giovedì 14 gennaio 2016

La chiaveeeeeeeeee!

Il seguente post, pubblicato dalla sottoscritta Callista, è in realtà di mano di Mafalda.  La derelitta Mafy ha infatti perso qualsiasi accesso al blog. In attesa di essere riabilitata, dice ai suoi lettori di perdonare la sua sbadatezza, tipica di una bionda stupenda qual è lei.

(In realtà, le sue parole testuali sono state "Scrivi che sono rimbambita".)

Buona lettura.


Tornate, tornate … si fa presto a dire siamo tornate. La fa semplice, Cally.
Dovremmo pur spiegare cosa abbiamo fatto in tutto questo tempo – Clyde rientra in casa che fa freddo e ti si gelano le chiappe - raccontare i nostri cambiamenti, - Bonnie puoi scendere dalla mia borsa che poi mi porto peli neri ovunque ?- dire che facciamo, dove siamo – Gatti malvagi smettetela di correre in giro alle mie gambe che grazie a voi ho già rischiato un triplo axel dalle scale stamattina -  Insomma un minimo di spiegazione credo proprio sia il caso di darla – Ciao belve!
Tutti questi pensieri vagavano nella mia testa stamattina mentre,  cercando di domare i due felini che ormai sono diventati padroni incontrastati di casa, finivo di prepararmi per uscire e andare al lavoro.
Contro ogni aspettativa sono riuscita ad uscire e chiudere la porta.
Ecco.
Chiudere la porta.
Nooooooooooo:  Le chiavi!
Ricapitoliamo.
Ore 8.05 del mattino. Riunione in ufficio fissata per le 9.00. Io sul pianerottolo di casa con in mano un mazzo di chiavi. Porta chiusa con altra chiave inserita all’interno e, ovviamente, maniglia presente solo all’interno. Serratura bloccata. Tradotto: Tragedia di immane portata.
Momento di panico, seguito da un momento di fredda lucidità nel quale ho elaborato un piano per uscire dal guaio, seguito da un momento di disperazione conscia del fatto che il mio piano avrebbe fatto acquissima. Mi sento la D’Urso in preda ad un delirio di faccettine contrastanti! 
Corro dalla signora del piano di sotto sperando che riesca a darmi il numero del fabbro che ha eseguito alcuni lavori di ristrutturazione della casa. Dribblando mille domande riesco a farmi dare il contatto.
Mi lancio a piano terra (la linea sul giroscale è inesistente) e mi ritrovo in strada a telefonare.

FABBRO: Pronto?
MAFALDA: Ciao, Fabbro, ciao, sono Mafalda Mafaldi, ti ricordi?
FABBRO: no
MAFALDA (iniziamo bene)  ma come no? Sono la figlia di papà Mafaldi … hai fatto dei lavori durante la ristrutturazione di casa
FABBRO: no
MAFALDA: ma dai … Trento nord, vicoletto stretto, ultimi due piani di una casa antica …
FABBRO: no
MAFALDA (evviva la loquacità dei trentini!) Vabbè, non importa! Ho un problema … e gli spiego la situazione …
FABBRO: mi spiace, non lavoro più in proprio; ora sono dipendente e non posso lasciare il posto di lavoro. Ti do il numero di una ferramenta. Chiama loro. Ciao.

Segno il numero e telefono.
Mi risponde una signorina alla quale spiego velocemente la situazione. Lei ascolta tutto diligentemente per poi passarmi “uno dei ragazzi al bancone”.  Aspetto e parlo con tale Marco al quale racconto la mia disavventura. Anche Marco ascolta diligentemente  tutto e si mostra perfino solidale inserendo qualche “ah cavolo” e “mannaggia” nella conversazione ma mi informa di non potermi aiutare. Mi passa, però, il titolare, il signor Antonio. Prendo fiato ed espongo il mio dramma anche a lui concludendo con un “mi può aiutare?”.
Il signor Antonio prontamente mi risponde felice e garullo: “ma certo, signorina” … e aggiunge “domani mattina verso le 10 va bene?”
Ma come domani mattina??? Ma noooo … io devo entrare in casa oggi. C’ho pure due povere creature pelose che mi muoiono di nostalgia e fame (rigorosamente in quest’ordine) se non mi vedono!
Niente … il signor Antonio ha un’agenda fitta quanto quella di Obama e mi tira pacco. Mi regala una flebile speranza dandomi il numero di telefono di un altro fabbro.

Ormai sono le 8.30 passate e sono seduta su un murettino di cemento vicino all’entrata di casa. Guardo sconsolata il display del mio cellulare. Il numero l’ho composto ma sta suonando a vuoto … avrà già fatto 20 squilli (alla faccia della regola derelitta ‘dopo 5 si attacca’) quando, come un arcobaleno che spunta dalle nubi, sento la voce di Franco.
Gli spiego tutto: porta chiusa- chiavi all’interno – mazzo di chiavi presente – porta bloccata – fretta – aiuto!
Mi risponde con un rassicurante “in 5 minuti sono da te”
Arriva puntualissimo. Capello lungo, pantaloni mimetici, pile e crocs nere ai piedi (segue supporto fotografico). Ecco … diciamo che la  presentazione non è delle migliori ma “Renegade montanaro con zopelle inguardabili” è la mia unica speranza per riprendere possesso della mia maison quindi sorrido e lo conduco fino alla porta di casa.


Sorride sornione affermando, sicuro; “sarà un gioco da ragazzi!”.
Mezz’ora, un bel po’ di sudore  e  dopo aver usato, nell’ordine, carta fedeltà del supermercato,  chiave del dodici, bustina trasparente di plastica, cacciavite di taglio e a stella, supporto che si espande ad aria, forcina dei capelli, e trapano la porta si spalanca.
Praticamente l’ha aperta a imprecazioni!
Saluto il gioioso Fabbro che abbandona il campo di battaglia provato e con un centone in tasca e corro verso la macchina.
Memorizzo il contatto di Franco come “Salvatore Fabbro Franco”. Toh … proprio sopra Saraminchia.
 Anzi ora la chiamo per la ceretta.
Beh … forse aveva ragione Cally. Non c’è niente da spiegare.
Il tempo passa.
Le derelitte restano.

lunedì 11 gennaio 2016

Avete voluto le Derelitte? Eccole qua…

Trento. Inverno. Esterno giorno.
Le Derelitte, Callista e Mafalda, si abbracciano nel cortile dell’ufficio di Mafalda. Accanto a loro, un passeggino con un pupo di un anno fa bella mostra di sé, mentre un giapponese si allontana e sorride, scuotendo la testa.
Per capire la scena, dobbiamo per forza fare un passo indietro…
Pochi minuti prima, le Derelitte sono al bar davanti a un caffè.

M: Amica, dobbiamo vederci di più.
C: Hai ragione, ma come facciamo? Già progettare di lavarsi i capelli diventa un’impresa, tra lavoro, nano, marito, casa da tenere…
M: In effetti… Con un moroso stabile il tempo diminuisce notevolmente. Ma quando eravamo single, che cazzo facevamo tutto il giorno dopo il lavoro?
C: Mah… Probabilmente meditavamo di appenderci al Nettuno. Oppure ci rifacevamo lo smalto tre volte al giorno.
M: Ti farei notare che anche adesso siamo comunque impeccabili.
C: Per forza. Mia madre mi ha anche minacciato che se osavo lasciarmi andare dopo la gravidanza, mi avrebbe spedito dal parrucchiere a calci. L’altro giorno mi ha anche detto che ero vestita troppo da "sgarzuletta", ormai sono una signora per bene e mi devo vestire seriamente.
M: Ussignur. Niente più maglie con le bestie quindi?
C: Quelle le metto lo stesso. Basta coprirle con un cardigan.
M: Sei veramente astuta.
C (al pupo): Amore di mamma, non infilarti il cucchiaino del caffè nell’occhio, eh!
Pupo: Dah dah dah daaaaahhhh…
M: Che bambino intelligente. Tutto sua zia Mafalda.
C: Assolutamente.
M: Comunque, amica, io la soluzione la ho.  Torniamo a scrivere il blog. Lo diciamo da una vita, e poi abbiamo tanto materiale nuovo di cui parlare…
C: Sai che se faccio un post qualunque sulla maternità rischiamo di essere lapidate dalle madri estremiste, vero?
M: Adoro vivere pericolosamente. E poi abbiamo gli aggiornamenti sulle ex meraviglie… I nostri vecchi lettori si chiederanno che fine abbiano fatto! Hai visto che continuano a scriverci per chiedere di tornare a postare…
C: Credo non ci dormano la notte. A proposito, andiamo a pagare, che poi pupo deve fare la pennichella…

Ebbene sì, cari lettori, avete capito bene. Callista ora è sposata e ha un pupo masculo di un anno appena compiuto. Rispetto ai suoi sogni di Derelitta, le manca solo il pellicciotto alla J-Lo e il passeggino con dentro due gemelli (ma col senno di poi, un nano alla volta basta e avanza). Ovviamente è sempre biondissima, bellissima e magriss… ehm, tornata alla forma pre-gravidanza grazie a una dieta a base di cose astruse di cui ovviamente parleremo.
Mafalda ha un fidanzato, ovviamente pelato. Questa volta anche lui è a conoscenza del fatto di avere una compagna, il che non è assolutamente scontato, viste le nostre esperienze passate. Rispetto ai suoi sogni di Derelitta, le manca ancora il passeggino, ma ha il pellicciotto alla J-Lo che Callista le invidia moltissimo. Anche lei è sempre biondissima, bellissima e magriss… ehm, rimasta esattamente com’era qualche anno fa, grazie alla palestra con cui si ammazza, momentaneamente da sola.

Le Derelitte si avviano verso l’ufficio di Mafalda.
C: Allora pensiamoci, ok? Almeno ci sentiamo virtualmente in modo più sistematico…
M: Fatta. Amica mi manchiiiiiii…
C: Anche tu, ahhhhhhhcomesoffro…
M: Abbracciamoci…
C&M: Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh…

Ecco spiegata la scena di apertura di questo post. E comunque, se ancora non l’aveste capito, siamo tornate.



Come dite? Il giapponese? Ah, quello era appena uscito dal palazzo accanto all’ufficio di Mafalda. Ma volevamo mantenere la suspance per farvi arrivare alla fine del post…