un micro triangolo di stoffa)
U: ….
PD: Antonio?

Tu tu tu tu tu tu tu

PD : Eh, Antonio non ha resistito, porcellino… Avrà trovato qualcosa di meglio che tenere la cornetta! Prendiamo un'altra telefonata. Pronto?

E così via per tutto l’abbigliamento : alla fine la fanciulla resta come mamma e il chirurgo plastico l’hanno fatta, con addosso solo le scarpe.

Io, la Mafy e tutte le amiche che erano state avvertite a stretto giro di sms eravamo cappottate in terra dalle risate, ma ecco che arriva l’ultima telefonata.

PD: Prontoooo?
U: Ciaoooohhhh, sono Mhhhario da Trevisohhh…
PD: Ciao, Mario, cosa vuoi che ti faccia?

E qui noi già aspettavamo il peggio del peggio, richieste di posizioni assurde, petting spinto, sgambate ginecologiche… E invece accade l’impensabile.

U: Ahhh, ehhh, fammi, mmmmmh, vedere, ahhhh, le dita dei piedi…

Resta stupita anche la pornodiva: «Le dita dei piedi?». E, ancheggiando, fa per sfilarsi una scarpa.

PD: Ecco, Mario, mi sto togliendo le scarpe solo per te…

Tu tu tu tu tu tu tu tu tu…

De gustibus non disputandum est.

martedì 6 maggio 2008

Telefonami ... telefonamiiiiiiiiii

Sabato sera a casa. L’ennesimo.
Ma questa volta con una variante; un bicipite grosso quanto una coscia.

Merito di tanta palestra?
No, di un’ape porca bastarda che ha deciso di pungermi il braccio (o meglio … lei era ferma sul bracciolo della sdraio, io non l’ho vista e trac) e del mio sistema immunitario allergico a qualsiasi puntura d’insetto.
Quindi … oltre alla classica insonnia si è aggiunto il fastidio per il braccio pulsante e pruritante (lo so che non si dice ma rende l’idea … "pruriginoso" non mi piace … mi sa di schifo!)

Ma la derelitta è donna che non si perde d’animo … e dopo aver lottato con una connessione saltellante di internet (ha vinto internet … nel senso che è partita la connessione e non è più tornata) aver finito di leggere un libro che mi ha lasciato l’amaro in bocca, ho deciso di accendere la tv.

Uff … niente di niente … manco un telefilm poliziesco degno di nota … che sabato sera scadente. Anche i partecipanti della Corrida sono mediamente guardabili ... non c'è soddisfazione! Uff

Faccio un giretto sui canali "over 9"... quindi tv locali e canali che si vedono con la nebbia causa antenna bislacca.
Capito su un canale dal nome ignoto sul quale fanno un programma pseudo erotico che ti invita a chiamare un numero.
Ma esistono ancora gli 899???
Ma guarda te … Cally ed io, che abbiamo spesso la voce bassa (leggesi da trans) potremmo arrotondare … spetta, spetta che guardo un attimo e mi informo!

Alzo il volume

Subito un Bob Sinclaire “cattivissimo” incita con un

Move your body unz unz
Rock this party unz unz
Dance everybody unz unz

… presa dall’entusiasmo canticchio

EVERYBODY DANCE NOW

… L’immagine è un tantinello sfasata rispetto alla musica. Infatti, mentre Bob canta con la sua voce potente una gioiosa signorina mostra il proprio intimo (inteso come biancheria, per il momento) e contemporaneamente parla al telefono.

Non si sente cosa dica all’interlocutore ma ogni volta che la telecamera si avvicina al suo volto lei guarda dritta in camera e muove vorticosamente la lingua.
Immagino voglia essere un richiamo erotico … ma quel movimento rotante, carpiato e slinguazzante a me ricorda soltanto un mini-pimer. Mescola, trita e sminuzza ... paura

Sarò strana io … ma la tizia tutto mi fa venire in mente tranne che una situazione sexy ed erotica.

Bionda tintisssimissima con dei codini alla sailor moon un trucco sconclusionato e della biancheria altrettanto agghiacciante. Paurissima!
Nota a favore un corpo da urlo. Fatta molto bene.

Improvvisamente la musica scompare. Silenzio in studio.

Lei prende un microfono.

La traggggggediaaaaaa!!!

“ciao porcellone … ti vedo che sei da solo sol tuo divanetto e mi stai guardando. Chiamami … puoi farlo in privato, chiamandomi con il tuo cellulare oppure chiamarmi sul telefono fisso … e andrai in diretta … telefonami porcellino, telefonami!”

A parte la tristezza dell’immagine di questo povero derelitto che, solo sul divanetto (con il copridivano a fiori, un classico) si fa le pippe chiamando questa disgraziata spendendo tutto lo stipendo e probabilmente anche la pensione della nonna (con la quale vive)... ma avreste dovuto sentire l’accento della tizia. Una veneta terribilissima. Con la cadenza improponibile.

“Dai, maialino … chiamami. Lo so che tu e il tuo pisellino mi volete! Lo so che hai il pisellino piccolo e ti vergogni … ma non ti preoccupare … a me piaci lo stesso! Telefonami ... tu e il tuo pisellino telefonatemiiiii!”

Ma nooooooooooooo

"Maialino"? "Pisellino"?
Ma farebbe passare la libido anche ad carcerato, la prima sera di libertà, dopo 10 anni di galera. Suvvia …

E poi ... "tu e il tuo pisellino telefonatemi" ... certo ... il derelitto fa il numero e il pisellino controlla che ci sia la linea! Ma per piacereeeee!

Eppure sta tizia è lì tutte le sere … quindi sicuramente qualcuno chiamerà!
Ma che tristezza immane!

Io riaprirei le case chiuse. Con quello che un poveretto spende a chiamarla per non veder nulla se non una tetta sballonzolante (e spalpugnata come se la sailor moon dei poveri dovesse fare il pane) e per farsi chiamare maialino … almeno si diverte a dovere.

Ecchediamine.

EVERYBODY DANCE NOW

lunedì 5 maggio 2008

Elimina un posto a tavola...

Le mirabolanti avventure dell’uomo stitico tornano a farsi largo su queste pagine, siorre e siorri…

Qualche giorno fa, ricevo la consueta telefonata di LUI che miagola e fa anche un po’ le fusa: «E la mia Cally, e non ci vediamo mai, e ti sei dimenticata di me…». Ora, leso di cervello, io sogno da anni di spingere un passeggino con dentro almeno due figli tuoi: secondo te mi sono dimenticata? NO! Te lo dico: niente affatto! Mi sto solo difendendo dal tuo inesorabile fare culo, perché se ti lascio fare tra un mese la mia amica deve tirarmi su con un aspirapolvere, ed è già successo in passato… Vorrei evitare.

Ma LUI è inesorabile: e miao, miao, miao, dai che ci vediamo. Dai dai dai.

Io resto sul vago, e una volta riattaccato mi rivolgo alla mia compagna di derelittaggine: ovviamente, se fossimo state sane di mente, avremmo entrambe rigettato la possibilità «cena insieme». Ma siccome non lo siamo, decido di invitarlo per una sera che non abbia da fare, decida lui. Lo faccio con un sms accuratamente concertato: casuale, spigliato, molto «donna di mondo». Non imploro, non prego: anzi, cerco pure di inserire un emoticon che scuota i capelli, anche se non lo trovo. Invio. Questo alle ore 14 e 30 circa di un giorno a caso.

Lui risponde alle due di notte del giorno seguente. E già questo meriterebbe una tremenda punizione: tipo una tortura con marchi da bestiame arroventati.

Ma il messaggio, alla fin fine, è carino (derelittaggine a mille, ovviamente): LUI dice che ha avuto una giornataccia sul lavoro, ha toccato la macchina (giustizia divinaaaaa) ed è rimasto chiuso fuori casa (grazie pianetaaaa, grazie), ma si scusa per il ritardo e dice che mi richiamerà il giorno dopo. Sorvolo sul fatto che evidentemente queste attività e le conseguenti sfilze di maledizioni lo abbiamo occupato per ben 36 ore senza trovare nemmeno un secondo per rispondermi: sono pur sempre una signora.

Il giorno dopo, comunque, mi chiama: abbacchiato come un cane bastonato, vocina supplichevole, si lamenta. Non impreca neanche tanto. Mi commuovo e rilancio la cena per il giorno seguente. LUI accetta.

Ok, potete partire con gli insulti e i «non lo dovevi fare». Lo so. Ma quel che è fatto è fatto.

Cucino per un esercito, tutto quello che gli piace: gli faccio pure una teglia di biscotti, i suoi preferiti, quelli col cioccolato. Anzi, gliene faccio due, una la metto in una scatola e la impacchetto per fargliela portare a casa, così ha la colazione fatta per un po’.

Mezz’ora prima dell’orario previsto sono pronta e discretamente sexy: e LUI telefona. Povero, sarà in ritardo o vorrà chiedermi di che colore preferisco le ottocento rose che mi sta comprando? Nel dubbio rispondo. E in un secondo mi si ammoscia anche la piega, oltre che l’umore. LUI non può venire: si scusa in ottocento lingue ma è costretto a tirarmi pacco. Non chiedo neanche il motivo: riattacco e guardo con aria sconsolata la cena. Che non posso manco mangiare, visto che sono a dieta.

A quel punto prendo la tonnellata di biscotti e mi dirigo verso casa della Mafy: la tentazione di ucciderci con quelli è forte, ma alla fine la mia amichetta ha un’idea geniale e mi chiede di lasciarglieli. Da allora li somministra ogni giorno, in dosi massicce, al cane autistico dei suoi padroni di casa, quello che non la fa dormire in santa pace da più di un anno. La speranza è di vederlo morire di diabete o colesterolo nel giro di un paio di mesi.

Così abbiamo avuto vendetta di due esseri molesti e inutili in un colpo solo. E poi non dite che non sappiamo farci valere…