martedì 27 febbraio 2007

cuore e intestino

Dovrei essere felice. Dovrei. E non uso il condizionale a caso. Ieri decido di fare la pennichella post-pranzo; ci sta tutta perché la notte precedente ho dormito male e poco. Spengo il cellulare per non farmi svegliare sul più bello e mi faccio un’ora di sonno, profondo e senza sogni. Mi alzo decisamente in forma, e scopro che LUI ha chiamato. E io dormivo, col telefono spento. Pianeta porco-bastardo, ti tiro giù a sassate. Ma perchééé? Richiamo immediatamente, e cosa scopro? Che LUI passava dalle mie parti e voleva salutarmi. Ovviamente maschero la mia disperazione dietro un’asettica esclamazione di disappunto («Ma che peccato… Pensa, non dormo mai il pomeriggio…») e mastico il ventricolo sinistro che nel frattempo mi è saltato in bocca.
LUI ride: «Ehhh, ma è stato meglio così, perché potevo fermarmi solo un attimo… Dovevo correre…». E lì faccio la domanda sbagliata: «Correre? Cosa dovevi fare?». Ride ancora… «Eh, sai, mi è ritornato il virus, quello lì… Dovevo correre, ma correre…». Tradotto: gli è tornato il cagotto. Evviva…
Grazie, Signore, non mi hai abbandonato, i miei uomini mi aggiornano ancora sulle loro funzioni intestinali. Ma perché sempre a me? E tutti? Cos’è, ho la faccia che ispira? Nell’ultimo anno ho collezionato uno splendido «’Spetta n’attimo, c’ho da annà a cagà…» (bonjour finesse…), «Ti devo salutare, se non ti offendi ti dico anche perché…» (grazie, lasciami immaginare che tu vada a salvare il mondo), «Non aprite quella porta!» (detto, con aria tronfia, uscendo dal bagno e sventolando una manina…), « È stata una serata difficile, perché ogni dieci minuti ero in bagno, e poi avevo la pancia tutta gonfia, non potevo mica liberare quella, metti che usciva quell’altra…» (non entro in ulteriori dettagli…). A LUI l’ho anche chiesto una volta, perché sono condannata a sentirmi ragguagliare sullo stato dei visceri maschili a me vicini… Ha detto che dovrei essere felice, perché significa che sono una persona a cui si può dire tutto. E ALLORA PERCHÈ NON MI HAI ANCORA CHIESTO DI PASSARE CON TE TUTTA LA VITA MA TI MANCA (e cito testualmente) «L’ULTIMO PASSO»? Perché? È tutto chiaro: non mi ama abbastanza per stare con me, ma sufficientemente per chiarirmi che il suo intestino funziona. Sono soddisfazioni, enormi.
PS: Per i più masochisti, trascrivo l’inizio della telefonata serale. Io: «Ehi, ciao, come stai? Meglio?» LUI: «Grazie, sì, diciamo che sono passato alla fase solida… un po’ più solida almeno…». Inutile dire, mi sono tolta un peso, non so come avrei dormito altrimenti... Defecatio über alles
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1 commento:

Thirthy ha detto...

Care derelitte, sono finita qua per caso, saltellando da blog in blog. E proprio ieri facevo notare al "mio" LUI che non è carino fare la pipì (e a quanto pare mi è andata bene!) con la porta aperta... dato che è una cosa molto intima, e che Io ho imparato da molto poco a farla in compagnia delle mie amiche (e la cosa mi scoccia alquanto)...
Ma perchè gli uomini d'oggi si sentono tale solo in un bagno?
Uscito dal bagno (oggi) è già entrato in crisi esistenziale...ma se basta così poco a non fargliele venire...quasi quasi mentre fa pipì sto lì!!
...sono solo uomini!!!
;)