venerdì 31 luglio 2009

L'altoforno

L’altra sera la vostra Callista era a casa della sua meraviglia: iniziate pure a sparare petardini e miccette per festeggiare. A un certo punto, colto da un attacco di meraviglite acuta (quella da cui poi non ti riprendi più), l’uomo ha chiesto alla suddetta Callista di fermarsi a dormire. Ussignur. Qui bisogna sparare un fuoco artificiale serio.
Vuoi vedere che sta rinsavendo? Vuoi vedere che l’estate gli fa bene? Vuoi vedere che il mio sogno di passeggino con due gemelli, anello di brillanti e pellicciotto alla J-Lo (ok, è un sogno un po’ tamarro, ma ogni tanto ci sta) non è ancora da buttare nel gabinetto? Ma modero le scene di gioia: scuoto i capelli con grazia, sbatto gli occhi (come insegna la Mafy) e accetto: «Ma sì, dai, ti faccio compagnia…».
Grazie al cielo mi ero perfettamente depilata al mattino.
Dopo i consueti rituali di accoppiamento (la poesia è il mio forte, oggi), ci mettiamo a chiacchierare sul letto, con le finestre aperte. Entra una brezza meravigliosa. Dopo cinque minuti gli occhi mi si chiudono e sento LUI che mi dice: «Vabbè, Cally, ti lascio dormire che sei stanca». Grazie, meraviglia, grazie. Ma ecco che (ORRORE), LUI si alza e va a sigillare persiane e porta: «Mi dà fastidio la luce, sennò non riesco a dormire». Temo già che la stanza si trasformerà a breve in un altoforno, ma sia mai che io contraddica la meraviglia. E poi sono stanca mort… Zzzzzzzz…
Alle due e dieci mi sveglio in preda a un caldo mai sentito. Sono in ebollizione. Tento di spostarmi al centro del letto, ma la meraviglia dorme a stella marina peggio della Coniglia. Provo a rimanere immobile, ripetendomi come un mantra «Non fa caldo, non fa caldo, non fa caldo». Ma vaffanculo anche al pensiero positivo, fa caldo eccome. Decido di alzarmi in punta di piedi e di andare a prendere aria.
Problema: in questa camera mi oriento malissimo e, soprattutto, non vedo una sega. Risolvo accendendo il cellulare che mi illuminerà il cammino: piano piano scendo dal letto, mi faccio luce con il telefono e mi avvio verso la porta. Che brava che sono, LUI dorme placido e tranquillo e non si è accorto di nulla. Prendo la maniglia, abbasso e tiro: ed ecco che la porta fa resistenza e emette un gemito atroce. Maledizione ai pavimenti vecchi… In quella mi cade di mano il cellulare, che si schianta al suolo facendo un casino del diavolo. Mi paralizzo e guardo la meraviglia: che si gira appena appena su un fianco (tipo elefante che si rotola nel fango). Ce l’ho fatta, non si è svegliato nonostante il rumore. Io esco di soppiatto e vado in bagno, dove mi siedo sul coperchio del wc, spalanco la finestra e resto a godermi 5 minuti di fresca notte trentina.
Poi ritorno in stanza. E mi accoglie un muro di aria bollente. Provo a rimettermi a letto, ma niente, mi sembra di morire: decido di uscire ancora. Stavolta niente cellulare, visto l’esito deprimente della prima spedizione. Vado a tentoni. Mi sposto rasentando l’armadio in modo da non spantazzarmi (verbo trentino che significa «spiaccicarmi») sul letto per non disturbare il sacro sonno dell’uomo. Ce l’ho quasi fatta: ma ho fatto i conti senza l’altezza della meraviglia e al suo modo balordo di dormire. Un metro e novanta di uomo sporgono dovunque: e infatti, appena giro l’angolo del letto mi impiglio nel suo piede. LUI grugnisce e si rigira, io soffoco un’imprecazione e vado verso la porta. Altro gemito del legno e in due secondi sono sul poggiolo: oddio che gioia. Ci resto una decina di minuti, poi rischio di addormentarmi lì: e farmi trovare al mattino rotolata giù dalla sdraietta con la testa poggiata sul bidoncino dell’umido mi pare poco grazioso. Faccio l’ultimo tentativo e mi dirigo ancora una volta verso il letto: e trovo una fonderia.
A questo punto non mi stendo nemmeno: mi siedo sconsolata. La meraviglia deve essere di amianto, perché dorme felice e placida e ha la pelle fresca fresca: una salamandra. E io, evidentemente, devo essere in menopausa. Non ho scelta, devo alzare le tapparelle. Appena alzo il mio dolce peso dal materasso, LUI mi chiama: «Cally, non stai bene che sono due ore che vai avanti e indietro?».
Primo pensiero: ma vaffanculo, io sto cercando di fare Arsenio Lupin per non svegliarti e tu solo adesso ti degni di rivolgermi la parola? Mi risparmiavi venti minuti di maldestri tentativi, pirla.
Secondo pensiero: se veramente fossi stata male, potevi anche farti venire il dubbio prima, che nel frattempo potevo anche morire, cretino.
Ovviamente cosa può aver detto la vostra Cally di tutto ciò? «Ma no, non preoccuparti, ho solo caldo. Anzi, scusa se ti ho svegliato».
Se una è derelitta, lo è fino in fondo, no?
LUI è stato magnanimo: «Ma apri la tapparella… Potevamo lasciarla su anche ieri sera se mi dicevi che avevi caldo».
Ma immenso somaro, prima di dormire ti sei alzato e mi hai sigillato in un bunker antiatomico dicendo che ti dà fastidio la luce, secondo te io oso contraddirti? Eh? Ti ricordo che sei l’uomo che io vorrei sposare e con cui vorrei fare ottocento figli, se solo non fossi uno stiticone sentimentale: secondo te per una volta che mi fai fare da fidanzata vera io mi permetto di contraddire la tua volontà? Su delle tapparelle? Ahahah.
Ovviamente ho risposto in questo modo: «Davvero? Grazie… Ma se ti do noia la luce, svegliami che le chiudo».
Tempo tre secondi e, grazie alla brezza notturna, russavo elegantemente stravaccata a pancia in su.
La mattina dopo, mentre facevamo colazione, l’uomo ha anche osato dirmi che aveva dormito proprio bene, con l’aria fresca che entrava dalle tapparelle alzate: «Anzi, Cally, la prossima volta che dormi qui lasciamo tutto su, così sei contenta, ok?».

Lo sapevo che non dovevo accorciarmi il ciuffo davanti: adesso come lo sistemo nell’acconciatura da sposa?

giovedì 30 luglio 2009

Cheese...

L'altro giorno per sfuggire alla canicola della città me ne sono andata in piscina con mamma e papà Mafaldi.
Una giornata all'insegna dell'assoluto relax.
Abbiamo raggiunto la piscina in alta montagna che tanto ci piace e tempo zero ero già oliata come una triglia pronta da mettere in padella e distesa placidamente sul lettino.
Ahhhh che vita dura che dura vita!!!
A dire la verità avevo una missione importantissima da portare a termine: l'operazione tintarella.
Insomma... Mica mi posso presentare in Salento bianca come una mozzarella di bufala (che se mozzarella devo essere almeno sia quella di bufala che è più nobile!).
Mentre mi rosolavo placidamente al sole ho pensato bene di tenere aggiornato UABPAS (uomo alto bello profumato abbronzato e sexy) sulla missione. E quale metodo migliore di un mms?
Ho disturbato papà Mafaldi e gli ho chieso se, gentilmente, potesse scattarmi una foto. "Una cosa da trenta secondi, papy"
Seguendo tutti i suggerimenti di Giò Giò mi sono messa in posa. Spalla un po' in avanti, testa inclinata e mezzo sorriso... via... scatta.
Mezz'ora di cabaret:
- e questa no perchè ho i capelli da medusa,
- e nemmeno questa perchè ho un sorriso ebete,
- questa mai che mi si vede la pancia,
- questa no perchè sono troppo di lato e ho un braccio grosso come quello di Primo Carnera.
- questo no perchè mi si vede solo un ginocchio
- questa mai che ho gli occhi chiusi.
Mi sto ancora chiedendo come mai papà Mafaldi non abbia gettato il cellulare in acqua... ma tant'è!
Dopo un discreto numeri di scatti (tutti cancellati immediatamente) ecco la foto agognata.
Sorriso discreto, capelli quasi umani ed espressione non troppo ebete.
Mando la foto aggiungendo un messaggio del tipo "hai visto come sono brava? Mi sto impegnando... "
La risposta non tarda ad arrivare.
Beep Beep.
UABPAS : "... Mafy... che gran coppia di tette :-) :-) :-) mmm ... scusa ma sull'abbronzatura non mi sono soffermato..."
Ahhhhheccco.
E io che mi preoccupavo tanto del mio colore pallido e del fatto che messi vicini sembriamo i Ringo Boys... manca solo Kakà che ci viene a caricare su un pulmino diroccato (ma forse non può più perchè il furgoncino gli è stato fregato da quei quattro buzzurri della pubblicità della TIM).
Le tette sono la soluzione! Le tette sono la soluzione per tutto!
Devo scriverlo in uno dei bigliettini dei baci perugina. Farei un successone.
E io che volevo buttare quel costume perchè era vecchio. Mi sa tanto che vado a comprarne un modello simile... "di tutti i colori disponibili, grazie!"

martedì 28 luglio 2009

Meglio derelitte che accoppiate?

Oltre alla tragedia dei capelli in spiaggia, nei tre giorni passati in riva al mare con la madre ho potuto dedicarmi all’osservazione di alcune coppie che ci circondavano. Ciò ha fatto nascere in me, nell’ordine, la voglia di andare ad annegarmi in mare seguita da un tacito e silenzioso ringraziamento per non essere così. Piuttosto che in una coppia deprimente, meglio derelitta a vita. Ma ecco il dettagliato resoconto.
Prima coppia: sui 35 anni, austriaci, lui pelato e pieno di tatuaggi, lei con bikini anni 80 e sgambatura ascellare. All’aspetto poteva essere la classica coppia perfetta, sportiva e affiatata. Invece passavano i pomeriggi sotto l’ombrellone a giocare (GIURO) a Forza quattro. Lui tirava fuori dallo zainetto la scatola del giochino, si dividevano le pedine e ci passavano le ore. Io dopo tre minuti avrei lanciato tabellone e dischettini per tutta la spiaggia nel raggio di otto chilometri, il tutto seguito dal mio (ex) fidanzato tatuato. Ma loro ridevano contenti e felici. Probabilmente non ho capito niente della vita. Quasi quasi in Salento mi porto il Risiko.

L’altra coppia, italiana, era composta da un ragazzo somigliante in maniera incredibile a un mio ex, tanto che, fingendo un colpo di calore e l’impellente necessità di una doccia, mi sono dovuta alzare per andare a controllare che non fosse lui (complice un tatuaggio sul braccio che il villeggiante non aveva). Appurato il fatto, ho ispezionato il resto: lei molto carina e ben fatta, bel sorriso, allegra. Lui bianco come la morte. Arrivavano in spiaggia verso le quattro, tenendosi per mano. Probabilmente il tempo precedente lo passavano a trombare, i maledetti. Lui si cospargeva di crema protezione 60 e si sistemava sul lettino. Tempo tre secondi ed era su quello di lei a farle «pici pici pici» e mille smancerie. Da diabete. Sarà che io sono vagamente orsa per natura, sarà quel che sarà, ma uno così io lo avrei ucciso in meno di due minuti, non so se più per il modo di sistemare il telo mare sul lettino (mancava solo la livella) o per il fatto di averlo sempre sulle croste.

Ok, sto diventando veramente una zitella acida e fastidiosa. Insultatemi.

lunedì 27 luglio 2009

Missione ferie - part 3

Ed eccoci alla terza e ultima parte della missione ferie. Ossia la tragedia peggiore totale e globale. Nooo, non è stato prenotare l’aereo per mettere d’accordo sei orari diversi di sei persone diverse che abitano sparse per mezzo mondo: alla fine abbiamo prenotato a casaccio contando nel buon cuore di chi sarà costretto a venirci a prendere. Quelli, dopotutto, sono insignificanti dettagli. Il problema primario delle derelitte, da risolvere entro breve, è il seguente: come cazzarola ci sistemiamo i capelli in spiaggia? Memori dell’anno scorso, quando ancora adottavano la fascia nera e lo chignon modello «Carla Fracci ci fai una sega» convinte di essere molto eleganti ma con l’unico risultato di sembrare pelate su ogni foto, quest’anno dobbiamo trovare un’acconciatura decente. Callista, giusto per tirare avanti la ricerca, la settimana scorsa è stata due giorni al mare in riviera con mamma Callisti e ha testato tutte le opzioni che le sono venute in mente. Di lasciare tutto sciolto manco a pensarci: dopo tre minuti l’effetto Bon Jovi è in agguato. Ho provato con la coda alta ma nelle foto il risultato non cambia e mi sono pure scottato un pezzetto di cuoio capelluto. Ho provato a domare tutta la bionda chioma con l’olio, ma l’effetto punkabbestia con capello unto non mi piace affatto. Ho iniziato a maledire i capelli lisci come spaghetti perché forse con un leggero mosso sarebbe tutto più facile: poi ho visto la ragazza dell’ombrellone a fianco con dei ricci modello indemoniato e ho capito che manco quella è la soluzione. Visto che le derelitte sono due donnini glamour hanno pensato bene di chiedere un consiglio alla loro parrucchiera: che ha suggerito un doppio pettine con cui domare la chioma lateralmente, tutto tempestato di brillantini-cristallini-fiorellini, regalandone uno (ovviamente fucsia) alla Cally per modello.


Inutile dire che le risate della Mafy riecheggiano ancora sinistre per tutto il Trentino.

Ora, amici di blog, il problema è grave: c’è qualcuno che può aiutarci a non sembrare calve nelle fotografie?

venerdì 24 luglio 2009

Op op op op op op ...

Oggi sono venuta a lavorare in bici. (il primo che ride gli faccio la macumba... attenti!)
La decisione è frutto di un pensiero semplice "ma perchè milioni di persone la mattina girano in bici e io no?"
Così ho approfittato del fatto che mi fermavo a dormire a casa dei miei e ho rubato la bici a mammà.
A dire la verità il fatto che il tragitto casa dei miei - ufficio Mafy sia privo di salite a differenza del tragitto da casa mia ha avuto il suo bel peso.
Stamattina mi vesto, scendo in soggiorno e mia madre, guardandomi mi fa: "dove vai???"
M: "a lavorare, perchè?"
MM (mamma Mafy): "ma non hai detto che vai in bici, oggi?"
M: "si!"
MM: "e ci vai in gonna e sandalo con il tacco?"
M: "eccerto... sono una donna glamour, io!"
... mentre bevevo il caffè, però, mi si è parata davanti agli occhi quest'immagine. Io che mi fermo, metto con eleganza un piedino a terra, manco l'appoggio e finisco lunga e distesa a pelle d'orso sulla strada.
Noooooooooooooooooo sia mai!
Non potrei mai sopravvivere ad una figura di merda simile... a patto di sopravvivere alla caduta e alle escoriazioni (ma sono dettagli!)
Quindi sono tornata in camera e ne sono uscita con un paio di pantaloni pinocchietto e delle ciabattine rasoterra.
Ho evitato di guardami allo specchio e sentirmi una cretina e sono partita.
Il tragitto di 6 chilometri mi ha portato a queste conclusioni:
1. devo essere piuttosto folcloristica mentre pedalo visto che ho collezionato tre "pedala biondaaaa" da tre diversi uomini (un anziano sulla panchina, un netturbino e uno di quelli che attaccano i manifesti)
2. i ciclisti sono una banda di delinquenti. Non ce n'è uno che rispetta un segnale. Mi sono fermata al semaforo rosso e l'uomo in rampichino che mi seguiva mi ha insultata rischiando di tamponarmi.
3. i miei capelli non reggono l'alta velocità. Sono arrivata in ufficio tutta scompigliata
4. il ritorno sarà tragico visto che ho sudato già stamattina quando la temperatura era assolutamente gradevole. Alle tre con quaranta gradi sarà una tragedia.
5. amo la mia macchina.

mercoledì 22 luglio 2009

MIssione ferie - part 2

(...)
Ed ecco l'agognata telefonata.
M: "Pronto?"
Dall'altra parte una voce con il tipo e meraviglioso accento salentino: "Buongiorno, sono Carmelo di Coste del Sud. E' la signora Mafalda?"
M: (signora lo dici a tua sorella) "Si, sono io, buongiorno!"
CCdS: "La chiamo per la sua richiesta della casa in affitto"
M: (ma dai??? pensavo mi volessi vendere una batteria di pentole...) "certo... è ancora disponibile la casa?"
CCdS: "si, si, certo. Ma lei sa dove si trova?"
M: (nooooo... solitamente io e la mia amichetta scegliamo le case chiudendo gli occhi e puntando il dito...) "si, certo, siamo piuttosto pratici della zona... sappiamo dov'è!"
CCdS: "ahhh bene. Perchè sapete che è un po' all'interno. Non è proprio sul mare!"
M: (ehhhh lo sappiamo... la splendida terrazza dell'anno scorso ce la scordiamo... sob) "abbiamo visto. Ma non c'è problema. Abbiamo le macchine quindi possiamo spostarci agevolmente"
CCdS: "ahhhh capisco! Ma come mai avete scelto proprio questa casa?"
M: (perchè amiamo le piastrelle vintage... perchè mai, altrimenti?) "guardi... sarò molto sincera... perchè era l'unica disponibile con le tre stanze. Quindi... prendere o lasciare. E abbiamo preso"
CCdS: "ahahahahahahah... ma abbiamo altre proposte, se vuole. Case un po' più piccole con due stanze e un divano letto in soggiorno, con il giardino"
M: (cazzo ridi? non faceva ridere? mah!) "no, no, grazie. L'idea di dormire due settimane "in piazza" o di dover fare il salto ostacoli sopra gli amici per andare a farmi il caffè non mi aggrada molto. Preferiamo la soluzione con le tre camere"
CCdS: "capisco. A propostito delle tre camere. In quanti siete?"
M: (... in 18... ma quanti vuoi che siamo, benedetto?) "in 6"
CCdS: con aria perplessa... "in sei??? come mai?)
M: (ma che domanda è?) "sa... siamo tre coppie. Quindi 6. Volevamo lasciare a casa qualcuno ma poi ci sembrava poco carino" (ok... definirci coppie è quantomeno utopico... ma stare a spiegare al gioioso CCdS le disgrazie sentimentali mie e della mia amichetta mi pareva troppo)
CCdS: "ahahahahahahahahahaha"
M: (ma cosa diavolo ridi, ancora??? ma tutti a me capitano???) "..."
CCdS: "e che età avete?"
M: (ma mi chiederà anche quanti punti ho sulla patente?) "siamo più o meno tutti sui trent'anni... perchè è un problema?"
CCdS: "no, no, no, no ... è solo per dare delle informazioni al padrone di casa!"
M: (... speriamo che il padrone di casa non voglia avere pure una lettera di raccomandazione del Papa che c'ha il polso rotto e non può scrivercela ...) "guardi... se la può far stare tranquillo è già il terzo anno che affittiamo la casa tramite voi. Se non avete ancora una foto nostra con scritto Wanted vuol dire che vi abbiamo sempre restituito le case integre"
CCdS: "ahahahaha... veramente è il terzo anno? Ma allora siete delle esperte di Salento... vi diamo la cittadinanza onoraria"
M: (ce l'abbiamo già, stella!) "ehhh ..."
CCdS: "quindi se siete pratiche della zona allora sapete anche dove si trova la casa?"
M: (ma alloraaaaaaaaa??? ma basta!!!) "si, non si preoccupi. Sappiamo dove si trova. Ha paura che la chiamiamo perchè ci siamo persi?"
CCdS: "ahahahahah ... no, no... era per essere tranquillo"
M: (questo ride a casaccio... maronna!) "non si preoccupi. Ci sappiamo orientare. E sappiamo che si trova all'interno e non sul mare. Nessun problema"
CCdS: "allora sapete tutto. Ora sento i proprietari e le do la conferma ufficiale in giornata. Avessi qualche altra domanda la chiamo..."
M: (ma che mi devi chiedere ancora??? Che tipo di mutande porto?) "ok. Aspetto la sua conferma!"
CCdS: "buona giornata. Le saluto il mare visto che sto andando in spiaggia!"
M: (ma che fetente! ... annegaci in mare va...) "Grazie... buona spiaggia a lei!"
Clic.
... cosa non si fa per andare in vacanza!

lunedì 20 luglio 2009

Missione ferie - part 1

Le derelitte non sono morte… Anzi, sono più vive che mai. Hanno solo portato a termine l’arduo compito di prenotare anche quest’anno le agognate ferie salentine. E voi direte, ma che ci vuole? Infatti! Fino all’anno scorso la vostra Mafy e la vostra Cally ci mettevano sette secondi a fare tutto: la casa più bella e chissenefotte del prezzo, l’aereo che ci permetteva di stare anche solo mezz’ora in più nella terra dei nostri sogni e fanculo alle compagnie low cost e la macchina con tutte le coperture casco possibili e immaginabili in barba ai vecchietti salentini con la Uno che ci sfondano le portiere.
Quest’anno le derelitte non sono sole: la vacanza salentina si farà in sei. Vi preghiamo di non iniziare a immaginare le catastrofi, perché a noi il Salento in compagnia fa un brutto effetto. Ma siamo coraggiose e rischieremo.
La prima grande impresa è stato recuperare la casa: ci servivano 3 stanze, giusto per non essere costrette a metterci qualcuno in mezzo al letto (e si sa che io e la Mafy amiamo la privacy, e poi non voglio dividere con nessuno il privilegio di vederla mentre si infila sotto otto coperte con la tuta da ginnastica e tanto di cappuccio tirato su, modello 50 Cent, perché «a me il sole fa reazione, mi viene freddo»). Cerca che ti ricerca, ecco la casa agognata: tre stanze, un bagno e mezzo (mah… chissà cosa vuol dire «mezzo»), soggiorno, cucina, giardino con tanto di amaca. Prezzo abbordabile: deve essere nostra. C’è solo un piccolo particolare da definire: la casa è a «basso voltaggio», quindi non si possono tenere accesi la caldaia e il phon insieme. Considerando che il phon delle derelitte è potente come un motore di un jet, iniziamo già a farci delle domande.
C: Oddio, speriamo che il salvavita sia a portata di mano… Sai che faremo saltare tutto mille volte.
M: Ma amica, quest’anno abbiamo con noi un ingegnere e un elettricista, vuoi che non risolvano il problema del salvavita?
C: …
M: …
C: Già vedo i titoli sul giornale: «Giovani e magrissime ragazze periscono nell’incendio di una casa in Salento».
M: Ma smettilaaaa…

La prenotazione viene inoltrata: ma, ahimè, la nostra casa dei sogni ci viene soffiata sotto il naso da un altro gruppo. Speriamo che il salvavita gli esploda, tiè.

A quel punto non potevamo fare altro che riprendere a cercare: scartata la casa della signora Lupi (che Callista ha chiamato «Orsi» per simpatia territoriale) per motivi di arredamento kitsch, la nostra attenzione viene attirata da una casetta a qualche chilometro dal mare, ma tanto siamo automunite. A prima vista sembra sprovvista di orrori e anche di mille madonnine appese ai muri: inoltriamo la richiesta. La casa è libera. EVVIVA! Verremo richiamate dal proprietario appena possibile. Le ferie sembrano già più vicine… Ma invece…

(to be continued…)

mercoledì 15 luglio 2009

Bestie feroci. Part 2

E per la serie «Le derelitte e le bestie feroci», ecco il sequel dell’avventura di Mafalda… Ossia la cavalletta e Callista.

L’altra sera accompagno la meraviglia a riprendersi la macchina: spero in un attimo di affetto nel parcheggio, ma lui se ne scende asciutto (ma mezzo ‘mbriago) e recupera il potente mezzo. Io resto sola e triste nella Cally (la mia macchina, non pensate cose strane) e mi avvio verso l’uscita del piazzale. Ahcomesoffro, ahcomesonodisperata.
Faccio dieci metri e sul parabrezza vedo una cavalletta. Cazzo. Sarà fuori o dentro? Le luci dei lampioni non mi aiutano, l’ombra sul cruscotto è inquietantemente enorme e la bestia cammina: tutto ciò mi spinge al pensiero peggiore, ossia «è dentro». Inchiodo in mezzo alla corsia e mi catapulto fuori dall’abitacolo. A quel punto tiro un sospiro di sollievo, notando che il coso verde è all’esterno del vetro. Evviva. Rimonto al posto di guida e sigillo i finestrini: sono indecisa se azionare i tergicristalli, ma il pensiero di avere pezzetti di bestiaccia spiaccicati dappertutto mi fa desistere. E poi penso che andando il vento la farà volare via.
Mi metto in marcia canticchiando i Pooh.

Vivo… mi piace la notte ci vivo… ( e infatti alle undici me ne sto andando a casa da sola)

Con le sue sigarette (non fumo, direi con le sue cavallette) e il piatto che gira (no che sono a dietaaaa)

E dietro ai vetri la città


Eh, no, dietro ai vetri c’è la stronza cavalletta che non si muove di un centimetro nonostante io stia andando ai 60 all’ora. Che cazzo di zampette ha? Col mastice?
Accelero un po’…
Ma lei mi fa le linguacce, scende il vetro e si infratta sotto il cofano.
Immediatamente parte il pensiero terrore: non sapendone io un cavolo di come è montato un impianto di aerazione auto, non è che la bastarda mi viene sparata fuori dai bocchettoni dell’aria condizionata e mi finisce in faccia? Che a quel punto buonanotte controllo di strada, mi trovano nell’Adige dritta.

Giovane donna finisce con macchina semi nuova nell’Adige. Si indagano le cause. Pare che le ultime parole siano state: «Troia di una cavallettaaaaa…»

Per sicurezza, spengo tutte le ventole, metto lo straccio sui bocchettoni davanti e sigillo gli altri. In tre minuti sono a casa.
Il giorno dopo ho chiesto a papà Callisti di controllare se da qualche parte nel cofano trovava una cavalletta morta… Lui ha preso paziente le chiavi e la sera mi ha detto che era tutto a posto, ma sospetto non abbia nemmeno aperto la portiera…
Sapete mica se fanno un Arbre magique all’aroma di Raid? Giusto per essere previdenti…

martedì 14 luglio 2009

Cambiare...

Oggi non vi propongo il solito post con le disavventure delle derelitte ma sfrutterò spudoratamente il blog per scopi personali.
Ho bisogno di un consiglio quindi chiederò aiuto a voi, amici.
Quando sentite quella punta di insoddisfazione che è lì lì per trasformarsi in qualche cosa di più, quando sentite che avete bisogno di girare pagina, quando avete voglia di cambiare qualche cosa... che fate?
Cambiate lavoro? ... mmmm pessimo periodo per avventurarsi nella ricerca di un nuovo lavoro
Variate la disposizione dei mobili di casa? ... già fatto il mese scorso... se li giro ancora mi si ribellano contro
Comprate qualche cosa di nuovo? ... il mio conto in banca non mi permette le grandi spese...
Programmate un viaggio? ... le ferie sono lontane... ma ci sono ... ancora un mese e poi mare!
Tagliate i capelli? noooooooooo... ci ho messo così tanto a farli crescere
Cambiate colore dei capelli??? Sia maiiii... che poi il nettuno mi prende a forconate veramente.
Modificate lo sfondo del blog??? Già provato ma si "sbananano" tutti gli elenchi... un dramma...
Forza, amici, mi servono idee.
Aiutate la vostra Mafy...

venerdì 10 luglio 2009

Bestie feroci...

Per un attimo ho rischiato di rendere Callista unica proprietaria del blog.
Certo … il nostro diario avrebbe avuto molto più successo dopo la mia prematura dipartita.
Certo… voi, amici blogger, avreste organizzato un memorial stile Michael Jackson… tutti in piazza Duomo con un guantino azzurro (che ve lo dico a fare) e Giulianone che mi dedica una canzone (e Callista che gli lecca la nuca e lo annusa… )!
Già mi immagino i titoli dei giornali “Giovane e bellissima blogger trovata morta in casa. Si indaga sull’assino.!”
Ammettiamolo… non sarebbe stata una morte glamour. Se proprio devo morire in tenera età lo voglio fare in maniera elegante … tipo attaccata al forcone del Nettuno, con addosso un abito bellissimo e che mi fa sembrare magrissima e un cartello di protesta contro gli uomini che fanno culo.
Ma torniamo a ieri sera.
Ero in soggiorno, abbarbicata sulla ciclette. Mentre portavo a termine con naturalezza e disinvoltura (ahahahahahaha…) i miei 20 chilometri guardavo una replica di Beverly Hills.
La concentrazione era al massimo.
La mia attenzione, infatti, era dirottata su due domande epocali:
a) perché nonostante i pantaloncini imbottiti (che fanno tanto pannolone pampers) sto perdendo clamorosamente la lotta contro la bastarda sella della ciclette?
b) Perché Kelly preferisce farsi una storia con un ex di Valery piuttosto che rimettersi con Brandon che la ama alla follia? E perché Donna che pare una suoretta ed è menosa come poche altre ragazze al mondo ha i ragazzi più bonazzi di tutta la serie?
Immersa nelle mie domande degne di Marzullo sento qualche cosa che si abbatte sulla mia capoccia producendo un TOC inquietante.
Mi paralizzo sulla ciclette e mi guardo attorno. All’apparenza nulla sembra avermi colpito… apparentemente, appunto!
Infatti sento qualche cosa muoversi tra i capelli. A I U T O!!!
Allungo una manina tra lo schifato e il terrorizzato e sciolgo la chioma momentaneamente raccolta con una molletta … e orroreeeeeeeeeeeeeeeeee … una cavalletta se ne salta via!
In un nano secondo mi trovo dall’altra parte della stanza!
Bene. Stiamo calmi. Facciamo le persone razionali.I
o sono una donna. Lei è una cavalletta.
Io peso.. ehhhmmm … poco. Lei molto meno di me.
Io sono grande. Lei è piccola.
Ma lei salta…. Ahhhhhhhhhhhhhh!!!!
Penso a tutte le puntate guardate su national gallery di quel pazzo australiano che andava a catturare tutte le belve più pericolose del mondo… cerco di rimuovere il fatto che lui sia morto morso da un serpente velenoso e studio un modo rapido e indolore per immobilizzare la saltellante verde creaturina.
Penso di catturarla mettendole sopra un contenitore e poi cercare di trascinarla fino al balcone in modo da liberarla … ma c’è un piccolo scalino da fare per andare sul balcone… come posso convincere una cavalletta a fare uno scalino??? Opzione scartata.
Trovato… Mi “armo” di uno straccio da cucina e da una distanza di sicurezza lo lancio sulla mia amica dalle lunghe zampe. Lei rimane immobile. E pure io per un paio di secondi.
Mi avvicino e cerco di imprigionarla nella stoffa senza schiacciarla… ma la belva si muove…Schifo, schifo, schifo!Ripeto tra me e me.
Io sono una donna. Lei è una cavalletta.
Io peso.. ehhhmmm … poco. Lei molto meno di me.
Io sono grande. Lei è piccola.
Ce la posso fare.
Raccolgo il fagottino e corro sul balcone… una volta fuori comincio a scuotere lo straccio in modo da far cadere la cavalletta e farle prendere il volo.
Niente.
E’ saldamente attaccata al panno. E mi guarda con due occhietti di sfida. Ci manca solo che mi faccia il dito medio… sempre che una cavalletta ne sia dotata. Ma mentalmente me lo ha fatto sicuramente.
Decido di liberarmi dell’amica e scuoto con ancora più vigore lo straccio e finalmente l’animaletto verde se ne vola via. Evviva!!!
La vedo appoggiarsi sulla pianta nel giardino e poi saltare agile sulla vite vicina.
Solo dopo qualche minuto di permanenza sul poggiolo mi accorgo di sfoggiare un meraviglioso paio di pantaloncini da bici imbottiti e cromaticamente molesti. (forse vi ricorderanno qualche cosa… guardate qui)
Però ho vinto.
E sono viva.
… vedete quando dico che le derelitte hanno bisogno di un uomo?
Noooo… non è per cambiare le gomme della macchina… lo sappiamo fare da sole.
Noooooo… non è per riprogrammare il digitale terrestre che è impazzito… lo sappiamo fare da sole.
Non è nemmeno per portare le borse dello shopping… sappiamo fare da sole anche quello.… è per proteggerci dalle bestie feroci!!!
In fondo… potreste essere i nostri eroi.
E noi gli eroi li sappiamo ricompensare… eh!

giovedì 9 luglio 2009

Il brucaliffo...

Ieri, a mezzogiorno, mi arriva il seguente sms:«Il coccodrilletto nel fiume un dì discese e a nuotar sorprese di pesci un bel gruppetto. E tutto arcigiulivo gli artigli suoi arrotò, dischiuse poi le fauci e i pesci si mangiò».
Mittente? Il collega ragazzino che cerca di concupirmi.
Ora, cosa può essere successo a uno che dal niente manda un sms così? Un’insolazione? Un embolo?
Mi rivolgo a Mafalda.
C: Amicaaaa, ti giro l’sms del ragazzino.
M: Gira.
C: Fatto.
M: Oddio, e che si è fumato? Tutto il balcone di gerani?
C: Ma che ne so…
M: Ma cos’è ‘sta roba?
C: La filastrocca del Brucaliffo, quello di Alice nel paese delle Meraviglie.
M: …
C: Amica?
M: Ma come cazzo fai a sapere che è Alice?
C: Lo guardavo sempre da piccola…
M: Perché si parla di «meraviglie», vedi, eri già destinata.
C: Smettila.
M: Vabbè, che gli rispondi?
C: Gli rispondo «Alice nel paese delle Meraviglie, la confermo e la accendo».
M: Ok. Certo che non sta bene, il ragazzino. Cosa gli sarà venuto in mente?
C: Boh…
M: Forse leggendo le iniziali delle parole c’è un messaggio in codice, tipo «Vorrei darti due colpi».
C: I C N F… No, mi sa di no. A meno che non sia aramaico.
M: Niente. Vabbè. Allora, ha risposto?
C: Sì, adesso leggo… «Hai indovinato la citazione! Lo dicevo io che siamo fatti l’uno per l’altra… ;-)». Cristo.
M: Oh madonnina bella.
C: Ussignur.
M: Certo che questo ha inventiva, eh? Non male come idea… Effettivamente vuol dire che vi piacciono le stesse cose.
C: Sì, amica, ma io perché ora questi film li vedo con i miei nipoti, lui perché ha smesso di vederli ieri…
M: Sì, per passare a «Biancaneve sotto i nani»… Io un pensierino ce lo farei! Viva la gioventù…
C: Vabbè, va’. Caffè sotto il Nettuno? Che luglio è un brutto mese…
M: Andiamo…

martedì 7 luglio 2009

Più rafting per tutti...

La seconda attività della vostra Callista è diventata una specie di lavoro forzato che la sballotta in giro per il Trentino. Sabato, ad esempio, ero al centro rafting Val di Sole. Dopo aver sbrigato con la mia collega le formalità di rito e tutto il lavoro, l’idea che ci era balenata era di concederci un’oretta di sole e poi un po’ di relax.
Ma avevamo fatto i conti senza il capo supremo del centro: «Bene, ragazze, ho un giro di rafting che parte tra mezz’ora: vi aggiungo, così provate con mano quello che vi ho detto». Panico: io in balia delle onde del torrente Noce? Ma anche no, vista la mia innata capacità di ribaltarmi anche da ferma.
Tentiamo la manovra difensiva: «Veramente avevamo prenotato un massaggio al centro benessere per le quattro e mezza…».
L’uomo sportivo è implacabile: «Adesso telefono io e faccio spostare tutto alle sei, così arrivate a fare il giro e poi a rilassarvi».
Il patetico tentativo di rifiutare adducendo la scusa del «Ma non abbiamo dietro nulla da metterci» si è infranto sul fatto che ci avrebbero fornito anche la t-shirt da infilare dentro la muta regolamentare. Il resto viene dato a tutti sul luogo. Ci pare di non avere scampo, e continuare a rifiutare è inutile. Poi la curiosità supera la paura: così ci lasciamo convincere e ci presentiamo alla consegna vestiario.
La prima tentazione è di baciare appassionatamente l’omino che sceglie per noi mute, scarpette e giacche, perché, dopo avermi lanciato una rapida occhiata, mi dà in mano una taglia S di tutto. Tralasciamo il fatto che sono taglie da giganti e che per entrare nella muta ci ho messo dieci minuti e tre unghie: la soddisfazione non ha prezzo. La maglietta, dove campeggia in rosa (e che ve lo dico a fare?) la scritta «val di sole», ci viene addirittura data in taglia XS.
La soddisfazione è alle stelle.
Ci vestiamo: l’armamentario prevede, oltre alla t-shirt, alla muta e alla ventina impermeabile, un giubbotto di salvataggio spesso circa 20 cm e rigido come non so cosa e un casco, o meglio, un elmo. Io e la mia collega non abbiamo manco il coraggio di guardarci perché temiamo di vedere una sull’altra il tragico effetto dell’abbigliamento. Ma ormai siamo in ballo e bisogna ballare. Sotto un sole mai visto che ci fa grondare, ci viene impartita la lezione pratica: come si rema avanti, come si rema indietro, come ci si siede sul fondo del gommone, come ci si tiene. Arrivati al punto in cui si spiega come si deve fare quando si cade dall’imbarcazione, mi pare che la guida si fissi un attimo su di me. Ma forse è solo merito dell’ombretto nuovo che mi fa gli occhi ancora più verdi… Dopo dieci minuti così, aspettiamo solo di gettarci nel torrente gelato, perché la temperatura sotto la muta sfiora i 300 gradi. Ed ecco che finalmente arriva il momento di partire. Siamo in tutto circa 25 persone, e ci dividono su tre gommoni: uno è tutto di uomini, un addio al celibato, uno misto e il nostro tutto di donne, combattive e terrorizzate. Le guide sono tre maschioni fisicatissimi, uno dei quali bello da tirare su l’anima: moro, occhi verdi e barbetta incolta, ovviamente su un metro e novanta di pelle abbronzantissima. Cerca di accaparrarsi il nostro gommone al femminile, ma viene anticipato da un collega e finisce con l’addio al celibato.
Inutile dire che per tutto il percorso tenterà l’arrembaggio a noi, ma senza riuscirci. In men che non si dica, siamo in acqua. Bè, non è poi così male, il rischio di cadere sembra minimo e mi diverto pure. Finchè non mi arriva la prima clamorosa secchiata d’acqua a 8 gradi che mi piglia in faccia: metà la bevo, pregando di non pigliarmi il cagotto, metà la sputazzo via: mi strizzo i capelli e penso per un attimo al mio ombretto nuovo. Ma che bella idea il rafting.
A metà percorso, arriva la prova di acquaticità. I gommoni vengono fermati in una rada e la guida recita testuali parole: «Adesso, al suono del fischietto, dovete correre nel torrente, lasciarvi andare a galleggiare coi piedi in avanti in modo da non prendere i sassi e poi, al secondo suono del fischietto, raggiungere a nuoto la riva». Noi iniziamo a ridere pensando in una battuta, ma lui è serissimo: «Se cadete dal gommone adesso che iniziano le rapide, è meglio che sappiate cosa fare». Dunque il percorso fatto finora, che mi sembrava così accidentato, era solo una finta e le rapide devono ancora iniziare? Molto bene…Io e la collega veniamo accoppiate per la prova di nuoto: al suono del fischietto iniziamo a correre, poi ci buttiamo di sedere in acqua, ci facciamo trasportare per un po’ e poi iniziamo a nuotare verso riva. Miracolosamente riesco a fare tutto con grazia e senza figure di merda. Mentre arranco sui sassi per risalire il greto, il bellissimo istruttore con gli occhi verdi mi allunga il manico della pagaia e mi sorride. Ovviamente in quel preciso momento un cazzo di sasso mi crolla sotto il piede destro e finisco a ginocchioni sui ciottoli, modello Bernadette davanti alla grotta santa. Mi alzo in un secondo fingendo indifferenza, ma credo di avergli visto distintamente scuotere la testa…
Finite le esercitazioni, torniamo sul gommone e riprendiamo la discesa. A un certo punto, il futuro sposo è costretto a gettarsi in acqua e a ripescare una bambola gonfiabile (c’è anche il gadget per le future spose, in caso qualcuno dei nostri lettori fosse interessato a un addio al celibato/nubilato alternativo… A seguire centro benessere, ristorante e sbaraccata in un disco pub. Fine messaggio promozionale). Io ringrazio il cielo di non correre il pericolo matrimonio, e pagaio in avanti al grido della nostra guida. Un’ora dopo siamo coi piedi a terra, stanchi, bagnati ma contenti. Ora, a due giorni di distanza, ho un deltoide che urla ogni volta che mi giro e le ginocchia maculate di ematomi per la caduta mistica.
Ma posso mostrare orgogliosa la foto mentre pagaio meglio degli Abbagnale.
E la soddisfazione costa solo quanto un tubetto di Lasonil!

lunedì 6 luglio 2009

chi cerca (ci trova) giugno 2009

A grande richiesta tornano le chiavi di ricerca.
A dire la verità non ce le ha richieste nessuno ... ma fa figo dirlo. Il lavoro si fa ogni mese più arduo... questa volta avevamo ben 35 pagine e di queste almeno 12 riportavano delle chiavi di ricerca improponibili e oltremodo volgarotte.
Naaaaaaaa... non ci hanno scandalizzato (sia mai... noi abbiamo il pelo sullo stomaco... metaforicamente parlando, s'intende) ma per l'ennesima volta ci siamo chieste come qualcuno possa arrivare al nostro blog cercando, ad esempio, storie di intrecci amorosi tra suocere e nuore ... mah!
Ma la cosa che ci diverte sempre molto è pensare alla faccia di questi quattro assatanati che si aspettano di trovare storie di sesso sconcissime e invece si ritrovano a leggere delle nostre disgraziate avventure.

Torniamo ai nostri amici delle chiavi di ricerca.

Questo mese vi proponiamo:

"quelli che cantano"
- alzarsi la mattina (turuturututtu)
- perchè perchè la domenica mi lasci sempre sola per andare a vedere la partita della roma (ahhhh ... faceva così? e io che la ricordavo diversa... forza maggggica!)
- ti a-mo e chiedo per-dono ti odio e ti a-mo (se viene testa vuol dire che basta lasciamoci.... è bello perchè questo è preciso... divide anche in base alla pronuncia... bravo!)

"quelli che fanno mille domande"
- sono stata invitata più volte ad una cena in ristorante ma non mi permettono di pagare il conto. Devo fare un regalo? Cosa dice il bon ton??? (mah ... non so che dice il bon ton ma noi ti chiediamo di dirci il tuo segreto visto che noi paghiamo sempre... )
- quanti nomi possono avere i pesci rossi (probabilmente quanti riesci a ricordarne)
- mi dite come posso aprile la porta della sala da ballo senza chiave (a testate... vai tranquillo)
- in egitto rubano le bionde? (no ... ma cercano di comprarle con i cammelli)
- come si capisce se una pianta di marijuana è maschio o femmina (ma lo chiedi a noi che rischiamo la morte a dare un tiro ad una sigaretta normale???)

"quelli che sono disperati"
- cerco la soluzione dell'indovinello della molletta bianca come il barbiere sotto la vittoria. Vi prego aiutatemiiiiii (secondo me hai mangiato pesante questa sera, tesoro!!!)
- cacche di merli sulle automobili (chiedi a Callista che è tormentata dal merlo scacazzone!)
- come posso vendicarmi dalle corna (aspetti che lui/lei attraversi la strada e poi lo/la tiri sotto ... e poi... prima-retro-prima-retro-prima-retro)
- aiutatemi ad inventare una favola con un cane e un pesce rosso. (c'era una volta un cane che si mangiò un pesce rosso... e vissero tutti felici e contenti... tranne il pesce rosso)

"quelli che sono il top dei top"
- mi dici ti amo. Io sono felice ma guardando il calendario mi accorgo che è il primo aprile (madonna che bastardata, però!)
- amo l'inventore dell'aulin (anche noi! Bisogna fargli un monumento!)
- l'umidità scende implacabile... il burundi si avvicina sempre di più (e per fortuna che non aumenta la siccità ... altrimenti vedi come arriva veloce Sri Lanka... )
- siamo due derelitti (e noi due derelitte... scopa!)
- come curare il criceto con il naso spellato (povera creaturaaaaaaaaa!!!)

venerdì 3 luglio 2009

Quando un complimento...

Vero, verissimo: un complimento non si butta mai via… Ma negli ultimi giorni si stanno susseguendo una serie di strani tentativi di gratificare la vostra Cally… Eccone un breve campionario.


Sono l’alter ego di Coco Chanel

Detto dal ragazzino che cerca di concupire la Cally:
«Anna (una comune amica, n.d.r) mi ha detto che eri bellissima stasera, tutta in tiro. Ma com’è che per lavorare con me vieni sempre in jeans? Vabbè che stai benissimo lo stesso… Ma…»

MA se ti mostrassi le tette saresti anche più contento, e bravo…

Sono una star del cinema

Detto da una collega di Callista:
«Certo che tu potresti proprio essere la protagonista di uno di quei serial alla “Sex & the city”. Per altro assomigli anche a una delle protagoniste, come si chiama… Quella maiala, lì, dai…».

Povera Samantha e povera me…


Sono una presentatrice famosa

Detto da un amico di Callista:
«Ma sai che mi piace come sei vestita oggi? Mi ricordi Mara Venier…»

Stile giovanile, proprio… Spero sia stato per la scollatura generosa…


Sono una donna, non sono una santa

Detto da un amico delle Derelitte:
«Certo che tu, Cally, hai proprio un’aria conturbante… Sei, come dire, lasciva…»

E grazie, è un modo molto elegante per darmi della zoccola. Sono soddisfatta.

Sono una santa, non sono una donna

Detto da un collega di Callista:
«Cally, tu hai una dote che io amo molto nelle donne: non sei affatto volgare. Con quella faccia lì potresti permetterti di dire ogni cosa e saresti ugualmente raffinata».

Infatti, lo penso anch’io. Adesso finiscila di parlare e scopiamo, please.

(To be continued…)

giovedì 2 luglio 2009

... ma perchè???

Il quesito di oggi è di fondamentale importanza.
Noooo non si tratta del buco dell'ozono e dell'innalzamento della temperatura terrestre (che poi voglio vederlo questo innalzamento delle temperature... quì la settimana scorsa si girava in felpa... )
Noooo non vi chiedo nulla sulla crisi economica (il mio conto è in rosso adesso come prima)
Noooo nemmeno chi sostituirà Kaka nell'attacco del Milan (per questo punto serve una magia...)
Concentratevi e datemi una risposta.
Questi i fatti:
Ieri sera appuntamento con un uomo alto, bello, profumato, abbonzato, sexy e con due occhi neri da ribaltamento. (d'ora in poi UABPASecdondr)
Contro ogni aspettativa e statistica non fa culo. (super super super evviva!!!)
Sono pronta per uscire di casa.
Vestitino nero, trucco leggero (ma con lucidalabbra color "te lo ciuccio" che ci sta sempre), capelli freschi di shampoo e sandalo rosso (sono una donna non sono una santa).
Preparo la borsetta e prima di uscire di casa decido di rilavarmi i denti ...
Ora...
non so se a qualcuno di voi succede la stessa cosa ma a me la menta super forte (quella della serie ti azzero le funzioni delle papille gustative per i prossimi 3 anni) fa starnutire. E proprio ieri ho comprato un nuovo dentifricio... la confezione era tutta brilluccicante ed ha attirato la mia attenzione come un cucchiaino d'argento fa con la gazza ladra. Comprato.
E provato ieri sera. Prima di uscire.
Risultato?
Appena ho cominciato a spazzolare i denti è partito il subdolo starnuto... e ovviamente mi sono sputazzata addosso... ad altezza tetta... che sembrava avessi appena finito di allattare.
Risultato?
mi sono dovuta cambiare e sono arrivata con dieci minuti di ritardo.
Ovviamente, essendo derelitta inside, non mi sono potuta esimere dal raccontare l'accaduto a UABPASecdondr che credo stia ridendo ancora da ieri sera.
In compenso gli sarà sembrato di baciare un campo di menta piperita... e sono soddisfazioni.
D'altronde... io ce l'ho profumato... l'alito... che avevate capito???

mercoledì 1 luglio 2009

Lunedì è sempre lunedì

Per iniziare bene la settimana, ecco il resoconto del lunedì da incubo della vostra Callista, per la serie “consoliamoci”.

La sveglia suona alle cinque e mezza per motivi di lavoro: esco quatta quatta dal lettuccio, mi avvio verso la cucina, apro l’armadietto per tirare fuori la tazza della colazione. E mi precipita in testa un bicchiere pesantissimo che, non contento, si schianta sul mio piede e esplode in mille pezzi con un rumore agghiacciante. I miei vicini mi avranno maledetto. Dopo lo spavento iniziale, ecco un problema grave: come faccio a spostarmi? Sono scalza in un mare di vetrini: o mi trasformo in un fachiro oppure attraverso la cucina pregando. Opto per la seconda ipotesi e vado in cerca di una scopa: dopo aver raccattato il più grosso, vado in bagno, mi trucco e mi lavo a tempo di record (i cinque minuti dedicati alla doccia se ne sono andati mentre maledivo il bicchiere), mi vesto a caso ed esco. Arrivo alla macchina, dicendo “almeno con la pioggia della notte mi si sarà lavata”. Ma avevo fatto i conti senza il merlo, che ormai è diventato sempre più sfacciato: adesso si appollaia direttamente sul cofano e lo riduce a un pantano. Credo che la mia macchina abbia un nuovissimo optional, l’ACM, “attira cacche di merlo”. Devo brevettarlo. Parto con l’auto simile a una latrina.

Dopo 4 ore di lavoro “secondario”, corro a scuola per le sorveglianze della maturità: e scopro, con orrore, che il segretario mi ha convocato, ma quel somaro del vice preside non mi ha messo in turno. Mi sono fatta 40 km per niente, con 5 ore di sonno e non mi posso muovere perché magari hanno bisogno di me. Poco male, resto in sala insegnanti fino alle tre e mezza e scrivo, per poi farmi altri 40 km. Alle quattro e mezza sono a casa. Vado a fare la spesa e poi inizio le pulizie per rendere presentabile la casa: colta da un attacco di casalinghite, pulisco anche tutti i vetri con il Vaporetto. Appena finiti,ovviamente si scatena un temporale mai visto prima, che rovina mezzo del mio lavoro. Mi consolo aspirando tutti i tappeti e mangiando una fettina di pizza. Alle undici e mezza, quando ormai la tempesta sembra passata, esco per tornare dai miei e crollare in un sonno ipnotico e profondissimo. Uscendo, inavvertitamente infilo tutti e due i piedi in una pozzanghera profonda almeno 10 cm e ho gli infradito. Imprecando contro qualsiasi cosa e piena di aghi di pino tra le dita dei piedi (evvai con il fachirismo), penso che peggio di così ci sia solo una tortura con le forchettine di plastica.

Dire che sotto casa dei miei mi sono accorta di aver lasciato le chiavi sul mio tavolo della cucina è superfluo, no?