lunedì 30 luglio 2007

Assenti giustificate


Ma non vi libererete di noi: torneremo tra una settimana! NON DIMENTICATECIIII...
Baci a tutti,
Cally e Mafy

sabato 28 luglio 2007

Chi cerca (ci) trova - luglio 2007

E anche per la fine di questo assolatissimo luglio, ecco le migliori chiavi di ricerca che hanno portato gli internauti a trovare le derelitte.

Ti messaggio tutto

Sms porno (ecco le esperte, amica)

Kulo (>o<, eccolo…)

Sms d’impatto («Elvis vive», vedrai che successone)

Quando l’amante non risponde ai messaggi (evidentemente sta rispondendo a quelli di qualcun altro)

Poesia che passione

Poesia sulle mutande (ehhh, che poesiona, proprio)

Poesia del raffreddore (ma a che pro, ci chiediamo?)

Poesia dolorosa (quante ne vuoi, stella?)

Le mie poesie (e le cerchi da noi?)

Ettore troia poesia (ANCORAAA?)

Nettuno mi può giudicare

Patrono Nettuno (eccoci, siamo noi quelle…)

Porche di Nettuno (ehhh, no, queste decisamente no…)

Cartoni animati giapponesi

Trame cartoni bionda cane grande cappello (uots?)

Memole dolce mio folletto sono io (ripassare le parole non è una cattiva idea)

Magliette memole dolce memole (mooooolto sexy)

Derelitte, come faccio?

Mi manca (pure a noi, ma che possiamo farci?)

Non vuole più sentirmi (una bella pietra tombale sopra e si gira pagina, su)

Come si fa torno subito su badoo (vediamo, proviamo a sforzarci… Che ci sia un tastino con scritto «torno subito»?)

Perché appare «torno subito» su badoo? (forse perché è riuscita la procedura di cui sopra?)

Creare gonne barbie (basta una cintura, tesoro)

Perché una donna non porta le mutande? (perché ha la cintura del punto precedente)

Schivare alti occhi d’amore (tu sei malato, amico, ma seriamente)

Cerco fortuna (pure noi, se la trovi facci un fischio)

Mafy, chi è il ragazzo del tuo video? (di quale filmino hard, cara?)

Zozzo è bello (ogni commento è superfluo)

Super cazzi

Porche e porcone

Odorare le mutandine

Mia suocera in sottoveste

Casalinghe disperate pompino

Amiche porche

Ah, l’amore, questo folle sentimento…

Innamorata del migliore amico del proprio ragazzo (e qui son cavoli)

Innamorarsi di chi ha la psoriasi (fa più schifo leggerlo che farlo)

La top five

Morale freddo uccello gatto mucca merda .ppt (altissima morale, proprio)

Ormone che fa gonfiare la pancia (seee, facile dare la scusa all’ormone)

Massaggiatrice aveva le mani calde (piuttosto che due calippi)

Fusibili opel adam (sul sito giusto, proprio)

Ho spellato sole (ha spellato pure Lex, si…)

And the winner is…

Il coccodrillo come scopa? (da inserire nella baby dance, assolutamente…)

Qui Paolo Bitta, a voi studio

Ecco la prova che Callista c'era a vedere i Pooh in quel del Vittoriale (i Pooh e il Gabri uniti, il sogno di una vita). Se qualcuno nel fine settimana passa da quelle parti e trova due tonsille, potrebbe farmele gentilmente recapitare? Grazie...







venerdì 27 luglio 2007

Requiem per le meraviglie...




Due anni fa partivamo per il brevissimo soggiorno salentino che ci avrebbe riportato dalle meraviglie. Inutile tediarvi con i dettagli. Basti dire che tutt’ora quei giorni restano uno dei ricordi più belli della nostra derelitta esistenza. E non è un caso se negli ultimi post la presenza delle meraviglie si è intensificata.
Il tempo è passato, anche se siamo ancora qui a pensarci sopra… Il blog diventa quindi il nostro strumento per esorcizzare il rimpianto di questa giornata densa di nostalgia.

Callista
Grazie, Bistecca. Grazie per avermi chiamato coi nomignoli più dolci («’a vacca, ‘a troia»). Grazie per avermi fatto sentire intelligentissima («ma daje, che cazzo te studi a fa’?»). Grazie per avermi insegnato come si guida a Roma («Ahooo, dije che te faccia passà, non c’hai mica la freccia pe’ illuminà la macchina ch’è Nataleeee») e come si consulta il Tuttocittà («Se c’è scritto 39 è la tavola, non la pagina, rincoijonita…»). Grazie per la tua mamma così fragile e gentile («Mannaggia, senti che casino, questa è mamma che taja le bistecche co’ la mannaia»), per tuo padre che è comprensivo («Nun posso saltà er lavoro domani, papà me riduce a macinato») e per tuo fratello che ti vuole bene («Ma che cazzo de profumo c’ha er bagnoschiuma tuo? Pare de magnarse ‘na cosa… Se mi’ fratello stanotte me sente arrivà così, se sbaglia e me se incula»). Grazie per tutte le volte che mi hai fatto ridere fino alle lacrime… E anche per le lacrime senza risate.
E grazie per la meraviglia che sei stata. Grazie perché ti sei sforzato di essere galante, aiutandomi a togliere la giacca al ristorante, durante la nostra prima cena («Ah, aspetta, te aiuto, mannaggia, me dimentico, nun so’ bravo en queste cose…»). Grazie per avermi aperto mille volte la portiera della macchina («Ferma, piccolè, te apro io…»). Grazie per i messaggi dolci, per le carezze: per quando mi hai guardato dicendomi «Ahò, lo sai che me piaci… Anche se i complimenti nun li so’ fa’»). Per la tua bellezza da togliere il fiato. Perché non hai mai dormito senza tenermi per mano. Perché mi facevi ballare e se sbagliavo un passo perché mi perdevo a guardarti, ridevi e mi stringevi. Perché quella notte di due anni fa ti guardavo dormire, mentre il sole si alzava, e pensavo che averti nel mio letto era l’ultima cosa che avrei potuto mai desiderare: avevo avuto tutto. Mi sbagliavo, perché la vita continua. Altri amori, altre passioni, altre lacrime, altri sorrisi: ma tu avrai sempre un posto speciale dentro di me.
PS: grazie anche perché mi hai detto che quella deficiente della tua morosa è gelosa di me. Fa benissimo. No one but Callista.


Mafalda
Grazie Lex. Grazie per avermi tolto dieci anni di vita a causa della tua guida che definire sportiva è un eufemismo. Grazie anche per avermi fatto guidare la Lexmachine (la prima donna ad avere tale onore) e avermi fatto prendere mille stradine contromano. Grazie per aver dato il tuo cellulare a tuo padre senza dirmelo. Il fatto che lui abbia apprezzato i miei messaggi porno mi riempie di soddisfazione. Grazie perché mi hai fatto da cicerone nel tuo bel Salento e mi hai fatto apprezzare anche i vicoli più nascosti di Lecce, salvo poi scoprire che ci andavamo perché dovevi comperarti il fumo. Grazie perché mi hai mandato un messaggio dicendo che avevi trovato la ragazza ma che con il fatto che lei era di Milano saresti venuto a trovarmi più spesso. Grazie per aver fatto fare, a me e Callista, una figura orribile con tua madre. Festa del tuo paese … mille persone in piazza. Tu che cammini tronfio e sorridente in mezzo alle due trentine bionde, tirate a lucido e sbrulliccicanti. Ad un certo punto parti, di corsa, ti avvicini ad una signora che cammina cinque metri avanti a noi e le dai una manata sul sedere spostandoti poi di lato come un gatto. La signora si gira di scatto e vede le due derelitte che scuotono in capo per dire “non siamo state noi, giuriamo!”. Grazie per averci fatto conoscere tuo fratello che, con la scusa che abita e lavora vicino a noi, non perde occasione per provarci. Grazie per aver bevuto , alle sei di mattina, e dopo una serata di folle, la tisana relax assieme a me e Callista. (perché io sono uomo trasgressivo, vado ai mille all’ora in macchina, fumo, mi vesto in maniera sconveniente … ma bevo la tisana della buonanotte) Grazie per essere stato quello che sei; la mia meraviglia. Grazie per quegli sguardi, i tuoi sguardi … e i tuoi sorrisi. Grazie per quell’indimenticabile bacio in riva al mare dove mi hai sussurrato di volermi bene. Grazie perché hai dormito sempre abbracciato a me, perché quando ti alzi profumi di buono, perché te ne vai in giro per casa con solo un asciugamanino legato ai fianchi. Grazie perché mi hai fatto sentire la donna più bella del mondo. Grazie perché mi hai fatto sentire amata, anche se solo per poco, e nel tuo modo un po’ bislacco. Grazie perché nonostante la distanza, il tempo passato, e le mille complicazioni mi lasci un posticino nel tuo cuore. Ma grazie, soprattutto, per avermi insegnato a lasciarmi andare, a non agire sempre e solo sotto il controllo della razionalità ma lasciarmi guidare dall’istinto, dalla passione … Mi hai insegnato a pensare di pancia, come dici tu. Grazie perché le emozioni che ho provato con te saranno indimenticabili, magari non le più belle, magari non le più importanti, ma sicuramente indimenticabili.
Grazie, mia meraviglia!


… e, come dice Giulianone nostro, “… non senti che tremo mentre canto … è il segno di un’estate che vorrei potesse non finire mai … “

giovedì 26 luglio 2007

P.I. Poste Italiane??? No, Pericolo Incazzature

Dovete sapere che le derelitte sono grandi amiche della posta trentina: ne fanno largo uso. Ma sono perseguitate dalla bionda impiegata incompetente che (sembra una condanna) beccano in continuazione. Sempre e solo lei. Ma allora? È una congiura?
Nell’ordine, i casi più eclatanti di delirio postale.

1. Spedizione di un pacco al professore di Callista: le dimensioni massime di pacco spedibile con le Poste italiane sono date dalla somma di altezza, lunghezza e larghezza che non devono superare un tot di cm. La signora, oltre a spupazzare a suo piacere il pacco dove troneggiava la scritta «fragile», ha pensato bene che la somma delle tre altezze si potesse ottenere comodamente facendo il giro con il metro al pacco stesso, in altezza e in larghezza, ottenendo così la somma di ben 2 altezze, 2 larghezze e 4 profondità. Cercare di spiegarle la cosa è stato impossibile, si è dovuti ricorrere al capoufficio.
2. Spedizione di un plico di articoli in università: la signora si è rifiutata di darci una scatola, sostenendo bastasse una busta imbottita. Peccato che in posta ne fossero sprovvisti e fossero le dodici e mezzo, quindi orario impossibile per ogni tabaccaio o cartoleria trentina nei paraggi.
3. Spedizione di una busta in Tunisia: la stessa busta, dello stesso peso, delle stesse dimensioni, costa diversamente da una volta all’altra. Una volta viene pesata, un’altra affrancata consultando un misterioso catalogo, una spedita con non si sa bene cosa.
4. Spedizione di 5 plichi ad altrettanti professori siti in varie città: la signora mi piazza davanti svariati moduli per il pacco celere, al modico costo di 10 euro a spedizione. Alla mia domanda: «Ma devo fare pacco celere o c’è una soluzione alternativa? A me interessa che arrivino, non che ci mettano poco», risponde: «Bè, se deve spedire un pacco cosa vuole fare?». Interviene per l’ennesima volta il collega capoufficio che mi fa spedire con raccomandata, risparmiando la metà del prezzo.
5. Spedizione di una busta contenente foto al sud: la sciura pesa, dice il prezzo e poi aggiunge: «Dammeli giusti i soldi, eh, che sennò devo darti il resto». Callista perfida non controlla nemmeno se ha moneta e piazza sul tavolo venti euro interi. Panico: la signora sbuffa, apre la cassa, inizia a fare i conti del resto con la calcolatrice, sbagliando ripetutamente. Il tutto sotto gli occhi di una decina di clienti in attesa. Vendetta.
6. Mafalda è incaricata di spedire due pacchi con i pensieri di Natale alle meraviglie (grado di derelittaggine non pervenuto; non c’è scala che contenga un grado così “terminale”). Compila millemilioni di moduli e porta, soddisfatta, pacchetti e documenti al bancone. La signora gira e rigira i pacchi, gli attacca qualsiasi tipo di etichetta, li pesa e li mette nella pila di quelli in partenza. Per puro caso Mafalda si accorge che la signora ha invertito i destinatari. Quello per Lex era diretto a Roma e quello per Er Bistecca sarebbe finito in Salento. Rischio disastro diplomatico evitato per poco.
7. Spedizione dei biglietti del concerto di Vasco per chiederne il rimborso. Le modalità richiedono specificatamente l’invio di una raccomandata con ricevuta di ritorno. La signora incriminata si rifiuta di fare una raccomandata sostenendo che è sufficiente la posta ordinaria. Ennesimo intervento del capoufficio.
8. Spedizione di un pacco in Afghanistan. Il tutto passa per un campo base in Germania. Mafalda chiede una scatola consona alla spedizione indicando la grandezza ideale. La signora risponde che di quella misura non ne hanno e di scegliere la più piccola o la più grande. Si opta per la misura maggiore. Dopo dieci minuti (cronometrati) di sparizione nel magazzino la sciura se ne esce con la scatola della misura scelta come prima opzione. Mafalda conta fino a dieci per non insultarla e dice che il pacco deve andare in Germania. Compila una quantità smodata di documentazione in decuple copia (sarebbero autoricalcanti ma sotto il secondo foglio non si legge più una cippa) e riporta tutto al bancone. La signora guarda i foglietti ed esclama: “ma se è destinata all’estero i moduli sono sbagliati” e consegna un’altra pila di documenti da compilare. Mafalda conta fino a duecento per non metterle le mani addosso ed esclama “scusi … ma credeva che la Germania l’avessimo conquistata?” Riscrive tutto sicura che il pacco non verrà mai consegnato.

Dopo tutti questi casi le derelitte hanno deciso di evitare le poste. Ora solo corrieri espressi. Anzi, siccome le derelitte sono fuuuuuuuuurbe come due faine, le prossime volte che dovranno spedire qualche cosa … lo recapiteranno di persona. Così saranno sicure della consegna e, con l’occasione, si faranno un bel giretto. Ma quanto siamo avanti???

mercoledì 25 luglio 2007

Sposeremo Giuliano Sangiorgi (altro che Simon Le Bon)

Dopo due mesi di attesa e un numero imprecisato di preghiere affinché nessun evento collaterale rovinasse anche questo evento (vista la sfiga dell’Heineken Jammin’ Festival), finalmente ecco le derelitte all’arena di Verona per il concerto dei Negramaro. Gioia e ormoni sono tutt’uno.

Arriviamo in largo anticipo e facciamo un giretto in città: shopping selvaggio e piacevole aperitivo con l’amico ingegnere (ciao dottore! Tanto lo sappiamo che ci leggi!) ci conducono direttamente all’ora dell’entrata in arena.

I nostri posti sono in platea a poca distanza dal palco (Giuliano dice «io non sento la distanza», ma noi sì, quindi meglio prevenire). Ovviamente poco prima di sederci ho costretto Mafalda a comprare il gadget della serata, ossia il cerchietto con le ali da mettere in testa, che ti fa uguale all’omino sulla copertina del cd (lo dice Giuliano: «e non mi resta che allacciare un paio d’ali alla mia testa», vorremo mica contraddirlo…): con due attrezzi svolazzanti sulla capoccia sembriamo due quindicenni invasate, ma fa niente.

Aspettiamo con pazienza l’inizio del concerto, snobbando il gruppo spalla con il cantante peggio vestito al mondo. Finalmente le luci si spengono: escono i Negramaro. Ed è il boato, l’arena è in piedi e si balla. Io inizio subito alla grande centrando in pieno con una manata la testa della sciura seduta davanti a me. Ma Giuliano canta la famigerata frase «con la mia testa tra le gambe», noi ce ne freghiamo della signora e ci abbracciamo immaginando le peggiori cose porno.

Dopo due canzoni, il caldo che pesa su Verona invade anche il buon salentino, che si toglie la già striminzita giacca. Rivelando una maglietta che non è una maglietta: è uno straccetto senza maniche, mezzo aperto davanti, color grigio chiaro: aggiungeteci catena al collo, bracciali, bandana al polso. Come ci piace quest'uomo. Dalla fila delle derelitte giunge un mugugno soffocato. Dateci una sigaretta, siamo donne felici.

La frase in dialetto per ringraziare il pubblico ci dà il colpo di grazia. Ci facciamo le coccole tra noi.

Il concerto vola: la signora a cui ho fatto la messa in piega di rivela essere indemoniata più della figlia che canta solo le canzoni famose. È dei nostri e urla «Giuliano sei fantastico, te lo dice una mamma!». Noi aggiungiamo «E pure le derelitte te lo diconooo» e la signora ci scatta una foto ricordo. Sono soddisfazioni.

Momento di estasi quando l’uomo seminudo canta da solo sul palco, suonando il pianoforte o la chitarra: che voce, che voce, che voce. Quando poi decide di sollevare la maglietta per mostrare «questa mia brutta pelle così sporca», Mafalda non ce la fa più e urla: «DIO com’è figo quell’uomooooo». Ovazione della fila davanti e dietro. Seconda foto della signora.

Le unghie affondano nella carne alla canzone «Via le mani dagli occhi», quando Giulianone dice «se poi mi tocchi i pensieri» posando la mano sui preziosi gioielli di famiglia. Pensa un po’ basso, il ragazzo… Ma pensa un gran bene, probabilmente.

Al «non puoi leccarmi tutte le ferite», ci proponiamo di leccare altro, ma nessuno raccoglie, purtroppo.

Il concerto, dopo due ore e mezza di delirio, finisce: vorremmo piangere per la tristezza, ma siamo completamente disidratate. Usciamo quindi a rifocillarci di liquidi, perché a forza di saltare siamo avvizzite come due prugne secche.

Che dire? Tutto magnifico, splendida atmosfera, bellissimo Giuliano, così sexy, svestito, sudato e profumato sulla fiducia: qualcuno dice che abbia anche cantato, ma noi non ce ne siamo mica accorte.

E non finisce mica qui: perché Callista, domani, va a vedere i Pooh… Si salvi chi può.


martedì 24 luglio 2007

Antò ... fa caldo ...

Cronaca di un caldo (nel senso metereologico del termine ) venerdì sera di ordinaria derelittaggine.

Ore 19.00 dopo un pomeriggio di shopping Callista propone cena tra donne a base di sushi. Memore dell’orrore provato ad assaggiare il tondino di riso avvolto nella puzzosa alga, gioco il jolly e prometto di raggiungere le gentili pulzelle una volta terminata la cena con pesce crudo e alimenti non ben identificati.

Ore 23.30 Raggiungo Callista. Vagliamo alcuni posti dove andare e alla fine optiamo per una villa sul lago dove amici fidati assicurano esserci bella gente e bella musica.

Ore 23.50 partiamo (si, siamo lente a decidere … e ALORA???)

Ore 00.25 Arrivano nei pressi della villa e parcheggiamo. Callista scende e la devo trattenere dal baciare il suolo felice per la temperatura ben al di sotto della media cittadina. Io, invece, freno a stento l’istinto di uccidere un orso e coprirmi con la sua pelle … ma ho un vestitino optical con la schiena ignuda … non posso assolutamente coprirlo, piuttosto rischio la broncopolmonite fulminante.

Ore 00.35 Ci avviciniamo all’ingresso e un buttafuori immenso ci si para davanti. Dialogo.
B: “voi avete un tavolo?”
M: “mah… io ne ho uno carinissimo in wengè a casa”
C: “ssssssssssss….. dai che questo ci picchia!”
Capo security da dietro l’omone che ci ha fermate: “certo che le ragazze hanno un tavolo, vero ragazze???”
C&M “……”
Capo security: “si che avete un tavolo, ragazze, vero?”
C&M (scuotendo i capelli) “si, si … abbiamo un tavolo!”
Entriamo, ovviamente, sculettando

Ore 00.45 ci aggiriamo tra la folla. In effetti le informazioni che ci avevano dato corrispondono a verità. La musica è molto bella anche se la zona ballo è relegata all’interno di una saletta (4x4) dove sono stipate millemilioni di persone e l’umidità è al 98% (praticamente un forno crematorio) e la gente è molto interessante.

Ore 00.50 Incontriamo un’amore di gioventù di Callista (che chiameremo semplicemente “ex”). Quattro chiacchiere, due risate. Mentre Cally è intenta a cantare e ballare alcune sigle dei villaggi (e poi mi volete ancora raccontare che il sushi non ha effetti collaterali???? Seeeeeee) dove lei ed “ex” hanno passato alcune estati assieme a tutta la combriccola con la quale giravano, una ragazza ci passa accanto le da un pizzicotto sul sedere e si allontana ridacchiando assieme agli amici. Cally si blocca e urla “ma quella mi ha pizzicato il culo”

Ore 00.51 un amico di “ex” sostiene che a Cally sia piaciuto essere pizzicata perché non ha opposto resistenza. Ribattiamo con vigore a questa teoria balorda.

Ore 00.55 Picchiamo l’amico di “ex” che continua a sostenere la teoria di cui sopra.

Ore 00.58 Vedo in lontananza un ragazzo con il quale sono uscita due volte lo scorso inverno e che gradirei evitare Mi sposto dietro una siepe per sfuggire dal suo campo visivo.

Ore 01.03 Sgamata in pieno. (capacità mimetiche: rimandata a settembre). Vengo invitata (leggesi trascinata) al suo tavolo per salutare i suoi amici e bere un bicchiere di spumante (che mi fa orrore!)

Ore 01.15 Mi libero dalla piovresca morsa dell’uomo sgradito (grazie amichetta per essermi venuta in soccorso … potevo anche morire, vero?) e raggiungo Callista.

Ore 01.30 Prendiamo da bere fidandoci di “ex” che ci porta una wodka lemon talmente forte che dopo un sorso entriamo nella soglia “altissima possibilità di fare figure di merda” (è la nostra personalissima scala di alcolemia). Ci raggiunge un nuovo amico di “ex”. Il portiere della sua squadra di calcio. Un misto tra Gigi Buffon e Nek. Carino. I due uomini si mettono a parlare di calcio … le due derelitte sorseggiano il cocktail e annuiscono.

Ore 01.40 dialogo tra derelitte:
C: “… tra il sushi, l’alcool e gli ormoni smossi a causa di un uomo potenzialmente trombabile potrei essere pericolosa!”
M: “e chi sarebbe l’uomo potenziamente trombabile?”
C: “ma daiiii … NekBuffon!”
M: “ahhh ecco … mi ero quasi presa un colpo!”
C: ma che credevi??? Per piacere … con “ex” ho già dato … e per fortuna nemmeno tutto!
M: “ahhheccooooo …”
C: “ehhh … eravamo giovani … però con lui ho fatto del gran petting spinto!”
M: “ma ALORA?”

Ore 01.55 Ci rendiamo conto che NekBuffon è dotato di mezzo neurone e anche quel mezzo è ubriaco secco. Così, stufe di sentire parlare delle sue fantasmagoriche parate (code che Benji Price in confronto era nessuno), gli regaliamo il nostro mezzo bicchiere di cocktail e decidiamo di fare un giretto.

Ore 02.10 il derelittico radar adocchia due ragazzi pelati degni di nota. Uno dei due Cally lo conosce da tantissimo tempo, mentre l’altro lo incontriamo spesso in giro ma non abbiamo mai avuto l’occasione di parlarci. Ci avviciniamo.

Ore 02.12 Il pelato conosciuto ci vede e si avvicina assieme all’amico. Saluti e presentazioni. Si chiacchiera amabilmente.

Ore 02.20 i due simpatici amici scarsocriniti ci offrono da bere. Rifiutiamo gentilmente così ci chiedono di assaggiare il loro cocktail. Entrambi muniti di un bicchierone di wodka&cola ci porgono il loro prezioso beveraggio. Callista da un sorsino e sorride. Io mi ritraggo dicendo la cazzata del secolo. “no, grazie… non posso. Le cose con le bollicine mi fanno venire il singhiozzo” . E già quì … ma non contenta ho aggiunto “per me solo cose lisce”.

Ore 02.21 Le battute si sprecano.

Ore 02.30 Veniamo invitate ad andare a mangiare le brioches. Tappa d’obbligo prima di andare a casa. I pensieri si susseguono “mmm il carboidrato assassino” “cazzarola, tra un po’ c’è la prova costume, non possiamo cedere alla gola” “oddio se lo sa Pinocchio ci ammazza” “…” “…” “ma chissenefotte”

Ore 02.31 C&M “Andiamo …. Bbbbbuone le brioches”

Ore 02.35 salutiamo “ex” che nel frattempo ha seminato NekBuffon in qualche angolo del giardino, l’uomo piovra e usciamo. Ci mettiamo d’accordo con i due palati per trovarci direttamente davanti al panificio.

Ore 03.15 siamo davanti al panificio, con una brioches fragrante e profumata e uno dei due ragazzi che improvvisa uno streep tease davanti a noi. Cosa volere di più dalla vita? No, un Lucano no che non ci piace!

Ore 03.20 Salutiamo e ci avviamo verso di casa. Non prima, ovviamente, di aver preso precisi accordi per rivederci.

Ore 03.30 Posto di blocco. Ci avviciniamo al poliziotto con mitra in mano. Abbassiamo il finestrino, salutiamo facendo gli occhioni da cerbiatto e accendendo l’aureola. Il poliziotto ci guarda, sorride e ci dice “andate tranquille, ragazze, buonanotte”.
C&M “grazie, buonanotte”
Trattengo l’istinto di partire sgommando (un bell’inseguimento ci sarebbe stato bene in conclusione a questo post) e riparto verso casa.

Ore 03.40 Saluto Callista sotto casa. Lei si raccomanda di mandarle un messaggio quando arrivo a casa. Rispondo con un “sì mamma” e me ne vado verso l’agoniato letto.

Ore 03.55 sms per Cally: “sono arrivata sana e salva senza ulteriori posti di blocco. Buona notte, stella, a domani!”

Ore 04.02 sms per Cally: “amica??? Ti hanno rapita gli alieni o sei già svenuta dal sonno?”

Ore 04.10 sms per Cally: “opto per la seconda opzione … perchè se sei andata a fare un giro sull'astronave con gli alieni senza passare a prendermi ti picchio ... Bacio notte!”

lunedì 23 luglio 2007

Che goduria quest'anguria!

Domenica assolata, ieri: per combattere l’afa, le derelitte hanno deciso di trascorrere un paio d’ore in piscina.

Il buongiorno si vede dal mattino, con Mafalda che prende a stomaco vuoto l’integratore vitaminico per rinforzare la pelle (siamo bionde, ci viene l’eritema a guardarci, quindi meglio prevenire…). Ma il perfido capsulone è assolutamente inidigeribile senza un pasto completo: ecco quindi che la vostra derelitta ha vomitato tutto, dopo mezz’ora di tentata digestione. Il coccodrillo bianco delle fogne di New York, probabilmente, ha preso un sacco di tintarella, grazie alla Mafy…

Soppresso l’essere immondo nello stomaco, lei è tornata felice e operativa, ma è iniziato il dramma del mio costume da bagno. Perché in un attacco di ottimismo mi sono comprata in saldo un costume splendido, almeno in negozio. Bianco, con lo slip a righine rosse e verdi e il reggiseno con delle fettine di anguria. Lì per lì non ho pensato al tragico doppiosenso di girare con dei cocomeri sulle zinne, ma l'orrendo abbinamento mi è saltato agli occhi appena mi sono guardata allo specchio. Dialogo:

C: Mafy, non posso mettere ‘sto costume…

M: Ma se ti sta benissimo!

C: Ho delle angurie sulle tette: dei cocomeri. Non so se mi spiego. Mi faranno tutti delle battute atroci.

M: Se non te lo metti subito, te lo strizzo attorno al collo.

E così sono uscita di casa, timorosa, con dei cocomeri sparpagliati dovunque. Per fortuna i trentini sono discreti. In Salento non lo porto. Assolutamente.

Arriviamo in piscina, e la Mafy si impiglia con la gonna nel tornello di ingresso, mostrando una chiappa a tutti i successivi avventori. Io sono davanti a lei, e sento solo questo: «STONF… Ahi, Cally, aspetta, la gonna…». Ovazione dalla curva sud e successiva liberazione, con immediato slittone sulle piastrelle umide di entrambe le derelitte, assolutamente coordinate. Se dobbiamo cadere, almeno insieme.

Troviamo posto tra i bagnini e una gioiosa famigliola: il bambino, trenta secondi dopo la nostra sistemazione, spalma il contenuto del suo pannolino su tutte le piastrelle. Decidiamo di andare in acqua per evitare il riproporsi anche della prima comunione. Mafalda constata la presenza di un livido enorme sulla schiena di Callista: si sprecano le battutine, che non fanno altro che ricordarmi quanto sia desolante la mia vita sessuale.

Ma arriva la nuvola di Fantozzi: così ci piazziamo al bar e beviamo una cosa buonissima, fatta di crema di caffè e cioccolato. Calorie pervenute solo dopo l’annientamento della tazzina: rischiamo l’infarto e ci ributtiamo al sole, per quello che dura. Poi ce ne torniamo verso casa, non senza aver ripetuto lo scivolone a bordo vasca, stavolta in rapida successione:

C: Slittttt…

M: Occhioooo!

C: Cazzo, maledette piastrelle! Roba da lasciarci la schiena.

M: Ma basta stare attenti, eh… Slitttt…

C: Toh, senti chi parla…

La serata finisce in campagna, dai genitori della Mafy, dove ci strafoghiamo di pomodori ripieni e balliamo la bachata, fingendo di essere al mare. Ognuno si arrangia come può.

Ma stasera Giulianone all’Arena di Verona non ce lo toglie nessuno! Ormoni, armatevi!

sabato 21 luglio 2007

Car wash

In preparazione al lungo week-end di follie in cui noi derelitte abbiamo in programma di divertirci un sacco (e in cui probabilmente ci ritroveremo sul divano a sfondarci di anguria), siamo andate a lavare la dere-machine, ossia la cabrio della Mafy.

Parcheggiamo la macchina nel posto indicato dal cartello: ma il gestore salta fuori come un puma e decide che l'auto è storta (ci sono le righe, stella, se vuoi fare l’uomo di turno trova un’altra scusa). "Ci penso io ragazze..." e ci chiede le chiavi, finge di sistemarla, toglie l’antenna e fa partire il lavaggio, guardandoci con l'occhio cùpido di chi si trova di fronte due agnellini sacrificali. Biondi e pure impediti, in quanto appartenenti alla razza "donna". Io e la Mafy scuotiamo la testa di fronte a tanta esibizione di testosterone: salvatore di due fanciulle in difficoltà, o sommo che hai spostato la macchina di ben venti centimetri, grazie. Come avremmo fatto senza di te? Ma vaffanculo, va...

Dopo l’accurato lavaggio, ci spostiamo all’aspirapolvere self service. Mentre la Mafy toglie i tappeti, io inizio a aspirare. E fin qui, tutto bene, direte voi… No, perché due che vanno all’autolavaggio non dovrebbero essere vestite come noi: sembravamo l’incarnazione dei peggiori film erotici.

Abbigliamento Mafalda: gonna nera al ginocchio, top bianco, tacchi a spillo. La piccola maestra dominatrice.

Abbigliamento Callista: shorts bianchi, canotta cacao, tacchi medi, coda alla nazista. Lolita perversa.

Ma noi mica ci abbiamo pensato, noooo: mentre io aspiravo in posizione "pi greco mezzi", con gamba appoggiata sul sedile e l’altra fuori, la Mafy, con la porno scollatura, stava lucidando i vetri. Felici e garrule. Fino a quando non mi sono girata per riporre il bocchettone dell’aspiratore. A quel punto ho notato che c’era un camion gigantesco, fermo, che aspettava il rifornimento, e ho incrociato lo sguardo del guidatore: che ci ha regalato un sorriso da orecchio a orecchio e ha iniziato ad applaudire.

Io ho fatto qualche passo indietro, sorridendo e salutando con la mano. Mafalda hafatto lo stesso e ha messo in moto. La nostra colossale figura di merda per il week-end l'abbiamo rimediata. Per la prossima, ci si sente lunedì.

venerdì 20 luglio 2007

stasera che sera...

Derelitte in libera uscita: approfittando del caldo, le vostre beniamine virtuali Callista e Mafalda hanno partecipato al rito collettivo del mercoledì trentino, ossia la serata a Palazzo delle Albere. Per i non trentini: prendete un giardino di grandi dimensioni in una villa cinquecentesca adibita a museo. Metteteci un palco per musica live, un dj set, tante lanterne di carta appese a fili tesi, un lunghissimo bancone bar. Metteteci milioni di zanzare e simili bestie assetate di sangue e almeno il doppio di giovini in cerca di divertimento. Ecco a voi la descrizione del mercoledì da leoni che accompagna l’estate nella nostra ridente città.

Dopo due ore di permanenza, sentite cosa abbiamo scoperto.

  • La prossima volta ci dobbiamo vestire con la tuta da sci o presentarci puzzolenti di Autan. Siamo maculate di punture.
  • Di anno in anno ci ripromettiamo di non mettere i tacchi per queste serate, ma poi ci ricaschiamo ogni volta. Per merito nostro il prato è pronto per una semina tardiva, già comodamente bucherellato («premiata ditta C&M, seminate con noi»).
  • L’ammutinato e la sua truppa si presentano puntuali all’appello: la prossima volta dobbiamo essere assolutamente splendide. Ecco perché salta puntualmente il proposito del punto precedente: metteremo i tacchi, e pazienza per il lento sprofondare. Staremo sulle punte (i metatarsi ringraziano). Dobbiamo pure vestirci poco. Fanculo anche alle zanzare: per sicurezza, faremo la profilassi antimalarica.
  • La fauna maschile della città si risolleva notevolmente grazie all’apporto dei militari nelle caserme di Trento sud: peccato abbiano meno di 20 anni. In due.
  • Non possiamo arrivare prima delle undici: altrimenti l’aria da donna «sono qui per caso e arrivo solo ora perché sono molto impegnata» va a farsi benedire e vieni tampinata da uomini tristi e derelitti peggio di noi. Capirete che arrivare alle nove e mezza è stata una pessima idea.

Per il resto, è stata proprio una bella serata…

giovedì 19 luglio 2007

Bufala alla romana

Cari fratelli e care sorelle, bentornati all’angolo delle ricette di Suor Derelitta. Oggi, sempre sull'onda del revival di luglio, ecco un’idea per un pranzo rapido, fresco e digeribilissimo.

Ingredienti

  • mozzarella di bufala
  • lucanica
  • un uomo stupendamente sexy, sorprendentemente magrissimo (per quello che se magna), muscoloso e abbronzato
  • un telefono
  • una derelitta

Preparazione

Prendete Callista e mettetele in mano il cellulare che squilla: nome sul display? «Er bistecca». Fatele azzerare la salivazione per l’agitazione e fatele rispondere. Mettete dall’altra parte l’uomo sexy ecc. ecc. che ride e dice cose carine. Ma l’ora è tarda (le due, roba che noi trentini siamo già alla merenda), e l’uomo deve andare a pranzo.

E.B.: Ahò, c’ho da annà a magnà… Che, me chiami dopo te?

C: Certo, che mangi di buono?

E.B.: Ah, ‘na cosa leggera… Mozzarella di bufala co’ la lugannnnega. Hai visto? Te l’ho detta come si dice da voi… Ho imparato pure l’altra cosa, lì, i canedèrli… Come cazzo se chiamano?

C: A parte il fatto che si dice «lugànega» e «canéderli»… Ma poi, come cavolo fai a mangiare la bufala con la lucanica?

E.B.: Perché? È bona e leggera…

C (pensando «Oddio che orrore di abbinamento», ma siccome la derelittaggine è a livelli eccelsi non dice niente): Ah, certo, certo… Poi è fresca, giusto, fa caldo. Con un filetto d’olio…

M: Eh sì, eh… Vabbò, daje, ce sentiamo dopo, cià cià, piccolè…

Click.

A quel punto prendete Callista e fatele battere la tempia su uno spigolo, al ricordo di quanto si era preoccupata per il menù della cena preparata poco tempo prima e con tanto amore all'uomo di cui sopra.


Tempo di preparazione: 20 secondi. Basta tirare tutto fuori dal frigo e sbatterlo come capita nel piatto.


VIno consigliato: uno a caso, tanto, peggio di così...


Calorie: non pervenute, ma comunque troppe per qualunque essere umano.


Buon appetito e a presto, col revival delle meraviglie e con le ricette di Suor Derelitta.



mercoledì 18 luglio 2007

Sogno di una notte di mezza estate ...

Mi sa che è proprio il caso che le derelitte ricorrano ad un professionista serio che interpreti i loro sogni e le interni, finalmente, in una qualche casa di cura. Dopo la freccia che ha trafitto il fianco di Callista … ecco il sogno delirante della vostra Mafalda.

Io e Cally pronte per partire per il mare. Meta … ma che ve lo dico a fare? Ovviamente il Salento. Partiamo e dopo un viaggio interminabile in macchina (vediamo di farci portare via la portiera anche di questa) passato cantando "Giulianone nostro" e tutta la discografia di Cristina D’Avena, arriviamo finalmente al mare. Bellissimo, con dei colori meravigliosi, milioni di sfumature di blu che fanno contrasto con la luce caldissima del sole. Ahhh … questa è vita! Essere in vacanza. Guardiamo l’orologio e ci accorgiamo di essere in ritardassimo.
Abbiamo appuntamento con Giò Giò e Francy la coniglia. Dobbiamo trovarci tutte assieme con il proprietario dell’appartamento che abbiamo affittato per la nostra settimana di vacanza. Partiamo, facciamo mille milioni di stradine … Cally mi fa da navigatore e mi conduce fin sotto la porta dello stabile dove le nostre due amiche di blog ci aspettano. Ma attenzione.
Lo stabile è il palazzo del comune in centro a Trento. Dopo millemilioni di chilometri e un viaggio estenuante siamo nuovamente a Trento, a meno di cento metri dall’amato Nettuno che ci osserva con aria compassionevole. Sono soddisfazioni.
Non faccio caso a questo dettaglio …tanto è un sogno … e mi guardo attorno cercando di trovare le nostre due amiche.
Si apre il portone ed esce una bella ragazza, mora, abbronzata, con dei pantaloncini neri e una maglia di Hello Kitty, mille pinzettine ai capelli, tutte luccicanti e le scarpe da ginnastica rosa. La guardiamo un attimo … mi giro verso Cally e le dico “Uhhhh quella è sicuramente la stregaccia” (scusami Giò, Giò, non odiarmiiiiiii)
E Cally: “perché? Non l’abbiamo mai vista, come fai a dirlo?”
Ed io, candidamente, “perché è piena di brillantini e la strega canta sempre ‘tutto sbrilluccicherà di più’ … non può che essere lei”
Corriamo incontro alla ragazza che ci abbraccia. E’ proprio lei … ci dice di essere appena arrivata e ci chiede se possiamo darle una mano a portare le sue valigie nell’appartamento. Ci indica una montagna di bagagli … ma tanti … una trentina tra valigie, borse, sacchetti e zaini.
Dice che era indecisa sul cosa portarsi e ha deciso di portarsi tutto. Ahhhhecco!
Decidiamo di aspettare il proprietario in modo da prendere le chiavi di questo benedetto appartamento … che dovrebbe essere vista mare … ma che a questo punto sarà vista Nettuno.
Si apre nuovamente il portone e stavolta ne esce la Coniglia a braccetto con Dennis (un carissimo amico delle due derelitte). Ci avviciniamo e abbracciamo la bella Francy che però ci saluta frettolosamente …Le chiediamo cosa ci faccia a braccetto con Dennis e come faccia a conoscerlo. Lui si mette a ridere e ci dice: “siete le solite due svampite” (uè … Dennis … ti vogliamo bene, ma svampite a chi???) e la coniglia “ma adesso abbiamo la partita, non vi ricordate?”
Derelitte e Giò assieme: “Partita??? Quale partita?”
La coniglia: “ma quella di bowling, ovvio. Noi siamo in Nazionale e questa sera giochiamo la finale mondiale. Vi aspettiamo in spiaggia!”

… a questo punto mi sono svegliata … probabilmente a causa del quaquaraqquare molesto di un’anatra. Peccato … mi sarebbe piaciuto vedere una partita di bowling giocata dalla nostra nazionale in spiaggia … chissà come scorrono bene le bocce sulla spiaggia … uhhh … e secondo voi cosa usano per birilli??? Gli ombrelloni??? Vabbè … rimarrà sempre un mistero.

E non chiedetemi se fumo o mi drogo. No, signori. La situazione è grave proprio per questo motivo … io sono squilibrata già di mio. Help me!!!

martedì 17 luglio 2007

Roma capoccia

Luglio è un mese difficile per le derelitte: due anni fa esatti, infatti, le vostre due disgraziate erano in vacanza in Salento, dove hanno conosciuto le meraviglie. La trasformazione da donna mediamente felice e realizzata a derelitta si è compiuta in questo mese. Quindi ogni giorno è per noi fonte inesauribile di ricordi menosi che si ripercuoteranno sul blog. Lettore avvisato, mezzo salvato.
Iniziamo oggi con una dedica specialissima, che Er bistecca non ha mai avuto il coraggio di fare alla vostra Callista. Ma siamo sicure che se l'avesse fatto, non avrebbe cambiato una parola.
Buon ascolto

Bionda trentina (Er Bistecca feat. Antonellone "core nostro" Venditti)





Quanto sei bella bbbionda, quando è notte

Anche perché de giorno t’ho vista ‘na voltaaaa

Però en costume me piacevi assai

Quanto sei bona bbbionda… che c’hai du’ bocce!


Sei sempre in giro con la tua amichetta

Che s’è trombata Lex, la maledetta!

Poraccio Ale*… c’è stato male…

Se la voleva fa’… nun c’è riuscito…

Che rimbambito…


E mo’ me sembra che… me vieni a trova’ a Roma tu…

E io te mollo sotto er Colosseo

E io te butto giù dar Cuppoloneeeeee…

Hai rotto er cazzo, non puoi levarti?

Vabbè, te do du’ colpi, e poi riparti…

A bbbionda infame…


Te vengo a pija’ ar treno co’ l’alfetta

Te faccio canta’ tutti gli stornelli

Ammazza, bionda, quanto so’ belli…

Te porto en camporella all’Aventino…

Me fai en pompino???


Cazzo, me sembra che… qualcuno me sorpassa, ahòòò?

È uno mascherato, pare Zoroooooo

Ecco, non ho più er vetro der lunottooooo

Com’è successo? Chi me l’ha rotto?

C’è un sasso con la scritta “ciao da Trento”

N’avvertimentooo…

Devo sta’ attento…


(*Ale è l’animatore siculo che prendeva il sole in perizoma, per questo soprannominato il siNculo, che ha tentato più volte di rimorchiarsi Mafalda, fallendo miseramente)

lunedì 16 luglio 2007

Se si china la fata turchina...

Ormai il flirt tra Pinocchio e Mafalda è conclamato: il gomitolo di muscoli ha estorto il numero di cellulare alla mia amichetta e da qualche giorno è un lento stillicidio di sms. Inquietanti. Perché l’uomo trasgressivo che si butta col paracadute anche solo per andare a prendere la macchina, quando scrive a Mafalda miagola. Fortunatamente lui non sa che io so: altrimenti credo che non mi guarderebbe più in faccia.

Comunque sia, e ormai lo avrete capito anche voi, ultimamente il mio passatempo preferito è prendere il giro la Mafy per la cotta clamorosa che il povero Pinocchio si è preso (ok, lo ammetto, la mia vita è triste, e allora?). Tanto per cominciare, canticchio in continuazione la canzoncina di Elio, «Burattino senza fichi», da cui ho estratto il titolo del post. Per chi non la conoscesse, parla di Pinocchio che si fa costruire da Geppetto un «legnetto novità». A voi immaginare quale. Ma frasi come «Se si china la fata turchina, sento una forza dentro che neanch’io so cos’è» o «Nel paese dei balocchi godo fama indiscussa di play boy» riempiono il mio derelitto cuore di ilare gioia. E le palle della Mafy di odio assassino. Perchè lei, stoicamente, resiste. E io infierisco.

Per rendervi conto meglio di quello che la mia amichetta è costretta a sopportare, eccovi un estratto di dialogo, realmente accaduto.


M: Mi ha scritto Pinocchio…

C: FAMMI LEGGEREEEE!

M: Mmm…Toh.

C: «Eh si, dolce donna, devo assolutamente dirtelo: mi piaci e non riesco a non pensarti».

M: …

C: Oddio, ma che carinoooooooooo!

M: Si, anche troppo. E adesso?

C: E adesso gli rispondi.

M: Cosa gli rispondo? Prendo atto?

C: L’opzione «Elvis vive» è sempre attuale, eh…

M: Dai, amica del menga, aiutami.

C: Ma che ne so, scrivigli «buonanotte».

M: Che è lo stesso di «prendo atto». Vabbè, dai, gli scrivo quello. Come posso chiamarlo? Mi ha scritto «dolce donna». Se gli scrivo Mister Pinocchio pare brutto?

C: Chiamalo «Mister Muscolo», come quello che stura i cessi…

M: Sei proprio carina, eh… Che amica!

C: Figurati, per te questo ed altro! «Se mi vedesse Lucignolooo quanto da fare mi doooooo…»


PS: si accettano scommesse: quanto resisterà la Mafy al pressing del muscoloso burattino?

sabato 14 luglio 2007

Tutti al mare tutti al mare, a mostrar le chiappe chiare...

M: Amica, hai finito di vomitare?
C: Sto mangiando le stelline, cosa vuoi?
M: Abbiamo due meme da compiere.
C: No, non ce la faccio: sono debilitata.
M: Dai, rimbambita, che è un attimo... Forza. E ringrazia Greg e le Single per scelta, che ci hanno prescelte per il blog vacanziero.
C: Grazie. Yeah. Iuppi. Abbiamo capito finalmente cos'è un meme, però. Una catena di Sant'Antonio web. Per far sapere a tutti i cazzi nostri. Mi piace.
M: Direi catenone di Sant'Antonione, perchè è gigantesco e globalizzato.
C: Tu non sei normale...
M: E tu quando stai male sei impossibile!
C: ALORA? Vuoi un po' di germi? No? E allora TASI!

1 - Vacanze al mare, in montagna o altro?
C: Basta che ci siano uomini...
M: Smettila! Direi assolutissimamente mare!
C: Anche perchè qui siamo in mezzo ai monti...
M: Oddio, la prova costume: dobbiamo dimagrire!


2 - Cosa apprezzate di più delle vacanze?
M: Gli uomini?
C: Ma mica tutti... I bagnini, direi.
M: O gli animatori, che ballano...
C: Sob.
M: Sigh.


3 - Se ci andate, dove andate quest'anno e in che periodo?
M: Piuttosto che dirlo mi taglio un piede.
C: Io l'altro.
M: Che tutto quello che abbiamo progettato è andato storto, cazzarola...
C: Esatto: quindi andremo in vacanza l'anno scorso dal 30 febbraio in poi.
M: E ovviamente in un posto con tantissimi uomini. CULO!

4 - Quale vacanza sognate?
C: Con tanti uomini?
M: Dai! Direi Salento...
C: Ah, che sogno! Con due meraviglie sexy e profumate?
M: Oh, bè, al limite si trovano anche sul posto, mica ci formalizziamo...


E adesso dobbiamo passare il meme ad altri quattro amici bloggers:


Sempreinspiaggia, perchè ha un nome promettente.

La Coniglia,
perchè ci ha donato in passato due animaletti pelosi e vorremmo ricambiare.

Giulianissima,
perchè è appena tornata dalle vacanze ma secondo noi vuole già ripartire.

Maurice, perchè è nostro conterraneo e per domani ci ha promesso un post interessante.


Baci, abbracci e buon fine settimana.


PS: Blogger non ci fa togliere il corsivo. Portate pazienza.


venerdì 13 luglio 2007

Sanitario, mon amour...

Ah, grande rivoluzione nella vita sessuale della sottoscritta Callista: ieri ho passato la notte abbracciata… Come? Volete i particolari? Eccoli: abbracciata sì, ma alla tazza del cesso, dove ho abbandonato anche l’anima. Maledizione al virus gastrointestinale porco bastardo (ve l’ho detto, io, che non è un periodo particolarmente fortunato).

Tutto è iniziato in tarda serata, mentre stavo chiacchierando su msn con qualche amico. Brivido di freddo (io? Che sono atermica?), dolorino diffuso, pelle d’oca, brividi, stomaco sottosopra. Ma non potevo abbandonare il pc, perché il capovillaggio tunisino mi stava informando delle ultime peripezie del mio arciere, a quanto pare si è perso dietro una gonnella e viene per questo cazziato in continuazione (e qui si spiega la lenta flessione dei suoi sms nell’ultima settimana, in cui il massimo della carineria è stato il messaggio Ramsete, dove le parole erano lettere scritte a casaccio e che mi ha fatto andare in crisi da interpretazione). Io ho finto la massima indifferenza, anzi, ci ho pure riso sopra («Ah ah ah, ma sì, sono ragazzi giovani, questa se ne andrà e ne arriverà un’altra») e ho ingoiato il sorso di bile che mi è arrivato in bocca. Brutto maiale porco, mi scrivi le cose carine e poi corri dietro alle altre? Oddio, non che io faccia diversamente, ma sapete la regola, no? Io può, lui non può.

Comunque sia, ho brindato alla splendida notizia con un bicchierino di Biochetasi e me ne sono dignitosamente andata verso il letto, maledendo il mio ex cupido. Tempo 30 secondi e una forza irresistibile mi ha trascinato verso il gabinetto: attrazione fatale. L’arciere mi sostituisce con una sciacquetta inutile e io mi consolo con un sanitario in ceramica. Uno a uno, palla al centro.

Morale della favola: sono stesa dall’influenza a metà luglio. Compagni di avventura: una camomilla bollente e la coperta di pile con la carica dei 101 disegnata sopra. Mi sembra di essere passata sotto uno schiacciasassi.

Se volete maledire per me il pianeta o chiunque altro compaia in questo post (esclusa la sottoscritta, please, che ne ha già abbastanza di suo) sarete ricompensati. Per tutti gli altri, germi a volontà.

giovedì 12 luglio 2007

Nella vecchia fattoria ....

"Quack quack quackquackquack … quaaaaaack"
… mmm … mi rigiro un po’ nel letto, apro appena appena un’occhietto e vedo che la luce che filtra dalle tapparelle è troppo fioca per essere già l’ora di alzarsi. Mi giro dall’altra parte, assaporando per bene la meravigliosa sensazione di abbracciare il cuscino e potersi riaddormentare … mmm le gioie della vita.
"Quaaaaaaaack quaaaaaaaaaack quack quack"
No, non ci siamo. C’è qualche cosa che non va. Non può essere un sogno e non può nemmeno essere la sveglia del cellulare (meglio spararsi che avere una suoneria del genere). Guardo l’ora sul diplay dello stereo. Le 05.43 … cooooosa???? Ma quest’ora esiste anche nelle giornate normali??? Io pensavo esistesse soltanto nelle serate in cui si va a ballare e si torna tardi. Toh, guarda … si imparano cose nuove ogni giorno.
"Quack quack quaaaaack quack quack"
Ma che cazzo (scusate il francesismo) ma cos’è questo casino. Mi alzo dal letto per andare a controllare già consapevole della risposta. Sono le anatre. Si, amici … proprio le anatre.
Ehhh già … perché non bastava il cane autistico, nooooooooooo, i miei simpatici padroni di casa hanno pensato fosse folcloristico dotare il giardino di due gioiose anatre. Che fin quando erano piccole erano anche carine … gironzolavano felici sculettando e facendo gli agguati a Billy (il cane di cui sopra) ma ora che sono grandi fanno un casino inaudito.
Parentesi sul cane in questione. Io adoro gli animali. Mi piacciono, mi sono simpatici e, solitamente, riesco a trovare un buon contatto con loro. Ma con Billy no. E’ un cane non cane. Prima di tutto ha un’altezza inferiore ai 20 cm e questo lo esclude dal club dei cani seri. E’ un cane topo e in quanto tale è dotato di una “voce” fastidiosissima. Ha un’abbaiare che rientra sicuramente nei “rumori molesti”, un’abbaiare ininterrotto ad una tonalità altissima. Il tutto, ovviamente, nei momenti meno opportuni. Tipo quando rientro tardi la notte, oppure quando non trovo le chiavi di casa e rimango davanti al cancello ravanando nella borsa o, peggio, quando arrivo a casa con un ospite che magari vorrebbe passare inosservato … il tutto con due risultati. Il primo; disturbare il vicinato. Il secondo: fare in modo che il tutti i vicini si facciano, gioiosamente, i cazzi miei e sappiano quando e con chi rincaso.
Ma la cosa spiazzante di Billy è che tanto gli fa abbaiarti contro e attentare alle tue caviglie quanto correrti incontro scodinzolante e farsi fare le coccole. Dipende proprio da come gli gira. E’ assolutamente squilibrato. E non ha nemmeno la scusante di essere femmina e quindi dare le colpe degli sbalzi d’umore al ciclo … no, no … è proprio pazzo!
Poi passa delle giornate intere a guardare il muro. Capita, a volte, che parto la mattina e lo trovo in giardino seduto sulla sua fedele copertina (che puzza in maniera indecorosa) con la testa rivolta verso il muro e gli occhi verso il nulla. Io gli passo vicino e lui niente. Fermo. Poi, torno, la sera e lo ritrovo lì … sempre con la testa verso il muro. Gli passo vicino. Nulla. Lo chiamo. Nulla. Apro la porta e salgo a casa. Nulla. Dopo un po’ vado a stendere sul balcone e lo vedo ancora lì. Fermo con la testa verso il muro.
Mah … animaletto balordo. Parentesi chiusa.
Torniamo ai due volatili. Cosa diavolo avranno da fare tutto quel casino alle sei meno un quarto? Cosa??? Per cosa potranno mai litigare due anatre? Una avrà pestato una zampetta palmata all’altra rovinandole lo smalto? Una avrà una penna più lucida dell’altra? Una avrà detto oca all’atra creandole delle crisi d’identità???
Raggiungo con fatica la finestra della cucina che da direttamente sulla parte del giardino occupata dalle pennute … apro, mi affaccio e vedo le due palmipedi che si contendono, sbraitando, un fiocco rosso … Pure le anatre vanitose mi dovevano capitare. Cerco di intimorirle accennando un flebile “ssssss … zitte!”… ma niente. Provo con un minaccioso “ALORAAAA???”. Ma nulla. Le due se ne fregano altamente e mi rispondono con un "Quackkkk quaaaaaack quaaaaaaaaaaaaaack"
E’ a quel punto che, alzando gli occhi, vedo, affacciato alla finestra della casa di fronte, il vicino. I nostri sguardi assonnati si incrociano. Io d’istinto cerco di riportare i capelli ad una forma umana mentre lui, incurante della bomba a mano esplosagli sulla testa con il risultato di sparargli la chioma in maniera bizzarra, dice: “Madonna che casino … manco fossimo nella fattoria dello zio Tom”.
Annuisco e rientro … non ho il coraggio di spiegare al confuso vicino che quello della fattoria era lo zio Tobia … è troppo presto e ho sonno”.
Comunque, dallo sguardo d’odio lanciato alle due caciarone in giardino, non mi sorprenderei se sulla tavola dei vicini, uno dei prossimi giorni, comparisse un’anatra all’arancia!

E tutti insieme
Quante beste a zio Tobia … iaiaiaooooooooooo

mercoledì 11 luglio 2007

Parentele inaspettate

Sabato sera da derelitte: dopo una giornata di sole in piscina, io e la Mafy siamo stese sui rispettivi divani a fare zapping. Alle nove e venti, quando l’ultimo messaggio di una delle due recita: «Io adesso vado a dormire, fanculo alla mia vita sociale», la serata prende una piega inaspettata: su Rai uno fanno «Dirty dancing»! Splendido: il sabato sera acquista subito senso. Dopo circa mezz’ora di visione, ecco la stragrande verità che si svela sotto i nostri occhi: Baby, la protagonista, è l’antenata delle derelitte. La sua storia è inquietantemente simile alla nostra.

  1. Baby va in un villaggio turistico in vacanza. Come noi, maledetto quell’hotel in Salento, scelto a caso tra mille e solo perché nell’altro che ci piaceva non c’era posto.
  2. Baby si prende la tranvata per il bellissimo maestro di ballo: come noi, una persa col bagnino, l’altra con l’animatore. Metteteci dei capelli cotonati, dei tailleur orrendi e avrete una telenovela di quart’ultimo ordine.
  3. Baby fa delle figure immonde con la frutta, dicendo a Johnny «Ho portato un cocomero». Come Callista, che in sala ristorante, non trovando altra frutta per la merenda pomeridiana, si accaparra due banane e va felice verso il tavolo con Mafalda. Incrociando nel percorso il bellissimo Lex, che guarda le banane con aria maliziosa: a quel punto Callista si sente in dovere di giustificarsi, mostrando i fallici frutti e dicendo: «No, ma io volevo le pesche». Il silenzio è d’oro: peccato non esserselo ricordato al momento giusto.
  4. Baby è tampinata dal nipote del grande capo, brutto, borioso e incapace: noi eravamo perseguitate dal capoanimatore mechato, grande capo del menga, che aveva scelto noi due bionde derelitte per soddisfare il suo sogno trigonometrico (per i meno maliziosi, ascoltatevi «Il triangolo» di Renatone nostro).
  5. Baby va a fare lezioni di ballo a tutte le ore del giorno e della notte per stare con Johnny. Noi abbiamo danzato i balli di gruppo in costume, sotto il sole del mezzogiorno, davanti a Lex sorridente che faceva finta di scrutare i bagnanti e a Er Bistecca che insegnava ammiccando. E non ci siamo limitate ai balli canonici, tipo «Mueve la colita» o «La bomba». No, molto peggio: abbiamo mimato tutti gli strumenti musicali e perfino fatto le linguacce a tempo di musica, imitato la mossa del vampiro e saltellato urlando «oh oh oh o-e-o zuc-che-ro!». Roba da ricovero.
  6. Baby si nasconde dai genitori perché pensano che Johnny sia un poco di buono e inventa le scuse più disparate per vederlo, tipo «C’è una conferenza nel salone centrale». Come noi, con gli amici che ci hanno accompagnato nel malaugurato viaggio in Salento e ai quali abbiamo nascosto fino a negare l'evidenza il nostro innamoramento: M: «Uh, devo andare in bagno…». C: «Ma se ci sei stata 20 minuti fa?». M: «E allora? Ho mangiato tanta anguria…».
  7. Baby e Johnny fanno il ballo finale in mezzo al salone del villaggio: un mambo. Callista e Er Bistecca hanno ballato una bachata in mezzo alla pista vuota. Lui bravissimo e semispogliato, lei imbarazzatissima e come un tronco di pino, nonostante i mille anni di danza. Unica differenza: in Salento c’era la Mafy che faceva le foto per testimoniare il fattaccio.

C’è una cosa che separa le due storie, però… Che il film finisce bene. Ma solo perché è stato fermato in tempo: scommettiamo che anche Johnny, appena finiti i titoli di coda, ha inziato a fare culo?

martedì 10 luglio 2007

Sento le campane...

Dicono che da settembre la situazione per i nati sotto il segno dello scorpione, come la sottoscritta, migliorerà sensibilmente. Speriamo. Anche perché peggio di così credo sia impossibile. Nella mia congiuntura astrale gravitano il pianeta porco bastardo e tutti i suoi fratelli: il pianeta stronzo cornuto, quello schifoso maledetto e pure quello sfigato nero impestato. Ve ne do la dimostrazione.

Domenica sera: esco finalmente con LUI. Niente di impegnativo, ma dopo gli ultimi mesi di culissimo spinto, anche una pizza va benissimo. Basta vedere i suoi occhi belli.

Mangiamo, facciamo una passeggiata mentre LUI lecca un gelato (e io lo guardo, sognando di essere quel gelato) e alla fine ci rimettiamo in macchina per rientrare. Mi faccio riaccompagnare, ma il piazzale per entrare sotto il casa mia è occupato da un camioncino, quindi LUI si ferma a lato della strada, giusto il tempo di un bacio.Mi guarda, si avvicina e poggia la sua bella bocca sulla mia (ahhhhh…). Una volta, due volte, «Cally, ascolta, volevo chiederti…», e io sento le campane… Din don! Dlinnn dlonnnn… Ma cavolo, le sento veramente? No, non sono le campane: è un campanello di una bicicletta.

Ci giriamo infastiditi e vediamo un signore che inforca uno scassatissimo velocipede e sorpassa la macchina di LUI urlando: «No gh’era altri posti endò parchegiar? Sacramento…».

L’ira mi sale prepotente al cervello. Se avessi avuto un fucile a canne mozze, credo che l’avrei usato. Forse bastava aprire la portiera al momento giusto, ma non ci abbiamo pensato. Brutto emissario del pianeta porco bastardo, ma io ti ammazzo. Non vedo LUI da secoli e tu mi scampanelli mentre mi sta baciando e chiedendo qualcosa? Magari di passare tutta la vita insieme?

Ovviamente non ho resistito: ho abbassato il finestrino e gli ho urlato: «Un attimo, mi sta salutandooooo». LUI, più raffinato, è sceso dalla macchina, allargando le braccia minaccioso e dicendo: «Madonna, che fastidio, eh?». Siii, picchialo, picchialo, questo guastatore di momenti romantici. Ma niente. Il vecchio ha pedalato più veloce. E LUI si è dimenticato cosa stava per chiedermi. Il mio sogno di un anello al dito, una borsa costosa e un passeggino con dentro due gemelli è sfumato miseramente al suono di una scampanellata. Manco le trombe dell’Apocalisse.

A quel punto io sono salita a casa e LUI ha preso la via del rientro. Per mandarmi un messaggio trenta secondi dopo: «Ho beccato il vecchio e gli ho suonato perché era in mezzo alla strada, sperando cadesse…».

Adoro gli uomini selvaggi: ma le donne ancora di più. Il vecchio l’ho riconosciuto, domani lo aspetto: e se non lo stendo alla prima, metto la retromarcia

lunedì 9 luglio 2007

Ridiamo per non piangere ....

Estate 2005. Da poco tornata dall’ormai famosissima e famigerata vacanza salentina. Un fittissimo scambio di sms e telefonate con la meraviglia caratterizza le mie tristi e malinconiche giornate in città.
Una notte faccio un sogno, ovviamente con Lex protagonista. Un sogno moooolto grrr.
E come non rendere partecipe l’uomo dei miei sogni delle mie fantasie notturne??? Ehhhh non si può, soprattutto considerando il fatto che qualche giorno dopo lo avrei raggiunto per passare il week end assieme. Della serie “scaldiamo ulteriormente l’atmosfera che non fa mai male”
Ripasso velocemente le regole fondamentali per mandare gli sms porno (non erano ancora scritte e definitive ma una bozza ce l’avevamo). Personalizzo, descrivo, stuzzico … e alla fine ho quattro pagine di messaggio che in confronto un film di Tinto Brass gli fa una pippa (che detto così potrebbe anche rimanere in tema).
Rileggo mille volte per essere sicura di non avere fatto errori, scelgo un orario adeguato (in questo caso, trattandosi di un sogno, l’ho spedito di prima mattina), seleziono LEX e invio. Il rapporto di consegna mi avvisa pressoché immediatamente che il mio sms “non sai che ti farei” è arrivato al destinatario.
Impaziente attendo un riscontro dalla mia meraviglia. Ma dal sud il silenzio è talmente forte che quasi crea l’eco.
Niente di niente. Nessun messaggio di risposta. Nessuna telefonata.
Pensiero romantico durante le prime due ore di silenzio: “oh … la mia meraviglia è rimasta stupita dal mio messaggio e non sa come rispondermi”
Pensiero delirante nelle successive tre ore “… magari preso dall’entusiasmo ha deciso di farmi una sorpresa e viene a trovarmi lui ….” (ok, potete anche compatirmi e deridermi per aver considerato questa possibilità … avete il mio permesso)
Pensiero suicida nelle ore seguenti “ahhhh … il mio messaggio gli ha fatto schifo! Sono una donna inutile… come posso uccidermi senza soffrire troppo? (al tempo non eravamo così amiche del Nettuno e non avevamo ancora preso in considerazione la possibilità di appenderci al suo tridente)
Una giornata intera di silenzio. Per trattenermi dal chiamarlo mi fascio le mani in modo da togliermi la funzione di opponibilità dei pollici e impedirmi di digitare i tastini del telefono.
A metà mattina del giorno seguente il mio telefono suona. Una serie di numeretti sconosciuti compare sul display. Rispondo con un tono “chi è che mi rompe le palle? Sono una donna triste e sono pure in pausa caffè”
Dall’altra parte sento “Beddha … ciao, buongiorno tesoro!”
M: “Lex???? Oddio … ciaoooo … come stai, meraviglia? Tutto bene?”
L: “si, tutto ok … scusami se ieri non ti ho chiamato ma ho dovuto cambiare gestore telefonico. Con l’altro spendevo troppo. Mi sono comprato la SIM nuova ma me l’hanno attivata soltanto stamattina”
M: “ahhhh … ecco … ero un pochino preoccupata, non sentendoti tutto il giorno, ma ho pensato avessi da fare” (bugia, bugia, bugia … in realtà ti ho maledetto in tutte le lingue, conosciute e non, e ti ho anche lanciato una macumba che prevedeva l’impossibilità di usufruire ancora delle tue parti intime … ma adesso ritiro tutto … giuro!)
L: “nooo, amore mio (ahhhh mi ha chiamato amore mio … !!!), non potevo proprio chiamarti … scusa”
M: “ma non c’è problema, figurati! … ma dimmi … ieri non hai ricevuto, quindi, il mio messaggio?” (dovevo pur, in qualche modo, verificare se avevo ancora il mio sex appeal o se l’avevo dimenticato sul rullo trasportatore del ritiro bagagli all’aeroporto di Verona!)
L: “ oh, mi hai mandato un messaggio? No, non l’ho letto … mi spiace! Ma ho dato la mia scheda a mio padre. Ora il mio vecchio numero lo usa lui”
M: “…” (silenzio di tomba)
L: “Mafy???”
M: “… toc … toc …” (silenzio con dei lontani colpi dati dallo sbattere, per disperazione, della derelitta tempia su uno spigolo della scrivania)
L: “Mafy???”
M: “Lex … scusa … ma dirmelo pareva brutto???”
L: “ehhh … ma è stata una decisione presa all’improvviso … ma ti sei arrabbiata perché non ti ho detto nulla?”
M: “Arrabbiata? … ma figurati … toglimi solo una curiosità”
L: “dimmi …”
M: “tuo padre li sa leggere gli sms?”
L: “penso proprio di sì … non sa rispondere … ma li legge!”
M: “… tonf … “ (altro colpo sordo dato dall’accasciarsi al suolo della derelitta)
L: “Mafy??? Ma non stai bene stamattina? Ti sento strana …”
M: “nooo … non preoccuparti … sto benissimo … solo che tuo padre sa benissimo quali sono i miei programmi, nei tuoi confronti, per il prossimo week end … che imbarazzo!”
L: “ oddio … ma che gli hai scritto?” ridendo come un matto
M: “lasciamo perdere, va … meglio che non te lo dica …”
Ci salutiamo.
Dopo una mezz’oretta un beep attira la mia attenzione. Messaggio.
LEX: “… ho sentito mio padre. Dice che che è orgoglioso di me.”

… e sono soddisfazioni …

sabato 7 luglio 2007

Rock'n roll, girls...

M: Amicaaaa, un altro meme dalla Coniglia.
C: Nooo, ancora? Basta con 'ste bestie!
M: Sii orgogliosa, ci ha nominato Rockin' Girls Bloggers!

C: A noi? Lo sa che ascolto i Pooh, vero? E Alex Baroni?

M: Si, ma anche i Beatles, forse è per quello...

C: Ma i Beatles sono rock come mia nonna, però...
M: Mmm, forse è per Vasco?

C: Dici? Mah... Che sia perchè siamo allegre e spumeggianti?
M: Come diceva Celentano: le derelitte sono rock!
C: Vabbè, che dobbiamo fare?

M: Abbiamo un marchietto da mettere nel blog...

C: Fico, è come la fascia di Miss Italia! Noi siamo abbracciate e c'è Carlo Conti lampadato che urla "Vincono il titolo di Miss Blogger... Le derelitte!"
M: Esatto: e noi faremo il discorso di ringraziamento in lacrime...

C: Grazie Coniglia, per aver creduto in noi!

M: Grazie mamme, perchè ci avete fatto bionde e con gli occhi chiari, ma tanto non ci fila nessuno lo stesso!

C: Grazie meraviglie, per averci devastato la vita
!
M: Grazie, grazie...
C:...

M: E qui dei baci mandati con la mano ci stanno tutti.

C: Bene, ritiriamo il titolo, suvvia!
M: E passiamo il testimone ad altre tre potenziali Rockin' girl blogger... Che non abbiamo mica capito cosa siano esattamente, ma a noi la nomination ha fatto piacere, quindi...



Pappina, perchè il suo blog è esattamente come vorrebbe essere il nostro: dissacrante, ironico e intelligente (ok, siamo ambiziose, che c'è di male?).


Pikky, perchè se sapessimo disegnare come lei non vi assilleremmo con le nostre sfortune ma solo con degli splendide vignette.


Sara, perchè prende la vita con il giusto spirito (e perchè un futuro medico in famiglia fa sempre comodo).


Baci a tutti, e buon fine settimana.