venerdì 20 giugno 2008

La piccola bottega degli orrori - parte prima

In occasione del compleanno della Mafy abbiamo passato in rassegna anni e anni di regali improponibili ricevuti nelle più diverse ricorrenze. Oltre ad aver rischiato di farci la pipì addosso a forza di ridere (ma tanto eravamo sul letto della Mafy, poteva anche starci), abbiamo scoperto il valore terapeutico della cosa. Quindi, cari lettori, abbiamo deciso di condividere con voi i nostri scheletri nell’armadio, ossia i regali più brutti mai ricevuti, quelli che avresti vergogna perfino di riciclare. Corredati, ovviamente, da accurata iconografia. Unitevi al nostro outing nei commenti: la piccola bottega degli orrori apre virtualmente dalle derelitte.


Callista




  1. Un paio di orecchini di argento formati da tre catenelle pendenti con attaccati sette delfini in miniatura. Regalati dal moroso del liceo per consolarmi dello smarrimento di uno dei miei orecchini preferiti all’epoca. Pensiero pregevole, ma visto che il massimo della «pendenza» concepita dalla sottoscritta per un paio di orecchini è il cerchietto di mezzo centimetro di diametro, i sette delfini (anzi, quattordici, sette per lobo) erano un tantino eccessivi. Senza contare, poi, che i delfini mi fanno veramente cagare (chiedo scusa agli amanti del genere) e che andando in giro facevo rumore di ferraglia. Confesso di averli messi una volta e poi di averne perso inavvertitamente uno. Una morosa distratta è meglio di una ingrata.
  2. Un foulard quadrato di seta modello tovaglia. Regalato dalla mia ex suocera e comprato in una boutique di Milano che rifornisce da sempre casa Savoia. Pagato, immagino, uno sproposito, vista la provenienza e le dimensioni inquietanti. Un po’ come i colori: bordo blu alto dieci centimetri e interno in varie gradazioni dal marrone al giallo, modello vomito. Assolutamente inadeguati per me, che odio il blu e sono biondo cenere. L’ho tenuto in borsetta per un po’, mettendolo al collo arrotolato a mo’ di kefiah poco prima di entrare in casa suocera. Poi ho cercato di smerciarlo a mia nonna, che lo mettesse sotto il collo del cappotto per andare a messa. Risposta: «Madonna se l’è brut. Tralo via». Tengo a precisare che mia nonna ricicla anche i sacchetti dello zucchero per metterci le uova fresche del pollaio. No comment.
  3. Un pigiama di seta modello uomo rosa albicocca. Altro colore che a me dona moltissimo, devo dire, quasi alla pari del giallo vomito. Questa volta il gusto impeccabile nella scelta devo attribuirlo alla mia ex cognata, alla quale voglio per altro un mondo di bene (anche alla ex suocera, a dirla tutta, peccato siano imparentate con la versione trentina del Dottor Jeckill). Il pigiama, oltre a essere di colore e fantasia agghiaccianti, era di otto taglie più grandi. Risultato: ero un incrocio tra Sbirulino e Barbie Fior di pesco. Senza considerare che dormo perennemente in canotta e coulotte. Comunque, se non lo sapeste, la seta funziona benissimo per lucidare i vetri, eh…
  4. I guanti in pelle da assassino. Emissario: ancora la succitata suocera, povera donna. Comunque sia, tra tutti i regali orribili, questi almeno hanno un’utilità. Nel senso che tuttora resistono nei freddi inverni trentini, nonostante io abbia cercato di perderli più e più volte e tutte le volte mi siano sempre stati recapitati indietro. I guanti in questione sono di pelle nera, imbottita in cachemire, con fibbia di Swarowski, marca Coccinelle. Prezzo di listino: 90 euro. Scema io che alla domanda: «Callista, ti serve qualcosa per il compleanno?», avevo risposto «Mah, mi servirebbe un libro…». Con quei novanta euro me ne compravo almeno tre, di quelli cari. Ma non c’è stato verso: lo spirito del guanto da assassino si è impossessato della suocera: «Ma dai, un libro, non sarà mica un regalo… Ci penso io, allora». A dire il vero, io adoro i guanti. Ma questi sono un po’ problematici, perchè sono imbottiti che manco per andare sull’Everest e fanno le dita come salamelle da sugo. E poi mi sono corti: io ho la fortuna (o sfortuna) di avere dita lunghissime e sottili. Questi sono taglia XL e mi fanno le mani palmate. Quindi sono inadatti a qualunque attività che non sia tenere le dita distese. Utilissimi.
A lunedì, con la piccola bottega di Mafalda.

8 commenti:

Scorpio79 ha detto...

Suppongo che quei orecchini siano problematici soprattutto per quando scuoti i capelli: 14 delfini impazziti e fuori da ogni controllo... Ciao Scorpio79

Piulina ha detto...

Ahahah! :D
Gli orecchini con 14 delfini pendenti non è proprio un regalo da fare!! e lo dice una che ama i delfini!!

Stefano ha detto...

ah aha ahahaa i guanti in pelle sono trooooppo forti !! ;)

Baol ha detto...

«Ma dai, un libro, non sarà mica un regalo… Ci penso io, allora»

Per una frase del genere potrei uccidere...

però un regalo io ce l'ho....ho scritto il pezzo promesso, volete leggerlo? :)

Anonimo ha detto...

Il libro di Amici di Maria De Filippi da una lontana zia! Esiste regalo peggiore? o_O Non ho avuto il coraggio di aprirlo né di dirlo in giro (figurarsi di presentarsi in libreria per cambiarlo)!

lindöz ha detto...

Beh dai... voglio vedere se battete il regalo di mia zia: una cartolina con su scritto "complimenti, hai adottato una capra in tibet." Con tanto di certificato e nome. E se non ci credete, ce l'ho qui da mostrarvi. o_O

Anonimo ha detto...

..confesso che leggendo temevo di trovare magari un mio regalo..pffiuu...ma la cally è troooopppooooo furba! ;-)

Anonimo ha detto...

Oddio Callista, ma la tua ex suocera conosceva la parola "glamour"? :D

Mi sa di no.