martedì 30 settembre 2008

Tutti a fare la spesa ...

Sabato pomeriggio le derelitte sono andate ad un’inaugurazione di un negozio di una conoscente.

Dopo pranzo scambio di qualche sms in pieno panico da abbigliamento.

M: amicaaaaaaaaaa … cosa cazzazzo ci si mette pomeriggio?
C: ma che ne so??? Volevo chiederti la stessa cosa
M: uhhh … sono problemi, cavolo!
C: … gonna o pantaloni?
M: io pantaloni, assolutamente … sto male al sol pensiero di mettermi un paio di calze
C: io quasi quasi oso la gonna con i leggings … ne ho presi un paio bellissimi
M: grande la mia amica modaiola
C: perfetto … ci riaggiorniamo tra un pochino … adesso doccia, trucco e capelli … anzi … mi accompagni a fare la spesa prima di andare all’inaugurazione?
M: ma certo che ti accompagno … che domande.
C: ooookkkkk ti chiamo dopo … quindi abbigliamento “casualmente splendida”?
M: ovvio, quello sempre!

Alle 16.30 Cally viene a prendermi sotto casa. Ci guardiamo e cominciamo a ridere come due matte … il nostro “casualmente splendido” si era tramutato in un “casuale e vagamente porno” …
Descrizione.
Cally: magliettina nera scollata a V, giubbottino, minigonna di jeans, leggings stile sadomaso (con dei maliziosi laccetti al ginocchio) e scarpa tacco 8
Mafy; jeans vita bassa, tacco a spillo, top bianco panna che dir scollato è poco con dei pizzetti trasparenti, e giacchina nera.

Andiamo a far la spesa.
Mentre girogaviamo per il supermercato, spingendo un carrello con serissime difficoltà nello sterzare a sinistra ,(abbiamo abbattuto un espositore di dolci … ma chissene … non possiamo mangiarli) ci siamo accorte di alcune occhiate di disappunto di alcune donne. (Soprattuttuo quello di una conoscente, moglie di un amico dei nostri ex fidanzati, che appena ci ha viste, prima ci ha fatto una radiografia e poi si è girata stizzita.) e qualche sguardo d’approvazione di maschi dediti all’approvvigionamento del cibo per la famiglia.
Andiamo alla cassa, paghiamo e ci dirigiamo al parcheggio.
All’uscita incrociamo un gruppo di ragazzi che sta entrando al centro commerciale. Uno di questi fanciulli è al telefono. Quando ci vede si ferma, ci guarda, e sentiamo distintamente queste parole … “Adesso vado... sono al supermercato … è c’è un sacco di gnocca!”

Missione compiuta!

Forse eravamo un po’ fuori luogo per la spesa pomeridiana, ma all’inaugurazione abbiamo fatto un figurone!

lunedì 29 settembre 2008

Intollerandia ...

Sconsolata e sfiduciata delle cure tradizionali per la mia perenne e ormai affezionata cistite, mi sono rivolta a una naturopata barra omeopata barra iridologa barra tuttologa. Dalla disperazione mi sarei rivolta perfino a uno sciamano, a dirla tutta, giusto per non morire di antibiotici alla tenera età di… ehm… diciannove anni (e che nessuno osi contraddirmi). Ma invece su consiglio della collega dell’amica della zia, sono incappata nel gioioso donnino che mi imbottisce di granuli e gocce da circa due mesi. I risultati, seppur lenti, iniziano a vedersi. Sono tornata da poco a fare la visita di controllo, e la dottoressa era tutta contenta. Pure io lo ero, fino a quando non ho avuto cognizione di quello che mi aspettava nel mese a venire…

D: Allora, tanto per cominciare adesso puliamo bene l’intestino…
C: Sìììì, ammazziamo questi sporchi batteri!
D: Per 15 giorni mi fa una dieta ferrea: niente lieviti, niente latticini, niente zucchero bianco.
C: …
D: Mi raccomando, eh, che per le infezioni sono micidiali. Poi piano piano li reintegra.
C: Ah, ok…
D: E poi mi prende per una settimana questo probiotico, e pure i fermenti lattici.
C: Va bene.
D: Se le feci fossero sciolte, può dimezzare la dose.
C (pensando «Ah, ma pensa, io che credevo di potermela fare in braga»): Perfetto.

Perfetto una sega. Dopo il primo giorno di dieta stavo già impazzendo. Provate voi a trovare qualcosa da mangiare a colazione che non contenga alcuno dei componenti succitati (plauso per l’uso mirabile della parola «succitato»). Per il resto della giornata posso anche resistere, tanto ormai sono abituata a luuuunghi periodi di digiuno per eliminare i chili porci bastardi, ma a colazione? Cosa mangio? Io, che sono assuefatta al mio meraviglioso the nero con un po’ di latte freddo, ai biscotti, al pane con la marmellata, alla Nutella, ai cereali… Posso mica svenire sulla cattedra per inedia!

Dopo aver tentato con il pane azzimo (che pare cartongesso tirato sottile) e le gallette di riso (polistirolo puro) cosparsi con abbbbbbondante marmellata senza zuccheri aggiunti (stucco), schifata e disperata sono andata al negozio di cibi naturali che mi ha consigliato un’amica. E lì mi si è aperto un mondo. Pare che gli intolleranti a qualcosa siano numerosissimi, una specie di club di disgraziati che in questo negozio trova mutuo aiuto. Ma mentre mi aggiravo tra gli scaffali, sono stata colta da panico: troppa roba astrusa. Ho deciso quindi di chiedere alla commessa: «Scusi, io non posso mangiare lieviti, zuccheri e latticini. Mi serve qualcosa per fare colazione…».
Ed ecco che la signora mi indica cortesemente una serie di cose in pacchettini colorati: biscotti di kamut, gallettine di farro, schiaccine di mais. Mentre riempio orgogliosa il mio cestino, sperando di non ritrovarmi il giorni dopo a masticare un pezzo di segatura compattata, mi si avvicina una ragazza con aria da cospiratore:
RCADC: Ciao, scusa, ho sentito che anche tu non puoi mangiare lieviti…
C: Sì…
RCADC: E cosa hai preso?
C: I biscotti e le schiaccine… Il mio problema è la colazione, che senza pane non so cosa mangiare…
RCADC: Io sono disperata: vivevo di pane e me l’hanno toltoooooooooooo…
C: Eh…
RCADC: Come faccio? Questo secondo te lo posso mangiare?
E caccia dal carrello un pacchettino di pane di kamut in cassetta, nascosto sotto una marea di vaccate ipocaloriche.
Interviene una signora magra magra:
SMM: No, questo contiene lievito acido, sei matta?
C: …
RCADC: Ossia?
SMM: Fa malissimo se ti hanno tolto il lievito: prendi quello che ha preso la signora… (e indica me).
C (pensando «Signora a tua sorella»): Eh, i biscottini…
RCASC: E il pane?
SMM: Niente!
RCADC (rivolta a Callista): Ma tu come fai?
C: Eh, vedi, io non mangio molto pane, giusto a colazione… E poi io tra due settimane posso ricominciare…
RCADC (con sguardo d’odio assassino): Che fortuna… Io ho almeno un anno…

Callista se ne va verso la cassa con un vago terrore: quello di essere immolata sull’altare del pane azzimo. Paga e fa per andarsene in fretta. Viene raggiunta dalla ragazza: «Ma hai visto, fanno anche la base della pizza senza lievito… Chissà com’è…»
C: Tanto io non posso metterci la mozzarella… Faccio a meno!
RCADC (con aria di superiorità): Ah, bè, io posso mangiarli i latticini!
C (fuggendo): Bè, ma tanto io devo solo aspettare due settimane… Ciaooooo…

Per la cronaca: i biscotti di Kamut sembrano polvere di Orzoro compattata e il latte di riso sembra farina sciolta in acqua: mi si ribellano pure i Corn Flakes. Fanculo anche al siur Gerry Scotti.

venerdì 26 settembre 2008

Nessuno può mettere Baby in un angolo ...

La vacanza delle derelitte non è stata solo mare, sole, fare le splendide con la meraviglia, spiaggia, tintarella, fare le splendide con la meraviglia, sfida alle parole crociate e cenette spettacolari con il pesce appena pescato, fare le splendide con la meraviglia …
Ehhh no … quest’anno ci siamo date anche alla cultura.
Una delle tappe obbligate era Lecce. Volevamo vederla seriamente, girarla e godere di tutta la sua bellezza visto che, nelle nostre precedenti incursioni in terra pugliese, avevamo avuto l’occasione di andarci una vola sola e per giunta avendo come ciceroni Lex e il cugino che rispondevano alle nostre domande da turiste curiose con frasi del tipo “quella chiesa … è … Mmmm … una chiesa!”
Così quest’anno armate di guida e scarpe comode siamo arrivate a Lecce.
Certo … siamo arrivate con una tempistica tutta nordica. Ovvero abbiamo parcheggiato alle 14.50 in una città praticamente deserta. Il perché lo abbiamo capito quando, uscendo dalla nostra macchina in cui regnavano sovrane assolute la musica menosa e l’aria condizionata, siamo state investite da un caldo inquietante.
E ci è stato subito chiaro il perché a Lecce tutto (pure le chiese) apre dopo le 17.00.
Essendo ragazze coraggiose abbiamo cominciato il nostro tour fregandocene dei 40 gradi, camminando convinte (cercando l'ombra ovunque), scuotendo la nostra bionda chioma e fermandoci ogni 500 metri a comprare una bottiglietta d’acqua fresca e trangugiarla come due cammelli … bella immagine, vero?
Arriviamo nella piazza principale. Siamo ai piedi della colonna con Sant'Oronzo che osserviamo l’anfiteatro romano. Io mi diletto a fare millemila fotografie mentre Callista legge le note della guida che ci spiega la storia della piazza.
Un giovane con un cappello di paglia brutto brutto brutto si avvicina a noi, ci osserva, punta verso Cally e le dice: “scusa … cos’è quello?”
E’ fatto ad arena, ha gli spalti e un palco centrale e, soprattutto c’è un cartello davanti al tuo naso con scritto ANFITEATRO … cosa sarà mai???
C: “è l’anfiteatro”
UCCDPB (uomo con cappello di paglia brutto): “ahhh grazie … sentiiii … vedo che hai la guida … avete intenzione di visitare la città?”
Noooo … usiamo le pagine della guida per farci i filtrini per fumarci le canne … ma certo che facciamo il giro della città, idiota!
C: “sì, avevamo intenzione di visitare un po’ di cose”
In quel momento si avvicinano due ragazze e un ragazzo. Una delle due fanciulle, spettinatissima , vestita malissimo e con uno spiccato accento toscano dice “beh … allora veniamo con voi!”
Ma anche no! Cazzazzo volete da noi? Compratevi una guida e fatevi il vostro giretto …
C: “vabbè … se proprio volete!”
Ci si presenta.
Loro sono due coppie. Le due ragazze sono toscane, uno dei ragazzi milanesi e l’altro … boh … non lo abbiamo capito.
Iniziano a seguirci e a fare mille domande.
Cally risponde con una pazienza infinita. Io medito su come riuscire a perderli nei vicoletti della città.
Arriviamo alla piazza del duomo. Un colpo d’occhio fantastico … unico dettaglio a nostro svantaggio il fatto che la piazza e "chiusa". Duomo e palazzi circostanti sono disposti a semicerchio e c’è una sola apertura che funge da entrata e uscita. Uscita dove si sono messi i nostri 4 nuovi amici aspettando pazienti mentre noi tiravamo tardi facendo foto, guardando i dettagli della piazza, leggendo "attentamente" la guida nel vano tentativo di schiodarci di dosso le 4 piattole.

M: “amica … io quelli non li voglio addosso. La toscana mi ha già dato sui nervi. Se dice ancora una volta che Pisa è più bella di Lecce le lancio un infradito. Staccia a Pisa e non venire a rompere a me ... uff”
C: “lo so, lo so … quello senza cappello mi ha chiesto cosa faccio di lavoro. Gli ho risposto che sono un' insegnante e lui mi ha detto che avrò un sacco di tempo libero visto che le supplenze sono tutte in bilico quest’anno … volevo picchiarlo”
M: “bisogna trovare una soluzione”
C: “giusto”
M: “li uccidiamo e li facciamo a pezzettini mettendoli in sacchi di plastica neri”
C: “pensavo a qualche cosa di meno drastico … intanto avviciniamoci”

Arriviamo vicino al gruppetto e subito l’uomo con il cappello di paglia brutta comincia a dire “facciamo una foto con le trentatré trentine di trento”
Buahhhahahahah che simpatico … quasi quasi gli tiro una testata alla Zidane.
M: “anche no … sai, siamo timide!”
UCCDPB: “beh … allora fate una foto a tutti noi quattro assieme?” e dicendo questo si avvia verso Cally porgendole un cellulare.
Io faccio finta di perdermi nella lettura della guida quando la donna di Pisa mi urla: “ti lascio la mia macchina così ci fai una foto anche con questa”
Non faccio nemmeno in tempo a girarmi per risponderle che si avvicina a me dicendomi “ehi … tu, BABY … ce la fai questa foto o no?”
Baby?????? Mi hai chiamato Baby??? Solo Patrick Swayze può chiamare qualcuno Baby … cazzo!
M: “dammi questa macchina”
DDP (accorgendosi dell’occhiata di fuoco e del tono poco amichevole) “scusami ma non so come ti chiami … altrimenti ti chiamo Guess … come la marca della tua collana”
No, ma dico … sei imbecille???
M: “mi chiamo Mafalda. Ci siamo presentate non più di venti minuti fa. Inoltre io e lei ci chiamiamo uguali … non era difficile” e dicendo questo le strappo la macchinetta, tra le altre cose una di quelle usa e getta con la pellicola, dalle mani.
DDP “magari fanne due o tre da angolazioni diverse”
E chi sono??? Il tuo fotografo di nozze???
M “si, si … non ti preoccupare!”
Click … click … click …
M: “Fatto!”
UCCDPB: “bene … allora adesso si va a vedere l’ulivo secolare?”
C: “mah … noi andiamo a vedere la chiesa di S. Matteo”
UCCDPB: “mah … noi volevamo vedere l’ulivo…”
M: “bravi … ottima scelta!”
(silenzio imbarazzato da parte dell’uomo con il cappello di paglia brutto e del suo gruppetto)
C: “beh, allora … buon giro”
M: “buon divertimento”

E girando i tacchi, scuotendo i capelli e sculettando un po’ ci siamo allontanate.

M: “mamma mia che pesantezza …”
C: “uhhhh … insopportabili. Ma la tizia … ti ha chiamato baby?”
M: “si … ti rendi conto???? Baby!!!”
C: “da come l’hai guardata credevo che l’avresti attaccata alla giugulare!”
M: “volevo, infatti …”
C: “dai che alla fine sei buona d’animo … poi le hai fatto anche le foto”
M: “uhhh … certo … vedrai come sarà contenta quando andrà a svilupparle!”
C: “cos’hai combinato?”
M: “nulla … l’ho “casualmente” tagliata da tutte e tre le foto!”
C: “sei perfidaaaaa!”
M: “lo so!”
C: “è per quello che mi stai simpatica …”

mercoledì 24 settembre 2008

Anche gli Eros piangono ...

Mentre le vostre derelitte si divertivano scorazzando per il Salento, erano fedeli ascoltatrici di una delle radio più menose del pianeta: Radio Salento, appunto, rigorosamente solo musica italiana dove la canzone più allegra era «Farfallina» di Luca Carboni. Roba che avrebbe mandato fuori strada chiunque, tranne Callista e Mafalda, che nella menosità musicale ci sguazzano. Se avete visto una Lancia Y color grigio Botticelli (mah…) con dentro due pazze che cantavano a squarciagola, eravamo noi.
Un bel giorno, mentre ce ne tornavamo impanate come due cotolette da Punta Prosciutto (niente commenti sul nome, please), ci siamo imbattute in una canzone del nostro amico Eros. Scoprendo, con somma meraviglia, che anche Eros è un derelitto gigantesco. Roba da meritare la tessera ad honorem. Anche ad Eros le donne fanno culo: quindi possiamo consolarci (o appenderci direttamente al Nettuno, a seconda).
Lei fra poco arriverà
è il momento che aspettavo io da un'eternità
non riesco ancora a crederci da me lei verrà
me l'ha detto sorridendo un'ora fa
Appare chiara dalla prima strofa la derelittaggine latente del buon Eros, che ha rimediato un appuntamento con la meraviglia e non ci crede. Probabilmente, ma questo la canzone non lo dice, si starà scambiando messaggi con l’amico Ricky Martin per renderlo partecipe di cotanto colpo di culo e farsi dare dei pizzicotti virtuali per accertarsi di essere sveglio.
Ed ho preparato già
fiori freschi sulla tavola che fanno più allegria
questa volta non è una bugia
a casa mia verrà
lei stasera da quell'altro non andrà
Evidentemente colto dall’effetto cornutazzo, Eros se ne sbatte della cena ma compra i fiori, il tesoro. Si scopre però un altarino: la meraviglia ha un altro. Ma evidentemente Eros ha aderito alla filosofia «Non mi importa se sei di un altro, tanto sarai mia almeno una volta». Complimentoni.
Nella mente sempre lei
come un’ossessione lei
che mi accende i sensi e la fantasia
e m'immagino di averla qui
e m’immagino di stringerla
fra le mie braccia di stringerla così
Ecco la rivelazione della derelittaggine totale: non esiste più altro pensiero al di fuori della meraviglia. Tra le righe, a vedere bene, abbiamo pure un accenno di autoerotismo. In mancanza del reale, uno si arrangia come può, che diamine.
Nella mente solo lei
sulla pelle ancora lei
come un fuoco che non so lavare via
e negli occhi miei che sognano
io la vedo come un angelo
proprio lei che
un angelo non è
Altro che angelo, trattasi di meraviglia pura e semplice, quindi tutt’altro che angelica e per questo massimamente pericolosa. A questo punto Ricky Martin avrà già mandato il classico sms «Sì, amico, divertiti, ma mi raccomando piedi per terra». Eros però ha le mani occupate dalla strofa precedente.
Mezzanotte se ne va
e le stelle sul soffitto io le ho spente tutte già
vado a letto e ripenso che
da me lei verrà
me l'ha detto un giorno tanto tempo fa
La tragedia è scoppiata: la meraviglia ha fatto culo. Probabilmente avvertendo con un messaggino striminzito o una telefonata: «Mi dispiace, facciamo un’altra volta?». Eros avrà masticato il ventricolo sinistro dicendo «Figurati, nessun problema, sono un po’ stanco e poi forse ho anche un altro impegno» (Elio docet). Ovviamente si sarà poi rintanato sul divano con un plaid, una tazza di tisana, il ricamo e il cellulare. Ricky Martin, che non è derelitto in quanto ha come unico pensiero di vivere “la vida loca”, lo starà ammonendo via sms: «Te l’avevo detto io, che dovevi stare attento!». Ma Eros starà già messaggiando con Tiziano Ferro, menoso uguale, chiedendogli «PEEEEERCHEEEEEE’ l’ha fatto, ahcomesoffro». Pare che Tiziano abbia risposto cripticamente con un «Non me lo so spiegare, io… Na nanana nana nana…».
Nella mente sempre lei
come un ossessione lei
che mi accende i sensi e la fantasia
e m'immagino di averla qui
e m'immagino di stringerla
fra le mie braccia di stringerla così
Nella mente solo lei
sulla pelle ancora lei
come un fuoco che non so lavare via e
negli occhi miei che sognano
io la vedo come un angelo
proprio lei che un angelo non è
A questo punto pure le derelitte si uniscono al coro: impossibile dormire, impossibile fare qualcosa che non sia pensare alla meraviglia, impossibile campare decentemente. Eros, ti arriverà la tessera… Per il posto sul Nettuno ci stiamo attrezzando!

martedì 23 settembre 2008

Questione di dna ...

Mentre le derelitte si arrostivano al caldo sole del Salento nella ridente cittadina trentina è successo un fatto increscioso. Hanno rubato a casa di Zia Mafaldi. Vi riassumo il fattaccio.
Zia Mafaldi è la zia preferita delle derelitte. Ha 83 anni, veste sempre in taielleur (anche in casa), si trucca anche solo per andare al panificio a pochi passi da casa e non rinuncia alla scarpetta con il tacco perché “mi da un tocco da signora per bene”.
Zia Mafaldi abita al piano rialzato di un palazzone nel pieno centro cittadino.
Qualche giorno fa era impegnata nelle quotidiane faccende domestiche quando, spegnendo l’aspirapolvere, sente dei rumori nella camera da letto posta dall’altra parte della casa rispetto al soggiorno dov’era impegnata a pulire. Corre in camera e … il disastro.
Cassetti aperti, ante dell’armadio spalancato e tutti i vestiti sparsi per terra. Si accorge subito del danno e chiama il 113. (chiamando prima il 118 … ma quella è un'altra storia).

Nel frattempo una pattuglia della polizia si aggira placida e tranquilla per le vie cittadine. Ad un incrocio i due simpatici poliziotti vedono due ragazzi che, appena vedono la volante, cominciano a correre come due matti.
Uno più uno fa due anche a Trento.
Uno dei due poliziotti esce dalla macchina e inizia un inseguimento degno di Starsky and Hutch. Li prende e i due confessano subito il furto.

Poche ore dopo Zia Mafaldi viene raggiunta da due agenti che le riportano il mal tolto.
Poliziotto: “signora, tutto bene? Le è passata l’agitazione?”
Zia Mafaldi: “si, si … tutto bene, grazie! Solo un grosso spavento!”
P: “Bene … allora pensiamo alla refurtiva. Diceva … le hanno rubato cosa?”
ZM “due collane d’oro, una collana di perle, un braccialetto, tre anelli e due medagliette d’oro”
P: “perfetto … ora le facciamo firmare il verbale e le ridiamo tutto … ma è sicura che non ci fosse altro?”
ZM: “no, non mi pare”
P: (imbarazzato) “ehhh sa signora, abbiamo anche recuperato dei denti d’oro … sono suoi?”
ZM: “o mio dio …. I denti di mio marito!!!” (zio Mafaldi mentre era in guerra si era fatto fare dei denti d’oro causa perdita di quelli veri, una volta tornato dalla guerra si era fatto mettere quelli di porcellana …)
P: “allora sono suoi!”
ZM: “ohhh siiii … ma non lo dica a mio figlio! Sono anni che mi dice di fonderli e di farci qualche cosa … ma io non li trovavo più”
P: “capisco … non diremo nulla”
ZM: “grazie, grazie, grazie, grazie”

Il giorno dopo sul quotidiano locale esce la notizia del furto “Anziana signora derubata in casa. I ladri, subito fermati dalla polizia, rubano anche una dentiera d’oro”

La notizia arriva, tramite mamma Mafaldi in Salento e le derelitte decidono di chiamare la zia.
M: “ziaaaa … ciao sono la Mafy … come stai?”
ZM: “ciao tesoro! Bene… ora meglio!”
M: “passato lo spavento?”
ZM: “Direi di si … avevo dimenticato la finestra aperta … è stata un errore mio!”
M: “l’importante è che non ti abbiano visto … sarebbe stato peggio!”
ZM: “si, si … hai ragione! Sai che è uscito l’articolo sul giornale?”
M: “si … me l’ha detto la mamma!”
ZM: “quei disgraziati ….”
M: “sei arrabbiata perché hanno detto la cosa della dentiera?”
ZM: “ma no, figurati …”
M: “ e per cosa, scusa?”
ZM: “mi hanno chiamato anziana signora!”
M: “ma ziaaaaaaaaaaa … c’hai 83 anni … cosa dovevano scrivere?”
ZM: “signora … e basta. Questi screanzati!”

… considerata la parentela diretta non è difficile immaginare come saranno le derelitte da anziane ... anzi no, anziane no ... da distinte signore che hanno compiuto i 50 una trentina di volte ...

venerdì 19 settembre 2008

Sorridete ...

Altro resoconto della vacanza.
Potremmo raccontarvi di tutti gli uomini a cui abbiamo fatto girare la testa, di tutte le proposte di matrimonio che abbiamo ricevuto, degli innumerevoli mazzi di rose rosse recapitati al nostro indirizzo, delle numerose cene a base di aragoste appositamente pescate per noi … ma non vi vogliamo tediare (e se pensate che non ve li raccontiamo perché non ci sono stati … beh … siete brutti e cattivi … prrrr!) … quindi vi racconteremo la nostra totale imbranataggine nelle fotografie. Ma non nel farle … noooo … quello sarebbe troppo facile. Nel farci fotografare.

Partiamo gioiose e felici con la nostro nuova fantasmagorico acquisto che fa delle foto meravigliose.
C: “Mafy … quest’anno dobbiamo impegnarci e fare qualche bella foto in spiaggia”
M: “Andata, amica … adesso che abbiamo la macchina tosta … vedrai come saranno belle”
C: “Aggiudicato …”

I primi giorni di spiaggia ci incamminavamo per la nostra quotidiana passeggiatona in acqua e, appena trovavamo un posto un po’ appartato, ci scattavamo qualche foto. Ora, maliziosi che non siete altro, il posto appartato era per non fare delle figure barbine, più di quelle che facciamo normalmente … frenate i pensieri.
Niente foto porno.
Quelle solo a casa.

Dicevamo … i primi giorni i risultati sono stati pessimi. Capelli arruffati, sorrisi tirati, occhi chiusi e, soprattutto, colore da morto.
Così abbiamo dato la colpa alla nostra scarsa abbronzatura e abbiamo posticipato di qualche giorno la nostra session fotografica.

Quinto giorno di vacanza. Location: Punta Prosciutto.
Sabbia bianchissima, mare stupendo con millemila gradazioni di blu. Vento forza 18 nodi.
Derelitte abbronzate al punto giusto.
Partiamo per la passeggiata e dopo poco troviamo il punto giusto. Dopo mezz’ora e innumerevoli risate ci siamo potute rivedere nelle versioni:
Callista “o mio dio che freddo” mentre viene sorpresa da un’onda alle spalle con un’espressione di odio negli occhi;
Mafalda “balenottera spiaggiata” mentre tenta una posa languida sul bagnasciuga ma ne esce con un sorriso stentato e un rotolo di pancia causa tarallo bastardo;
Callista “vivo sempre insieme ai miei capelli” con un insolito e bislacco ciuffo a banana stile anni ’80
Mafalda “impanata” con tanta di quella sabbia addosso da sembrare una cotoletta.
Un disastro.

Sconfitte e sconsolate decidiamo di abbandonare la missione fotografica.
Ma poi …
Ci vengono a trovare la stregaccia con tanto di sbrillucicosa sorella.
Andiamo in spiaggia assieme e trac scatta l’istinto da maniache della foto.
Guardiamo le prime e …
Roxy meravigliosa e con i capelli in ordine anche dopo il bagno, Giò sempre nella posizione giusta e con un sorriso da star ... le derelitte con una fascia in testa (che le faceva sembrare pelate), una con gli occhi chiusi e l’altra con un doppio mento che solitamente non esiste.

Ma perchèèèèèèèèèèèèèèèè????

Le nostre due meravigliose amiche ci spiegano i trucchi.
G: “dovete mettervi un po’ di tre quarti così la luce è migliore”
R: “e poi sciogliete i capelli che sono più belli nelle foto al mare”
G: “e poi il sorriso … inclinate un po’ la testa e via “
R: “non dovete ridere troppo, mi raccomando”
M&C “Ok, memorizzato tutto!”

Grazie ai loro suggerimenti durante il week end con loro e la settimana seguente riusciamo a fare qualche foto carina e perfino qualcuna di veramente bella.

Arriviamo all’ultima sera.
Siamo abbronzatissime nei nostri vestitini estivi. Sandalo con tacco alto e capelli, ovviamente, perfettamente in piega per poter essere scossi.
Ci troviamo con la meraviglia a bere qualche cosa in un locale sulla spiaggia.
Decifiamo di farci fare una foto.
La foto più importante della vacanza.
Ci mettiamo con le spalle al mare con Lex in mezzo a noi.

Uno, “ricordiamoci di metterci a tre quarti”
due, “scuotiamo un attimo i capelli che vengono meglio”
tre “incliniamo la testa e sorridiamo “
… flash sparato negli occhi e foto fatta.

Il risultato è tragico.
Lex, ovviamente, splendido e sorridente.
Callista con un braccio ruotato in una posizione innaturale che le fa diventare due spalle enormi e le fa venire la gobba. Io, con un sorriso tirato e due occhi iniettati di sangue … siamo tutti e tre con gli occhi chiari e l’unica uscita con gli occhi fucsia sono io … ma perché???

Praticamente Primo Carnera, una meraviglia e il diavolo!

Ma è un’ingiustizia!!!

Ovviamente la foto, prima di essere spedita al meraviglioso Lex, passerà dalle sapienti mani di Giò e dal suo magico photoshop… vero amica???

giovedì 18 settembre 2008

The wrong side ...

Durante la vacanza, ci siamo rese conto che abbiamo una singolare capacità di sbagliare «lato», ossia di finire nel posto sbagliato. Lo facciamo con una frequenza quasi fastidiosa. Se non sbagliamo il posto, sicuro una circostanza (l’orario, l’abbigliamento ecc. ecc.) sono fuori luogo. Ma non dilunghiamoci su questo troppo a lungo: passiamo direttamente agli esempi.

1. Andiamo a Gallipoli a fare una passeggiata: ci fermiamo per bere qualcosa in un bar molto carino del viale centrale. Attorno a noi c’è gente, ma ci accorgiamo di uno strano silenzio. Ci guardiamo intorno per capire ed ecco svelato l’arcano: accanto a noi ci sono solo tre tavolini di sordomuti. Ovviamente, dall’altra parte della strada è tutto un tripudio di gioventù e manzi in maglietta aderente che tracannano cocktail. No comment.

2. Scegliamo con cura il nostro posto su una bellissima spiaggia. Finiamo circondate da (nell’ordine):
a) famiglia pugliese trapiantata a Milano, volume di voce assordante e grado di spocchia tendente all’infinito. Il sogno del padre è di entrare vestito da barbone in un negozio qualsiasi di via Montenapoleone e gettare sul tavolo l’American Express Gold; b) pugliese trapiantato a Londra con moglie e figli britannici al seguito: l’uomo parla inglese con un accento da far invidia a don Vito Corleone e fa volare l’ombrellone in braccio a Callista che prende il sole e rischia la morte; c) bambini molesti che urlano; d) un cane cocker che ringhia appena vede il minimo movimento. Sfinite dal tragico connubio, andiamo al bar a bere un caffè in ghiaccio. E notiamo che dall’altra parte dello stabilimento c’è il delirio: almeno una decina di maschi salentini che giocano a pallone e mostrano sfacciati la loro virilità. Spostare gli asciugamani ci pareva brutto, però. Ci siamo limitate a munirci di binocolo.

3. Andiamo a cena in una pizzeria/friseria. Da brave trentine arriviamo alle otto e mezza e siamo in tre: noi due e il proprietario. Ci servono al volo e in venti minuti netti abbiamo mangiato. Cincischiamo un po’ e poi ce ne andiamo a fare una passeggiata: esattamente quando dalla porta compare una compagnia di giovani autoctoni da far rabbia alla Folgore. Ma vaffanculazzo.

4. Ristorante tipico consigliatoci per la ottima cucina e la frequentazione giovanile assai spiccata, visti i prezzi. Arriviamo intorno alle nove e mezza, visto l’esperienza precedente, vestite in grande spolvero. Siamo da sole. Non c’è un anima. La proprietaria ci saluta come fossimo due aliene: due turiste in Salento a settembre? Ma non sono tutti rimpatriati a Ferragosto? Mangiamo tragicamente sole su un terrazzo meraviglioso. Tutto buonissimo, eccezion fatta per le «sagne» con la ricotta forte. Va bene la ricotta forte, ma dimenticarcisi dentro la pecora intera ci è sembrato un tantino eccessivo.

Siamo un caso patologico! E poi ci lamentiamo di non trovare un uomo ... per forza ...

Aiutateciiiii!

martedì 16 settembre 2008

Che amarezza!!!

Il rientro dalle vacanze ha portato anche un nuovo interessantissimo pettegolezzo in quel di Trento: pare che qualcuno abbia spifferato in giro la reale identità delle Derelitte, credendo evidentemente di farci un dispetto, e che ci sia tutto uno scorrere di pagine alla ricerca di particolari scabrosi della nostra vita privata. Ciò, cari lettori, vi fa capire come sia provinciale la realtà trentina e molte delle persone che ci abitano.

Questa cosa ci ha turbato non poco: in effetti a Callista dalla disperazione si è sbeccata un’unghia, mentre a Mafalda si è spettinata una ciocca di capelli: il tutto risolto con una limetta e una forcina sbrilluccicosa.

Il fatto è che la subdola persona che ha fatto tutto ciò, dimostrando per altro di non avere nulla di meglio da fare che rompere le scatole altrui in quanto priva di una sua propria vita sociale, ha solo anticipato i tempi: prima o poi Callista e Mafalda dovevano fare outing, visto che vogliono conquistare il mondo e diventarne le regine incontrastate.
Gli uomini, soprattutto quelli belli, che vestono con jeans basso e profumano, diventeranno schiavi "personali" delle derelitte mentre per le donne ci sarà un regola tassativa che impedirà loro di essere troppo magre.
Stiamo anche cercando un nome adeguato al nostro futuro stato di "supreme" ma pare che una tizia che canta ci abbia già rubato il nome Madonna. E sono problemi.

Quindi scuotiamo orgogliose le nostre bionde chiome e continuiamo per la nostra strada: soprattutto perché non abbiamo nulla da vergognarci per quello che scriviamo o che siamo (questo è solo un modo carino per dire che la nostra vita sociale fa pena e che non c’è nulla di pruriginoso, ma non lo ammetteremo mai…).

Orgogliose di essere derelitte e di essere noi. E a chi ci vuole male diciamo una sola parola: CULOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

(PS: e comunque sia, prima o poi la vendetta arriverà, e sarà tremenda!)

lunedì 15 settembre 2008

Salento dreaming ...

Al rientro dal Salento, le derelitte hanno trovato ad attenderle due cose non proprio piacevolissime ma tipicamente trentine: una nuova enorme rotatoria (grazie, assessore Rudari, ci mancava!) e un clima che definire autunnale sarebbe riduttivo. Considerando lo sbalzo termico di 15 gradi abbondanti e il seguente shock, oggi Callista e Mafalda scrivono questo post tumulate sotto una copertina in pile con Winnie the Pooh, con ai piedi dei calzini antiscivolo con le bestie e delle felpine orribili (Callista con le pecorelle e Mafalda con i gattini). Ma non assicurano di fermarsi a ciò, visto che hanno ancora freddo.

Detto questo, capirete che l’unico strumento di sopravvivenza per resistere e lasciare che il corpo si adatti al nuovo clima è sognare di tornare in Salento il prima possibile. Ed ecco la trovata del secolo: l’anno prossimo ci trasferiamo per l’estate ed apriamo un lido.

Visto che avremo bisogno di molta manodopera, ci affidiamo a voi, cari amici di blog: accettiamo candidature e selezioniamo personale. E cerchiamo anche un nome bellissimo, quindi spremetevi le meningi…

Tutti quelli che non verranno assunti saranno ovviamente invitati e trattati da ospiti di eccezione: tutti, tranne quelli che ci hanno detto che nella foto fatta al mare in terrazzo siamo grasse. Nooo, ma che state pensando, non siamo permalose e nemmeno vendicative: avete solo espresso un parere e vi vogliamo bene ugualmente! Ma vi auguriamo, con simpatia, uno sfogo pruriginoso persistente. Ovviamente in un posto dove non sia particolarmente educato grattarsi in pubblico. Auguri.

giovedì 11 settembre 2008

Partire ...

... sarà un po' morire!






Solo un po'?

SIGH ...

lunedì 8 settembre 2008

Ma allora ditelo ...

Le derelitte rincasano quasi all'alba (incredibbbbile!!!) dopo una nottata salentina.
Si trascinano stanche morte nel letto e svengono non appena toccano il cuscino.


Ore 06.09 (mezz'ora dopo aver preso sonno)
Una zanzara ronza nell'orecchio di Callista che con un balzo si siede sul letto urlando “brutta prostituta! Mi ha mangiato un dito!”
Inizia la caccia grossa. Le due derelitte con addosso due pigiami con le bestie e armate di ciabatte cercano di ammazare l'orrido insetto. Canticchiando la colonna sonora dei Zanzarbuster ribaltano tutta la camera finchè nel silenzio della mattina salentina risuona un sonoro sciac seguito da un “muori, stronza!” pronunciato da Callista che torna a letto soddisfatta ma con un dito grande come un melone.


Si torna a dormire.


Ore 06.40
Si sente, a volume inquietante, la rassegna stampa del tg 5. Mafalda esprime il suo disappunto nei confronti dei padroni di casa “sti cazzo di vecchi non hanno niente di meglio da fare che guardare la tv a quest'ora?” Callista mugugna “sono pure sordi ... fanculo!” e si gira tappandosi un orecchio con il dito (che viste le dimensioni funzionava egregiamente ...)
Mafalda ne approfitta per fare pausa pipì. Esce dalla camera per andare verso il bagno e scopre che in soggiorno la tv è accesa .
M: “cally hai acceso tu la tv, vero?”
C: “ma vaffanculo va ...!”
M: “oddio ...abbiamo i fantasmi in casa, aiuto!” ma è troppo stanca per affrontarli e stacca la spina della tv (scopriranno, solo più tardi, di avere un timer azionanto che fa accendere la tv agli orari più balordi)


Si torna a nanna.


Ore 8.30
Dalla strada arriva, distamente, la voce di uomo: “venite donne ... è arrivato l'arrotino!”
C: “sto imbecille”
M: “ma cosa diavolazzo arroti nel 2000 e passa in un paese di 30 anime sperdute nel salento?”
C: “lo mando io in un bel posto ad arrotare qualche cosa!”
M: “ce lo accompagniamo noi ...”


Si riprende sonno.


Ore 09.30 suona la sveglia.
Le derelitte la spengono con un grugnito e si assopiscono leggermente ... giusto quei 5 minuti che le fanno svegliare alle 10.30.
Si trascinano, ovviamente con grazia, in terrazzo per la colazione dei campioni: the alla vaniglia, cereali, una bioches piccola appena spalmata di nutella, pane e marmellata, jogurt e due frise con taralli per sentirsi autoctone e leggere.
Quando gli occhietti riescono a recuperare l'uso della messa a fuoco si accorgono della cappa di foschia che aleggia sulla spiaggia.
C: “mahhhh ... non è proprio una splendida giornata ...”
M: “già ....”
C: “ufff ... anche andare in spiaggia così ... che poi non c'è neanche il sole”
M: “ehhh già ... uno spreco”
C: “ e se tornassimo a dormire un pochino e andassimo in spiaggia verso l'una?”
M: “amica ti amo ... a cosa mi serve un uomo quando ho te ... andiamo a nanna!”


Le derelitte si sdraiano a letto aprendo appena le griglie delle persiane in modo da far passare una leggera brezza che concili loro il sonno (perchè ce n'è bisogno ... no?)
Tempo 5 minuti che un rumole molesto le disturba.
Bremmmm bremmmm bremmmm bremmmmmmmmmmmmmmmmm
C: “che cazzazzo è adesso?”
M: “ma porca porca porca ... vado a vedere”
Mafalda si trascina fino alla finestra per scoprire, con terrere, che il nonno del piano di sotto nonché proprietario della casa ha deciso di arare l'orticello.
M: “amica ... problema. Il nonno ha accesso il motocoltivatore!”
C: “vabbè ... c'ha 20 metri quadrati d'orto ... quanto vuoi che ci metta?”


Le ultime parole famose...
45 minuti dopo, intossicate dal gasolio agricolo e snervate dal rumore le derelitte decidono di alzarsi e andare in spiaggia.
C: “amica ... prima di spiaggiarci come due balenottere e venire salvate da green peace, caffè con il latte di mandorla?”
M: “ovvio”
e scendendo le scale di casa sentono il silenzio riappropriarsi dell'orto e delle camere ...


Non si esprimono ma lasciano a voi il compito di commentare i due caffè arrivati loro pochi minuti dopo: semplice coincidenza o avremmo dei lettori anche in Salento?

giovedì 4 settembre 2008

Effetti collaterali ...

Abbiamo la certezza che il Salento nuoce gravemente alle facoltà mentali delle derelitte. Non solo per il fatto che si innamorano delle meraviglie più sbagliate al mondo, ma perchè le suddette entrano in una sorta di obnubilamento che le fa vivere in una dimensione parallela. Ad esempio, perdono la memoria. Vi facciamo subito un esempio.

SABATO
Dopo due giorni a Taranto, la Cally e la Mafy approdano alla casa dei sogni. Vanno a fare la spesa e riempiono la dispensa di tutto quello che serve per una vacanza sana e salutare (ah ah ah). Tornano a casa trascinandosi dietro due borse gigantesche; trovano un posto per ogni cosa e sono contente. Ma si accorgono di aver dimenticato due cose fondamentali: la carta igienica e un Tupperware per metterci l'anguria quando vanno in spiaggia.

C: Vabbè, domani prendiamo tutto.
M: Ovvio!

DOMENICA
Le derelitte vanno a fare la spesa: comprano gli yogurt, i cereali per la colazione, il detergente liquido per le mani, un pacchetto di patatine per spezzare la fame post spiaggia (a pranzo solo una pesca, sennò la dieta...).
Escono felici e ilari: la sera centellineranno la carta igienica sperando di non essere colte da cistite fulminante.

C: Cazzo, ci siamo dimenticate pure il contenitore per l'anguria...
M: Domani ci ricordiamo, e prendiamo anche l'acqua che l'abbiamo finita.
LUNEDI'
Callista e Mafalda entrano al supermercato e vanno direttamente al banco carta igienica. Poi prendono un Tupperware che rivelerà, una volta a casa, una chiusura che manco gli artificieri riuscirebbero a disinnescare. Si comprano le bistecche per cenare sul loro splendido terrazzo dotato di barbeque.
La grigliata verrà uno spettacolo: ma accompagnarla col the freddo non sarà affatto il massimo...

C: Mafy... Ci siamo dimenticate l'acqua...
M: Siamo perse. Sarà l'aria del Salento. Domani ricordiamoci anche le candele così possiamo cenare in terrazza senza sembrare due semicieche.
C: Magari alla citronella, che sennò ci mangiano le zanzare...
MARTEDI'
Priorità assoluta: le derelitte cercano per tutta Gallipoli delle forcine sbrilluccicose. Missione fallita.

MERCOLEDI'
Le derelitte sono state sbranate da una zanzara durante la loro cenetta in terrazzo. Servono ulteriori chiarimenti?

Si accettano scommesse su cosa dimenticheremo nei prossimi giorni.

mercoledì 3 settembre 2008

lunedì 1 settembre 2008

Pensieri in libertà


Dopo i primi giorni in Salento abbiamo realizzato che:



  1. il fondo del mare deve essera impermeabile altrimenti l'acqua sarebbe tutta in Nuova Zelanda;

  2. Fabio Concato ha la faccia da porco;

  3. camminare con i tacchi a Gallipoli fa in modo che tutti i ragazzi ti guardino ; ma gli unici con cui rischi di fare conoscenza sono gli ortopedici;

  4. la passeggiata coi i piedini nell'acqua dovrebbe essere un diritto giornaliero delle derelitte;

  5. i ragazzi salentini dovrebbero essere dichiarati specie protetta: sarà l'aria di mare, sarà il sole, sarà quel che sarà ... ma quello che salta fuori è un gran bel risultato.

Ora scusate ma siamo impegnate.
Dobbiamo ancora asciugarci i capelli e, soprattutto, scrivere una lettera al Presidente della Repubblica per chiedere un "travaso" di uomini locali a Trento. Il centro di prima accoglienza lo organizziamo noi.


Baci

P.S.: questa è la vista dalla nostra terrazza...