mercoledì 29 aprile 2009

Derelitte in gita...

Come già si era capito da qualche indizio seminato nei vari blog, le derelitte vanno a passare il primo maggio in Sardegna dall’amica Coniglia, con quella pazza della Stragaccia buona… Quindi vi salutano, vi augurano una serena permanenza e se riescono a non morire di malloreddus vi racconteranno delle loro avventure isolane lunedì…
Buon primo maggio a tutti!
A presto
C&M


PS: Il nostro amico Yuri lo Stupido è in finale in un concorso letterario. Onde evitare che ci faccia la cacca nel blog, vi chiediamo di spendere dieci secondi del vostro tempo e di votarlo per aiutarlo a scalare la classifica... Il link da cliccare è questo e il racconto si chiama "Viola". Votate, che porta bene ed annulla il pianeta porco bastardo... Almeno per cinque minuti!

martedì 28 aprile 2009

... toh ... non lo sapevo

Conversazione tra Mafalda e una collega.
Collega: "... Sono appena passata davanti al cantiere della nuova facoltà. Hanno portato via tutti i macchinari."
M: "nooooooooooooo... il cantiere più glamour del mondo. L'unico con tutto fucsia. Betoniera, gru, casetta degli operai, caschetti di protezione... Che disperazione! Dava quel tocco di colore in città"
Collega: "eh già... non c'è più nulla"
M: "ma dai... non lo sapevo. Avevo sentito che avevano fermato i lavori ma pensavo fosse una sospensione temporanea"
Collega: "ma per forza hanno bloccato tutto... hanno trovato i resti EGIZI"
M: "..."
... trovatemi i numeri di telefono di Piero e Alberto Angela e di Roberto Giacobbo... prestoooooooooooo!
Vi rendete conto??? Gli egizi a Trento...
... dite che devo avvisare anche quelli del museo dove è custodita la mummia del Similaun. Magari sono contenti di sapere che al posto di Otzi stanno conservando i resti di Tutankamon...

venerdì 24 aprile 2009

Chi cerca (ci trova) aprile 2009

L’altro giorno Pink Pante mi ha giustamente fatto notare che è da un po’ che non facciamo il post sulle chiavi di ricerca. In effetti è da qualche mese che il lavoro è diventato assai arduo. Abbiamo un numero di pagine spropositato con indicate tutte le parole con le quali dei poveri disgraziati arrivano al nostro blog.
Ora, la prima cosa che salta all’occhio è che di tutte le visite di aprile in bel 89 sono sbarcati a casa derelitte cercando “sculacciata supposta”. E la cosa è, di per se, inquietante.
Ma ben più grave sono i 12 che hanno bussato al nostro portone suonando il campanello “puttanoni”. Non è che ci siamo offese, per carità… è che viste la nostra vita sociale inesistente, chiamarci così ci pare oltremodo gratificante.
Ma andiamo a curiosare tra le chiavi di ricerca, della quali ho fatto una strettissima selezione, più bizzarre dividendole in categorie.


QUELLI CHE… PURE NOI C’ABBIAMO L’X FACTOR
“canzone prendimi sul banco mordimi sul fianco” giuro che nonostante la nostra infinita conoscenza su canzoni orribili non sappiamo cosa sia questa cosa
“romagna mia romagna in fiore” tu sei la vitaaaaaaa… tu sei l’amoreeeeeeeee
“aggiungi un posto a tavola in giapponese” è un casino… anche perché loro mangiano per terra sui cuscini… e non so proprio dire cuscino in giapponese. Altrimenti il resto lo avrei tradotto al volo… eh!
“Canto del merlo comune” crack crack
“Canto di merli derelitti” crack ahcomesoffro, crack ahcomesoffro

QUELLI CHE… VOGLIO FARE GLI AUGURI
“Frasi per compleanno amica che mi sta sul cazzo” ahpppperò che cosa carina!
“Che la sfiga sia con voi” amen.

QUELLI CHE … LA LETTERATURA E’ UN INCUBO
“achille morto nell’ Iliade” si, stella, achille muore. Sono cose brutte … ma si superano
“Intervista ad achille di sparta” ceeeeerto me la immagino l’intervista ad achille. Anzi… una bella intervista doppia stile iene a lui ed ettore.
“Parafrasi duello achille contro ettore” ma leggerti l’Iliade e non rompere i maroni a noi, par brutto?
“Parafrasi la morte di Patroclo” bastaaaaaaaaaaaa
“L’imbrunire pascoli parafrasi” oddio… adesso inizi anche con Pascoli. Io ho paura.
“D’Annunzio scopava” si, dicono di si, e pure assai.
“il fanciullino gay di Leopardi” … o madonna… adesso Leopardi mi si rivolta nella tomba.

QUELLI CHE… DERELITTE RISPONDETECI
“Come difendersi da persone iettatrici” ci si tocca le palle o la tetta sinistra o entrambi se si ha vicino qualcuno che si fa palpeggiare…
“Mi dite come si fa a disegnare un rinoceronte” ma perché??? A cosa ti serve, santo cielo.
“Come mettere le tazzine nella vetrinetta” una alla volta, magari
“Come posso raccogliere i capelli?” in che senso? Li vuoi raccogliere tipo coda di cavallo o raccogliere da terra perché sono caduti? … fa differenza
“Come tonificare il sottobraccio” vai dal macellaio e lo fai lavorare di affettatrice. Vedi come sei tonico con due etti in meno di ciccia.
“Come trovare un milione di dollari” ma se sapessi la risposta sarei qui come una scema a fare il post sulle chiavi di ricerca?
“Che cos’è che gonfia la mutanda” no, dai… non puoi chiedere una cosa del genere.
“Qual è l’influenza dell’ora legale sugli uomini?” nessuna influenza… rimangono storti come sempre e fanno CULOOOO!

QUELLI CHE… I VINCITORI SIAMO NOI
“Avvelenare i pomodori della suocera”… amico, sei un genio
“Ripassare il tatuaggio e il tatuatore” ahhhecco… che piano diabolico
“Amici maschi di barbie pelato” ehhhhhhhhhh???
“Supercazzi fragili” maneggiare con delicatezza
“Pentole in lana merinos”… tesoro, devi cambiare canale. Guardare sempre Mediashopping ti fa male… ma mooooolto male.

giovedì 23 aprile 2009

Andiam, andiam, andiam a lavorar

L'altro ieri ho accompagnato i nani di prima liceo in gita. Ignara del programma dettagliato della giornata, mi sono fidata della collega di tedesco e mi sono offerta come suo braccio destro: la meta, Innsbruck, mi suggeriva splendidi palazzi e suggestivi giardini.
Infatti.
Ma alla mattina era prevista la visita alle miniere di Schwaz. Evviva, una cosa nuova, ho pensato tra me e me. Ma l’entusiasmo si è spento quando la guida ci ha portato in uno stanzone pieno di elmetti e mantelle, abbaiandoci in tedesco di metterne uno a testa. Ma è possibile che tutte le volte che vado in gita ci sia un elmetto da mettere? L’ultima volta è stato il casco da bici della tragica biciclettata in val Venosta, e adesso la tenuta da minatore, con una mantella color argento che mi faceva somigliare a una specie di supereroe obeso. Se non altro era in tinta con le scarpe da ginnastica.
Una delle ragazzine ha chiesto «Ma prof, perché ci fanno mettere la mantella?». La guida ha capito e ha risposto «Wasser». Acqua? Umidità? Cazzo, la piega…
Ho finto un sorrisino e ho seguito il gruppo all’apertura delle miniere: e lì è iniziato il cabaret. Perché ci hanno fatto sedere su un trenino microscopico che si sarebbe addentrato a 800 metri di profondità. Un trenino con panche di legno a cui ci si doveva mettere a cavalcioni: e le panche erano fradice. Ma pensa che culo, i miei germi della cistite ringraziano ancora. Mi sono avvolta nel pastrano come un baco da seta e mi sono infilata nell’ultimo posto del vagoncino, incastrata a una mia studentessa. E siamo partiti in mezzo a cunicoli semibui con stalattiti, ruscelletti d’acqua che cadevano in testa, strani rumori. Inutile dire che la mia poca simpatia del buio non ha aiutato… E ciò è dimostrato dalla foto che i simpatici austriaci scattano a ogni vagoncino a metà percorso. Oltre ad avere il bavero della mantella fino alle orecchie, ho una faccia tra lo schifato e il terrorizzato che parla da sola. Maria che paura. Ho comprato la foto per testimonianza alla Mafy della mia impresa, perché temevo non mi avrebbe creduto: ma tu dimmi se devo studiare vent'anni per trasformarmi un uno dei sette nani.
Ma il peggio doveva ancora arrivare: scesi dal trenino, abbiamo iniziato ad addentrare nei cunicoli; tutto molto interessante e suggestivo, devo dire la verità. Ma ero pervasa da una sottile inquietudine. Quando siamo arrivati alla sala aperta dalla dinamite, una voce preregistrata ha iniziato a raccontare come l’acqua sia stata la causa dei numerosi crolli delle gallerie e di moltissime morti. Ah, a quel punto ero proprio tranquilla. Buddha è un dilettante in confronto: ho mantenuto un sorriso estatico e sereno. Soprattutto quando è partito il rimbombo fasullo del crollo della galleria.
Ma nooo, cosa credete… Ho capito subito che era finto, e lo stesso la mia collega e due studentesse: infatti abbiamo fatto un saltello sgomento indietro, appoggiandoci alla ringhiera di legno che separava lo spiazzo dove eravamo noi da un piccolo dirupo sottostante. Ottima mossa, perché da sopra le nostre teste si è aperta una botola che ha fatto cadere una secchiata d’acqua, mentre dall’altra parte si staccava una finta frana. Inutile dire che l’acqua l’abbiamo tutta presa sulla capoccia, tra le risate della guida che ci ha detto che non era mai successa una cosa del genere. Ma tu pensa che culo, eh? Per fortuna che avevamo l’elmo e la mantella…
Ora, visto e considerato che oggi parto per tre giorni per andare al Certamen Lucretianum (e gradirei non avere ulteriori sfottò), dite che è meglio se vado con uno scafandro o con un vescovo esorcista? Si accettano suggerimenti. Intanto pensatemi intensamente.

mercoledì 22 aprile 2009

Bioritmo...

Ieri mattina mentre aspettavo che il sistema contabile elaborasse un infinito report ho fatto il calcolo del mio bioritmo su facebook. A dire la verità ho copiato bellamente l’attività di un paio di amici che avevano appena calcolato il loro.
Ma forse stare ferma e non far nulla era l’idea migliore, visti i risultati.
Questo è il grafico che ne è uscito.



Ora leggere il grafico non è molto difficile ma ci sono anche le gioiose indicazioni che ti aiutano a capire meglio la situazione. Certo, come se quel “stato medio 33% in caduta”, che impera felice nel suo quadratino azzurro, già non fosse un indizio sufficiente.
Vi riporto fedelmente il testo della legenda.


I valori disegnati dalle curve ci dicono in quale stato è il bioritmo per quel determinato giorno.
100% ci indica che siamo nel pieno delle funzionalità di quell’area che il bioritmo riguarda.
-100% ci indica che quella funzione del nostro corpo risente di qualche difficoltà a funzionare perfettamente.
BISOGNA STARE ATTENTI quando il valore è prossimo allo 0%!
In questo caso, la funzione che il bioritmo rappresenta sta attraversando un periodo di TRANSIZIONE che può portare scompensi peggiori di un valore -100% proprio a causa del fatto che si sta passando tra due fasi importanti.

Ecco … questa parte scritta in neretto mi ha messo un po’ l’ansia, vista la mia linea gialla che ha tentato il suicidio schiantandosi di botto contro il margine inferiore del grafico.
Interpretando il tutto mi aspettano dei giorni meravigliosi.
Emotività: in caduta libera
Stato fisico: non pervenuto… parte da un livello troppo basso
Intelletto: si sta suicidando
Intuizione: assente ingiustificata

Passerò una fine mese dove piangerò senza motivo, con la forza fisica e la voglia di fare come quella di un bradipo in letargo, con un’intelligenza pari a quella di un totano fritto e un’intuizione degna di un investigatore imbambito.


Beh… leggendola così tiro un sospiro di sollievo… in fondo non cambia nulla dalla mia condizione normale.
E io che mi ero spaventata…

martedì 21 aprile 2009

Cassa malati...

Ultimamente il nostro blog sta tralasciando il suo compito primario, ossia l’essere un più o meno allegro resoconto delle nostre vite sentimentali: il che non significa che non abbiamo una vita sentimentale da condividere con voi… Sempre a pensare male…
E dopo questa bugia clamorosa, eccoci pronte a raccontarvi invece la settimana da cassa malati di Callista.
Ho iniziato il lunedì di pasquetta sotto i migliori auspici: piena di allergia come un uovo. Forse andare a mangiare in mezzo ai monti col polline che riempiva ogni poro non è stata una buona idea…
Il martedì, facendomene un baffo degli allergeni, sono andata a correre con la Mafy come sto cercando di fare due volte alla settimana, oltre alla palestra: tralasciando il fatto che alla fine per una cosa o l’altra (leggi la mancanza di voglia) mi riduco sempre a marinare tutto, questa volta abbiamo compiuto la missione «un’ora di attività», con tanto di addominali. La sera avevo la trachea in fiamme.
Evvabbè, cosa vuoi che sia un po’ di irritazione. Basta un bell’antistaminico e passa tutto.
La mattina del mercoledì mi sono alzata con la vitalità di una capasanta: molliccia ognidove e con una tosse che superava ogni livello di catarrosità.
Evvabbè, cosa vuoi che sia un po’ di raucedine, un po’ di fumenti e passa tutto.
La sera avevo 38 di febbre (quindi assente giustificata in palestra).
Il giovedì, ultimo giorno di vacanza, l’ho passato trascinandomi da una poltrona all’altra in preda a una spossatezza mortale e a un raffreddore che Eolo dei sette nani è un dilettante.
Evvvabbè, cosa vuoi che sia un po’ di goccia al naso, una bella aspirina e passa tutto.
La sera ero a teatro perché avevo una serata che non potevo perdere, con un’energia pari a quella dell’orsetto della pubblicità che NON usa le pile duracell.
Mentre rantolavo sulla poltroncina, ho sentito un pizzico allo stinco destro. Mi guardo sotto i pantaloni e vedo un ponfo di puntura di insetto non identificato.
Evvabbè, cosa vuoi che sia una zanzara prematura, un po’ di stick anti prurito e passa tutto.
La mattina mi sono svegliata con una noce paonazza, gonfia e dolente sullo stinco. Immaginatevi che gioia stare 4 ore in piedi in classe. All’una la noce si era trasformata in un avocado pulsante. Sono andata dalla dottoressa in preda al terrore da zecca, immaginando già querele al teatro infestato di insetti schifosi.
Mi ha diagnosticato una bella infezione e riempito di crema antibiotica… Ma niente zecca: il colpevole resta tuttora ignoto. Non contenta, la dottora mi ha controllato orecchie, naso e polmoni nonché le ultime analisi: e ho scoperto che:
- il fatto che io senta poco quando i miei studenti mi parlano - e che io mi ero illusa fosse dovuto a un eccesso di cerume - non è causato da quello. OMMIODDIO sto diventando sorda.
- Ho la sinusite
- Ho la laringite
- Ho la cistite (ma questo lo sapevo già, gne gne gne)

Inutile dire che stavolta ho ceduto all’antibiotico: come dice la dottoressa «Almeno diamo una bella pulita a tutti i germi». Considerando che credo di essere formata per il 99 % da microbi, sappiate che vi ho voluto tanto bene…

lunedì 20 aprile 2009

Quesito

Considerando che il week end di Pasquetta oltre a fare le pulizie primaverili ribaltando casa mi sono fatta prendere dal sacro fuoco della casalinga disperata e ho provveduto a fare anche il temutissimo "cambio armadi";
Considerando che ormai a casa mia non esiste più nulla di pesante visto che tutti i cappotti e i maglioni sono finiti, belli e impacchettati, negli ampi armadi di mamma Mafaldi;
Considerando che è una settimana che piove e che la temperatura è sensibilmente calata;
Considerando che l'ipotesi di andare a riprendermi tutto l'abbigliamento invernale non è nemmeno da prendere in considerazione;
... se chiedo un paio di settimane di aspettativa per "elevata incapacità di scelta abbigliamento causa stagione balorda"... dite che me la concedono???
Ci provo???

giovedì 16 aprile 2009

Il canto del merlo...

La vostra Callista ha un problema con un merlo. No, non è una metafora, e il merlo è un uccello in carne, ossa e piumaggio: se avessi voluto essere allusiva o darmi delle arie, avrei usato una perifrasi diversa. E invece trattasi di problema reale. Vi spiego subito.
Dopo mesi e mesi di tentennamenti e fracassamenti di scatole a tutti, Mafy in testa (e che modello prendo, e che cilindrata, e quella no che è tonda, quella sembra una supposta, bla bla bla), finalmente ho comprato la macchina nuova. Facendo culo a tutti coloro che sconsigliavano tale colore, l’ho presa nera, perché le bionde col nero stanno benissimo, e poi è un colore che va con tutto e soprattutto sfina. E fin qui tutto bene. Onde evitare di parcheggiarla chissà dove per trovarla tutta sfregiata o non trovarla affatto, ho poi telefonato alla padrona di casa, che mi ha miracolosamente offerto un posto macchina nel cortile di casa. Il che equivale già a una specie di concessione divina. Ora, trasgredire di dieci centimetri nel parcheggio, nel mio condominio scatena il delirio: quindi devo stare particolarmente attenta a non uscire dalle righe a terra (che non ci sono) e cercare di orientarmi con i cespugli della siepe e le sbarre della ringhiera, pena l’immediata amputazione delle mani (mie) e degli specchietti (dell’auto, che in un attacco di autocelebrazione ho battezzato «la Cally»).
Tutta orgogliosa per aver compiuto le operazioni in perfetto ordine, l’altro ieri sera ho parcheggiato, ho salutato il bolide dandole delle pacchette sul cofano (ma facendo attenzione a non graffiarlo con l’anello, che sennò mi suicido) e sono crollata in un sonno ipnotico da antistaminico.
Mi sveglio al mattino dopo, con calma che tanto sono in vacanza, scendo per andare dalla nonna canticchiando «Ma come è bello andare in giro per le valli del Trentino…» (mi scuserà il signor Cremonini) e trovo la macchina coperta di guano di uccello. Tradotto: il cazzo di merlo che abita sull’albero che in estate mi offrirà tanta bella ombra mi ha scagazzato su tutto il veicolo. Ho contato dieci cacche esatte: in meno di dieci ore. Ora, o il merlo suddetto si nutre di lassativi oppure ospita indebitamente nel nido i suoi parenti immigrati, tipo i pakistani miei ufficiali fornitori di kebab, che vivono in sei in un monolocale.
Mamma Callisti, appena visto lo stato pietoso del mezzo, mi ha consolato: «Togli subito le cacche, che sono corrosive per la carrozzeria». Ussignur, non sia mai. Così mi sono precipitata con un innaffiatoio di acqua tiepida a lavare la mia povera auto oltraggiata. Adesso al mattino scendo direttamente con una bottiglia di acqua calda, perché so già cosa mi spetta. Ma non posso pensare di fare tutto ciò alle sei di mattina, quando a scuola ho la prima ora e già faccio fatica a girare la chiave… Come faccio? Abbatto la famiglia di merli a sassate? Copro l’auto con della pellicola trasparente tutte le sere? Mi rassegno (orrore) a circolare scagazzata? Inutile dire che non posso pensare di spostare l’auto da lì, altrimenti rischio la rivolta dei condomini. Aiutatemi!

martedì 14 aprile 2009

Cambio stagione

Dopo la pausa pasquale, ecco di ritorno le vostre derelitte più primaverili che mai… Eh sì, perché in questi giorni di vacanza, oltre a starnutire per l’allergia (Callista) e maledire i piedi restringenti (Mafalda), le derelitte si sono date al cambio armadi, operazione che ogni sei mesi circa porta via almeno una giornata a tutte le donne del mondo.
La vostra Callista, poi, trova sempre delle cose molto belle quando compie questa operazione. Essendo lei estremamente ordinata (ahahah), le capita sporadicamente (ah ah ah ah) di mettere qualcosa poggiato sul fondo dell’armadio, pensando «Lo lascio qui un paio di giorni e poi lo sistemo». Già. Peccato che quel qualcosa poi resti lì fino al cambio stagione successivo, quando va bene… A volte generando delle vere e proprie cacce al tesoro («Ma dove cavolo è la cintura chiara che mi serve e ho trenta secondi di tempo prima di essere in ritardo?»), a volte delle sconsolate affermazioni («Boh, avrò lasciato la mia maglietta bianca da qualche parte», con la pia illusione di essere una che si spoglia frequentemente in case altrui).
Ma torniamo a noi: ecco cosa ha trovato Callista in questi giorni di «repulisti» generale.
1. un pacchetto di caramelle a forma di cazzetto azzurro, portate da un amico per l’addio al nubilato della Ubi (circa un anno e mezzo fa) e infilatesi in una scatola di cinture. Per fortuna erano sigillate, altrimenti sarei stata sbranata dalle formiche.
2. Per rimanere in tema addio al nubilato / membri maschili, il bouquet di rose bianche (finte) con un cazzetto (e il diminutivo in questo caso è pura illusione) di stoffa imbottita rosa dentro ogni fiore, frutto di tanto lavoro notturno e che avevo riportato a casa io perché la sposa era vagamente alticcia. Penso di ridarglielo, anche se nel vaso di vetro accanto al bambù starebbe benissimo…
3. Una borsina con dentro quattro tazzine da caffè bianche con gattino stilizzato in nero, rimaste in attesa di essere sistemate nella vetrina. Da notare che offro il caffè agli ospiti nelle tazze da the da circa un anno e avevo rimosso l’esistenza delle suddette tazzine comprate tra gridolini estatici.
4. La fascia per la danza del ventre, piena di monetine tintinnanti, strettamente avviticchiata a una maglia di cotone che le ha rilasciato per simpatia tanti bei fili pendenti. Porca zozza. Passi che quella maglia non la mettevo da secoli, ma quando trovo le cose rovinate mi girano sempre le scatole.
5. Un guantino di microfibra per struccarsi. Chissà da che cavolo di parte è saltato fuori; ma con la pelle che mi ritrovo meglio non tentare la fortuna per evitare di lasciare sul guantino la suddetta pelle oltre che il trucco.
6. Un completino nero a pallini bianchi che mi era costato un rene: l’ho messo nel cassetto della biancheria con aria speranzosa, facendo un silente voto al pianeta porco bastardo.
7. Un calzino spaiato (mah).
8. Una calza autoreggente spaiata (doppio mah).

Non ho tuttora ritrovato la mia maglietta bianca primaverile che mi faceva sembrare tanto magra e fichissima. Spero nell’ultima anta dell’armadio… In compenso, però, devo rendervi partecipi del fatto che i guanti da assassina in pelle nera, regalo della mia ex quasi suocera, sono sopravvissuti indenni anche a questo inverno. Li avevo portati perfino nella famigerata festa in baita, usandoli per rotolarmi nella neve e sperando in una loro dipartita, ma inizio a sospettare che siano eterni. Riuscirò mai a perderli inavvertitamente?

giovedì 9 aprile 2009

I grandi quesiti delle derelitte

Ci sono momenti in cui il sorriso muore sulla bocca e le parole diventano stupide e superflue.
Ci sono volte in cui il silenzio vale più di un'inutile retorica.

In quest'ottica abbiamo deciso di lasciare vuote le pagine dei giorni scorsi. E sempre seguendo lo stesso criterio non scriveremo nessun appello, nessun invito a fare o non fare, nessun a informazione su quello che è successo. Non è per mancanza di sensibilità o poco rispetto per il dolore e il dramma; semplicemente crediamo che in un momento simile ognuno di noi abbia la coscienza di muoversi seguendo il proprio cuore.

La nostra "mission" è sempre stata quella di sorridere sulle nostre piccole disavventure quotidiane... sostanzialmente siamo delle "cazzare" (ma essendo bionde, glamour e sorridenti facciamo la nostra porca figura) ... e abbiamo intenzione di continuare sulla nostra strada.

Per questo oggi vi proporremo un quesito al quale non abbiamo ancora trovato risposta: "Perchè i piedi della Mafy non seguono le regole fisiche dei piedi di tutte le altre donne?"
Mi spiego meglio.
Da che mondo e mondo le donne si lamentano del fatto che la sera i piedi si trasformano in salsicciotti e che dolgono costretti nelle scarpe. A me succede il contario.
Metto le scarpe al mattino e sono perfette ma con il lento passare delle ore i piedi si restringono e arrivo a sera che perdo (anche fisicamente) le mie splendide calzature.
E voi capirete che sono problemi!!!
Facciamo un esempio. Sono in passeggiata pre-aperitivo a braccetto di un uomo interessante, bello e sexy e d'un tratto mi vola la scarpa dal piede. Non è elegante.
Ok, non fate i bastardi sottolinenado il fatto che il problema non si pone visto che non ho nessun uomo interessante, bello e sexy e mi accompagna... il problema rimane.
Come mai mi ritiro durante il giorno? Sono parente di Minù (e qui testo le vostre conoscenze sul meraviglioso mondo dei cartoni animati) e per uno strano scherzo del destino mi si rimpiccioliscono solo gli arti inferiori?
Sono vittima di un barbatrucco di qualche malefica donna che fa in modo che le mie calzature crescano di un paio di numeri durante la giornata?
Mahhh!
E come dice sempre l'amico Roberto Giacobbo di Voyager "il mistero si infittisce".
E proprio come fa lui vi lascio senza soluzioni ma con un grande punto di domanda.
Alla prossima puntata.

lunedì 6 aprile 2009

Il gatto mammone

Ieri mattina la vostra Callista si è svegliata con qualcosa di strano in testa. Non era colpa del capello ribelle, ormai riportato nei ranghi, e neanche di un brufolo spuntatole per via della sua giovanissima età. No. Mi sono ritrovata un graffio in fronte.
Il bello è che non me ne sono accorta subito. Essendo in questi giorni affetta anche da una simpaticissima congiuntivite (quando mi impegno, mi impegno) sono costretta ad abbandonare le tanto fidate lenti a contatto e ad affidarmi agli occhiali. Ma solo dopo che mi sono risvegliata bene. Prima brancolo nella nebbia della miopia: tanto la colazione me la preparo da sempre in uno stato di semi-incoscienza, posso farlo anche da orba.
E così ho fatto ieri, mangiando due cereali mentre sognavo pane e nutella. Poi mi sono trasferita in bagno, dove ho fatto toelettatura completa: ma dopo la piega, mentre fissavo il ciuffetto ribelle con uno spruzzo di lacca, ho avvertito un sospetto bruciore sopra gli occhi. Ahi.
Ho inforcato gli occhiali, mi sono avvicinata allo specchio e ho controllato: uno sfregio di 5 centimetri attraversava tutta la mia alta e spaziosa (simbolo di intelligenza, eh) fronte. Non chiedetemi come me lo sono fatto e non iniziate neanche a fare maliziose supposizioni: la sera prima ero andata a dormire alle dieci, demolita da una settimana infernale a scuola.
Cosa fa una derelitta che si accorge di avere la fronte raspata? Ovvio, avverte la sua amica...
C: Amica, mi sono svegliata con un graffio in fronte. Cosa avrò fatto stanotte? Sarò sonnambula? Avrò lottato con i vampiri? Col gatto mammone?
M: Magari sei andata a dare una mano a Johnny sulla Perla Nera e hai combattuto i pirati...
C: Oh, bè. se così fosse spero almeno di non avergli dato solo una mano...
E scusate l'allusività, ma è primavera anche per noi.

giovedì 2 aprile 2009

Pro evolution hair

La vostra Callista ha fatto la consueta puntata dalla parrucchiera di fiducia delle derelitte, quella che crea con sapienti colpi di luce il nostro biondo naturalissimo. Stavolta la donna dalle forbici più veloci delle Alpi era appena tornata da Londra: «Cally, guarda, ti faccio il taglio che ho io: ultima moda londinese, ti piace?». Sì, in effetti il taglio mi piaceva molto: e così l’ho lasciata sforbiciare in libertà. Il risultato, da bagnato, sembrava normale: un ciuffo corto e pieno, la lunghezza scalata che arriva alle spalle. Bene. Il problema è sorto con la piega, perché pare che il taglio londinese vada portato un po’, come dire… fonato. Gonfia di qua, gonfia di là, tira la frangia sugli occhi tipo cane pechinese, bomba le punte e il gioco è fatto: ecco la vostra Callista trasformata in Raffaella Carrà.



Aiuto.
Che poi, in realtà, il taglio è effettivamente bello: ma la piega un tantinellino eccessiva per una che alle quattro di pomeriggio va in giro in jeans e ballerine. Avessi avuto in programma un aperitivo al Piper poteva anche starci, ma ormai il gioco era fatto. Ho rimediato con una forcina e sono andata pure a pagare la macchina nuova; mi hanno fatto lo sconto: sarà stata pietà? Mah…
Ma l’evoluzione del capello Callista era in agguato: considerando che i miei fili biondi sono più stinchi degli spaghetti, le pieghe voluminose durano circa mezz’ora, così come i boccoli. Ecco, quindi, che alle otto di sera mi ero trasformata da Raffaella nazionale a Ringo Starr (senza baffi, ovviamente).
Non vi dico le facce degli amici che mi hanno visto arrivare così.
Ma il peggio doveva ancora arrivare: la mattina, complice la pioggerellina trentina, ho attaccato la piastra ancora prima di guardarmi allo specchio, poiché sentivo sulla testa una presenza inquietante e nemica.

Da Ringo a Bon Jovi in meno di otto ore: un nuovo record. Chissà se mi mettono nel libro dei Guinnes.

PS: Non preoccupatevi, prima che mi mandiate la Buoncostume: ora è tutto sotto controllo, grazie a un potente phon e alla spuma liscio perfetto effetto seta… Almeno fino alla prossima pioggia primaverile…

mercoledì 1 aprile 2009

Per tutto il resto c'è Mastercard

Passare una serata in compagnia di nuovi amici in un locale sul Garda mangiando un’insalatona perché la dieta è dieta? Quindici euro (ma solo perché bevo acqua e non prendo il dolce, eh…)

Andare a ballare in una discoteca piena di ragazzi seminudi che si dimenano sui cubi insieme a coloratissime drag queens? Venti euro (se trovi chi ti offre il cocktail…)

Tornare a casa e fermarsi in autogrill a fare colazione con cappuccino e brioches facendo culo alla dieta perché tanto si è già rimediato il numero di telefono di un bel giovine moro e prestante? Due euro e ottanta (menù mattina special)

Passare al casello e sentirsi i complimenti dell’omino dell’autostrada anche se sono le sette di mattina e il trucco è un lontano ricordo? Sette euro e venti (solo perché il telepass si è rotto, fanculo)

Parlare con un ragazzo appena conosciuto che nomina «un blog fortissimo, sono due ragazze di Trento, magari lo conosci… è il diario delle derelitte… lo leggo sempre…» e fingere la più totale indifferenza? Non ha prezzo…