venerdì 23 marzo 2007

Callista's top five

Thank God, it’s Friday, diceva qualcuno. Già. Mi sono alzata e con gli occhietti pieni di sonno mi sono lanciata un’occhiatina si sbieco allo specchio: capelli da esorcizzare, presenti; pelle biaaaaanca da pollo congelato, presente; bozzo rosso a fianco del labbro, presente. Momento: quest’ultima cosa mi è nuova. Spalanco gli occhi per quanto mi è possibile e scruto: un brufolo. Esattamente all’angolo della bocca, che fa un male orrendo. Eppure dovrei aver passato l’età dello sviluppo. Lo cospargo di crema diserbante e mi avvio al pc: stampo dei documenti e nel prendere la carta mi affetto il mignolo esattamente sotto l’unghia. Mi appare un fumetto con scritto «Va*****ulooo», controllo lo stato della french manicure fatta ieri sera e mi accorgo che si è segata pure l’unghia. Ma che cavolo di carta ho? Di diamante? Pongo rimedio alla cosa con smalto e limetta e metto da parte il lavoro per raccogliere il guanto di sfida di Gio_gio: visto che i miei gusti maschili non concordano con i suoi e con quelli di Mafalda, stilerò la classifica dei cinque uomini che ribaltano i miei derelitti ormoni.

1. Banale: Johnny Depp. Tutte le volte che lo vedo mi si gira lo stomaco. Con quegli occhi, quelle mani, quella bocca. Mi sono vista tutti i film, anche quelli pessimi (tipo «C’era una volta in Messico», orrido all’ennesima potenza) e ho rischiato la scomunica per il numero massimo di pensieri impuri accumulati durante la visione dell’ultimo «Pirati dei caraibi». Da urlo.



2. Michael Rosenbaum, ossia il pelato che fa Lex Luthor nella serie sul giovane Superman. La serie non mi piace, ma quando la trasmettevano tenevo accesa la tv a volume zero solo per vedere lui, e quando compariva alzavo a manetta. Gli hanno messo pure la voce da figo. Quando ha le magliette aderenti con lo scollo rotondo leggermente scostato e piega la testa di lato, darei la testa sul muro (e per la cronaca, il Lex di Mafalda gli assomigliava in maniera agghiacciante, donde il soprannome). Nella categoria «pelati», una nomination va anche al povero Alex Baroni, che mi faceva diventare rossa ogni volta che appariva in tv. E pure al cantante dei Negramaro, che sculetta (ok, lo ammetto, ho un debole per i calvi).



3. Joaquin Phoenix, fratello del defunto River. E voi direte, chi cazz’è sto Gioacchino? Presente il film «Il Gladiatore»? Abbandonate per un attimo il buon Massimo nell’arena (anzi, chi mi sa dire che cosa è successo a Russel Crowe dopo quel film? Si sta decomponendo?). Entrate nella reggia imperiale ed eccolo, là, il buon imperatore Commodo, depravato e debosciato: lui è Gioacchino. In quel film mi è piaciuto talmente tanto che mi ero noleggiata il DVD di «Quills. La penna dello scandalo», film peraltro imbarazzante sul Marchese de Sade. Lui in quel film fa il prete: e lì la scomunica è arrivata davvero.



4. Tom Cruise dei tempi d’oro: dite quello che volete, ma tutt’ora, nelle serate film per donne, «Top Gun» ricopre un ruolo fondamentale, assieme a «Dirty Dancing». E sul culo di Maverick si smorzano i bollori delle presenti alla proiezione.




5. L’attore di colore che fa l’agente Warrick in CSI. Quello con gli occhi verdi, che ha dichiarato di essere stato preso in giro durante tutta l’infanzia per questo strano gioco genetico. Io mi intendo delle leggi di Mendel, caro Warrick, e queste cose mi incuriosiscono. Facciamo una visita approfondita: la prego, si spogli.




È stata una scelta difficile, santo cielo: ho dovuto escludere dalla top five personaggi per altro meritevoli. Ma in conclusione, devo dedicare un pensiero all’uomo della mia vita: peccato che sia morto da settant’anni. A voi il piacere di scoprirlo: perché vanno bene i muscoli, gli occhi, la bocca e tutto quello che ne consegue. Ma uno che mi dice «Ora, a ogni risveglio, provo uno stupore doloroso che tu non sei nelle mie braccia e sul mio cuore. Presente sempre nell’anima mia, presente sempre nel circolo stesso del mio sangue, presente dunque, mi manchi quando mi sveglio?» io lo sposerei. E d’altronde, era pelato anche lui.