giovedì 26 maggio 2011

... e sono soddisfazioni ...

Nei giorni scorsi nonna mafaldi ha avuto un piccolo incidente domestico. E' caduta in bagno battendo il fianco sulla vasca da bagno ... quindi grande spavento, grande ematoma e grandi dolori.
Ovviamente tutta la famiglia si è mobilitata e a turno, mia madre, mia zia ed io andiamo a casa dei nonni a preparare da mangiare, fare le pulizie e coccolarli un po'.

Stamattina era il mio turno.

Dopo essere andata a dare il buongiorno e prendere la lista della spesa comincio il giro delle commissioni: posta, breve visita alla zia (mamma di kugino) spesa e ritorno verso casa dei nonni per preparare il pranzo.
Sono a pochi metri da casa quando mi arriva la telefonata della nonna che mi chiede di andare in farmacia a comprare uno sciroppo che la può aiutare nel regolare l'intestino.
Giro la macchina e mi dirigo in farmacia.
Entro, faccio diligentemente la fila e quando è il mio turno e mi avvicino al farmacista.
F: prego!
M: avrei bisogno di "vadoinbagnoben" (il nome vero non lo ricordo) è uno sciroppo per aumentare la funzionalità dell'intestino
F: è uno sciroppo, lo sa?
M: si, certo ... (gliel'ho appena detto gioioso ometto vestino in verde mela)
F: per chi è il farmaco?
M: è per mia nonna ... è caduta ed è rimasta in ospedale per un paio di giorni ... il suo intestino fa un po' i capricci.
F: ehhh ... capita negli anziani!
M: certo. (ma se la nonna sa che la chiami anziana ti rincorre fino al Brennero)
F: lo deve prendere due volte al giorno subito dopo i pasti.
M: perfetto. Glielo dico.
F: sono 8 euro e 50

Pago. Metto lo scontrino nella graziosa borsina di carta della farmacia e mi giro per andarmene.
M: grazie, buongiorno!
F: ah....
M: scusi?
F: volevo dirle ... puoi usarlo anche tu.
M: eh?
F: lo sciroppo ... puoi usarlo anche tu!
M: ah, grazie, ma non mi serve, per fortuna.
F: beh ... è noto che le donne soffrano di stitichezza.

Lascio cadere l'orrido discorso e me ne vado.

Una domanda mi continua a frullare nella mente: "mi ha vista particolarmente gonfia o mi ha mandata letteralmente a cagare?"


... mah!
voi che ne pensate?

giovedì 19 maggio 2011

Like a virgin

Venerdì scorso le Derelitte sono state invitate a una festa anni ’80: come immaginate, hanno accettato con gioia la proposta, salvo poi scoprire (un’ora prima di uscire di casa) che era gradito l’abbigliamento a tema.
A questo punto Mafalda ha dato forfait: l’idea di raccattare una cosa improvvisata non è nell’indole della ormai mora derelitta: “Amica, c’era una moda orrenda in quegli anni: piuttosto metto il pigiama di Clarabella e mi spalmo sul divano”. Anche Callista avrebbe fatto volentieri a meno dell’uscita, provata da tre ore di organizzazione del musical scolastico che le avevano ridotto i polpacci a due blocchi di ghisa: ma una telefonata dell’organizzatrice della festa, nonché collega, l’ha subito convinta alla partecipazione: “ Se non vieni pubblico su FB la foto dove sembra che tu abbia i capelli arancioni e hai il doppio mento: quindi raccatta un vestito e muoviti”. Oh, toh, improvvisamente mi è tornata la voglia di fare vita sociale…
Partendo da un paio di leggings neri di pizzo, comprati due anni fa e messi una volta (commento di mamma Callisti “te me pari ‘na batona”, ossia passeggiatrice in dialetto trentino), ho costruito il mio improvvisato look in perfetto stile Ottanta. Due canotte sovrapposte, una cascata di collane, perline, nastrini al collo, una specie di guantino nero alla mano sinistra e una gonna tipo tutù comprata in un momento di obnubilamento del buon gusto e finita in un angolo remoto dell’armadio. Trucco pesantissimo, capelli tirati tutti di lato e fiocco in testa modello Madonna nel suo momento più trash. Risultato davvero notevole, se inserito nel contesto, agghiacciante se si pensa che mi sono fatta due isolati a piedi per arrivare al locale. Per fortuna che insegno a 40 km da Trento.
Al ritorno dalla festicciola, ho dato un passaggio a una mia amica, detta da qui in poi Sora Sara, anche lei conciata in pieno stile “Like a Virgin”. In preda all’eccitazione musicale e caricate di zucchero (in quanto uno degli angoli ristoro della festa prevedeva i gommosi di cui siamo ghiotte, i chupa chups e altre dolcezze anni ’80), abbiamo imboccato la via di casa dicendo “ Ah ah ah, sai che ridere se ci fermano i carabinieri vestite in questo modo?”.
Vabbè, dai, era effettivamente un pochino eccessiva e pure sfortunata come ipotesi. Infatti non ci hanno fermato i carabinieri, ma la polizia. Sono solo arrivata a togliermi il fiocco dalla testa prima di fermare la Cally car.

Poliziotto (facendo il saluto militare): Buonasera signorine… Patente e libretto, per favore.
C (cinguettando): Certo! Un attimo solo che recupero tutto.

Prima mossa: maledire mentalmente il pianeta porco bastardo e aprire il cassetto del cruscotto per recuperare il libretto. Niente di più facile. Basta solo estrarre la busta dei documenti e voilà, libretto trovato. La patente, invece, è in borsetta. E la borsetta è incastrata dietro il sedile del guidatore: un paio di tentativi di tirarla fuori senza scomporsi troppo dalla seduta, ma niente. La maledetta è incastrata.
P: Signorina, se vuole scendere a prenderla faccia pure, magari è più comoda.
Proprio quello che volevo evitare: se seduta potevo sembrare al limite una dalla mano lievemente pesante nel trucco, in piedi tutto il mio ambaradan trash diventava perfettamente visibile. Faccio un sospiro, apro la portiera e metto fuori una zampa inguainata nel pizzo e in una scarpa rosso lacca altra 12 cm. Il poliziotto è perplesso.
C (mentre rovista nella borsa): Ehh, sa, abitualmente non mi vesto così. È che siamo andate a una festa anni Ottanta…
P: Anni Ottanta? Voi? Ma se negli anni Ottanta non eravate neanche nate…
C: Eh, no, c’eravamo…
P: Ma eravate due bambine, allora!
C e S (lusingate): Ih ih ih…
P: Un attimo solo che controllo i dati.

Mentre il poliziotto si allontana, io e la Sora Sara ci diamo ai commenti.
C: Ma che sfiga nera porca bastarda.
S: Eh vabbè, almeno si sarà fatto due risate.
C: Io becco sempre controlli nei momenti meno opportuni: di ritorno da uno spettacolo di flamenco, con due rose e un pettine in testa, dopo una limonata in riva al lago, con i bottoni allacciati a casaccio, con Mafalda che dice cose senza senso (tutte vicende narrate nei post, se volete ulteriormente deriderci, NDR)… Uff.
S: Sttt, che torna.
P: Eccomi qua!
C&S: Salveeeee!
P: Tutto a posto. Ma ditemi un po’, signorine, a questa festa anni ‘80 avete bevuto?
C: No, io quando guido non bevo. Comunque se vuole fare il test, io non ho nulla in contrario.
P: No no, si figuri… E poi che lei è perfettamente lucida si capisce da come parla!
C (chiedendosi se era un complimento): Ahhhh, ecco…
P: Ma come mai state rientrando così presto? È solo mezzanotte…
C: Eh… Ci piace la favola di Cenerentola, ah ah!
S (la serpe): Perché lei domani lavora!
C: Zitta, che pure tu fai lo stesso lavoro mio!
P: E cosa fate?
C&S: Le in...mpf…anti
P: Come?
C&M: LE INSEGNANTI!
P: Ahhh… alle elementari?
C (chiedendosi se il simpatico poliziotto forse potesse essere interessato all’influenza del trucco anni ’80 sull’educazione dei fanciulli): No, alle superiori. Insegniamo italiano.
S: Lei anche latino! Auch! (gomitata di Callista)
P: Ah! Avrei dato chissà cosa per avere due insegnanti come voi… Chissà come studiano volentieri i vostri ragazzi.
C: Eh, ma mica ci vestiamo così di solito…
P: Ma l’importante è il contenuto! Buonanotte, signorine, guidate con prudenza.

L’importante è il contenuto, già… Come negli insaccati. Sob.

Like a virgin, uh!

mercoledì 4 maggio 2011

Meches patriottiche

Callista e Mafalda dal parrucchiere in occasione della messa in opera della tinta mora di Mafalda e delle consuete meches di Callista.


P: Tesooooroooo, la tua amica la faccio mora, e a te cosa faccio?
C: Le solite meches, grazie.
P: Ma dai, banale! Facciamo le meches tricolori?
C: Va bene che è appena passato il 150esimo dell’Unità, ma non mi pare il caso…
P: …
C (Ok, quest’uomo non gradisce il mio fine umorismo): Dai, dimmi cosa sarebbero ‘sti tre colori.
P: Facciamo un ramato, un biondo caldo e un platino. Molto chic.
C: No, il ramato no, lo temo. Se mi viene rosso menopausa, come Orietta Berti?
P: Ma daiii, non quel rosso lì, un bel ramato, lo portano tutte in tv: la Marcuzzi, la Blasi, la Panicucci…
C: Senti, già ho un colore di pelle tendente al verdognolo: possiamo evitare l’effetto vichingona? Quel rossiccio fiammingo che vedi nei quadri, con quei donnoni tutti pieni di rotoli di ciccia...
P: Dai che starai benissimo: faccio io.
C: Mi pare di non vedere alternative possibili…

Dopo due ore di macchinose applicazioni, un taglio fatto legando i capelli con gli elastici e cinquecento complimenti per il colore (che sui capelli bagnati non si vedeva manco a pagare, ma vabbè), è scattato il momento “piega”.

P: Facciamo la sei settori, ho deciso!
C: Chi?
P: La sei settori: è una piega mossa che ha inventato Jean Pierre Qualchecoss.
C: Ah, certamente. Ma a me le pieghe mosse fanno orrore, sto malissimo, e poi non mi durano più di dieci minuti.
P: Ma daiii, si è vista su tutte le passerelle milanesi! Non fare la provinciale.

Di fronte al “provinciale” ho dovuto cedere: non sia mai, la regina del glamour trentino tacciata di provincialismo??? Piega, gonfia, arrotola, piastra, gira di qua e di là, dopo venti minuti mi sono trovata con una testa effettivamente strepitosa, che è stata innocentemente commentata dal mio nipote di 2 anni con un “Zia Cally, che figa!” (suscitando l’ilarità e poi il terrore di sua madre perché adesso la creatura aggiunge “che figa” ogni volta che sente pronunciato il mio nome. Vabbè.)
Dopo due giorni di idillio, adesso però è scattata la tragedia: il taglio fatto con gli elastici spara ciuffetti in giro dappertutto che non stanno a posto manco con il gel, la mattina mi sveglio con la testa piena di corna appuntite e con le lunghezze arruffate come il culo di una gallina (capelli troppo sfilati, maledizione) e il color ramato che fa tanto moda a me pare tendente all’arancione un giorno e al giallo un altro. Un dramma. Il biondo naturale aiutato che ho sempre sfoggiato si è trasformato in una colata di polenta: e non posso manco abbinarci lucanica e crauti perchè sono a dieta (primavera di sofferenza, per la povera Callista).


Devo trovare un altro parrucchiere, meno anarchico ed esperto di biondi: si accettano candidature e suggerimenti!