domenica 30 marzo 2008

Chi cerca (ci) trova - marzo 2008



Venghino siooorrri venghino .... è l'ora delle chiavi di ricerca.
Ricchi premi e cotions.

Anche stavolta delle chicche assolutamente imperderbili.
Tralascerei il ragazzo disperato che ormai da un anno cerca notizie su Patroclo, Achille, Ettore e compagnia danzante.
Stenderei un velo pietoso anche su quelli del partito senza mutande ... in qualsisasi situazione e contesto.

Bene, allaciate le cinture di sicurezza e siate pronti a tutti ...


L’ANGOLO DEI TRASGRESSIVI

parcheggi scambisti (mai frequentati!)
parcheggi scambisti bologna (uno è sicuramente fuori dall’uscita 7)
accompagnatrici bologna no care (ciccio … se vuoi la qualità sgancia la grana … ohhh!)
hotel che quando arrivi ti trovi delle belle ragazze in camera (si chiamamo casa chiuse … una legge le ha bandite alquanti anni fa)
come funzionano gli scambisti ai parcheggi (chiedi a scorpio che ha avuto qualche brutta esperienza …)


I CASI UMANI

ma io ti amo (no dirglielo con questo tono dimesso … “io ti amo, cazzo!” siii decisa/o)
primo appuntamento con un ragazzo cosa dire e cosa fare (comincia con l’evitare di metterti le dita nel naso e siamo già a metà strada)
Come capire se lui ci ama (domanda da un milione di dollari. Manco Jerry scotti fa ste domande)
Come farsi amare da un ragazzo difficile (a noi lo chiedi??? Ma guarda che ci vuole un bel coraggio!)
E’ bello soffrire per amore lui mi dice cosa vuole dire? (è un pirla … o sta tentando di fare culo! In entrambi i casi hai tutta la nostra solidarietà)
Giovanni ti amo ancora ma stai con lei (Bastardoooooooo di un Giovanni … lei ti ama … ufff)


PRONTO SOCCORSO DERELITTA


Psicanalista parcella (chiediamo al dott. Freud … a noi fa un prezzo amico)
Dolore fianco destro + tosse (brutta roba)
Aria nella pancia con dolore e mal di schiena (chiaro sintomo di morte prematura … siamo dottoresse ottimiste)
Beddha psoriasi (caro il mio bel pugliese … non c’è niente di beddho nella psoriasi … che gusti strani…)
Che dottore consultare per la tracheite (prova con l’urologo … vai tranquillo!)


GIULIANONE SEI TUTTI NOI

A chi piace giuliano sangiorgi (a noiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!)
Giuliano sangiorgi con sailormoon (ma perché?)
Giuliano Sangiorgi tromba con sailormoon (ma nooooooooooooooooooooooooooooo)


QUELLI CHE … LA CACCA

Bella cacca (una meraviglia)
Blog stitichezza (noi abbiamo esperienza con uomini stitici … ma di sentimenti, però)
A delle cacche (è una dedica?)
Cacca alano (grande)
Cacca bosco (scomoda)
Cacche tasso (bohhhhh)
Chi mi aiuta a fare la cacca che è dura (spiiiiiiiingi … spiiiiiiingi … bravo!)


QUELLI UN PO’ STRANI

Albero genealogico di raul bova
(deve avere dei gran bei antenati)
Albero genealogico di tutankamon (pensi sia parente di raul bova?)
Ave sistema 45 (vai in pace, fratello …)
Canzone della nannini parla di quella cosa che quando muori va in cielo (aiuto!)
Costume da boia (giriamo la domanda allo stupido … magari sa darti qualche consiglio … anche se il suo era un boia un po’ vacca)
Disegni peli inguine (che impressione)
Diserbatrice (che in se non ha nulla di strano come chiave di ricerca … se non per il fatto che questa e la precedente sono esattamente in sequenza)
Immagini di hello spank vestitito da prete (ma che cartoni animati strani hai visto da piccolo???)


TUTTI IN PALESTRA

Allenamento muscolo nascosto (con l’esercizio invisibile, ovvio)
Camminare veloce fa rassodare l’addome? (ma ne hai da fare di strada, stella!)
Come evitare svenimenti in palestra (rimanendo a casa sul divano … ovvio)
Figure ginniche stretching (prendi la gamba, la tiri sopra la testa e nel frattempo allunghi il braccio nella direzione opposta … se sopravvivi, sicuramente, avrai i muscoli allungati)


CHIEDO ALLE DERELITTE

Come scusarsi con le amiche
(in italiano) mi chiamo silvia e ho bisogno di aiuto (mi dispiace, scusate … CULOOOOO)
Come si chiama la canzone che hanno cantato i pooh al senso della vita (non me lo ricordo … ma facchinetti ha rischiato di lasciare una corda vocale sulla telecamera)
Decalogo della donna perfetta (lo scriviamo subito …)
Decalogo della perfetta zitella (in effetti questo ci viene meglio …)
Perché gli uomini mandano messaggi vuoti? (è già tanto che li mandino … non lamentarti!)
Quanto sono belli i nomi? (chiedilo a chi si chiama Ermenegilda … poi ne riparliamo)
Si possono mettere i sandali con dita curate ma brutte? (ma anche no!)
Mi trovate la sigla di heidiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! (arrangiatiiiiii!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!)


I TOP 5

Il paese dei balocchi con i pu e pinocchio la canzone da cantare subito nel pc (i pu??? ussignur ... scappo lontano che se ti legge cally ti picchia!)
Io vorrei essere pochi giorni nella piega che ha raccolto trai capelli color nodo io piazzato come un nodo (ehhhhhh????)
I cani e i gatti e i cavalli giocano a calcio e dammeli sulla pagina (elvis vive!)
Per te farei di tutto ti penso sempre però cazzo quanto è carino il tuo amico (evvabbè … ma sei una zoccola, però!)

E il vincitore assoluto è ….

Possono i pidocchi di mille cammelli infastidire il culo? (vogliamo conoscerti … assolutamente!)

venerdì 28 marzo 2008

La sfiga ci vede benissimo

Ok, coi personaggi balordi pensavamo di aver toccato il fondo, dopo la meravigliosa Galatea. Ci sbagliavamo. Abbiamo trovato di peggio. Signori e signore, toccate ferro, legno, qualsiasi attributo maschile o femminile in grado di scongiurare il malocchio. Arriva Menagramo.

Raccontare come abbiamo conosciuto Menagramo è complicato. Diciamo che è amico di amici di amici, e che ce lo siamo ritrovato in una festa organizzata da uno di loro. Un bravo ragazzo, per carità. Un po’ tristarello, è vero, ma niente di eccessivo: tipo che sull’album on line ha la foto con la sua lancia delta, il cane (morto) e un paesaggio montano. E ha un sottilissimo difetto di pronuncia sulle sibilanti: la zeppola, per intenderci. E si veste con camicioni sgargianti o addirittura (sob) hawaiani, in tutte le stagioni.

Ma fin qui passi, il mondo è bello perché è vario. Solo che gli amici ci hanno detto e confermato che porta una jella nera. Roba da film. Se lo portano in giro praticamente perché fa pena a tutti, ma in realtà lo temono come la peste. Ed è iniziato il racconto delle malefatte.

Tipo quella volta, al mare, che nessuno se lo voleva caricare sul pedalò. Lo hanno fatto i nostri amici e lui ha detto: «Grazie, ragazzi, se non c’eravate voi dovevo restare in spiaggia». In quella si stacca il pedale del pedalò e il guidatore si fracassa la caviglia contro il ferro. Venti giorni di gesso.

Coincidenze, abbiamo detto noi.

Certo: sempre al mare, sempre pattino, altri coraggiosi imbarcati con lui. Si va a fare il bagno al largo. Lui dice: «Io però non mi fido a stare così lontano…». Tutti lo fanculano e il primo salta in acqua, finendo in mezzo a un branco di meduse. Lo issano sul pattino che sembra un lebbroso, mentre urla «Pisciatemi addossooooo» (si sa che l’ammoniaca aiuta, no?). Lo portano al pronto soccorso, e Menagramo ha anche il coraggio di dire «Eh, ve l’avevo detto io…».

Vabbè, diciamo noi, è normale ci siano le meduse, ad agosto, al mare, se fa caldo… Ma ci invade un senso di inquietudine.

Altro giro, altro regalo: addio al celibato di uno degli amici, si opta per seratona in discoteca corredata da spettacolone di famosissima attrice hard. La signorina in questione deve scendere da una lunga scalinata ed esibirsi in mezzo alla pista. L’uomo apre bocca: «Ma secondo voi, quella scala non è ripida?». La pornodiva esce, sbaglia il primo scalino, cade e finisce in pista planando come il concorde. Spettacolo annullato.

Deglutiamo. Ma non è finita…

La compagnia va a Verona, una sera. Menagramo è in macchina con uno dei nostri amici. Il viaggio procede incredibilmente liscio, arrivano e parcheggiano. Ma ecco l’inevitabile: «Ma sei sicuro a parcheggiare qui? Poi ci ricordiamo come arrivare, non è che perdiamo la macchina?». «Come fai a perdere la macchina a Verona? Dai dai…». Alle due di notte, la macchina non si trova. Nessuno riesce a recuperare la via.
Due ore a cercare, poi finalmente la missione è compiuta. Alle quattro si riparte in direzione Trento: «Eh, lo avevo detto io che era un posto difficile…».

Iniziamo a guardarci in giro, un po' sulle spine.

Un’altra serata, di ritorno da una cena. Si è mangiato e bevuto a volontà. Solita macchina con quattro coraggiosi e il disgraziato. Uno dei passeggeri deve fare pipì e chiede al guidatore di accostare: detto fatto. Ma il destino si esprime per bocca dell’uomo: «Io non mi fermerei qui…». Tutti partono con l’insulto, mentre il guidatore invita quello che era sceso a muoversi: si sporge dalla macchina ma l’amico non c’è più. A quel punto, preso dal panico, scende di fretta dalla macchina, prende una pila dal baule, si avvicina al ciglio e illumina il lato della strada, che si apre su una scoscesa discesa piena di rovi. L’incontinente ci è finito in mezzo, in braghette corte e infradito, perché è scivolato mentre faceva pipì. Viene messo in macchina che sembra San Sebastiano e portato al pronto soccorso.

A quel punto ci è chiaro che non abbiamo scampo, e iniziamo a pensare a come evitare l’infausta conversazione. Ne abbiamo abbastanza di sfiga, senza bisogno di quella altrui.

Ma l’amico non si ferma nel suo ricordare. Arriva la serata in discoteca. Tutti abbandonano le giacche su un divanetto: «Eh, ragazzi, ma non è che è poco sicuro? Non è meglio mettere tutto in guardaroba?». Risposta collettiva: «Ma dai, siamo in venti, nelle tasche non c’è niente…». Tutti si gettano in pista a ballare: mezz’ora dopo, le giacche sono tutte sparite. Tutte, tranne una: indovinate di chi è quella superstite? «Oh, ragazzi, che culo che ho avuto, ah ah ah». Partono valanghe di insulti.

Io e la Mafy stiamo già meditando su come tornarcene a casa, quando uno dei nostri simpaticissimi amici ha la trovata del secolo: chiama Menagramo: «Ehi, vieni qui che ti presento le mie amiche…».
Iniziamo una sequela di silenziose maledizioni e di corna fatte di nascosto. Ma lui è implacabile.
MEN: Allora, ragazze, mi hanno detto che siete di Trento…
C: Sì.
M: Già.
MEN: Bello, pure io abito in montagna.
C e M: …
MEN: Ma cosa fate voi di solito il sabato sera?
C: Ah, bè, dipende.
M: Esatto, dipende.
MEN: Io vado sempre a giocare a bowling con due miei amici. Prendiamo la mia lancia delta e andiamo a giocare. Anzi, loro giocano, io guardo e mi bevo un succo di frutta, perché mi dicono che non sono bravo…
C: Ma come, non ti fanno giocare?
MEN: Eh, no.
M: Ma dai… Che cattiveria.
MEN: No, mi piace guardare. Ma sapete cosa è successo la settimana scorsa?
C e M (terrorizzate): No.
MEN: Eh, ha preso la macchina il mio amico, gli era appena arrivata e voleva provarla.
C e M: …
MEN: Eh, quando siamo usciti non c’era più la macchina.
C e M: Noooo. Rubata?
MEN: No, gli si è incendiata, un corto circuito… Sono rimaste solo le ruote e il telaio. Ah ah ah, poverino, si è anche arrabbiato. Io gli ho detto che era meglio se prendevamo la mia lancia delta, ma si è anche offeso… Voi ragazze siete qui in macchina?
C: Mafyyyyyy, io devo andare in bagno. DI CORSA.
C: Uhh, che tardiiii. Ciao, sai, è stato un piacere…

Siamo fuggite, come due ladre. Ma diteci voi, come fate a darci torto?

giovedì 27 marzo 2008

Scritto (o stampato) nel destino ...

Derelitte al centro commerciale. Vagano con aria annoiata. Hanno già toccato tutti i completino intimi esposti e pure tutti i pigiami. Niente ha catturato la loro attenzione. Una disperazione.

M: uff … manco nelle mutande si trova la felicità …
C: ohhh … questo è un discorso complesso. Dipende sempre da cosa ci trovi dentro le mutante.
M: Amica … ma sei sconveniente!!! Brava.
C: azzie, azzie.
M: ma io parlavo dei completino intimi … uff … neanche quelli mi regalano un attimo di gioia. Ahhhhcomesoffro.
C: ma se ne hai milioni, di completini.
M: lo so. E alcuni hanno ancora l’etichetta … mai messi!
C: Appunto … non ti pare il caso di cominciare ad usare quelli?
M: grazie, amica, gira il coltello nella piaga … con chi li uso i completini??? Con te??
C: no, no … c’hai troppe poche tette … non mi piaci.
M: ecco … lo sapevo.
C: dai che andiamo in libreria, su …
M: uff.

C: tocchiamo tutti i libri, che bello!
M: …che gioia, che gaudio, che giubilo!!!
C: uh, guarda! Una collezione di poesie russe.
M: imperdibile! Sono in lingua originale?
C: smettila, acida! Tu cos’hai trovato?
M: il libro su i serial killer.
C: allegro … Dai, lascia lì gli assassini che andiamo a cercare qualche cosa di carino …

M: uhhh … Cally, guarda qui. “Il libro delle risposte d’amore”
C: bello … ma come funziona?
M: devi accarezzare il cuore sulla copertina, concentrarti, fare una domanda e poi aprire, a caso, una pagina. Il libro ti darà la risposta!
C: Paura!
M: Cazzata, direi!
C: Proviamo …
M: vai, inizia tu … accarezza il cuore!
C: oddio che impressione … sembra un gatto!
M: sssss … concentrati … e fai la domanda.
C: perché gli uomini ci fanno culo?
… La risposta è nel vento

C: nel vento? Ma se fuori c’è la bufera. Che vuol dire?
M: ma che vento e vento? La risposta è che gli uomini sono storti. Punto.
C: anche quello è vero.
M: proviamo con una domanda più semplice. Passa il libro.
C: accarezza e poni la domanda
M: oddio … ma adesso fa anche le fusa?
C: miaoooo … dai … interroga il libro
M: “un giorno, qualcuno, si innamorerà della derelitta Mafy?”

… E’ la domanda sbagliata …

C: ma come??? Ma che risposta è?
M: pure il libro si mette a rompere … ma la domanda la faccio come voglio … ma saranno robe!
C: dai, riprova …
M: ok, giriamo la domanda “Rimarrò sempre derelitta?”

… Hai tutte le carte in regola …

C: …
M: amica??? Cosa ridi??? Non c’è nulla da ridere!
C: ma noooo, non ridevo. Dai, su … e adesso dove vai con quel libro?
M: alla cassa.
C: ma lo comperi?
M: certo …
C: ma dai, è una stupidaggine, lascialo qui.
M: no, no … questa sera devo accendere un falò!
C: ahhhecco!

mercoledì 26 marzo 2008

Dimmi quando tu verrai ...

C: Amica, hai letto questo studio?
M: Passa qua, di che si parla?

UN MINUTO e mezzo è poco, cinque minuti sono adeguati, otto auspicabili e venti troppi. Di che cosa si parla? Naturalmente dei tempi dell'amplesso perfetto. Grazie ad uno studio pubblicato sul numero di marzo del «
Journal of Sexual Medicine» si mette un punto su una delle questioni più dibattute della sessualità: il sesso normale dovrebbe durare dai tre ai tredici minuti.

I risultati dell'indagine effettuata sui medici, ai quali è stato chiesto di definire dei tempi in base a quattro parametri - adeguato, auspicabile, troppo breve e troppo lungo - sono i seguenti: un amplesso tra i tre e i sette minuti è adeguato, tra i sette e i tredici è auspicabile, troppo breve da un minuto a due e troppo lungo dai tredici ai trenta minuti.

M: Ma siamo fuori di testa? Tra tre e sette minuti di adeguato non c’è proprio niente… Anzi, sì, forse la cottura di un uovo sodo.
C: E poi, «auspicabile» tra i sette e i tredici? A me pare il minimo sindacale…
M: Amica, «troppo lungo» sopra i tredici… Ma siamo impazziti?
C: Non ci siamo, né per minutaggio né per centimetri, se vogliamo essere raffinate! Capisco dopo mezz’ora, che una si stufa e comincia a pensare al colore della pittura sul soffitto…
M: Vabbè, ma in quella mezz’ora non è che stai lì inchiodato, puoi rotolarti un po’…
C: Ah, bè, allora vanno bene anche un paio d’ore…
M: Ci terrei a far notare che da un minuto a due è troppo breve. Grazie per avercelo detto.
C: Mamma, una stretta di mano dura di più… Che affanno…

C'è però da chiarire ancora un aspetto fondamentale. I tempi illustrati dalla ricerca, che individuerebbero quindi la normale durata del rapporto sessuale tra i tre e i tredici minuti, non includono i preliminari.

C: Noooo, ma tu pensa… Io credevo che nei tre / tredici minuti fosse compresa anche la cena pre-coito.
M: Io pure l’aperitivo. Siamo due ingenue.

«Il modello sessuale ideale per l'uomo - ha detto il dottor Corty - è quello dalle dimensioni enormi, dall'erezione facile e capace di sostenere un'intera notte di attività sessuale. Sembra che molti uomini e donne vivano di questa fantasia. I risultati del mio studio forniscono dei dati reali, non un modello ideale».

C: Eh, che schifo di modello, proprio…
M: Ripugnante. Vuoi mettere con quello che ci mette tre minuti? Almeno hai tutta la notte per dormire e la mattina ti svegli senza occhiaie! Fresca come una rosa!
C: Esatto, questa sì che è vita!

«Tutte le generalizzazioni riguardanti l'adeguata durata dell'amplesso dovrebbero essere prese con cautela», ha ricordato Alex McKay, ricercatore del Consiglio Canadese di educazione ed informazione. A tal proposito bisogna ricordare che la giusta durata del rapporto non è semplicemente quantificabile con il tempo impiegato dall'uomo per raggiungere l'eiaculazione ma dovrebbe includere anche il tempo di raggiungimento dell'orgasmo da parte della donna. Insomma ben vengano i tre minuti se anche la donna ha raggiunto il suo piacere.

C: Ah ah ah ah, come sono simpatici ‘sti canadesi…
M: Tre minuti per raggiungere il piacere? Ma in tre minuti non ti accorgi nemmeno di quello che sta succedendo! Il tempo di realizzare e quell’altro è già lì che si fuma una sigaretta e ti fa un grattino. E tu a chiederti cosa ti sei persa, perché ti pareva di aver avvertito una simpatica presenza…
C: Oddio, vuoi vedere che anche Giuliano la pensa così? «Tre minuti, solo tre minuti ma non li sprecherei…».
M: Smettila subito…

Sandra Byers, psicologa del dipartimento di sessuologia dell'Università del New Brunswick, sostiene che i risultati delle sue ricerche dimostrano che uomini e donne vorrebbero spesso che gli amplessi durassero più a lungo di quello che avviene nella realtà e che tutti auspicano una migliore comunicazione sull'argomento. «Non capisco come facciano i miei colleghi a rispondere in numeri - ha dichiarato la dottoressa Byers - il tempo ideale del sesso è quello che serve ad entrambi i partner per divertirsi».

C: Vedi che le donne sono più pragmatiche? Altro che triste minutaggio!
M: Esatto: l’amplesso dovrebbe durare il tempo necessario perché entrambi i partner si divertano!
C: Non è la quantità, ma la qualità che conta! Se poi vanno pure appaiate, tanto meglio…
M: Amica, siamo due buongustaie… Ma secondo te, questi medici si misurano ancora il pisellino col righello durante i convegni? No, perché mi pare che le ricerche siano così intelligenti…

martedì 25 marzo 2008

La brummm del capo ....

In casa Mafaldi a Pasquetta è tradizione lavare le macchine.

Ma non è che si lavano normalmente ... nooo ... è come se si dovesse andare ad un matrimonio ... il proprio. Si lavano, sgrassano, aspirano, lucidano ... insomma ... a fine lavoro è come se fossero appena uscite dal concessionario.

A macchine appaiate, sotto un timido e appena tiepido sole, io e mio padre ci siamo lanciati in una gara “dai la cera togli la cera” ... giudice supremo: la mamma.

P: Ma sai, Mafy, che è proprio carina la tua macchina?
M: Eh, si ... mi piace proprio ... è bella ... e poi va un gran bene.
P: ero un po' scettico ... ma mi devo ricredere. Ottimo acquisto
M: ehhh ... sai ... quando una ha il buon gusto e sa scegliere ...
P: seee ... come con gli uomini?
M con l'aiuto di mamma Mafalda: MOSTROOOOO!!!
P: uhahahahahahaha
M: guarda che ti lancio la maledizione del “piccione scagazzone” ... ogni volta che lavi la machina passerai sotto uno stormo di piccioni ... e trac...
P: ... dai, dai, metti il polis che sto vincendo ...
M: uff ...


Un'oretta dopo, con le due auto sbrilluccicanti e un primo posto exequo (la mamma non ha avuto il cuore di scegliere) ...

P: Mafy ... ma ti ho mai insegnato come si cambia una ruota?
M: ma sei fuori??? ma no ... figurati!
P: e se dovessi bucare?
M: ecchesfigaaaa! Che discorsi ... ti chiamo, ovvio! ... e poi, mi ci vedi a cambiare una gomma ... non esiste.
P: vabbè ... non esiste nemmeno rimanere come una pirla su una strada
M: ma senti ... sono bionda ... se buco esco, scuoto i capelli ... si fermerà qualcuno a darmi una mano, no?
P: ....
M: ho detto: si fermerà qualcuno a darmi una mano, no?
P: ... dai, prendi il crick!
M: sgrunt!

venerdì 21 marzo 2008

Abbatti la Pasqua

Si avvicina la Pasqua e le derelitte sono a dieta ... sob!

Per questo, nel farvi gli auguri, vi invitiamo a giocare al nuovo videogame della primavera: "ABBATTI LA PASQUA"




Potete scegliere il vstro personaggio preferito, la Mafy, armata di carabina o la Cally, munita di martello, e vincere nella dura lotta contro i tremendi chili di troppo, viscidamente nascosti da allettanti peccati di gola tipicamente pasquali.

Buon divertimento e un augurio a tutti voi che passate di qua.


P.S. quelle in alto sono delle colombe... assomigliano a cactus/patatine chipster/farfalle deformate ... ma fidatevi ... sono colombe

giovedì 20 marzo 2008

Per un pugno di centesimi

Martedì: considerando che il lunedì è il mio giorno libero e io l’ho passato a sputare pezzetti di polmone in giro per casa, potete immaginare che il martedì non stavo abbastanza male per mettermi in malattia.
La dura legge delle derelitte, no? Ci si ammala solo se c’è qualcosa da fare…

E così me ne sono andata, con voce ancora modello «imbuto» e una voglia tendente allo zero assoluto, a guadagnarmi la pagnotta. Alla fine della scuola, notevolmente sollevata, scendo le scale dietro a due ragazzine.

R1: "Quindi ho pensato che se non mi risponde al messaggio, evidentemente non gli piaccio abbastanza…"

R2: "O che ha finito i soldi nel cellulare!"

Beata gioventù squattrinata, beate illusioni: arrivate alla nostra età, scopriranno che l’unica soluzione veritiera è la prima... Ma chi ha il coraggio di dirglielo adesso?

mercoledì 19 marzo 2008

Grrrrrrrr ...

Chiedo a voi, amici blogger: uno avrà il sacrosanto diritto di stare male e di non voler che la gente gli rompa i coglioni? (perdonate la finezza ...)
Ora, io sono bravissima per quel riguarda la prima parte di frase, ovvero è un periodo che mi riesce un gran bene stare male, ma sono assolutamente una ciofeca nel far capire alle persone che gradirei un momentino di tranquillità.

Ieri mattina arrivo in ufficio, dopo una notte completamente insonne, dotata di un mal di testa da competizione e un umore con una gradazione cromatica compresa tra il nero antracite e il nero di seppia. Raggiungo la mia scrivania, accendo la radio e mi metto a lavorare.
Dopo mezz’ora arriva Anna, una collega. Ha un appuntamento con il capo ma lui è occupato al telefono. Lei decide di aspettare e si siede di fronte a me approfittando dell’assenza del mio baffuto collega d’ufficio.

A: Mafy, tutto bene?
M: (una meraviglia!) Si, grazie.
A: non si direbbe. Hai due occhi stanchissimi, sbattuti, strani e il viso tirato.
M: (e poi? Che ne so … anche l’alito puzzolente?) grazie.
A: nooooo … è che solitamente sei sempre sorridente. Che hai?
M: niente, sto bene, grazie.
A: no, non può essere… dai, racconta tutto alla tua Anna.
M: (manco morta!) tic,tic,toc,tic (digitando sulla testiera )
A: hai litigato con il moroso?
M: no.
A: dai, quando una ragazza ha quel muso lì è perché ha litigato con il fidanzato.
M: non ce l’ho il fidanzato.
A: non hai il fidanzato? E come mai?
M: (sguardo di fuoco)TIC, TIC, TOC, TIC (martellando sulla tastiera)
A: allora problemi sul lavoro?
M: (mi fa solo schifo, ma va tutto bene!) no!
A: allora è la salute?
M: (porta sfiga) Anna, guarda … se fossi un uomo mi toccherei. Vogliamo cortesemente evitare?
A: ma deve esser qualche cosa… hai l’aspetto di chi ce l’ha con il mondo.
M: non ce l’ho con il mondo … è lui, eventualmente, che ce l’ha con me.
A: ahhahahahahahah sei sempre simpatica
M: (… come un dito in un occhio) ehhh … un casino, proprio!
A: ma non va mica bene, sai … devi andare in ferie … assolutamente!
M: (bastaaaaaa … lasciami stareeee!) Anna … senti … ti chiamo io quando si libera il capo … che dici?
A: ma noooo … rimango. E’ così piacevole fare due chiacchiere.
M: … grrr …

Per grazia di Dio si apre la porta del capo. Lei si alza, va verso l’ufficio e, rivolgendosi a lui, dice: “Non ti sembra che Mafy stia poco bene? Guarda che brutti occhi che ha!”
C: “è vero, Mafy, va tutto bene? Hai uno sguardo strano. Non va mica bene così, mi sa che si un po’ troppo tirata. Devi far qualche cosa”
Entrano in ufficio e chiudono la porta …

Saprei io cosa fare … mandarvi a cagare, tipo … E’ che sono troppo educata per farlo …

Suona il telefono.
M: “pronto”
C: “ ciao Mafy … ma che voce strana… tutto bene sì?”
M: “si”
C: “non si direbbe … sicura di star bene? Guarda che non devi trascurarti … non è che magari hai bisogno di un po’ di riposo?”
M: “Tutto bene, Carla, grazie! Ti serviva qualche cosa???”
C: “no, no … tu non stai bene …”

MA BASTAAAAAAAAAAAAA!!!!

… le buone maniere, evidentemente, non servono.
Tatuarmi sulla fronte “Fatevi i cazzi vostri” mi pare poco elegante e anche rispondere con un “mavaffanculooooooooooooooooooo” mi pare poco fine.
Avete qualche suggerimento?
Una formula magica, un rito vodoo, una mossa mortale di qualche arte marziale sconosciuta … va bene qualsiasi cosa!

martedì 18 marzo 2008

Sexy line

Ok, ok, l’avevo detto che ero senza voce: anche mia nipote, malata pure lei e con un raffreddore curabile solo con l’idraulico liquido, oggi al telefono mi ha detto con tono melodrammatico: «Ziaaaa, ma che voce hai? Sembri un maschioooo…».

E passi, dalla nipote, che i nipoti sono piezz ’e core. Ma il parente che non si sente mai, si può abbattere a fucilate?

Ore 20.00 di ieri: sono a tavola con mamma e papà e ingurgito una minestrina. Suona il telefono. In preda a un attacco di cortesia e momentaneo obnubilamento della coscienza, vado a rispondere.


C: Pronto?

X: Roberto?

C: Prontoooo?

X: ROBERTO? Ciao, son el zio Bepi.


(per la cronaca, Roberto è il nome di papà Callisti e lo zio Bepi è il classico parente spaccacazzi che si sente una volta l’anno in occasioni funeste, perlopiù)


C: Ehm, no, a dire la verità sono Callista.

X: No te sei el Roberto?

C: No, sono la figlia, zio.

X: Oh madonna. E che voz g’hat? (E che voce hai?)

C: Eh, sono raffreddata, sai.

X: Fate curar, madònega! (Fatti curare, madonnina!)

C: Eh, lo sto facendo.

X: Ma ‘sa fat a casa? No te set sposada? (Ma cosa fai nel paterno ostello? Non ti eri sposata?)

C: No, zio, non mi sono mai sposata io. È mia cugina, quella.

X: Ah, ma vara che l’è tardi, te deventi vecia, eh… Ah ah ah… (Ma guarda che è tardi, diventi vecchia, ah ah ah…)

C (stritolando la cornetta): Ehhh, le aspettative di vita si sono allungate, per tua fortuna…

X: Cossa? (Cosa?)

C: No, niente… Volevi parlare col papà? Te lo passo?

X: Sì sì, ancoi to nona la compiria 97 anni, volevo ricordaghelo… (Oggi la tua defunta nonna compirebbe 97 anni, volevo ricordarglielo)

C: Ehh, che bel pensiero, grazie… (Allegriaaaa…)

X: E curete, che con ‘sta voze te me fai empression… (E curati, che con sta voce mi fai impressione).

C (masticando un pezzetto di fegato): Sì, zio, grazie.


Qualcuno ha soluzioni da suggerire? Non per la voce, per uccidere il parente, ovvio…

lunedì 17 marzo 2008

anche in trasferta ... un disastro

Nei prossimi giorni scriverò un resoconto del blog raduno, prometto, ma per oggi solo un brevissimo racconto per testimoniare che, anche in trasferta e da sola, il mio status da derelitta non muta.

Ore 3.40.
Locale ancora pieno. Musica alta.
Tantissima gente.
Alcuni amici blogger hanno già abbandonato il campo. Rimaniamo in 5.
Le tre bolognocche, lo stupido ed io.
Tutti in cerchio ad urlarci allegramente nelle orecchie.
Si avvicina il caso umano della serata ... a chi si può avvicinare?
Ovviamente alla derelitta ... che domande ...

C.U.: "Ciao!"
M: "Ciao"
C.U.: "uno di voi mi potrebbe dare un sigaretta?"
M: Mi dispiace, non fumiamo!
C.U.: (avvinandosi e mettendomi una mano sulla spalla) "ma come? in cinque nessuno fuma?"
M: (toglimi subito la mano dalla spalla!!! grrr) "ehhh, sai, siamo salutisti!
C.U.: "allora andate al mare nudi"
M: (??? etteppareva ... non solo puzza ... è pure scemo) "no, ho detto salutisti ... non naturisti. Vuol dire che non fumiamo, non che andiamo al mare nudi!"
C.U.: "Peccato"
M: ... (battutona!!! ah, ah, ah)
C.U.: (facendosi un po' più audace e spostando la mano dalla spalla al fianco) "posso dirti una cosa?"
M: (facendo un agile balzello e togliere la mano dello sconosciuto.) "Dimmi" ( e con gli occhi "se mi tocchi ancora ti mordo!")
C.U.: "sai che sei carina?"
M: "grazie!" (posso anche scuotere i capelli che sono freschi di parrucchiera... evviva")
C.U. "ma sei snob?"
M: (ottimo approccio ... complimentoni, proprio!) "ma è una domanda o un'affermazione??? Comunque no, non sono snob! "
C.U. "una domanda ... cioè ... hai mai pensato di assomigliare ad una che ti assomiglia così puoi assomigliarle in quel che fa. Cioè assomigliare ad un'altra che ti assomiglia ... capito?"
M: ehhhhhhhh??? (giro la ruota, compro una vocale, telefono a casa e chiedo pure l'aiuto del pubblico!)
C.U. "meglio che me ne vada, vero?"
M: ... (potrebbe essere un'idea ma non so come dirtelo senza sembrare scortese ... se sto in silenzio e sorrido funzionerà?)
C.U. "ciao, allora, buona serata naturisti!" (facendomi l'occhiolino)
M: (ha funzionato ... a ridaie con sti naturisti!) "ciao"

... ma si può??? ma uno mediamente normale, mai?
Manco in trasferta???

sabato 15 marzo 2008

Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio...

Dopo tre giorni di voce a zero e tosse stizzosa, mi sono decisa ad andare in farmacia: più che altro per evitare ai miei studenti la gioia di fare lezione con Barry White.

La farmacista mi guarda con occhio clinico: «Ma e le tonsille? Sono rosse?»

C: Non lo so, ma non ho mal di gola… Ho solo tosse e sono afona.

F: Mmmmh… Sicura? Non è che ha una tonsillite?

C (facendo le corna sotto il bancone): Non le ho guardate, ma credo di no…

F: Mmmmhhh…

C: Coff coff… Coff…

F: Uhhhh, che brutta tosse che ha: non è che ha una bronchite?

C (toccando ferro): A dire il vero ho già dato, e i bronchi sono liberi.

F: No, perché è proprio brutta brutta… Le fa male quando tossisce?

C (pensando a “Moulin Rouge” e a Satine che sputa sangue per la tubercolosi): No.

F: E non ha febbre?

C (facendo scongiuri a destra e a manca): No.

F: Uh. Strano.

C: Senta, per cortesia, mi dà qualcosa per la voce, più che altro?

Ed esco dalla farmacia col mio bravo sacchettino, maledendo l’orrenda iettatrice.

Stamattina a ricreazione.

Bidella: Prof, sta male?

C: Eh, ho un po’ di tosse…

B: Ma che brutti occhi che ha… Non ha la febbre?

C (e daje): No, perché?

B: Ma sì che ce l’ha… Venga qui…

E la bidella mi caccia mani in faccia per misurare la temperatura: manca solo un bacio in fronte e sembrerebbe mia mamma. Che soddisfazione essere la più giovane della scuola…

B: Ma sì che la ha… Venga qui che gliela provo col termometro e intanto le faccio il caffè.

C: No, grazie, niente caffè…

B: Un the, allora. Venga qua.

E in men che non si dica mi ritrovo seduta sulla brandina per gli studenti che stanno male col termometro sotto il braccio: inutile opporre resistenza. Dopo tre minuti la bidella dà il suo inattaccabile giudizio.

B: Gliel’ho detto, ha 38 e mezzo.

C: EH?

B: Ah, gli occhi non mentono mai… Chiamiamo a casa e la facciamo venire a prendere?

C: Eh, no, grazie, mi arrangio…

Per la cronaca, sono sul divano con coperta in pile e tisana a go go.

Per la cronaca, stasera ci sarebbe stato, a Bologna, il blog-raduno organizzato dalle Bolognocche.

Per la cronaca, avevo già pagato anche l’albergo.

Qualcuno ha il coraggio di commentare?

venerdì 14 marzo 2008

Derelitte al cinema


Io e la Mafy qualche sera fa siamo andate al cinema a vederci «Sweeney Todd».
Patite come siamo di musical, ma soprattutto di Johnny, mica pensavate che ce lo facessimo scappare…

Ora: ovviamente potevamo andare a vedere il film con un uomo per uno, cosa credete; solo che non c’è gusto! Andare al cinema con un uomo a vedere Johnny è come entrare in pasticceria essendo a dieta: una pena. Non ci si può sdilinquire in commenti estatici sugli occhi, le mani o il didietro del bell’attore: non è elegante, di fronte a un altro uomo, siamo pur sempre delle signore.

Ok, un uomo ti tiene la manina, ti imbocca coi pop corn, ti copre gli occhi se ci sono scene di paura. Ma suvvia, il commento libero su Johnny non ha prezzo.

Sob.


E ora, la nostra personalissima recensione sul film, da vere critiche ed esperte di cinema.

Johnny è bono anche quando è bianco come la morte, con le occhiaie, un dente marcio e pure (anzi, soprattutto) quando è pieno di sangue. In quei momenti, infatti, gli si attacca pure addosso la camicia, che è un po’ troppo larga ed abbottonata, secondo noi. I pantaloni a vita alta stretti nel sedere sono invece promossi. Al cento per cento (ussignur). Se ciò non bastasse, Johnny canta pure come un usignolo, e ha una voce da battere la testa sul muro. Gnam.


La protagonista femminile. Uhm… C’era una protagonista femminile?


Il giudice cattivo? Uhm… C’era un giudice cattivo?


Il barbiere italiano modello «pizza, spaghetti e mandolino». Uhm… C’era un barbiere italiano?


Insomma, è stato proprio un gran bel film…



(Scherzi a parte, ci è piaciuto molto. Consigliato!)

mercoledì 12 marzo 2008

Dereclassifica show

Sono un gatto sul tetto che ascolta ... tutto come fosse la prima vooooolta ....!!!Superderelittoneeeeeee ... miaooooooo!!!

Signore e Signori sono il vosto Maurizio Seimandi (biondo e con un gatto per amico ... più derelitto di lui chi c'è?) che vi presenta la Dereclassifica show.
Per iniziare alla grande chiamerei in studio le due madrine ufficiali ... le derelitte!!!

applausi, applausi, applausi.

Liberamente tratta da “Non me la menare” dal sempreverde Max Pezzali
... ecco a voi ... Mafy e Cally in

“Non ce la tirare”

Tu che tra i pianeti ci continui a seguire
intanto noi facciamo sempre brutte figure
Giusto per scherzare fai tornare anche gli ex
e noi nel frattempo moriamo di stress
Quando c'è un uomo che vogliam conquistare
Tu culo certamente gli fai fa-re
A tutti tranne a quei 4 sfigati
che son svegli e furbi come degli arrosti brasati

Non ce la tirare
non capiamo cosa vuoi
Togliti dai piedi
e fai vivere anche noi
A noi piacciono le maglie glamour
i tacchi alti sotto i jeans
e scuotere i capelli
come fossimo in un film


Noi che siamo in dieta e agognano la pappa
tu che sei bastardo e ci fai crescer la chiappa
Dalla parrucchiera andiamo per farci belle
usciamo pettinate e piove a catinelle
Noi che in palestra andiamo per faticare
ma c'è la panzer ci vuole am-maz-za-re
Dicono che noi non siamo male ma
sfiga ne abbiamo un po' ... ma vuoi capirla o no?

Non ce la tirare
non capiamo cosa vuoi
se porco bastardo
ma perchè ce l'hai con noi
A noi piacciono le maglie glamour
i tacchi alti sotto i jeans
e scuotere i capelli
come fossimo in un film


Noi che siam sempre sane come pescetti
arriva il week end e diventiamo cessetti
stese nel letto o in bagno a vomitare
ma solo se c' è qualcosa di figo da fare
due giorni a star male e maledire il pianeta
e lunedì pronte e fresche come seta
Dicono che noi non siamo male ma
sfiga ne abbiamo un po' ... ma vuoi capirla o no?

Non ce la gufare
e fatti i cazzi tuoi
che sei un gran bastardo
ora è chiaro pure noi
ma sta attento bel pianetino
vita breve hai lassù
a forza di sassate
prima o poi ti tiriam giù!

Applausi, applausi, applausi, applausi ...

Alla prossima puntata...
Superderelittoneeeeeee ... miaoooooooo!

Più Memole per tutti ...

Ma tu pensa… A me pareva che la mia amica Ubi si fosse sposata diversi mesi fa… E invece no, è arrivato il giorno del matrimonio. Ora, qualcuno me lo spiega perché pure io sono vestita da sposa? Ci pensa la futura moglie: «Ovvio, Cally, sei la mia testimone… Devi vestirti così anche tu…». E vabbè, mi rimetto di buon grado al volere: il bianco, in effetti, mi dona assai. Vestito senza spalle, con un po’ di strascico. Semplice. La mia amichetta mi rifila in mano un bouquet di fresie e felci. Una tonnellata di felci, e altrettante fresie. Pesa da morire. Ma scuoto i capelli. Anzi, no, che sono raccolti. Io e la sposa usciamo mano nella mano da casa sua: ussignur, sembra un matrimonio gay. Ma siamo bellissime e tutti ci fanno le foto.

Poi entro in una stanza. Toh, sono in jeans e la sposa è scomparsa. Ma sul letto c’è la Mafy, che mi saluta e mi parla sottovoce: «Cally, devo dirti una cosa che non sai». Ohmadonna, che sarà mai? LUI fa culo? Nessuna novità… LUI mi tradisce? Idem, mica siamo insieme, e poi non mi ricordo manco come è fatto senza maglietta, figuriamoci senza pantaloni…

No, niente di tutto ciò: la Mafy mi guarda con aria misteriosa: «Devo dirti che è tutto l’inverno che vado a sciare con il tuo ex collega, Luca…». La Mafy che scia? Oh mamma. A parte l’assurdità della cosa, non ci vedo niente di scabroso, quindi spero nei risvolti… «Ma scusa, non c’è niente di male, perché non me lo hai detto?». «Nooo, non hai capito… Adesso ci candidiamo anche per le elezioni». Panico. «Cosa?». «Sì, per il partito di Memole dolce Memole». Ah, bè, certo, dopo Cicciolina, in effetti, mancava un folletto in parlamento. «Scusa, Mafy, che partito è?». «Ma come, non lo conosci? Abbiamo anche un motto: “Per imparare a volare”». E la Mafy inizia a saltare sul letto. Deve essere successo qualcosa in questa settimana in cui sono stata a Roma. Non sta mica bene, questa donna…
«Guarda, Cally, hai visto? Abbiamo anche la divisa, ti piace?»
Ehhh, bellissima: la mia amica ha un paio di calze a righe orizzontali lilla e gialle, un berrettino a punta dello stesso colore, un vestitino assurdo e i capelli violetti legati in due codini.

Grazie al cielo sul terzo saltello della mia amichetta, è suonata la sveglia: dite che il sushi mi fa male?

martedì 11 marzo 2008

E.T., telefono Caaaaally!

L’altra sera ho riacceso il telefono attorno alle dieci e mezza, dopo aver assistito a un gioioso concertino.

Biriùùù (solito suono glamour), messaggino della mamma: «Vai piano in macchina», come se dovessi fare mille chilometri. Biriùùù, messaggino della Mafy: «Cosa mi sono persa?». Niente di che, ma due risate ce le facevamo, se venivi. Biriùùù: ho chiamato alle 22.19. Mittente: Lillo. Lillo? Il nostro amico blogger? Ma che carino, ha chiamato per vedere come stanno le sue derelitte preferite. Lo richiamo subito.

Tuuuuuu… Primo squillo.

Tuuuuuuu… Secondo squillo.

Tuuuuuuuuuu… Terzo squillo.

Prevedendo la legge delle derelitte un massimo di cinque squilli, sono in procinto di riappendere. Ecco, ci fa culo pure Lillo, anche se ci ha chiamato lui dieci minuti prima. Uomo. Incostante. Mostro.

Tuuuuuuuuuuuu… Quarto squillo.

L: Pronto?

C: Lilloooooo…

L: Ciao, Cally!

C: Tesoro, come stai?

L: Benissimo, cara, e tu?

C: Tutto bene, ero a un concerto…

L: Ah, brava, io ad allenamento, sto andando a casa.

C: Ho visto che mi hai chiamato, avevi bisogno o volevi solo salutare le tue amiche trentine?

L: Ah, no, a dire il vero non era per te la telefonata…

C: Eh?

L: Nel senso, ho sbagliato a chiamarti. Volevo telefonare a CASA e siccome sto guidando mi è scappata la chiamata a CALLY.

C: Lillo, me lo dovevi proprio dire, vero? Non potevi fingere?

L: Vabbè, ma ti saluto volentieri! Come sta la Mafy?


Ah, come siamo richieste noi, nessuna…

lunedì 10 marzo 2008

Perchè perchè la domenica mi lasci sempre sola?

Cally e LUI si stanno salutando dopo una domenica passata insieme: sono in piedi fuori dalla maschia macchina. Fa stranamente caldo: la vostra derelitta è in maglietta e LUI in camicia. Ma la Cally è previdente, oltre che protettiva: guarda l’uomo con aria materna e gli dice «Stella, non è che prendi freddo in camicia? Che c’è un po’ di arietta, sei appena stato malato…» (sottinteso «Ti sei appena lamentato per una settimana, fammi un piacere copriti, che non ti sopporterei ancora…»). LUI fa l’uomo duro: «Nooo, sto benissimo, tu piuttosto, non è che ti ammali?». Oddiommiocom’ècarino. Si preoccupa per me. «No, no, io sto bene, ho la maglietta, grazie».

LUI sorride, si china e mi schiocca un bacino. Io gli getto languidamente le braccia al collo. Momento impeccabile: Nettuno, fammi morire adesso, che sono felice, occhi negli occhi con quest’uomo alto, sexy e profumato.

E invece no. Manco la morte felice mi è concessa. Il Nettuno si volta, adduce come scusa il fatto che siamo fuori dal suo campo visivo. Perdonami, Nettu, se non si può parcheggiare in piazza Duomo! Al posto della benevola divinità, entra in scena, invece, il pianeta rompipalle dispettoso, guastatore di idilli e perturbatore di neuroni maschili, fratello minore del pianeta porco bastardo. Che affanno.

L: Uh, però sai che hai ragione? Non fa mica caldo, c’è l’arietta. Prendo la giacca.

LUI fa due passi verso la macchina. Io gongolo, visto che quella giacca gli sta benissimo. Apre la portiera, si arresta un attimo, scuote la testa e torna indietro. Senza giacca.

C: Ma non ti vesti?

L: Ma no, tanto ho pensato che vado tra un attimo… Così mi ascolto la partita in macchina, no?


Abbandonata per ventidue deficienti in calzoncini. Forse se mettevo la minigonna potevo osare la concorrenza, visto che a Roma, a forza di camminare, mi sono venuti due polpacci come Roberto Carlos.

venerdì 7 marzo 2008

Roma caput mundi

Sono tornata da un'ora. Credo.
A dire la verità, il mio cervello è stato disintegrato da cinque giorni di gita scolastica (pardon, viaggio di istruzione) in cui ho fatto di tutto, dalla guida turistica all'infermiera, dalla consulente sentimentale alla PR, dalla mamma alla badante.
Ho dormito una media di 5 ore per notte. Mi sono lavata con l'acqua gelida tutti i santi giorni, giacchè la mia doccia non voleva saperne di sputare acqua calda. Ho fatto chilometri su chilometri a piedi, in metro, in autobus. Ma ne è valsa la pena. Ho gli occhi e il cuore traboccanti. Roma a me fa un singolare effetto: mi fagocita, mi mastica, mi digerisce e mi sputa, tenendosi l'anima. Questo di solito: con una classe di venti strepitosi ragazzi è ancora peggio. Se trovate un ventricolo, due reni, un polmone e tutto l'intestino in piazza Navona, è roba mia, grazie. Le lacrime le ho lasciate a San Giovanni in Laterano, dove i miei fanciulli mi hanno fatto uno dei più bei regali che ho mai avuto in vita mia. Grazie. Ma questa è un altra storia che poco c'entra col blog...


Veniamo quindi alle domande fatali...

1. Cally, l'hai vista la meraviglia, ossia il romanissimo Er bistecca?
No, non l'ho manco chiamata. Ho vinto qualche cosa?

2. Cally, hai incontrato qualche blogger?
No, ahimè. Devo chiedere pubblicamente scusa a Greg, visto che due mie studentesse hanno pensato bene di stare male l'unica sera utile per incontrarlo, e pure a Giulianissima, con cui avevamo in programma almeno un caffè. Ma temevo che avrei avuto pochissimo tempo per bighellonare in solitudine. Peccato, sarà per la prossima, al più presto.

3. Cally, quanto stanca sei?
Giusto un pochino... Zzzzzzzz... Stonf. (testa che cade sulla tastiera)


Queste poche righe solo per assicurarvi del mio ritorno: non mi sono sposata, non sono fuggita all'estero, non ho divorziato con la Mafy. Callista is back. Ma morirà domattina, visto che ha la prima ora.

Baci e abbracci.

... grazie della fiducia ...

L’altra sera a casa dei miei.
Dopo cena sorseggio il caffè (d’orzo … che mi fa anche un po’ schifo) chiacchierando del più e del meno con la mia mamma.
In sottofondo la tv. Parte un servizio sulle bellone ancora single.

Manuela Arcuri: “sono single, gli uomini hanno paura di me, si intimoriscono. Ma non ho fretta, nel frattempo mi diverto, faccio sesso, lavoro ed esco con gli amici. Essere single non è per niente male”

Valeria Marini: “sono assolutamente single. Ho tanti interessi nella vita. Cerco il principe azzurro. Non mi interessano amori frivoli. Mi piace essere questa condizione”

Anna Falchi: “ dopo la mia delusione in amore adesso voglio divertirmi. Certo che sono pronta ad innamorarmi … ma per il momento mi godo questo periodo da single. In fondo, è divertente”


M: sgrunt!
MM (mamma Mafalda) vedi?
M: eh?? Vedo cosa???
MM: Loro … le tre sgnacchere sono single e felici.
M: sgnacchere??? Da quando usi la parola sgnacchere???
MM: gergo giovanile, Mafy …
M: A posto! … vabbè … sarei felice anch’io ad essere l’Arcuri …che vuol dire?
MM: perché?
M: no, mamma … capiamoci. Le hai viste?
MM: si, sono tre gran belle ragazze!
M: NOOOOOOOOOOOOOO!!!!! Non sono tre belle ragazze … sono tre figheire da paura!!! Sono una più bella dell’altra.
MM: vabbè … dettagli … che ti manca poi??
M: … va bene che i figli sono piezz e core … ma l’amore nei miei confronti ti ha accecata. Che mi manca??? Vediamo … comodi dieci centimetri in altezza, almeno due taglie di seno e togliere circa dieci chili???
MM: ohhh quisquilie, sciocchezzuole!!!
M: mamma … ma lo sai che ti voglio bene? Ma poi … da quando dici sciocchezzuole???
MM: (abbracciandomi scherzosamente) ma anch’io ti voglio bene, amore!
M: (divincolandosi, ridendo, dall’abbraccio) daiiii … basta moine!!!
MM: e poi … vedi … sono così belle che gli uomini le temono … li mettono in soggezione. Non è mica una cosa bella.
M: ehhh … in effetti è molto meglio che non ti si filino proprio. Scema io che non ci avevo pensato. Ohhh … ma allora sono proprio fortunata!
MM: madonna che fiola sema che g’ho (accipicchia che figlia scema che ho)
M: ohhh … adesso si che ti riconosco!
MM: comunque … se non trovano un uomo loro puoi star tranquilla.
M: sì, posso star tranquilla che rimango zitella!
MM: ma no … volevo dire che se non lo trovano loro … beh, è ovvio che non lo trovi neanche tu.
M: ahhhh grazie della fiducia
MM: ma no, mi sono spiegato male …
M: se, se … è così che mi incoraggi???
MM: ma no … aspetta … volevo dire che …
M: che???
MM: …
M: (mani sui fianchi con fare fintamente minaccioso) ALORAAAA???
MM: (ridacchiando divertito) ti va una tisana relax???

… cuore di mamma!!!

giovedì 6 marzo 2008

Ricordando ...

Dice il saggio: “quando sei in crisi non farti male da sola … imbecilla (in quanto femmina)!"

Ieri sera ho partecipato ad un gioco divertentissimo “cerca la canottierina da palestra che tanto ti piace ma che è misteriosamente sparita” e quindi ho praticamente smontato un armadio alla ricerca dello straccetto di stoffa rosa. Dopo un’oretta e parecchie imprecazioni ho scoperto che la maglietta non era dove la stavo cercando ma era sotto un cumulo di asciugamani da stirare … ma questo, ovviamente, soltanto dopo aver visto lei. La scatola dei ricordi.
Una sorta di scrigno dove sono racchiusi un sacco di piccole cose. Oggetti a prima vista insignificanti … lettere, pezzi di carta stropicciati, biglietti di concerti, di viaggi, scontrini, foto, un fiore secco, disegni, mollettine colorate per i capelli … insomma … una sorta di vaso di pandora. Aprendo la scatola escono, incontrollate, millemila emozioni.

Questito. La vostra Mafaldina poteva vedere la scatola e passare oltre?
NOOOOOOO!!!

Bravi … in preda ad un momento di autolesionismo puro ho preso il mio piccolo scrigno, mi sono seduta sul letto e l’ho aperto… dando via al festival dei flashback.
Voli pindarici della memoria.

Dopo un’ora di risate di gusto per episodi dimenticati e assolutamente piacevoli, lacrime silenziose per qualcuno che non c’è più, occhi chiusi concentrati a ricordare un profumo, rabbia pura leggendo delle parole ingiuste e crudeli, sorrisi dolci per parole scritte e mai “confessate” … mi sono costretta a chiudere il coperchio e rimettere tutto nell’amadio.
In fondo alla scatola ci sono le cose più “pesanti”, quelle che adesso sono innocue, che non mi provocano più dolore ma che mi fanno capire, ogni volta, quanto ho sbagliato a valutare delle persone, quanto, l’amore e l’affetto che provavo per loro mi hanno resa cieca, sorda e stupidamente irrazionale … tanto da permettere loro di ferirmi …
Ma qui si parla di passato giurassico. La derelitta doveva ancora “nascere”.

Ora la cinic woman non permetterebbe a nessuno mai di ferirla in quel modo, o almeno, venderebbe cara la pelle … ovviamente, morendo dentro pur di non far vedere di soffrire … ed esorcizzando il tutto … facendo cosa????
Tutti in coro… SCUOTENDO I CAPELLI …

… anzi, ora che ci penso … devo andare dalla parrucchiera!


La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e
come la si ricorda per raccontarla. (Gabriel Garcia Marquez)

mercoledì 5 marzo 2008

Chi ben comincia ...

Squillino i tamburi e rullino le trombe.


No, forse non era proprio così … vabbè, non formalizziamoci, … la questione è un’altra.

Ho trovato un uomo che mi ama! Si, si, amici … un uomo ama Mafalda!!!
Lo credevate impossibile? Beh … a dire la verità anch’io … ma è successo!
Evviva!

Come dite? Che è un po’ bassino per me?
Si, è vero … arriva giusto giusto ai 50 cm … ma ha tempo per crescere …su …

Cosa??? … dov’è finito l’uomo alto, sexy e profumato con il quale vi ho rotto le palle per un anno? Avete ragione … ma sapete com’è … al cuore non si comanda. Non è alto … non è sexy …ma è profumatissimo … sa di crema … ok, ok, … a volte puzza che è inavvicinabile … ma è così carino!!!

Ahhh … poi … voi che mi criticate tanto! Sentite questa … è pelato!
Ahhhhh siiii … pelatissimo. E poi non dite che non soddisfa il mio gusto in fatto di uomini.

Come??? Ha una dialettica che comprende solo l’uso delle vocali … e nemmeno tutte?
Seeeee … è vero … ma come siete pignoli! Lui comunica con gli occhi , con i pianti … e le grida!

Ok, mi avete scoperta, mostri!

L’uomo che mi ama è Jacopo, il figlio della mia collega che qualche settimana fa mi aveva fatto culo.

Ma ora è cresciuto, è maturato … e si è accorto di amarmi alla follia!
Ieri grandi sorrisoni, abbracci e carezzine in faccia con le manine attaccaticcie di omogeneizzato alla frutta e urla disperate mentre me ne andavo!

Signori … questo sì è un uomo!
D’altro canto … come faceva a resistere alle coccole di una bionda con gli occhi azzurri!!!

Uomini, imparate! Oh!!!!!

martedì 4 marzo 2008

Una pecora ... due pecore ... tre pecore ...

Vinta dall'ennesima notte insonne, incentivata da due occhiaie da competizione e una serie di elementi roteanti (e non mi riferisco solo alle stelline ...), venerdì decido di andare dal medico.
Baldanzosa mi reco al suo studio. Aspetto le due ore canoniche, durante le quali mi pizzico le braccia per non addormentarmi (invece che venirmi sonno alle quattro di pomeriggio non potrebbe venirmi alle dieci?) e leggo anche le istruzioni per l'evacuazione del palazzo in caso di incendio (portarmi un libro no, eh??? ... rimbambita!)
Finalmente è il mio turno.
Dopo cinque minuti e “un'attenta” visita ...

Provato con la valeriana? Sì
E non ha funzionato? No (altrimenti che ci facevo qui?)
E con la melatonina e tisane, camomille? Provato tutto ma non funzionano (in compenso devo avere le reni pulitissime da quanto bevo)
E hai provato a ridurre il consumo di eccitanti come il caffè? Beh, certo ... li ho eliminati (devo avere un'espressione particolarmente stupida se mi fa queste domande ...)
Mangi pesante la sera? No ... anche perchè subito dopo aver mangiato mi piego in due dal mal di stomaco (ma mi stanno venendo degli addominali da pauraaa!)
Fai uso di droghe? No (è un velato suggerimento)
Sono sintomi di stress ... dovresti rilassarti (ma dai???)

esco con una cura per la gastrite e delle pastiglie per dormine o, per dirla bene, per regolare il bioritmo del sonno.
Vado in farmacia, compro i miei venti euro di medicine e me ne vado a casa felice.
Venerdì sera. Prendo la pillolina (ovviamente cantando “con un poco di zucchero e la pillola va giùùùù). Dormo 3 ore
Sabato sera. Prendo la pillolina (la pillola va giùùù ... la pillola va giùùùù). Notte insonne.
Domenica sera. Prendo la pillolina. Non canto (metti che porti sfiga!). Mi sdraio ... e alle dieci mi addormento di botto guardando la tv. Dopo un'oretta mi sveglio per andare in bagno. Mi alzo dal letto ...
Panico! Le gambe mi tremano ... la stanza gira. Vedo tutto doppio. Mi sento leggera e fluttuante.
Mi avvicino al corridoio ma rischio di non “prendere” la porta ... o meglio ... rischio di prenderla nel naso. In qualche modo raggiungo il bagno.
Ma poi il vuoto.
O meglio ... in qualche modo sono ritornata a letto ma non so come ... non ricordo.
So solo che la mattina mi sono svegliata con la sveglia arrivata al terzo livello di guardia e con, nitidissimo, il ricordo dell'ultimo sogno.
Io inginocchiata sul pavimento che tento di tirar fuori da sotto il letto un cucciolo di orso bianco. Orso bianco che si chiama Bum bum (vi ricordate il cartone animato più triste della storia? Il protagonista era un cane che vagava per il mondo alla ricerca della sua mamma assieme ad uno zio alcolizzato (il primo cane alcolizzato dei cartoni animati) e un altro cane furbo come Mr Bean) Bene. Tentavo di recuperare un orso che in realtà era un cane che si si era rifugiato sotto il mio letto. Il tutto mentre Paolo Bonolis, seduto su una sedia in un angolo della stanza, cercava di convincere, con il dialogo, il cucciolo ad uscire.
Sonniferi 1 – Mafy 0.
Ahhhh ... ma io ritiro la squadra.
Ma scusa ... non mi sono nemmeno mai avvicinata alla droga ... il passo più vicino è stato fumare una mezza boccata di una canna ... per la quale ho rischiato la morte per soffocamento.
Dopo una vita irreprensibile vado in trip per una pastiglia per dormire?
Non si fa così ... ehhh no!
Io ritorno a contare le pecore
!

lunedì 3 marzo 2008

Sabato sera

Passi passare il sabato sera a casa
Passi passare il terzo sabato sera consecutivo a casa
Passi essere svegliata, dopo l'ennesima notte in bianco, dal cane autistico colto da un quarto d'ora di abbaio molesto rivolto al nulla.
Passi l'aver passato quasi tutto il pomeriggio a fare le pulizie
Passi guardare fuori dalla finestra e vedere che piove (e rendersi conto che, ovviamente, nel pomeriggio sono state lavate sia finestre che macchina)
Passi rendersi conto che in tv non fanno niente di decente
Passi il fatto che il gladiatore l'ho visto già 183 volte ...
Passi per il parrucchino di Baudo, le scarpe indecenti di Chiambretti e i vestiti “Luigi XV” delle vallette
Passi anche che il mio nuovo fantasmagorico pc portatile non si colleghi più a internet causa “errore 1298783 ... verificare sul manuale l'errore corrispondente”
Passi il mio telefono sempre più silente
Passi il mio umore sempre più basso e tendente allo zero infinito

Passi tutto ... ma anche una derelitta ha un limite.

Ore 23.24. Sentire i tuoi vicini di casa, di settant'anni, che trombano come ricci levando mugolii e urla di giubilo dalla camera sottostante la tua ... beh ... è troppo!

Soluzione: canale 5. Il gladiatore. Momento del duello nell'arena.
Alzo il volume.
“Massimo, massimo, massimo, massimo”
... e sperare che finiscano in fretta (i vicini ... non i duellanti)