martedì 6 settembre 2011

Bentornati alla realtà!

Lunedì 5 settembre: con la pioggia, il blue del rientro dalle vacanze e la mia naturale antipatia per le pratiche burocratiche, mi reco a fare la solita routine settembrina per i precari scolastici, ossia la domanda di disoccupazione che mi copra le due settimane nelle quali abitualmente rimango senza contratto. Alle 9 mi presento nel primo ufficio: e scopro di avere "solo" 23 persone davanti... Mi accomodo a un tavolo e attendo.
Quando finalmente è il mio turno, entro e la signora (per altro gentilissima) mi fornisce tutte le scartoffie da presentare al secondo ufficio. Ed ecco che giunge inaspettata una rivelazione che ha del miracoloso:
SG (signora gentilissima): Signorina Callisti, sa che da quest'anno può presentare la seconda parte della domanda direttamente on line?
C: Ussignur, tutto ciò è meraviglioso! (Soprattutto perché l'anno scorso ho fatto un'ora e mezza di coda a stretta vicinanza con un buon'uomo che la sera prima si era ingoiato una piantagione di aglio... NdR)
SG: Basta che lei vada sul sito dell'INPS: inserendo il PIN che le daranno e questi semplici dati, in quattro click è tutto fatto!
C: Allora vado subito a casa e mi collego! Grazie!

E, fischiettando allegra come uno dei sette nani, me ne vado a casa per collegarmi e svolgere tutto da una comoda sedia davanti al PC.
Cerco sul sito quanto detto dalla SG: esiste! Inserisco i dati richiesti (nome, cognome, codice fiscale...) e attendo il PIN... E appare sullo schermo l'inquietante messaggio che il PIN mi verrà inviato metà via sms e metà tramite lettera a casa. Affrancatura ordinaria. Se mi va bene la mia domanda la potrò inoltrare quando avrò ricominciato a lavorare, quindi... Che cavolo... Alla faccia della semplificazione tecnologica.
Dopo aver maledetto il pianeta porco bastardo, mi consolo pensando che (poco male) la mattina dopo (oggi) sarei dovuta comunque andare in centro per portare la Cally car a fare il tagliando, e che quindi sarei potuta andare all'INPS e poi a scroccare un caffè alla Mafy o a zia Callisti (effetti della povertà improvvisa seguita al tagliando). Evviva, una mattinata in centro organizzata, yuhu!

Stamattina di buon'ora mi lavo, mi vesto, mi scollo a puntino (meccanico, impietosisciti), porto la Cally car e mi viene detto "passa oggi nel pomeriggio". Ok, sono senza macchina, ma pazienza: non ho cose urgenti da fare. Mi dirigo a passo ben disteso verso piazza Duomo per un saluto al Nettuno e per andare poi all'INPS. Mentre mi rendo conto di aver cannato completamente l'abbigliamento (deve essere improvvisamente arrivato l'autunno mentre io ero al caldo), vedo in lontananza dei bandieroni rossi. Ah già, lo sciopero: l'avevo rimosso. Sorrido con aria di comprensione e ammirazione insieme a coloro che se ne vanno in giro con cartelli appesi al collo (vorrei essere vestita alla garibaldina per urlare "compagno, anch'io sono una precaria") e vado con il mio malloppo di carte all'ufficio. Che trovo blindato. Chiedo lumi all'usciere: "Ah, oggi è sciopero, signorina! Non c'è nessuno nel palazzo!".
Gli scioperanti mi stanno già meno simpatici.
C: Ah... Vabbé. Magari almeno lei può darmi le carte da compilare?
U: Certo! Quali le servono? Disoccupazione ordinaria, agricola o edile?
Mentre mi immagino a raccogliere pomodori o imbragata su un tetto a mettere tegole, rispondo "ordinaria" e vado al bar per un caffè (vista l'ora antelucana non avevo nessuno a cui scroccare niente... Uff!).
A quel punto non mi rimaneva altro da fare che tornarmene a casa: senza la macchina le alternative erano passeggiata di circa un'ora (con il sandali e il rischio di perdere i mellini -alias mignoli dei piedi- per la temperatura) o autobus. Mi sono detta: "Ma sì, torniamo a quando ero all'università, prendiamoci un autobus!".
Dopo venti minuti di attesa alla fermata (durante i quali ho scritto questo post e non ho visto passare manco mezzo mezzo, ahah, notare il fine gioco di parole!) sono stata colta dall'illuminazione "Vuoi vedere che c'è anche sciopero dei mezzi pubblici?".
A quel punto avrei strozzato gli scioperanti con la loro stessa bandiera (sì sì, lo so che l'Italia sta andando a scatafascio e che non c'è altro modo per farsi sentire -ammesso che a qualcuno importi - ma proprio oggi? Tutto?).

Al momento sono ancora alla fermata del bus: dite che è meglio che mi avvii a piedi? Sob!

4 commenti:

Isabel ha detto...

Come inizio giornata non c'è male direi...stamattina avevo in programma la solita clausura nella mia biblioteca preferita (perchè è quella meglio attrezzata). Peccato che, essendo quella di Filosofia, dovevo dare quasi per scontato che avrebbero aderito allo sciopero. E così mi sono accozzata ad Anglistica che va bene lo stesso: peccato che qui bisogna mettere le radici se no ti fregano subito il posto: ergo paninozzo raccattato al bar e incollamento a mò di edera sulla sedia fino a stasera :)

una trentina in eppan ha detto...

A parte lo sciopero, le mie giornate sono molto simili a questa tua. Capisci che dopo un paio di ventenni (non nel senso di giovani virgulti del sesso opposto, ma 20+20=40 anni e specifico per difetto) una da di matto sul serio e passa le giornate sbattendo porte e finestre a chiedersi cosa - come - quando -perché è nata quel giorno (doveva esserci una pessimissima congiunzione astrale) ...

pOpale ha detto...

Bentornate!

Anonimo ha detto...

La prossima volta che devi recarti dalle parti dell'Inps e hai voglia di un caffè ( e magari c'è tempo schifoso all'impovviso e gli scioperi e la tua socia e la zia non son disponibili) let me know, che andiamo a farci un caffè..:)

saluti (ieri grazie allo sciopero e al tempo inclemente per metà giornata son rimasta bloccata pure io)

Jackie (a pochi passi dal Nettuno..)