venerdì 22 febbraio 2013

Lievitate, gente, lievitate ...

Ieri la vostra Callista ha ricevuto in dono, dalla morosa del suo bassista, un vasetto di pasta madre. Non vi dico la felicità quando ho avuto la creatura tra le mani: ovviamente non ho voluto pensare al tragico risvolto di quanti chili potrei prendere cucinando tutte le meravigliose cose lievitate che mi passano per la testa (pasta, pane, pizza, dolciiiiiii…), ma solo alla gioia di allevare una creatura nel mio frigo. Una specie di Tamagotchi, ma più utile, insomma.

Primo problema, già affrontato con Mafalda ai tempi del suo tentativo di mantenere del lievito madre: il nome. Vorremo mica adottate una creatura senza darle un nome? E così, per rimanere sul letterario, le opzioni si sono ridotte a Èdipo il lievito (con accento greco, eh, per mantenere l’assonanza) o Giocasta la madre pasta: due personaggi allegri e felici, proprio, ma che soprattutto hanno un esito positivissimo di vita, e già questo avrebbe dovuto dirla lunga sul destino della pora bestia che mi era stata affidata… Alla fine, visto che è un po’ derelitta pure lei, vince la femmina, e battezzo il lievito “Giocasta”.

Comunque sia, ricevo il barattolo e leggo con attenzione le istruzioni che la scrupolosa morosa unisce al pacco. Facile, può farcela anche una derelitta.

Stamattina consueta alzataccia per andare al lavoro: la sveglia suona alle 5 e 55. Rantolo fino in cucina, faccio colazione con un ettolitro di caffè, mi lavo, mi trucco, mi vesto, litigo coi capelli, mi rendo conto di essere in ritardo e mi precipito fuori casa. Ore 6 e 48 apro il garage (con 8 minuti di ritardo sulla tabella di marcia), getto la borsetta sul sedile del passeggero, esco in retro e nel frattempo faccio per infilare nella suddetta borsa le chiavi di casa: ma la mia mano incontra qualcosa di molliccio.

GIOCASTA! CAZZO!

Cos’è quella faccia? Ho detto che ho letto le istruzioni, non che le ho applicate… In sostanza, mi sono dimenticata tutta la notte il vasetto della pasta madre in borsa, chiuso e vicino a un termosifone. La creatura si è ribellata, è uscita da sotto il tappo e ha invaso, come un malefico blob, la mia borsetta. Fortunatamente il portafoglio e il beauty in pelle viola (tres chic!) hanno fatto da parasbobba, evitando che Giocasta prendesse possesso di ogni pertugio della mia preziosa bag…

Cosa potevo fare? Ho raccolto in una palletta la pasta sbordata (che poi mi è caduta sul tappetino della macchina e ho dovuto recuperarla sotto il sedile, mostrando il culo a tutto il paese che fortunatamente alle 6 di mattina è poco popolato), l’ho scaraventata nel giardino di fronte (tanto c’è la neve, e poi quella casa è abitata solo d’estate), ho preso il barattolo di Giocasta, l’ho aperto a fatica perché ormai era tutto incollato e l’ho messo in garage, visto che ormai il mio ritardo era diventato di 15 minuti e non sarei arrivata a salire per infilarlo in frigo.

Ora ho paura che quando aprirò il garage per mettere via l’auto, troverò tutti gli spazi invasi da una permalosa Giocasta, abbandonata due volte. Pregate per me.

5 commenti:

laura ha detto...

non ti preoccupare, se il tuo garage è a temperatura ambiente trentina, sei salva. hai bloccato la lievitazione, ma per salvare anche lei, quando arrivi a casa, le dai la pappa: 50% del suo peso di acqua tiepida e 100% di farina. intanto pulisci bene il barattolo, che sarà colloso anche vicino al tappo. quando è asciutto, ci sbatti giocasta nutrita e la metti in frigo. domani ripeti, e se vuoi, dopo 4 ore che ha mangiato, puoi iniziare a usarla :) bentornate derelitte!!!

Callista ha detto...

Ora ci provo... Grazie, Laura!

Mirta ha detto...

No, amica, dare il nome alla pasta madre no! Non è che poi me la spedisci in vacanza in Sardegna per le vacanze?!

Mìgola ha detto...

Quando vuoi la posso prendere io per le vacanze...stile pensione per cani o gatti e prometto di tenerla benissimo e di coccolarla! Sono un po' lontana ma ci si può organizzare! ;)

Ale ha detto...

Perfetto derelitta style :D