mercoledì 31 ottobre 2007

Shopping selvaggio

Sabato io e la Mafy andiamo saltellando in uno stupendo negozio di intimo del centro storico di Trento: missione del giorno? Trovare un completino super sexy per un nostro amico che compie gli anni. Ovviamente siamo le incaricate della scelta del regalo: bionde, spendaccione e dotate di ottimo gusto.
Varchiamo baldanzose la soglia del negozio tentatore: mi riprometto di non toccare il bancomat perché ultimamente, tra regali e spese… «improvvise», ho un pochino esagerato!
La commessa ci sciorina sotto il naso milioni di combinati succinti. La nostra scelta cade alla fine su un boxer nero con bordino argentato e maglietta coordinata, all black.
La commessa impacchetta: ma io (ahimè) mi giro, e l’occhio cade su un sottogiacca stupendo che starebbe benissimo coi miei nuovi jeans. Voglio il titolo di miss professora glamour 2007. Lo guardo: la commessa, con aria sapiente e insinuante, mi dice di aprirlo pure: «Metà lana e metà seta, poi con quelle maniche e quel collo ti starebbe benissimo…».
Oddio com’è bella ‘sta maglietta: nera, collo alto con tre bottoncini di madreperla nera dietro e tre arricciature di pizzo. Il resto è a micro costine, il tessuto è luccicante, aderente, le maniche in fondo riprendono lo stesso motivo del collo. «È pure la tua taglia», dice seducente la serpe dietro la cassa…
Mi convince: la prendo. Tanto per cominciare oggi è arrivato lo stipendio: e poi, cosa vuoi che sia, una maglietta così potrà costare al massimo 50 euro…
«Ok, ti faccio 90 euro perché è l’ultima!». Porc… Sfodero la carta di credito (avevo detto che non toccavo il bancomat, no?) e sorrido scuotendo i capelli. La Mafy mi guarda e prende il pacchettino regalo. Firmo la ricevuta, altro sorriso, «Eh, tanto queste cose qui durano sempre…» e usciamo.
Facciamo tre passi trattenendo le risate, poi ci fermiamo.
C: Amica? Ho appena speso 90 euro per una maglietta.
M: Lo so. Però hai finto benissimo l’indifferenza…
C: Grazie: sono bravissima in queste cose.
M: Bella però la maglietta… Ottimo acquisto: e poi l’hai detto tu che queste cose durano sempre…
C: Se la lavo una volta e mi diventa un asse?
M: Ma vaaaa, è elasticizzata…
C: E se mi fa le palline?
M: Amica, è seta, non può fare le palline…
C: Lana e seta. Come le canottiere. ODDIO! Ho speso 90 euro per una canottiera!
M: Ma piantala, che è bellissima. Occhio a non metterla a scuola, che magari tiri un filo.
C: SEI FUORI? La metto solo quando esco.
M: Ma se non esci mai, ultimamente…
C: Sigh… Ho comprato una cosa inutile. La posso mettere se esco con te con te, almeno?
M: Ma certo… Per bere il caffè sotto il Nettuno: anzi, guarda, secondo me apprezza pure lui.
C: Grazie, tu sì che mi vuoi bene…

martedì 30 ottobre 2007

Lotta impari ...

Siamo a Trento. E’ ottobre. Fine ottobre.
Fanno dieci gradi (di massima)e piove.

E ALLORAAAAAAA …

Cosa cazzazzo ci fa una zanzara a Trento, a fine ottobre, quando ci sono dieci gradi di massima e piove?
Rompe le palle ad una derelitta … ecco cosa fa.

Resoconto di una nottata:
n. millemila le volte in cui la bastarda è transitata vicino al mio orecchio emettendo un zzzzzzzzz fastidioso e di sfida (se proprio devi mordermi ... fallo in silenzio, stronzissima di una zanzara, almeno dormo e non me ne accorgo)
n. 5 le volte in cui mi sono alzata, ho acceso le luci e ho dato il via ad un safari di tutto rispetto. Con tanto di imprecazioni e lanci di ciabatte sui muri
n. 5 le volte che sono tornata a letto sconsolata e incazzosa per non aver ucciso l’insetto
n. 4 le punture della bestia malefica. Uno sotto l'occhio sinistro (non solo ho le borse sotto gli occhi ... noooo ... io sono avanti ... e una ce l'ho pure piena), due nell’interno (molto interno) coscia e uno sul gomito sinistro (che prude da matti e sembra che ho le pulci da quanto gratto)

Stanotte ha vinto lei … ma questa sera quando arrivo a casa le faccio vedere io. Vado a comprare una quantità di autan, zampironi e piastrine per il fornelletto elettrico che potrebbero bastare per 4 estati.
Se non muore lei … muoio io avvelenata. Ma stanotte niente punture.

Ohhhhh …

lunedì 29 ottobre 2007

Festa a sorpresa

Ssssssssssssssssssssss …
tutti zitti …
spegnete la luce …
attenti che sta entrando …
pronti?

3… 2 … 1

(tutti assieme)
Tanti auguriiiii a teeeee … taaaaaanti auguri a teeeeeeee … tanti auguuuuuuuri cara Callyyyyyy … tanti auuuuguuuuuriiiiiiiiiiiiii a teeeeeeee!!!

Clap clap clap clap clap




A volte il destino decide di farci dei regali. Io, una decina di anni fa, ne ho ricevuto uno meraviglioso e inaspettato; ho incontrato Cally. Leggendo il nostro blog avete potuto conoscerla un po’ anche voi; è una ragazza splendida. Ma tutto ciò che di bello pensate di lei … beh … sappiate che dal “vivo” è esponenzialmente migliore. E’ semplicemente una persona splendida.
Quindi, amichetta, approfitto della presenza di tutti i nostri amici per dirti che ti voglio tanto bene e assieme a loro ti faccio taaaaantiiiii




… ma siccome a noi non piacciono i post troppo menosi e sentimentali … bando agli abbracci e alle dichiarazioni d’amore … e via con la festa.
Prendete tutti un cappellino e una lingua di menelik … pizzette, tartine, paste, torte e abbeveraggi vari sono sul tavolo in fondo alla sala … dj alza la musica … e via che si ballaaaa!!!

venerdì 26 ottobre 2007

Vendetta, temuta vendetta

Ieri io e la Mafy eravamo pronte per la nostra consueta lezione di vattelapescacosa in palestra. Stiamo ridacchiando tra noi quando dalla porta entra una figura inquietante: ossia la ex morosa di Pinocchio, detta Miss Panzer per le dimensioni inquietantemente simili a un budino. Alla Mafy si gela il sangue: lei entra con passo pesante e si piazza a un metro da noi, salutandoci. Noi sfoderiamo il sorriso di circostanza e ci prepariamo alla faticata immonda. Pinocchio entra tutto vestito di rosso, parte con la lezione e inizia a fare ottomilioni di battutine a me e alla Mafy: una cosa scandalosa. Io e la mia fida amichetta ci guardiamo terrorizzate dall’idea della vendetta della donna panzuta. Tipo che ci salti sopra per schiacciarci e eliminarci dalla possibile conquista di Pinocchio.Io ho la tentazione di gettarmi ai suoi piedi e dirle «No, uccidi lei, a me Pinocchio manco mi corregge gli esercizi, posso anche slogarmi tutte le ossa. È lei quella che vuole». Ma la dignità e la solidarietà femminile mi trattengono.
Finiamo la lezione: ci dirigiamo alla zona relax per smaltire un po’ di stanchezza. Ci sediamo con la nostra tisanina: e ecco che miss Panzer si dirige a passo di marcia verso di noi: «Sentite un po’, voi due…».
Oh cazzo. Adesso ci ammazza. Ci guardiamo di sottecchi e sorridiamo: tiriamo fuori dalla saccoccia la faccia di culo delle grande occasioni.
M.P: Non provate a dirmi di no, eh…
C: …
M: Ehhhh…
M.P: Dai, lo sto chiedendo a tutti…
C: Ehm… Cosa?
M.P: Sto cercando adesioni per un corso di Thai Chi, il martedì sera! Vi interessa?
C: Fiuuuuuu…
M (pensando «Ma vaffanculo»): Ehm, no, il martedì facciamo danza orientale, peccato…
M.P: Ah, che peccato… Vabbè, dai, la prossima! Ciao, allora!
C: Danze orientali, amica? Ma se manco ci alziamo dal divano il martedì…
M: Oh, è la prima cosa che mi è venuta in mente. Che paura, però…
C: Colpa tua, così impari a fare innamorare gli istruttori.
M: Non ho fatto niente io.
C: Maiala… Andiamo a fare la doccia, va!

giovedì 25 ottobre 2007

Vabbè, ma allora ditelo ...

Non bastava la meta della gita scolastica a rendermi inquieta: insomma, Callista a pochi chilometri dalla sua meraviglia è una miscela esplosiva. Dovrò incollarmi le dita per non chiamarlo (aiutata dall’idea che la suddetta meraviglia mi saltellerebbe incontro davanti alla mia classe urlandomi «Maròòò, abbiondamiaaaaa… Abbbella… Aho, ‘a vacca, mò ho capito che cazzo te studiavi a fa’, pe’ annà an gita… ‘A troia…» e altre amenità simili, mentre io mi crogiolerei in un sorriso ebete).
No, al mio animo turbato si è sommato anche il racconto di un mio amico. Da film dell’orrore.
Riporto fedelmente il dialogo.
A: Ah, tu pensa… Io nella tua materia ero bravissimo… A parte in quarta, che son stato rimandato!
C: Somaro… Non hai studiato niente?
A: No, anzi, avrei avuto 7, ma mi sono preso la materia a settembre.
C: Oddio, cosa hai fatto?
A: Niente, ci ho provato con la prof…
C: …
A: In gita scolastica, a Roma.
C: …
A: Sì, una bella donna, lei, aveva una trentina d’anni… E poi secondo me le piacevo.
C: Ehm… Perché dici così?
A: Perché mi chiamava sempre, e poi mi guardava… Insomma, la sera in discoteca mi si è seduta a fianco, e io le ho preso la mano.
C (sudorino freddo): A Roma…
A: Sì… Perché?
C: No no, niente… E lei?
A: Lei mi ha detto «è meglio che noi due stiamo lontani». E poi mi ha sempre trattato malissimo e mi ha rimandato.
C: Ah. Mi stai facendo passare la voglia di andare in gita…
A: Ma perché, li accompagni tu?
C: Sì…
A: La quinta?
C: Sì…
A: Dove?
C: A ROMA…
A: …
C: Non ridere, bastardo!
A: Bè, almeno non puoi dargli la materia a settembre…
C: Fanculo!
Ah, partirò col cuore leggero leggero…

mercoledì 24 ottobre 2007

Vicinanze pericolose

Lo sapevo, io, che il pianeta carogna dispettoso era in agguato: parente stretto di quello porco bastardo, il suddetto pianeta si diverte a gravitare nell’orbita delle derelitte e a giocare tiri mancini.
Come quello di stamattina, in classe.
Riporto fedelmente il dialogo tra la sottoscritta Callista e uno studente.
S: Prof, allora ci accompagna lei in gita? Veramente?
C: Sì che vi accompagno, basta che non vi seminiate per la città e non mi facciate pentire della mia disponibilità… Anzi, avete deciso la meta, almeno indicativamente?
S: Sì, la maggioranza ha votato Roma…
C : Roma?
S: Si, prof, non le piace? I musei vaticani, san Pietro, villa Borghese…
C (pensando «le passeggiate in riva al Tevere con er Bistecca, i pomeriggi al Pincio, i baci a Trastevere»): Ah, no, va benissimo… Bella Roma… Ehm… Anzi, a quale altro collega avete chiesto di venire?
S: Pensavamo alla prof di inglese, perché?
C: Chiedete a quello di ginnastica, va, che ha forza, perché da Roma mi dovrete staccare col piccone… Vabbè, tirate fuori i libri!
Dite che è brutto se porto tutta la classe in contemplazione della mia meraviglia? D’altronde, sempre di arte si tratta…

martedì 23 ottobre 2007

che dolor ... che dolor

Week end fuori porta per la vostra derelitta Mafalda.
E, finalmente, un accompagnatore degno di nota. Intelligente, simpatico, brillante ... peccato solo per tutte quelle tette ... ok, lo confesso, sono andata via con Cally.
Sabato pomeriggio, dopo aver finito tutte le commissioni ed essere sopravvissute ad una bufera di vento, rientriamo in albergo con il solo sogno di farci una doccia calda (frenate i pensieri porno ... ovviamente una alla volta).
Entriamo in stanza e veniamo accolte da una tribù di pinguini ... un freddo inquietante. Smanettiamo un po' con il termostato ma niente. Nessun segno di calore. Andiamo baldanzose e agguerrite in reception ma ci viene detto che il comune non ha ancora dato il via libera per l'accensione degli impianti di riscaldamento e quindi, per non incorrere in sanzioni, accendono soltanto dalle sette di sera in poi.
"Giusto per evitare di avere dei clienti modello bastoncini Findus", commentiamo noi.
Saliamo in camera e decidiamo di abbandonare il nostro freezer. Piano di battaglia; ci laviamo a pezzi (fare la doccia e uscire significava trasformarsi in due stalagtiti giganti), ci vestiamo e andiamo a rifugiarci in qualche locale al caldo.
Cally è la prima ad affrontare il bagno mentre io riposacchio placidamente sul letto sommersa da una quantità imbarazzante di coperte.
Dopo un po' esce e mi dice: "occhio al getto del bidet... è un po' bastardo e ti fai la doccia!"
"Grazie, amica ... vado, mi lavo e torno!"
Entro in bagno e comincio a preparami. Prima di affrontare il bidet appoggio una mano sulla ceramica: il gelo. Ehhhhh no ... non posso appoggiarmi. Nel giro di un nano secondo mi verrebbero, in sequenza, cistite, influenza, raffreddore fulminante e bronchite ... io-penso-positivo-perchè-son-vivo-perchè-son-vivo-yeah...
Ma la vostra Mafy è fuuuuuurba come una volpe nel deserto. Così decido di fare un bidet "volante" senza appoggiarmi. Una volta finito, turnico per ritornare al centro del bagno ma rimango, stranamente, ferma. Un dolorissimo attraversa tutto il quadricipite. Ahiahiahaiahaiahaiiiiii! Esco zoppiccando e racconto la mia disavventura a Cally che per dimostrarmi tutta la sua solidarietà femminile si mette a ridere tanto da rischiare di cadere dal letto. Ehhh ... questa sì che è amicizia.

Vabbè ... sono due giorni che Gambadilegno, in confronto a me, è Baryshnikov ma almeno non mi è venuta la cistite.
E poi, volendo essere Giannissima, guardiamo un altro lato positivo; per fortuna non ero con un uomo ... sai che figuraaaaaaaaaaaaaaa!!! In effetti, a volte, essere derelitte conviene ... sob!

lunedì 22 ottobre 2007

Comunicazione a senso unico

Scambio di sms tra Callista e uno spasimante


SdC: Ciao bella, mi piacerebbe molto vederti…

C (pensando «Manco morta» e scuotendo i capelli): Grazie, ma ho altro per la testa in questo momento.

SdC: Ah. E domani sera cosa fai?


Senza parole.

venerdì 19 ottobre 2007

A volte ritornano ... parte terza

Ho come il sospetto misto a terrore/panico/raccapriccio che mister suppostone non riesca a capire bene che sto cercando di sfuggirgli in qualsiasi modo.

Ieri mi ha mandato un messaggio.
"Ciao carota! Come stai, bellezza? Tutto bene? Dai che ci vediamo, un bacionissimo!"

Voglio sorvolare su tutto il resto ma


carota? mi ha chiamato carota?? ma perchè carota???

Sono rossa/arancio/giallina? NO
Sono croccante? NO
Sono vitaminica? NO

Sono tentata di rispondergli "Ciao rapanello, buona giornata, saludeme to sorela, elvis vive. Culoooooooooooooo!"
Magari capisce.

giovedì 18 ottobre 2007

Data zero...

Ieri sera le derelitte erano a Tione alla data zero del tour dei Negramaro...
Com'è andata?
Giudicate voi...





"A che servon le parole..."

mercoledì 17 ottobre 2007

Doccia sexy...

Da meno di un mese è iniziato in palestra il nuovo corso di fit fight: io e la Mafy siamo ovviamente sempre in prima fila, dietro un succintissimo Pinocchio, che è un gran bel vedere, tutto sommato.


P: Calcio, calcio, montante gancio!

C: Aggghrefehfghheeeghhhhh…

P: Salta, salta, salta, pugno, pugno, pugno!

M: To sorelaaaaa… Ffffanculllloooo…

P: Veloci! Veloci! Montante gancio gomito! Salta!

C: Ah, sapessi come mi divertirei se avessi davanti chi so io…

P: Calcia, calcia, più grinta!

M: Ahpperò che bel culo che ha… Hai visto Cally?

C: Ghghghghhhhhh…


Dopo 45 minuti di lotta immaginaria, torniamo negli spogliatoi. Siamo una goccia di sudore con le gambe, abbiamo bisogno di refrigerio. Togliamo i vestiti e ci forniamo di provvidenziale ciabattina antifungo, ci arrotoliamo nell’asciugamano e saltelliamo verso le docce con un chilo di bagnoschiuma al miele (io) e all’orchidea del Madagascar (la Mafy). Raffinate e profumose.

Docce ovviamente vicine: l’acqua scroscia calda e noi ci gettiamo a pesce. La Mafy mi inizia a raccontare qualcosa, ma io mi rendo conto di una cosa orrenda e inizio a ridere.


M: Cally, perché ridi?

C: Mafy, ne ho fatta una delle mie?

M: Oddio, cosa?

C: Hai mica un paio di mutande in più?

M: Perché?

C: Sono sotto la doccia con le mutande.

M: Brava… Ma sei scema? Come hai fatto?

C: Mi sono dimenticata. E adesso? Come faccio? (per indagare il magico rapporto di Callista con le mutande potete cliccare qui, qui e qui).

M: Eh, bè, esci senza…

C: Ma brava! Abbiamo un compleanno, non posso andare senza mutande… E poi così domani ho la cistite.

M: Bè, se metti le mutande bagnate è peggio…

C: Ma posso asciugarle col phon? No?

M: Elegante… Bella idea, proprio…


Inutile dire che la soluzione l’ho trovata per necessità... Ma qualcuno di voi ha mica un’idea per salvare capra e cavoli? Tanto lo so che prima o poi mi ricapita…

martedì 16 ottobre 2007

Cicatrici d'amore

Mafy scrive:
Driiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnnn

Cally scrive:
Ma sei scema? Che spavento! Cosa diavolazzo trilli?

Mafy scrive:
Un dramma! Amicaaaaaaaaaaaaaaaa ... ho un bollo rotondo sul collo ...ma com'è possibile?

Cally scrive:
ehhh non dirlo a me che da sabato ho un livido blu ... mica per niente metto le maglie dal collo alto …

Mafy scrive:
la solita maiala

Cally scrive:
senti chi parla …

Mafy scrive:
Sentiiiii … io me li faccio e non so manco come succedano, tu, invece, un motivo lo hai. E ringrazia che sabato ti hanno fermato i carabinieri e non grissom ... altrimenti eri finita ... il pigiamino di saliva che avevi addosso avrebbe inchiodato il bell'amante

Cally scrive:
non avevo nessun pigiamino di saliva... al massimo un foulard... e poi, senti, vogliamo parlare del ginocchio che ti sei conciata due mesi fa?

Mafy scrive:
vabbè ... devo ancora andare a chiedere di ritorno la mia rotula ad azzurro ... ma sono sicura di poterla ritrovare nella sua astronave ...

Cally scrive:
amica, cosa lasci sulla monovolume di azzurro ha poca importanza, basta che non sia il cuore... ti prego

Mafy scrive:
già fatto, quello è nel posacenere! … quindi ha poca importanza il fatto che abbia dimenticato un perizoma, vero?

Cally scrive:
ehm, perizoma? e quando? non è che il fratello gli usa la macchina? e si ritrova a pulire i vetri con le tue mutande?

Mafy scrive:
uh ...bello però ... vorrei vedere la scena! Beh ... si sa che le macchine sono scomode ... quante volte ti sei ritrovata tatuata la marca della macchina di LUI ... grazie al gioioso cambio ...

Cally scrive:
oh, che colpa ne ho io se in quelle macchine il cambio è sempre in mezzo... e io devo pur rallegrare il mio uomo... adesso ho un bellissimo tatuaggio a forma di quellamarcachenonsidice sul fianco...

Mafy scrive:
beh ... tu sei esperta di lividi ... quest'estate sei andata in giro con cinque dita tatuate su un fianco ... sembrava avessi fatto la raccolta delle impronte digitali ...

Cally scrive:
Ma allora? Hai finito di sfottere la tua amica? e poi quelli mi sono venuti in seguito al tiro alla fune in spiaggia, ti ricordi? Sempre a pensar male... Ehm...

Mafy scrive:
seeee ... certo ... il tiro alla fune in piena notte. Tipica attività d'animazione ...

Cally scrive:
quella è la scusa ufficiale, ricordatelo. E poi mi stavano bene le dita sul fianco, erano molto glamour. Molto meglio delle tue ginocchia spellate...

Mafy scrive:
ohhhh ... non è mica colpa mia se i copriletto pugliesi sono abrasivi .... ho le ginocchia delicate ...

Cally scrive:
seee, come no... ginocchia delicate! MAIALA!

Mafy scrive:
avevo nel letto Lex ... secondo te stavo a pensare alle mie ginocchia spellate?

Cally scrive:
no, infatti, dopo un anno hai ancora le cicatrici... ricordo di guerra!

Mafy scrive:
esatto ... ho pure qualche medaglia al valore se è per quello ... e anche qualche attestato di stima!

Cally scrive:
diplomi appesi al muro?

Mafy scrive:
certo ... come no! Vedessi come li guarda con orgoglio mia madre ...

Cally scrive:
immagino, guarda... non ho dubbi... penso che la mia li mostrerebbe ai vicini per fargli invidia

Mafy scrive:
certo ... alla pia donna della tua vicina ... un figurone! uhhh ... già che ci siamo perchè non li facciamo vedere alla tua catechista ... che dopo la scena dell'altro pomeriggio ... ci sta tutta!

Cally scrive:
Mostra

Mafy scrive:
mostra io??? ma sei stata tu a rimanere una settimana con il labbro gonfio per un impeto di passione ...

Cally scrive:
no, spetta … è che il coglione di turno mi ha tolto di bocca un acino d'uva... solo che mi ha morsicato il labbro. ha sbagliato mira, mica era un impeto...

Mafy scrive:
vabbè ... ma fa tanto "sesso torbido" ... e poi, diciamocelo, è meglio la mia versione, su! Lo sbaglio di mira è triste!

Cally scrive:
mmm... dici che è meglio se la racconto come impeto d'amore?

Mafy scrive:
moooolto meglio!

Cally scrive:
ah, ok, 'spetta che provo: sai mafy, la mia cicatrice all'angolo della bocca? ah, che uomo... tu non ne hai idea...

Mafy scrive:
uhhh ... chissà che uomo focoso! ... si, direi che funziona molto meglio!

Cally scrive:
ok: la cicatrice della varicella la possiamo far rientrare in qualcosa? così faccio bella figura...

Mafy scrive:
oddio ... è piccolina ... come facciamo??? un pizzicotto d'amore???

Cally scrive:
in fronte? un casino... vabbè, va, mi accontento del morso...

Mafy scrive:
vabbè ... il problema resta. Abbiamo due colli maculati. Siamo due dalmata ... come risolviamo, amica?

Cally scrive:
io col fondotinta e le lupetto

Mafy scrive:
... le lupetto che in palestra ci stanno un gran bene, vero?

Cally scrive:
ah, a me non cambia niente, è pinocchio che ti pianta il muso se ti vede un morso addosso... povero, a lui niente?

Mafy scrive:
amica fatti i cazzi tuoi, sennò i lividi te li faccio io...

lunedì 15 ottobre 2007

Patente e libretto!

Sabato sera stavo tornando da un appuntamento… «galante». In macchina, da sola, cd dei Pooh a manetta e telefonino sotto mano per aggiornare la Mafy sullo sviluppo della serata, decisamente (ehm…) piacevole. Presi dalla lussuria, io e il mio accompagnatore ci siamo abbandonati a effusioni amorose appoggiati alla portiera dalla sua macchina, al chiar di luna. Quando salgo in auto per tornare a casa, sono ancora un po’ in disordine, ma chi vuoi che ci sia, a mezzanotte, in questo deserto sobborgo trentino… Tanto vado a casa dritta, mi bastano 10 minuti.

Questo in via ipotetica, ovviamente: in pratica sono l’unica macchina che passa, e mi fermano i carabinieri. Io ho il reggiseno slacciato, i pantaloni sbottonati, la giacca sopra la camicia mezza aperta. Cazzo. Faccio finta di niente, tento di ricomporre il possibile, smadonno tra me e me e accosto, tirando giù il finestrino. Dalla posizione in piedi, il carabiniere mi sta facendo una gastroscopia. Tento di coprirmi con il foulard, ma è troppo corto. Controllo di routine, mi dicono, e chiedono patente e libretto. Gli stronzi ridono. Io vorrei morire.


C: Arrivo, un attimo che cerco il libretto…(e intanto mi abbottono i jeans)

A: Faccia pure con comodo, signorina…

C (pensando «brutto porco maiale»): Ecco qua!

A: Bene. Callista Callisti, residente a Trento… Uh, tra poco è il suo compleanno, auguri!

C (pensando «Macchettenefotteeee»): Eh, sì, grazie…

A: Ah, ma guardi, le davo al massimo ventidue anni…

C (pensando«Sì, perché a 30 una non dovrebbe andare in camporella, vero? È quello che volevi dirmi, gioioso milite…»): Eh, me lo dicono tutti che sembro più piccola.

A: E che lavoro fa di bello?

C (pensando «Che figura di merda»): Ehm… Insegno…

A: Ah: maestra d’asilo?

C (pensando «Questo sarà il padre di un mio alunno, col culo che ho»): No, liceo e università…

A: Complimenti! Così giovane e bella… E cosa fa da queste parti?

C (pensando «Sono a 15 km da casa mia, mica a Palermo»): Uh, ecco, ho mangiato una pizza.

A: Amici?

C (pensando «Evidentemente hanno commesso un omicidio e controllano gli alibi»): Sssssssssì…

A (ridacchiando): E sì è trovata bene?

C (pensando «Ok, lo ammetto, stavo limonando con un uomo, confesso, ma basta, vi prego!»): Eh, sì, come sempre… Grazie…

A: Ecco, patente e libretto, buona notte signorina, e guidi con prudenza! (saluto militare)

C (sorrisone e scuotitura di capelli): Buona notte e buon lavoro a voi…


Dite che mi hanno scoperta? Uff…

venerdì 12 ottobre 2007

A volte ritornano ... (sempre quando non devono)

Ebbene si … avevate ragione, amici miei; “mister suppostone nel sederino” si è rifatto vivo.
Eliminare il suo numero dal mio telefono e non rispondere ai suoi messaggi per una settimana non ha avuto l’effetto sperato; ossia la sua sparizione.
Ieri sera ha pensato bene di mandarmi un sms. E volete che non vi renda partecipi di quest’evento? Attenzione.

“Ciao bella bionda dagli occhi spettacolari! Come stai? Tutto bene? Ripresa dall’influenza? So che questa settimana sei impegnata con il lavoro ma non mi hai più risposto e mi sono un po’ preoccupato. Spero che sia tutto ok. Sai, mi hai proprio colpito e sarei felice di poterti rivedere. Daiiiiiii, usciamo assieme una delle prossime sere. Io sto bene, tutto ok e nella norma anche se devo ammettere che sarei più felice se ........!! Ciao tanti baci caldi sparsi ovunque sul tuo corpicino”

Allora … quest’uomo deve soffrire di bipolarismo. In lui vivono due uomini. Uno carino e premuroso, quello che ha scritto la prima parte del messaggio e i messaggi antecedenti a quello che gli ha regalato un soprannome di tutto rispetto , e uno scimunito che parla di suppostoni nel sederino e dice che "sarebbe più felice se" mettendo mille puntini.
Posso provare a supporre che si sia trattenuto dal riempire quei puntini per evitare il rotolone di stile come nella sua uscita sul consiglio per guarire dall’influenza. E poi ... vogliamo parlare dei tanti baci caldi sparsi ovunque sul mio corpicino? Cos'è? Una bull dell'acqua calda da appoggiare un po' qua e un po' là?
Mah … personaggio bizzarro.
Vabbè, in questo caso la derelitta Mafalda si comporterà da meraviglia e, in piena coerenza con il soprannome del personaggio in questione , farà CULISSIMOOOOO!

giovedì 11 ottobre 2007

Don't touch my park!

Le derelitte sono in centro città e cercano parcheggio per dedicarsi a un pomeriggio di impegnativo e sano cazzeggio all'ombra del Nettuno.

C: Uh, guarda Mafy, quello esce…
M: Parcheggio lì, allora? ‘Spetta che metto la freccia…
C: Basta che si muova… ALORA? Suoraaaaaaaaaaaa…
M: Dai che forse ce la fa. Ma cosa vuole secondo te quello che si è messo lì davanti e cerca di fare la retromarcia?
C: Vuole fregarti il parcheggio… Vai avanti, mentre io gli faccio cenno di togliersi dai piedi.
M: Ok, sperando non venga indietro del tutto. Non capisce, però, insiste…
C: Amica, gli sto facendo «no no no» col ditino, si toglierà…
M: No, anzi, ci ha fatto segno di «che cazzo vuoi».
C: Cafone: e io gli faccio segno di «te ne devi anna’…».
M: E io parcheggio… Ma? Amica? Hai visto ci sta facendo il gesto dell’ombrello…
C: …
M: Amica? Lo meno?
C: …
M: Amichetta? (si gira verso Callista) MA GLI STAI FACENDO IL DITO MEDIO?
C: Sì, da trenta secondi buoni… Vedi che però se ne è andato…
M: Oddio: adesso lo so che lasciamo qui la macchina e quando torniamo ci troviamo la scritta «TROIEEEE» incisa con la chiave sulla portiera!
C: Ma vaaaa… E comunque ho memorizzato il numero di targa. Schifoso uomo.
M: Madonna, sei peggio der Bistecca, tu, sei pericolosa. Vabbè, andiamo, va…
C: Porco maiale maleducato, ha visto due donne bionde in macchina e voleva fregarci. Che nervoso che mi fa venire. E voleva pure avere ragione. Il gesto dell’ombrello lo fa a sua sorella, chiaro? Che non ci provi nemmeno. Ma gliel’abbiamo messo in quel posto, così impara… Uhhh, amica, guarda, quella era la mia catechista!
M: Eh, ha fatto proprio un gran bel lavoro… Complimentoni!
C: Sigh…

mercoledì 10 ottobre 2007

Supposta per te - parte seconda

Applausi, applausi, applausi ...
C&M: Eccoci rientrati dalla pubblicità.
C: Abbiamo appena aperto il suppostone. Andiamo a vedere la reazione di Nettu.

N: Cosa vuole quello? Chiudi giù tutto!
M: L’hai riconosciuto?
N: sono una statua, mica sono rimbambito! E’ quel disgraziato di Gigante.
C (sottovoce a Mafalda) Gigante per cosa, poi?
M (sottovoce a Callista) Hai visto che piccolo … buahahahahaha!
C: Nettu, non reagire così. Non pensi che sia stato difficile, per tuo cugino, fare un passo del genere?
M: Esatto, Nettu, cerca di vedere lo sforzo che ha fatto. Tu non gli rispondi da 150 anni
N: per forza. Ha disonorato la famiglia. Va in giro tutto nudo.
C: Esagerato. Addirittura Disonorato la famiglia.
N: Noi siamo Nettuni per bene da generazioni e generazioni. Poi arriva lui e va a Bologna con el cul de fora.
M: Capisco che sei arrabbiato. Ma non vuoi provare a sentire cos’ha da dirti? Ascoltalo, poi puoi decidere se chiudere o meno la busta.
N: Nooooo … chiudi sta supposta!
C: Ma dai, Nettu. Questo è il tuo istinto che parla. Prova ad ascoltare la razionalità … Fai parlare tuo cugino. Senti cosa ha da dirti.
N: Va bene.
M: ma perché lei l’ascolti e me no???? Ma guarda te…
C: forza, Gigante… tocca a te
G: Ziao Nettuno, ti vedo bene, sorbole! Sono qua per chiederti scusa. So che sei arrabbiato per il fatto delle mutande. Mi dispiace. Ma prova a capire. La vita è dura per una statua, lo sai anche tu. Sono arrivato a Bologna e ho dovuto ambientarmi. Mi sono anche sposato, sai? Siii, con Idra. E sai… se ogni tanto nove teste e nove bocche sono interessanti …
C&M: Giganteeeee … siamo in fascia protetta
G: Scusate… dicevo… ho anche nove bocche da sfamare. E i soldi non bastano mai. Così, per arrotondare ho cominciato a fare lo streep tease … e ho visto che funzionava. Le mance sono aumentate. Mi dispiace, Nettu. Scusami. Non volevo disonorare la famiglia.
C: Nettu … che pensi?
N: Sempre un disgraziato rimane. Poteva chiedere a me. A trento c’è mamma provincia. Avrei chiesto un prestito a lei. Salviamo gli orsi, vuoi che non salviamo le statue.
G: ma mi vergognavo. Volevo essere indipendente.
M: daiiii, Nettu. E’ sincero, ti vuole bene… vuole solo riabbracciarti
C: Nettu, che fai? Apriamo il suppostone?
N: ma si, dai … però almeno mentre lo abbraccio voglio che si copra.
M: portiamo un pareo per Gigante, grazie
C: e adesso …. togliamo il suppostone … potete abbracciarvi

Applausi, applausi, applausi

(sottovoce)
M: Uhhhh … guarda che carini!
C: tutti d’un pezzo e invece guardali … si abbracciano!
M: e piangono
C&M: … come due fontaneeeeee!!!! Ahahahahahah
M: vabbè, va … chiudiamo sta puntata che c’ho fame
C: canederli e gulasch?
M: pensavo più a crauti e polenta … così stanotte mi sogno gli alieni …
C: ok, andata!

C: Bene, Signore e Signori, la prima punta di “Supposta per te” è terminata.
M: Alla prossima, buona notte a tutti.

Applausi, applausi, applausi.

martedì 9 ottobre 2007

Supposta per te

(voce fuori campo) Signore e Signori benvenuti alla prima puntata di “SUPPOSTA PER TE”. In studio le Derelitte!”

Applausi, applausi, applausi, applausi

M: BuonaseRa a tutti. BentRovati!
C: Ma grazie, quanti applausi. Che carini!
M: GRazie, gRazie!
C: Mafy, ma come cacchio parli? Perché fai quella “R”?
M: eh … pure la De Filippi c’ha la R … mi sto adeguando.
C: dai, dai … per piacere… altrimenti ti faccio dire “Trentatre trentini entrarono a Trento tutti trentatre trotterellando” … così si ride…
M: beh … sarebbe stato diveRtente … ok, la smetto!
C: Torniamo seri e affrontiamo la prima storia di questa serata.
M: Il mittente di questa storia è Nettuno. Ma non il Nettuno che conosceste. Ehhh no…
C: Questo è il Nettuno Bolognese. Molti di voi lo conosceranno. Si trova di fronte all’entrata di Palazzo del Re … ed è conosciuto come il Gigante.
M: Facciamolo entrare. E' accompagnato da
Tascia e Giu che ce lo hanno fatto conoscere.

G: Buonasera! Sorbole quanta gente!
C&M: Benvenuto Gigante.
C: Raccontiamo la tua storia.
M: Gigante è il cugino di primo grado del nostro amico Nettu. Hanno passato tutta l’infanzia a giocare assieme. Poi la vita li ha divisi; uno a Bologna e l’altro a Trento.
C: I due cugini non si parlano da tantissimo tempo.
M: e il tutto per un paio di mutande.
C: Esatto. Un piccolo lembo di stoffa ha creato il danno. Anzi, per essere precise, la mancanza di un piccolo lembo di stoffa.
M: Colpa di una cartolina.
C: I due cugini si scambiano i classici auguri di Natale. Lunghe lettere accompagnate da foto della piazza dove si trovano. Ed è proprio grazie ad una di queste foto che Nettu viene a scoprire che Gigante si è scoperto. Ehhh si. Il velo che solitamente e originariamente copriva le pudenda del cugino è sparito.
M: Per Nettu, che è trentino, ma ha del sangue mediterraneo che scorre nelle vene di marmo, è disonore e decide di tagliare tutti i rapporti con il cugino nudo.
C: Adesso Gigante, vuole assolutamente riabbracciare il cugino. Vero Giga?
G: Zerto che si… sono così triste … ora voglio rivedere il mio cuginone!
M: Bene, proviamo a vedere se Nettu ha accettato l’invito.
C: Valletto alto, sexy e seminudo che gironzoli per lo studio; Nettuno ha accettato l’invito?
VASESCGPLS: si, Nettuno ha accettato il vostro invito ed è qui!

Applausi, applausi, applausi

N: ciao putele … che bel… che emozion!
C&M: Ciao Nettu, benarrivato
C: Sei emozionato, Nettu?
N: Madooooona … me trema anca el forcon!
M: Ma no, Nettu, devi stare tranquillo. Non c’è niente da agitarsi. Ma ricordati di parlare in italiano che siamo in diretta nazionale e ci vedono milioni di persone!
N: Non c’è niente da agitarsi, vero? Come sai tranquillizzare tu … nessuno!
M: ops
C: Nettuno. Tu conosci la nostra trasmissione? Sai come funziona?
N: Più o meno. Sai, in Piazza Duomo non si prende molto bene Stella Alpina 5 … e a volte vi vedo un po’ sfocate. Comunque … dal vivo siete moooooolto più magre.
M: Nettu, non è un concorso a premi … non devi corromperci!
N: … ci ho provato.
C: Alora??? … Torniamo al messaggio. Caro Nettu, dall’altra parte di questa suppostona c’è qualcuno che ha un messaggio per te. Tu vedrai chi ti ha mandato a chiamare e lui o lei potrà parlare solo dopo che tu avrai dato il permesso. Tutto chiaro?
N: si!
M: Apriamo il suppostone!






C&M: ... e come nelle "migliori" trasmissioni, è il momento della reclame. Consigli per gli acquisti. Linea alla regia.

venerdì 5 ottobre 2007

Il teorema della derelitta

Cari lettori, oggi tenteremo di farvi partecipare a uno dei grandi misteri che gravita attorno alle derelitte. Ossia: succede puntualmente che di noi si innamorino anche i comodini, ma non le meraviglie. Quelle fuggono a gambe levate, tutte.

No, non andate a trovare le solite spiegazioni tipo: «Ah, perché con le meraviglie vi comportavate in maniera diversa che con gli altri, eravate sempre a corrergli dietro e loro sono scappati, mentre con gli altri fate il contrario e ecco il risultato». No. Le derelitte si monitorano a vicenda, e si sono rese conto che si comportano normalmente in tutti e due i casi. Nel primo facendo una fatica immonda per non piantare scenate di gelosia, pianti isterici, proposte di convivenza immediata. Nel secondo limitandosi nell’altro senso, per non essere «eccessivamente» carine, che non si sa mai…«Aurea mediocritas», la chiamava Orazio: e così facciamo noi, essendo spontanee e naturali senza mai peccare verso i due eccessi.

Risultato? Che quelli che amiamo fanno culissimo spinto, mentre ultimamente raccogliamo proposte di matrimonio (e di clisteri) da storielle estive, sbandate momentanee, traviamenti passati. L’unica spiegazione è una misteriosa regola matematica che regoli il nostro cosmo. Ecco il teorema della derelitta: l’attaccamento del polo opposto della coppia è inversamente proporzionale al grado di innamoramento della derelitta. Altro che triangoli costruiti sull’ipotenusa. Questo teorema è banalmente verificabile: e per chiarirlo meglio, abbiamo provato a metterlo in musica.


Teorema (Le derelitte feat. Marco «la piaga» Ferradini)


Prendi un uomo, una meraviglia

Fatti trafiggere il cuore.

Fai la signora e non dirgli mai

Che lui per te è vero amore!

Se lo assilli magari ti scappa

Meglio fingere che è tutto ok

Nella lotta ti senti una schiappa

Ma stringi un po’ i denti, non mollerai mai.


E vai tranquilla che lui sparirà

La meraviglia apprezzarti non sa

È matematica sta cosa qua

Più tu lo ami e più culo lui fa


Prendi un ragazzo, uno per bene

Che ti corteggia a dovere

Tu sei carina, sempre lo sei

Ma lui non è il VERO AMORE

Lui ti sembra davvero brillante

Ti interessi anche a quello che fa

Ti comporti da tenera amante

Ma non ti innamori, e che ce vuoi fa’?


E lui ti dice che ti sposerà

Al nome dei figli lui pensa già

E lui ti dice che ti sposerà

E la tranvata ha colpito, si sa.


Eh, cara amica, che ci vuoi fare

il pianeta bastardo ha colpito

Siamo speciali per chi non amiamo

e il nostro amore è fuggito

è la legge della derelitta

non puoi avere mai quello che vuoi

lui fa culo e tu resti lì zitta,

vuoi solo trombare e lui ti sposerààà


Senza l’amore un uomo che cos’è

O meraviglia ritorna da me

E se non torni, bè, lo sai che c’è?

Per noi il Nettuno sempre in piazza c’è…

giovedì 4 ottobre 2007

Italia o estero: chi vincera?

(derelitte passando in Piazza Duomo)

C: Un …
M: due …
C: Tre …
C&M: Stella!!!! Nettuuuuu … ti sei mosso! Hai perso!
N: O madonna! … Sono arrivate le derelitte. Simpatiche oggi, eh?
C: si, molto
M: come sempre …
N: Che fate da queste parti?
C&M: passavamo a salutarti …
C (avviandosi): ciao Nettu
M (idem) : buon pomeriggio!
N: ma dove andate???
C: a fare shopping!
M: anche tu … che domande fai?
N: ma li avete fatti i compiti?
M: che diavolo stai dicendo, Willis?
C: ahhh guarda … io ne ho dati un sacco, da fare, a quelli di seconda!
N: le solite rimbambite … il meme … lo avete fatto il meme?
C&M: firulì firulì firulì … uhhh che bel sole … hai visto?
N: non cercate di cambiare discorso … La Coniglia vi ha lanciato un meme… forza
C&M: ok … pronte … vai con le domande, Nettu.

N: Bene. Ditemi, amiche derelitte, cinque cose che amate dell’estero.
C&M: … mmmmmm
C: gli uomini?
M: giusto … si, si, gli uomini stranieri.
C: vai con la prossima domanda…
N: no, no … io vi ho chiesto 5 cose.
M: beh … facile … 1: ci piacciono gli europei
C: 2: ammiriamo gli asiatici
M: 3: e pure gli africani
C: 4: e cosa dire degli americani del nord
M: 5: e quelli del sud?
C: amica; ci siamo dimenticati gli eschimesi
M: noooo … quelli non mi piacciono, hanno sempre il naso freddo … brrrr. Piuttosto … e gli australiani?
C: giustoooo … quelli fanno nuoto e surf ; hanno le spalle larghe. Errata corrige.
M: 4 gli americani del nord e del sud
C: 5 gli australiani

N: … scemo anch’io che vi ho fatto la domanda … vabbè, passiamo alla seconda. Cinque cose che odiate dell’estero.
C:
1: il fatto che per interagire con gli uomini ci tocca parlare in inglese … e io mi vergogno
M: … e io sono una schiappa. 2 : che bisogna comunicare a mimi
C: 3 o a disegni
M: 4 o peggio ancora con cose in codice (vedi la mia figuraccia con i grattini)
C: 5 ma, soprattutto, la distanza. Vuoi mettere che strazio quando si ritorna a casa?


N: vediamo di riscattarci con la terza domanda. Cinque cose che vi piacciono dell’Italia.
C:
behhhh … è facile… Allora 1: la passione degli uomini italiani (stitici sentimentali a parte)
M: 2: l’adorabile stortaggine degli uomini italiani
C: 3: i mille accenti e inflessioni degli uomini italiani
M: 4: il fatto che capisci quello che dicono gli uomini italiani … ok, ok … questa non è sempre una cosa positiva
C: 5. la relativa vicinanza degli uomini italiani
N: tutto qui? E’ questo che vi piace dell’Italia?
C&M: si, perché? C’è qualche cosa che non va, Nettu?
N: no, no … tutto ok. Sgnif sgnif
C: che c’è, Nettu? Perché ti sei adombrato?
N: non vi piace nient’altro dell’Italia?
M: nooo … abbiamo detto tutto.
N: tutto, eh? E una statua meravigliosa, con un forcone, un culo da urlo, in una piazza, in cima ad una fontana? Quella no? Non vi piace? Ingrate!
C: ma noooo, Nettu! Tu lo sei che sei il nostro uomo preferito. Tu sei il primo di tutte le categorie!
M (sottovoce) : un po’ paracula ma risposta perfetta!
N: ohhh, grazie, Cally. Tu si che sei carina! E per te Mafy?
M: io??? Beh, come ha detto lei, ovviamente!

N: ultima domanda. Cinque cose che odiate dell’Italia.
M: 1. Le fidanzate degli uomini italiani che ci piacciono
C: 2. Qualsiasi figura femminile che si avvicina alle nostre meraviglie italiane
M: 3. Le mamme dei ragazzi italiani; ma non tutte ... quelle che trattano i loro figli trentenni come di pargoli in fasce.
C: 4: Le ex fidanzate degli uomini italiani
M:5. Le donne pigne in culo italiane
C&M: basta, direi. Abbiamo finito? Possiamo andare?

N: vabbè, ho capito! Siete irrecuperabili.
C: Grazie, lo sappiamo
M: E ce ne vantiamo…
C: Andiamo
M: Pronta
C&M: Ciao Nettuuuuu!
N: Ciao ragazze! Non fate danni.
C&M: Nooooi? E quando mai? Parola d’ordine: shopping selvaggiooooo!

mercoledì 3 ottobre 2007

Cheeeeeeese!

Ultimamente noi derelitte usciamo decisamente benino dai nostri post: sembra che trombiamo un sacco, nei posti più disparati, che tutti ci cerchino e tutti ci vogliano. Potrebbe anche essere così, e chi lo nega: la derelitta è derelitta solo in caso di meraviglia, altrimenti è donna assolutamente normale. Riesce egregiamente in quasi tutto, tranne che nelle cose che le interessano davvero. Ma torneremo su questo punto. Sappiate, a tal proposito, che stiamo per partorire il teorema della derelitta: Pitagora ed Euclide scapperanno a nascondersi, altro che somma dei lati di un triangolo. D’altronde, l’ha scritto anche Ferradini un teorema, vorrete mica che non ci riusciamo noi…

Ma torniamo al post, ossia, sputtaniamoci allegramente insieme a voi. Oggi, come si evince dal titolo, indagheremo lo splendido rapporto delle derelitte con le fotografie. Ma non le fotografie tipo «amichetta, mettiti in posa sul bagnasciuga, tira dentro la pancia e non respirare che scatto». No. Parliamo di foto, come dire, «sexy». Ma non pensate a cose porno. No, solo foto allusive, quelle che puoi mandare via mail al tuo amore / amante / meraviglia, quelle che possano far aumentare in lui il desiderio di vederti… Roba, insomma, che il calendario Pirelli ci fa una pippa. Vi piace il modello «casalingua»? Volete Callista in reggicalze che butta gli spaghetti mimando una pin up degli anni ’50? Eccola qua. Preferite Mafalda che spolvera in perizoma, modello «Malizia»? Pronti. E così via, in un languido repertorio di foto allusive, che teniamo segregate nel pc lontano da occhi indiscreti. Quasi.

Perché, come dire, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Ossia, le derelitte fanno le foto, ma combinano guai col resto. Uno per uno, che non fa mai male…

Cominciamo con Callista, ad esempio, che manda una mail con foto a chi di dovere e inserisce, per errore, un altro destinatario oltre a quello dovuto… La cosa peggiore è che se ne accorge anche, mentre manda: ma non può fare altro che rimanere a guardare lo schermo del pc con l’occhio pallato, pensando a come rimediare. Perché non ha spedito, che so, a un altro uomo, che almeno si diverte, o un’amica, che si fa una risata: no, Callista ha mandato una foto allusiva a una tizia che conosce appena. Un figurone, proprio.

Ovviamente la tecnica «faccio finta di niente» ha il sopravvento, contando nella discrezione della destinataria e nella sua spiccata solidarietà femminile. Fantascienza, perchè questa che fa? Ti risponde, dicendo (OMMIODDIO) che le hai mandato una foto «pornografica». Ora: se per pornografico si intende una coscia che spunta da una sottoveste, allora sì, sono pornografica. Uccidetemi, o chiamatemi Ilona, da oggi in poi.

Ovviamente, per non urtare la sua sensibilità già così gravemente offesa, ho incolpato del fattaccio un maniaco impossessatosi della mia casella di posta, sfruttatore di cosce altrui. Adesso miss Oltraggiata quando mi vede mi guarda con l’occhio clinico della suora davanti a un peccatore mortale. Probabilmente in tasca avrà anche un po’ di acqua santa, da lanciarmi se mi avvicino troppo.

Se non altro, su quella foto, sembravo magrissima.

martedì 2 ottobre 2007

ma perchè???

Torniamo ad un mesetto fa. Addio al nubilato della mitica Ubi.
Dopo la cena consumata in giardino ci spostiamo nella parte interna del locale per ballare. Siamo tutte in gruppo a scatenarci attorno alla futura sposa dotata di un discretissimo velo di tulle bianco decorato con quaranta cazzetti di stoffa rosa di diverse forme. Ballo felice e gioconda “Maracaibo” della sempreverde Raffaellona nostra e, mentre sculetto urlando “il mio corpo è una moquette” (che francamente è un’immagine inquietante), incontro lo sguardo profondo di un bel moro appoggiato al bancone del bar. Sorrido, lui ricambia e mi rigiro a sculettare felice. Altra canzone … via con il trenino … passiamo vicino al bancone e lui mi guarda dritto dritto negli occhi poi, quando la mia “locomotiva” lo supera lo becco a squadrare il mio lato B ( Io il suo lo avevo già guardato e promosso). La Serata va avanti e, ogni volta che mi giro, mi ritrovo i suoi occhi addosso. Ma lui fermo, come un palo, al bancone a chiacchierare con un amico. Mi guarda, mi sorride, poi mi riguarda serio … ma ferrrrrrrrrrrrrrrrmo. Uff … non ci sono più gli uomini di una volta. Rassicurata dal fatto di giocare fuori casa e dotata di una faccia tosta data da kaipiroska alla fragola che avrebbe steso anche un elefante, decido di farmi avanti. Vado e mi presento. Parliamo, anzi, ci urliamo nelle orecchie, per sei/otto minuti, poi ci dobbiamo salutare perché il nostro pulmino era in partenza (ok, ok, ... potete sgridarmi ...sono dotata di un tempismo degno di un metronomo). Ci scambiamo al volo i numeri di cellulare e ci promettiamo di risentirci.
Durante la settimana sucessiva lui mi scrive un messaggio e rimaniamo d’accordo di vederci una sera.
Usciamo assieme. Lui è veramente un bel ragazzo, alto, occhi scuri, labbra carnose, vestito molto glamour. Jeans scuri, maglioncino nero morbido che segna il fisico muscoloso, giacchina di pelle. Proprio bello … peccato che il ragazzo sia solamente decorativo.
Nel senso … bello da portare in giro, ci si fa una gran bella figura, anche perchè è prodigo di complimenti e abbracci MA ... (e poteva non esserci un MA) presenta due problemi fondamentali;
a) sfoggia una conversazione pressochè inesistente se si escludono argomenti come moto, sci e grappe (tre cose delle quali non so assolutamente nulla)
b) il fanciullo parla con un spiccatissimo accento veneto, e questo sarebbe nulla, se non associasse questa cosa ad una velocità di parlata che Paolo Bonolis gli fa una pippa. Risultato? Non ho capito una mazza di quello che mi diceva e ho passato metà serata a chiedere … Eh?
Controparte … il soggetto bacia egregiamente!
Quindi? Beh … ovviamente gli si concede un secondo appuntamento. Chissà che non si riscatti nella conversazione … e se proprio ciò non dovesse capitare, almeno potrà farsi “scusare” con il resto.
Ci sentiamo nei giorni successivi. Messaggi di routine … tranquilli. Niente di particolare.
Rimaniamo d’accordo di uscire qusta settimana. Il problema è che per problemi di lavoro e di impegni già presi mi sono accorta di non avere nemmeno una serata libera. Siccome non mi piace fare la figura di quella che se la tira e dire che non avevo tempo mi pareva poco carino, ieri ho messo le mani avanti, scrivendogli un messaggio di saluto dicendogli che sono un pochino malaticcia (cosa quasi vera vista, anzi sentita, la voce da trans che sfoggio in questi giorni) che mi dispiaceva ma che dovremmo rimandare la nostra uscita di qualche giorno.
Dopo due minuti mi risponde. Attenzione al messaggio, che trascrivo fedelmente:

“Hola ciao bella a me tutto bene grazie. Lo sai che per guarire meglio ci vuole il suppostone nel sederino! :-D se mi spieghi dove abiti ti vengo a trovare intanto ti auguro buon riposto ciao ciao baci!;-)!"


Inutile dire che, innavvertitamente (cancellare il numero della rubrica? SI Sicuro di voler cancellare definitivamente il contatto? SI Confermi la volontà di eliminare il contatto? SI Cancello? SI, cribbiooooo … cancella sto numero! Numero cancellato. GRAZIE A DIO) ho perso il numero di telefono.
Ora mi rivolgo a voi, lettori uomini del nostro blog. Ditemi, vi prego; ma come può venire in mente ad un uomo sano di mente di scrivere un messaggio del genere ad una ragazza che conosce appena? Come? Il suppostone nel sederino??? Ma stiamo scherzando???

lunedì 1 ottobre 2007

Sogno o son desta?

Cari miei, le derelitte hanno degli affetti che sono punti fermi nelle loro vite. E come accade tutte le settimane, vado a trovare la mia mitica nonna. Anzi, guarda, visto che ci sono, chiamo pure la Mafy, che mi accompagna, e ci facciamo offrire la merenda: il the coi biscotti, che mia nonna ha sempre la credenza fornitissima. Uhm… Magari solo il the, dai, che poi andiamo in palestra per niente. The con poco zucchero. Vah, metto in borsa pure il dolcificante, non si sa mai...

Entriamo in salotto dalla nonna: e seduto a tavola, al posto dove si metteva sempre mio nonno, chi ti trovo? Lui: Giulianone Sangiorgi. OMMIODDIO: cosa ci fanno i Negramaro qui? Mi giro: sulla poltrona il chitarrista sta pigramente leggendo il giornale, mentre Pupillo si aggira inquieto per la sala. Inizio a sospettare di trovarmi in un bellissimo sogno: ma fa niente, lasciatemi dormire ancora un pochino che vedo come va avanti!

La nonna esce dalla cucina, col grembiule legato in vita: «Oh, ma ciao signorine, vardè che putei simpatici che è vegnù a trovarme… G’ho dit che ghe ofrivo el caffè!» (tradotto: ma ciao, signorine, guardate che ragazzi simpatici che sono venuti a trovarmi, ho detto che gli avrei offerto il caffè»). Io e la Mafy la guardiamo come un alieno: «Nonna, sono i Negramaro… Il gruppo, che canta…». «E allora? Che i canta o i balla, simpatici i è…» (tradotto: e allora? Che cantino o ballino, sono simpatici!). Nonna pragmatica: decisamente questa cosa è passata per via ereditaria.

Io e la Mafy ci sediamo dall’altra parte del tavolo, proprio di fronte a Giulianone nostro, in estatica contemplazione. La nonna decanta le bellezze delle nipoti (quella vera e quella acquisita) e Giuliano annuisce: «Si, nònna, sono pròprio due belle ragazze… Tu (rivolto alla Mafy) hai gli occhi belli come il mare del mio Salento, lo sai?». Io intervengo: «Sì, lo sappiamo, andiamo sempre in Salento, noi…». «Ma che brave, ragazze, allora conoscete il mio mare, che è bello come voi». Ah, che figo quest’uomo: un po’ banalotto, ma figo. Però questi complimenti spinti alla Mafy non vanno bene: devo intervenire facendola sparire. Detto fatto: mi giro e seduta al suo posto c’è mia nonna. La mia amichetta è “misteriosamente” scomparsa… (UAHUAHUAHUAHUAH…)

Giuliano si alza e si avvicina a me: mi guarda, mi abbraccia (nonna, girati…), avvicina la sua bocca alla mia… E vaffanculo, mi sono svegliata. Sveglia porca bastarda, ti odio.


Ora: questo sogno sarà mica stato dettato dall’aver visto QUESTA FOTO QUI SOTTO? Mannaggia…






PS: Scusa, Mafy, tesoro: ma il sogno era mio! Nella realtà non ti avrei mai escluso! Ehm…