mercoledì 4 maggio 2011

Meches patriottiche

Callista e Mafalda dal parrucchiere in occasione della messa in opera della tinta mora di Mafalda e delle consuete meches di Callista.


P: Tesooooroooo, la tua amica la faccio mora, e a te cosa faccio?
C: Le solite meches, grazie.
P: Ma dai, banale! Facciamo le meches tricolori?
C: Va bene che è appena passato il 150esimo dell’Unità, ma non mi pare il caso…
P: …
C (Ok, quest’uomo non gradisce il mio fine umorismo): Dai, dimmi cosa sarebbero ‘sti tre colori.
P: Facciamo un ramato, un biondo caldo e un platino. Molto chic.
C: No, il ramato no, lo temo. Se mi viene rosso menopausa, come Orietta Berti?
P: Ma daiii, non quel rosso lì, un bel ramato, lo portano tutte in tv: la Marcuzzi, la Blasi, la Panicucci…
C: Senti, già ho un colore di pelle tendente al verdognolo: possiamo evitare l’effetto vichingona? Quel rossiccio fiammingo che vedi nei quadri, con quei donnoni tutti pieni di rotoli di ciccia...
P: Dai che starai benissimo: faccio io.
C: Mi pare di non vedere alternative possibili…

Dopo due ore di macchinose applicazioni, un taglio fatto legando i capelli con gli elastici e cinquecento complimenti per il colore (che sui capelli bagnati non si vedeva manco a pagare, ma vabbè), è scattato il momento “piega”.

P: Facciamo la sei settori, ho deciso!
C: Chi?
P: La sei settori: è una piega mossa che ha inventato Jean Pierre Qualchecoss.
C: Ah, certamente. Ma a me le pieghe mosse fanno orrore, sto malissimo, e poi non mi durano più di dieci minuti.
P: Ma daiii, si è vista su tutte le passerelle milanesi! Non fare la provinciale.

Di fronte al “provinciale” ho dovuto cedere: non sia mai, la regina del glamour trentino tacciata di provincialismo??? Piega, gonfia, arrotola, piastra, gira di qua e di là, dopo venti minuti mi sono trovata con una testa effettivamente strepitosa, che è stata innocentemente commentata dal mio nipote di 2 anni con un “Zia Cally, che figa!” (suscitando l’ilarità e poi il terrore di sua madre perché adesso la creatura aggiunge “che figa” ogni volta che sente pronunciato il mio nome. Vabbè.)
Dopo due giorni di idillio, adesso però è scattata la tragedia: il taglio fatto con gli elastici spara ciuffetti in giro dappertutto che non stanno a posto manco con il gel, la mattina mi sveglio con la testa piena di corna appuntite e con le lunghezze arruffate come il culo di una gallina (capelli troppo sfilati, maledizione) e il color ramato che fa tanto moda a me pare tendente all’arancione un giorno e al giallo un altro. Un dramma. Il biondo naturale aiutato che ho sempre sfoggiato si è trasformato in una colata di polenta: e non posso manco abbinarci lucanica e crauti perchè sono a dieta (primavera di sofferenza, per la povera Callista).


Devo trovare un altro parrucchiere, meno anarchico ed esperto di biondi: si accettano candidature e suggerimenti!

4 commenti:

Fra ha detto...

mai mai e poi mai lasciare fare al parrucchiere!!!!

Francesca Palmas ha detto...

amica ti voglio vedere troppo!!!

PP ha detto...

Povera donna... però alla festa anni '80 hai spopolato.. del resto, lì più si era trash più si andava bene... firulì firulà!

Ramskilo ha detto...

scegliere tra una pettinatura pratica e una bella è come scegliere tra una ferrari supertecnologica e costosa che dopo cinque km ti abbandona e una 127 del '76 che nel 2011 ancora va bene...
Io non ho dovuto neanche scegliere! :D