sabato 31 marzo 2007

Divertitevi!

In questo week end le derelitte saranno molto impegnate... Vedrete i frutti all'inizio della settimana prossima.
Vi lasciamo quindi con un simpatico passatempo, ovvero scoprire il supereroe che c'è in voi.

Callista ha provato: ecco i risultati...
Bacibaci e buon fine settimana a tutti!

Your results:
You are Wonder Woman
























Wonder Woman
100%
Supergirl
85%
Green Lantern
80%
Spider-Man
70%
The Flash
70%
Iron Man
60%
Superman
55%
Robin
50%
Hulk
50%
Catwoman
40%
Batman
40%
You are a beautiful princess
with great strength of character.


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venerdì 30 marzo 2007

Passi da gigante

Ah, cari miei, sto facendo giganteschi passi avanti: tra poco potrò invitarvi tutti al mio matrimonio, senza alcun dubbio. Ieri pomeriggio: sto picchiettando allegramente sui tasti del cellulare per inviare un sms a Mafalda, quando mi appare il SUO nome sul diplay. Inavvertitamente rispondo (eh, stavo scrivendo…) e resto per dieci secondi buoni a guardare il SUO nome e a chiedermi il perché di questa faccenda: poi mi si illumina una lampadina nel cervello («Callista, deficiente, hai risposto senza accorgertene, parlagliiii!») e avvicino il telefono all’orecchio: «Pronto?».

LUI: «CULO!».

Io: «Ah, ecco, allora avevi chiamato?»

LUI: «Sì, mi hai risposto…»

Io: «Ahhhh, no, perché stavo scrivendo un messaggio e mi è apparso il nome, allora ho detto ma perché appare il nome, e quindi guardavo il display e mi chiedevo come mai, ma non ho sentito suonare, e allora guardavo…»

LUI: «Cally?»

Io: «Eh?»

LUI: «Cosa stai dicendo?»

Io: «Boh, non so… Vabbè, è che non capivo… Stavo scrivendo, e poi...»

LUI: «Sì, sì, fa niente... Ma mi hai memorizzato ancora con il mio nome?»

Io: «Ehhh, sì, perché?» (mmm, potrei inserirti in rubrica come Amoremiodellamiavita, oppure Stiticosentimentale, oppure Onzo, dimmi tu..)

LUI: «Eh, pensavo mi avessi messo già sotto "Culo"! Ah ah ah ah ah… (cazzo ridi, poi) Anzi, potresti proprio farlo, no? Lo faccio anch’io, che bello!»

Io: «Ehhhh, che cosa romantica…»

Considerando che la sua ex morosa era memorizzata sotto Cessa, direi che ce l’ho in pugno.

E ora scusate, il Nettuno mi aspetta.

giovedì 29 marzo 2007

... perchè la grammatica non è un'opinione

Ieri sera, ore 22.10. Beep. Messaggio
“ Ciao dolciezza Allora come? Scusa se nn mi faccio sentire molto ma lavoro sempre un sacco cazzo oggi mi sono rotto un dito e me lo anno insteccato 20 giorni bloccato Quasi quasi me ne scendo per Pascua fatti sentire bacio bellezza”
… ecco … con queste poche righe vi ho presentato lui: Gianni “lo sgrammaticone”.
Penso che il soprannome, opera di Callista, non abbia bisogno di ulteriori spiegazioni. Ma … chi è questo bizzarro personaggio che manda sms sconclusionati sul telefono, solitamente silente, della derelitta Mafalda?
Bene, tenetevi forte perché “mister congiuntivo un tempo verbale un perché” è niente-popo-di-meno-che … il fratello maggiore della mia meraviglia! Ehhhhggggià … pensavate che la
colossale figura con l’Azzurro’s Family fosse l’unica mia situazione balorda con la categoria fratelli? Ebbene no!
Gianni l’ho conosciuto più o meno un anno fa durante una trasferta nordica di Lex. Lavora e abita in Trentino. E qui parte il primo quesito da rivolgere al destino: perché? Perché?? PERCHE’ cotanta perfidia nei miei confronti??? Non poteva essere il fratello ‘giusto’ ad abitare vicino a me??? Noooooo… ovviamente la meraviglia vive in un paradiso terrestre in fondo all’Italia, mentre, a pochi chilometri da me gironzola e fa danni un uomo con il dna pressoché identico a Lex ma, evidentemente mescolato in maniera bislacca, visto il risultato finale. E’ cattiveria! Assoluta cattiveria.
Ma torniamo a Gianni e ai suoi sms che sono ormai diventati oggetto di studio metodico da parte delle derelitte. Ogni volta che ricevo un suo messaggio lo trascrivo su un quadernetto perché, vi assicuro, ci sono delle chicche degne di nota. Callista ormai ride sui suoi svarioni grammaticali e si diverte ad interpretare i testi scritti rigorosamente senza alcuna punteggiatura, ma vi assicuro che all’inizio, la sua indole da professora l’ha portata più volte vicina all’eliminazione fisica del soggetto sgrammaticato (che, povera stella, ha un rapporto conflittuale anche con il T9 e, non riuscendo a capirne il funzionamento, continua a scrivere in modalità manuale incappando in errori di ortografia grotteschi ma assai divertenti).
Vi riporto alcuni esempi.
L’sms minaccioso (riferito alla ex fidanzata che sparlava di lui)
"Nn difenderla sai io quella la leziono una dona vera nn si comporta cosi " (la leziono??? Ussignur!!!)
L’sms animale
"Tu ai sempre voglia di scherzare hiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii" (si sarà trasformato in un cavallo??? Mah … perché il nitrito finale? Per pietà sorvolerei sulla coniugazione del verbo avere…)
L’sms va bene essere amici ma visto che mio fratello non ti fila più ci provo io
"Buongiorno stella del cielo allora lo facciamo assieme questo figlio assieme allora sai che bella una bambina con i tuoi occhi" (
della serie non perdiamo tempo e diamoci da fare e speriamo che non prenda solo gli occhi da me, va ...)
L’sms visto che non ci senti ci riprovo
"Se dovrei descrivere la ragazza perfetta sarebbe come te dolce intelligente simpatica e bona "(grazie, grazie, ma “se dovrei” scegliere il mio ragazzo perfetto sarebbe come tuo fratello … quindi ho detto tutto!)
L’sms ho capito che non c’è trippa per gatti ma ti invito da amico
"Dai che andiamo a magiare assieme porta anche Calista che sai quanto casino combiniamo ci divertiamo e chiacchieriamo assieme" (innanzitutto Callista si scrive con due L e poi quante volte dici assieme??? Hai paura che ti lasciamo solo e ce ne andiamo noi due, derelitte, da sole???)
E, infine … rullino i tamburi e squillino le trombe ... la chicca
L’sms dalla vena poetica francese
"Buongionrno mona mur. Come stai?" (
mona mur????? Mona mur????? Ma daiiiiiiiiiii …..)
Ancora adesso, quando lo leggo, mi vengono le lacrime dal ridere.
Poi divento seria e penso.
Ok, lo sgrammaticone scrive male … molto male … ma almeno lui scrive!!!
Sob

A volte ritornano

Riemerso da un’infinità di tempo, il romano ha telefonato. Forse evocato dal post, forse da interrogativi inquietanti («Ahò, ma chi cazzo sarà questa BBBIONDA TN che c’ho nella rubrica del telefono… Mo’ vedo…»). Chissà. Comunque mi ha tenuto al telefono un’ora intera, a raccontarmi che ha combinato nei sette mesi in cui non ci siamo sentiti. Una telefonata a metà tra il surreale e il nostalgico, ma comunque divertente.

Fino al momento tragico in cui ho fatto la domanda clou: «E allora, che mi racconti? Novità?». Attimo di silenzio imbarazzato, colpetto di tosse, risatina: «Ehhh, sì, indovina…».

No, no, ancora gli indovinelli! Come quando gli avevo spedito il regalo di compleanno (un ciondolo) e lui mi aveva telefonato dicendo entusiasta «Indovina, indovina ‘ndò l’ho messo!» e io avevo nicchiato, immaginando orrendi usi alternativi della mia collana che gli sarebbe stata tanto bene. E lui? «Ar collo, l’ho messa!». E meno male… Non interroghiamoci su quali altre ipotesi potesse aver vagliato la sua testolina bacata.

Comunque sia, mi rifiuto di indovinare e lui, sottovoce: «Me so’ fidanzato…». Io, nonostante avessi capito benissimo: «Eh?». Lui: «ME SO’ FIDANZATOOO…».

Ma pensa: la prendo bene. Ormai, fortunatamente, er bistecca è solo un ricordo, che ha lasciato il posto a qualcosa di ben più importante. Ma altrettanto complicato…

Anzi, sono curiosa: voglio sapere chi è questa (s)fortunata. E parte il secondo siparietto.
Lui: «Indovina come se chiama… Pensa te il caso!».
Oddio, non si chiamerà mica come me… «Non so, come si chiama, Callista?».
«No, Consuelo!». EH? «Pensa te, nome spagnolo, come il mio!».
Che culo. Speriamo che i vostri figli godano di un futuro migliore. «Ma sei felice?».
«Seeee, quando nun me rompe… è gelosa… Ma io so’ sempre stato bravo… Finora…».
Finora? Uhm. Il dubbio mi assale: «Cosa vuol dire finora?».
«Ehhh… Vengo dalle tue parti per una settimana, con mio fratello!».
Ecco il motivo della telefonata: che dura ormai da troppo tempo. Ora di chiudere, con la comunicazione, ma anche con la mia meraviglia. Fortunatamente, ho ben altro a cui pensare.

mercoledì 28 marzo 2007

Come on Barbie, let's go party!

Callista is back: e con lei, amici vicini e lontani, la nuova beniamina del blog, ovvero Barbie Cuor di Cipresso! Pensavamo di essercene liberate: avevamo cantato vittoria troppo presto.

Sabato sera: io e Mafy siamo in uno dei soliti locali. A un certo punto mi imbatto in Peluz, un ex compagno di liceo, soprannominato così da me e Ubi per via dell’insana abitudine di portare camicie aperte fino a mezza panza con tre peli di fuori. Osceno. Adesso fa il giovane imprenditore rampante, ma è osceno peggio di allora: troppo profumo, troppi bottoni slacciati, petto completamente glabro ( e qui dire che il lupo perde il pelo ma non il vizio è assolutamente appropriato) e troppe lampade e/o autoabbronzante. Tende all’arancione (ed è poco caritatevolmente definito «uomo forattino» da uno degli amici che è con noi) e sospettiamo che abbia il segno dell’abbronzatura a V, che segue lo scollo della camicia. Brrr...

Una volta liberatami dalla piaga, mi dirigo con passo spedito verso Mafy, che mi dà di gomito: poco distante da noi c’è Barbie, che, assieme a due amiche, lancia degli immotivati urletti misti a risate sforzatissime: minigonna di jeans, stivali bianchi, maglietta bianca tutta tempestata di merletti, trine, fiocchetti e veli e il solito trucco fastidioso, stavolta azzurro. Daisy Duke tascabile.

Io dico a Mafalda di spostarci, onde evitare altri possibili inviti ad accoppiarci con tutti gli amici del fidanzato; ma lei pronuncia le parole magiche: «Ma figurati se ci vede e se si ricorda di noi!». Silvan? Ci fai una pippa: tempo 5 secondi e Barbie si gira, ci inquadra e si lancia verso di noi gridando «CIAAAAAAOOOOO!!!!!! DA QUANTO NON CI SI VEDEEEEEEE???????». Troppo poco, dear: ma tant’è. Ci genuflettiamo per assecondare il bacino che vuole a tutti i costi darci (urla «BACIOBACIOBACIO», ma coi tacchi ci arriva appena alla spalla) e aspettiamo la proposta indecente: io sono già pronta a sfoderare la scusa da manuale («non possiamo, stiamo morendo di tisi e io sono pure contagiosa, coff coff coff») quando Barbie, urlando, ci dà la notizia: «SAPETEEEEEE, NON SONO PIU’ FIDANZATA… NONONO, BASTA, DEVO GODERMI LA VITAAAAA… ADESSO ESCO TUTTE LE SERE, BEVO E SCOPO, SCOPO E BEVO, CHE FIGATAAAAA!!!».

Eh, una meraviglia proprio. Sento tutti gli occhi del locale puntati su di noi, mi vengono i sudorini. E in quella passa Peluz che ci lancia uno sguardo torbido. Io gli dico: «Peluz, hai perso un paio di bottoni?», lui si allontana e Barbie si fa misteriosa, mettendo una mano davanti alla bocca (unghie rigorosamente finte e riempite di brillantini, che ve lo dico a fa’?): «Lo vedete quello?». Sì, Barbie, lo conosciamo da quindici anni e l’ho appena insultato. «È l’imprenditore, eh, lo conoscete?». Sììììììììì, ci stavamo parlando fino a tre minuti fa, sei scema o cosa? «Bè, magari dopo ve lo presento». Facciamo finta di niente. A questo punto è meglio. Ma lei è implacabile: «No, perché è simpatico, eh? Ci sono uscita l’altra sera… (e il tono della voce si alza) E me lo sono fatto. Ma fatto fatto, eh! Cioè, me lo sono scopato, così, via!». Mafalda la guarda con gli occhi sbarrati, io riempio il colossale baratro di imbarazzo con un «Ahhh, ecco, ma dai… Ma pensa che storia, eh, cioè, tu e Peluz, ah ah ah…», poi mi rendo conto dell’orrendo connubio e mi vengono i brividi. Immagini di congiungimenti carnali mi si parano davanti agli occhi: lui con l’abbronzatura a V e lei senza mutande, perennemente. Ma con le calze autoreggenti.

Fortunatamente qualche altro sfortunato entra nel campo visivo di miss Cuor di Cipresso e lei ci saluta frettolosamente, lanciandosi verso un nuovo grande amico: «CIAAAAAOOOOO!!!! DA QUANTO TEMPO NON CI SI VEDEEEEEE???».

Che bella serata: abbiamo saputo che Barbie Cuor di Cipresso e l’uomo Forattino copulano. Speriamo non abbiano la malsana idea di riprodursi: Skipper Autoabbronzante sarebbe troppo anche per noi.

lunedì 26 marzo 2007

... e questa da dove salta fuori??

Venerdì sera di qualche mese fa.
Decidiamo di andare a ballare. Ci tiriamo a lucido e dopo una finta cena raggiungiamo il locale dove troveremo anche il LUI di Callista con alcuni amici.
Arriviamo che la serata è già nel vivo. Tanta gente, bella musica. Si preannuncia una bella serata.
Ci stiamo togliendo il cappotto per lasciarlo al guardaroba quando Cally mi da di gomito e mi invita ad osservare la ragazza davanti a noi. Descrizione: un metro e cinquantacinque (se ci arrivava), bionda (troppo bionda), capelli ondulati e raccolti in piccoli ciuffi con dei fermagli colorati a forma di farfalle, trucco rosa (ombretto, fard e rossetto … tutto trooooppo rosa), canottiera coordinata ad una gonna (o forse sarebbe meglio dire cintura, viste le dimensioni) nere tutte strane, tagliate in modo asimmetrico e con dei pezzi di stoffa applicati in modo da creare l’effetto “Vestito strappato”, calze nere velate e sandali argento con tacco a spillo e spirale che si inerpica lungo il polpaccio(e qui la domanda sorge spontanea: considerando che avrà il 34 di piede … dove le trova le scarpe da mignottone??? Scusate il francesismo!)
Cally, con il sarcasmo che la contraddistingue, la guarda, sorride e rivolgendosi a me dice: “ma chi è? Barbie cuor di cipresso???” Il soprannome ci sta tutto. E’ perfetto!
Lasciamo i cappotti e raggiungiamo LUI e i suoi amici. Salutiamo tutti e prendiamo qualche cosa da bere.
Nel frattempo veniamo raggiunte anche da due mie colleghe. Stanno festeggiando un compleanno e sono lì con un gruppo di amiche. Ce ne fanno conoscere qualcuna. Francesca; la festeggiata, Roberta; già sbronza ad inizio serata ... e … eccola che si avvicina, a passetti piccoli sul suoi trampoli, con i capelli sbrilluccicanti e il rossetto fucsia che contorna un sorriso con immancabile brillantino sull’incisivo. Allunga la mano e si presenta.
“Piacere, Erika!”, dice con voce esasperatamente acuta. Ma nella mia mente sento solo “Ciao, sono Barbie cuor di cipresso“ con tanto di jingle pubblicitario.
“Piacere, Mafalda. Lei è Callista e lui è LUI!”
Improvvisamente il vuoto attorno a noi … le mie colleghe al bancone del bar a prendere da bere, Cally persa a guardare gli occhioni chiari di LUI … e io??? Io mi ritrovo a tu per tu con la donna tascabile. E qui il delirio.
BcdC: “carino il tuo vestito!”
M: “grazie” sorridendo
BcdC: “ma è tutto intero o è gonna e canotta?” mettendomi le mani ad altezza vita per verificare l’interezza del vestito o meno
M: “sono separati!” facendo un salto indietro, fulminandola con gli occhi (giù le mani! Sei alta? No. Sei sexy? No Profumi? Si ma trooooppo, beach! Hai le mani grandi e forti? No. Hai una maglietta piccola che lascia intravedere i muscoli? No. Sei uomo? No … e allora non toccarmi!!!!!)
BcdC: “bello, ti stanno bene. Ma qui dovresti scollare un po’ di più e far vedere quel che hai!” prendendo il lembo della maglietta tirandolo verso il basso
M: “ma sei fuori????” togliendomi le sue manine piccole di dosso e cercando con lo sguardo l’aiuto di Cally, ma quando c’è LUI nei paraggi potrei anche morire lentamente di vecchiaia e non se ne accorgerebbe!
BcdC: ridendo divertita “sai … anch’io ho messo gonna e canotta separate … e ho anche messo le autoreggenti”
M: “ahh” (in effetti non potevo vivere senza questa informazione )
BcdC: “ehhh si … e poi sono anche senza mutande, altrimenti sai, mi segnavano sui fianchi e sembrava avessi la pancia!”
M: “ah… ecco! scusami. Mi chiamano. Ciao” avvicinandomi a Cally in cerca di un rifugio dalle curiosità e le confidenze della donna bambola.
LUI vede il mio sguardo perplesso e mi chiede se va tutto bene.
“certo, benissimo! Vedi la ragazza bionda che ci hanno presentato? Ecco. Porta le autoreggenti … senza mutande!”
Cally rimane a bocca aperta un secondo e poi inizia a ridere mentre LUI si fa prima tutto serio, poi l’espressione del suo volto passa da interrogativa (che io interpreto con un “ma perché una persona che conosci da un minuto deve venire a dirti che non porta le mutande? Ed è quello che mi domando anch’io) a una di raccapriccio (come a dire “che impressione” … e concordo pure su questa!)
La serata prosegue. Balliamo, chiacchieriamo, ci divertiamo.
Verso l’ora di chiusura ci raggiungono nuovamente le mie colleghe per salutarci. Stanno andando a casa.
Ritorna anche Barbie cuor di Cipresso.
BcdC: “ragazze ... ma che serata strepitosa! Mi sono divertita un macello (riporto testualmente i vocaboli usati). Siete proprio simpaticissime!”
C e M a distanza di sicurezza ma abbassandosi un po’ perché altrimenti Erika avrebbe parlato con le nostre scollature: “siii bella serata!” (ma se abbiamo scambiato due parole, come fai a dire che siamo simpaticissime??? Mah!)
BcdC: “dobbiamo assolutamente organizzare un’altra rimpatriata.” (ma cosa rimpatriamo se non ti conosciamo nemmeno???)
C: “magari più avanti!” (amica diplomatica … in effetti rispondere con un “neanche morta” pareva brutto!)
BcdC: “anzi!!!!! Sapete cosa facciamo???? La settimana prossima il mio ragazzo organizza una festa in barca. Dovete assolutamente venirci!”
M: “grazie per l’invito, ma la settimana prossima abbiamo già un impegno!” (abbiamo da fare il censimento ai peli delle sopracciglia … non possiamo proprio rimandare)
BcdC: “vi avverto! Non accetto rifiuti!” ridendo “il mio fidanzato è ricchissssimo e ha un sacco di amici super fighi e super ricchi non potete mancare!”
C: “grazie ma soffro il mal di mare” (sperando di chiudere la cosa senza risultare troppo scortesi!)
BcdC, insistendo: “allora dirò a PierLuigi (urpo … non si chiama più Ken??? Gli hanno cambiato senza dirci niente?) di andare piano perché la Cally ha il mal di mare… anche se, essendo sul lago, non dovresti soffrire no???” ridendo di gusto “Vi farò avere i dettagli in settimana attraverso Federica (la mia collega). Vi aspetto. Ho giusto due ragazzi di Pier che farebbero per voi. Non sono bellissimi ma hanno un sacco di soldi!” e se ne va, senza nemmeno attendere una nostra risposta, con i suoi lustrini e i suoi brandelli di vestito lasciandoci sbalordite.
Ma questa da dove salta fuori??? Mai vista e conosciuta ci dice che è senza mutande, e tenta di piazzarci a due amici del fidanzato! Roba da matti!!!
Io non ho mai giocato con le Barbie …ma ricordo che mio cugino decapitava tutte quelle della sorella … sarà stato il gene omicida ereditato da lui che mi ha fatto sentire l’insano desiderio di strozzarla???

Ma cosa voleva dire?

La domenica deve essere un giorno difficile per LUI. Molto difficile: tant’è che spesso e volentieri mi esce con delle trovate da perderci la testa. Questa è particolarmente significativa.

Ieri pomeriggio sono a casa, piazzata davanti al pc a terminare il maledetto lavoro che mi assillerà fino a metà settimana: ed ecco che arriva LUI su msn, tutto garrulo e felice, che mi inizia la conversazione con un saluto dolce dolce: «Culo! Ciao! Come stai?». Faccio finta di niente: ma in questi giorni sono tumulata in casa e lo stress mi rende un pochino irritabile. Così dopo la quarta frecciatina su Callista insopportabile e acida e sul fatto che LUI partirà per altri lidi se io continuo a essere poco disponibile, rispondo a tono: «Guarda, sono già qui che mi strappo i capelli» (la stanchezza mi fa dimenticare anche l’ABC della derelitta).

Momento di silenzio: probabilmente LUI starà già rimorchiando qualche orrida sciaquetta e io inizio a mangiarmi le dita e a pensare a come rimediare («Ah ah ah, scherzavo» oppure «Ci sei caduto, eh?», o magari un patetico e sincero «Nooo, ti prego amami, non posso stare senza di te»). Ed ecco che lui scrive: «Sei bella, lo sai?».

Io guardo lo schermo, salivazione azzerata: non riesco neanche a fare la splendida. Fisso il pc e sorrido, ebete. Ma arriva la frase sotto: «E meno male che sei bella, sennò ti avrei già scaricato».

Ci sto pensando da ieri a questa cosa: devo essere felice o disperarmi? Vuol dire che sono fastidiosa da morire in questi giorni, ma lui mi ama lo stesso? Vero? VERO? Non oso avvalorare le altre ipotesi plausibili. E non provate neanche a formularle, voi che leggete. Callista è insopportabile e acida.

domenica 25 marzo 2007

Nettuno mi può giudicare

Questo post è per tutti quelli che leggono le derelitte con tanto affetto e calore, e che probabilmente si chiedono che cosa diavolazzo c’entri l’onnipresente Nettuno con quelle due disperate che combinano disastri in quel di Trento (quando non sono in trasferta). Innanzitutto, una parentesi: ieri abbiamo superato tutti i record di visite. Inutile dire che ci siamo montate la testa e ora andiamo in giro con gli occhiali da sole, i capelli cotonati, il rossetto scarlatto e mandiamo baci a destra e a manca come le dive del cinema. Grazie, grazie a voi, che amate le derelitte.



Torniamo ora al Nettuno: forse non tutti sanno che a Trento una statua della suddetta divinità sovrasta bonaria (?) piazza Duomo dalla fontana di settecentesca fattura. E la povera statua più e più volte ha visto passare le derelitte sotto il suo tridente, e altrettante volte si è sentita tirare in ballo dalle suddette, che le rivolgevano domande di vitale importanza, in attesa di un responso: Nettuno, l’oracolo trentino (e qui l’orecchio stride, ma l’oracolo «trentuno» era da ricovero). Peccato che il Nettuno abbia sempre fatto orecchie da mercante ai quesiti («perché non mi ama, perché non telefona, ma vado a trovarlo o no, ma se non mi ama perché poi mi cerca, mi ha detto che gli manco sarà vero o vuole solo scopare, ecc. ecc. ecc.»).

Tuttavia, sapevamo benissimo che il Nettuno un pochino ci voleva bene (e come poteva non farlo? Lui è un uomo vero, anzi, di più, è un dio, e poi dovevamo fargli taaaanta pena): ed è stato immediatamente eletto come mascotte delle derelitte (altro che adottare un cucciolo, adottate un Nettuno), mentre la sua fontana è diventata il luogo deputato per una protesta in grande stile, nonché ultima risorsa in caso di disperazione acuta. Lui non chiama, fa culo, si trova la morosa? Ci si può sempre attaccare al Nettuno. Meglio che al tram. E già Mafalda immaginava i titoli del giornale: «Giovani ragazze si appendono al Nettuno. Trovato un biglietto: “Stronzi, perché non ci amate?”. Si indaga su alcuni amici in Salento».

Inutile dire che al Nettuno non ci siamo mai appese: o almeno non ancora. Ma è bello sapere che c’è qualcuno si cui puoi contare, sempre e comunque. Magari è un po’ di poche parole, ma non ti tradirà mai.
E se si rimbambisce anche il Nettuno, c’è sempre il monumento a Dante, a braccio teso verso l’orizzonte, o quello a Degasperi, detto anche "la supposta" per la sua forma conico-piramidale. E sugli interessanti possibili usi di quest’ultimo, vi auguriamo buona domenica.

sabato 24 marzo 2007

quelle che ...

- al ristorante non ordinano nulla (forse un'insalta scondita, senza mozzarella, senza tonno ... senza insalata) salvo poi spiluccare, ovviamente le cose più buone, dai piatti altrui;
- escono il sabato sera in tuta da ginnastica e birkenstock … e ti guardano malissimo e scuotono la testa in segno di disappunto se hai la gonna e i tacchi;
- sedute ad un tavolino con te difronte, sfogliano una rivista di pettegolezzi ed escalmano “Madonna com’è grassa la Arcuri … che schifo” … quando tu daresti un rene e anche un pezzettino di fegato per essere come la bella Manuela;
- si rendono conto della gaffes di cui sopra e, sgranando gli occhi e mettendoti la loro mano sopra la tua (ormai chiusa a pugno … pronto per essere sferrato in mezzo ai loro occhi, ovviamente senza trucco) per rassicurarti, ti dicono “Noooooo … ma tu sei mooolto più magra di lei” ;
- fanno la bocca a culo di gallina;
- agitano l’indice nella tua direzione e sentenziano “mmmm non capisco proprio tutta questa smania di carriera: non è il caso che pensi al farti una famiglia?”;
- ti invitano nel loro giardino per un barbeque ma non ti fanno entrare in casa perché sporchi loro il pavimento
- vai a ballare da sola con le amiche? Sei una zoccola;
- vogliono andare in discoteca alle undici, si lamentano perché non c’è gente ma quando la pista si riempie (di paracadutisti della folgore) sono improvvisamente stanche e vogliono andare a casa;
- Se non diventi un tutt’uno con il tuo ragazzo/marito/chiperesso e mantieni le tue idee, i tuoi interessi, le tue amicizie “beh … allora non investi nulla nel tuo rapporto!”;

Cally ed io ne conosciamo parecchie di ragazze “quelle che” … ed una, addirittura, trova collocazione in ogni “che” (pensata che fortuna!) … Inutile dire che non sono delle nostre grandi amiche e non hanno la nostra simpatia … sono acide, sempre con il muso, tristi … eppure … una domanda ci continua a martellare nella testa …


… perché loro hanno un uomo e noi no???????

Pennette alla Lex

NB: da leggersi con voce flautata!
Siorre e siorri, fratelli e sorelle, benvenuti alla nuova rubrica «Le ricette di Suor Derelitta». Oggi un’idea per un pranzo veloce, saporito e poco calorico: le pennette alla Lex.


Ingredienti:
  • una colossale figura di merda culinaria rimediata dalle Derelitte
  • pasta di grano duro formato penne
  • salsa di pomodoro
  • tonno sott’olio
  • capperi
  • olive nere
  • origano
  • peperoncino
  • cipolla
  • olio
  • sale
  • un uomo seminudo che cucina

Procedimento:
prendete le due Derelitte smaniose di dimostrare all’uomo di casa (in questo caso il povero Lex) quanto sono brave in cucina e fate loro preparare la pasta più orrenda sulla faccia della terra. Fatele imprecare contro il pianeta porco bastardo, la mozzarella pugliese, i pomodori salentini, perché «Siamo bravissime in cucina, non capiamo come ciò sia potuto accadere». A questo punto, di fronte alla prospettiva di una seconda cena cucinata dalle due Lucrezia Borgia, l’uomo di casa si offrirà di preparare qualcosa: «Ragazze, cucino io». Riducete il suddetto uomo, abbronzato e profumato, a petto nudo, con dei pantaloni sconvenientemente bassi e a piedi nudi. Mettete una delle due derelitte (Mafalda) in estatica contemplazione, l’altra (Callista) in terrazza per sbollire l’ormone. Osservate l’uomo preparare un battuto di cipolla, farlo imbiondire nell’olio, aggiungere il tonno, girare appena e coprire il tutto con la salsa di pomodoro. A quel punto, far iniziare all’uomo una filippica sugli ingredienti ulteriori: ma queste olive sono piccole, non sono quelle pugliesi, dove le avete prese, e i capperi non vanno bene, ma quelli sotto sale non c’erano, e il peperoncino no in polvere, quello intero ci voleva, e l’origano non profuma abbastanza. Fate tornare in scena Callista che chiude la conversazione con un «Questo c’era in quel cavolo di negozio: o così o andiamo fuori a cena» e controllate la cottura di Mafalda, che sparge lentamente un sottile filo di bava sul tavolo della cucina. A quel punto osservate il cuoco sexy infilare capperi e olive nel pomodoro, portare a cottura, completare con peperoncino, origano, sale, un filo d’olio e condire con questo sugo le penne, precedentemente lessate in abbondante acqua salata.
Preparate tre piatti, di cui due rimarranno pressoché intatti perché lo stomaco si è chiuso per via dell’ormone sopraccitato.

Tempo di preparazione: troppo breve, per godere appieno dell’uomo seminudo bisogna fargli preparare almeno la polenta.

Calorie: tendenti allo zero se siete derelitte, se siete l’uomo seminudo ve ne fregate perché siete magri.

Vino consigliato: cianuro, che almeno si muore felici.

Di seguito, una foto dimostrativa del... piatto. Buon appetito a tutti, e a presto, con le ricette di Suor Derelitta!





venerdì 23 marzo 2007

Piero molla la caviglia ....

Sono sotto il mio piumone, al calduccio, con una tazza fumante di tisana ‘sogni d’oro’ che mi guardo rilassata C.S.I … il buon Grissom e quel figaccione di Worrick hanno quasi risolto il caso, il criminale ha i minuti contati … presto sarà consegnato alla giustizia e potremmo tutti dormire sonni più tranquilli. Ovviamente, sul clou della scena finale … track … pubblicità. Ne approfitto per andare in bagno, l’età e i litri di tisana cominciano a influire negativamente sulla capacità contenitiva della vescica. E’ ora di fare plin plin. Mi alzo e saltellando (non perché sono al limite della tenuta ma per fare in modo che il contatto tra piedini e pavimento freddo sia il più breve possibile … ma quante ne so???) vado in bagno. Finito di fare pipì ed estirpato un peletto delle sopracciglia che cresceva anarchico (nemmeno i peli mi danno retta!), ritorno verso la stanza. Varco la soglia del bagno e mi ritrovo in un ambiente sconosciuto. Mi guardo attorno … nessuna traccia del corridoio e della mia stanza … davanti a me ho un salotto grandissimo. Un meraviglioso parquet nerissimo fa da contrasto con pareti, arredamenti e accessori totalmente bianchi. In mezzo alla stanza, di fronte ad un maxi schermo e ad un caminetto acceso c’è una grande poltrona sulla quale c’è Righetta (ma perché sempre il fratello sbagliato???). Mi invita a raggiungerlo. Ma non posso … sono impresentabile! Mi guardo allo specchio sulla mia sinistra e vedo che al posto del pigiamone antistupro (non sto scherzando ... è orribile ... farebbe perdere l'ispirazione a chiunque ... ma è tanto caldo!) e dei capelli legati ‘alla carlona’ ho una gonnellina carina, degli stivali taccati, una camicia scollata al punto giusto e i capelli in piega … (ad un uomo ci si presenta bene pure in sogno). Mi accoccolo vicino a lui. Ho un’impressione strana. Da una parte mi sento in colpa perché sono con il fratello dell’uomo dei mie sogni … ma dall’altra è una sensazione piacevole. Mi sento a mio agio, coccolata, protetta. Lui mi tiene un braccio attorno alle spalle mentre io ho la testa appoggiata al suo petto. Stiamo guardando la fine del telefilm (mica posso perdermelo!!!!). Colpo di scena. Grissom muore. Lo uccidono.
Nooo!!! Ma come? Perché? Non può essere. Io comincio a piangere, inconsolabile e disperata. Io stessa non capisco la mia reazione … mi sembra esagerata per un personaggio di una serie televisiva.
Ma improvvisamente capisco che il buon Gill è un amico. Non è solo un protagonista tv. E’ un vecchio amico di famiglia. Infatti arriva la telefonata straziante di mia madre. Io comincio a girare per la stanza … vago dal divano alla poltrona, mi fermo a fissare le fiamme nel caminetto, poi vado alla grande porta finestra che da sulla terrazza e guardo il panorama (vedo gente in giardino in costume … perché noi abbiamo il caminetto acceso? Io sarò strana … ma pure sti fratelli qui …) il tutto con Righetta che cerca di consolarmi, mi abbraccia, mi porta i fazzoletti di carta (soffiarmi il naso sulla sua maglietta pare poco carino, in effetti!). Squilla di nuovo il telefono. Stavolta è Worrick, anche lui angosciato per la scomparsa del collega. Dico due parole di circostanza, sono in imbarazzo, e frastornata. Chiudo la conversazione e mi lascio cadere sulla poltrona. Vengo raggiunta da Righetta che nel frattempo si è cambiato. Ha un paio di pantaloni neri morbidi morbidi, a vita bassissima, che lasciano intravedere il bordino dei boxer neri (grazie a dio non ha mutande imbarazzanti!!!), è a piedi scalzi (come adoro gli uomini che camminano scalzi per casa) e ha una camicia bianca completamente aperta. Improvvisamente mi passano sia i sensi di colpa per Azzurro che la disperazione per Grissom (si sa … l’occasione fa l’uomo ladro …e prima o poi tutti dobbiamo morire … i proverbi mi aiutano a chiudere a chiave la coscienza in un cassetto …). Rigetta si sdraia accanto a me e comincia a baciarmi … parte anche una musica in sottofondo (quando sogno lo faccio bene, eh???) sulla quale i crepitii del fuoco vanno a tempo. (ma quanto sono romantica da uno a cento???). Passano dei lunghi minuti durante i quali ci baciamo e ci rotoliamo sulla poltrona trasformatasi improvvisamente in un enorme letto (sono nel mio sogno … e faccio quello che voglio … oh!). La cosa si sta facendo via via più hot (finalmente!) … comincio a spogliarlo, lui fa altrettanto … gli sto mordendo dolcemente il collo quando … AHIAAAA!!! Un dolore alla caviglia con una strana sensazione di umidiccio … ma che è??? Guardo in basso e vedo un cane che mi lecca e mordicchia felice la caviglia ... (ma perché il mio animo animalista deve far entrare un cane nel mio sogno? A questo punto del mio sogno????). Tra le altre cose questo cane lo conosco. E’ Piero (sì, Piero ...e non ditemi che siete sorpresi ... dopo l'Eisenhower dell'altro giorno!) , l’alano blu di un collega di Callista (che ci fai nel mio sogno??? Torna dal tuo padrone … vaiii … per piaceeeeereeee!) Righetta subito gli urla: “Piero molla la caviglia di Mafalda!”. Il cucciolone se ne frega bellamente e continua a leccare e mordicchiare i miei piedi …togliendoci dall’atmosfera.
Forse a rompere l’idillio con Righetta ha contribuito anche la sveglia che comunica, con sonori lamenti, che è ora di alzarsi.
Uff ... sogno derelitto degna di una derelitta!!!
In conclusione:
- Devo guardare meno TV
- Ahhhppperò questo Righetta!!! … se mi va male con il fratello … non si sa mai
- Ennesima conferma che la peperonata, la sera, è allucinogena
E, soprattutto ...
- Non si combina niente neanche in sogno … qui la situazione è tragica …

Callista's top five

Thank God, it’s Friday, diceva qualcuno. Già. Mi sono alzata e con gli occhietti pieni di sonno mi sono lanciata un’occhiatina si sbieco allo specchio: capelli da esorcizzare, presenti; pelle biaaaaanca da pollo congelato, presente; bozzo rosso a fianco del labbro, presente. Momento: quest’ultima cosa mi è nuova. Spalanco gli occhi per quanto mi è possibile e scruto: un brufolo. Esattamente all’angolo della bocca, che fa un male orrendo. Eppure dovrei aver passato l’età dello sviluppo. Lo cospargo di crema diserbante e mi avvio al pc: stampo dei documenti e nel prendere la carta mi affetto il mignolo esattamente sotto l’unghia. Mi appare un fumetto con scritto «Va*****ulooo», controllo lo stato della french manicure fatta ieri sera e mi accorgo che si è segata pure l’unghia. Ma che cavolo di carta ho? Di diamante? Pongo rimedio alla cosa con smalto e limetta e metto da parte il lavoro per raccogliere il guanto di sfida di Gio_gio: visto che i miei gusti maschili non concordano con i suoi e con quelli di Mafalda, stilerò la classifica dei cinque uomini che ribaltano i miei derelitti ormoni.

1. Banale: Johnny Depp. Tutte le volte che lo vedo mi si gira lo stomaco. Con quegli occhi, quelle mani, quella bocca. Mi sono vista tutti i film, anche quelli pessimi (tipo «C’era una volta in Messico», orrido all’ennesima potenza) e ho rischiato la scomunica per il numero massimo di pensieri impuri accumulati durante la visione dell’ultimo «Pirati dei caraibi». Da urlo.



2. Michael Rosenbaum, ossia il pelato che fa Lex Luthor nella serie sul giovane Superman. La serie non mi piace, ma quando la trasmettevano tenevo accesa la tv a volume zero solo per vedere lui, e quando compariva alzavo a manetta. Gli hanno messo pure la voce da figo. Quando ha le magliette aderenti con lo scollo rotondo leggermente scostato e piega la testa di lato, darei la testa sul muro (e per la cronaca, il Lex di Mafalda gli assomigliava in maniera agghiacciante, donde il soprannome). Nella categoria «pelati», una nomination va anche al povero Alex Baroni, che mi faceva diventare rossa ogni volta che appariva in tv. E pure al cantante dei Negramaro, che sculetta (ok, lo ammetto, ho un debole per i calvi).



3. Joaquin Phoenix, fratello del defunto River. E voi direte, chi cazz’è sto Gioacchino? Presente il film «Il Gladiatore»? Abbandonate per un attimo il buon Massimo nell’arena (anzi, chi mi sa dire che cosa è successo a Russel Crowe dopo quel film? Si sta decomponendo?). Entrate nella reggia imperiale ed eccolo, là, il buon imperatore Commodo, depravato e debosciato: lui è Gioacchino. In quel film mi è piaciuto talmente tanto che mi ero noleggiata il DVD di «Quills. La penna dello scandalo», film peraltro imbarazzante sul Marchese de Sade. Lui in quel film fa il prete: e lì la scomunica è arrivata davvero.



4. Tom Cruise dei tempi d’oro: dite quello che volete, ma tutt’ora, nelle serate film per donne, «Top Gun» ricopre un ruolo fondamentale, assieme a «Dirty Dancing». E sul culo di Maverick si smorzano i bollori delle presenti alla proiezione.




5. L’attore di colore che fa l’agente Warrick in CSI. Quello con gli occhi verdi, che ha dichiarato di essere stato preso in giro durante tutta l’infanzia per questo strano gioco genetico. Io mi intendo delle leggi di Mendel, caro Warrick, e queste cose mi incuriosiscono. Facciamo una visita approfondita: la prego, si spogli.




È stata una scelta difficile, santo cielo: ho dovuto escludere dalla top five personaggi per altro meritevoli. Ma in conclusione, devo dedicare un pensiero all’uomo della mia vita: peccato che sia morto da settant’anni. A voi il piacere di scoprirlo: perché vanno bene i muscoli, gli occhi, la bocca e tutto quello che ne consegue. Ma uno che mi dice «Ora, a ogni risveglio, provo uno stupore doloroso che tu non sei nelle mie braccia e sul mio cuore. Presente sempre nell’anima mia, presente sempre nel circolo stesso del mio sangue, presente dunque, mi manchi quando mi sveglio?» io lo sposerei. E d’altronde, era pelato anche lui.

Callista's top five parte seconda

Per qualche sconosciuto motivo, i commenti alla mia impegnatissima top five non appaiono: se volete apporre il vostro parere, per favore scatenatevi QUI.

giovedì 22 marzo 2007

Ti amo, beddhazza, ... ma ...

Per non deludere voi, care amiche e cari amici, ecco una nuova puntata della telenovela “ Lex … un uomo e unmilionesettecentocinquantamila perché …”
Estate 2005. Estate della Meraviglia.
Dopo tre giorni in cui è stato ammalato e durante i quali gli ho fatto da infermierina amorevole a distanza (evitando che si intossicasse con l’Aulin, visto che se ne voleva prendere tre bustine assieme … fumatele … fai prima e magari stramazzi al suolo felice!!! ), ecco che il buon Lex sparisce per una settimana.
Io rischio prima di morire d’ansia, poi di prendere il primo aereo diretto verso sud e successivamente di assoldare un killer per ucciderlo (potevo lasciar fare all’Aulin e risparmiare) e porre fine alle mie sofferenze.
La creatura ricompare, con voce angelica e scuse imbarazzanti da quanto finte … io, ovviamente, fingo di credera a tutto come da regola numero 2 del decalogo della perfetta derelitta. Ma c’è qualche cosa di strano … ormai lo conosco un po’ … è distante, distratto … mah …
E la spiegazione non tarda ad arrivare.
Un paio di giorni dopo. Mattina. In ufficio.
Beep … messaggio. Apro il cellulare. E’ Lex.
“buongiorno amore mio! Stai bene? Sai la novità? Mi sono trovato la ragazza … così verrò al nord più spesso … a trovarti! Buona giornata, un bacio dal mare. L”
Ok, già avevo il sentore fosse un pochino stupido … ma adesso ho la conferma: è deficiente!!!
Ma come si fa a scrivermi un messaggio del genere???? Analizziamolo
Buongiorno amore mio! ehhhh … sorriso ebete ed espressivo alla Nicholas Cage
Stai bene?
Tra le tue braccia starei moooolto meglio…
Sai la novità?
No … che succede??? Hai deciso di amarmi per tutta la vita? Ok, si ti sposo … che emozione!
Mi sono trovato la ragazza
... come la ragazza … perché me lo dici? Sono il tuo migliore amico? No! Sono il tuo confidente? No! Sono il tuo diario segreto? Noooooo!!!! Sono la donna che ti ama … come fai a dirmi che ti sei trovato la fidanzata??? Sei rimbambito??? Siiii!!!
Così adesso verrò al nord più spesso … a trovarti! Ok, l'unica spiegazione razionale è che si è fumato veramente l’Aulin … ma questo è andato completamente. Mi dice che viene al nord per la ragazza e passa a trovare me … ma che si impicchi!!!
Buona giornata … ehhhh, guarda, sarà memorabile
Un bacio dal mare … un bacio? Ma tienitelo … il mare? Annegaci!!!
Ecco … in una situazione del genere cosa fa una derelitta? Risponde da gran donna!
“Vedi che il mio sesto senso non mi tradiva? Sentivo che c’era qualche cosa di diverso. La ragazza? Bravo, donna fortunata. A questo punto credo sia il caso che io esca da questa storia. Penso sia meglio per tutti. Magari avremo modo di chiarirci a voce. Intanto buona giornata anche a te. M”
Tempo due minuti netti e arriva la sua risposta
“Ma noooo … che dici, beddhazza? Io voglio vederti e sentirti ancora… Il fatto che sto con lei non vuol dir nulla. Ti chiamo stasera! Un bacio. L”
Ok … è ufficiale. Mi sono immanorata di un decelebrato. Sexy, alto, bello e profumato ma assolutamente incapace di pensare e comportarsi.
E non chiamarmi beddhazza!!!! Che mi fai incavolare ancora di più!!!
Mi telefona… e bastano due sue parole per far smontare la mia rabbia. Ok, correggo … l’imbecille totale sono io! Mi dice di pensare a quello che ho scritto perché lui vuole vedermi ancora ... che mi ha già detto cosa prova per me ... e che la storia con la tizia è una cosa passeggera ... estiva.
Passano alcuni giorni in cui penso e ripenso a questa cosa … e alla fine decido: la meraviglia deve essere mia! Ho deciso di tornare a trovarlo? E così sia … non sarà certo una sciacquetta (che minimo sarà miss Italia con due lauree e qualche master … ma pensarla sciacquetta rende le cose più facili!) a mandare a monte i miei piani e il mio sogno d’amore.
Parte il messaggio:
“Non mi importa con chi stai e di chi sei! Vederti una sola volta non è bastato a te come a me, anzi ha solo aumentato la voglia di vederci, conoscerci, viverci! Ti avevo promesso di tornare e così sarà. Ci meritiamo più tempo! A settembre ti raggiungo e sarai mio! Un bacio M”
Due giorni di silenzio… dopodichè un beep interrompe il nulla virtuale. E’ un suo sms.
“E’ succecco un casino! Lei ha letto il messaggio. Ti chiamo io quando se ne va!”
Ma daiii … ma si può??? Io scrivo il messaggio della vita all’uomo dei miei sogni e glielo becca la ragazzina menosa! Uff.
Passa qualche giorno e arriva la telefonata agognata. Lui esordisce ridendo, dicendo che gli ho fatto passare un brutto quarto d’ora ma che è stato felicissimo della mia decisione. Stiamo al telefono due ore, parlando di tutto. Poi la sua domanda “Allora, vieni a trovarmi?”

… e siccome, a differenza di Mafalda, oltre ad essere derelitta sono anche scimunita … dieci giorni dopo sono su un aereo in direzione sud.
Beddhazza alla riscossaaaaaa!

Troy? Puah...

Ebbene sì: sono professora? Farò la professora, pedante, noiosa e rompiballe. Niente disavventure alla Bridget Jones, oggi. Per tutti quelli che ieri hanno guardato Troy e sono convinti di aver imparato la storia dell’Iliade omerica, solo due note per farvi capire che in realtà di omerico in Troy ci sono solo i nomi e poco altro. L’Iliade, poi, si conclude con la morte di Ettore. Tutto quello che c’è dopo e molto di quello che fa da contorno al film, ci arriva da fonti alternative, che vengono anch’esse bistrattate. Come dire, più che mitologia, è fantascienza.

Un ripasso dei personaggi, prima di partire: Agamennone, Menelao e Achille sono greci, e Menelao è il marito di Elena, quindi leggermente risentito per la «defezione» della moglie. Ettore e Paride sono troiani.

  1. La guerra di Troia durò dieci anni e non qualche settimana.
  2. Elena non viene rapita da Paride durante non si capisce che occasione. È Afrodite a «donarla» al ragazzo, dopo che lui l’aveva scelta come la più bella tra le dee. Una specie di bustarella ante litteram
  3. Briseide non è la donna amata da Achille, ma solo la sua schiava: lei e Criseide sono state rapite dai greci durante il sacco di una città alleata di Troia; Briseide è donata ad Achille da Agamennone, che la rivuole indietro alla liberazione di Criseide, necessaria per fermare la pestilenza che sta decimando l’esercito greco (Beautiful, ci fai una pippa); ecco la causa dell’«ira funesta» che spinge Achille ad abbandonare la guerra e porta all’uccisione di Patroclo. Ad Achille hanno rubato la bambolina (uèuèuè).
  4. Aiace e tutti i suoi muscoli non vengono uccisi da Ettore; l’eroe greco venne annegato da Poseidone durante il rientro da Troia, perché colpevole di empietà superba; diceva di essersi salvato da un naufragio solo grazie alle sue forze, e Poseidone, per punirlo, gli cava di sotto lo scoglio su cui si era rifugiato (sempre detto io, mai scherzare con Nettuno).
  5. Patroclo non è il cugino di Achille, ma il suo migliore amico, e probabilmente il suo amante (uh uh uh, arrossiamo che l’argomento è scabroso): l’omosessualità ai tempi era diffusa e assolutamente abituale. Achille, quindi, non monta un polverone per il cugino: gli hanno ammazzato l’amante, scambiandolo per lui. A questo punto la reazione appare un po’ più ridimensionata.
  6. Menelao non viene ucciso da Ettore per salvare Paride durante il duello: sopravvive alla guerra e torna in patria con la moglie Elena, che quindi non rimane con Paride. La mitologia dice che Elena e Menelao vissero e regnarono insieme a lungo a Sparta. Menelao, cornuto e felice
  7. Paride non fugge da Troia, ma viene ucciso da Nonmiricordochi (già nel film fa la figura dello smidollato pirla, almeno facciamolo morire da eroe che poi ce lo togliamo dalle croste).
  8. Agamennone non viene ucciso da Briseide: tornerà in patria a guerra finita e verrà lì ucciso dalla moglie Clitemnestra (così impara a sacrificare una figlia per placare l’ira degli dei e far salpare le navi verso Troia, oh);
  9. Il figlio di Ettore non si salva, ma viene gettato dalle mura di Troia (ah, la pietas); la moglie viene fatta schiava dai greci (famiglia sfortunata, non c’è che dire).
  10. Gli dei non sono minimamente presenti nel film, mentre invece giocano un ruolo fondamentale nel libro: gli eroi dialogano con essi, e sono da essi guidati e influenzati. Niente sovrannaturale, insomma. Nel film tutto questo aspetto è stato rimosso. Perfino la madre di Achille, Teti, non viene mai rappresentata come dea: retrocessa in serie B, come la Juventus.
  11. Achille non riesce nemmeno a entrare a Troia: niente nascondiglio nel cavallo, per lui, né tanto meno ricerche affannose dell’amata Briseide. Viene ammazzato prima, fuori dalle mura della città. Si dice poi che l’uccisione da parte di Paride sia stata in realtà aiutata da Apollo, che guidò la sua freccia, sennò manco quello sarebbe riuscito a fare (lodevole il tentativo, nel film, di riscattare all’ultimo il povero Paride: per 3 ore fa la figura dell’invertebrato e negli ultimi dieci minuti salva tutta la famiglia reale di Troia, uccide Achille, ficca in mano la spada - simbolo glorioso della città che sta bruciando - a un ragazzetto che trascina un vecchio sulle spalle - toh, Enea, ma tu guarda il caso - e poi, con la coscienza pulita, se ne va su qualche isoletta greca con la sua Elena).

Oh, ora mi sono tolta un peso. Detto questo, scrivo subito una lettera al buon regista Peterson. Se i protagonisti si fossero chiamati Arturo, Marcello, Pierpaolo e Genoveffa invece che Achille, Ettore, Menelao e Elena, e la città qualsiasi altra cosa invece che Troia, sarebbe stato un bel film. Ma non toccatemi Omero.

Ps: mentre cercavo on line il nome dell'eroe che uccise Paride, ho trovato questa pagina. A pensarci prima, vi incollavo il link e passavo il resto del tempo a depilarmi le sopracciglia. Uff.

mercoledì 21 marzo 2007

Donna fatale?


Forse Maurice ha ragione, quando dice che ogni volta che il Feed reader lo avverte di un nuovo post delle Derelitte, ha un brivido di terrore perché non sa cosa abbiano combinato.
Mauri, solo per te, ecco la mia perla di ieri: LUI mi dice che passa da casa mia, visto che è in zona, e mi dà un passaggio fino in facoltà. Bene. Mi metto il rossetto delle grandi occasioni e barcollo su otto centimetri di tacco. Salgo nella SUA macchina e, per colpa del traffico, arriviamo in centro con cinque minuti di anticipo sulla mia riunione. Ma cavolo, e io che volevo offrirgli un caffè e mostrare orgogliosa il «mio» bell’uomo alto e profumato a tutti. Nada. Due chiacchiere al volo, poi scendo dalla macchina dicendo «Allora ci sentiamo più tardi» e mi do una vaga aria da femme fatale che mi dona molto: fuori la gamba destra, piazzo bene il tacco per evitare scivoloni, capelli lavati di fresco che ondeggiano, fuori il busto, fuori l’altra gamba (la musica di Jessica Rabbit parte in sottofondo).
Una volta uscita, mi chino per salutarlo (lui è saldamente seduto al volante) e decido di elargirgli un ulteriore languido bacetto: infilo la testa nella portiera (parappappararara… ra ra ra…), mano sinistra sullo schienale del sedile, destra sulla seduta («non sono cattiva, è che mi disegnano così…»), dentro anche un ginocchio, mi allungo languida verso di lui, lo guardo da sotto in su e dico «e un altro bacio, non me lo dai?».
La sala si azzittisce, è un’interpretazione da Oscar. Ma mi pare di sentire un cambio di musica: potrebbe essere quella di Benny Hill, o quella di Stanlio e Ollio… Non ci faccio caso: lui mi sorride (com’è bello quando sorride…) e si china verso di me. (Musica di tensione, forse «Lo squalo»… Ma dov’è la mia canzone sexy?).
Ed ecco che il polso destro mi tradisce: troppe ore al pc e il tendine mi fa vedere le stelle. Sento una scossa, perdo l’appoggio, mi scivola la mano: e invece di incontrare le SUE labbra, mi schianto clamorosamente tra la SUA spalla e il sedile. Di pieno naso. Altro che Jessica Rabbit, al massimo posso candidarmi a fare Roger.
Lui ride, mi solleva, mi dà un bacio in fronte e mi dice: «Mi piacciono le ragazze buffe, sono tenere. Ti chiamo dopo». Io raccolgo i cocci del mio amor proprio e mi avvio verso la riunione.
Gli piacciono le ragazze buffe: e quelle col setto nasale fratturato?


PS: congratulazioni alla Musa, neo dottoressa.

martedì 20 marzo 2007

come ti conquisto il pazzo ...

Esco a testa bassa dal portone dei casa dei miei … fa freddo, sono immersa nei miei pensieri e anche un po’ in ansia per le sorti del dott. Kovac (si può far finire l’ultima puntata di E.R. in quel modo???). Faccio due passi e sento, dietro di me, una presenza … mi volto e vedo il 'matto del paese' … si tratta di un signore distinto, sui 65 anni, sempre vestito in maniera impeccabile, che porta a spasso, a qualsiasi ora del giorno e della notte il suo cane (anzi, mi correggo, la sua pantegana abbaiante) e nel fare questo tenta di attaccare bottone con chiunque, sopratutto se di sesso femminile e giovane.
Accelero il passo sperando che non mi veda … non è cattivo, nè pericoloso ... è solo stravagante ...ma non ho proprio voglia di parlare con nessuno … voglio solo teletrasportarmi a casa sotto il piumone.
Ucpa (uomo con pantegana abbaiante) :”Buonasera signorina Silvia!”
Silvia? Silvia?? Silvia??? Io non mi chiamo Silvia … uff … vabbè, sorvoliamo sul fattore nome …
M: “Buonasera!” abbozzando un sorriso
Ucpa :”cosa fa in giro, dopo l’imbrunire, a quest’ora così tarda? Non lo sa che è pericoloso? Una bella ragazza come lei dovrebbe andare in giro sempre con qualcuno”
Siii … adesso vado in giro scortata, come no!!! E poi … dopo l’imbrunire??? Sono le undici e mezza … alla faccia dell’imbrunire! Bella ragazza? Buongustaio… Qualcuno che mi accompagna??? Magariiiiiii, ci sto lavorando … ma niente!
M:”vado a casa. Ma no che non è pericoloso. Devo solo fare qualche metro per arrivare alla macchina!"
Perché questa sera la macchina mi sembra così terribilmente lontana?
Ucpa: “ma allora si è trasferita? E’ per quello che la vedo meno frequentemente in quest’ultimo periodo?"
Ultimo periodo??? Mah … mi sono trasferita più di un anno fa … ma considerando che questo pensa che sia l’imbrunire …vada pure per l'ultimo periodo
M:”ehh già … ho cambiato casa, ma vengo a trovare i miei genitori”
Ucpa: “che figlia amorevole…!”
Amorevole??? A dire la verità vengo a scroccare la cena …
A questo punto la pantegana si mette ad abbaiare fastidiosamente contro la sua ombra (sempre detto che i cani troppo piccoli sono troppo scemi)
Ucpa: “Eisenhower zitto … che così svegli tutti!!!”
Eisenhowerr??? Ussignur che paura!!! Comincio a preoccuparmi! Finalmente ecco la macchina
Ucpa: “ma signorina Silvia … la vedo un po’ stanca … posso offrirle una camomilla?”
Ma neanche morta … ma stiamo scherzando?
M: “No, grazie! Vado a casa, è tardi!”
Ucpa: “ma ci mettiamo il miele!!!”
Ahhhhbbbè … allora … è tutta un’altra questione. Chi potrebbe rifiutare una tazza di camomilla con il miele a casa di un perfetto sconosciuto con un cane-pantegana di nome Eisenhower? Il sogno di ogni derelitta!
M: “no, grazie … gentilissimo … ma devo proprio andare!”
Ucpa: “Buonanotte, allora, signorina Silvia!”
Ancora sta Silvia
M:” Notte!”
Ucpa: “E mi raccomando, vada piano, che ci sono un sacco di pazzi scatenati che girano in macchina”
Ah perché a piedi no, invece!
Fossi un uomo mi darei una toccatina scaramantica ma sono una fanciulla e mi limito a sorridere e scuotere i capelli inserendo la prima e partendo verso casa …

… e intanto il dott. Kovac si sarà salvato???

Er bistecca

Per la serie «memorie di una derelitta», siorre e siorri, il post di oggi è dedicato all’uomo che ha trasformato Callista da donna a derelitta. Che scatti il leit motiv degli Aristogatti («Io so’ Romeo… Er mejo der Colosseo…): fa il suo ingresso trionfale Er bistecca, nato e cresciuto sotto er Cuppolone a dispetto del nome spagnoleggiante che mammà in un impeto di follia gli ha dato (e che, diciamocela tutta, suonerebbe pretenzioso e ridicolo su chiunque, ma che per lui è assolutamente perfetto). Una bellezza fastidiosa, una simpatia travolgente, un ego smisurato. E una testa di cavolo almeno pari; o forse di più. Come dice la mia cara amica Volpe, più una donna è intelligente, istruita, raffinata più aumentano le probabilità che si prenda la tranvata per qualcuno che è diametralmente opposto a lei: uomo semplice, pensieri semplici, comportamenti cazzoni. Ma io li accettavo, tutti, mangiandomi il fegato, ma con un sorriso. Scuotendo i capelli. Come quella volta che avevo deciso di andare a trovarlo, e gliel’avevo detto, sfoderando la mia migliore faccia di culo, quella delle grandi occasioni. E lui? «Bene… Quanno pensi de arrivà?» «Mah. Non so… Domenica?» «Ah… a che ora?» «Mmm, ho un treno che arriva alle due, uno alle quattro, uno alle sette e mezza», ovviamente, il tutto detto pregustando già il sapore di una passeggiata pomeridiana nella Capitale. «Alle sette e mezza va benissimo». «Ma così perdiamo tutto il pomeriggio!». «Eh, ma prima ce so’ le partite… gioca ‘a Maggica… Finisce e te vengo a pijà». Momento di panico. «Ehhh… e se partissi lunedì?»

(Sfumano mestamente gli Aristogatti, parte Grazie Roma… Ma forse, in questo caso, si vergognerebbe anche Venditti.)

PS: per i più curiosi, no, non sono partita lunedì. Derelitta sì, ma scimunita no.

lunedì 19 marzo 2007

piccole derelitte crescono





"Toc toc … posso? Disturbo? Sono tornata!"
Smetto un secondo maledire una presentazione in power point che mi sta facendo ammattire e alzo gli occhi. E’ Antonella, una mia collega, di ritorno da una vacanza con sorella e amica. Hanno abbandonato a casa i fidanzati 'palla al piede' e se ne sono andate due settimane a Capo Verde. (invidia + 1.000)
“Ciao Anto! Bentornata. Allora … com’è andata? Raccontami tutto … il mare? La spiaggia? Il tempo? Il villaggio? Le escursioni? Gli animatori?” (si sa … bisogna informarsi di tutto)
Lei, ridendo … “Bene, Maffy, tutto splendido, veramente! Una vacanza da sogno!”
La guardo: è radiosa. Rilassata, sorridente, leggermente abbronzata, ricoperta di gingilli comprati sulla spiaggia … e una lucina strana negli occhi.
Mmm … decido di indagare!
M: “Hai portato le foto? Sai che sono curiosa”
A:“Certo che le ho portate … ne ho fatte più di 700. Ecco la chiave USB”
M: “… 700??? … 'Solo'??? … beh … magari non le guardiamo tutte. Ma una sbirciatina …”
Carico le foto e cominciamo a guardarle. Mi dice di partire da metà in poi che sono più belle … ovviamente obbedisco. Apro la prima: una spiaggia immensa, bianchissima, e l’oceano che all’orizzonte si unisce al cielo … meraviglia! La seconda: un bel ragazzone del posto; alto, atletico, capelli lunghi, occhi grandi, sorriso simpatico … “E’ Jacopo”, mi dice Anto “un addetto alla sicurezza della spiaggia” .. carino! La terza: in spiaggia … Antonella e sua sorella sedute sulla sdraio con in mezzo il ragazzo di cui sopra … interessante! La quarta: la piscina del villaggio … che invidia! La quinta: passeggiata sulla spiaggia al tramonto … Anto, la sua amica e, a qualche metro da loro, sempre il bel Capoverdiano con altri due ragazzi ... spettacolo!
Dopo dieci foto dopo, dove i meravigliosi panorami si alternano al bel Jacopo, mi giro verso Anto e sorridendo le dico “Racconta”
A: “racconto cosa??? Non è niente …!”
M: “Come dice Grissom un indizio è solo un indizio, ma tre indizi fanno una prova … e qui di indizi che ne sono mille. Dai, dai ,svuota il sacco!”
I suoi occhi si illuminano, prendendo la forma di due cuoricini, il sorriso di allarga (uguale uguale a Hello Spank) e parte il sospirone!
Ci siamo … Oddio è partita una tranvata! Mi sembra di rivedermi un anno e mezzo fa ; occhi sognanti, sguardo perso, espressione ebete (ok, non è romantica come immagine ma è la verità!)
A: “Mafy, è splendido!!!! E’ carino, è dolce, è simpatico … è bello!!! … (altro sospirone !) Mi sa che mi sono innamorata”
Eccola … beccata!!! Curiosa come una scimmia, mi addentro nei dettagli.
M: “ma come vi siete conosciuti?”
A” ci vedevamo tutti i giorni sulla spiaggia … e passagli davanti un giorno, passagli davanti il secondo … finchè una volta mi ha femata”
M: “oddio, che carino … e cosa ti ha detto?”
A: “ perché tu verde come morto?” (alludendo alla carnagione bianchissima di Antonella)
… ahhh … e io che mi lamentavo delle uscite infelici di Lex …
M: “ma come??? …e tu?”
A: “e io ero già persa, cotta come una pera … Ho riso e da lì abbiamo cominciato a parlare … però lui sa solo qualche parola di italiano e l’inglese non lo parla, così comunicavamo a gesti …”
M: “… e con l’universale alfabeto dell’amoooooooore …” facendole l’occhiolino e facendola diventare rossa come un peperone …Lei fa finta di nulla e va avanti con il discorso (e io che speravo in qualche dettaglio piccante ... UFF!)
A: “guarda cosa mi ha regalato?” … mi dice estraendo da un borsina di plastica una specie di pareo coloratissimo … “è il ‘costume’ che usa durante il lavoro… non è bello?”
M:” proprio bello … ma che carino a dartelo!” non avendo il coraggio di dirle che il pezzo di stoffa arcobalentemente colorato puzza di pesce morto e marcio in maniera imbarazzante …
Lei sorride felice continuando a scorrere le foto … poi diventa seria, mi guarda e dice “guarda, Mafalda, è vero, mi sono presa una cotta … ma è una cosa passeggera, non esiste che io mi perda per questo qui … siamo diversi, lui è dall’altra parte del mondo, non ci conosciamo, sono fidanzata ….”
Il resto della comunicazione non l’ascolto, potrei tranquillamente andare avanti io … erano le stesse cose che dicevo a me stessa riguardo alla tranvata presa per la meraviglia .
Come invidio Anto, in questo momento, è felice… si vede lontano un miglio. Ok, sicuramente non sarà il periodo più sereno e tranquillo della sua vita, dovrà mettere in discussione tante cose, rivalutarne altre che dava per consolidate …ma le emozioni, le sensazioni, i batticuori che vivrà glieli invidio proprio.
La interrompo nel bel mezzo del suo sermone sui perché non può essersi presa una tranvata per il bel Jacopo e le chiedo “ma adesso? Vi sentite?”
A: “si, ci siamo già sentiti un paio di volte al telefono … e poi, ho deciso, torno a trovarlo a settembre, ho già controllato i voli”
M “ahhhppperò … per fortuna non era nulla di serio, vero?”
Non riesco nemmeno a finire la frase che lo squillo del suo cellulare mi interrompe.
A” Mafy, è lui ! Vado a fare una ricarica e lo richiamo subito … poi torno e ti racconto!”
Esce di corsa dall’ufficio … anzi, guardando bene, cammina su una nuvoletta a venti centimetri dal suolo … ahhh l’amore!!!

Ho come il sospetto che il club delle derelitte avrà presto una nuova socia…
..però il sacchettino con il pareo puzzone poteva anche portarselo via …

Auguri a tutti i papà

La festa del papà: nonostante non ami le feste «comandate», il mio pensiero oggi è tutto per il mio babbino. Lo sgrido sempre, perché è un casinista nato, perché lascia sempre il lavori a metà, perché è distratto e non ascolta quando parlo. Ma in realtà è il papà migliore del mondo.

Ieri mi ha portato un sacchetto gigantesco di dolcetti gommosi, tornando dal giro in fiera. Per la sua bambina, ha detto, nonostante io abbia quasi trent’anni.

Grazie papino, perché questo gesto è l’esempio migliore di quello che sei. Auguri a te, prima di tutto, a papi Roberto che è anche un po' il mio secondo babbo, e a tutti i papà che passano di qua, perché ogni figlia ama il proprio papà con tutto il cuore, anche se spesso si dimentica di dirglielo.

domenica 18 marzo 2007

Buona domenica

Domenica è sempre domenica: peccato che sia un giorno che non mi è mai piaciuto. Ok, si può riposare. Ok, non si lavora. Ok, è festa, pranzo ricco mi ci ficco, e tutte quelle baggianate. Ma mi dà un senso di vuoto, e io soffro di horror vacui. La sindrome leopardiana dell’«attesa del dì di festa». Quindi viva il sabato.

A parte questo, stamattina sono stata svegliata dalla vicina di casa, che talvolta attacca lo stereo a volumi impensabili: ma la sua playlist oscilla tra Masini, Gigi d’Alessio e Amedeo Minghi. Ora, non voglio fare la spocchiosa musicale, lungi da me (anche perché, e qui mi cospargo il capo di cenere, nascosta dalla facciata di musica «seria» che fingo di ascoltare, ho una maniacale passione per i Pooh e da quando ho dodici anni non mi perdo un album o un concerto). Ma «alla fine di questa cena tu mi dici che aspetti un figlio / lui ti ha detto che non è pronto e che è suo non lo puoi provare / cenerentola innamorataaa» alle dieci di mattina è troppo: dopo aver scomodato tutti i santi del calendario, cerco consolazione in una fettina di pane tostato e Nutella (ok, tre fettine… Masini è duro da mandar giù). E poi al pc, per l’ultimo sforzo su un maledetto lavoro che devo consegnare a fine mese e con cui mi gioco tre anni di carriera. Ah ah ah (risatina isterica, occhi sbarrati, espressione alienata. La bava alla bocca la tengo per le occasioni speciali).

Ohibò, che sole: e in città c’è pure la fiera di San Giuseppe. I fiori, gli animaletti, le mandorle caramellate: che bello quando ci andavo da piccola… Prima con i miei genitori, tenuta per mano stretta stretta per non perdermi, un palloncino legato al braccio e un sacchettino di dolci. Poi con le amiche, a comprare gli orecchini indiani che si trovavano solo in quelle occasioni. E oggi? Sono inchiodata al pc. Non pensiamoci.

BIP: uh, messaggio. Ecco il mio amico cinese che mi profetizza il futuro. «Essere convincenti è una tua dote naturale: sfrutta le tue capacità innate». Bene: allora mi autoconvinco che non ho voglia di uscire, ma di stare a menarmela sulla bravura e l’allegria di Pascoli. Prime cinque poesie in ballo: Ceppo, Morto, Orfano, Abbandonato, La civetta. Comincio a rivalutare Masini.

Non pensiamoci: inizio a battere sui tasti con solerzia e entusiasmo. « L^espedient$ crea un#antitesi tra le due p§rti dell[ lirica/la prima % dedicata». No, non sono impazzita: oggi Word è stato colto dal sacro fuoco delle emoticon e mi confonde i tasti. Ma è tutto sotto controllo: ogni tanto succede, basta riavviare il pc (tipico comportamento da donna alle prese con la tecnologia: non cerco la causa, ma una soluzione). Niente da fare. Oggi proprio non ci siamo. Provo con le buone («Dai, ti prego, devo finire, fai il bravo…») e con le cattive («Ti disinstallo l’antivirus»), ma anche il pc fa «culo». E d’altronde, c’erano dubbi? È un uomo! Il prossimo laptop lo prendo rosa laccato e lo chiamo Wanda.

Decido di darla vinta all’implacabile: forse abbiamo bisogno tutti e due di un po’ di riposo. E sia: oggi non si lavora. Buona domenica a tutti!

(Sfumando: «Bella stronzaaaa, che hai chiamato la volante quella notte…»)

sabato 17 marzo 2007

Povero Bambi!


Location. Noto ristorante in centro città. Personaggi: Callista e LUI.

LUI (osservando): «Ma guarda un po’ che ciglia lunghe che ha la Cally…»

C (distratta): «Eh, sì sì…»

LUI (perseverante): «Ma no, guarda, lunghe lunghe proprio… Saranno vere?»

C (offesa): «Ma secondo te io metto le ciglia finte?»

LUI (insinuante): «Eh, non so, ma come mai sono così lunghe? Fammi provare se sono vere…» (allunga la mano e pinza un occhio della derelitta)

C (dandogli una sberla sulla mano): «Ahiaaaa… Le lentiiiii…»

LUI (ridendo): «Ah ah, sono vere, allora! Pensa te… Ma a cosa servono?»

C (impaziente): «Ma senti, ti sei drogato?»

LUI (ridendo): «Ma no, perché sono così? Cioè, cosa cambia se sono lunghe o corte?»

C (accondiscendente): «Niente, credo. La mamma me le ha fatte lunghe. Così posso fare gli occhi come Bambi…»

LUI (sornione): «Eh eh, hai anche il naso rosso…»

C (pensando «Oddio, ho messo la cipria, com’è possibile?»): «Scusa?»

LUI (ammiccante): «Come Bambi, no? Col naso rosso…»

C (basita): «Ma quando mai hai visto Bambi col naso rosso? Che cartone hai guardato?»

LUI (incerto): «Non era Bambi? Ma che animale era quello col naso rosso?»

C (riflettendo): «Mmm… Non ne ho idea… Non Bambi, era un cerbiatto, i cerbiatti non hanno il naso rosso… Al limite umido. E io non ho manco il naso umido.»

LUI (insistente): «Sicura? Ma mi avevi raccontato la storia di quell’animale col naso rosso…»

C (scioccata): «Guarda che quella era la storia della renna di Babbo Natale… Rudolph col naso rosso!»

LUI (battendosi la mano sulla fronte): «Ahhh, ecco, vedi che c’era!»

C (allucinata): «Ma era una RENNA… Non Bambi…»

LUI (minimizzando): «Ehhh, cosa vuoi che sia, sempre animali sono. E poi anche le renne hanno gli occhioni…»

C (stizzita): «E pure le corna, se è per quello…»

venerdì 16 marzo 2007

Ipse dixit

Frasi che passeranno alla storia. Ecco l’argomento del post di oggi. Mi perdonerà Mafalda se le rubo il mestiere, ma non potevo esimermi dal farlo. Perché? Perché la derelitta è derelitta fino in fondo, e qualsiasi cosa dica la meraviglia, la si venera come un responso oracolare. Prendiamo Lex, ad esempio: signori miei, io l’ho conosciuto. Ed è bello da far schifo: bello, bello, bello. Fastidiosamente bello. E carino, premuroso, dolce: ma diciamo che, sul lato pratico, è un pochino «perso». Detto fuor di metafora, se un altro uomo, qualsiasi, si permettesse di dire una delle frasi della meraviglia, non arriverebbe a fine serata, manco con una derelitta. Ma la meraviglia può. Ecco quindi un’antologia delle frasi migliori raccolte in mesi di frequentazione.

Detto alla barista, con aria languida: «Il caffè fammelo come te… Bello…» (reazione: risata stridula della barista, occhi delle derelitte che vanno al cielo per un attimo e tornano giù).

Al ristorante. Cameriere: «La birra la vuole chiara o rossa?». Lex (prendendo la mano di Mafalda): «Bionda… Perché con le bionde si va sempre sul sicuro…» (reazione: risata ebete di Mafalda, sms a Callista, braccia di Callista che si staccano dal busto).

Al bar. Arriva il venditore di rose: «Dammene due… Le scelgo io però… Perché per loro voglio solo cose belle. Non avrebbero bisogno del fiore, sono già due rose loro…» (reazione: derelitte in sollucchero, con sguardo della serie «Quest’uomo sexy è qui con noi e ci regala le rose…»).

Al ristorante 2. Callista: «Che bello ‘sto posto!». Mafalda: «Sì, bellissimo!». Lex: «Ma è sempre tutto bello quando sono con voi…» (reazione: sorriso estatico di Mafalda, brivido di terrore di Callista…).

E ci sarebbe di peggio… Ma la meraviglia è di Mafalda, mica mia: a lei l’arduo compito di continuare la storia. Io potrei pensare di parlare, a breve, della mia di meraviglia. È lì c’è davvero da ridere. O da piangere, a seconda.

mercoledì 14 marzo 2007

... e mafalda somiglia a ...

... credevate che solo la mia amica Cally fosse una bella figheira ... invece anch'io mi difendo...
Certo, ci ho messo tutto il giorno a trovare una foto che, inserita nel programma, non facesse uscrire una somiglianza con il principe Carlo ... ma ce l'ho fatta ...
Questo il risultato ...



beh ... direi che non è andata malaccio ...
c'è pure qualche personaggio in comune con Callista ... e quindi è ufficiale che un pochino ci assomigliamo ...
Ovviamente, da brava derelitta, ho inserito la foto di Azzurro ed ho scoperto che è un mix tra Keanu Reeves, Julian McMahon (il tizio di Nip and Tuck), Denzel Washington e... George Peppard ... l'indimenticabile capitano Hannibal Smith dell'A-team ... un mito della mia infanzia.
Bene ... Callista si farà dire da LUI "nessuno può mettere baby in un angolo" ... ma io non sono da meno ... costringerò Azzurro a dirmi "... Adoro i piani ben riusciti ..."
... mi sa tanto che è la volta che me lo gioco definitivamente ....