giovedì 1 marzo 2007

Mellio cambiiare, noh?

Ok, ok, sono una donna emancipata e perfettamente padrona della situazione: LUI non chiama o non si fa sentire quanto vorrei? Allora chiamo io: a orario casuale, con voce squillante e piglio sicuro. Devo invitarlo fuori, ho voglia di vederlo, ho bisogno di parlargli. Ma aspetto un pochino, magari lavora. O forse è meglio subito, che poi forse deve uscire. Mmmh... E poi, quanti squilli lascio fare prima di riattaccare? La legge delle derelitte prescrive cinque: non troppo pochi (che sennò sembra uno squillino, di cui peraltro ignoro il significato) ma nemmeno troppi (che sennò sembra una rottura di balle di una pazza insistente persecutrice, ancora peggio). E se non risponde? Gli scrivo un messaggio. O aspetto che chiami lui. O richiamo io più tardi. Bè, intanto chiamo.

Rubrica, respiro e tasto invio. Ma niente familiare tuuuu tuuuu dall’altra parte. Niente di niente. Solo un fastidiosissimo FFFFFT. E il vuoto. Riprovo: FFFFFT. Vaffanculo alla ricezione balorda della Tre a cui LUI è abbonato. Bravi, pagate quella sciaquetta miliardaria per la pubblicità, pagatela, mentre lei si tira addosso litri d’acqua davanti a un distributore di benzina o si veste da imbecille davanti a Claudio Amendola che dice «Bello, molto bello». Ma non sistemate le linee, mi raccomando. E intanto io intanto non posso chiamare il mio uomo sexy, alto e profumato, perché il suo cellulare soffia. Anzi, sbuffa proprio.

Ma su, lo dice anche la pubblicità: «Mellio cambiiare, noh?». Ecco, cambiamola, la compagnia, il telefono, la testimonial: ma fatemici parlareeeeee…

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