sabato 24 febbraio 2007

sabato pian piano se ne va...

Tempo bigio e sabato pigro, da pigiama e ciabatte (le mie sono arancioni, con un gatto diviso a metà tra l’uno e l’altro piede, che i baci-otti di Mafalda mi fanno una pippa). Ieri serata aperitivo, quattro donne a un tavolo a biascicare maledizioni: finale in gloria con kebab, carne-fagiolini-pomodori-insalata-carote-salse (tutte le salse, of course) e cipolla. Tanta cipolla. Troppa cipolla. Talmente tanta che stanotte ho sognato mia cugina, rapita da un branco di pazzi assassini: la base delle ricerche era in un ristorante tirolese, dove poliziotti e parenti disperati mangiavano quantità imbarazzanti di strudel salato con funghi, mozzarella e speck. Devo farmi curare.

Stomaco acidofilo anche oggi, ma pazienza. Perché mi voglio molto bene e perché non si lasciano mai le cose a metà, stasera cena messicana: io e Mafalda invitate da un’amica e rispettivo compagno, con contorno di otto amici di lui, tutti uomini, tutti single. Sembrerebbe il sogno di ogni derelitta, ma lasciatemi un margine di scetticismo: potrà essere un pensiero banale (scusate, la cipolla non lascia tregua neanche al neurone…) ma se fossero quanto meno non terrificanti, non sarebbero tutti single, no? Quindi lasciatemi anche prevedere l’esito della cena: alle undici molto probabilmente io e Mafy saremo al nostro solito posto a porci le nostre solite domande (Perché non chiama, perché non mi ama abbastanza, perché i peli crescono alla velocità della luce e i capelli no, perchéperchéperché…). Se ho ragione, lo leggerete domani. Se invece ho torto (e lo spero con tutto il cuore, pianeta porco-bastardo voltati in là), allora ci risentiamo quando avrò esaurito il giro dei quattro single che mi spettano (Mafalda, fifty-fifty come sempre, no?).

Detto questo, vado a farmi le unghie: molto affilate, che se la serata volge al peggio, provo a tagliarmici le vene.

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