mercoledì 1 luglio 2009

Lunedì è sempre lunedì

Per iniziare bene la settimana, ecco il resoconto del lunedì da incubo della vostra Callista, per la serie “consoliamoci”.

La sveglia suona alle cinque e mezza per motivi di lavoro: esco quatta quatta dal lettuccio, mi avvio verso la cucina, apro l’armadietto per tirare fuori la tazza della colazione. E mi precipita in testa un bicchiere pesantissimo che, non contento, si schianta sul mio piede e esplode in mille pezzi con un rumore agghiacciante. I miei vicini mi avranno maledetto. Dopo lo spavento iniziale, ecco un problema grave: come faccio a spostarmi? Sono scalza in un mare di vetrini: o mi trasformo in un fachiro oppure attraverso la cucina pregando. Opto per la seconda ipotesi e vado in cerca di una scopa: dopo aver raccattato il più grosso, vado in bagno, mi trucco e mi lavo a tempo di record (i cinque minuti dedicati alla doccia se ne sono andati mentre maledivo il bicchiere), mi vesto a caso ed esco. Arrivo alla macchina, dicendo “almeno con la pioggia della notte mi si sarà lavata”. Ma avevo fatto i conti senza il merlo, che ormai è diventato sempre più sfacciato: adesso si appollaia direttamente sul cofano e lo riduce a un pantano. Credo che la mia macchina abbia un nuovissimo optional, l’ACM, “attira cacche di merlo”. Devo brevettarlo. Parto con l’auto simile a una latrina.

Dopo 4 ore di lavoro “secondario”, corro a scuola per le sorveglianze della maturità: e scopro, con orrore, che il segretario mi ha convocato, ma quel somaro del vice preside non mi ha messo in turno. Mi sono fatta 40 km per niente, con 5 ore di sonno e non mi posso muovere perché magari hanno bisogno di me. Poco male, resto in sala insegnanti fino alle tre e mezza e scrivo, per poi farmi altri 40 km. Alle quattro e mezza sono a casa. Vado a fare la spesa e poi inizio le pulizie per rendere presentabile la casa: colta da un attacco di casalinghite, pulisco anche tutti i vetri con il Vaporetto. Appena finiti,ovviamente si scatena un temporale mai visto prima, che rovina mezzo del mio lavoro. Mi consolo aspirando tutti i tappeti e mangiando una fettina di pizza. Alle undici e mezza, quando ormai la tempesta sembra passata, esco per tornare dai miei e crollare in un sonno ipnotico e profondissimo. Uscendo, inavvertitamente infilo tutti e due i piedi in una pozzanghera profonda almeno 10 cm e ho gli infradito. Imprecando contro qualsiasi cosa e piena di aghi di pino tra le dita dei piedi (evvai con il fachirismo), penso che peggio di così ci sia solo una tortura con le forchettine di plastica.

Dire che sotto casa dei miei mi sono accorta di aver lasciato le chiavi sul mio tavolo della cucina è superfluo, no?

5 commenti:

Fra ha detto...

wow che fantastico lunedì...viene quasi voglia di rinchiudersi in casa e non uscire più...l'unica cosa positiva è che almeno non avevi le tue scarpe preferite quando sei affondata nella pozzanghera
Un bacione
fra

Grace Duck ha detto...

Quando si dice la sfiga!!! Anche a me capitano giornate del genere ogni tanto tipo una perfetta giornata in macchina qualche mese fa: sgommate, autotamponamenti (non chiedetemi come ho fatto -.-), curva a gomito in quarta, partenze in retromarcia ad un incrocio e, dulcis in fundo, chiavi spezzate nella serratura di casa... Ke dite, posso competere?? :D
Bacioni

Ste ha detto...

Sono i giorni che alla fine ti dici: Domani è un altro giorno. Domani DEVE essere per forza un altro giorno!
Ste

Francesca Palmas ha detto...

amica ti mando un pò di coccole dalla sardegna, non mitigheranno il dolore da aghi di pino e vetro, ma fanno bene al cuore, no? smak!

www.katika.splinder.com ha detto...

e io che mi lamentavo perchè mi sono accorta a scuola di non aver mai tolto le pantofole dai piedi.